Salviamo il mondo dai ciclisti

Oggi, dalle parti di via Ravizza a Milano:
Sono fermo allo stop, sto per ripartire quando un ciclista con le mani in tasca mi sorpassa sulla destra e mi si piazza all’improvviso davanti.
Inchiodo a un micron di millimetro dalla sua ruota posteriore e suono il clacson. Lui appoggia le mani sul manubrio, si alza sui pedali e si allontana un po’. Quando si sente a distanza di sicurezza si gira, si guarda la mano e mentre scopre con stupore di avere il pollice opponibile, decide di alzare il dito più centrale che trova.
Come un qualsiasi maschio idiota (o alfa che dir si voglia) lo rincorro, lo raggiungo e insulto lui e le sette generazioni che lo hanno preceduto.
Lui dice: “La prossima volta metti la freccia se devi girare
Io: “Ma io dovevo andare dritto, coglione. E se mi devi insultare, ti fermi e mi insulti
Se mai dovesse leggere queste righe, mi scuso, perché la situazione è andata un po’ oltre (solo verbalmente), e dopo aver fatto scenate del genere e aver forse spaventato uno, che rimane comunque un coglione, mi sento un po’ un idiota.
Quello che vorrei che capisse è che se lo avessi tamponato, si sarebbe fatto male lui, non io.
Puoi fare il ciclista duro e puro quanto vuoi, ma un paraurti o un parafango è comunque più duro di te.

Ieri, dalle parti di piazzale Istria:
Una signora esce da un bar. In quel momento sfreccia una ciclista che la travolge.
La signora si rialza fortunatamente senza evidenti danni. La ciclista si ferma e si incazza: “Guardi dove va.
Interveniamo in due facendole notare che non può andare sul marciapiede.
Lei dice un po’ scocciata che va sul marciapede perché in strada è pericoloso.
Se mai dovesse leggere queste righe, mi scuso con lei per averla insultata unitamente ai suoi antenati. Capita davvero di rado che io faccia una scenata simile.

Qualche giorno fa, circonvallazione esterna:
Nella corsia preferenziale un tizio che va in bici supera un autobus fermo. In quel momento, sulle strisce pedonali passa un gruppo di persone. L’idiota riesce a frenare quando è ormai sul piede di un ragazzo.
Scende l’autista dell’autobus, paonazzo e con le vene del collo gonfie, urlando che non ne può più dei ciclisti e lo informa in maniera un po’ colorita che in bicicletta non si può andare sulla preferenziale.
Il ciclista si incazza e sostiene di poter andare dove gli pare. Quando il gruppo di pedoni lo accerchia si calma.
Se mai dovesse leggere queste righe, mi scuso per le espressioni che ho usato. Ogni tanto mi capita di fare queste scenate, ma non mi piace.

Qualche giorno fa, via Pacini:
Un tizio in bicicletta si piazza al centro della via procedendo a dir poco lentamente.
Non ha le mani sul manubrio perché sta leggendo un libro.
Giuro, ho anche i testimoni: stava leggendo un libro in bicicletta.
Si forma una fila, qualcuno suona. Dopo un bel po’ si ferma, si gira e dice a chi ha suonato che la strada è anche sua.
Se mai dovesse leggere queste righe, mi scuso per essere arrivato a tanto così dallo sputo. Ultimamente mi capita spesso di fare queste scenate, ma davvero poi mi sento in colpa.

Tutti i giorni, circonvallazione esterna:
Non esagero: sono mesi che non vedo un ciclista rispettare i semafori.
La cosa che mi lascia allibito è che si incazzano se qualche impertinenente dall’altra parte osa passare col verde.
In questo periodo a Milano, il più grande pericolo per i ciclisti è il comportamento dei ciclisti.

E’ inutile girarci intorno: ciclisti, io non vi sopporto più.

Non sopporto quella rimbambita che vedo ogni tanto e che possiede orgogliosamente una bicicletta targata “No Oil”.
Immagino che il riscaldamento della casa della rimbambita e dei suoi simili targati “No Oil” funzioni a energia cinetica.
Immagino anche che la rimbambita vada in vacanza solo in posti raggiungibili a pedali, perché un aereo inquina come 500 macchine non catalizzate.
Mi scoccia davvero scrivere queste cose, perché mi sento un Belpietro qualunque.
Però il dato di fatto è che da quando è in vigore l’Area C a Milano, l’inquinamento è salito e neanche di poco.
Per carità, mi sta bene l’Area C, ma vorrei anche che ci fossero controlli nelle case di quelli che vanno in giro con la targa “No Oil” e poi vivono a 27 gradi.
Già che ci siamo controlliamole tutte le caldaie, non solo quella della rimbambita.

Non sopporto quello che viene intervistato durante una domenica a piedi e afferma giocondo che finalmente la città è a misura d’uomo.
Ma perché, da sabato sera a domenica mattina siamo diventati la Val d’Aosta?
Se per città a misura d’uomo intendi che tutti i santi giorni della tua vita vuoi passeggiare in mezzo alla strada e respirare a pieni polmoni l’odore dell’erba primaverile, forse hai scelto il posto sbagliato in cui vivere.
Nessuna metropoli al mondo è così. Roncobilaccio è così.

L’altro giorno il comune di Milano ha diffuso un libretto con un decalogo per i ciclisti.
Una manciata di pagine piene di frasi intollerabili e oltraggiose tipo: ciclista, mi raccomando, non passare col rosso e stai attento perché in strada sei quello meno protetto.
Non andava bene perché prima bisognava fare un libretto per gli automobilisti.
Ok, facciamolo anche per gli automobilisti, per i motociclisti e per i piccioni. Ma come cacchio fai a fare una campagna chiedendo di rispettare il codice della strada quando tu sei quello che lo rispetta meno di tutti?

Mi sono fatto un’idea sui ciclisti integralisti: non credo si tratti di combattere l’inquinamento o il traffico, ma di senso di appartenenza.
Come quelli che guidano una Harley-Davidson (mezzo ben più nobile) o un’Alfa Romeo d’epoca, quelli che si ritrovano in curva allo stadio o i fan di Gigi D’Alessio.
Però il fatto di sentirsi orgogliosi di dove si appoggia il culo mi si è sempre sembrato una stronzata.
Fatelo pure – ci mancherebbe – ma non sfilacciate le palle al resto dei mammiferi.
Io ho una sedia bellissima, ma non ne vado particolarmente fiero e non faccio campagne contro i divani. Né tanto meno scrivo “No Sofà” sullo schienale.

Non voglio davvero fare una campagna contro i ciclisti. Vorrei farne una contro quelli che usano la strada da imbecilli, ma purtroppo ultimamente le cose coincidono spesso.
Cari ciclisti, immagino si sia capito che non mi piacete e adesso sospetto di non piacervi neanche io, ma credo di poter trovare dei punti di incontro.
Ad esempio sono per il ritiro temporaneo della patente e dell’auto per chi si ferma in doppia fila e per il ritiro definitivo per i recidivi.
Sono per le punizioni corporali per chi passa col rosso.
Sono per l’umiliazione pubblica di chi non ripetta i limiti.
Sono per vietare il possesso di qualsiasi apparecchio elettronico, elettrico o a gas a chi viene beccato a usare il cellulare in macchina o in bici.

P.S.: giusto per non equivocare. Questo post non è in alcun modo contro la campagna #salvaiciclisti. Io sono per salvare i ciclisti, i pedoni, i motociclisti, gli automobilisti e anche gli acari. Gli interisti e i toscani no, quelli no.

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49 Commenti

  1. Solitamente ci sto attento, ma è capitato eccome. Non ho mai detto di essere un santo. Solo che quando capita non pretendo di avere ragione.

  2. @Gianmarco mi sembri un tantino generalista..
    fai di tutta una categoria un unico fascio?? .. che senso ha dire che tutti i ciclisti sono pirati della strada ? Che banalità.. come dire che gli automobilisti siano tutta una categoria di stiratori di ciclisti e pedoni.
    Stranamente io sono stata investita a piedi e non in bici. Ma forse succederà stasera chi lo sa?
    Quello che io pretendo è il rispetto, che gli automobilisti facciano attenzione alle mie luci e mi facciano tornare a casa sana e salva.

    Hai espresso la tua idea, ti ho invitato a provare un punto di vista diverso.
    Questo post scusami ma deve avere diritto di replica, troppo semplice criticare tutta la categoria no? Giudicare tutti come irresponsabili..
    Ti rinnovo il mio invito a pedalare con me per Milano per farti provare cosa rischio tutte le sere, e a scrivere un altro post. Ma dovrai stare attento lavoro a pochi metri da dove Giacomo, 11 anni è morto in bicicletta investito da un tram per colpa di una portiera aperta di un’ auto parcheggiata in sosta vietata.

    Rispetto! Pretendo troppo forse?
    Non siamo due categorie antagoniste ma ci deve essere è più rispetto dobbiamo condividere la stessa strada. Io credo che ci sia spazio per entrambi. NO?

  3. @Alberica. Mi sembrava di aver scritto questo e non quello che dici tu:
    “Se tu convieni che chi non rispetta il codice della strada sbaglia (a prescindere dal comportamento degli altri) e che non abbia i requisiti di buon senso per proporre una campagna per la sicurezza stradale, allora siamo dalla stessa parte. ”
    Mi ha già invitato Marco a fare un giro in bici, ma temo di avere un’autonomia di due isolati. Facciamo così: andate voi, riprendete tutto e poi mi fate vedere.

  4. @Gianmarco credo che due isolati basteranno.. e poi mica si va di veloce.. Mica mi vorrai far pedalare sempre con i ciclisti? Che noia. Sarei onorata di farti da guida.

  5. Bene Gianmarco, similmente a quanto succede a molti cilisti, anche a te è capitato eccome di non rispettare il codice della strada. Apprezzo l’onestà intellettuale.

    Ora però, visto che chi non rispetta il codice non ha “i requisiti di buon senso per proporre una campagna per la sicurezza stradale”, visto che “non puoi chiedere sicurezza se sei il primo a non rispettare chi condivide la strada con te”, visto che tra le file di chi non rispetta il codice ci sei anche tu, visto che il tuo post stigmatizza il comportamento dei ciclisti in palese contraddizione con quanto quissù riportato e da te asserito,

    direi che puoi cancellare il post, dopodiché che ne staremo tutti in meditazione a goderci beatamente il silenzio in questo spazio commenti.

    Oppure, in alternativa, puoi smetterla di usare argomentazioni un po’ sceme e capziose come quelle che hai usato e che ho qui sopra ritorto contro di te.

  6. Quattro morti (di quelli che piacciono a voi, buoni) in 4 mesi e voi state qui a pontificare. Faccio davvero fatica a capire. Però la chiudo qui, quando volete ne parliamo pedalando.

  7. @Alberica: ci penso. Non sia mai che poi mi iscrivo a critical mass e mi viene una crisi di identità.
    @Massimo, non ho mai letto neanche “Piccione sbrana anziana all’uscita della posta”.
    Che c’entra?
    Si sta discutendo di comportamenti, non se sia giusto o meno investire un ciclista.
    @marco: secondo me continui a far finta che sia sempre colpa di altri. Mi pare ovvio che i danni provocati da un automobilista stronzo siano per forza di cose più gravi di quelli provocati da un ciclista (generico) stronzo. Se guidi come hai detto il problema sei anche tu, perché alla base della situazione che si è creata a Milano c’è un problema di educazione. Ben vengano tutte le campagne che vuoi se servono. Tu però piantala di passare col rosso. Così è accettabile?

  8. Gianmarco, il punto è quello: i danni provocati da un automobilista stronzo siano per forza di cose più gravi di quelli provocati da un ciclista (generico) stronzo. E le prevaricazioni dei più forti (le auto) che magari in parte inducono i ciclisti stessi a comportamenti sbagliati, compresi quelli nei confronti dei pedoni, vanno curate prima di pensare agli errori dei ciclisti. Maggiore forza, maggiore responsabilità. Prima curare gli abusi delle auto, che sono infiniti; poi quelli dei ciclisti, di sicuro minori (senza contare che passando col rosso rischiano molto di più la propria pelle che quella di altri); infine, ma buoni ultimi, anche i pedoni (spesso a passeggio sulle ciclabili). Almeno secondo me.

  9. Ecco, io non credo che gli abusi dei ciclisti siano minori, anzi.
    Detto questo, sono per curare tutti gli abusi, non prima quelli degli altri. Non c’è altro modo secondo me.

  10. Come ti ho detto: se vuoi ne parliamo in bici. Altrimenti mi sento in imbarazzo: io a sapere quello di cui parlo e tu a fare solo ipotesi ;-)

  11. Interessante il post, e lo dico da ciclista (peraltro Olandese, e quindi abituato a ben altre situazioni rispetto a quelle che trovo a Milano – fai conto che andavo in bici anche a Roma nei quattro anni passati lì). A Milano il problema viene giustamente da due parti.
    Ci sono tanti (sempre e comunque troppi) ciclisti che non rispettano le regole/il codice della strada, e non solo quelli con la bici figa che sono comunque ben conci di quello che stanno facendo (pur infrangendo le regole). Anche le signore anziane e le ragazzine passano col rosso come se fosse la cosa più naturale al mondo, per non parlare del loro andare contromano e sui marciapiedi.
    Dall’altro lato ci sono però veramente tanti automobilisti che guidano con sufficienza, non so come altro chiamarlo. Non usano le frecce (sono per gli indiani, no?), si fermano in doppia fila (“tanto, stavo solo due minuti”), aprono le portiere senza guardare (1 incidente con contusioni, vari “near miss”) e così via.

    Il punto: iniziamo – come dici tu – a rispettare il codice della strada tutti quanti. Anche i pedoni per favore, che neanche due settimane fa mi sono rovinato la bici contro uno che ha girato e attraversato senza guardare e non ho potuto evitarlo.

  12. @marco: piuttosto vado con Alberica che mi sembra più prudente. Altrimenti mi sento in imbarazzo: io a passare col verde e tu col rosso :)

    @Tim Smit: Condivido tutto, se ti presenti come assessore al ciclismo ti voto.

  13. Sulla strada per venire al lavoro non commetto nemmeno un’infrazione e corro almeno un paio di rischi a tratta, due alla mattina e due alla sera. Tutti i giorni. E non perché sono incapace o imprudente. Forse è per questo che mi girano un po’ le palle a leggere i post da salotto, credo che questo sia comprensibile per tutti. Quindi: mi scuso se sono stato aggressivo, ma ribadisco il mio diritto a stare al mondo, anche quando – invece – non mi comporto in modo irreprensibile come tutti voi. Quando prenderò una multa per le infrazioni che ho commesso la pagherò senza fiatare, ma non esiste ancora la pena di morte per lo “zig zag tra veicoli”, quindi mi sento assolutamente titolato a portare avanti questa campagna. E voi dovreste fare altrettanto, se non altro pensando a Giacomo. Ma evidentemente un bambino di 12 anni che finisce sotto un tram è considerato un fatto di svolta solo da alcuni di noi, non da tutti.

  14. Non mi ero mica offeso.
    Comunque stavolta mi sembra un po’ più condivisibile.

  15. Oooh, ci voleva proprio un bel post dissacrante e “political incorrect” su un blog super popolare che fermasse questa noiosissima, indigeribile ondata di buonsenso e indignazione per i morti in bici.
    Che bello! Ci voleva proprio una sana dose di cerchiobottismo da parte di una voce arcinota del web. Ci voleva, eh… L’ho già detto? Adesso tutti i suvvari, tutti i praticanti del “tiro alla prima” (disciplina che consiste nell’arrivare per primo al successivo semaforo rosso), tutti quelli che “da quando c’è il tutor la vita è più grigia”, tutti quelli che usano l’auto anche per andare a pisciare, tutti quelli che pensano che il ciclista sia un ostacolo fastidioso o, al limite un poveraccio, radical chic, fighetto, hipster, poser, comunista, perdigiorno etc., insomma, tutta questa bella gente qui finalmente avrà qualcosa da condividere in bacheca per ridacchiarsela e trovare il Malaussène di turno che col suo comportamento sconsiderato causa i disagi delle strade: il ciclista urbano.
    Perché se non te ne fossi accorto (ma sì che te ne sei accorto) il messaggio che passa è che la maggior parte dei ciclisti è stronza e irrispettosa e, quindi, andassero un po’ a quel paese, loro e le loro insulse pretese. Prima loro abbassino le penne, poi vediamo!
    Ci voleva proprio, sì sì!
    La sicurezza sulla strada è un problema di tutti. Vero. Il fatto è che non tutti hanno lo stesso impatto sulla strada. Post come questi servono a spostare l’attenzione dal problema principale, ovvero: chi guida un’auto a 60km/h è seduto su un’ARMA MORTALE. A forza di usarla, prima o poi, per un motivo o per un altro, un’arma mortale uccide. Il problema è l’arma mortale; la soluzione è DISARMARLA. Come? Limiti di velocità a 30, piste ciclabili capillari e sicure, tolleranza zero con chi detiene le armi e contravviene alle regole. Tutto il resto è fumo negli occhi. Tu hai affumicato la blogosfera con questo post. Discorsi come “si, ma il torto è un po’ ovunque” non sfiorano neanche l’essenza del problema. È come dire che ci sono persone buone e persone cattive. Bella novità. E quindi?
    Una bici non uccide. Mai. È questo il cuore della questione e tu non l’hai colto.
    Mi spiace per te e per chi ti legge.

  16. @Gianmarco l’hai detto.. meglio venire con me la prima volta.. aspetto una mail.. remeber !!

  17. un post vuoto, che non serve sinceramente a nessuno se non a chi vuole stare dietro a una banderuola. il problema non è il ciclista, il pedone, l’automobilista. il problema sono tutti. il problema è che se io sono un ciclista, mi incazzo se vedo un pedone che mi spunta senza guardare su una ciclabile, un automobilista che svolta senza freccia, un ciclista che corre come un matto in marciapiede. dire che ‘tu sei quello che rispetta la strada meno di tutti’ è un atteggiamento basso che non porta a nulla. certo è vero che il pedone e il ciclista, in un gioco di sasso carta forbice sono quelli che sotto una macchina ci mettono di più. e se fossi un ciclista la cui bicicletta è stata masticata da una macchina che ha deciso di superare una coda di altre 2 non vedendoti, come la mia compagna, e non si è manco fermata a vedere se una persona fosse viva o morta, beh, sinceramente leggendo un articolo del genere mi incazzerei molto.

  18. Ottimo Gianmarco. Un suggerimento alla OCCAM a tutti i ciclo-fanatici: invece di proporre cose costose e farraginose che danneggiano gli altri (tipo il limite dei 30 km orari), per aumentare la sicurezza dei ciclisti ne propongo una io facile facile (e che non costa al contribuente): CASCO OBBLIGATORIO per chiunque vada in bici e FRECCE OBBLIGATORIE su ogni bicicletta. E poi parliamo del resto.

  19. Gianmarco, mi riconfermo totalmente d’accordo con te praticamente su tutta la linea, dico solo che in un mondo di irresponsabili che girano per le strade armati di cannone e altri irresponsabili che girano armati di cerbottana casomai, solo per un fatto di timing, pensiamo prima a quelli col cannone, dai…

    PS: e comunque, comodo eh, puoi dire quello che vuoi, sostenere tutte le tesi impopolari che ti pare, tanto …ti scambiano per tuo fratello, che te frega?

  20. Che bordello hai scatenato… Comunque dico la mia, un ciclista è 10 volte piu’ pericoloso di un guidatore di tir con i colpi di sonno.

  21. Non ci sono gli spazi, l’asfalto fa schifo, le macchine corrono, il rosso è lungo e i pedoni sono lenti e bla bla bla
    Però quà in alta Germania, dove ci sono le corsie preferenziali su (quasi) tutte le strade principali per le biciclette (e che sono sullo stesso livello dei marciapiedi) se vai nella direzione opposta al senso di marcia, in bicicletta, ti fanno una multa, se viaggi dopo il calar del sole senza fanali o dinamo, ti fanno la multa, se non rispetti il rosso ti fanno la multa, ah se ti fai male, sono cazzi tuoi, se investi un pedone, sulla tua bella striscia marrone, quella dove hai diritto di andare, ti fanno un culo grande grande (poi va beh, se sei un pedone e sei sulla striscia si incazzano e ti suonano, e mi sembra anche giusto, a ognuno la sua piccola dose di leggi civiche).
    Se non c’è spazio perchè le macchine sono in doppia fila e non c’è la striscia pedonale, si scende dalla bicicletta e la si spinge a piedi, FINE.

    Ma si sa, in Italia le regole sono quelle cose da evitare, che tu sia no-oil o pro-suv…

  22. Io sono un ciclista e tutti i giorni vengo insultato da auto che svoltano senza freccia tagliandomi la strada, da pedoni che si buttano in strada di colpo, da gente che porta a spasso il cane sulla ciclabile e da pressoché qualunque utente della strada non si sia ancora cacciato in testa che in giro ci siamo pure noi. Io ormai il vaffanculo e il medio ce l’ho come riflesso automatico e scusate se mi sembra colpa vostra.

  23. Gli esempi che fai si somigliano tutti un pò troppo per essere veri al 100%…per quanto riguarda il concetto “NO OIL e caldaie”, per fortuna ZEO ti ha già risposto, altrimenti te lo avrei fatto notare io il tuo errore di valutazione.
    I tuoi racconti vanno bene per un libro fantasioso stile Ammanniti…
    Perchè non riesci a capire che ciclisti e pedoni sono ad alto rischio, e non dipende dal loro rispetto delle regole ma del rispetto che NON hanno i mezzi più forti?! In base a questo i ciclisti fanno quel che possono per sopravvivere a questa giungla cittadina.
    I pedoni hanno il marchiapiede, i mezzi a motore hanno le strade, le bici cosa hanno?
    qualche pezzo di ciclabile qua e là…attendo con ansia l’invenzione del teletrasporto per colmare i vuoti!

    Finiamola con sta storia del rosso per favore! Voglio proprio vedere chi non è mai passato con il rosso (auto/ pedoni/ ciclisti)…finiamola perchè (parlo per me) quando mi capita di passare con il rosso, lo faccio solo se davvero non vedo arrivare nessuno, non me lo sogno minimamente di tagliare la strada a chiunque abbia la precedenza! Per cui please, BASTA con sti semafori rossi!!!

    Quando la percentuale di incidenti causati dalle bici sarà rilevante allora potremmo parlare di quanto sono incivili i ciclisti…la prima volta che ho letto di un ciclista che ha travolto un pedone, buttandolo a terra senza gravi conseguenze è stato su questo blog…(non so quanto sia vero, ma se così fosse è ovvio che il ciclista in questione sarebbe uno stronzo) nonostante ciò, Quante sono le morti/incidenti causati dai ciclisti?
    Quanti sono i ciclisti e pedoni vittime di automobilisti?
    Perchè e come avvengono questi incidenti?

  24. Non condivido.
    Mi sembra una apologia della legge della giungla, quella del più forte.
    Le stesse argomentazioni le ha chi guida il suv verso chi guida una auto normale.
    Il mio PARACARRO è più robusto del tuo, quindi fottiti.

    Voglio un mondo dove la precedenza hanno SEMPRE i pedoni, poi i ciclisti, poi le moto, poi le auto, poi i suv, poi i bus e gli articolati, poi i carri armati.

    Vivo invece in un mondo dove chi ha un carroarmato pontifica che lui è lui e gli altri non valgono un cazzo, e devono sempre e comunque lasciargli strada.

    Vergogna!

  25. Mi vien da ridere. Il problema non è tanto il mezzo quanto il pirla che lo guida. E’ pieno di gente che passa con il rosso a piedi, in auto, in moto e in bici. Francamente a me non fa tanta differenza con quale mezzo lo si fa.
    Iniziassero tutti a non passare con il rosso, vi farebbe così schifo?

    Sicuro che non si è mai sentito parlare di un ciclista che ha ucciso un automobilista? Così, preso alla lettera effettivamente sembra assurdo. Ma quanti pedoni e quanti ciclisti hanno attraversato con il rosso al semaforo, costringendo l’automobilista ad evitarlo ed a fare un frontale con altre macchine o con una moto? E non mi venite a dire che non è mai accaduto un esempio simile o che non ha cagionato anche conseguenze mortali.
    Ovviamente non nego che se è l’automobilista che passa con il rosso le conseguenze sono probabilmente più gravi, ma il problema è sempre e solo la stupidità degli essere umani o se preferite, la nostra sicurezza o la nostra abitudine di sottovalutare le possibili conseguenze delle nostre azioni.

  26. Bordone con questo articolo mi scadi parecchio!
    Tirare fuori la storia delle caldaie che inquinano di più è davvero una mossa da Studio Aperto, nessuno si è accorto che non si chiama più ECOPASS? Il principio è quello della congesion charge e 5€ sono anche pochi…
    Se non ci fossero i marciapiedi avresti il diritto di strombazzare al pedone che cammina piano in mezzo alla strada perchè non ha alternative?

  27. Parlare dei ciclisti indisciplinati a Milano è come parlare di coloro che buttano i mozziconi di sigaretta a terra a Napoli durante l’emergenza rifiuti.
    Poi quando si citano le caldaie che inquinano più delle auto siamo proprio a livello STUDIO APERTO.
    Nessuno ha ancora capito la differenza tra ECOPASS e CONGESTION CHARGE?

  28. finalmente un post politicamnete scorretto! ahaha!!! i ciclisti ideologici – a la critical mass – sono l’ennesimo frutto amaro del 68 italiano che, avendo trovato l’humus antropologico adatto, ha poi generato diverse ideologie, tutte, comunque, di natura latamente totalitaria (cioè che non ammettono o concepiscono opinione diversa). quel che ne segue è questo: ciclisti no oil, critical mass, verdi contro tutto e tutti, ideologici dell’energia solare etc. etc…
    io vado in bici al lavoro tutti i giorni da 10 anni ma non mi è mai venuto in mente di rompere i coglioni a quelli che invece, preferiscono usare l’automobile. è una questione di semplice buon senso e rispetto della libertà dell’altro.

  29. naturalmente il punto, di stretto interesse giuridico, è il seguente: ma chi guida una bici, in realtà, può adottare un grado di diligenza, prudenza, perizia inferiore a quello esigibile da chi guida un’automobile?
    guardando l’art. 2056 del codice civile, in un parere pro veritate, risponderei di no.
    certo è evidente che le conseguenze sono diverse, nell’impatto bici-uomo e auto-uomo: questo infatti impone una ulteriore serie di obblighi in capo a chi guida in auto. e soprattutto tutele maggiori nei loro confronti (infatti c0’è la RCA e le targhe).
    questione interessante. se mi pagate, approfondisco il tema in generale.

  30. naturalmente è il 2054 (veicoli senza guida di rotaie), non il 2056 (che è sulle conseguenze dannose).

  31. Io vado in bici, a piedi e in auto… in tutti i casi commetto un sacco di infrazioni al codice della strada.

    Ma c’è proprio bisogno di creare altre categorie come “ciclsti”, “automobilisti”, “pedoni”…
    se uno è stronzo è stronzo e basta, anche se va sul monopattino
    e se uno è attento lo è anche se guida un’astronave

    io ultimamente giro molto in bici, nonosante a milano sia molto difficile causa numero elevatissimo di macchine per la strada, numero elevatissimo di macchine parcheggiate a cazzo e numero inesistente di piste cilabili… ma mai e poi mai, se uno con la macchina mi tagliasse la strada gli direi “sei un automobilista di merda”… credo userei più volentieri un’espressione tipo “sei uno stronzo” o cose simili…
    perché il problema (il suo) non è certo dovuto al fatto di usare (tutti i giorni o casualmente) un’automobile.
    Creare categorie è tanto pericoloso quanto semplicistico e, oggigiorno, direi anche retrò e imbarazzante…

    Ma mi ricollego, per finire, a quqnto detto all’inizio…
    io vado in bici, a piedi e in auto e commetto molte infrazioni.
    In bici vado senza mani, passo col rosso, vado contromano e passo sul marciapiede… sempre ben conscio di quello che sto facendo e molto (molto, molto) attento a quello che faccio
    perché se un semaforo è rosso e ho appurato accuratamente che dalla strada che incrocio non passa nessuno, per me che sono in bicicletta è assurdo non passare.
    perché se una strada, contando anche le macchine parcheggiate, è larga 2 metri e il marciapiede pure, magari è veramente più comodo e sicuro passare sul marciapiede (stando ben attento a rallentare, soprattutto se sono a un angolo di un edificio, dal quale potrebbe spuntare qualcuno a piedi)
    Insomma, non voglio fare il paladino dell’infrazione, però sono dell’idea che un regola, se è possibile e non nuoce a nessuno, vada seguita come indicazione di tutela e non come dogma incontrovertibile.

    ora vado a lavorare, che in bici mi ci vogliono 20 minuti (più o meno quanto in macchina…)

  32. Sono un pugile; ho partecipato (senza particolare successo) alle ultime olimpiadi. Ho un bimbo di tre anni; vivo sperando che nessun ciclista, sul marciapiede, lo sfiori; sarebbe la volta che vado in galera.

  33. Per chi dice che i ciclisti non fanno danni: un mio parente, a passeggio, viene investito da un ciclista con seri danni che lo compromettono fisicamente in modo irreversibile. Dopo un anno di dentro/fuori gli ospedali è purtroppo mancato. Però il ciclista era un ecologista, di quelli che se lui usa la bici salva il mondo e ci fa un favore. Poi per lui leggi sono degli optional; il concetto mi pare che sia: se non faccio danni posso anche non rispettare la legge, poi se ho faccio danno, che dire, mi pentirò ma intanto ho salvato il mondo.
    Dimenticavo: quegli idioti che in mountain bike pensano di essere i padroni di sentieri e simili. Superfighi, vestiti all’ultima moda ma ne trovassi uno con un campanello (tra l’altro obbligatorio, ma sappiamo che le regole per i ciclisti non valgono) per segnalare la loro presenza. Ma no, loro salvano il mondo e ti piombano alle spalle con l’arroganza che, mi spiace dirlo, è sola degli idioti che si credono ciclisti.

  34. @ouebgi: il campanello va usato, peccato che certi pedoni sentendolo si scansino di scatto in modo imprevedibile all’ultimo momento col rischio di collisione mentre altri sentendolo lo prendano come un’offesa e rispondano insultando. Pigliati una bici così capisci perché il campanello viene usato poco. Ah e per la cronaca, un mio parente è stato investito da un’auto ma nessuno s’è fatto seghe mentali sulle passioni ecologiche o meno del guidatore… ma forse solo perché essere investiti da un’auto è normale.

  35. Caro Gianmarco,
    sono un ciclista che rispetta il codice della strada.
    Ho anche la strana abitudine di rispettare oltre alla legge anche le persone, quindi non mi permetto di fare di ogni erba un fascio. Non giudico le categorie degli automobilisti, pedoni e camionisti per il comportamento di alcuni. Tu invece in questo post sì. Inutile dire ad una persona ragionevole come te che è il meccanismo che applicato alle nazionalità porta al razzismo.
    Quindi, in sintesi, trovo il tuo articolo illogico e guerrafondaio.
    Ciao
    Francesco

    PS Ogni giorno mi reco a fare il mio lavoro precario (e mi ritengo fortunato) in bici. Ogni giorno almeno una volta mi vedo mancare la precedenza e devo frenare bruscamente a causa di automobilisti, pedoni, motociclisti, bus e camioncini. Ogni giorno vedo le poche e pessime piste ciclabili usate come parcheggio, passeggiata per gruppi numerosi e spazio riservato ai giochi e ai bisogni dei nostri amici a quattrozampe con guinzaglio chilometrico teso tipo trappola dei vietcong. Ogni giorno qualcuno mi suona il clacson perché un ciclista a Torino non ha il diritto di andare sulla carreggiata nemmeno tenendo strettamente la destra. Ogni settimana mediamente rischio di finire all’ospedale per varie cause, la principale è l’apertura incauta delle portiere. Tralascio il resto delle prevaricazioni che subisco per brevità. È facile capire che per proteggere salute fisica e mentale prenderei volentieri i mezzi pubblici, ma non me li posso permettere. Non tutti sono ciclisti eco-chic. Alcuni sono solo diversamente ricchi.

  36. @Ale: mi confermi purtroppo che alcuni ciclisti, in un modo o nell’altro, ritengono di dover essere sempre giustificati nei loro comportamenti (dalla passione ecologica in primis). Sono superiori a tutti, anche ai pedoni, pare. Che dirvi: grazie di esistere….
    Per tua info: vado e sono sempre andato in bicicletta, per diletto e per necessità, ma questo nel rispetto delle regole (e dei semafori) e senza fanatismi e arroganza.

  37. @ouebgi a me sembri appartenere a quella cerchia di pseudo politicamente corretti che dicono che una categoria è stronza solo per una parte arbitrariamente ampia e che loro guarda un po’ sono nella piccola parte buona ottenendo il duplice effetto di apparire civili e moderati. Peccato però che il giochino non ti riesca bene perché fai generalizzazioni da episodi particolari e spari luoghi comuni che francamente sono ridicoli per non parlare del fatto che hai letto in quel che ho scritto una conferma che proprio non c’è. Grazie di esistere pure tu.

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  1. twrcbgiey

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