Donna nel 45 d.b (Dopo Berlusconi)

– Buonasera mi dica
– devo fare il cambio
– di quando sono?
– del ’40
– ha avuto disturbi, dolori, indurimenti delle protesi, allergie?
– No
– problemi di rigetto?
– No
– quante volte le ha rifatte?
– Sei volte
– Lo sa vero che queste, d’ora in avanti ,saranno più piccole? Lei ha superato i 65 anni.
– Si, si lo sapevo mi avevano avvisato l’ultima volta che mi sono sottoposta all’intervento. Ma quando dovrei cambiarle definitivamente?

– Eh signora! Chi può dirlo…. pensi che ieri è venuta una signora di 135 anni, l’ultimo intervento lo aveva subito a 90. Erano 45 anni che non si faceva operare e ieri ci ha confessato che anche se dopo gli 90 non è più obbligatorio, non ne poteva più di vedersi con quelle tette di una “ragazzina” novantenne.
– Ho capito l’antifona. Io sono prevista per 140 anni, sarà il caso che torni a rifarmi le tette anche dopo i novanta.
– Ora vediamo cosa dice il suo micro chip, per favore passi il polso sotto al lettore.
– Ecco.
– Ahi! Vedo da qui che questo mese lei non ha ancora terminato il suo programma sportivo, come mai?
– Lo so, è che io detesto fare attività fisica e così rimando sempre fino all’ultimo momento. Ma se guarda anche nei mesi precedenti, vedrà che mi riduco sempre all’ultimo ma poi faccio tutto.
– E come mai detesta l’attività fisica? Lo sa che le fa bene e che se lei sta bene può conservarsi il bonus sanitario fino a quando potrebbe averne veramente bisogno?
– Si, si lo so, e infatti termino ogni mese il mio programma benessere, solo che lo faccio all’ultimo momento.
– Si vedo, il suo bonus sanitario effettivamente è quasi intatto. Ma lo sa quante donne anche della sua età, arrivano qui per rifarsi le tette e hanno già terminato tutto il bonus di una vita? Si qui lei è prevista per i 140 con check up completo gratuito ai 130 e 135. Ma lo sa che 140 sono proprio tanti e che tra i 130 e i 135 sono tanti anni nei quali lei, per qualsiasi evenienza, può contare solo sul bonus sanitario? Guardi che le fratture del femore perché non si è in forma come si dovrebbe o il colesterolo alto perché si è mangiato prodotti freschi, non sono eventualità previste dal suo bonus. E poi vedo che lei non partecipa quasi mai ai televoti, non ha mai partecipato ad un concorso di bellezza, va raramente alle riunioni delle Estetiste Amiche e non ama partecipare ai balli cittadini settimanali. Come mai non si cura anche della sua anima? Guardi che è importante quanto quella che dedica al suo corpo altrimenti fa come quelli che vengono qui e hanno finito il bonus.
– Magari qualcuno avrà o avuto seri problemi di salute.
– No, perché per le patologie serie con complicazioni imprevedibili, paga ancora tutto il vecchio INPS. Sa qual’è la verità? La maggior parte della gente si sputtana tutto per rifarsi tutto.
– Ma scusi, gli interventi di “Piacevolezza” non sono già previsti nel nostro bonus?
– Certo, ma non tutti si accontentato di quello che hanno e così si rifanno anche cinque o sei volte tra un intervento di Piacevolezza e l’altro.
– Comunque ci saranno anche quelli che hanno problemi seri. Mica tutti quelli che si finiscono il bonus passano il loro tempo in cliniche estetiche.
– Pochi. A dire il vero da quando è entrata in funzione la grande banca dati genetica, quasi tutte le patologie più comuni, possono essere diagnosticate entro l’adolescenza e di conseguenza inserite nell’apposito piano di prevenzione personale con conseguente copertura finanziaria. Ecco vede, per esempio per sua nipote è già previsto che per quanto riguarda il seno, al primo intervento di rimodellamento, debba sottoporsi intorno ai 10 anni.
– Accidenti, così presto?
– Si, il suo chip mi dice che sua nipote probabilmente a dieci anni non avrà ancora il seno o almeno ne avrà pochissimo e che pertanto, per evitargli il turbamento di un confronto impari con le compagne, è consigliabile sottoporre la ragazzina all’intervento prima degli undici anni e comunque non oltre i dodici.
– Mah, sarò vecchia ma io mi ricordo che ai miei tempi, si imparava a crescere e a farsi le ossa proprio a scuola dove ti dovevi confrontare ogni giorno con i tuoi compagni che erano tutti uguali e tutti diversi da te.
– Signora, quello adesso si chiama “bullismo” e per fortuna non esiste più da diversi decenni come non esiste più la cultura violenta e pessimista che lo aveva generato.
– Ma di che parla?
– Dei comunisti quelli che pensavano che gli esseri umani fossero tutti uguali e adesso che siamo davvero tutti uguali non son contenti lo stesso.

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