Salve, sono Silvio Berlusconi. Dimenticate il Pil e i disoccupati e le tasse e sentite questa: c’è Dio che torna a casa dopo aver cenato con dei magistrati ebrei che hanno fatto pagare il conto a lui in un ristorante di cinesi che cucinano i parenti morti e usano come camerieri dei negri che violentano le bianche; arrivato in Vaticano dopo un’ora di traffico in mezzo ai porci romani, paga il taxi guidato da un napoletano che non si lava, apre la porta di casa e trova la Madonna col Dalai Lama e commenta: “Ha proprio ragione Allah, le donne sono tutte…” – no, aspettate, ho lasciato fuori i gay. Dunque, c’è Dio che sta tornando a casa abbracciato a Manitù, e… Ok, skip intro. Il temino odierno non varia: chi è al n.1 è come Berlusconi, e viceversa. E al n.1 oggi c’è Spinoza, trionfatore dei MacchiaBlogAwards. Berlusconi è come lui o meglio, come quelli che ogni volta che c’è un morto o una ecatombe gioiscono gioiosi perché possono mandargli una battuta IRRIVERENTE o condividerla su Facebook e collezionare “ahahahaha” degli amici – ecco, Berlusconi è così, è uguale, in questo Paese che sghignazza di bile è un dannato della battuta, uno schiavo della burletta – ma a ben guardare è anche il contraltare bagaglinesco di un elettorato di opposizione che la linea se la fa dare da Grillo, Crozza, Sabina Guzzanti o Daniele Lutt… – no, da lui non più… Tra i dischi invece, al n.1 sono gli Skunk Anansie. In che modo una negra lesbica con la testa pelata è come Berlusconi? Ancora più facile.
Seguitemi: gli Skunk Anansie toccano il proprio apogeo negli anni Novanta, e Berlusconi pure. E tanto e tale è stato il polverone negli anni 00, che ci teniamo aggrappati a quel poco che abbiamo capito del mondo (o creduto di capire) in quel decennio, nonché alle promesse che ci sono state fatte allora, e dagli individui più bizzarri. Sapete, ho intervistato Skin qualche mese fa, e mi ha spiegato che in patria i media l’hanno sempre evitata in quanto soggetto troppo bizzarro. Al che io, con sincera empatia ma con il senso di realtà in completo blackout, le ho detto: “Ma perché? Tra le rockstar inglesi si è visto di tutto. Cos’hai TU di strano?”
(ripeto: negra, lesbica, pelata, a capo dei moderni Led Zeppelin) (si sarà anche visto di tutto in Inghilterra, però insomma)
Ebbene. Sapete quando si usa l’espressione “In quale altro Paese, uno come Berlusconi…”
Ecco. In quale altro Paese una come Skin è riuscita a uscire dalla nicchia? Praticamente nessuno. E, in questo caso, un punto per noi e per il nostro penchant per i soggetti francamente bizzarri: in questo, non abbiamo ancora ceduto del tutto alla globalizzazione (concetto molto anni 90, lo uso per coerenza). Il disco degli Skunk suona invero come se gli anni 00 non ci fossero mai stati, a differenza del disco dei Massive Attack, altro gruppo che ha saltato un decennio ma se non altro stando un po’ alla finestra. Skin e soci invece no, sono ripartiti da dove si erano fermati, e non so se avete sentito il disco, ma nel complesso non direi che sono ripartiti male, restano un gruppo che ha una sua personalità, cosa che non posso dire, che so, dei Kings Of Leon (tanto per citare un gruppo di rock globalone che da noi non attecchisce: vediamo che succederà col prossimo album di riffoni telefonatissimi).
Al n.2 in classifica i detronizzati Linkin Park, seguiti dal precedentemente detronizzato Fabri Fibra: in settembre abbiamo cambiato 4 numeri uno, col primo di questi (Iron Maiden, n.12) attualmente fuori dalla top ten. Nella quale entrano al n.4 Santana, con un disco di all stars (hombre, che idea! Era almeno dal penultimo e dal terzultimo e dal quartultimo disco che non la escogitava). E al n.10 i Maroon 5, dei quali non mi frega niente, e così spero di voi. Chiudo la pratica della top ten informandovi che al n.5 c’è Fiorella Mannoia, al n.6 MiticoLiga, al n.7 Shakira (sul cui imminente nuovo disco posso anticiparvi che è la più irresistibile tamarrata del mondo). Poi, al n.8, e me ne farò una ragione, quel cefalopode di Phil Collins, e al n.9 la Rapsodia in Blu di Bollani & Chailly. Dalla prima decina scivola (ma non abbastanza) anche Biagioantonacci (n.11) e come lui Katy Perry (n.17).
Più giù, nel magma, Serj Tankian (n.23) entra in classifica più alto di John Legend & The Roots (n.27) che vengono preceduti anche da una ennesima raccolta degli ABBA (che c’è il musical, eccetera). Entra bassissimo il nuovo album di Seal (n.31) nonostante il video con lui e la sua signora nudi, non va bene quanto il precedente pastone di cover. Crolla inaspettatamente al n.44 Breakfast in America dei Supertramp. Non capisco perché. So di darvi una delusione, ma non è che io capisca tutto.
noto l’assonanza, effettivamente…
Skin lesbica???
Ma io sono un’uomo! E adesso come facciamo a sposarci???
Avevo già programmato tutto…
Ma perché in Italia gli Skunk Anansie vanno meglio che in tutto il resto del mondo, mentre altri gruppi vanno molto peggio che in tutto il resto del mondo? Cosa hanno i gusti italici di diverso da tutti gli altri?
E pensare che ne ho gia’comprate una ventina di copie, del disco dei Supertramp. Il prossimo da far salire in classifica potrebbe essere, che so, Pet Sound.
mi piacciono le minirecensioni contenute nei tuoi scritti, quelle su kings of leon e maroon 5 sono piccoli pezzi di bravura.
a volte mi piacciono anche se non sono d’accordo, pensa te a che livello sei.
sugli skunk anansie possiamo dire che non servono assolutamente a niente? più o meno come se i soundgarden o gli stone temple pilots tornassero a fare un disco nuovo….puro revival fine a sè stesso.
L’ossessioni di Madeddu per Berlusconi è il vero tema di The Classifica.
E’ la classifica più stramba da molto tempo in qua. E niente VascoLigaCherubin!
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