C’è un documentario in onda in questi giorni sulla TV neozelandese che non puoi perdere se ti incuriosisce il comportamento umano, ma soprattutto se stai per avere un figlio o ne hai uno adolescente. Si initola “Why Am I – The Science of Us” (⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️), e ra conta l’evoluzione di uno studio che ha cambiato il mondo per come lo conosciamo, e l’umanità per come credeva di conoscersi e la comunità scientifica per quel che credeva di conoscere.
Dico davvero: dovessi descriverti una per una tutte le conclusioni e le scoperte descritte nelle 4 puntate del documentario, avrei materiale per questa rubrica per un anno.
Tento di farla breve e ti racconto solo il presupposto. Lo studio prende il nome dalla città neozelandese di Dunedin, nella quale un gruppo di scienziati decide di monitorare tutti i bambini nati in città dall’aprile del 1972 al marzo del 1973. Fanno un totale di 1.037 bambini, 52% maschi e 48% femmine, che da lì in poi verranno seguiti – sotto il profilo medico, psicologico, sociale e comportamentale – dal momento della nascita per tutto il resto della vita.
La prima cosa che il “Dunedin Study“ aiuta a scoprire è che dopo i 3 anni di età i bambini si possono dividere in 5 gruppi di caratteri, e una volta definito il carattere, quel carattere è per sempre. Altri dettagli potranno cambiare nella vita di quei bambini – soprattutto fattori esterni e ambientali – tranne questo.
I 5 gruppi sono: i “regolari”, ovvero quelli capaci di autocontrollo quando è necessario, che sono abbastanza sicuri di sé e non sono turbati dalle novità (il 39% del totale, di cui il 48% maschi); i “sicuri” (il 27%, di cui il 52% maschi), bambini che si adattano facilmente alle situazioni, zelanti, incredibilmente amichevoli e magari un po’ impulsivi nell’esplorare le novità; i “riservati” (il 15%, di cui il 48% maschi), timidi ma non abbastanza da precludere le attività più importanti e portare avanti, anche se faticosamente, le relazioni sociali; i “fuori controllo” (il 10%, di cui il 62% maschi), ovvero gli impulsivi, infaticabili, distratti, negativi e labili nelle risposte emotive; e gli “inibiti” (il 9%, di cui il 40% maschi), cioè i più reticenti dal punto di vista sociale, paurosi e facilmente irritabili. Come avrai immaginato le categorie problematiche sono le ultime due.
Mi fermerei a questa premessa e, se ti affascina il tema, ti invito a cercare in rete il documentario, perché è difficile che qualcuno decida di trasmetterlo qui. Ma se per caso una buona parte dei lettori di questa rubrica volessero un approfondimento quotidiano (magari dedicando a questo scopo una delle tre notizie) magari potremo tornare sull’argomento.
Qui il sito dell’emittente neozelandese: http://42h.it/1YzHNYz
Qui l’università che ha promosso lo studio: http://42h.it/1SdeUtW
Qui la pagina Facebook del “Dunedin Study“: http://42h.it/1OxR2qq
Qui il sito ufficiale dello studio: http://42h.it/1YzGj0x
#DunedinStudy
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Sembra quasi una cosa impossibile che il nostro carattere si formi sono nei primi 3 anni di età e poi non si modifichi più.