No, Nadia, purtroppo la fortuna non è lo standard

Come si fa a non essere contenti perché Nadia Toffa annuncia in tv di essere guarita da un tumore? No, appunto, non si può. Così come va ribadito con forza che quelli che quando si è sentita male le hanno augurato la morte fanno parte di quella fetta di umanità che fa letteralmente schifo. Detto questo, c’è qualcosa di profondamente sbagliato – per quanto involontario e per quanto coraggioso – nell‘andare in tv e annunciare la propria vittoria su un cancro che è stato diagnosticato, combattuto e curato nel giro di due mesi. È sbagliato perché potrebbe portare qualcuno a banalizzare la malattia (che può essere molto più grave), la lotta per la guarigione (che generalmente dura più di due mesi), e gli effetti collaterali (che molto spesso non si limitano a dover giustificare e accettare una parrucca). È sbagliato perché non sempre si ha quel tipo di culo, e un malato che si trovi davanti al televisore potrebbe pensare che invece è sempre così, quasi una passeggiata: un inconveniente che nel giro di un paio di mesi ci si mette alle spalle e poi si è pronti a ripartire. Invece no: non è sempre così. A volte servono anni, e a volte nemmeno quelli bastano. Dice: ma a te cosa te ne frega se qualcuno usa la televisione per dimostrarsi un po’ più ottimista del normale e regalare un po’ di speranza, anche se ingiustificata? Me ne frega perché la tv non è un parente pietoso che puoi giustificare dall’averti mentito: una trasmissione di informazione viene utilizzata dalle persone come punto di riferimento per prendere le proprie decisioni, e non può permettersi il lusso di essere abbondantemente e felicemente ottimista senza una reale giustificazione. Se sai che le persone che ti stanno guardando danno una grande importanza alla tua opinione e si fidano delle informazioni che stai comunicando, non puoi filtrare le notizie e scegliere di dare solo quelle buone, proprio come da un meteorologo non accetteresti che ti dica che domani non pioverà se sa che non è vero. Perché è poi è così, a forza di “che male c’è a dare un po’ di speranza”, che crei i Vannoni e le truffe tipo Stamina. (Comunque In bocca al lupo, Nadia).

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