Canale 5 prova a rifare Breaking Bad

SbroccareMale

  • Prego, ora potete entrare.
  • Direttore, buongiorno!
  • Buongiorno Bussarotti. Prego, prego, accomodatevi.
  • Ecco, direttore, lui è Vincenzo, quel ragazzo di cui le ho parlato.
  • Quello del catering?
  • No, quello che aveva delle idee.
  • Ah! Delle idee! Si sieda, prego, si sieda. Quindi, lavora per noi. E come si trova, mi dica…
  • Beh… bene, molto bene, direi.
  • Bussarotti mi ha parlato molto bene di lei: non vedo l’ora di sentire queste nuove…. idee. Me ne parli, su.
  • Allora… l’idea in realtà è una.
  • E’ già tantissimo. Sono molto curioso di sapere com’è successo.
  • Com’è successo cosa?
  • Di avere l’idea. Dov’era, che cosa stava facendo, se è successo altre volte, prima.
  • Mi capita, di tanto in tanto.
  • “Gli capita di tanto in tanto”, Bussarotti, capito? Sento già che lavoreremo molto bene, assieme.
  • Ah, beh lo spero!
  • Mi stava raccontando questa idea…
  • Sì, allora, il titolo è “Sbroccare male”.
  • Sbroccare male.
  • Sì.
  • Mi piace. Una cosa per i giovani, alla Lucignolo?
  • Oddìo, non so se è solo per i giovani: probabilmente per come la vedo io è per tutti. Anche per i giovani.
  • Bene: a noi servono i giovani. Vero Bussarotti?
  • Noi solo giovani. Se non sono giovani non le vogliamo! (ride)
  • Ma, prego, ci stava parlando della sua idea.
  • Sì, ecco, è la storia di un insegnante.
  • Bravo! Un insegnante. Finalmente! Ci siamo fatti fregare Don Bosco da quei bradipi di Rai 1, era ora!
  • Beh, questo non è esattamente Don Bosco.
  • Ma no, certo, quelli i diritti sono loro. E che cos’ha di particolare questo insegnante?
  • Allora, lui ha… Diciamo che partiamo e già sappiamo che lui è… ha…
  • Vincé, ti vedo titubante: tu hai paura di dire la tua idea perché pensi che poi noi diciamo che è una cazzata. Ma guarda che non ti devi preoccupare: noi siamo qui apposta per innovare. Non ci scandalizziamo per niente. Anzi!
  • Ok. Dicevo per l’appunto che noi sappiamo già che è malato.
  • Malato.
  • Sì. Ha un tumore.
  • Un piccolo tumore?
  • No, uno grande, al cervello.
  • Ma curabile!
  • Incurabile.
  • Vince’, tu sei genio! Bussarotti, tu mi hai portato un genio! Di quelli veri!
  • Guardi, direttore, io lo sapevo che le piaceva!
  • Macché “mi piace”! Io lo a-do-ro! Io renderò questo ragazzo milionario! Vince’, tu ci vuoi diventare  milionario, sì?
  • Beh… oddìo… Diciamo che mi piacerebbe vedere realizzata questa mia idea: per me è molto importante.
  • Lo vedi, Bussarotti? Questo sa già come rispondere! Questo il mestiere lo sa già. Bravo Vince’: umile.
  • Sì, ma senta il resto dell’idea: è una bomba! Raccontagliela Vince’, forza.
  • Quindi noi abbiamo questo professore che ha un lavoro che odia. E’ lo zimbello dei colleghi e degli studenti. In più è povero, ha un figlio handicappato, una moglie che lo crede un cretino e da un giorno all’altro scopre di essere malato. Lì gli cade il mondo addosso.
  • Wow. I brividi. Guarda, Vince’: mi sono venuti i brividi. Bellissimo.
  • Grazie.
  • E come va avanti? Non me lo dire: i suoi studenti scoprono che è malato e allora cambiano atteggiamento: lui si fa aiutare e, nel frattempo, gli insegna tutti i segreti per riuscire nella vita e essere buoni con gli altri…
  • No, a dire la verità io…
  • No, aspetta, aspetta, che mi sta venendo in mente tipo fiume in piena mentre lo dico: quando lui muore tutti piangono, ma poi scoprono che in punto di morte ha deciso di donare gli organi e, per puro caso, li ha donati al professore che lo sostituirà. I suoi studenti lo scoprono e, alla fine, si stringono tutti per abbracciarlo.
  • Ecco, no, la cosa è…
  • Fermo! Non ho finito: l’ultima inquadratura è per Castroni, un ragazzo disadattato e problematico che ha sempre creato problemi al nostro professore, e non si presentava più in classe. Castroni entra dalla porta, tutti sono tipo “Ooooh, ma che cazzo è successo?”, e va a aggiungersi ai compagni che abbracciano il nuovo professore. Stacco. Castroni esce dalla scuola: due ragazzi loschi lo fermano. Noi vediamo che parlano ma non li sentiamo. Lui li scansa e butta la droga che stava per spacciare!
  • Eh? Com’è? Non è fe-no-me-na-le?
  • Ti piace o no, Vince’?
  • Eh, non è che non mi piace, è che…
  • Che cosa, Vince’, parla. Dicci senza problemi quello che pensi.
  • Allora:… nella mia idea iniziale…
  • “Nostra” idea. Vince’: qui siamo una famiglia: a noi la tua idea ci piace così tanto che giù la sentiamo nostra.
  • Ok, nella nostra idea iniziale, lui insegnerebbe chimica.
  • Evvabbè: facciamolo professore di chimica. Mo’ chissenefrega di che cosa insegna. Lo scrivo qui, guarda: “Prof-di-chi-mi-ca”. Ok?
  • Sì, ma è funzionale alla storia: dopo che gli cade il mondo addosso, lui reagisce…
  • Bene!
  • Sì, ma reagisce mettendo a frutto le conoscenze che ha della chimica, e le utilizza per iniziare a produrre droga.
  • Chi produce la droga?
  • Il professore.
  • Perché sta aiutando la polizia e finge di produrla così può infiltrarsi nella rete degli spacciatori?
  • No.
  • Perché la malattia lo ha fatto andare fuori di testa e lui non si ricorda più chi è, ma i ragazzi lo aiutano a recuperare la memoria?
  • No.
  • Perché lo stanno ricattando minacciando di uccidere tutti i suoi studenti, ma poi lui si redime, va dalla polizia e fa arrestare tutti?
  • No.
  • Vince’, qua però mi sembra che non hai le idee chiare sullo sviluppo: io qui ti ho già dato tre quattro idee mica male. Tu devi avercela un’idea di come deve finire ‘sta cazzo di storia?
  • No, è che… secondo me… per come lo avevo in mente io, lui lo fa per diventare ricco e poter assicurare una buona vita alla moglie e al figlio handicappato quando non ci sarà più. Non gliene frega niente di fare una cosa buona. Sa che sta facendo una cosa sbagliata.
  • Uhm.
  • Che c’è, non va bene?
  • No, non è che non va bene, eh, sia chiaro. Molto bello tutto. Ma…
  • …Bussarotti, aiutami un attimo a dire… Non è….
  • Sì, non è… non ha quel…
  • …Non si capisce il…
  • No, non è chiaro come…
  • Vince’, facciamola breve: a me piace la tua versione, non mi fraintendere, eh. Ma secondo me c’è più potenziale nella cosa che gli facciamo donare gli organi, allo sfigato.
  • Non ti convince.
  • No, non è che non… è che io avevo…
  • C’è pure la droga che ci avevi messo tu! Io devo capire se posso mettere in piedi questo carrozzone da un milione e mezzo di euro a puntata e se ci sei tu in groppa.
  • Oddìo, io…
  • Se ci stai, dobbiamo solo decidere i protagonisti.
  • I protagonisti?
  • Sì. Ti dico subito che io ci vedo bene Garko. In alternativa uno simpatico: un Solfrizzi, un Brignano.
  • Ma in realtà, io…
  • Sì, hai ragione, scusa: indubbiamente Gabriel Garko. Per lei – la moglie, dico – invece abbiamo un po’ le mani legate: abbiamo questa pazza che siamo costretti a fare lavorare perché altrimenti… No, beh, mettiamola così: abbiamo qualcuno che sarebbe molto riconoscente se il ruolo della moglie potesse andare a questa sua cara amica.
  • Io non saprei…
  • Ma è figa, eh, non ti preoccupare assolutamente. Una gnocca di proporzioni galattiche.
  • Ah…
  • Quindi è andata! Ci manca solo il titolo e partiamo con la produzione.
  • Il titolo è…
  • Sì, vero, avevi detto “Sbroccare male”. Che è bello, eh, non fraintendermi. Ma avremmo bisogno di qualcosa di più rassicurante per lo spettatore, che gli dia un senso di continuità con le cose che è abituato a vedere quando sceglie noi sul telecomando; qualcosa che spieghi di suo che parliamo di un insegnante e del suo rapporto con gli studenti, una cosa tipo…
  • Tipo?
  • Una cosa tipo: “Sei forte maestro 2”!
  • Genio!
  • Grazie Bussarotti.
  • “Sei forte…”
  • Maestro, sì.
  • “…due”.
  • Quello per la cosa che ti dicevo della continuità.
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