Marco Travaglio ha sbroccato sul serio, ma per spiegarlo è necessario un riassuntino. Chi vuole si guardi o riguardi la lite ad Annozero su youtube (con Porro e Belpietro) oppure legga questo articolo del corriere.it ( http://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_23/santoro-travaglio-tragedia_a780e44e-2058-11df-a848-00144f02aabe.shtml ). In coda a questo post c’è il carteggio Travaglio-Santoro.
Riassuntino mio: giovedì scorso, ad Annozero, c’era lui che stava parlando delle pericolose frequentazioni di Guido Bertolaso, dopodiché un interlocutore, Nicola Porro del Giornale, gli ha fatto notare che una pericolosa frequentazione poteva essere capitata anche a lui, dopodiché, lui, Travaglio, ha avuto una reazione oggettivamente spropositata e ha preso Nicola Porro a maleparole («liberale dei miei stivali», e anche peggio) dopodiché Maurizio Belpietro ha cercato pacatamente di tornare sull’argomento, dopodiché è stato preso a maleparole anche lui («raglia, raglia pure») dopodiché, complice Michele Santoro, alla fine Porro e Belpietro non sono riusciti a dire quello che volevano dire. In una pubblica lettera a Santoro, poi, Travaglio ha scritto che Porro e Belpietro «non sono giornalisti», «frequentano corsi specialistici», «passano a ritirare la paghetta», «se non si abbassano a sufficienza vengono redarguiti o scaricati dal padrone», del resto «non hanno alcun obbligo di verità», non temono denunce perché attingono a un berlusconiano «fondo spese», fanno «i froci col culo degli altri» e si divertono perché «sguazzano nella merda e godono a trascinarvi le persone pulite per dimostrare che tutto è merda». Nel caso, rileggere.
Dopodiché Santoro l’ha mazzulato (vedi lettera) ma Travaglio, come stordito, ha ricominciato come se nulla fosse. In una sua rubrica su internet, e in una contro-replica sul Fatto, ha premesso che a Ballarò «hanno concesso a Bertolaso di farsi una serata di gala a spese del contribuente» e che comunque le cose che ha detto Bertolaso «sono stronzate, eppure gli è stato consentito di dire queste stronzate a Ballarò». Mentre ad Annozero, per contro, Porro e Belpietro hanno fatto «quello che fanno sempre, gli avvocati d’ufficio» e per il resto lo hanno calunniato: «Mi calunniano», «calunnia personale», «falsità, diffamazioni, calunnie». Sono tutte espressioni di Travaglio.
Ora, primo: rendetevi conto. Rendetevi conto della deriva di questo qui, l’unico giornalista della Terra. Sono tutti «merda», dicono «stronzate», manco Santoro va più bene. E neanche Di Pietro – ma qui lo perdoniamo.
Secondo: non c’è nessuna calunnia. Travaglio ha frequentato intimamente un poliziotto tre mesi prima che lo arrestassero perché vendeva notizie e prima che lo condannassero per favoreggiamento di un mafioso, un prestanome di Bernardo Provenzano. Nessuna calunnia: è Travaglio che ogni volta sposta il tiro e si difende da un’accusa che nessuno dei citati gli ha fatto: «Io di quelle vacanze ho documentato fino all’ultimo centesimo», ha scritto, «me le sono pagate io», «mi dovrei vergognare dopo che addirittura ho documentato tutto con gli assegni». Continua cioè a indignarsi, Travaglio, per una velata accusa che solo Giuseppe D’Avanzo di Repubblica buttò lì tempo fa: che si fosse fatto pagare le vacanze dal citato prestanome di Bernardo Provenzano, qualcosa cioè che nessuno ha mai scritto (su Libero e su Il Giornale) e che semmai è stata giudicata un’ipotesi ridicola e improbabile per esempio dal sottoscritto.
E allora qual è il problema? Il problema è che Travaglio, anche solo della frequentazione del tizio poi condannato, si vergogna come un ladro: «Mi ha detto che c’era un villaggio turistico», ha cercato di liquidare la faccenda l’altro ieri, «e sono andato a affittarmi una casetta dove, tra varie decine e decine di persone, c’era anche la sua». Si vergogna, cioè, che questo tizio gli abbia invece organizzato le vacanze, fatto pagare una cifra ridicola al momento del conto, prestato arredi e suppellettili per la casa disadorna, ci abbia giocato a tennis, e, con famiglia e figli, abbiano sguazzato nella – solamente – piscina del residence. Si vergogna di questo perché «ha una reputazione» e la sua purezza ne risentirebbe. Siamo vicini alla pazzia.
Terza e ultima questione. La scusa ufficiale per cui Travaglio ha sbroccato, a suo dire, sarebbe questa: gli interlocutori – per esempio quei venduti di Porro e Belpietro – divagano dal tema e parlano d’altro, senza contare che «se stai zitto autorizzi qualcuno a pensare che hai qualcosa da nascondere, se invece parli dovresti parlare per mezz’ora». Ora: l’attinenza del tema l’ha già spiegata Belpietro su Liber e non sto a tornarci. Va detto però che se anche Travaglio avesse ragione – e non ce l’ha – la cifra stilistica che lamenta è quella che lui ha perfezionato meglio di chiunque. Le puntate di Annozero in cui ha monologato di tutt’altro, rispetto al tema della serata, non si contano: dipende dal tema e dagli ospiti. Una volta, per dire, c’era Di Pietro che era sotto la lente perché gli avevano inquisito il figlio a Napoli: Travaglio fece un monologo su Previti e su Cirino Pomicino. La delegittimazione-divagazione è proprio il cuore del linguaggio travagliesco: «Il pregiudicato Caio», «l’ex socio di mafiosi Tizio», «il ladro latitante Sempronio», tutte liquidazioni da due secondi e che sì, è vero, se parli dovresti spiegare, «dovresti parlare per mezz’ora». Travaglio lo pretende solo per sé: altrimenti gli interlocutori tacciano, al limite non vengano invitati ad Annozero. Lui ha una reputazione. Non è come i giornalisti del Giornale che «prendono lo stipendio da un pregiudicato», ha scritto sabato a proposito di divagazioni, e non è «come quelli di Libero, che continuano a fare i direttori di un editore, Angelucci, che è stato arrestato due volte». Solo arrestato, tra l’altro, e non condannato: ma questo lo si specifica, qui, perché sono un servo e ho tempo, anche mezz’ora. Non ho una reputazione, non ce l’ha Angelucci, non ce l’ha nessuno dei migliaia che il nostro sputtana per mestiere. Ce l’ha Travaglio, la reputazione. Quale, però, forse non gli è chiaro.
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Qui di seguito trovate materiale.
Sono da poco passate le 22 e in studio c’è un filo di nervosismo: un paio di ospiti – Maurizio Belpietro di Libero e Nicola Porro del Giornale – stanno vincendo ai punti nel difendere Guido Bertolaso, definito a un certo punto «incapace assoluto» da Marco Travaglio che fiuta subito, però, d’aver fatto un autogol. «No no, Maurizio, intendevo un’altra cosa… », parlava cioè di «un signore che non si rende conto di chi sta nella stanza a suo fianco, di chi sono le persone di cui si circonda, e della inopportunità di instaurare rapporti di dimestichezza con… ». L’eresia è qui. Nicolo Porro, sottotraccia, gli dice: «Travaglio, dài, sarà capitato anche a te di frequentare persone che non si sarebbe dovuto frequentare», «assolutamente no… assolutamente no… e intanto io non sono il capo della protezione civile… ». Travaglio si è palesemente agitato ma Porro insiste, e allora ancora Travaglio: «Io non accetto questo tono intimidatorio, io non sono il capo della protezione civile… io non ho mai dato una lira pubblica… ». Porro: «Cioè, tutti possono accettare il tuo tono intimidatorio, mentre tu…?». «Ma vergognati, stiamo parlando di denaro pubblico». «Porro: «Ma stai calmo, stai calmo, prenditi un’aspirina…». Travaglio: «Questi liberali del cavolo… liberali dei miei stivali… ». Porro: «Due, aspirine». Travaglio: «Sei, un poveraccio, sei». Il pubblico applaude Travaglio, obviously. Volano anche un «cretino» e un «deficiente» sinché Santoro tronca: «Lui ci cade sempre in questa cosa», dice riferito al suo Marco, cui suggerisce: «Ma lasciali incitare, chissefrega… ci cadi sempre in questa cosa…». Poi manda un servizio che raffredda tutto. ma solo per un po’. Più tardi, infatti, dopo aver parlato di piscine olimpioniche lunghe 52 metri, ritorna il tema delle frequentazioni. Tocca Belpietro: « … se allora dobbiamo prestare attenzione a tutte le frequentazioni, forse noi dobbiamo spiegare ai telespettatori, a casa, che cosa è successo qui prima: ossia come mai Marco Travaglio si è tanto arrabbiato quando si è parlato di frequentazioni… ». Ma ricomincia il caos. Belpietro: «Tu, Marco, sei stato accusato da un tuo collega di Repubblica… ». Ma non riesce a dirlo, Travaglio vuole palesemente buttarla in caciara e Belpietro ne prende atto. Travaglio: «Ma parla sinché vuoi… raglia sinché vuoi… spiega perché Bertolaso… ». Belpietro «Tu sei stato accusato, volevo dire, di aver frequentato un signore che ha favorito la mafia… E tu non hai commesso nulla, ma…». Travaglio: «Siete fuori di testa… ma pensate ai vostri editori…». Pure Santoro nota il nervo scoperto di Travaglio, gli dice di lasciar perdere ma il nostro non ci pensa neanche: «Che cosa devo fare, devo star qui a prendere gli insulti?, io me ne vado… che cosa devo fare?, non devo rispondere?». E Santoro: «E allora rispondi, facciamo un dibattito… perdiamo un’ora per spiegare il niente che è successo… perché Travaglio – così la racconta Santoro, seccato, rivolto al pubblico – ha frequentato un magistrato e un uomo di polizia quando non si sapeva che era condannato e un cavolo di niente… ». Questa la chiara spiegazione. Si passa ad altro.
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Caro Michele,
ho riflettuto su quanto è accaduto giovedì ad Annozero. E, siccome è accaduto davanti a 4 milioni di persone, te ne parlo in forma pubblica. Parto da una tua frase dell’altra sera: “Parliamo di fatti”. Il punto è proprio questo. Si può ancora parlare di fatti in tv? Sì, a giudicare dagli splendidi servizi di Formigli, Bertazzoni e Bosetti. No, a giudicare dal cosiddetto dibattito in studio, che non è più (da un bel pezzo) un dibattito, ma una battaglia snervante e disperante fra chi tenta di raccontare, analizzare, commentare quel che accade e chi viene apposta per impedirci di farlo e costringerci a parlar d’altro.
La maledizione della par condicio, dovuta alla maledizione di Berlusconi, impone la presenza simmetrica di ospiti di destra e di sinistra. E, quando si tratta di politici, pazienza: la loro allergia ai fatti è talmente evidente che il loro gioco lo capiscono tutti.
Ma quando, come l’altra sera, ci si confronta fra giornalisti, anzi fra iscritti all’albo dei giornalisti, ogni simmetria è impossibile: quelli “di destra” parlano addosso agli altri e – quando non sanno più che dire – tirano fuori le mie condanne penali (inesistenti) o le mie vacanze con mafiosi o a spese di mafiosi (inesistenti). Da una parte ci sono giornalisti normali, come l’altra sera Gomez e Rangeri, che non fanno sconti né alla destra né alla sinistra; e dall’altra i trombettieri. Che non sono di destra: sono di Berlusconi. E non fanno i giornalisti: recitano un copione, frequentano corsi specialistici in cui s’impara a fare le faccine e a ripetere ossessivamente le stesse diffamazioni.
Invece di contestare i fatti che racconti, tentano di squalificarti come persona. Poi, a missione compiuta, passano alla cassa a ritirare la paghetta. E, se non si abbassano a sufficienza, vengono redarguiti o scaricati dal padrone. Non hanno una faccia e dunque non temono di perderla.
Partono avvantaggiati, possono permettersi qualunque cosa. Non hanno alcun obbligo di verità, serietà, coerenza, buonafede, deontologia. Non temono denunce perchè il padrone mette ogni anno a bilancio un fondo spese per risarcire i danni che i suoi sparafucile cagionano a tizio e caio dicendo e scrivendo cose che mai scriverebbero o direbbero se non avessero le spalle coperte. Come diceva Ricucci, che al loro confronto pare Lord Brummel, fanno i froci col culo degli altri.
Sguazzano nella merda e godono a trascinarvi le persone pulite per dimostrare che tutto è merda. E ci tocca pure chiamarli colleghi perchè il nostro Ordine non s’è mai accorto che fanno un altro mestiere. Ci vorrebbe del tempo per spiegare ogni volta ai telespettatori chi sono questi signori, chi li manda, quali nefandezze perpetrano i loro “giornali”, perchè quando si parla di Bertolaso rispondono sulle mie ferie e soprattutto che cos’è davvero accaduto a proposito delle mie ferie: e cioè che ho documentato su voglioscendere.it di aver pagato il conto fino all’ultimo centesimo e di aver conosciuto un sottufficiale dell’Antimafia prima che fosse arrestato e condannato per favoreggiamento, interrompendo ogni rapporto appena emerse ciò che aveva fatto (i due trombettieri invece dirigono e vicedirigono i giornali di due editori – Giampaolo Angelucci e Paolo Berlusconi, già arrestati due volte ciascuno, il secondo pregiudicato – e non fanno una piega).
Ma in tv non c’è tempo per spiegare le cose con calma. E, siccome io una reputazione ce l’ho e vi sono affezionato, non posso più accettare che venga infangata ogni giovedì da simili gentiluomini. Gli amici mi consigliano di infischiarmene, di rispondere con una risata o un’alzata di spalle. Nei primi tempi ci riuscivo. Ora non più: non sai la fatica che ho fatto giovedì a restarmene seduto lì fino alla fine. Forse la mia presenza, per il clima creato da questi signori, sta diventando ingombrante e dunque dannosa per Annozero. Che faccio? Mi appendo al collo le ricevute delle ferie e il casellario giudiziale? Esco dallo studio a fumare una sigaretta ogni volta che mi calunniano? O ti viene un’idea migliore?
Caro Marco,
risponderò con franchezza alla tua lettera che mi sembra venire da troppo lontano. Siamo diversi e con diverse opinioni su molte cose: legalità, moralità, libertà e televisione. Eppure forse proprio per questo siamo riusciti a diventare amici e, per un pezzo importante della nostra vita, a combattere fianco a fianco contro la censura. E’ questo l’unico vero miracolo compiuto da Silvio Berlusconi, aver intrecciato vicende professionali distanti come quelle di Biagi e Luttazzi, di Montanelli e di Sabina Guzzanti. La tua e la mia. Vivrei una tua decisione di prendere le distanze da Annozero con grande amarezza ma non per ragioni personali: perché sarebbe, in primo luogo, un torto fatto a un pubblico assai grande e, in secondo luogo, un ulteriore arretramento del confine del proibito che ormai comprende quasi tutti i fatti più scottanti riguardanti i potenti in Italia.
Non sarebbe tuttavia una tragedia o una catastrofe irreparabile. Nel corso della mia lunga esperienza televisiva tanti miei amici e collaboratori hanno scelto o dovuto scegliere di percorrere altre strade. E’ stata sempre per tutti un’occasione di rinnovarsi, una sfida per allargare gli orizzonti di quel laboratorio del quale sentiamo comunque di continuare a far parte.
Già oggi il tuo raggio d’azione è enorme: scrivi quotidianamente per il Fatto (e non solo), hai un blog seguitissimo, hai una parte da protagonista nel blog di Grillo e riempi i teatri col tuo spettacolo su Tangentopoli. Potresti quindi fare tranquillamente a meno di Annozero, senza più esporti alla fatica e allo stress del corpo a corpo televisivo dove si ha sempre la sensazione, sbagliando, di doversi giocare tutto in pochi minuti.
Una volta, quando avevi soltanto i tuoi libri, non facevi nessuna fatica ad affrontare quegli stessi “farabutti” che oggi, invece, ti appaiono interlocutori inaccettabili. Non Annozero, con i suoi milioni di ascoltatori, ma una qualunque televisione di provincia ti sembrava una buona occasione da non sprecare. Allora ero io che ti invitavo ad affaticarti di meno, a rendere più preziosa la comunicazione, a mettere un freno alla tua generosità, mentre lavoravo a migliorare le luci, la tua posizione in scena, i tempi del racconto e a inserirti più efficacemente nel contesto del programma.
Certo senza le tue straordinarie qualità di scrittore e narratore tutto questo non sarebbe servito a niente. Ma è servito. Nonostante Belpietro, Ghedini o Lupi. Loro sono sempre gli stessi. Tu sei cambiato. Non so se ti accorgi che, quando a proposito di Annozero dici che è una questione di format, stai parlando come un membro della Commissione parlamentare di vigilanza.
Non so se condividi i suggerimenti di Paolo Flores d’Arcais che pretende di spiegarmi quando spegnere e accendere i microfoni di un ospite. Un membro perfetto dell’Agcom. Un apologeta del Berlusconi-pensiero sul “pollaio”. Proprio come Furio Colombo e le sue invettive contro i talk-show. D’Arcais e Colombo sono convinti che debba regnare l’ordine del discorso (scritto) che, ovviamente, per loro non è quello del telegiornale di Minzolini ma quello di Report , celebratissimo esempio di una trasmissione basata sul principio di identità e non contraddizione.
Ora, sia ben chiaro, Report piace anche a me, e molto: lo ritengo altrettanto incompatile di Annozero con gli equilibri imposti dal conflitto d’interesse al sistema informativo. Ma non è l’unico modo possibile di fare inchiesta, come non lo era un tempo il documentario in stile Bbc. Noi proviamo a forzare la gabbia delle compatibilità, ad uscire dal seminato; per mettere a nudo le contraddizioni illiberali del palinsesto non ci accontentiamo di scavarci una nicchia alternativa. Siamo brutti, sporchi e cattivi. Raccogliamo meno consensi di Ballarò ma creiamo un maggior numero di situazioni critiche, più adrenalina, più polemiche, più brecce nella gelatina.
Perciò ho voluto e continuo a volere che, almeno per un po’ di minuti, tu occupi il centro della scena. Sei il simbolo di ciò che il recinto della televisione generalista non vuole più contenere, di tutti coloro che sono stati espulsi e non possono più rientrare. La prefigurazione di un cambiamento possibile. D’altra parte chi è espulso riesce anche a sopravvivere benissimo. Fuori dalla tv generalista l’industria culturale rende ancora possibili profitti importanti per chi produce contenuti forti; ma chi resta è meno libero e chi va via non entra più in contatto con una sterminata periferia, una enorme banlieue culturale nella quale resta confinata una buona metà della popolazione italiana. In questa periferia, almeno qualche volta, Annozero è entrato prepotentemente. Anche grazie a te, e ne vado fiero. E anche grazie a Maurizio Belpietro.
Tu, invece, pensi che Maurizio Belpietro – o Porro o Ghedini – siano soltanto un prezzo pagato alla par condicio, una legge di cui si parla senza conoscerla e di cui nessuno si occupa seriamente, quando per me rappresentano quel vuoto necessario di scrittura che rende la trasmissione imprevedibile. Perfino ciò che è successo giovedì scorso dimostra che nel nostro studio nessuno può sapere in anticipo come andranno le cose. Noi per primi.
Report ha l’andamento di un film. Annozero assomiglia ad una partita di calcio, mette in gioco non solo nozioni ma emozioni, convinzioni profonde, passioni anche viscerali. Quando il gioco diventa noioso e scontato il pubblico più infedele cambia canale. Ed è questa la ragione per cui siamo costretti a inseguire lo spettatore meno affezionato ai nostri programmi, qualche volta perfino deludendo i fan. Il contrario esatto di quello che avviene a teatro.
In passato godevo nel vederti demolire le argomentazioni aggressive con l’ironia e con una precisione chirurgica: adesso chiedi tempo. Un tempo che la tv, a tuo parere, non sarebbe in grado di concederti. Quanto tempo per rispondere a contestazioni che si ripetono come una litanìa monotona e scontata? Cinque minuti? Mezz’ora? Una serata intera? Nella tua lettera potevi essere più esplicito nel criticare la mia conduzione. Io credo che tu non l’abbia fatto perché avresti dovuto aggiungere l’elenco dei “bellissimi servizi” da tagliare per fare spazio alle tue necessità.
Invece che di Bertolaso avremmo almeno saputo tutto di Travaglio? E la volta successiva cosa avremmo dovuto fare se si fosse ripetuta la stessa situazione? La risposta sembra interessarti poco: prima viene il tuo onore, la faccia, la verità. Dovremmo ripetere il disco della condanna per diffamazione pronunciata solo in primo grado, rivedere alla moviola il tuo certificato penale, per convincere l’universo mondo (compreso Belpietro) delle tue qualità morali che al nostro pubblico non sembrano per niente in discussione. Inoltre un giornalista condannato, si fa per dire, definitivamente per diffamazione smette di essere un buon giornalista? Penso proprio di no; come Schumacher che, se va una volta fuori pista, non smette per questo di essere un buon pilota.
Hai saputo schivare e anche incassare molti colpi bassi ma questa volta è bastata una banalissima insinuazione di Porro (e non un’aggressione squadristica) per farti perdere il lume della ragione. Hai frequentato un sottufficiale dell’Antimafia prima che venisse condannato per favoreggiamento. Scusa, qual è il problema morale? Quali sconvolgimenti ha creato nella percezione che i nostri ascoltatori hanno di te questo genere di insinuazioni? Nessuno.
Le critiche, anche le più assurde, fanno parte del nostro lavoro, così come rispettare chi non la pensa come noi, non insultarlo, non delegittimarlo come interlocutore. E se sono gli altri ad aggredirci, dobbiamo rispondere come tu sai fare meglio di me, rapidamente e con le armi dell’ironia. Quando io non l’ho fatto ho sbagliato.
Siamo diversi ma apparteniamo entrambi al pubblico. Solo dal pubblico deriva la nostra credibilità. Perciò hai il diritto di proporti al pubblico come meglio credi, nella forma teatrale dei tuoi spettacoli (senza disturbatori) o, come mi auguro, nel percorso a ostacoli di Annozero. Sai che mi sono battuto con tutte le mie forze per includerti con un regolare contratto e non come un ospite occasionale nella nostra trasmissione. Sono fiero di poter dire che tu sei parte della Rai e del servizio pubblico. Come dovrebbero esserlo Sabina Guzzanti, Daniele Luttazzi e tanti altri. All’inizio di Annozero ero convinto che col nostro ritorno avremmo portato a casa una vittoria importante contro la censura e che presto il mondo sarebbe cambiato. Non è successo, anche se nel frattempo siamo diventati il primo programma di informazione.
Se la televisione è perfino peggiorata non è solo colpa di Berlusconi e dei suoi “trombettieri” ma di chi avrebbe dovuto contrastarlo e non lo ha contrastato e anche di quelli che scelgono di battersi pensando di essere gli unici a farlo con coerenza. Cavalieri senza macchia e senza paura che vogliono segnare a tutti i costi una differenza dal resto del mondo, che mettono la loro purezza e il senso dell’onore prima della libertà: la legge e le regole prima della libertà, la verità prima della libertà. Mentre leggi e sentenze sono solo lo strumento essenziale per l’ordinato funzionamento della società.
Mi chiedi di mettere riparo agli abusi. Con l’esperienza che ho cercherò di inventare qualcosa per evitare l’uso di argomenti provocatori, le interruzioni ad arte, le offese personali. Quello che non posso prometterti è la verità.
La verità profonda di una persona, che si chiami Travaglio, Berlusconi o Santoro non la stabilisce un programma televisivo, non si raggiunge stilando con attenzione la lista dei buoni e dei cattivi. A quelli che sui vostri blog chiedono di definire una volta per tutte ciò che è vero abbiamo il dovere di rispondere che la verità è sfuggente, contraddittoria. La verità è una conquista faticosa e difficile. Per quanto mi riguarda spesso è un faccia a faccia. Tra me e me.
Caro Michele,
ti ringrazio per la tua risposta franca e affettuosa, ma temo di non essere riuscito a spiegare bene ciò che intendevo dire. Io non ho nulla da ridire sulla tua conduzione (in televisione il genio sei tu e io sono un principiante) o sul format della trasmissione. Ti ho semplicemente posto un problema, e l’ho fatto in forma pubblica perché molti mi dicono che, quando si attacca a litigare su cose che esulano dal tema del programma, cambiano canale: proprio perché l’imprevedibilità di Annozero si muta in prevedibilità quando alcuni guastatori sconvolgono l’assetto del programma seguendo un copione sempre uguale a se stesso.
E ciò deriva dal fatto che, secondo me, gli interlocutori che a te paiono “sempre uguali” sono cambiati: Porro e Belpietro erano sempre venuti a confrontarsi sui temi del programma e non si erano mai abbassati alla calunnia personale. L’altra sera la militarizzazione del fronte berlusconiano ha segnato un altro scatto in avanti e io, forse stanco e nervoso per conto mio, ho reagito in quel modo. E’ stato proprio l’avvilimento per quella mia reazione, che ha guastato il programma, a indurmi a scriverti in forma pubblica.
Non certo una richiesta di cambiare format (anche a me piace molto l’inchiesta giornalistica seguita dal tentativo di inchiodare i politici alle loro responsabilità). Né tanto meno una richiesta di censura o di epurazione per questo o quell’interlocutore, che non mi compete, ma soprattutto è lontana mille miglia dal mio pensiero. Io non ritengo “inaccettabile” nessuno, adoro essere contraddetto nel merito, anzi spero sempre che qualcuno mi dica che cosa c’è di sbagliato o di non vero in quel che dico: purtroppo prima i politici e ora anche i giornalisti preferiscono parlare di me e delle mie ferie, anziché di quel che dico.
Se facessi come loro, potrei ogni volta ricordare quanti soldi pubblici ci costa Libero di Belpietro o quante bufale (l’ultima, sul caso Boffo) pubblica il Giornale. Ma non lo faccio perché preferisco attenermi al tema della puntata.
Su un punto, com’è naturale, siamo profondamente diversi: sul modo di difendere la nostra onorabilità. Tu preferisci farlo in separata sede legale, liquidando pubblicamente con una battuta ironica le calunnie che ti vengono rovesciate addosso. Io invece mi prendo tutte le critiche di questo mondo, ma le falsità, le diffamazioni, le calunnie quelle no, non riesco proprio a farmele scivolare addosso: non nutro la tua stessa fiducia nel “pubblico” che saprebbe tutto e riuscirebbe da solo a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. Quando milioni di persone sentono dire che frequento mafiosi, penso che una parte di esse si aspetti una reazione proporzionata alla gravità dell’accusa, e se la reazione non arriva si fanno l’idea che qualcosa di vero ci sia.
Purtroppo non tutti hanno Internet e non conoscono il blog voglioscendere.it dove ho già documentato per tabulas la falsità di quelle accuse. Per questo ho detto che occorrerebbe del tempo per rispondere. Ma quel tempo non te lo posso chiedere perché, nella partita di Annozero, sarei costretto a giocarne un’altra, privata. Di qui il mio disagio, che ho messo nero su bianco l’altro giorno.
@ andre
forse ti sei distratto, forse stavi correndo a perdifiato verso l’ultima frase, non lo so (o era un problema di metrica per il ritornello?) ma il giornale e libero non sono esattamente la stessa cosa. te lo dico prima che qualcuno di accusi di qualunquismo…
@ andre
meno male che libero c’è (lo so, la metrica è un po’ stiracchiata…)
Luigi ma lo leggi quello che scrivo?
No, perché a fare tutto da solo è facile avere ragione…
Ho scritto un’altra cosa. Si sia fatto organizzare un’orgia, una sessione di Texas Hold’em, una ripassata di Greco, una lezione di Tango Argentino non cambia nulla.
Ha accettato che persone interessate a suoi favori organizzasero una serata per lui e si è posto in una situazione obiettivamente inconciliabile con il potere, pubblico ricordiamolo, che è nelle sue mani.
OK? O lo devo scrivere in aramaico antico?
Grazie Luca.
Licenza poetica.
Comunque mi volevo proprio riferire a Porro e Feltri.
A Porro in particolare, visti gli argomenti ed il metodo usato con Travaglio.
Anche Facci si presta al solito giochino di depistaggio: invece di parlare del giro di mazzette, affari, favori in cui erano coinvolti Bertolaso, i suoi collaboratori, magistrati, politici, si perdee tempo a disquisire sulla seratina ose’ al centro massaggi e sulle passate vacanze estive di un giornalista (da me stimato). Ad anno Zero, l’altra sera, un dito indicava la luna, e alcuni ospiti hanno fatto di tutto per concentrare l’attenzione sul dito. Come al solito. E Travaglio ha reagito male, poichè era il dito.
leggendo i commenti di certi che scrivono qua, mi vien da scrivere che non c’é peggior sordo eccetera…
Per dire, Bertolaso ha dato in appalto la bonifica della Maddalena a suo cognato, questo non va bene per principio, neanche se suo cognato fosse il più bravo di tutti, poi, non so, il catering del g8 affidato al genero di Letta? Un milione di euro e passa, questo va bene? E’ che ormai molti, troppi, sono così assuefatti ai conflitti di interessi che manco li vedono più. Oppure sono in malafede. E Travaglio secondo me fa solo il suo mestiere, e ha ragione ad arrabbiarsi quando, per sviare, i vari Porro e Belpietro tirano fuori cose che non c’entrano un tubo.
Per quanto riguarda i massaggi, com’é che non telefonava alla massaggiatrice ma organizzava con l’imprenditore? Ma dai, tutto questo é disdicevole, al di là di qualsiasi rilevanza penale!
Comunque Giornale, Libero (ed aggiungerei anche il Riformista) non sono la stessa cosa solo come ragione sociale. Visti però gli intrecci “gelatinosi” fra i loro propietari (mi riferisco a P. Berlusconi e gli Angelucci) un po’ di qualunquismo mi verrebbe di spenderlo.
caro ingenuo luigi,come ebbe modo di spiegarti qualcuno piu sopra,ma secondo me l’ingenuo lo fai,non ci sei,su bertoLADRO c’è che ha permesso che venissero costruite casette a 2700 euro al metroquadro,ossia PIU del doppio di quanto costa a me costruirne UNA sola,quindi se tu fai l’ingenuo,o ci sei,a me non mi fate fesso,2700 euro al mq sono un costo esorbitante e se ne accorgerebbe persino un geometrucolo qualunque,quindi facci il favore,come quel menestrello di facci,di smetterla di fare gli avvocaticchi delle cause perse,che fate ridere i polli,e pure le galline.
e l’esempio riportato non è che uno dei tanti,potremmo parlare anche della maddalena inutile,dei puntellamenti costosissimi su palazzi da demolire,e tante altre cose,ma sia tu che facci la buttereste in caciara come i vostri compari porro e belpietro,e secondo me lo fate perche sapete benissimo che in meritocrazia gente come voi spalerebbe MERDA da mattina a sera.
Cordialmente.
A parte che esiste qualche leggera incompatibilità di cariche di cui pochi fanno menzione, a parte che avere il potere assoluto decisionale è direttamente proporzionale con le responsabilità di quanto succede intorno, e non si può cavarsela con un “mi hanno ingannato” (parole del Berto).
Resta che questo è un Paese strano e malato, con una morale in coma farmacologico da troppi anni.
Questo è il Paese dove si cerca sempre di bilanciare un reato con un reato dalla parte opposta, dove due ladri fanno un uomo onesto e non due reati come logica impone.
Un Paese dove tutto sembra surreale ed in cui l’evidenza deve avere il bollo certificatore del media per essere tale altrimenti è gossip.
Fintanto che non torneremo a ragionare riallacciando i neuroni, e non tornereno a vedere palesemente chi si arrampica sugli specchi cosa facile da vedere se non si è partigiani o cerebrolesi, questo Paese non offrirà speranze per nessuno, se non per chi ha interesse a mantenere i privilegi di cui già gode.
Caro Filippo, a me Travaglio non piace più di tot, ma onestamente è 100 volte meglio di chi, come anche te, gli spala contro per pagnotta o invidia personale.
Travaglio è una fotocopiatrice giudiziaria, se lo depuro delle sue, più o meno condivisibili, interpretazioni personali, quantomeno rimane un lavoro di ricerca e quindi dei fatti, con te Belpietro e Porro solo macchie di inchiostro.
Riccardo
bravo Riccardo.
aggiungerei pure che la “invidia” è sintomatica delle persone stupide e incapaci,ossia i mediocri.
e la tua,menestrello,è INVIDIA.
@ kligore
“Ha accettato che persone interessate a suoi favori organizzasero una serata per lui e si è posto in una situazione obiettivamente inconciliabile con il potere, pubblico ricordiamolo, che è nelle sue mani.”
Non ci credo. Kligore, secondo me stai esagerando. Organizzare una serata per lui.
E’ questo il peccato di Bertolaso?
Qui si va sul punto di vista personale. Per me e’ una sciocchezza.
@Byrokarma
guarda che e’ Travaglio che cita sempre quella intercettazione come massimo peccato di Bertolaso.
Leggiti gli articoli di Voglioscendere.
@ Elena e Eternauta
Finalmente!
Molti post la’ sopra sono a testimonianza che da un po’ cercavo che qualcuno mi dicesse quali erano vere e proprie accuse a Bortolaso.
Questi sono fatti piu’ precisi di quelli di cui si e’ parlato ad Annozero.
Case care, consulenza al cognato, maddalena inutile etc etc.
Bene. Mi pare che pero’ non c’entrino niente le intercettazioni. Sbaglio?
E non c’entri niente se Bertolaso non si e’ accorto di frequentare manigoldi, come ha detto Travaglio, giusto?
Su ogni punto da voi sollevato si possono fare rimostranze, esporre critiche, ma non mi pare che queste siano state sollevate da Travaglio in primis e soprattutto a Bertolaso.
Anche ieri su Ballaro’ Bersani aveva tutto l’agio.
Io ho una mia teoria: dare un appalto al parente e’ inopportuno, le case costano moltissimo (dite voi) perche’ sono state costruite a tempo record, la maddalena e’ stata abbandonata per motivi politici, chiedete il conto a Berlusconi, non a Bertolaso, puntellamenti costosissimi, non mi pronuncio.
Io aspetto di sentire quello che dice la magistratura. A differenza di Travaglio
Filì, ma con tutto il bordello che sta succedendo tu, giornalista d’inchiesta, esci con l’ennesimo pezzo su travaglio?
ma vedetevi e pijatevi a pizze tra de voi.
poi mi piacerebbe che tu stessi un pò più sulla notizia, che di carne al fuoco c’è n’è, direi.
Gentile Luigi.
Lei mi ignora: mi spiace.
Le chiedevo prima, poco sopra: ma se io, che devo controllare un’azienda, accetto da quell’azienda fiori, vino, cesti di natale, macchine, massaggi alla cervicale (intermediati da un mio dipendente), prestazioni sessuali o buoni spesa, sarei ancora credibile nel mio fare?
Poco dopo qualcuno, non mi ricordo chi, aveva opprtunamente rilanciato citando il codice di comportamento di una qualsiasi azienda (probabilmente una multinazionale). Anche lì non ha risposto.
Cosa ne pensa?
Veda Luigi (e Facci) mi piacerebbe molto essere surrogato nel pagamento delle tasse che pago a questo stato (tante e tutte) da garantisti come Lei (e Facci).
andre,
giusto per precisare, il codice è quello del dipendente pubblico.
Luigi, ma l’hai visto l’altra sera Iacona? C’era un imprenditore abruzzese che le piattaforme antisismiche le avrebbe costruite a un terzo del costo finale (che abbiamo pagato noi, c’è la tendenza a dimenticarsi che questi sono soldi nostri, almeno di chi le tasse le paga), guadagnandoci il giusto (così ha detto) ma la PC non ha preso in considerazione la sua offerta. Per dire, questo è sintomo di una gestione quantomeno allegra della cosa pubblica…
Le intercettazioni io le ho lette, quelle che sono uscite, quello che ne esce è sconfortante, non trovi? Una banda di funzionari pubblici (sottolineo pubblici) che si fa i fatti loro a spese nostre, ti pare giusto?? Io gestisco un budget di un’azienda privata, se solo mi permettessi un millesimo di quello che si son permessi questi, mi avrebbero cacciato da un pezzo. E se il nostro salvatore della patria non sapeva, allora è un incapace totale. O no?
Aggiungo che uno che si definisce più popolare del papa, ha dei problemi psicologici serissimi, altro che difendersi!
Grazie Kilgore, ottima postata la sua.
non ti conosco luigi ma io ragiono in modo diverso,e sinceramente a uno come bertoLADRO,non adesso che ha pure detto che lo hanno ingannato,ma da almeno 20 anni fa,non gli avrei affidato nemmeno il mio cane per portarlo a pisciare…
piuttosto,ma hai visto la faccia?
un emerito idiota,appunto.
chissà che avrà detto alla moglie,nipote di cardinale,circa il massaggio al salaria village,quello che gli amici di bertoLADRO hanno permesso di espandere nonostante risiede nelle golene di esondazione del tevere,e che se esonda CI TOCCA PURE RISARCIRE(bertoLADRO direbbe “calamità naturale”)…
secondo me,luigi,tu mica le paghi le tasse,sennò saresti meno ingenuo pure tu,dato che i MIEI soldi vanno in tasca a questi bertoLADRI e a menestrelli come facci che godono del privilegio di contributo all’editoria…………….
se non ho detto tutto chiedi,potrei delucidarti su migliaia di altre faccenduole di questi bertoLADRI e millantati giornalisti.
gentile andre
mi scusi se non le ho risposto.
Le dico che la pratica del “cesto natalizio” e’ diffusissima, e che non crea scandalo da nessuna parte. Se una ditta ha vinto un appalto di dieci miliardi offre una cena all’ufficio la cosa e’ assolutamente nella norma. Non so da lei.
Se poi per questo ritiene ci sia scandalo, mi spiace ma non sono d’accordo.
i massaggi alla cervicale cui lei fa riferimanto sono tutti pagati dalla tasca di Bertolaso. Se non erro ha mostrato le ricevute.
Le rispondo inoltre con le parole di un mio amico, attivista dell’IdV, di una correttezza, onesta’ e oserei dire idealismo invidiabili, che e’ addirittura piu’ assolutorio di me.
“non mi interessa se ci hanno mangiato sopra. L’importante e’ ceh le cose siano state fatte.”
Siamo all’estremo, ma anche senza arrivare a questo, se ci sono delle irregolarita’ (e finora di provato non c’e’ niente) verranno punite dall’inchiesta (sempre sperando che la magistratura faccia il suo dovere).
A mio avviso dalle intercettazioni non esce NULLA.
Eternauta, come hai ragione… io spero che abbia in casa una mazza da baseball e che la moglie lo abbia picchiato, sulla schiena malata… io con il mio di marito, l’avrei fatto senz’altro!
Gentile Luigi, mi chiede se la cosa da me è nella norma, le rispondo: da me no.
Un saluto ed auguri.
@ Eternauta
pensavo che lei fosse una persona in gamba.
ora leggo invece
“bertoLADRO”
“piuttosto,ma hai visto la faccia?
un emerito idiota,appunto.”
“secondo me,luigi,tu mica le paghi le tasse,sennò saresti meno ingenuo pure tu,dato che i MIEI soldi vanno in tasca a questi bertoLADRI”
Non mi paiono argomentazioni degne del suo precedente post.
@ andre
un saluto anche a lei.
Tanto per farsi due risate, non vuole essere un paragone per carità:
“Ho fatto un grande errore. Il mio cuore mi dice con chiarezza che non posso mantenere il mio ufficio con l’indispensabile autorita’, e dunque mi dimetto da tutti gli incarichi.”
Margot Kaessmann leader della Chiesa protestante tedesca si è dimessa perché trovata al volante con un un tasso alcolico dello 0,154% nel sangue rispetto al limite legale dello 0,05%.
no luigi tu sei in malafede,ciò che dici lo condivido se accade alle 5 del pomeriggio o alle 11 di mattina,ma in notturna con chiusura annessa è tutto molto chiaro.
se tu ti fai prendere per il culo,o fingi di fartici prendere,con me fingi poco,per il culo non mi ci prendi.
oops,per le natiche.
ma il massaggio è il crimine minore,come per berlusconi che dopo aver riciclato per 30anni il denaro della mafia lo si voleva ingabbiare per la escort………………………………….
…ma di questo facci non ne parla mai………………………..
bertoLADRO è il nome giusto.
e dalla faccia che ha,dalla mia finestra interiore,un emerito idiota è la definizione giusta.
perche tanto stupore?
Caro Luigi, ma stai a scherzare?
Non sai che per un dipendente pubblico il regalo superiore al valore di 50 euro diventa peculato?
Non lo sapevi nè, del resto così fan tutti.
Il problema è in quel “non crea scandalo” mentre invece dovrebbe.
Spero che stia facendo dell’allegoria citando il suo amico dell’IdV, poichè questa è l’esatta posizione di chi disponendo di denari non suoi, non si cura della provenienza e ne dispone a piacimento, finchè sono privati poco importa, ma se sono pubblici la cosa cambia e non di poco, non basta la giustificazione delle cose fatte.
Facile fare lo splendido con risorse infinite, se ci metto mia figlia a tirare su case, per fare un esempio, ci riesce anche lei e magari con un tocco in più di femminilità che non guasta.
Ma Lei dove lavora al Giornale?
Ma soprattutto si rende conto che tra i mali di questo Paese c’è anche quello che solo 1/3 di Italiani paga (i più poveri tra l’altro) per i 2/3 che mangiano e spendono senza curarsene.
Per cortesia argomenti ma non inventi e non prenda in giro.
Riccardo
MJ modalita Luigi on
” no luigi tu sei in malafede,ciò che dici lo condivido se accade alle 5 del pomeriggio o alle 11 di mattina,ma in notturna con chiusura annessa è tutto molto chiaro.2
E perchè? Bertolaso cercava tranquillità, una questione di privacy, sapete, potevano esserci dei giornalisti, lui non voleva essere disturbato. Questa ricerca di segretezza non prova niente.
Allora , di cos’altro sarebbe colpevole il povero Bertolaso?
MJ modalità Luigi off.
@ riccardo
ma non e’ che sta confondendo peculato con corruzione?
Vorrei farle notare che a tutt’oggi non si registra alcuna prova di passaggio di denaro o favori verso Bertolaso, nemmeno con le intercettazioni.
Se ne rende conto?
Be’, buona notte ragazzi.
Sono stato con voi da stamattina, mi pare abbastanza. Chi voleva capire ha gia’ capito. Per gli altri, arrivederci.
“Chi vuole capire ha già capito”: questa volta sono d’accordo con lei.
@ Elena
mi dimenticavo di lei.
Iacona deve dimostrare quello che dice. A parole sono bravi tutti.
Se mi porta gli stralci di intercettazione di cui parla li commentero’ con lei. Poi pero’ basta!
Arrivederci
E che due balle gli esperti del codice, anche se in genere poi sono quelli che lo conoscono meglio per poterlo violare.
“L’art. 316 del Codice Penale introduce un’ulteriore fattispecie delittuosa che il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio integra quando, nell’esercizio delle sue funzioni, giovandosi dell’errore altrui, riceve o ritiene indebitamente, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità.
La pena per il peculato mediante profitto dell’errore altrui è la reclusione da 6 mesi a 2 anni.”
Il regalo, la cena è compreso come giovamento di errore altrui, la corruzione come compenso per e dopo prestazioni illecite atte a favorire, comunque mi sa che ci siano entrambe così non si sbaglia.
Riccardo.
Notte Filippo.
A Lui’..ma che sta a dì? Lo ha spiegato Riccardo alla perfezione: qua non si parla di un generoso proprietario che offre la cena di natale ai suoi dipendenti, nè di un rappresentante che porta l’uovo di pasqua col marchio dell’azienda ai commercianti che rifornisce. Qui si parla di opere PUBBLICHE, di soldi nostri, di appalti e di un dipendente dello stato che se ne occupa. Se Bertolaso è un furbo tra i furbi o un fesso tra i furbi lo diranno le indagini, ma che lo si difenda a spada tratta manco fosse Maria Goretti no, please.
avete visto la colossale smerdata che ha dato Soru ieri a scajola e bocchino
@ kouros
No, me la sono persa.
Me la racconti?
luigi rileggi e non falsare la mia tesi che è: “un responsabile che si ritrova per vice Ali Babà e per amici i quaranta ladroni dovrebbe togliersi di torno alla velocità della luce e a prescindere da sue responsabilità dirette, che peraltro i magistrati ritengono esistere ed essere relative a episodi corruttivi” (copincollato da sopra ) e non che Bertolaso si debba dimettere per aver fatto sesso regalato, noti la differenza?
sei in grado di affrontare la questione o adesso dirai che la mia tesi è che Berttolaso si deve dimettere perché Berlusconi tromba le minorenni?
aumenti i commenti, ma non è che tu faccia molta strada a esibirti in questa maniera, eh…
Non male l’idea di ribattezzare l’amico di Pippo Ciuro “Mafio Travaglio”.
Mamma mia quante balle.
D’Avanzo ha avanzato l’accusa sostendo nel suo articolo che, a dire dell’avvocato, Aiello avrebbe pagato le vacanze a Travaglio. Oltre a ciò ha passato le vacanze con Ciuro.
Che abbia passato le vacanze con Ciuro non me ne frega nulla: già collaboratore di Falcone e membro dell’Antimafia non vedo come potesse il Travaglio sospettare alcunchè. Se però fosse vero che un mafioso gli avesse pagato le vacanze va da sè che uno si chiede “e perchè mai?”, indi ha ribadito che son balle, mostrando gli assegni.
Il motivo è palese: Porro, Belpietro e compagnia cantante mettono sullo stesso piano Schifani socio in affari di gente in odor di mafia (cosa confermata, in futuro, dalle sentenze) con una settimana in un residence. Non è la stessa cosa perchè:
a) andare in vacanza con un membro dell’Antimafia non è esattamente “equivoco” come mettersi in società con mafiosi;
b) Travaglio non è un dirigente pubblico.
Quindi è una grande palla quella che “non si capisce da cosa si difende”: si difende dal qualunquismo di “giornalisti” che non sanno fare i distinguo.
Inoltre non si sa da dove Facci abbia tirato fuori tutte ‘ste informazioni sul tipo d vacanza del Travaglio: e che , gli aveva messo la cimice dietro al sedere, sior Facci?
Senza contare che, terza balla, i monologhi ad Annozero hanno un senso molto logico e solo un bambino (stupido) o Facci non sono in grado di comprendere, senza considerare che son mologhi, non discussioni (ma è così difficile rispondere nel merito?). Ma insomma, Facci difende Craxi, si commenta da sè.
“Sputtanare” poi andrebbe spiegato, non mi pare coincida con “raccontare fatti”.
Poi la fantascientifica spiegazione per cui Travaglio si vergongerebbe della vacanza con Ciuro è tutta nella sua testa, Facci.
Pessimo articolo, come al solito.
dai Filippo, te lo dico io
hai fatto due post uguali di seguito, non te ne sei accorto e i bastardi che ti voglion male sono stai zitti per ridere alle tue spalle :D
Sfighè,
bona con la telenovela sulle vacanze di travaglio, please. Del 2003 oltrettutto… 7 anni fa….
poi dice che non sono delle marionette
signori, siete in troppi e non riesco a rispondere a tutti , soprattutto per dire cose che ho gia’ detto mille volte.
Come ho detto ieri vi saluto, chi ha gia’ capito ha capito, chi no peccato.
Rispondo a manetta e poi vi lascio.
“un responsabile che si ritrova per vice Ali Babà e per amici i quaranta ladroni dovrebbe togliersi di torno alla velocità della luce e a prescindere da sue responsabilità dirette, che peraltro i magistrati ritengono esistere ed essere relative a episodi corruttivi”
Secondo me no. Secondo Travaglio si’.
E allora se Travaglio lo pensa, che dovrebbe pensare di un giornalista che basa suoi libri su indagini di funzionari specchiati che pero’ erano favoreggiatori di mafiosi? Dovrebbe dimettersi subito da giornalista, no, uno che pensa che Bertolaso deve dimettersi dalla PC perche’ si e’ affidato alla massima autorita’ sui lavori pubblici in Italia, Balducci?
L’osservazione di Porro e’ sacrosanta.
Adieu
” E allora se Travaglio lo pensa, che dovrebbe pensare di un giornalista che basa suoi libri su indagini di funzionari specchiati che pero’ erano favoreggiatori di mafiosi?”
L’oosservazione di Porro è pretestuosa e idiota. E, ovviamente, provocatoria e non c’entrava un ca**o.
Ma veniamo al tuo esempio. Travaglio NON si è ” fidato” di Ciuro, Travaglio ha riportato stralci e fatti di indagini che poliziotti e magistratura han tirato su. Non lui.
Lui non è responsabile di quelle indagini.
ANCHE AMMESSO che ciò che è risultato da quelle indagini sia falso, cosa che non è, Travaglio non ne avrebbe responsabilità. Lui ha fatto il suo mestiere, che è quello di riportare notizie.
Diverso il caso di Bertolaso. Perchè lui era invece responsabile, delle scelte degli uomini e delle scelte che hanno fatto gli uomini. Sia se dovessero risultare respondabilità penali, sia se invece le resposabilità fossero solo di cattiva gestione.
Ora, tu non vuoi capire questo, che è lampante e capirebbe chiunque, perchè tu hai bisogno di giustificare il tuo pregiudizio verso Travaglio. Ecco perchè è inutile parlare con te.
Ma non avevi detto che non volevi parlare con me?
Sei sempre piu’ incoerente, mj
” Ecco perchè è inutile parlare con te.”
Diciamo che ho voluto onorarti di una spiegazione, anche se so che è inutile.
Ma quel ” l’osservazione di Porro era sacrosanta ” era troppo idiota per non rilevarlo.
luigi ma quanto ti danno per continuare a scrivere stronzate a favore di delinquenziali uomini di stato e di governo?
quando berlusconi cadrà,oh se cadrà,vi riciclerete con il nuovo che avanza,ma beppe grillo e di pietro vi conoscono,e ne prenderete di calci nel culo,o se ne prenderete…
pronostico riservato anche al menestrello facci.
ma ancra lì a ribattere a luigi ???
facciamo del volontariato piuttosto
Ma quante cazzo di volte ha scritto “dopodichè”?
http://www.voglioscendere.it/2010/02/22/tutte_le_nefandezze_di_marco_t.html
ma ancora c’è chi risponde a un poveretto che scopiazza Emilio Fede stravolgendo il nome dell’interlocutore? Mazzetta-Manetta è di una meschinità degna di un sottosviluppato mentale che ride ogni volta che sente il suo maestro chiamare Agnoletto Agnolotto….
Giovanni, credo che “a manetta” sia un modo per dire velocemente, nel contesto sembra proprio quello il significato, sempre che non mi sbagli…
Poi che di nomi storpiati meschinamente sia piena la discussione questo è vero