Lettera aperta a uno che non sa perdere. Sì, dico a te, Antonio Ricci.

Ciao, Antonio Ricci, piacere. Mi ripresento, perché anche se nel corso degli anni ci siamo incrociati qualche volta (l’ultima volta nella tua redazione, a Milano 2: “Questi sono i ragazzi di Clarence “Ah, gli stronzi”), è legittimo – e assolutamente giustificabile – pensare che tu possa non ricordartene.

Ora, siccome è inutile menarla ulteriormente con le presentazioni, quel che mi preme dire è che io ricordo perfettamente il momento storico preciso in cui per il mondo della televisione italiana sei stato – e lo sei stato poi per parecchio tempo – quello giovane, quello bravo, quello talentuoso, quello innovativo. Le cose che pensavi e mandavi in onda erano qualche anno avanti a tutti gli altri. Al punto che alcune sono state capite e apprezzate solo parecchio tempo dopo. Altre, invece, hanno riscosso il successo che meritavano. A volte anche di più di quello che meritavano. Ma era roba nuova, fuochi d’artificio in un cimitero gestito dai funzionari Rai: gente capace di ridurre uno spettacolo di varietà a una via crucis solo per lo scrupolo che una minoranza influente potesse essere infastidita da quello che andava in onda.

antonioricci

Lo dico per chi pensa, oggi, che Antonio Ricci sia soltanto rappresentato dagli stacchetti delle Veline: potete chiedere a chiunque faccia parte dell’ambiente e state sicuri che vi confermerà che Ricci è un uomo dalla cultura sconfinata, dotato degli strumenti necessari per poter agevolmente reggere il confronto con un Umberto Eco così come di rapportarsi ai centimetri di pelle di culo che un preserale consente di mostrare; capace di rimanere in equilibrio tra l’altissimo e il bassissimo e, nel frattempo, di dare l’impressione di averlo inventato lui, l’equilibrio.

Va detto, a questo proposito, che sono centinaia le cose che hai realmente inventato e che altri non sono stati nemmeno capaci di copiare. Hai ridicolizzato i dati d’ascolto essendone il re; hai proposto un nuovo linguaggio e una nuova tavolozza di colori per una tv che era rimasta in bianco e nero ben oltre i mondiali del 1978; hai umanizzato politici che di umano avevano solo la pelle delle sedie nel proprio ufficio; hai fatto credere a una cinquantina di milioni di persone che Ezio Greggio fosse un comico, e l’hai fatto credere anche a lui, quando gli hai affidato un monologo alla Letterman; hai tenuto tra i denti la mano che ti nutriva senza stringere troppo la morsa, giusto il tanto che bastava per lasciare il segno dei denti, per un padrone che ha capito fino a un certo punto che passare alla storia come “il Cavalerie Mascarato” era davvero il minimo sindacale che potesse capitare, e almeno ringraziasse; hai fatto passare per satira l’avanspettacolo e per politica un immaginario alla Colpo Grosso.

Hai fatto tutte queste cose, e anche di più, fino a un certo punto.

Quel punto è rappresentato dal momento preciso in cui “Striscia la Notizia” è invecchiata di botto e tu non te ne sei accorto. Quando i tuoi spettatori hanno iniziato a preferire il conforto del vecchiume, del già visto, dell’abitudine al moto propulsivo del nuovo, e la tua trasmissione si è tramutata nelle loro pantofole.

A un certo punto è arrivato qualcuno di più giovane, innovativo, attento a quel che succede nel resto del mondo e, soprattutto, con licenza di potersene fottere il giusto dei dati d’ascolto, e tu hai definitivamente sbroccato. Su un canale generalista che state tenendo in vita contro la sua volontà e contro il naturale evolversi – e morire – delle cose.

Esistono varie modalità per rincoglionire, alcune assolutamente dignitose, altre meno. E tra quelle meno c’è senza alcun dubbio il rincoglionimento alla Pippo Baudo: “Ehi, bambino, qui si faceva televisione che ancora l’inchiostro della tua ecografia non si era asciugato”. Che è poi, a conti fatti, quello che hai fatto rivelando la classifica finale di MasterChef: “Io questo pallone te lo buco”.

Era abbastanza ovvio che potessi farlo: avrebbe potuto qualche familiare dei concorrenti invidioso; un autore scontento; un microfonista alla ricerca dello scoop della vita; un alfonsosignorini. Era una cosa alla portata di tanti, motivo per cui non serviva Antonio Ricci. Motivo per cui Antonio Ricci non avrebbe dovuto abbassarsi a farlo. Perché un conto è dire “Mi si nota di più se non ci gioco a Risiko assieme a voi” e un altro è rovesciare il tabellone con tutti i carriarmatini una volta confinato in Kamchachta. Ed è, anche, scoprendosi cornificati dalla moglie con Ryan Gosling, reagire non dando a lei della stronza, non dandosi del coglione, non assumendosi alcune delle colpe, ma chiedendosi con sufficienza chi cazzo mai sarebbe, questo Ryan Gosling, e concludere che, comunque, ha il culo flaccido.

E lo so che risponderai: “abbiamo denunciato un’irregolarità nella scelta dei concorrenti: dovevano essere esordienti e invece uno aveva già lavorato per un anno nella cucina di Sadler”. Bene: potevi limitarti a quello, e in pochi avrebbero avuto da ridire (posto che la circostanza sia vera, ma mi dicono non esserlo). Rivelare invece anche la classifica finale di una cosa che non è altro che un banale gioco (quindi non un governo da far cadere, un losco intrigo da smascherare, un’alleanza politica da ridicolizzare, una truffa da denunciare) è l’atto di un bullo invidioso che arriva e buca il pallone. L’Antonio Ricci di un tempo sarebbe rimasto a bordo campo a godersi una bella partita, magari pure una brutta partita, sogghignando con uno spillone in mano: giusto per fare capire a tutti che, volendo…

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17 Commenti

  1. Tutto ok, peró bisogna anche piantarla di dire che ricci è un genio (praticamente 2/3 del pezzo) perché è un Falso mito. Ha fatto un programma (drive in) perturbante per i tempi ma che ha seminato la monnezza in cui viviamo (demolizione dello stand up comedian in virtù di una comicità-tormentone da cui non ci riprenderemo più, culi e tette a gratis col paravento della satira di genere, ecc.). Ha fatto due veri programmi innovativi (che poi sono uno), lupo solitario e l’araba fenice. Sono durati un anno. Da allora lammerda, quella vera, le strisce la notizia, le veline, le velone, i paperissima. 30 di nefandezze non ne ripagano uno di innovazione (che poi, avessi detto, in America mentre lui faceva lo skrondo, c’era il SNL che creava robe mai viste). Ricci ha buttato via la sua intelligenza e non l’ha mai riversata in tv. Chiamiamolo Furbo, opportunista e FDP ma mai bravo e talentuoso. Tanto meno genio.

  2. L’Antonio Ricci di una volta avrebbe dichiarato chi fosse il vincitore, dicendo volontariamente quello sbagliato, costringendo chi sapeva a dibattersi tra il negare, dando così loro una informazione e il trattenersi, facendo bollire tutti nel dubbio sino al verdetto.

  3. Caro 8inbucad’angolo: sul personaggio o la persona ciascuno di noi può sostenere e mantenere l’opinione che crede. Quel che so per certo è che non c’era nessun contemporaneo di Antonio Ricci, negli anni ’70, ’80 e ’90, a proporre di fare il Saturday Night Live al posto delle cose che faceva lui. E alcune delle cose che faceva lui erano anni avanti a qualsiasi proposta precedente e, spesso, successiva, della tv italiana. Posto che non fosse un genio, o che non applicasse il suo genio ai prodotti che confezionava, come sostieni tu, era tra i meglio che avevamo. Che valore dare a quel “meglio”, poi, rientra nella sfera delle preferenze personali. Ma se prendiamo ad esempio gli USA – i cui monoscopi sono più innovativi di un qualsiasi nostro varietà di prima serata – non ne usciamo più.

  4. Concordo con Roberto Felter.
    Ma se stasera si scoprisse che non ha vinto Amelia, ne’ Nicolò, significherebbe che Ricci sta cercando di aprirsi la strada verso un sottobosco inesplorato, passando da interessato “paladino degli spettatori indifesi” a spoiler di professione.
    Se sarà così, finirà di smascherare brogli televisivi e rivelerà i vincitori di altri talent show registrati; anticiperà al mondo il finale di film non ancora usciti nelle sale, e di romanzi non ancora pubblicati. In famiglia e tra amici anticiperà il finale di barzellette e storielle raccontate da altri. Mentre la nonna racconterà Biancaneve alla nipotina, lui – di passaggio – si volterà verso lo sguardo attento della bimba e le urlerà “Arriva il principe, la bacia, la salva e la sposa”. Un vecchio acido, insomma.
    Se finirà così, brucerà la terra intorno a se’. Oppure farà imboccare allo spettacolo la strada verso un’era ancor più insulsa.

  5. Gianluca, mentre evidentemente ti ribaltavi dal ridere con “chi ha cuccato la cuccarini” sulla vecchia e stantia Rai c’era Arbore che faceva quello che ben sappiamo. Anni luce davanti al nostro. Poi ribadisco il concetto, dire che uno ha innovato, così, senza dire veramente dove e come, sembra più un’operazione di captatio benevolentiae che altro.

  6. Antonio Ricci – a mio avviso – ha alternato ottime idee a realizzazioni raccatta-audience. Credo potesse essere considerato innovativo ad esempio quando fu tra gli autori di alcune edizioni di “Fantastico” (credo a partire dal 1979), in cui aveva contribuito a sdoganare la satira in TV. In “Drive In” no, aveva ripreso la formula di “Non Stop” e l’aveva resa solo più esteticamente attraente. “Lupo Solitario” fu sicuramente meglio di “Matrjoska” e “Araba fenice”. “Striscia” fu una novità, ma poi negli anni ha perso smalto e si è cercato di aggiungerle caratteristiche da “Late Show”. Altre cose – ribadisco, a mio avviso – non hanno lasciato il segno. E da quelle che ho nominato è passato davvero molto tempo.

  7. Comunque se Ricci vuole spoilerare ancora ai danni di Sky potrebbe trasmettere il finale della terza stagione di House of Cards. Così, facile facile

  8. ci siete cascati tutti… il Rommel-Ricci vi ha fregato ancora: nessuno sa che è uno dei migliori amici di Cracco?

  9. ABBASSO ANTONIO RICCI.
    VAI IN PENSIONE…SEI IL SIMILE HAI NS POLITICI VECCHI E PATETICI…ANTICHI PEGGIO DEL VANGELO; ABBIAMO GIA’ RICEVUTO DA VOI,,,GRAZIE MA ADESSO A CASA….W LA NOVITA’…W IL FUTURO E SPAZIO AI GIOVANI..
    #SULEMANI.

  10. Staffelli consegna il tapiro d’oro a Ricci..
    ascolti alle stelle!
    vince ancora lui…che tristezza…

  11. Beh, nessuno ha ricordato Ricci come autore di Beppe Grillo (quando Beppe era ancora un comico), i testi dell’epoca d’oro sono i suoi, così come le due trasmissioni Te la dò io l’America e Te lo dò io il Brasile

  12. 1936
    Non capisco tutto questo ‘livore’. Non è stato tolto anche il titolo di Miss Italia a chi non era in regola con i regolamenti del Concorso?
    Non mi risulta che ‘Mamma RAI’ con tutti i soldi che ci chiede per il canone, sia mai riuscita a fare un programma che bene ho male ha retto per tanti anni.
    Se qualcuno ha barato, anche o meglio venga punito anche sulla linea del traguardo e non osannato.
    Posso sbagliarmi ma tutto questo clamore mi sa tanto di ‘assalto alla diligenza’

  13. Ricci l’ha già spiegato, se non lo avete ancora capito lo capirete magari dopo, come moltissime sue furbate si sono comprese solo in seguito, come la Y10 tronca che quando è uscita ha fatto scandalo e poi è diventata la più figa e chic.

    Il senso: è tutto spettacolo, poca gara, tutto incanalato verso ovvi risultati che sono un mix di competenze ma anche di piacere del pubblico, di marketing.. Il vincitore era già stato dichiarato anche prima, da un anonimo su twitter che aveva azzeccato (pare per l’ennesima volta) tutta la classifica, non solo il vincitore.

    Danno a Sky?? ma chi prendiamo in giro.. i vostri commenti mostrano l’attesa che comunque c’era (stile: ha veramente ragione Ricci o ci sta prendendo in giro?), il successone di pubblico c’è stato, quasi gli ha fatto un favore..
    Tutto previsto. Ma cosa siete, verginelle???

    L’unica cosa forse non prevista ed anche l’unica da veramente condannare con forza sono le reazioni e le minacce verso l’inviato, Laudadio, e la propria famiglia: ingiustificabili.

    Piaccia o non piaccia è il solito Ricci, una spanna davanti agli altri.

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