Oggi, dalle parti di via Ravizza a Milano:
Sono fermo allo stop, sto per ripartire quando un ciclista con le mani in tasca mi sorpassa sulla destra e mi si piazza all’improvviso davanti.
Inchiodo a un micron di millimetro dalla sua ruota posteriore e suono il clacson. Lui appoggia le mani sul manubrio, si alza sui pedali e si allontana un po’. Quando si sente a distanza di sicurezza si gira, si guarda la mano e mentre scopre con stupore di avere il pollice opponibile, decide di alzare il dito più centrale che trova.
Come un qualsiasi maschio idiota (o alfa che dir si voglia) lo rincorro, lo raggiungo e insulto lui e le sette generazioni che lo hanno preceduto.
Lui dice: “La prossima volta metti la freccia se devi girare”
Io: “Ma io dovevo andare dritto, coglione. E se mi devi insultare, ti fermi e mi insulti”
Se mai dovesse leggere queste righe, mi scuso, perché la situazione è andata un po’ oltre (solo verbalmente), e dopo aver fatto scenate del genere e aver forse spaventato uno, che rimane comunque un coglione, mi sento un po’ un idiota.
Quello che vorrei che capisse è che se lo avessi tamponato, si sarebbe fatto male lui, non io.
Puoi fare il ciclista duro e puro quanto vuoi, ma un paraurti o un parafango è comunque più duro di te.
Ieri, dalle parti di piazzale Istria:
Una signora esce da un bar. In quel momento sfreccia una ciclista che la travolge.
La signora si rialza fortunatamente senza evidenti danni. La ciclista si ferma e si incazza: “Guardi dove va.“
Interveniamo in due facendole notare che non può andare sul marciapiede.
Lei dice un po’ scocciata che va sul marciapede perché in strada è pericoloso.
Se mai dovesse leggere queste righe, mi scuso con lei per averla insultata unitamente ai suoi antenati. Capita davvero di rado che io faccia una scenata simile.
Qualche giorno fa, circonvallazione esterna:
Nella corsia preferenziale un tizio che va in bici supera un autobus fermo. In quel momento, sulle strisce pedonali passa un gruppo di persone. L’idiota riesce a frenare quando è ormai sul piede di un ragazzo.
Scende l’autista dell’autobus, paonazzo e con le vene del collo gonfie, urlando che non ne può più dei ciclisti e lo informa in maniera un po’ colorita che in bicicletta non si può andare sulla preferenziale.
Il ciclista si incazza e sostiene di poter andare dove gli pare. Quando il gruppo di pedoni lo accerchia si calma.
Se mai dovesse leggere queste righe, mi scuso per le espressioni che ho usato. Ogni tanto mi capita di fare queste scenate, ma non mi piace.
Qualche giorno fa, via Pacini:
Un tizio in bicicletta si piazza al centro della via procedendo a dir poco lentamente.
Non ha le mani sul manubrio perché sta leggendo un libro.
Giuro, ho anche i testimoni: stava leggendo un libro in bicicletta.
Si forma una fila, qualcuno suona. Dopo un bel po’ si ferma, si gira e dice a chi ha suonato che la strada è anche sua.
Se mai dovesse leggere queste righe, mi scuso per essere arrivato a tanto così dallo sputo. Ultimamente mi capita spesso di fare queste scenate, ma davvero poi mi sento in colpa.
Tutti i giorni, circonvallazione esterna:
Non esagero: sono mesi che non vedo un ciclista rispettare i semafori.
La cosa che mi lascia allibito è che si incazzano se qualche impertinenente dall’altra parte osa passare col verde.
In questo periodo a Milano, il più grande pericolo per i ciclisti è il comportamento dei ciclisti.
E’ inutile girarci intorno: ciclisti, io non vi sopporto più.
Non sopporto quella rimbambita che vedo ogni tanto e che possiede orgogliosamente una bicicletta targata “No Oil”.
Immagino che il riscaldamento della casa della rimbambita e dei suoi simili targati “No Oil” funzioni a energia cinetica.
Immagino anche che la rimbambita vada in vacanza solo in posti raggiungibili a pedali, perché un aereo inquina come 500 macchine non catalizzate.
Mi scoccia davvero scrivere queste cose, perché mi sento un Belpietro qualunque.
Però il dato di fatto è che da quando è in vigore l’Area C a Milano, l’inquinamento è salito e neanche di poco.
Per carità, mi sta bene l’Area C, ma vorrei anche che ci fossero controlli nelle case di quelli che vanno in giro con la targa “No Oil” e poi vivono a 27 gradi.
Già che ci siamo controlliamole tutte le caldaie, non solo quella della rimbambita.
Non sopporto quello che viene intervistato durante una domenica a piedi e afferma giocondo che finalmente la città è a misura d’uomo.
Ma perché, da sabato sera a domenica mattina siamo diventati la Val d’Aosta?
Se per città a misura d’uomo intendi che tutti i santi giorni della tua vita vuoi passeggiare in mezzo alla strada e respirare a pieni polmoni l’odore dell’erba primaverile, forse hai scelto il posto sbagliato in cui vivere.
Nessuna metropoli al mondo è così. Roncobilaccio è così.
L’altro giorno il comune di Milano ha diffuso un libretto con un decalogo per i ciclisti.
Una manciata di pagine piene di frasi intollerabili e oltraggiose tipo: ciclista, mi raccomando, non passare col rosso e stai attento perché in strada sei quello meno protetto.
Non andava bene perché prima bisognava fare un libretto per gli automobilisti.
Ok, facciamolo anche per gli automobilisti, per i motociclisti e per i piccioni. Ma come cacchio fai a fare una campagna chiedendo di rispettare il codice della strada quando tu sei quello che lo rispetta meno di tutti?
Mi sono fatto un’idea sui ciclisti integralisti: non credo si tratti di combattere l’inquinamento o il traffico, ma di senso di appartenenza.
Come quelli che guidano una Harley-Davidson (mezzo ben più nobile) o un’Alfa Romeo d’epoca, quelli che si ritrovano in curva allo stadio o i fan di Gigi D’Alessio.
Però il fatto di sentirsi orgogliosi di dove si appoggia il culo mi si è sempre sembrato una stronzata.
Fatelo pure – ci mancherebbe – ma non sfilacciate le palle al resto dei mammiferi.
Io ho una sedia bellissima, ma non ne vado particolarmente fiero e non faccio campagne contro i divani. Né tanto meno scrivo “No Sofà” sullo schienale.
Non voglio davvero fare una campagna contro i ciclisti. Vorrei farne una contro quelli che usano la strada da imbecilli, ma purtroppo ultimamente le cose coincidono spesso.
Cari ciclisti, immagino si sia capito che non mi piacete e adesso sospetto di non piacervi neanche io, ma credo di poter trovare dei punti di incontro.
Ad esempio sono per il ritiro temporaneo della patente e dell’auto per chi si ferma in doppia fila e per il ritiro definitivo per i recidivi.
Sono per le punizioni corporali per chi passa col rosso.
Sono per l’umiliazione pubblica di chi non ripetta i limiti.
Sono per vietare il possesso di qualsiasi apparecchio elettronico, elettrico o a gas a chi viene beccato a usare il cellulare in macchina o in bici.
P.S.: giusto per non equivocare. Questo post non è in alcun modo contro la campagna #salvaiciclisti. Io sono per salvare i ciclisti, i pedoni, i motociclisti, gli automobilisti e anche gli acari. Gli interisti e i toscani no, quelli no.
Ho trovato questo articolo molto interessante. Grazie
Complimenti per il post.
Io sono un poco meno accondiscendente (forse anche perché già colpito da ciclisti sfreccianti sul marciapiede): rinvio al mio post “Hire a brain” su
http://steg-speakerscorner.blogspot.com/
Rammento che Tommaso Labranca criticava le cicliste con fiori finti e adesivo “no oil” anni fa, nel libro 78.08.
Grazie per lo spazio.
Steg
a proposito di ciclisti e codice della strada, mi permetto di aggiungere una cosa: per il ns codice esiste solo l’auto, il resto non conta. Al punto che se un ciclista attraversa sulle strisce deve spingere la bici a piedi (per favorire le auto ovviamente, che non si aspettano uno che attraversa più veloce dei pedoni!!!). Nei paesi veramente civili, e io ho lavorato per un anno in unità coronarica a Groningen, il codice e quindi le regole sono totalmente diverse. Esempi: lo stop delle ciclabili olandesi è davanti allo stop delle auto, e le (poche) auto zitte dietro; i semafori delle ciclabili sono temporizzati diversamente dal rosso delle auto, per favorire le bici che passano più spesso; il senso unico semplicemente non esiste, la bici può andare contromano, tutto perfettamente regolamentato. Ma è ovvio che questo ha una logica in un paese civile, che ha tantissime bici e pochissime auto, l’esatto contrario italico, ove la macchina (fosse pure una Panda) è considerata un valore (sapete quanti newyorchesi o londinesi hanno un’auto?)
Il browning. E’ quella la soluzione: basta metterne uno per ogni manubrio. Ristabilita la parità di mezzi di offesa tutto si rimetterà a posto come per magia, e magari potremmo smettere di litigare. Ovviamente è solo una discutibilissima proposta.
@Autore:
Spero che la tua opinione sui ciclisti sia cambiata negli anni.
Anche perchè le 25 mila bici che ieri hanno invaso Milano dimostrano che quella minoranza di invasati di cui parlavi in questo post si sta allargando.
Ci sono molte persone che non la pensano come te sulla filosofia “NO OIL”.
Il tuo esempio sul riscaldamento mi sembra il discorso di un bambino di 8 anni.
Secondo te quindi tutti dovremmo prendere la macchina perchè tanto usiamo un po’ di benzina nello zippo che ci accende le sigarette?
Non hai mai pensato che NO OIL non significa eliminare il petrolio dalla faccia della terra, ma solo avere uno stile di vita piu’ intelligente che ci permetta di non finirlo nell’ arco dei prossimo 10 anni?
Censurami se vuoi. L’ importante e’ che tu sappia che hai scritto un post molto superficiale.
Sono un ciclista. Di quelli con la targa NO OIL dietro al sellino. Di quelli che vanno sul marciapiede. Di quelli che passano col rosso. Però non alzo il dito medio a nessuno, so bene he se passo col rosso lo faccio a mio rischio e pericolo perché la vita in gioco è la mia e se vado sul marciapiede vado piano, perché c’è gente che cammina, magari è distratta, magari esce da un portone/negozio e non si aspetta di avermi davanti. Non mi piace andare sul marciapiede però in certi posti è davvero necessario per la mia incolumità.
Non mi piace che si faccia di tutta un’erba un fascio, in generale. Mi spiace se c’è qualche ciclista testa-di-cazzo ma ce n’è, lo so bene, ma io che cosa c’entro? Siamo tutti persone, prima che ciclisti, automobilisti, pedoni o quant’altro.
Io sono fiero della mia scelta. Mi piace muovermi in bici. Ho fatto delle scelte grazie alle quali mi posso permettere di non avere un auto, risparmiare i soldi della benzina, dell’assicurazione, usare un po’ meno petrolio di prima, non impazzire a cercare un parcheggio e non avere mai il problema del traffico. E’ una scelta personale.
Vorrei invitarti a farci una pedalata. Sul serio. Scrivimi. Sarò lieto di pedalare con te.
Quello sopra è un vecchio post del 2012 che sta invecchiando male.
Alcuni fatti: proprio nel 2012 le auto e i veicoli a motore hanno provocato 3.600 morti.
Altro fatto: in Italia abbiamo il record europeo delle auto: 61 ogni 100 abitanti, contro una media europea di 51. In Italia ci sono TROPPE auto: secondo il comune di Roma, addirittura 978 ogni mille abitanti nella capitale, quando a Londra e Parigi ce n’è la metà.
Gli automobilisti, quelli che usano l’auto perché ne hanno veramente bisogno, dovrebbero PREGARE perché in Italia diminuiscano le auto ingombrastrade e aumentino le bici.
Qui i dati degli incidenti stradali del 2012: http://benzinazero.wordpress.com/2014/10/27/incidenti-stradali-in-italia-10-morti-al-giorno-725-feriti-al-giorno-2012/
peccato che sei stronzo perchè dalla foto sembri figo.
Dal 1985 tutti i ciclisti imbecilli e stronzi italiani noti pirati stradali compresi gli immigrati stranieri che circolano in Italia in bici godono di una protezione mafiosa
sia politica sia da parte delle forze di polizia italiane che li difende è li tutela sempre .
In parole povere un qualsiasi stronzo di ciclista in Italia è autorizzato a non rispettare né il buon senso né il codice della strada .
Qui a Mestre dal 1985 tutti i ciclisti compiono infrazioni stradali pericolose e anche multiple e le fanno anche davanti ai vigili urbani è non vengono MAI né fermati Né multati .
Un “automobilista viene fermato è multato con multe di centinaia di euro dai feroci vigili urbani di Venezia anche se non ha compiuto nessuna infrazione stradale in parole povere tutte le scuse sono buone per rifilare ad un automobilista una bella multa anche se non ha fatto nulla !
Ecco cosa succede qui a Mestre ai ciclisti che compiono infrazioni stradali .
Ieri sera due ciclisti senza luci di posizione erano sulla tangenziale di Mestre e sono transitati con il semaforo rosso senza nemmeno guardare se per caso transitavano auto-bus questi due ciclisti pirati stradali sono passati davanti ad una pattuglia di vigili urbani di Venezia fermi al semaforo .
Non c” è stato nessun inseguimento dei due ciclisti da parte dei vigili urbani né sono stati richiamati o multati !
Una settimana fa era successo un fatto simile in centro città a Mestre 3 ciclisti sono passati sono passati con il semaforo rosso davanti ad una pantera della polizia di Stato anche in quel caso i 3 ciclisti non sono stati né fermati né multati !
Sono ormai 30 anni che sono stato testimone oculare di numerose infrazioni stradali fatte dai ciclisti e non ho mai visto nessun ciclista venir multato o fermato .
I ciclisti italiani godono di una specie di immunità totale e fanno per strada ciò che vogliono se poi i ciclisti mentre fanno bravate per strada finiscono sotto ad un “auto c “è pure qualche stronzo di italiano che li difende !
Gli automobilisti italiani se fossero furbi e intelligenti dovrebbero usare internet per mostrare ciò che fanno abitualmente per strada gli imbecilli di ciclisti .
Ogni sera o notte nella sola provincia di Venezia migliaia di ciclisti idioti girano tutti senza luci magari ,spesso pure in mezzo alla strada CONTROMANO o sono anche in gruppo in mezzo alla strada tutti senza luci è non usano quasi MAI le numerose piste ciclabili che hanno !
Nella sola provincia di Venezia i ciclisti hanno a loro completa disposizione almeno 3000 mila chilometri di ampie strade private chiamate piste ciclabili è nessuno di questi stronzi di ciclisti le usa e stanno in mezzo alla strada riservata alle auto pure senza luci e in gruppo .
Migliaia di ciclisti ogni sera circolano senza luci fuori dalla pista ciclabile per tutta la provincia di Venezia è nessuno li multa !
Un solo vigile urbano potrebbe fare senza fare troppa fatica in un sola serata invernale almeno un centinaio di multe ai ciclisti che girano senza luci .
Un “automobilista invece può essere tranquillamente multato di ben 100 euro se si dimentica di accendere le luci sotto il sole a mezzogiorno in autostrada oppure se per strada una lampadina si brucia .
Sono pignolo e sono ormai ben 31 anni che posseggo un “auto e che controllo ogni mese tutte le luci del “auto e le cambio sempre in coppia quando una lampadina si brucia cambio anche le lampade gemelle .
Malgrado ciò mi è accaduto che una lampadina nuova cambiata la sera prima si è bruciata per strada fui fermato subito dai vigili urbani di Venezia fui trattato come fossi un pericoloso criminale .
Per difendermi ho mostrato persino al vigile le scatole nuove delle lampadine che avevo sostituito e mi ero dimenticato di gettar via che erano nel portabagagli
Niente da fare !
Per tutta risposta fui insultato dal vigile urbano che pure mi minaccio di denuncia penale perché secondo lui lo stavo prendendo per il culo e infine fui multato .
Questa è una ingiustizia !
NELLO STESSO GIORNO (GUARDA IL DESTINO) CHE SCRIVEVI QUESTO ARTICOLO, IO PERDEVO MIO PADRE CHE SI E’ VISTO TAGLIARE LA STRADA DA UNA CORRIERA DI LINEA GUIDATA DA UNO SCELLERATO AUTISTA CHE ALL’ULTIMO SECONDO SI E’ INVENTATO UNA FERMATA NON CONSENTITA. IL RESTO PUOI IMMAGINARLO! AD MAIORA
Per puro caso, non so francamente per quale motivo, sono finito sul tuo blog da idioti.
Tu sei un povero coglione.
Mi auguro di incontrarti per strada per accarezzarti quelle spalle da mascalzone.
Ogni anno muoiono centinaia di ciclisti a causa di teste di cazzo come te.
E Milano è la provincia più pericolosa. Anche a causa di stronzi come te.
Scrivimi per e-mail così vediamo di incontrarci da qualche parte, a Milano.
Coglione!
Perché non fai una campagna a favore dell’ aumento del quoziente intellettivo medio del nostro Paese? Con un allenamento quotidiano potresti conseguire risultati accettabili.
Il primo esercizio consisterebbe nell’imparare ad astenerti dallo scrivere.
Luisa (toscana e ciclista)
i ciclisti dovrebbero esistere solo con targhe e multarli come le auto e blocco del mezzo quando commettono infrazioni sono un pericolo alcuni andrebbero arrestati per tentata strage causano traffico e quindo aumentano l inquinamento quando verranno multati quelli scorretti si estinqueranno da soli
La selezione naturale insegna che tutte le specie di animali inferiori , celebrolesi stupidi ,scemi dementi mentali si estinguono da soli !
Traduzione : tutti i ciclisti pirati stradali italiani o stranieri dementi e deficenti che circolano beati è candidi sulle strade italiane commettendo impuniti svariate infrazioni stradali piratesche prima o poi muoiono a seguito di un incidente stradale che hanno provocato loro stessi !
Nel caso che qualche squilibrato di uomo scemo e criminale o di donna scema e squilibrata faccia finta di non capire per criminale interesse personale ciò che ho scritto tutti i ciclisti che in Italia muoiono sulle strade italiane nel 95 o 98 % cento dei casi la morte se la sono voluta è cercata con il lanternino !
P.S.
Oggi fai il ciclista stronzo e guappo per strada !
Ti va bene e nulla accade !
Ma se le bravate stupide piratesche per strada sono abituali è inevitabile che prima o poi il ciclista scemo e squilibrato abbia un incidente stradale .
Oggi il, ciclista “furbo” italiano passa con il semaforo rosso o corre senza luci di notte pure in tangenziale !
Oggi il ciclista passando con il rosso provoca un incidente tra due auto però non viene né fermato e indentificato dalla polizia municipale presente sul posto né viene multato o denunciato .
La storia sempre uguale del ciclista pirata stradale si ripete ad ogni sua uscita in bicicletta finché un bel giorno il ciclista maledetto ti passa come sempre con il semaforo rosso però questa volta viene travolto ed ucciso o ferito gravemente da un camion o da una auto .