Lo dico a tutti gli indignados per quel che ha detto Jovanotti: sì, capita, quando sei giovane e inesperto, di lavorare gratis per qualcuno. Se pensi sia un’occasione per imparare qualcosa da uno bravo, accetti. Non stai lì a gonfiare i palloncini, ma accetti. E se accetti è per imparare e diventare anche tu bravo fino al punto di diventare indispensabile.
Nessuno sano di mente si mette a proporre di lavorare gratis a qualcuno talmente bravo da risultare indispensabile e, se anche lo facesse, c’è quella cosa che si chiama libero mercato a garantirti che se sei bravo, ma bravo davvero, qualcuno disposto a pagarti e non lasciarti quell’unica indecente alternativa lo trovi. Certo: è proprio grazie al libero mercato se si può essere vittime del gioco al ribasso e, certo, esistono decine di eccezioni con cui potrei farcire queste poche righe e voi i commenti qui sotto tanto per far vedere che siamo tutti pronti e informati, ma qui – in modo abbastanza evidente – non stiamo parlando delle eccezioni: il trucco di gridare all’“epic fail” per il semplice motivo che non hai fatto abbastanza premesse lo lasciamo a chi ha più tempo da spendere in questo tipo di attività ricreative.
Il punto è che – posto che il lavoro che ti piace e vuoi fare ancora esista e non sia morto o in coma irreversibile (nel qual caso la soluzione del problema è magari non facile da intraprendere quanto invece è alla portata di chiunque capirla: se fai il tassista, il discografico, il noleggiatore di VHS o il forgiatore di spade e non ti è immediatamente chiara non sono io quello che sarà in grado di svelartela) – se dopo parecchi anni sei ancora alle prese con il problema di scegliere se lavorare gratis o meno per qualcuno che continua a proportelo, il problema è sicuramente lui, che è un peracottaro, ma forse un pochino anche tu.
Meh.
Ma assumere Jovanotti per fargli fare tournèe gratuite in giro per tutti i creditori dell’Italia?
la canzone l’ha già cantata: cancella il debito.