TheClassifica n. (ah, non ricordo) – Giorgiasmo

Nuova n.1, Giorgia. Un atto dovuto. Se ben ricordo è arrivata nel palagio dei nomi che contano nel periodo in cui Berlusconi è diventato re. La loro affermazione è stata una sorta di atto dovuto. Cioè, gli italiani ogni tanto ragionano così, dicono “Beh, come fai a tenerlo fuori”. L’Italia rispetta la forza di inerzia. E’ così che fui eletto capoclasse in quarta elementare, per quanto spettacolosamente inaffidabile già allora. Gli altri bimbi hanno pensato: “Magari è il tipo di cosa che lo neutralizza”. E’ il fortunato ragionamento che ha portato al potere Hitler e Bossi. Io non credo di dire una roba enorme se dico che da questo quasiventennio di Giorgia faticherei a tirar fuori una cassettina da 46 minuti intitolata “I suoi brani immortali”. Come del resto da questo quasiventennio di Silvio faticherei a tirar fuori un libriccino di 4-6 pagine intitolato “Le sue leggi immortali”. Ma il problema di Giorgia è finanche più angoscioso. Giorgia ha quella voce. Giorgia è molto simpatica e intelligente, più della media. Giorgia è carina (più di quel che sembra) ma non è la bonona che si rivolge direttamente all’ormone maschile (cosa che nella canzone italiana non porta tutta ‘sta fortuna, a dimostrare che il matriarcato regge bene: Giorgia, Laura Pausini, Gianna Nonnini, Fiorella Mannoia, Elisa hanno l’approvazione delle italiane perché non visitano i sogni erotici dei loro partner) (…le vaccone canterine, Beyoncé, n.22, Jennifer Lopez, n. 38, Rihanna, n.37, o Katy Perry, n. 28, le dobbiamo tutte importare – ma non ne vedrete mai una al n.1).

Insomma Giorgia avrebbe tutto. Ma da tot anni si sente rompere le uova (e ne è consapevolissima e ne soffre e soffrigge) con la storia che non si ritrova a cantare grandi canzoni. Cosa che nel caso di Laura Pausini è relativamente meno importante: la Pausa vende ormai soprattutto il proprio personaggio di ragazza (volitiva) della porta accanto, che poi è anche ciò che è davvero, che ha scelto di rimanere. Anche come scelte vocali: strilla le sue canzoni sempre più indistinguibili come la ragazza del quartiere, lei è Laura from the block. La Pausa non sarebbe credibile se tentasse altri generi. Giorgia perlomeno ha questo margine. Eppure lo usa in modo così timido, per paura di perdere la presa su quel pubblicone che si accontenta. Sì, il singolo è un po’ dancettino. Ma dietro le apparenze, il resto di Dietro le apparenze (titolo dell’album) è il solito pop italiano liscio. Secondo me i titoli parlano da soli. Il mio giorno migliore, Sembra impossibile, E’ L’Amore che conta, Inevitabile, Dove sei, Passerà l’estate, Solo grazie a te, Vado via, Tu mi porti su, Niente ci porta via, E adesso tu, Resta la musica.

Ad ogni buon conto, Giorgia è numero uno, Giorgia è nel palagio, cos’ho da ìnzigare proprio non lo so.

N.2, Red Hot Chili Peppers, n.3 J.Ax. A seguire, tre modi di essere italiani: MiticoVasco, i Moccià, Jovanotti. A chiudere la top ten, tre modi di essere cantante straniera: Adele, Amy Winehouse, Maria Gadù. In mezzo, al n.7, un modo di essere deejay francese: David Guetta.

Esce dalla top ten MiticoLiga, che conserva 6 dischi nella megaclassifica dei cento più venduti. Quasi tutte raccolte. MiticoVasco ne ha 5 su 100. Lucio Battisti ne ha NOVE. Primo dei quali, Emozioni, al n.17, e credo sia il miglior risultato mai ottenuto da un “oldie”, da quando ho iniziato a tenerli d’occhio (escludo le vendite di Thriller durante il lutto). Emozioni, come parecchi altri cd di Battisti è oggi in vendita a 6 euro circa, se ricordo bene. E’ il prezzo a cui andrebbero venduti tutti i cd, cioè più o meno il prezzo cui erano venduti gli LP, prima che negli anni 80 gli abili strateghi del marketing decidessero che il cd, più brutto e piccolo e stupido, dovesse avere almeno l’appeal del prezzo esorbitante.

E a proposito di cd economici, My life in the bush of ghost di Brian Eno (più un altro personaggio che alla FIMI non risulta) è al n.44. Ha perso 11 posizioni, vivaddio, ma è in classifica da 34 settimane e io metterei su internet le facce di chi lo ha comprato tipo i pedofili. E’ davanti non solo al nuovo disco di Ry Cooder (n.54) (un micidiale compendio di folk americano che piuttosto mi metto ad ascoltare Gabriella Ferri) ma anche al caldeggiatissimo Watch the throne di Jay-Z e Kanye West (n.58). Apparentemente qui in Italia, il povero Kanye non c’è un Kanye che se lo fili: il suo precedente cd, per quanto forte del massimo dei voti dello stolido Pitchfork, non è manco entrato tra i primi 100. In Usa è n.6, laddove Lil’ Wayne è n.1 (da noi, n.51) (vabbè che poi bastano tre copie e vai in fuga sugli altri inseguitori come nemmeno Laurent Fignon). E’ pur sempre davanti alla raccolta di Nek. Che però è in classifica da 43 settimane.

Sì, Nek.

La raccolta.

In classifica da 43 settimane.

Ecco, cercate di vederla così: l’America ha il Grand Canyon, la Cina ha il Tibet, il Sudamerica ha la foresta amazzonica, noi abbiamo la raccolta di Nek in classifica da dieci mesi ed è una risorsa incredibile e mal sfruttata: io vorrei che venissero comitive dall’estero per vedere la gente che ogni giorno compra una raccolta di Nek, li sistemerei lì in un angolo dell’Autogrill, tutti vestiti stupidamente da turisti, e a un certo punto gli direi come si fa quando gli gnu o le zebre sono sul punto di attraversare il fiume “Ora fate silenzio, stanno arrivando – fate le foto ma cercate di non spaventarli, altrimenti scappano” e invece non è giusto farli scappare, fanno parte dell’ecosistema esattamente come quel 25% che continua a ritenere il premier “affidabile”: sono loro che permettono al PD di sentirsi di ben altra caratura, sono loro che consentono a Giorgia di dire “Oh, però vedi che io faccio dischi di ben altra caratura”. Sono la nostra salvezza.

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13 Commenti

  1. Io vorrei sapere i numeri delle vendite… Battisti in top 20! Ne avranno vendute cento di copie a dire molto…
    I programmi musicali hanno già smesso di sfornare cantanti? Nemmeno quelli degli anni passati producono più nulla? Per voi ne ritornerà qualcuno (Scanu, Mengoni, Amoroso…)?

  2. Madeddu, ma secondo te Giorgia, la Pausa, la Nonnini, la M’annoia e Elisa avrebbero avuto la forza e la statura etica per dire no al Gran Mignottaro, come ha fatto la Manuela (forse perché non ha avuto pagamento anticipato)?

  3. Peraltro mi chiederei perchè questa cosa della Food Valley.
    Dico, ma perchè godiamo di una concentrazione così alta di “talenti” fra la via emilia e il west?

  4. Su I Cani:
    “Se volete un affresco della vita dei vostri figli ascoltate questo CD, perché è una radiografia terribile degli anni zero…” (Luca Valtorta, Il Venerdì di Repubblica)

    A quando una replica?

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