Ho pensato alle cose che non mi piacciono (leggi “che non sopporto”) di Internet come oggi la conosciamo e come sta diventando. Le ho scritte nelle note del cellulare per poi copiarle e incollarle in una discussione su Facebook, quindi non aspettatevi un trattato. Magari elaborerò. Magari no, vedremo.
Il punto di partenza è abbastanza semplice: chi mette a disposizione un contenuto (sia esso giornalista, blogger o editore) non è una puttana. Con tutto il rispetto per le signore, che fanno un mestiere importante. Solo che non è lo stesso.
Non si può più andare a pesca di lettori che non vogliono leggere, spacciandogli l’esperienza per qualcos’altro. Se la gente non vuole leggere una cosa, forse quella cosa non va scritta.
Non scriverla sputtanandola è più dignitoso e corretto che fare incetta dei dati delle preferenze dei propri lettori, o cercare di raggiungere il maggior numero possibile di persone, anche quando non sono affatto interessate, per fare in modo che le pubblicità appaiano il maggior numero di volte possibile.
Questa cosa ha un nome, e non è giornalismo. Si chiama volantinaggio.
Intanto ho buttato giù una lista di come sarebbe bello fossero, le cose. Ve la condivido:
- Niente link che non mantengano quanto promesso, o promettano più di quel che poi riescono a mantenere. Non spettacolarizziamo le aspettative.
- Niente notizie che non comprendano nel titolo o nell’occhiello la notizia stessa.
- Niente articoli suddivisi in più pagine.
- Niente gallery mascherate da articoli.
- Niente link o traduzioni di articoli che non riportino in evidenza la fonte originale. Non una successiva condivisione: la fonte. E niente fonti generiche: dire “trovato su internet” è come dire, di un articolo del Corriere, “letto sul giornale”.
- Niente liste. Con le dovute eccezioni, quando il tema lo richiede. Ma non lo richiede quasi mai.
- Niente inviti a dare like, diventare follower o dare recensioni positive.
- Niente ricatti al lettore: se hai un contenuto da mostrare, fallo, senza vincolarlo all’accettazione di una condizione (che può essere un banner, l’iscrizione al sito, la richiesta di un like o di essere seguiti su Twitter).
- Niente sessualizzazione del contenuto per argomenti che non trattino di sesso.
- Niente modifiche ai contenuti che non siano esplicitate da una nota.
Applausi!
Io sto partendo con un mio blog. Trovo condivisibile questo manifesto. Lo linkerò in un mio post e spero che altri blogger lo seguano. In particolare, concordo con il punto 5. La scarsa citazione delle fonti, soprattutto dai giornalisti che attingono “da internet”, come fosse un ammasso informe di parole. Dietro ad un post c’è una persona che l’ha creato: riconosciamone i meriti e critichiamone pure le imprecisioni.