Jovanotti è al n.1 quindi è come Berlusconi etc.
(…lo scrivo ogni volta perché mi piace sempre quando qualche fan capita qui googlando e s’incazza – “Oh ma dillo che ti piacciono i Backstreet Boys”) (sì, ho scritto Backstreet Boys) (perché il credente pop ha dei nemici già morti e non se ne accorge) (su un altro sito, per un altro articolo, un fan di MiticoVasco mi ha da poco espresso il suo moderato dissenso con parole di soffuso rammarico) (“COGLIONECOGLIONECOGLIONEBASTARDOCOGLIONE
ASCOLTAITOKIOHOTELCOGLIONEBASTARDOTACIMUORI”)…
Ma a parte questo, la top ten degli album più venduti in Italia è una mostarda del già visto, con inclinazione sinistroide: dopo Jovanotti, che è anche – ancora – al n.15 col disco precedente, Gianna Mammini al n.2, MiticoLiga, Zucchero, Negramaro; poi, finalmente una cantante messa in campo da Mediaset, Sandrina Amoroso. Al n.7 il dolore mestruale in persona, Biagio Antonacci – a lui è difficile dare connotazione politica, ma mi pare che in una delle sue periodiche sbrodolate sul giornalefattobene (se non siete media people: Vanity Fair) abbia detto che un suo sogno era costruire ospedali per i bambini del mondo, o qualcosa di simile. Adele, unica straniera, è al n.8. Chiudono Marco Mengoni e Fabri Fibra, amici dei giorni più lieti. Rimbalzo in alto di quasi dieci posizioni per i Verdena (n.11). Perché? Boh. Balzo in basso di quasi dieci posizioni per Cristina Donà (n.20). Perché? Boh. ‘sta classifica FIMI ormai è come Berlusconi. La tiene in piedi l’autostima. Detto ciò, non ho più niente da dire. Allora, facciamoci un giro di classifiche random.
Il mensile più letto in Italia è Focus – cioè ma DIO è esistito davero, oh??!! 6 milioni e rotti di lettori. Segue, due milioni sotto, Quattroruote – minghia evvedi che io a prendere una macchina coreana mi ci vergogno. Terzo, Al Volante, con quel nome da pilota della scuderia di Paperon De’ Paperoni (“Salve ragazzi, mi chiamo Al!… Al Volante”). Poi, Cose di Casa e Starbene. Con loro, sopra il milione di copie ce n’è solo dieci. Non scrivo su nessuno di loro – il primo dei miei è Cosmopolitan, seicentomilaqualcosa. Mmh, forse dovrei mandare qualche pezzo a quelli in top ten. Che so, Il Messaggero di Sant’Antonio. O In Sella, che fa un milione e 400mila copie, altro che Cavalli e Segugi.
Il film più visto in Italia è Femmine contro Maschi. Interpreti, quello della televisione (Claudio Bisio), quella della televisione (Luciana Littizzetto), quelli della televisione (Ficarra & Picone). Sapete, il tipo di film che fa uscire la gente di casa dicendo “Che noia starsene davanti alla tv, stasera facciamo qualcosa di diverso”.
Il libro più venduto è Il profumo delle foglie di limone di Clara Sànchez. Uno di quei successi del passaparola. Non so cosa diavolo sia. Però è un romanzo Garzanti, e sulle copertine ci scrivono sempre alcune frasi per impressionare il potenziale lettore. “Credi alle apparenze? Credi di essere al sicuro? Conosci veramente chi ti è vicino? La verità deve venire a galla…”. Sono impressionato. Pressoché. Ma questa è la classifica IBS; la classifica Feltrinelli ha al n.1 La versione di Barney (“Da questo libro, il filme!”) in versione nice price, nove euro… Adelphi, pure, che arreda sempre un casino. Per Feltrinelli la Clara Sànchez è al n.5, e loro sono l’Ikea del libro, vuoi mettere con IBS.
La trasmissione tv più vista del 2010 è stata Italia-Paraguay, Mondiali di calcio, quasi 19 milioni di spettatori, su RaiUno (il che significa che manca il milione o forse due che l’hanno vista su Sky). La seconda, solo 13 milioni e mezzo di spettatori, la finale dei Mondiali, Spagna-Olanda, sempre la versione RaiUno. Terza, la finale del Festival di Sanremo, vincitore Valerio Scanu. Il resto è un po’ sorprendente. Nel senso che Inter-Roma di coppa Italia è stata vista più delle altre partite dell’Italia, ma anche più della finale di Champions tra Inter e Bayern. E anche Germania-Spagna, semifinale mondiale, è stata vista più di Inter-Bayern, che ha superato di pochissimo una partita di qualificazione per gli Europei, Italia-Serbia, quella interrotta dai brutaloni serbi. Il primo programma non calcistico e non sanremistico è Vieni via con me, Fazio avec Saviano, 9 milioni e mezzo. Ma tenetevi forte, alle sue spalle c’è, prima del Grande Fratello 10, la gloriosa fiction Sissi, RaiUno. Poi, La mia casa è piena di specchi, altra fiction di RaiUno, quella sulla vita di Sofia Loren – hahahaha, che popolo di babbei – e poi Ciao Darwin 6, Bonolis. Il film più visto in tv nel 2010, un film nuovo e inaudito: la Cenerentola Disney, su RaiUno, il 7 dicembre. Ehi, ma Cenerentola sembra la storia di Ruby, no? E di Nicole, e di Iris, e di Noemi, e di Sara, e di Michela Vittoria, e di Mariastella, e di Alfonso. Cenerentola n.1, Cenerentola come Sissi come Pretty Woman, il sogno sempiterno delle bambine italiane di ogni età – poi, per alcune il principe azzurro è Berlusconi, per altre Jovanotti.
Vendola? Uhm.
Abbiamo un problema.
ho scoperto oggi che nel mio paesino pugliese c’è una “fabbrica di Nichi” vicino al sindacato cgil. ma che ci fanno là dentro?
Che l’Inter non se la fili nessuno manco quando vince me l’immaginavo, eh eh, se no non sarebbe l’Inter.
Cenerentola è come la Minetti ecc., però il doppio senso sulla scarpetta prima era solo una barzelletta.
COGLIONECOGLIONECOGLIONEBASTARDOCOGLIONE
ASCOLTAITOKIOHOTELCOGLIONEBASTARDOTACIMUORI
Valerio al terzo posto come ascolti alla finalissima di Sanremo alle spalle di due partite dei mondiali, visto che il calcio è lo sport nazionale da noi, un gran bel risultato, non c’è che dire …
Un fan del miticoVasco non può che essere un miticofan.
COGLIONECOGLIONECOGLIONEBASTARDOCOGLIONE
ASCOLTAITOKIOHOTELCOGLIONEBASTARDOTACIMUORI
E questo è un miticomantra.
Possiamo dirlo anche a Belpietro?
O_O non ho visto neanche una partita e un programma, non ho comprato un solo cd dei suddetti, non ho visto un solo film al cine e neanche sfogliato uno dei libri e giornali citati. Amen.
PS: Cenerontola però l’ho vista ( non era “La Bella addormentata”?)
Mamma mia come stiamo messi.
Questa rubrica comincia ad assomigliare a una puntata di Report, la uso per indignarmi una volta a settimana (per poi tornare alla nutella e al radical chic imperante di Tumblr).
caro madeddu, gianna nannini, sfutta da vera pornografa la sua maternità per il nuovo disco con cui ci (e ti) ammorba, e tu dire quasi che è bello, vergogna.
Finito il giro poi aggredisce per strada un paparazzo che turba la sua privacy con la bambina. Mi piacerebbe che me lo commentassi questa bella contraddizione.
Nelle fabbriche di Nichi, come si evince chiaramente dal nome, fabbricano cloni di Nichi per conquistare il mondo!