Santoro. Luttazzi. Biagi. Direi che dei nostri eroi, quello che sta facendo la figura migliore è quello che ha tolto il disturbo. Forse siamo degli ingrati, non apprezziamo Egli come meriterebbe. Dopo tutto, Egli ha salvato l’Europa. E noi niente, dell’Europa ce ne sbattiamo: l’unica straniera in top 10 è l’americana Christina Aguilera al n.8. Devono averla comprata i leghisti. Il resto è un trionfo di spaghetti e mandolini, a partire dal n.1 di Gigi D’Alessio; lo seguono, dal n.2 al n.5, musicisti in quota all’opposizione: miticoLiga detronizzato, Litfiba, J.Ax + Neffa, Zésare Cremonini. Non vi riconoscete in questa opposizione? Tipico di voi. Al n.6, 7, 9 e 10 spazio al gustone del popolone: Biagio Antonacci, Renato Zero, Marco Carta, Mina. Escono dalla prima decina Gigi D’Agostino e Pierdavide Carone, ma se non altro non ci entrano i dAri. Comunque, è un’autarchia felice. Vediamo cosa ci stiamo perdendo.
Nel Regno Unito in top 10 ci sono la Aguilera, Alicia Keys, Michael Bublè, la colonna sonora di Glee (n.1 in Usa. Qui da noi, non arriva proprio), Lady Gaga, i Pendulum, Pixie Lott. E ben due album di Glenn Miller. Cioè, uno è proprio un disco di roba sua, uno è di arrangiamenti della banda militare della RAF (da non confondere con). Vattelapesca perché. Ho cercato notizie in merito – pensando che di 90enni nostalgici non dovrebbero essercene molti, quindi magari a monte la Glennmania poteva esser stata scatenata da una pubblicità, o da un anniversario, o da un biopic sulla cara, vecchia big band. Beh, mi dispiace, non ho trovato spiegazioni. Speriamo almeno che qui nessun brillantone prenda ispirazione per un pezzo dance col campionamento di In the mood o American patrol. Odio queste cose. Forse fanno ancora più senso di quei periodici remix techno di Faccetta nera o La sagra di Giarabub o dei discorsi del duce con sottofondo dance.
Anche in Francia c’è una mania spiazzante, ed è quella dei preti canterini. Al n.1 ci sono Les Pretres, due preti e un seminarista della diocesi di Gap che cantano, ma non i soliti canti gregoriani. Cantano in modo un po’ desolante un loro testo in latino, Spiritus Dei, sovrapposto alla Sarabanda di Haendel (per intenderci, il tema principale di Barry Lindon). Al n.2 ci sono i quasi altrettanto enfatici Muse, molto molto amati in Francia. Al n.3 i Sexion d’Assaut, numerosissima posse di rapper franciosi, tutti oggettivamente negri. Sparsi, nella top 10, Black Eyed Peas, Katie Melua (che qui, nessuno se la fila), Lady Gaga, David Guetta.
Come l’Italia, anche la Germania è piuttosto autarchica ultimamente, il che fa pensare – magari siamo pronti a un nuovo asse. Anche se io continuo a preferire un tris d’assi con Putin e Gheddafi (mi spiace lasciar fuori Lukashenko, che “è un grande amico”, ma voi capite che gioca in un altro campionato). Al n.1 c’è Lena, la vincitrice dell’Eurofestival, quella cosa che fa impazzire l’Europa, ma a noi – appunto – non interessa. Per un motivo molto semplice: chi vince deve ospitarlo l’anno dopo, e l’Italia non vuole correre il rischio. E dire che basterebbe iscrivere gli Aram Quartet. Lena è un caso interessante, perché il suo pezzo My cassette player è in inglese ed è il tipo di pop con batteria da battimani (Gabriella Cilmi, Pixie Lott, o Fuck You di Lily Allen) che piace molto in Europa – ma appunto, perché dovrebbe piacere a noi. Al n.2 gli Unheilig, hard rock tipo Rammstein ma più melliflui. Al n.3, anche qui hip-hop autoctono, Die Fantastischen Vier. Ma poi ecco Jack Johnson, Katie Melua (che qui, nessuno se la fila), i Rolling Stones.
In generale, la Euro Chart di Billboard ci dice che Christina Aguilera è al n.1 (va meglio in Europa che in America), seguita da Katie Melua (che qui, nessuno se la fila), Jack Johnson, Lady Gaga, AC/DC, colonna sonora di Twilight.
E quindi, come vedete, Egli ha salvato l’Europa, ma non si capisce perché. Cosa abbiamo in comune con lei?
Oppure.
Oppure stiamo coraggiosamente dicendo che il re è nudo, e che là fuori dai nostri confini non si producono più grandi dischi.
Perciò, come schiaffo morale, ascoltiamo Gigi D’Alessio.
Katie Melua (che qui, nessuno se la fila) l’ho vista quando duettava con i Pogues e guardava orripilata nella voragine nera che è la bocca di Shane McGowan, con un’espressione buffa e indescrivibile. Da allora mi sta simpatica, e ho pure le sue biciclette di shanghai.
ufff mi ti stavo quasi per perdere… sopra c’erano post già visti e per caso ho spinto la rotella fin qui…
vabbè è valsa, come sempre la pena ;)
Azzardo una chiave di lettura : Gigi d’Alessio è roba nostra, vabbene, ma poi? In Top 5 abbiamo un rocker di Correggio, degli anziani new waver (si dice così?), dei vecchi rappers, un brit pop romagnolo. Insomma, che gli Italiani siano davvero esterofili?
La classifica italiana ha un non so che di medievale (o si scrive medioevale?).
Piuttosto, ho sentito in radio un pezzo live di Antonaccio cantato in inglese.
Se ne sa qualcosa? Che rabbrividisco al sol pensiero.