“Il nucleare? A cinquant’anni capisci che è giusto”. Parla Ian McEwan

Videointervista con Ian McEwan

«I verdi dovrebbero prendere in considerazione l’energia nucleare. Inutile pensare di avere abbastanza vento o sole per tenere accese le luci di Roma in una giornata piovosa d’inverno». Ian McEwan è uno dei più grandi scrittori viventi. Nel suo ultimo romanzo, Solar (Einaudi), racconta ironicamente la storia di un premio Nobel alle prese con energie sostenibili, spedizioni artiche e sfortunate storie d’amore. «Ogni ambientalista a una certa età si converte al nucleare. È una questione generazionale». E perché McEwan è così interessato alla scienza da metterla spesso nei suoi romanzi? «Perché la scienza è uno dei pochi ambiti nei quali il pensiero dell’uomo è capace di correggersi» spiega lo scrittore. E alla domanda se il suo prossimo romanzo sarà ambientato in Italia risponde misterioso (per chi è curioso, andare al minuto 5 e 43).

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9 Commenti

  1. ok, ma non si e’ detto che le scorie di uranio stanno terminando…
    quindi anche iniziando la costruzione di nuove centrali, quando sarnno pronte saremo nuovamente in scarsità di combustibile per alimentarle???

  2. Orc… ho ancora dieci anni prima di convertirmi al nucleare! Speriamo che nel frattempo inventino qualcosa di meglio.

  3. Un libro di un venduto, resterà invenduto? Sarà pieno di ex-bastonatori di Capanna o di PotOp che andranno a regalarlo all’amante o alla compagna ancora in calore a 55 anni. Terribile Italia, terribile disastro della potenza oligarchica capitalistica monetarista mondiale.

  4. Eh certo, a 50 anni capisci che quando le centrali saranno attive tu sarai morto o giu di li, quindi tanto vale vendersi al pro-nucleare e farsi una vecchiaia coi fiocchi. E fanculo chi viene dopo, problemi loro.

  5. Le miniere di uranio sono quasi tutte chiuse, non perchè esaurite ma perchè ai prezzi di mercato, anche se sono aumentate le quotazioni nell’ultimo decennio, diventa impossibile l’ulteriore estrazione di minerale. Sommando il nuovo estratto futuro alle scorte presenti, in parte provenienti da disarmo di testate nucleari e simili, non abbiamo a disposizione, mondialmente, che una trentina d’anni di produzione di energia da fissione nucleare.
    Se questo un 50enne lo chiama futuro, è solamente un discorso da ignobile prezzolato.

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