TheClassifica 148 – Inter spaziale

“Roberto Vecchioni, da sempre sensibile alle tematiche ambientali, vestirà per tutte le riprese in esterna durante la kermesse sanremese il primo cappotto sartoriale in lana tecnica accoppiata a una membrana antivento con impatto ambientale zero. Non solo: anche la sua scelta di indossare le nuove sneaker Rubber Racer di Pirelli PZero, caratterizzate dall’innovativa suola in gomma oil free e senza oli aromatici dannosi per l’ambiente, sottolinea quanto il cantautore milanese sia fortemente attento a problemi d’attualità. Sul palco del teatro Ariston di Sanremo, inoltre, Roberto Vecchioni indosserà il primo smoking di Pirelli PZero, progetto di industrial design diretto da Antonio Gallo. “Vecchioni e Pirelli si sono intesi sulla cultura di una certa Milano produttiva e positiva, di cui è emblema ogni espressione della P lunga”, spiega Gallo. “Una storia che passa dal lavoro, dalle sfide tecnologiche, dal grattacielo di Gio Ponti e dall’Inter. La squadra neroazzurra di cui Pirelli è sponsor da anni e per la quale Roberto nel 1971 ha composto l’inno Inter spaziale, cantato dal calciatore Mario Bertini. Indossando l’engineering di PZero, il professore riesce così, a offrire una lezione umanistica anche coi vestiti”.

Vecchioni. Beh, gente. Perché prendersela. E’ vero, Vecchioni è uno dei peggiori. Ma in fondo se la nostra generazione è in grado di segnalarsi, a Sanremo, solo per due miliardari opportunisti che danno il voto a sinistra ma ne portano mille a Berlusconi (l’eleganza del Ricci) allora ci siamo meritati Vecchioni. Che si compiace perché “Se ho vinto io è un segnale positivo perché vuol dire che la canzone d’autore seria, letterata, fatta da un fior di umanista come me, può vincere a Sanremo”. Vecchioni che entra a Sanremo accompagnandosi con Satisfaction (sì, come no. Che il pezzo più rock che hai scritto è Barbapapà) (…ma ammetto di non aver mai sentito Inter spaziale). Che non vendeva più dischi da un po’, e se non si adeguava a venire a Sanremo veniva chiamato in tv solo per parlare dell’Inter (perché ove non lo sapeste, è interista. Lo dice molto di rado, però) (…avendo tante cose da dire).

Vecchioni che l’inizio di Chiamami amore pare scritto da Veltroni. Che al testo mancavano solo le lacrime della mamma e le idee di uno studente di Jovanotti (perché Vecchioni è Jovanotti da vecchio, e so benissimo che questa è una battuta miserevole, ma meglio farla qui prima che qualcun altro ci diventi famoso), e Jovanotti è n.1 in classifica. Vecchioni che se la prende con quelli che stanno uccidendo il pensiero, i signori del dolore – capito chi, no?

(Pirelli?) (i Moratti?) (ma no, cosa dite) (è una denuncia contro ignoti) (tipo il dolore mestruale in persona, Biagio Antonacci) (“quelli sparano al sole, quelli sporcano il cielo”) (Antonacci che risale al n.3, mondo schifoso) (alle spalle di Gianna Mammini, n.2)

Ma se non Vecchioni, chi? Albano? Beh, in fondo perché no? Tanto, gente, che cosa rappresenta Sanremo per noi? Cos’è, dopo tutto, questo tripudio dell’enfasi, di testi retorici, di arrangiamenti stucchevoli, di melodrammini di 3 minuti da dimenticare subito? Questa carcassa che nutre 1300 mediapeople accreditati (e vi faccio grazia di quanti altri, me compreso, anche da casa hanno contribuito a spacciare questa droga)? Questo colossale freno a mano culturale nel corso del quale chiunque, da Baudo a Fazio a Bonolis a Morandi, finisce col chiedere all’ospite pagato in dollari se gli piace l’Italia? Non è in fondo soltanto una pantomima da commentare a colpi di battute su facebook o friendfeed o forum o chat? Come il governo Berlusconi, del resto? Se ci togliessero Berlusconi e Sanremo, a chi daremmo la colpa della stupidità nazionale? A chi sta uccidendo il pensiero?

E poi, a Sanremo, vogliamo che vinca IL MIGLIORE? Vogliamo davvero una gara tra canzoni come fossero cani al cinodromo? Vogliamo davvero che vinca quella che ci piace? E perché? Perché se per una volta ci assomigliasse, ci compiaceremmo vecchionicamente, proclamando che il Paese non è imbecille come ci sembrava, anzi, sta facendo grandi passi verso di noi che siamo così migliori?

Ma no, se festival deve essere, che rispecchi fedelmente questo adorabile paesone – e lo adoro davvero, sapete. E quindi, che sia il vecchio professore di sssinistra dannoso e cantautoroso e amichetto dei Moratti e dei Tronchetti a vincere. Che sia lui a vincere, e Jovanotti a vincere, e Berlusconi (che è come Vecchioni e come Jovanotti e come Sanremo) a vincere, e che siano poi Zucchero che è n.4, e Sandrina Amoroso, Negramaro, MiticoLiga, Adele (unica straniera), Fabri Fibra e Verdena a completare, proprio come la settimana scorsa, una top ten sempre uguale, specchio di un governo sempre uguale, di un Paese sempre uguale, che tra vent’anni sarà sempre lì deliziato ad ascoltare un attore al capolinea mentre spiega quanto ama le donne italiane.

Perché sono così passionali.

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15 Commenti

  1. non so, se dovessi trovare una sola parola per disegnare quello che credo di aver letto dalla prima all’ultima riga, mi viene da dire “amarezza”.
    ed è così anomalo come ingrediente delle theclassifiche, che mi è quasi dispiaciuto.
    Non nel senso che è dispiaciuto a me leggercela, ma nel senso che mi è dispiaciuto pensarti amareggiato.
    Tipo come fosse stato un giorno perso.
    Boh vabbè, niente, magari non c’ho capito nulla.

  2. Che tristezza!
    La tv non ce l’ho, dunque quest’anno mi sono risparmiata Sanremo dal primo all’ultimo fotogramma. Ma leggere TheClassifica di oggi è stato come spararmelo in vena, aiuto!

  3. Credo che Madeddu abbia capito molto poco dello spirito con cui Vecchioni è andato al festival, comprese le dichiarazioni commosse che ha fatto dopo la vittoria. Forse ascoltarlo un po’ di più gli gioverebbe.

  4. …o forse no. Vecchioni non lo so, non l’ho ascoltato, ma mi sembra che quest’anno qualche brano si sia lasciato sentire (La Crus, Madonia… e non fate gli schizzinosi!)
    In un modo diverso, ho urlato di piacere nel sentire BASTARDOO.

  5. “due miliardari opportunisti che danno il voto a sinistra ma ne portano mille a Berlusconi” che tristezza sentire qualcuno che misura un comico sulla base di quanti voti porta alla causa.

  6. Evviva, per il terzo anno consecutivo sono riuscito a evitarmi anche solo un secondi di sanremo, evviva, evviva, gloria egzulteiti, come cantava Bono.
    A me oh oh cavallo piaceva, la cantavo, ma andavo all’asilo allora, e pure barbapapà mi piaceva, non ne conosco altre dell’umanista milanese. Però, dài, sanremo è come la carbonara, quelli sono gli ingredienti, o ti piace oppure no, pretendere di fare la carbonara col sushi perché bisogna cambiare è ancora più triste, no?

  7. nemmeno io l’ho seguito se non a sprazzi, non posso quindi giudicare.
    vecchioni mi piace parecchio, anche se ammetto che
    quella cosa di pirelli è tristissima… lui non è simpaticissimo mi sa e la canzone non è ai livelli di altre sue del passato però nella media sanremese generale (quella di quest’anno non ho elementi sufficienti per farla) secondo me era abbastanza in alto…
    per il resto condivido l’amarezza (perché c’era, altroché se c’era)
    ah! mi è piaciuto massimo ranieri! se il prossimo anno lo presenta lui me lo vedo mi sa!
    p.s. l’eleganza dei ricci è bellissima!!!

  8. Saper scrivere molto bene quando si parla di una condizione oggettivamente desolante è un aggravante, per l’umore di chi legge.
    Maddy, sei spietatamente esatto. E ovviamente esattamente spietato.

  9. Sul fatto che siano solo quelli gli ingredienti per fare Sanremo, ho i miei dubbi. L’altro giorno mio padre mi parlava del fatto che la canzone italiana ha certe caratteristiche peculiari che in passato non facevano andare all’Ariston un Battisti, ad esempio; mentre ora le “vecchie glorie” e i “nuovi emergenti” cantano pezzi che, a prescindere dal loro valore, con quell’etichetta non hanno nulla a che fare.

    Per il resto, enorme spreco di soldi, sdoganamento trionfante di tutte le falle e i difetti della Rai, dei politici, del Paese. Ma non sarà eliminato per lo stesso motivo a cui agli arbitri non è concesso guardare la moviola in campo: e poi al bar di che si discute?

    (In realtà ne ho visto poco, come ogni anno. Il meno possibile.
    E secondo me doveva vincere Belen, con il suo vestito rosa e il padre alla chitarra.)

  10. Sanremo è sempre uguale, le solite menate.
    Io lo guardicchio solo per i conduttori.
    Quest’anno si è toccato un punto bassissimo, forse di non ritorno.
    Lo sguardo di Morandi in macchina da solo metteva l’angoscia. Luca e Paolo sono ormai omologati a “quei” livelli. Le due ragazze erano lì per i fidanzati che hanno.
    Giuro che rimpiango il festival dei figli d’arte.
    A livello miusic salvo solo Gualazzi.

  11. Sanremo quest’anno non era neanche kitsch, faceva proprio schifo.

    Di canzoni neanche l’ombra, una sfilza di cuore-amore che lèvati, manco gli ospiti stranieri, neanche BENIGNI, cristo, SI E’ SALVATO.

    Ma ho notato una tendenza quest’anno che vi salverà, voi critici musicali: tra twitter, live blogging e FB la serata era vivisezionata in lungo e in largo.

    Gioisci Madeddu, tra un paio d’anni non ti toccherà guardarlo!

    EVIVA!

  12. boh..a me Vecchioni è piaciuto! sembra più una poesia che una canzone, ma vabbè!
    è gente come Albano che invece dovrebbe lasciar stare la nostra psiche ed andare a fare il bravo pensionato.
    poi, de gustibus…

  13. Eccomi, scusate il ritardo, stavo scrivendo la vita tra il silenzio e il tuono.

    @Broono: no, non credo di essere amareggiato. Per mettervela in Kubrick, penso che il modo più sensato di rappresentare Sanremo sia Il Dottor Stranamore, e non con l’amarezza di Orizzonti di Gloria. Ma è anche possibile che con l’età e la noia, mi stia spostando verso Full Metal Jacket.

    @Silvia: “Ascolto Vecchioni, e mi sento vecchione” (Andrea Pazienza) A proposito di spararsi roba in vena.

    @Giorgio: forse ho capito male mentre ascoltavo, e forse hanno capito male anche a Repubblica quando lo hanno intervistato. Prova tu a sentire: http://tv.repubblica.it/copertina/vecchioni-la-mia-vittoria-cambia-sanremo/62521?video

    @Filippo1: certo la tendenza “bel tempo che fu” dei nostri musicisti più alternativi la dice lunghina. Lo so, sono un BASTARDO !!!

    @Dylan: dimmi tu come misurarli. Se li misuriamo sul numero di risate, Panariello li manda a casa nei primi tre inning.

    @Pietro: forse hai ragione. Però non è che io sia qui per bastonare sempre e comunque Sanremo perché fa figo. E’ come dire “Si sa che il Governo fa schifo, perché ti lamenti?” Beh, sì che mi lamento. Non mi aspetto granché, ma mi agito scompostamente nonetheless. Cosa dovrei fare, ignorarlo? (forse sì) (ma non posso per lavoro, e poi sarebbe come fare il cervello in fuga) (sempre meglio verificare se il Paese crede ancora non solo in Albano, ma anche in Pupo ed Emanuele Filiberto)

    @eve: grazie, un po’ ci tengo a quella battutina, veh. Se Luca&Paolo in tutti i loro interventi “satirici” avessero realmente pestato qualche piedino, ce ne saremmo accorti. Invece il polverone è sempre per Benigni.

    @S.: è interessante quel che dice tuo padre, perché è una convinzione piuttosto diffusa. E anzi, si attribuisce al Festival il compito di preservare la canzone italiana tipo il metro e il chilo custoditi in una teca a Parigi. Eppure io ricordo Battisti a Sanremo, con l’incredibile arrangiamento stile Stax di Un’avventura, ma ricordo anche cose più audaci. Cioè, senza citare le Grandi Speranze Bianche dell’underground (Afterhours eccetera) o discepoli di CapireBattiato, “Vasco” di Jovanotti non era la melodia italiana canonica, e nemmeno “Dimmi come” di Alexia. E sto parlando di autori commercialissimi. Laddove una bella accanzòna italiana fu “Sentimento” degli Avion Travel, per la quale la critica castalda e di sssinistra si battè tipo vietcong.

    @diamondog: solo per i conduttori? E non per la presenza di Robert De Niro e Andy Garcia in momenti unici di grande spettacolo?

    @Gianni Nardo: sì, già da un paio di anni Sanremo – come il Grande Fratello, come i Mondiali – rientrano dalla finestra grazie alla visione su grande scherno, tramite i social network. Alla fine è uno dei suoi lati positivi. Come ha scritto l’Aldograsso (ma lo aveva già scritto Enrico Ghezzi più di dieci anni fa, se è per questo), il Festival unisce la nazione. Anche quella parte di nazione che lo trova schifosa. Però intanto lo unisce. Dovrebbero farlo il 17 marzo o il 2 giugno.

    @Farnocchia: Ci piaccia o no, a tanta gente la canzone è piaciuta, e lui è libero di proporla… Albano è liberooooooh! Eeeeeeh! :-D

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