Colti sul Fatto

Non c’è niente di drammatico nell’appartenere alla famigerata casta dei giornali: purché chi vi appartiene non combatta una battaglia contro la famigerata casta dei giornali. E’ il caso de Il Fatto, sotto la cui testata c’è scritto che «Non riceve alcun finanziamento pubblico» anche se non è vero, anzi, è decisamente falso.

Affianco alla citata frasetta, infatti, in piccolo, si legge «Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv. in L.270/02/2004) Art. I comma I Roma Aut. 114/2009» che in lingua italiana significa che il quotidiano, dopo averne fatto richiesta, fruisce delle «tariffe postali agevolate per i prodotti editoriali».

Trattasi dei pure famigerati «contributi indiretti» che riguardano le tariffe postali e che nel caso rappresentano, con quelle elettriche e telefoniche, «la fetta più grossa distribuita a tutti i giornali»: la definizione è di una celebre puntata di Report andata in onda il 23 aprile 2006.

Sono agevolazioni di cui può giovarsi chi ne faccia richiesta, appunto: è, anche, il caso de Il Fatto. Ed è il caso, per fare esempi notevoli, de La Repubblica-Espresso che nel 2004 hanno ricevuto 12 milioni di euro, Rcs e Corriere della Sera 25 milioni di euro, Il Sole 24 Ore della Confindustria 18 milioni di euro, Mondatori 30 milioni di euro.

Restando ai soli abbonamenti, per ogni copia spedita, Il Sole 24 Ore invece di 26centesimi ne spendeva solo 11. La differenza ce la mette lo stato. Nel 2004, nel caso, ci ha messo 11 milioni e 569 mila euro. Ma questi erano appunto i dati del 2004. E oggi? E, per quanto c’interessa, nel caso de Il Fatto? Dipende dallo scaglione di sconto.

Il quotidiano diretto da Antonio Padellaro vanta 45mila abbonamenti dei quali soltanto ottomila sono cartacei: gli altri – riferiscono fonti interne al giornale – sono tutti online, spediti in formato Pdf. Lo sconto dipende dal peso fisico del giornale, che nel caso è attorno ai 200 grammi e appartiene quindi allo scaglione che prevede uno sconto del 50 per cento; la tariffa di 26 centesimi per copia scende perciò a 13. Ergo, fanno poco più di mille euro. Al giorno.

Calcolando le 312 uscite annuali de Il Fatto (che il lunedì non è in edicola) fanno circa 325mila euro che non vengono pagati e che le Poste si fanno rimborsare dallo Stato, cioè dal contribuente, come si dice. Dai cittadini, direbbe Di Pietro.

E un Beppe Grillo? Come lo direbbe? Più o meno come lo fece il 6 marzo 2008 sul suo blog, mentre preparava il Vaffa-day del 25 aprile successivo: «Berlusconi, De Benedetti, la Confindustria e il salotto buono di Rcs si fanno pagare i costi del telefono, della luce e dei francobolli per le spedizioni. Sono contento. I più ricchi imprenditori italiani lo sono anche per merito nostro. Quando lo psiconano leccherà un francobollo gratis per spedire Panorama, penserà a noi con affetto sincero».

Ora: se Il Fatto fruisca anche di agevolazioni per la luce e per il telefono noi non sappiamo, anche se non stupirebbe né scandalizzerebbe. Ma per i francobolli, come detto, sì, c’è scritto in testata. Padellaro e Travaglio posso ringraziare a loro volta.
Invece si lamentano. Su Il Fatto di ieri, a pagina 10, compare un riquadrino titolato «Un colpo ai giornali» in cui si condanna «la riduzione delle tariffe postali che riguardano 8000 testate».

Cioè: abbattono il grosso dei soldi elargiti alla casta giornalistica (Grillo ci promosse un fallito referendum) e a Il Fatto non sono contenti. Per niente: «L’intervento», si legge, «cancella i 50 milioni di euro di rimborsi alle Poste e rischia di incidere anche sui costi degli abbonamenti in corso, penalizzando i gruppi che si affidano meno all’edicola».

Esempi da fare? Eccoli: «Il Sole 24 Ore o Italia Oggi». Basta. Il Fatto dimentica di citare Il Fatto. E Marco Travaglio, probabilmente, spera che qualche grillino dimentichi ciò che disse lui stesso arringando la folla del 25 aprile 2008, quando tuonò contro i finanziamenti all’editoria (tutti i finanziamenti all’editoria) pur scrivendo sull’Unità che percepiva dei contributi diretti milionari, allora come oggi. Ora invece scrive su Il Fatto, che i contributi li percepisce indiretti. E ha un bel contratto con la Rai, pagata con il canone.

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38 Commenti

  1. A Luca Sofri:
    Che ne dici, se finanziamenti pubblici e sgravi fiscali hanno due nomi diversi, sarà perchè si riferiscono a concetti diversi? Ah, l’italiano!

  2. Filì io non ce l’ho con te che scrivi queste cose su Libero.Ce l’ho con questa società che ti fa arrivare sempre a fine mese con l’affanno, le tasche vuote e i soldi che non bastano mai.Ma con Mattino5 continui sempre a collaborare?Adesso vado a scolarmi due birre.

  3. ” Gli si è ritorto contro? Lo hanno arrestato, tipo?”

    No, più che altro, voleva far fare una brutta figura e ha finito per farla lui.

    ( Luca, ma che capperi di idiozia di commento? )

  4. E’ impossibile discutere con i piccoli fan di Travaglio e Grillo, il comico populista che si atteggia a tuttologo e si improvvisa statista.
    Per loro Travaglio e Grillo hanno ragione a prescindere. Sono i guru, i padroni, e vanno serviti e difesi con qualunque argomento, anche il più ridicolo.

    Se pure il Fatto prendesse i soldi da un partito, i grillini-travaglini spiegherebbero che fa benissimo, che Grillo e Travaglio hanno sempre ragione, ecc.

    I grillini-travaglini sono i migliori alleati di Berlusconi.
    Fsteggiavano insieme ai leghisti per la sconfitta del loro odiato nemico PD in Piemonte, incuranti del fatto che abbia vinto la destra e il governo anche grazie a loro.

    Che schifo i grillini – travaglini.

  5. Il Foglio se ne esce con un scoop vecchio, tutto già letto e visto qualche anno fa.
    Li ho anticipati perfino io, che sono un semplice premio….
    E pensare che sarebbe bastato riportare questo:

    “A questo punto qualcuno si domanderà che cosa c’entri il quotidiano di Feltri con i giornali di partito. Niente. C’entra solo per via di un furbo espediente escogitato 8 anni fa, quando Libero fu fondato. Siccome nessun editore era disposto a metterci troppi soldi e Feltri non intendeva rischiare i suoi, qualcuno si ricordò che esisteva un bollettino mensile del Movimento monarchico italiano, Opinioni nuove, registrato fin dal 1964 presso il tribunale di Bolzano. Il periodico era l’organo di un gruppo di amici, quattro gatti, che usciva quando e come poteva, ma riceveva un contributo di 20 milioni di lire l’anno dallo Stato. L’editore di Libero chiese ai monarchici di prendere in affitto la testata in cambio di 100 milioni di lire: un affare per i nostalgici del re, ma soprattutto per Feltri e i suoi, i quali s’inventarono una specie di supplemento quotidiano di Opinioni nuove. In grande si leggeva Libero, in piccolo, ma con la lente d’ingrandimento, la testata del Mmi, quella che aveva diritto ai contributi di Stato. L’Espresso se ne accorse e chiese lumi a Feltri, il quale giurò che avrebbe rinunciato ai finanziamenti. Una promessa dimenticata in fretta, perché appena un anno dopo, compreso che la testata Opinioni nuove era una gallina dalle uova d’oro, Libero chiese ai monarchici di comprarla per 500 milioni di lire. Agli orfani di Casa Savoia parve di sognare: il loro giornalino si rivelava il miglior investimento mai fatto. Perciò si affrettarono a vendere e a investire il ricavato in alcuni negozi a Bolzano. In realtà, il miglior investimento lo ha fatto Libero: chi di voi non pagherebbe 500 milioni di lire una tantum per poi incassare in 7 anni quasi 40 milioni di euro e chissà quanti altri nel futuro? Certo, bisogna riconoscere che, a differenza di altre imprese consimili, almeno quei soldi sono serviti a far nascere un giornale importante. A Feltri va dunque dato atto di aver fatto qualcosa di utile. Ma non deve arrabbiarsi se sorrido di fronte alla sua arrampicata sugli specchi per giustificare il finanziamento pubblico. È uno stile libero che non gli si addice.”
    Firmato: Maurizio Belpietro, attuale Direttore di Libero.

    Interessanti i discorsi sullo schifo.
    Poi passiamo a: è brutto, sporco e cattivo cattivo, mi piace, lo apprezzo, è orribile, è antipatico.
    Ma ammetto che è la parte del discoso di Demmini più interessante, perchè quella dedicata all’analisi del voto è semplicemente ridicola.

  6. Facci da bravo “marpione” ha capito che l’importante è esserci. Pazienza se ti tocca fare le pulci ai giornalisti, quelli veri.

    Il suo ultimo post qui, dove dice la sua, ha 15 commenti. Questo 174. Capito?

    Sempre meglio che lavorare.

  7. “che Libero beneficiasse di contributi era stranoto, che ne beneficiasse Il Fatto non lo sapeva praticamente nessuno. Ecco tutto.”

    Passi non andare alla confernza stampa di presentazione di un nuovo giornale, passi non ascoltare radio radicale, passi non accorgersi di quello che c’è scritto in prima pagina sulle modalità di spedizione del quotidiano, ma nemmeno farsi un giretto su youtube.
    http://www.youtube.com/watch?v=hv-cMGnUKO4&feature=related
    Dal minuto 3:10 in poi.
    Una notizia segretissimaaaaaa!!!!

  8. A Gloria: che ne dici, se finanziamenti pubblici e finanziamenti indiretti hanno due nomi simili, sarà perchè si riferiscono a concetti simili? Ah, l’italiano!

  9. se hanno due nomi simili sarà perché non sono uguali

    se qualcuno dice che le cose simili sono in realtà uguali, un motivo per mentire ce l’avrà

  10. Max Uggeri, comunque le risposte all’articolo di Facci non erano di Travaglio ma di Padellaro. Cosi, tanto per chiarire.

  11. Ti brucia proprio che i giornalisti de “Il Fatto” abbiano il coraggio di essere indipendenti e liberi e invece tu sei condannato a questo modo vergognoso di fare giornalismo?

  12. “Invece di attaccare il ragionamento, attaccano il ragionatore”.
    Era una frase citata spesso proprio da Travaglio, spesso a ragione. Peccato che i piccoli fans dello stesso Travaglio siano i primi ad aggredire un giornalista che da’ una notizia sgradita o esprime un punto di vista diverso dal loro.

  13. Facci e Travaglio, che paradosso! Questi due dimostrano definitivamente che l’apparenza inganna.

    Travaglio è di destra, detesta Berlusconi ma anche il PD, ma essendo considerato un “antiberlusconiano” che bazzica ambienti di sinistra, viene scambiato per uno dell’area dell’opposizione (quindi del PD o alleata del PD), dunque i suoi attacchi continui allo stesso PD vengono percepiti dagli elettori come “fuoco amico”, dunque credibili, dunque efficaci. Essendo la sinistra propensa all’autocritica e alla fustigazione, il massacro quotidiano di Travaglio al PD sortisce effetti devastanti, mentre Berlusconi ne esce del tutto indenne.
    Travaglio è bravo, sa essere ironico, è un gran lavoratore, si legge talvolta con piacere (sempre meno spesso, a dire il vero), ma certamente danneggia il PD e – a dispetto del suo “antiberlusconismo” dichiarato – avvantaggia proprio Berlusconi.

    Facci invece è di sinistra e si vede. Attacca Di Pietro non perché è il presunto “nemico” di berlusconi, ma perché degrada la qualità della politica e indebolisce il centrosinistra, per il quale Facci in fondo al cuore simpatizza.
    Facci si dice di centrodestra, mentendo, e sostiene Fini: come dire, Berlusconi ha rotto le balle e va sostituito in fretta, perché potrebbe combinarne di tutti i colori e potremmo trovarci un Di Pietro insieme a un Grillo al 50% con un astensione del 70% se continua così.
    Quello di Facci è vero antiberlusconismo, perché insinua il dubbio e la critica dall’interno, rivolgendosi agli stessi elettori che simpatizzano per il centrodestra, e per quetso è più efficace.
    Certamente meno nocivo al centrosinistra rispetto a quello di Travaglio.

    Epppure Travaglio è considerato l’alfiere dell’antiberlusconismo, Facci un leccaculo di Berlusconi.

    I paradossi di un’Italia impazzita e continuamente ingannata.

  14. Che analisi arguta, dovresti spiegarlo a Silvio che Travaglio fa il suo gioco, ci risparmieremmo misure da dittature sudamericane.

  15. agevolazioni postali…non seguo, ma da oggi comincero una crociata in tutti i bar.
    Qualunque bar si permettera’ di applicare tariffe agevolate a chi consuma piu’ di 10 cappuccini, dovra’ esporre obbligatoriamente foto di Facci a Porta a Porta sopra macchina del caffe per un mese.

  16. ” ma certamente danneggia il PD e – a dispetto del suo “antiberlusconismo” dichiarato – avvantaggia proprio Berlusconi.”

    Infatti è per questo che volevano mandarlo via da Annozero ed è sempre per questo che lo vediamo ” imperversare” sulle reti berlusconiane. Perchè ” avvantaggia” Berlusconi.

    ” Attacca Di Pietro non perché è il presunto “nemico” di berlusconi, ma perché degrada la qualità della politica e indebolisce il centrosinistra, per il quale Facci in fondo al cuore simpatizza.”

    Se gli ” attacchi” di Facci a Di Pietro fossero di natura politica potrei pure darti ragione. Non che mi importi molto di ascrivere Facci alla ” causa” di sinistra, ma diciamo che si potrebbe riconoscere dignità al tuo ” ragionamento “. Invece, Facci è ricorso a dossier anonimi, pretende che la sue ricerche su Di Pietro che hanno portato a ZERO risultati abbiano chissà quale valore, e, da vero garantista unilaterale, se si tratta di Di Pietro , pretende che un non luogo a procedere non significhi che non c’era un ca**o, come capirebbe chiunque abbia letto le carte processuali su Di Pietro, ma nasconda invece chissà quali terribili colpe. Etc, etc.

    ” Quello di Facci è vero antiberlusconismo,”

    Sì, certo, chissà quanti voti gli ha tolto. E chissà quanti elettori berlusconiani hanno sviluppato un qualche senso critico verso Berlusconi grazie alle punture di spillo di Facci.

  17. i lettori ntiberlusconiani di Libero prenderanno malissimo il “marameo ai giudici” che campeggia oggi in prima pagina, m’immagino torme di indignati …

  18. Mazzetta: “se hanno due nomi simili sarà perché non sono uguali. se qualcuno dice che le cose simili sono in realtà uguali, un motivo per mentire ce l’avrà”. Ma te leggi?

  19. indagherei anche sul fatto che gli uffici della redazione del “Fatto” non siano stati ristrutturati usufruendo della classica detrazione percentuale…cos’era il 36% ? non ricordo…
    e spero che nessuno, da Padellaro al lavacessi, abbia cambiato auto sfruttando l’incentivo statale, o che a breve cambi la cappa elettrica della cucina di casa…
    sa mai che qualche ispettore aggiunto all’amatriciana tiri fuori sta storia e ci faccia un altro libro (flop, tra l’altro…)

  20. Ma soprattutto…

    “Essendo la sinistra propensa all’autocritica”

    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAH

    Ma in che paese vivi?

  21. Broono, vivo in Italia e mi risulta che i grillini-travaglini ogni santo giorno sparino contro il PD le peggiori nefandezze, arrivando ad accusare l’opposizione delle scelte del governo.
    Non a caso i grillini e i travaglini festeggiavano, con il loro sorriso ebete, la sconfitta del PD in Piemonte, senza nemmeno capire che non hanno vinto loro, ma Berlusconi.
    E gli elettori del PD, sempre pronti a confrontarsi e a usare il fioretto anziché i cannoni, incassano.

    Se invece qualcuno del PD osa criticare Travaglio o il suo sodale, il santone urlante sparaboiate che tra un rutto, una scorreggia e un vaffanculo si da’ arie da tuttologo e si improvvisa statista, allora orde di grillini arrivano ad insultarlo senza entrare nel merito.

    Per uno che vota il PD non è ammessa la critica ai loro idoli cialtroni, che hanno ragione a prescindere perché tra loro e i piccoli fan decerebrati c’è un rapporto fondato su basi emozionali e carismatiche.
    Loro rappresentano il Bene, il resto del mondo è il Male.
    E questo perché così ha detto il guru sputacchiante, uralndolo a squarciagola da un balcone senza contraddittorio.

    I grillini-travaglini sono l’altra faccia della medaglia berluschina: quella comica.

  22. Ok, prova superata, Il Giornale l’hai riportato bene, anche come forma dialettica, bravo, 7+, anche oggi la merenda l’hai portata a casa.

    Se poi c’hai anche tempo di spiegare quella cosa lì dell’autocritica della sinistra, magari porti a casa pure un 8.
    Altrimenti mica è un obbligo.
    Uno può aver detto una minchiata senza possibilità di spiegazione (per “spiegazione” si intende cose che risultino intelligenti anche al di fuori dei commenti de Il Giornale, ovviamente), a lui piace, va anche bene così, non è necessario aggiungere a minchiata minchiata doppia carpiata.

    Certo, concetto difficile da trasferire in una testa che per spiegare l’autocritica della sinistra dice che i grillini se la prendono col piddì.
    Per questo manco mi aspettavo risposta.
    Era una domanda ironica, la mia, rispetto al paese in cui vivi.
    Manco questo avevi capito?

  23. Facci non è un simpatizzante di sinistra. Semplicemente è un ex radicale che ha ancora addosso qualcuna di quelle idee.

  24. @Broono
    Capisco che chi adora acriticamente un buffone che si da’ le arie da tuttologo, da scienziato e da statista non sia in grado di capire ciò che scrivono i normodotati.
    Nessuno stupore, quindi.

    Sta di fatto che i signori del PD un difetto ce l’hanno: non hanno ancora chiarito l’equivoco di Travaglio, Grillo, Di Pietro e schifezze varie: quelli sono i nemici del centrosinistra e stanno “dall’altra parte” come Vespa e Minzolini.

    Provo a spiegartelo meglio, chissà che non ci arrivi anche tu.
    Se Feltri dice: “Il PD fa schifo ed è una merda” non ha alcun peso nell’elettorato dell’opposizione, perché si sa già che Feltri è un giornalista-propagandista che sta con la destra.
    Se Travaglio dice le stesse cose invece ha ragione, perché è una critica che viene dall’interno dell’opposizione, e che viene erronaemente percepita come uno stimolo per migliorare.

    Travaglio & Grillo non vogliono affatto contribuire a migliorare l’opposizione attuale, la vogliono semplicemente distruggere per mettersi in tasca i soldi alla faccia di quei poveri fessi che li idolatrano dopo aver comprato la palla magica che lava il bucato con gli infrarossi.

    I grillini sono talmente stupidi che hanno votato in massa la lista finta “Grilli parlanti” (creata da quel tizio che fece il partito “No Euro”) scambiandola per l’originale.
    Solo i fessi potevano cascarci: infatti i Grilli Parlanti ha preso l’1,68%: un grillino su 4 è riuscito a sbagliare lista!

    Sì, Facci ha ragione: Grillo e Travaglio ramazano il peggio del peggio.
    E si vede.

  25. Scusate, non mi vorrei sbagliare, ma il 30 Marzo 2010, cioè in data antecedente a questo post, il governo non ha emanato un decreto ministeriale che sopprime le agevolazioni fino al 31 12 2010 in modo, tra l’altro indiscriminato, colpendo in maniera letale i piccoli editori e le organizzazioni no profit?

    http://lanuovaecologia.it/view.php?id=11601&contenuto=Notizia

    C’è un mio amico che ha una piccola casa editrice e dice che muore, è insostenibile.
    La cultura colpita al cuore ancora una volta, se qualcuno avesse avuto dubbi sull'”odio”, questo si davvero odio, verso la cultura che ha questo governo. Ma cosa ci si può aspettare da un narcisista, da uno che quando è sceso in campo parlava seduto dietro ad una scrivania con una libreria alle spalle completamente vuota di libri. La cultura consente di non farsi manipolare, è valore collettivo ed individuale, per cui nemica del narcisista, che riempie il sé mancante e la enorme disistima di se stesso con il riflesso dell’adulazione altrui. Che ha tre comandamenti: sedurre, comandare e guadagnare. Che non può sbagliare e non può chiedere, perché altrimenti crollerebbe tutta la costruzione di onnipotenza (il falso sé, false self) che difende l’inesistenza, l’inconsistenza, il vuoto lasciato dalla mancanza del vero sé (true self). Non può sbagliare perché il più piccolo errore inficierebbe la struttura dell’onnipotenza come una cricca sul cristalo, e non può avere bisogno perché rischierebbe un rifiuto. Da questo punto di vista la storia delle liste è emblematica. Un narcisista non può ammettere un errore.
    La scuola, la cultura sono nemici del narcisista che fa proseliti facendo credere di “avere il sole in tasca!”. Ai gonzi.

  26. vero Ventomare, infatti Facci ed altri si sono incaricati di spiegare come tali contributi siano immorali, cogliendo due piccioni con una fava: il piccione Travaglio e la cancellazione delle agevolazioni, che magari qulcuno interpreterà come la fine di un odioso privilegio “come aveva detto anche Grillo”, tanto più che il target di ‘sti tizi quando si parla di cultura legge culturame e vede rosso

    tutto si tiene, anche nel pieno della farsa…

  27. Non credo che Facci ritenga immorali quelle agevolazioni e non credo nemmeno che ritenga immorali i contributi diretti ai quotidiani.
    Ha criticato il comportamento di chi afferma che i contributi sono sbagliati e poi ne usufruisce, come il suo Direttore Maurizio Belpietro.
    Che poi nell’articolo si parli di Travaglio è solo un caso.

  28. Marco (e con questa ti saluto perché va bene tutto ma contare le uova in frigo è più produttivo), visto che ti fai portabandiera del pericolo dato dall’esondante pensiero acritico che immagino dovrebbe essere distante dal tuo modo di procedere, mi indichi per cortesia chi io adori e da dove hai preso la notizia?

  29. @Broono
    Se ti ho scambiato per un grillino e non lo sei, ti chiedo scusa per il giudizio precipitoso.

  30. Marco Demmini, sei del partito dell’Amore ?
    parli di santoni e comici …ricordo di uno che s trasudava santità facendosi annusare da Vespa e l’altro che raccontava barzellette in giro per il mondo…
    mah…questione di prospettive

  31. Forse è il caso di puntualizzare qualche scemenza scritta da tale Marco Demmini:

    – non è vero che i grillini han festeggiato perchè ha perso bresso. è vero che son contenti di aver messo almeno un consigliere in giunta.

    – non è vero che i grillini sono acritici sostenitori di grillo: quando grillo se l’è presa con la pubblicazione dei redditi del 2005, quando ha pubblicizzato la palla magica, quando se l’è presa con de magistris si son levati cori di protesta.

    – che grillo voglia “mettersi i soldi in tasca” è quasi da querela: i soldi di chi? e quando? ma di che parla ‘sto figuro?

    – la lista grilli parlanti esiste dalle scorse politiche

    – travaglio non dice “il pd è una merda”, travaglio spiega perchè il pd è un’oscenità

    – i grillini che criticano senza entrare nel merito li conosci solo tu. in compenso conosco tantissimi pidiellini che insultano senza entrare nel merito.

    il resto delle valutazioni su quale-giornalista-fa-meglio-cosa è puro vaneggio: non si capisce perchè, se travaglio aiuta berlusconi, il presidente del consiglio non voglia in onda annozero, nè si capisce come facci possa essere simpatizzante di sinistra, nè si comprende per quale motivo un giornalista dovrebbe avere, come scopo, aiutare questo o quel partito.

    che meraviglioso modo di fare: ricorda molto emilio fede che si lamenta delle parolacce di grillo mentre chiama annozero “annominchia”.

  32. Giù la maschera, grillini:
    http://www.ow5.rassegnestampa.it/provinciaromaow/Viewer.aspx?Date=Today&ID=2010040915415498

    I grillini, dopo aver festeggiato la vittoria di Cota in Piemonte, ora sostengono al ballottaggio i candidati di Berlusconi.
    Spero sia chiarito l’equivoco Beppe Grillo, il buffone di stampo vagamente fascistoide che si da’ le arie da tuttologo, filosofo, scienziato e statista e che tra un rutto, un urlo e una scorreggia favorisce da anni Berlusconi e la destra.

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