Marco Travaglio ha sbroccato sul serio, ma per spiegarlo è necessario un riassuntino. Chi vuole si guardi o riguardi la lite ad Annozero su youtube (con Porro e Belpietro) oppure legga questo articolo del corriere.it ( http://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_23/santoro-travaglio-tragedia_a780e44e-2058-11df-a848-00144f02aabe.shtml ). In coda a questo post c’è il carteggio Travaglio-Santoro.
Riassuntino mio: giovedì scorso, ad Annozero, c’era lui che stava parlando delle pericolose frequentazioni di Guido Bertolaso, dopodiché un interlocutore, Nicola Porro del Giornale, gli ha fatto notare che una pericolosa frequentazione poteva essere capitata anche a lui, dopodiché, lui, Travaglio, ha avuto una reazione oggettivamente spropositata e ha preso Nicola Porro a maleparole («liberale dei miei stivali», e anche peggio) dopodiché Maurizio Belpietro ha cercato pacatamente di tornare sull’argomento, dopodiché è stato preso a maleparole anche lui («raglia, raglia pure») dopodiché, complice Michele Santoro, alla fine Porro e Belpietro non sono riusciti a dire quello che volevano dire. In una pubblica lettera a Santoro, poi, Travaglio ha scritto che Porro e Belpietro «non sono giornalisti», «frequentano corsi specialistici», «passano a ritirare la paghetta», «se non si abbassano a sufficienza vengono redarguiti o scaricati dal padrone», del resto «non hanno alcun obbligo di verità», non temono denunce perché attingono a un berlusconiano «fondo spese», fanno «i froci col culo degli altri» e si divertono perché «sguazzano nella merda e godono a trascinarvi le persone pulite per dimostrare che tutto è merda». Nel caso, rileggere.
Dopodiché Santoro l’ha mazzulato (vedi lettera) ma Travaglio, come stordito, ha ricominciato come se nulla fosse. In una sua rubrica su internet, e in una contro-replica sul Fatto, ha premesso che a Ballarò «hanno concesso a Bertolaso di farsi una serata di gala a spese del contribuente» e che comunque le cose che ha detto Bertolaso «sono stronzate, eppure gli è stato consentito di dire queste stronzate a Ballarò». Mentre ad Annozero, per contro, Porro e Belpietro hanno fatto «quello che fanno sempre, gli avvocati d’ufficio» e per il resto lo hanno calunniato: «Mi calunniano», «calunnia personale», «falsità, diffamazioni, calunnie». Sono tutte espressioni di Travaglio.
Ora, primo: rendetevi conto. Rendetevi conto della deriva di questo qui, l’unico giornalista della Terra. Sono tutti «merda», dicono «stronzate», manco Santoro va più bene. E neanche Di Pietro – ma qui lo perdoniamo.
Secondo: non c’è nessuna calunnia. Travaglio ha frequentato intimamente un poliziotto tre mesi prima che lo arrestassero perché vendeva notizie e prima che lo condannassero per favoreggiamento di un mafioso, un prestanome di Bernardo Provenzano. Nessuna calunnia: è Travaglio che ogni volta sposta il tiro e si difende da un’accusa che nessuno dei citati gli ha fatto: «Io di quelle vacanze ho documentato fino all’ultimo centesimo», ha scritto, «me le sono pagate io», «mi dovrei vergognare dopo che addirittura ho documentato tutto con gli assegni». Continua cioè a indignarsi, Travaglio, per una velata accusa che solo Giuseppe D’Avanzo di Repubblica buttò lì tempo fa: che si fosse fatto pagare le vacanze dal citato prestanome di Bernardo Provenzano, qualcosa cioè che nessuno ha mai scritto (su Libero e su Il Giornale) e che semmai è stata giudicata un’ipotesi ridicola e improbabile per esempio dal sottoscritto.
E allora qual è il problema? Il problema è che Travaglio, anche solo della frequentazione del tizio poi condannato, si vergogna come un ladro: «Mi ha detto che c’era un villaggio turistico», ha cercato di liquidare la faccenda l’altro ieri, «e sono andato a affittarmi una casetta dove, tra varie decine e decine di persone, c’era anche la sua». Si vergogna, cioè, che questo tizio gli abbia invece organizzato le vacanze, fatto pagare una cifra ridicola al momento del conto, prestato arredi e suppellettili per la casa disadorna, ci abbia giocato a tennis, e, con famiglia e figli, abbiano sguazzato nella – solamente – piscina del residence. Si vergogna di questo perché «ha una reputazione» e la sua purezza ne risentirebbe. Siamo vicini alla pazzia.
Terza e ultima questione. La scusa ufficiale per cui Travaglio ha sbroccato, a suo dire, sarebbe questa: gli interlocutori – per esempio quei venduti di Porro e Belpietro – divagano dal tema e parlano d’altro, senza contare che «se stai zitto autorizzi qualcuno a pensare che hai qualcosa da nascondere, se invece parli dovresti parlare per mezz’ora». Ora: l’attinenza del tema l’ha già spiegata Belpietro su Liber e non sto a tornarci. Va detto però che se anche Travaglio avesse ragione – e non ce l’ha – la cifra stilistica che lamenta è quella che lui ha perfezionato meglio di chiunque. Le puntate di Annozero in cui ha monologato di tutt’altro, rispetto al tema della serata, non si contano: dipende dal tema e dagli ospiti. Una volta, per dire, c’era Di Pietro che era sotto la lente perché gli avevano inquisito il figlio a Napoli: Travaglio fece un monologo su Previti e su Cirino Pomicino. La delegittimazione-divagazione è proprio il cuore del linguaggio travagliesco: «Il pregiudicato Caio», «l’ex socio di mafiosi Tizio», «il ladro latitante Sempronio», tutte liquidazioni da due secondi e che sì, è vero, se parli dovresti spiegare, «dovresti parlare per mezz’ora». Travaglio lo pretende solo per sé: altrimenti gli interlocutori tacciano, al limite non vengano invitati ad Annozero. Lui ha una reputazione. Non è come i giornalisti del Giornale che «prendono lo stipendio da un pregiudicato», ha scritto sabato a proposito di divagazioni, e non è «come quelli di Libero, che continuano a fare i direttori di un editore, Angelucci, che è stato arrestato due volte». Solo arrestato, tra l’altro, e non condannato: ma questo lo si specifica, qui, perché sono un servo e ho tempo, anche mezz’ora. Non ho una reputazione, non ce l’ha Angelucci, non ce l’ha nessuno dei migliaia che il nostro sputtana per mestiere. Ce l’ha Travaglio, la reputazione. Quale, però, forse non gli è chiaro.
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Qui di seguito trovate materiale.
Sono da poco passate le 22 e in studio c’è un filo di nervosismo: un paio di ospiti – Maurizio Belpietro di Libero e Nicola Porro del Giornale – stanno vincendo ai punti nel difendere Guido Bertolaso, definito a un certo punto «incapace assoluto» da Marco Travaglio che fiuta subito, però, d’aver fatto un autogol. «No no, Maurizio, intendevo un’altra cosa… », parlava cioè di «un signore che non si rende conto di chi sta nella stanza a suo fianco, di chi sono le persone di cui si circonda, e della inopportunità di instaurare rapporti di dimestichezza con… ». L’eresia è qui. Nicolo Porro, sottotraccia, gli dice: «Travaglio, dài, sarà capitato anche a te di frequentare persone che non si sarebbe dovuto frequentare», «assolutamente no… assolutamente no… e intanto io non sono il capo della protezione civile… ». Travaglio si è palesemente agitato ma Porro insiste, e allora ancora Travaglio: «Io non accetto questo tono intimidatorio, io non sono il capo della protezione civile… io non ho mai dato una lira pubblica… ». Porro: «Cioè, tutti possono accettare il tuo tono intimidatorio, mentre tu…?». «Ma vergognati, stiamo parlando di denaro pubblico». «Porro: «Ma stai calmo, stai calmo, prenditi un’aspirina…». Travaglio: «Questi liberali del cavolo… liberali dei miei stivali… ». Porro: «Due, aspirine». Travaglio: «Sei, un poveraccio, sei». Il pubblico applaude Travaglio, obviously. Volano anche un «cretino» e un «deficiente» sinché Santoro tronca: «Lui ci cade sempre in questa cosa», dice riferito al suo Marco, cui suggerisce: «Ma lasciali incitare, chissefrega… ci cadi sempre in questa cosa…». Poi manda un servizio che raffredda tutto. ma solo per un po’. Più tardi, infatti, dopo aver parlato di piscine olimpioniche lunghe 52 metri, ritorna il tema delle frequentazioni. Tocca Belpietro: « … se allora dobbiamo prestare attenzione a tutte le frequentazioni, forse noi dobbiamo spiegare ai telespettatori, a casa, che cosa è successo qui prima: ossia come mai Marco Travaglio si è tanto arrabbiato quando si è parlato di frequentazioni… ». Ma ricomincia il caos. Belpietro: «Tu, Marco, sei stato accusato da un tuo collega di Repubblica… ». Ma non riesce a dirlo, Travaglio vuole palesemente buttarla in caciara e Belpietro ne prende atto. Travaglio: «Ma parla sinché vuoi… raglia sinché vuoi… spiega perché Bertolaso… ». Belpietro «Tu sei stato accusato, volevo dire, di aver frequentato un signore che ha favorito la mafia… E tu non hai commesso nulla, ma…». Travaglio: «Siete fuori di testa… ma pensate ai vostri editori…». Pure Santoro nota il nervo scoperto di Travaglio, gli dice di lasciar perdere ma il nostro non ci pensa neanche: «Che cosa devo fare, devo star qui a prendere gli insulti?, io me ne vado… che cosa devo fare?, non devo rispondere?». E Santoro: «E allora rispondi, facciamo un dibattito… perdiamo un’ora per spiegare il niente che è successo… perché Travaglio – così la racconta Santoro, seccato, rivolto al pubblico – ha frequentato un magistrato e un uomo di polizia quando non si sapeva che era condannato e un cavolo di niente… ». Questa la chiara spiegazione. Si passa ad altro.
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Caro Michele,
ho riflettuto su quanto è accaduto giovedì ad Annozero. E, siccome è accaduto davanti a 4 milioni di persone, te ne parlo in forma pubblica. Parto da una tua frase dell’altra sera: “Parliamo di fatti”. Il punto è proprio questo. Si può ancora parlare di fatti in tv? Sì, a giudicare dagli splendidi servizi di Formigli, Bertazzoni e Bosetti. No, a giudicare dal cosiddetto dibattito in studio, che non è più (da un bel pezzo) un dibattito, ma una battaglia snervante e disperante fra chi tenta di raccontare, analizzare, commentare quel che accade e chi viene apposta per impedirci di farlo e costringerci a parlar d’altro.
La maledizione della par condicio, dovuta alla maledizione di Berlusconi, impone la presenza simmetrica di ospiti di destra e di sinistra. E, quando si tratta di politici, pazienza: la loro allergia ai fatti è talmente evidente che il loro gioco lo capiscono tutti.
Ma quando, come l’altra sera, ci si confronta fra giornalisti, anzi fra iscritti all’albo dei giornalisti, ogni simmetria è impossibile: quelli “di destra” parlano addosso agli altri e – quando non sanno più che dire – tirano fuori le mie condanne penali (inesistenti) o le mie vacanze con mafiosi o a spese di mafiosi (inesistenti). Da una parte ci sono giornalisti normali, come l’altra sera Gomez e Rangeri, che non fanno sconti né alla destra né alla sinistra; e dall’altra i trombettieri. Che non sono di destra: sono di Berlusconi. E non fanno i giornalisti: recitano un copione, frequentano corsi specialistici in cui s’impara a fare le faccine e a ripetere ossessivamente le stesse diffamazioni.
Invece di contestare i fatti che racconti, tentano di squalificarti come persona. Poi, a missione compiuta, passano alla cassa a ritirare la paghetta. E, se non si abbassano a sufficienza, vengono redarguiti o scaricati dal padrone. Non hanno una faccia e dunque non temono di perderla.
Partono avvantaggiati, possono permettersi qualunque cosa. Non hanno alcun obbligo di verità, serietà, coerenza, buonafede, deontologia. Non temono denunce perchè il padrone mette ogni anno a bilancio un fondo spese per risarcire i danni che i suoi sparafucile cagionano a tizio e caio dicendo e scrivendo cose che mai scriverebbero o direbbero se non avessero le spalle coperte. Come diceva Ricucci, che al loro confronto pare Lord Brummel, fanno i froci col culo degli altri.
Sguazzano nella merda e godono a trascinarvi le persone pulite per dimostrare che tutto è merda. E ci tocca pure chiamarli colleghi perchè il nostro Ordine non s’è mai accorto che fanno un altro mestiere. Ci vorrebbe del tempo per spiegare ogni volta ai telespettatori chi sono questi signori, chi li manda, quali nefandezze perpetrano i loro “giornali”, perchè quando si parla di Bertolaso rispondono sulle mie ferie e soprattutto che cos’è davvero accaduto a proposito delle mie ferie: e cioè che ho documentato su voglioscendere.it di aver pagato il conto fino all’ultimo centesimo e di aver conosciuto un sottufficiale dell’Antimafia prima che fosse arrestato e condannato per favoreggiamento, interrompendo ogni rapporto appena emerse ciò che aveva fatto (i due trombettieri invece dirigono e vicedirigono i giornali di due editori – Giampaolo Angelucci e Paolo Berlusconi, già arrestati due volte ciascuno, il secondo pregiudicato – e non fanno una piega).
Ma in tv non c’è tempo per spiegare le cose con calma. E, siccome io una reputazione ce l’ho e vi sono affezionato, non posso più accettare che venga infangata ogni giovedì da simili gentiluomini. Gli amici mi consigliano di infischiarmene, di rispondere con una risata o un’alzata di spalle. Nei primi tempi ci riuscivo. Ora non più: non sai la fatica che ho fatto giovedì a restarmene seduto lì fino alla fine. Forse la mia presenza, per il clima creato da questi signori, sta diventando ingombrante e dunque dannosa per Annozero. Che faccio? Mi appendo al collo le ricevute delle ferie e il casellario giudiziale? Esco dallo studio a fumare una sigaretta ogni volta che mi calunniano? O ti viene un’idea migliore?
Caro Marco,
risponderò con franchezza alla tua lettera che mi sembra venire da troppo lontano. Siamo diversi e con diverse opinioni su molte cose: legalità, moralità, libertà e televisione. Eppure forse proprio per questo siamo riusciti a diventare amici e, per un pezzo importante della nostra vita, a combattere fianco a fianco contro la censura. E’ questo l’unico vero miracolo compiuto da Silvio Berlusconi, aver intrecciato vicende professionali distanti come quelle di Biagi e Luttazzi, di Montanelli e di Sabina Guzzanti. La tua e la mia. Vivrei una tua decisione di prendere le distanze da Annozero con grande amarezza ma non per ragioni personali: perché sarebbe, in primo luogo, un torto fatto a un pubblico assai grande e, in secondo luogo, un ulteriore arretramento del confine del proibito che ormai comprende quasi tutti i fatti più scottanti riguardanti i potenti in Italia.
Non sarebbe tuttavia una tragedia o una catastrofe irreparabile. Nel corso della mia lunga esperienza televisiva tanti miei amici e collaboratori hanno scelto o dovuto scegliere di percorrere altre strade. E’ stata sempre per tutti un’occasione di rinnovarsi, una sfida per allargare gli orizzonti di quel laboratorio del quale sentiamo comunque di continuare a far parte.
Già oggi il tuo raggio d’azione è enorme: scrivi quotidianamente per il Fatto (e non solo), hai un blog seguitissimo, hai una parte da protagonista nel blog di Grillo e riempi i teatri col tuo spettacolo su Tangentopoli. Potresti quindi fare tranquillamente a meno di Annozero, senza più esporti alla fatica e allo stress del corpo a corpo televisivo dove si ha sempre la sensazione, sbagliando, di doversi giocare tutto in pochi minuti.
Una volta, quando avevi soltanto i tuoi libri, non facevi nessuna fatica ad affrontare quegli stessi “farabutti” che oggi, invece, ti appaiono interlocutori inaccettabili. Non Annozero, con i suoi milioni di ascoltatori, ma una qualunque televisione di provincia ti sembrava una buona occasione da non sprecare. Allora ero io che ti invitavo ad affaticarti di meno, a rendere più preziosa la comunicazione, a mettere un freno alla tua generosità, mentre lavoravo a migliorare le luci, la tua posizione in scena, i tempi del racconto e a inserirti più efficacemente nel contesto del programma.
Certo senza le tue straordinarie qualità di scrittore e narratore tutto questo non sarebbe servito a niente. Ma è servito. Nonostante Belpietro, Ghedini o Lupi. Loro sono sempre gli stessi. Tu sei cambiato. Non so se ti accorgi che, quando a proposito di Annozero dici che è una questione di format, stai parlando come un membro della Commissione parlamentare di vigilanza.
Non so se condividi i suggerimenti di Paolo Flores d’Arcais che pretende di spiegarmi quando spegnere e accendere i microfoni di un ospite. Un membro perfetto dell’Agcom. Un apologeta del Berlusconi-pensiero sul “pollaio”. Proprio come Furio Colombo e le sue invettive contro i talk-show. D’Arcais e Colombo sono convinti che debba regnare l’ordine del discorso (scritto) che, ovviamente, per loro non è quello del telegiornale di Minzolini ma quello di Report , celebratissimo esempio di una trasmissione basata sul principio di identità e non contraddizione.
Ora, sia ben chiaro, Report piace anche a me, e molto: lo ritengo altrettanto incompatile di Annozero con gli equilibri imposti dal conflitto d’interesse al sistema informativo. Ma non è l’unico modo possibile di fare inchiesta, come non lo era un tempo il documentario in stile Bbc. Noi proviamo a forzare la gabbia delle compatibilità, ad uscire dal seminato; per mettere a nudo le contraddizioni illiberali del palinsesto non ci accontentiamo di scavarci una nicchia alternativa. Siamo brutti, sporchi e cattivi. Raccogliamo meno consensi di Ballarò ma creiamo un maggior numero di situazioni critiche, più adrenalina, più polemiche, più brecce nella gelatina.
Perciò ho voluto e continuo a volere che, almeno per un po’ di minuti, tu occupi il centro della scena. Sei il simbolo di ciò che il recinto della televisione generalista non vuole più contenere, di tutti coloro che sono stati espulsi e non possono più rientrare. La prefigurazione di un cambiamento possibile. D’altra parte chi è espulso riesce anche a sopravvivere benissimo. Fuori dalla tv generalista l’industria culturale rende ancora possibili profitti importanti per chi produce contenuti forti; ma chi resta è meno libero e chi va via non entra più in contatto con una sterminata periferia, una enorme banlieue culturale nella quale resta confinata una buona metà della popolazione italiana. In questa periferia, almeno qualche volta, Annozero è entrato prepotentemente. Anche grazie a te, e ne vado fiero. E anche grazie a Maurizio Belpietro.
Tu, invece, pensi che Maurizio Belpietro – o Porro o Ghedini – siano soltanto un prezzo pagato alla par condicio, una legge di cui si parla senza conoscerla e di cui nessuno si occupa seriamente, quando per me rappresentano quel vuoto necessario di scrittura che rende la trasmissione imprevedibile. Perfino ciò che è successo giovedì scorso dimostra che nel nostro studio nessuno può sapere in anticipo come andranno le cose. Noi per primi.
Report ha l’andamento di un film. Annozero assomiglia ad una partita di calcio, mette in gioco non solo nozioni ma emozioni, convinzioni profonde, passioni anche viscerali. Quando il gioco diventa noioso e scontato il pubblico più infedele cambia canale. Ed è questa la ragione per cui siamo costretti a inseguire lo spettatore meno affezionato ai nostri programmi, qualche volta perfino deludendo i fan. Il contrario esatto di quello che avviene a teatro.
In passato godevo nel vederti demolire le argomentazioni aggressive con l’ironia e con una precisione chirurgica: adesso chiedi tempo. Un tempo che la tv, a tuo parere, non sarebbe in grado di concederti. Quanto tempo per rispondere a contestazioni che si ripetono come una litanìa monotona e scontata? Cinque minuti? Mezz’ora? Una serata intera? Nella tua lettera potevi essere più esplicito nel criticare la mia conduzione. Io credo che tu non l’abbia fatto perché avresti dovuto aggiungere l’elenco dei “bellissimi servizi” da tagliare per fare spazio alle tue necessità.
Invece che di Bertolaso avremmo almeno saputo tutto di Travaglio? E la volta successiva cosa avremmo dovuto fare se si fosse ripetuta la stessa situazione? La risposta sembra interessarti poco: prima viene il tuo onore, la faccia, la verità. Dovremmo ripetere il disco della condanna per diffamazione pronunciata solo in primo grado, rivedere alla moviola il tuo certificato penale, per convincere l’universo mondo (compreso Belpietro) delle tue qualità morali che al nostro pubblico non sembrano per niente in discussione. Inoltre un giornalista condannato, si fa per dire, definitivamente per diffamazione smette di essere un buon giornalista? Penso proprio di no; come Schumacher che, se va una volta fuori pista, non smette per questo di essere un buon pilota.
Hai saputo schivare e anche incassare molti colpi bassi ma questa volta è bastata una banalissima insinuazione di Porro (e non un’aggressione squadristica) per farti perdere il lume della ragione. Hai frequentato un sottufficiale dell’Antimafia prima che venisse condannato per favoreggiamento. Scusa, qual è il problema morale? Quali sconvolgimenti ha creato nella percezione che i nostri ascoltatori hanno di te questo genere di insinuazioni? Nessuno.
Le critiche, anche le più assurde, fanno parte del nostro lavoro, così come rispettare chi non la pensa come noi, non insultarlo, non delegittimarlo come interlocutore. E se sono gli altri ad aggredirci, dobbiamo rispondere come tu sai fare meglio di me, rapidamente e con le armi dell’ironia. Quando io non l’ho fatto ho sbagliato.
Siamo diversi ma apparteniamo entrambi al pubblico. Solo dal pubblico deriva la nostra credibilità. Perciò hai il diritto di proporti al pubblico come meglio credi, nella forma teatrale dei tuoi spettacoli (senza disturbatori) o, come mi auguro, nel percorso a ostacoli di Annozero. Sai che mi sono battuto con tutte le mie forze per includerti con un regolare contratto e non come un ospite occasionale nella nostra trasmissione. Sono fiero di poter dire che tu sei parte della Rai e del servizio pubblico. Come dovrebbero esserlo Sabina Guzzanti, Daniele Luttazzi e tanti altri. All’inizio di Annozero ero convinto che col nostro ritorno avremmo portato a casa una vittoria importante contro la censura e che presto il mondo sarebbe cambiato. Non è successo, anche se nel frattempo siamo diventati il primo programma di informazione.
Se la televisione è perfino peggiorata non è solo colpa di Berlusconi e dei suoi “trombettieri” ma di chi avrebbe dovuto contrastarlo e non lo ha contrastato e anche di quelli che scelgono di battersi pensando di essere gli unici a farlo con coerenza. Cavalieri senza macchia e senza paura che vogliono segnare a tutti i costi una differenza dal resto del mondo, che mettono la loro purezza e il senso dell’onore prima della libertà: la legge e le regole prima della libertà, la verità prima della libertà. Mentre leggi e sentenze sono solo lo strumento essenziale per l’ordinato funzionamento della società.
Mi chiedi di mettere riparo agli abusi. Con l’esperienza che ho cercherò di inventare qualcosa per evitare l’uso di argomenti provocatori, le interruzioni ad arte, le offese personali. Quello che non posso prometterti è la verità.
La verità profonda di una persona, che si chiami Travaglio, Berlusconi o Santoro non la stabilisce un programma televisivo, non si raggiunge stilando con attenzione la lista dei buoni e dei cattivi. A quelli che sui vostri blog chiedono di definire una volta per tutte ciò che è vero abbiamo il dovere di rispondere che la verità è sfuggente, contraddittoria. La verità è una conquista faticosa e difficile. Per quanto mi riguarda spesso è un faccia a faccia. Tra me e me.
Caro Michele,
ti ringrazio per la tua risposta franca e affettuosa, ma temo di non essere riuscito a spiegare bene ciò che intendevo dire. Io non ho nulla da ridire sulla tua conduzione (in televisione il genio sei tu e io sono un principiante) o sul format della trasmissione. Ti ho semplicemente posto un problema, e l’ho fatto in forma pubblica perché molti mi dicono che, quando si attacca a litigare su cose che esulano dal tema del programma, cambiano canale: proprio perché l’imprevedibilità di Annozero si muta in prevedibilità quando alcuni guastatori sconvolgono l’assetto del programma seguendo un copione sempre uguale a se stesso.
E ciò deriva dal fatto che, secondo me, gli interlocutori che a te paiono “sempre uguali” sono cambiati: Porro e Belpietro erano sempre venuti a confrontarsi sui temi del programma e non si erano mai abbassati alla calunnia personale. L’altra sera la militarizzazione del fronte berlusconiano ha segnato un altro scatto in avanti e io, forse stanco e nervoso per conto mio, ho reagito in quel modo. E’ stato proprio l’avvilimento per quella mia reazione, che ha guastato il programma, a indurmi a scriverti in forma pubblica.
Non certo una richiesta di cambiare format (anche a me piace molto l’inchiesta giornalistica seguita dal tentativo di inchiodare i politici alle loro responsabilità). Né tanto meno una richiesta di censura o di epurazione per questo o quell’interlocutore, che non mi compete, ma soprattutto è lontana mille miglia dal mio pensiero. Io non ritengo “inaccettabile” nessuno, adoro essere contraddetto nel merito, anzi spero sempre che qualcuno mi dica che cosa c’è di sbagliato o di non vero in quel che dico: purtroppo prima i politici e ora anche i giornalisti preferiscono parlare di me e delle mie ferie, anziché di quel che dico.
Se facessi come loro, potrei ogni volta ricordare quanti soldi pubblici ci costa Libero di Belpietro o quante bufale (l’ultima, sul caso Boffo) pubblica il Giornale. Ma non lo faccio perché preferisco attenermi al tema della puntata.
Su un punto, com’è naturale, siamo profondamente diversi: sul modo di difendere la nostra onorabilità. Tu preferisci farlo in separata sede legale, liquidando pubblicamente con una battuta ironica le calunnie che ti vengono rovesciate addosso. Io invece mi prendo tutte le critiche di questo mondo, ma le falsità, le diffamazioni, le calunnie quelle no, non riesco proprio a farmele scivolare addosso: non nutro la tua stessa fiducia nel “pubblico” che saprebbe tutto e riuscirebbe da solo a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. Quando milioni di persone sentono dire che frequento mafiosi, penso che una parte di esse si aspetti una reazione proporzionata alla gravità dell’accusa, e se la reazione non arriva si fanno l’idea che qualcosa di vero ci sia.
Purtroppo non tutti hanno Internet e non conoscono il blog voglioscendere.it dove ho già documentato per tabulas la falsità di quelle accuse. Per questo ho detto che occorrerebbe del tempo per rispondere. Ma quel tempo non te lo posso chiedere perché, nella partita di Annozero, sarei costretto a giocarne un’altra, privata. Di qui il mio disagio, che ho messo nero su bianco l’altro giorno.
Travaglio ha perso il controllo, perchè toccato nel vivo, ma non ha perso la testa come dici tu: ciò che ha detto di Porro, Belpietro, e la cartaccia sulla quale scrivi anche tu, è assolutamente razionale.
E in una puntata su Bertolaso, deviare il discorso sulle frequentazioni di Travaglio, mi sembra oggettivamente sguazzare nella merda a riparo del fondo spese di Berlusconi.
@rob
restiamo sul pezzo. MT ha detto che Bertolaso e’ un “incapace totale” (lett.) perche’ non si e’ accorto che attorno aveva gente censurabile (ma incensurata. ANCORA ADESSO incensurata, giova ricordarlo). E non e’ la prima volta che esce con queste sciemenze. Porro, a prescindere che ci piaccia o no, ha detto una cosa sacrosanta. Non puoi venire crocifisso per qualcosa che FORSE ha fatto uno che ha rapporti con te ma di cui non hai responsabilita’.
Tu, rob, concordi o no con questa frase?
Porro poi ha detto: T, forse sara’ capitato anche a te (sì, gli e’ capitato), quindi non puoi usare questi argomenti, ti si ritorcono contro.
Ora rob, spiegami dov’e’ il tono intimidatorio, la diffamazione, il parlare di altro.
Grazie
Travaglio ha un milione di opacità professionali che tutti conosciamo ed e’ tutto tranne che simpatico ma l’attacco del pacato Belpiero e del simpatico Porro (ripetuto ogni volta in replica a Travaglio indipendentemente dal tema del dibattito) è squadrismo aziendale da 4 soldi che perfino tu Filippo potresti voler riconoscere. saluti.
Travaglio non ha assunto con incarichi delicatissimi una persona e le ha dato carta bianca.
Ha passato una vacanza in un bungalow e gli ha chiesto la caffettiera.
Penso che ci siano differenze sufficienti per non permettere di usare la stessa parola (frequentazioni) per questi due casi.
E la responsabilita’ dirigenziale, dove la mettiamo?
io prendo un posto importante e con me porto persone delle quali mi fido e sulle quali scommetto.
E se perdo la scommessa, devo perdere qualcosa: la faccia, l’incarico..
senno’ il rischio e’ solo a senso unico
@ mitch
Finora Bertolaso non e’ responsabile di niente perche’ finora non c’e’ nessuna prova di nessun ILLECITO.
Se non vado errato c’e’ solo il sospetto per UN appalto gonfiato. UNO.
Bertolaso si era affidato a Balducci, la massima autorità nei lavori pubblici.
Finora non c’e’ nemmeno una sentenza di primo grado.
Le pare che Travaglio le dica, queste cose?
E poi non c’e’ solo la vacanza, con Ciuro. Si legga L’Odore dei soldi, recentemente strombazzato e ristampato. Una buona meta’ del libro e’ fatta sulle indagini di Ciuro.
Questo non significa niente, eh, intendiamoci. Ma se io dovessi usare il metro di Travaglio, adesso egli non dovrebbe piu’ scirvere nemmeno su un giornale parrocchiale, altro che monologhi ad Annozero.
Luigi, come dice Mitch, Travaglio non è un dirigente pubblico, non offre appalti, ergo, per quanto mi riguarda, può fare quello che gli pare. Inoltre, se l’argomento è Bertolaso, parlare di Travaglio non mi sembra “restare sul pezzo”, ma allontanarcisi parecchio. A meno che, la frequentazione poco raccomandabile di Travaglio, non sia proprio Bertolaso. Inoltre il punto non è sulle capacità di Bertolaso, ma su chi ha diritto di infangare chi. Il trio Porro-Belpietro-Facci non ripulisce la figura di Bertolaso, ma distribuisce equamente la merda fra tutti, con la tesi “siamo tutti puttanieri”. Quello che proprio no riescono a capire, è che una immoralità diffusa non la rende una “nuova moralità”, ma solo una immoralità diffusa.
Qui non si discute di responsabilità che Travaglio non ha (le frequentazioni possono capitare: ciò si voleva dirgli, e uno può dire quello che vuole, altro punto importante) ma si discute della reazione di Travaglio e del suo concetto di se stesso. Se anche fosse stato squadrismo aziendale quello rivolto contro di lui – e per me non lo è – ai posteri, agli spettattori e a Santoro l’ardua sentenza: invece Travaglio, per preservare ridicolmente la sua purezza, pretende di impedire che venga fatto a lui quello che riserva agli altri da una vita, perché della delegittimazione preventiva è il sommo maestro. Resta inoltre il fatto che lui nega la banale verità e che proprio perché banale io pretendo che venga raccontata, e continuerò a farlo. Alla faccia sua. E senza calunniare nessuno.
@ rob e mitch
Una volta per tutte, MT non amministra soldi pubblici.
Vero. Verissimo.
Pero’ scrive su un mare di giornali e monologa ad Annozero. Ora se lui chiama Bertoladro Bertolaso perche’ gente che lavorava con lui forse ha commesso illeciti, io mi sentirei autorizzato a chiamarlo Mafia Travaglio, perche’ una delle sue fonti faceva l’informatore per un mafioso.
Se Bertolaso deve dimettersi, io dico allora che Marco deve tacere per sempre, lasciare Annozero, uscire dal Fatto Quotidiano, cambiare mestiere.
Avete colto il parallelo?
E intendiamoci, io non chiedo questo. Ma solo perche’ non sono una persona spregevole come Travaglio.
Ditemi se non capite qualcosa.
” invece Travaglio, per preservare ridicolmente la sua purezza, pretende di impedire che venga fatto a lui quello che riserva agli altri da una vita, perché della delegittimazione preventiva è il sommo maestro.”
Non è vero. Travaglio chiede a Santoro : se gli altri se ne escono fuori con le solite storie al riguardo devi darmi il modo di replicare. Perchè io non tollero che mi si lancino insinuazioni cui non posso ribattere, facendo finta di niente. Perchè loro lo fanno sempre.
Infatti, Santoro nella stessa trasmissione lo ha capito benissimo, quando, in risposta alla discussione ha dovuto chiarire che le frequentazioni di Travaglio non c’entravano niente e che c’era niente da dire al riguardo. Lo ha fatto lui, perchè era quello che chiedeva Travaglio.
E quanto al ” non c’era bisogno di provare che le vacanze se le era pagate lui”, invece ce n’era bisogno, perchè se non sbaglio in altra trasmissione Castelli se ne uscì fuori con ” vacanze pagate da mafiosi”
Quella di Travaglio è ” spiegazione preventiva” perchè conosce i suoi polli.
@ mj
ciao carissima, come va?
Benritrovata.
Vorrei farti notare come ha tentato Travaglio di replicare, di argomentare, di spiegare Travaglio appena Porro ha detto “non bisogna giudicare le persone dalle loro frequentazioni”:
Fascistoide
Liberale del cavolo
Liberale dei miei stivali
Io non gestisco soldi pubblici
Stavo parlando di altro
Sei un poveraccio
Vergognati
Raglia, raglia pure.
Mi pare che si sia dato da fare per buttare tutto in caciara e tirare su un polverone per evitare se ne parlasse, no? E Santoro gli e’ subito venuto in soccorso, o sbaglio?
Luigi, dimmi che c’è di sbagliato in quello che ha detto Travaglio: Fascistoide
Liberale del cavolo
Liberale dei miei stivali
Io non gestisco soldi pubblici
Stavo parlando di altro
Sei un poveraccio
Luigi, caro, ingenuo Luigi.
Vedi, ad un certo punto, dopo che una cosa la si è fatta una volta, due, tre, trecento, quattromila volte, può darsi che si arrivi a capire che la cosa è sistematica. Travaglio, come un buon numero di spettatori, ha capito che Porro e Belpietro la volevano buttare in caciara e volevano impedire che si parlasse di Bertolaso. E’ bastato quell’accenno.
Forse prima o poi lo capirai pure tu.
@ mj
ti ringrazio per il tono maternalistico (forse hai frainteso, il mio saluto era sincero. Non sono d’accordo con quasi niente di quello che dici ma non ho certo astio verso di te).
Quattromila volte MT ha spiegato cosa?
Ti ripeto:
“Non puoi venire crocifisso per qualcosa che FORSE ha fatto uno che ha rapporti con te ma di cui non hai responsabilita’.
e’ capitatoanche a Travaglio, quindi non puo’ usare questi argomenti, gli si ritorcono contro.”
Mi autocito in un delirio di onnipotenza.
Siccome e’ un’obiezione valida, e’ ovvio che gliela si ripeta. Troppe poche volte, direi.
Quattromila volte, dici. Quando?
Le prime tre- quattro con D’Avanzo di Repubblica.
Poi?
E che replica? “Io non mi sono fatto pagare le vacanze. Ho la fotocopia di un assegno compilato a untale Giuseppe a dimostrarlo”
Embe’? Chi ti aveva chiesto questo (a parte Aiello e D’Avanzo)? Ti si chiedeva se ti sentivi indegno di fare il tuo mestiere perche’ inconsapevole ti facevi le vacanze con un favoreggiatore di mafiosi. E ti si chiedeva di non usare l’argomento frequentazione come marchio d’infamia verso gli altri.
Perche’ sarebbe intimidatorio, fascistoide, illiberale, sviante porre la questione?
Luigi, Antonio ha risposto in altro post meglio di come potrei fare io.
Per il resto, guarda, se vuoi parlare di quelle strane venature sul dito di Travaglio mentre indica un bel fatto che riguarda TUTTI , io lascerei perdere.
Scusa, eh? Ma ho altri interessi.
La verità è che Travaglio ci ha abituato a non reagire mai.
Non lo fece neppure quando un isterico Sgarbi in occasione di un’altra puntata che vi invito a rivedere: “http://www.youtube.com/watch?v=VWYZJdtgS2Q”
gli ha urlato e vomitato insulti di ogni tipo addosso (faccia da tonto, dici sempre stronzate, siamo un grande paese con un pezzo di merda come te) e squisitezze di questo genere.
Questa volta è caduto nel tranello tesogli dai grandissimi del giornalismo mondiale Porro (il vice di Feltri, per dire, quello delle palle colossali non ultima il caso Boffo), dall’ottimo Belpietro che litigò con Fini a Ballarò, solo perchè quest’ultimo gli ricordò di essere un dipendente di Berlusconi.
Ecco, il problema è semplicemente questo, Travaglio ha reagito.
E non come i suoi due antagonisti, che reagiscono se parlano male del capo e degli amichetti del capo, no, ha reagito per difendere se stesso.
Allucinante, inconcepibile.
Addirittura, secondo questi Pulitzer all’amatriciana, Travaglio avrebbe chiesto a Santoro di non invitare più in studio chi lo infastidisce , quando invece basterebbe saper leggere la lettera di Travaglio a Santoro.
Pubblicano addirittura i commenti dei fan di Travaglio (quelli deliranti ovviamente) tralasciando quelli contro Travaglio ad esempio e censurandone altri pacati ma “contro” (ho fatto la prova).
Gente che fa credere ai propri lettori (e mi preoccupo che ci possano riuscire) che la polizia “attenziona” gli omosessuali è capace di tutto.
E la colpa è di Travaglio del quale giovedì si è ricordato essere fresco vincitore del Premiolino, ecco, deve essere questo il motivo di tanto livore verso il giornalista di Torino, capace di dirne di cotte e di crude su tutti, pure su DiPietro, pensa te.
E’ di questo che non si capacitano “gli altri”.
Semplice, gli invidiano la libertà, quella che gli permette di mettersi in gioco cofondando un quotidiano suo.
Gli altri, mi dispiace, per esistere devono starsene li, con la loro bella scritta “Benvenuti” sulla schiena.
Saluti
@ mj
dimmi solo se sei d’accordo, tanto perche’ sono curioso:
1) e’ lecito dare addosso alla gente (Bertoladri, incapace totale) per delle frequentazioni telefoniche o di lavoro con persone contro le quali ci sono solo intercettazioni dove pare ci sia in ballo un solo appalto gonfiato che sia sfuggito alle maglie degli organi vigilanti?
2) e’ lecito linciare una persona per questi fatti senza che questa persona sia presente per ribattere?
3) e’ lecito indignarsi perche’ in altre trasmissioni (Ballaro’, eh, mica il tg4) a queste persone e’ stato data la facolta’ di difendersi? (Leggiti l’ultimo passaparola su voglioscendere)
4) e’ lecito ristampare un libro con accuse gravissime ai vertici dello stato che si basano sulle indagini di un favoreggiatore del prestanome di Provenzano, senza dichiararlo?
5) e’ lecito definire gli altri fascistoidi perche’ ti ricordano che non puoi accusare le persone per illeciti presunti di tuoi collaboratori, tanto piu’ che tu per primo sei incappato involontariamente in tale situazione?
Se mi rispondi a tutti i punti ti ringrazio.
Visto che MJ mi ha gentilmente citati riposto quello che avevo scritto nell’altro post )identico peraltro. Ma perchè ce ne sono due?)
Per quanto riguarda il merito del post ovviamente non sono d’accordo sul fatto che le vacanze di Travaglio c’entrassero con l’argomento di cui si stava parlando ( Bertolaso ha distribuito appalti a questi signori e doveva starci attento, ed è ,o dovrebbe essere, quantomeno moralmente scorretto avere rapporti così intimi con gente che riceve benefici da te, mentre Travaglio frequentava un ufficiale antimafia e bisognava possedere la palla di vetro per capire che quello passasse informazioni a un tizio che era il prestanome di Provenzano).
E poi tirare fuori quelle faccende in quel modo non è corretto . Faccio un esempio per spiegarmi meglio.
Mettiamo che Facci sia invitato a un dibattito su Craxi. Ad un certo punto si passa a parlare del famigerato poker d’assi di rivelazioni con cui Craxi intendeva stroncare la carriera e la reputazione a Di Pietro. Facci, in quanto intimo di Craxi, tenta di spiegare come stanno le cose, ma improvvisamente salta su uno e gli dice “Tu stai zitto perchè sei stato intercettato mentre parlavi al telefono con Craxi anche di queste cose, tant’è che avevi un contratto con la Rai che ti hanno rescisso proprio per questo”. Ovviamente chiarisco subito che in quella era una telefonata normalissima e che non c’è assolutamente nulla di scabroso in quel che si dicono. Ma tu poi vallo a spiegare al pubblico che assiste al dibattito che in quelle telefonate non c’è niente di scandaloso, e che Facci non ha niente da spiegare e che la Rai gli ha rescisso il contratto con i soliti eccessi che si riservano ai pesci piccoli , mentre i pesci grossi restano saldamente al loro posto (tipo Alda D’eusanio).
Capito Facci?
P.S: Comunque una volta Porro stava sul cazzo a Facci. Adesso invece sembrerebbe di no. Vabbè.
Luigi, tu chiedi agli altri pareri. Però, quando gli altri te ne danno non ascolti.
Per dire, sul tuo primo punto ha risposto egregiamente Antonio. Io ti ho scritto di leggere ciò che dice lui al riguardo. O tu l’hai letto e ti è rimbalzato, oppure l’hai letto e non ti ha convinto.
In entrami i casi, mi sembra inutile stare qui a rispondere.
E lo stesso vale per il resto. Quindi, scusa, ma ti devo ripetere che lascerei perdere.
@ ANtonio
“Bertolaso ha distribuito appalti a questi signori e doveva starci attento, ed è ,o dovrebbe essere, quantomeno moralmente scorretto avere rapporti così intimi con gente che riceve benefici da te”
Quali sono i benefici?
Premetto che so delle intercettazioni de relato, quindi non sono informatissimo.
So solo che Bertolaso ha dato una consulenza a suo cognato, che uno degli appalti pare essere leivitato del doppio del costo. Non so se si tratta dello stesso appalto per il quale Bertolaso, una volta accortosi del rincaro, ha mandato via il responsabile. Poi so di intercetazioni in cui si parla di tentativi di dare soldi a Bertolaso (dei quali non si sa l’esito) e un tentativo di fare bella figura con Bert. facendogli trovare una prostituta a sua insaputa, con la quale non ha nemmeno “consumato”.
E la chicca e’ che Bertolaso sarebbe addirittura cliente dello sport village, dove si pagava i massaggi. Mamma mia che scandalo.
Tutto qui?
@ mj
quindi capisco che per te e’ lecito.
Oppure non e’ lecito ma non e’ quello che fa Travaglio?
Scusami, sono duro. QUale delle due?
” Scusami, sono duro. QUale delle due?”
La terza, Luigi. Non voglio discutere con te perchè le tue domande non mi interessano.
COME HO SCRITTO già su.
Secondo Filippo Facci and his friends se la maestra ti chiede se hai studiato puoi dargli della zoccola, avendola vista parlare e sorridere al bidello.
Per Luigi la maestra è un isterica e comunque si dovrebbe dimettere subito perchè offende l’alunno, ma lui la perdona perchè è tanto, ma taaaaanto buono (mica è la maestra lui).
Ovvio che per entrambi il preside ha brigato per assumere la nuova segreteria ,venticinquenne e con due tette così, perchè di indole generosa e scevra da pregiudizi sessisti. Il sesso non c’entra nulla, ma cosa andate a pensare?
Insomma, tutti buoni meno la maestra che non si fa mai i cazzi suoi. E poi è zoccola, si sa
@ mj
ah, avevo capito che alle mie domande aveva risposto Alberto. Ora capisco. Non intendi rispondermi. Peccato, ti stimo un po’ di meno, sopraviveremo entrambi.
@ Andrea
hai capito il contrario di quello che ho detto. Prova a rileggere.
Ciao a tutti, e’ pausa e volgio leggermi finalmente Libero.
Luigi, la protezione civile di cui è a capo Bertolaso ha distribuito appalti a questi signori (che se la ridevano nelle intercettazioni). Ecco qual è il beneficio. Semplice, no?
E il prode Bertolaso come si giustifica? Dicendo che se chi conduceva le indagini lo avessero avvisato del contenuto di queste intercettazioni, lui avrebbe prontamente preso provvedimenti. Capito? Avrebbero dovuto avvisarlo che c’erano delle indagini in corso. Così si è difeso a Ballarò, senza che nessuno si sia messo a ridere o gli abbia fatto notare la cazzatona detta. Aveva poi torto Travaglio quando diceva che a Ballarò Bertolaso ha potuto dire qeuel cazzo che gli è parso e piaciuto senza che nessuno dei presenti (compreso Di Pietro), tranne forse la De Gregorio, gli abbia fatto una domanda seria. E perchè secondo te, Bertolaso è andato dappertutto, tranne che ad Annozero?
io vedo solo 26.000 battute su un argomento che evidentemente ossessiona Facci, che della guerra a Travaglio sembra aver fatto una ragione di vita
26.000 battute di fuffa nelle quali Belpietro e Porro passano per innocenti commentatori e Travaglio per un pazzo isterico
bastavano tre righe Filippo, non è che la quantità possa sopperire alla quantità o trasformare la realtà stordendo i lettori, che comunque 26.000 battute su un argomento del genere interessano solo ai fan di Travaglio o ai tuoi “nemici” di blog, o pensi davvero che questo pippone lo leggano in tanti?
io me lo sono risparmiato e senza rimpianti, tanto è un pezzulo uguale a decine di altri che hai già scritto
” Luigi, Antonio ha risposto in altro post meglio di come potrei fare io.
Per il resto, guarda, se vuoi parlare di quelle strane venature sul dito di Travaglio mentre indica un bel fatto che riguarda TUTTI , io lascerei perdere.”
PER IL RESTO.
Luigi, ho ripostato il commento, non so, forse non lo avevi letto bene.
Comunque, tramite il blog NonLeggerlo, riporto lo scambio fra Porro e Travaglio che una blogger ha diligentemente riportato. Così, se le parole hanno un senso si capisce bene il motivo per cui Travaglio si è incazzato.
T: Sto parlando di un signore che non si rende conto di chi sta nella stanza a suo fianco, di chi sono le persone di cui si circonda, e della inopportunità d’instaurare rapporti di dimestichezza (parte Porro) di amichevolezza, eccetera…
P: Travaglio, ti sarà capitato anche a te di frequentare persone che non si sarebbe dovuto frequentare…
T: Assolutamente no, assolutamente no, intanto io non sono il capo della Protezione Civile…
P:Ti sarà capitato anche a te nella tua vita, veramente, il moralismo sulle persone che noi frequentiamo non lo augurare a nessuno…
T: io non ho mai dato una lira pubblica…
P: Stai attento! ma perché ti capiterà… ti capiterà…
T: io non ho mai dato… Io non sto affatto attento e non accetto questo tuo tono intimidatorio, io non sono il capo della Protezione civile…
P:Tu accetti… tu… tutti devono accettare il tuo. tutti possono accettare il tuo tono intimidatorio e tu non puoi accettare il fatto che ti do un consiglio benevolo…
T: io non distribuisco denaro… io non distribuisco denaro pubblico. Caro Porro
P: non è possibile, smettila di fare il moralista.
T: questo signore distribuisce soldi nostri agli amici suoi…
P: smettila! smettila!
T: smettila tu!
P: ma no! smettila, come ti permetti di insinuare…
T: … con questo tono fascistoide.
P: ma che fascistoide?!
B: Travaglio…
T: ma vergognati… ma vergognati… stiamo parlando di denaro pubblico!
B: travaglio…
P: ma stai calmo, stai calmo!!
B: Travaglio, tu conosci bene la storia…
T: stiamo parlando di miliardi!
P: Ti ho preso nel vivo!
T: stiamo parlando di miliardi, pubblici…
P: ma pensa tu! ma pensa tu!!
T: soldi nostri…
P: ma prenditi un’aspirina!
T: ma prenditi tu quello che devi prendere!
P: ma scusa, non è possibile!… non è possibile…
S: non c’entra l’aspirina. è un’altra medicina… se no facciamo l’errore di Bertolaso, va per essere massaggiato e si trova davanti a una situazione…
T: questi liberali!
S: non prendiamo medicine che non conosciamo bene…
T: questi liberali del cavolo!
S: delle loro implicazioni.
T: questi liberali dei miei stivali!
S: Zitti! ZITTI!!!
P: due aspirine ti devi prendere…
S: e che cavolo!
T: questi liberali del cavolo…
S: torniamo ai fatti, perché
P: deficiente!
S: i fatti sono…
T: un poveraccio… sei.
S: nooo…
P: e tu sei.. tu sei..
S: i fatti sono l’unica nostra guida…
P: tu sei.. tu sei…
T: i famosi liberali…
P: un arrogante cre-ti-no. perché non ti puoi permettere…
T: i famosi… i famosi liberali!
P: non ti puoi permettere di accusare le persone, solo perché!… ho per… mi sono permesso di dire…
S: Travaglio! veramente!! veramente devo dire, è un errore molto grave!!!
T: devo lasciarmi insultare da questo signorino qua?…
S: ma no! ma lasciati insultare… chi se ne frega…
P: ma tu puoi insultare tutto il mondo?! tu puoi insultare tutto il mondo?!
S: Porro! per favore… ogni volta che volete insultare Travaglio, insultate me… che a me non me ne frega niente…
B: Santoro…
S: siccome lui ci cade sempre…
non riesco a fargli capire che non ci deve cadere…
P: ma Santoro…
B: Santoro…
S: voi insultatemi, chiamatemi Santoro, ditemi che… Chi frequenti?
P: ma Santoro…
B: posso parlare?
SI! un sacco di cattive persone… chi se ne frega… andiamo avanti! voglio farvi sentire conme sono andate avanti le cose di Bertolaso! abbiate pazienza! sennò parliamo a vanvera…
@ Alberto
“Luigi, la protezione civile di cui è a capo Bertolaso ha distribuito appalti a questi signori (che se la ridevano nelle intercettazioni). Ecco qual è il beneficio. Semplice, no?”
Mumble mumble.
Gli ha dato appalti.
Quindi?
Mi spieghi che hanno fatto “questi signori”?
Non dovevano avere appalti perche’ ridevano nelle intercettazioni?
E’ questo che vuoi dire?
La loro unica colpa e’ di avere riso nelle intercettazioni?
O hanno fatto anche altro?
Ti chiedo perche’ veramente non so se so tutto.
@Luigi: Che fai, insinui per caso che io non capisco o non so leggere?
Dopo avermi aggredito in modo così ignobile dovresti smettere di rispondere.
E intendiamoci, io non chiedo questo. Ma solo perche’ non sono una persona spregevole come te.
Filì…un pezzo così..lo dovevi anche scrivere ai tempi dei procedimenti disciplinari al magistrato Forleo e intitolarlo “Clementina ha l’oro in bocca”.Perchè non spieghi a noi uomini della strada il perchè da 15 anni a questa parte..quando si scopre la cialtronaggine di questo o quel personaggio pubblico…i giornalisti ..invece di scavare sui contorni di quella cialtronaggine…si scagliano come avvoltoi..su chi vorrebbe portare la stessa all’attenzione dell’opinione pubblica?Quando Travaglio parla di “sguazzare nella merda” è una immagine sacrosanta….perchè molti tuoi colleghi…sembra siano programmati..a restituire la prospettiva che se tutti siamo delinquenti..il reato si estingue…
@ Andrea
ti rendi conto del contorcimento logico cui ti stai sottoponendo?
Ora ti rispiego ma poi basta, eh:
Travaglio si indigna perche’ Bertolaso doveva sapere che …che cosa? Boh. Probabilmente doveva sapere che gli appaltatori suoi facevano cose brutte.
Io non mi indigno perche’ Travaglio fa le ferie con un favoreggiatore di mafiosi, perche’ non sono disonesto come Travaglio. Se lui dice che non poteva saperlo gli credo.
P.S.: mi indigna pero’ che adesso che lo sa ristampa lo stesso L’Odore dei soldi senza nessuna nota.
Penso di essere stato chiaro. Se non capisci ancora mi spiace ma piu’ chiaro di cosi’ non riesco ad essere. Addio
Luigi, il fatto che Ciuro poi abbia favorito il tizio prestanome eccetera, non smentisce il lavoro che aveva fatto fino a quel momento, che anzi, ha solo trovato conferme.
Eppure le cose, caro Luigi, sarebbero tanto semplici. Basta porsi il problema se sia ammissibile (attenzione, non penalmente rilevante, ma semplicemente ammissibile) che in una democrazia un funzionario pubblico, che dispone di un potere specialissimo e quasi senza limiti, si faccia organizzare una serata di “massaggi per la cervicale” (e qui mettici quello che vuoi è ininfluente: “sesso senza limiti”, “psicoterapia”, “lezioni di chitarra”,…) da personaggi che avevano un interesse alle sue decisioni riguardanti soldi pubblici?
Tutto il resto viene dopo…
@ Antonio
infatti, l’ho detto anch’io:
“E poi non c’e’ solo la vacanza, con Ciuro. Si legga L’Odore dei soldi, recentemente strombazzato e ristampato. Una buona meta’ del libro e’ fatta sulle indagini di Ciuro.
Questo non significa niente, eh, intendiamoci. Ma se io dovessi usare il metro di Travaglio, adesso egli non dovrebbe piu’ scirvere nemmeno su un giornale parrocchiale, altro che monologhi ad Annozero.”
Non sapevo avesse trovato conferme.
In ogni caso il fatto che Anemone possa essere uno stupratore, per dire, non vuol dire che faccia male il suo lavoro.
Vedo che pero’ non mi hai risposto.
@ kligore trout
non lo sai ma gia’ ci conosciamo (io ho un altro nick)
Io invece non lo trovo affatto sconvolgente.
Si e’ fatto organizzare una serata. E allora?
Ti arrivano mai le ceste per natale dai clienti?
Sei corrotto allora? Gli appalti li dai a chi ti fa la cesta piu’ bella?
Ma proviamo a considerare la cosa dal punto di vista oggettivo. Metti anche che bertolaso si sia fatto la prostituta (il che lo nega persino Travaglio). Ma secondo te bastano i cento euro di una escort per farsi dare un appalto?
Vi giuro che per me e’ ovvio sia una montatura.
Provate a spiegarvi perche’ non riesco a seguirvi.
Gentile Luigi.
Se nel mio lavoro il sottoscritto dovesse accettare da una azienda – o da un suo amministratore – soggetta al mio controllo (controllo dal quale dipende la salute dell’azienda per cui lavoro), regali tipo cesti natalizi, bottiglie di vino, prestazioni sessuali, massaggi, macchine, mazzi di fiori, bene, non ci sarebbero forse rilevanze penali ma di certo non sarei più credibile in quello che faccio ed in quello che decido.
Se lei la pensa diversamente, mi complimento con lei: e questo non cambia nulla.
Buona Italia a lei a Porro e a Belpietro.
Luigi, ci conosciamo?
Comunque quando basta una cesta di Natale per dare un appalto il fatto si chiama corruzione.
Se invece, anche facendosi organizzare serate a tema in un luogo privato con organizzazione degna di un sevizio segreto, non si smazzano appalti allora si chiama inadeguatezza al ruolo o deplorevole condotta.
Sono stato un dipendente pubblico e il codice di condotta recitava che “Il dipendente mantiene una posizione di indipendenza, al fine di evitare di prendere
decisioni o svolger attività inerenti alle sue mansioni, in situazioni anche solo apparenti di conflitto
di interessi. Egli non svolge alcuna attività che contrasti con il coretto adempimento dei compiti
d’ufficio e si impegna ad evitare situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o
all’immagine della pubblica amministrazione.”
E’ utopia pensare che ciò, a maggior ragione, valga anche per un sottosegretario dalle deleghe amplissime?
E che questo in 99 paesi su 100 (sappiamo quale manca all’appello) porterebbe alle dimissioni del sudddetto?
Al di là di tutto, il fatto che in uno scenario del genere ci siano “giornali” e “giornalisti”, meglio usare le virgolette, che stanno a discuisire per giorni su un “collega”, la dice lunghissima su dove cazzo stiamo andando.
Ma poi, Facci.. ma che cavolo di spazietto si è ritagliato in sta storia…
Quelli sono impiegate pettegole, lei è la supersegretaria ancora più inacidita perchè alla festa non era stata invitata e allora bisogna parlarne male dopo…
Ziobbuono ke pena..
Gentile Andre,
le rispondo io che l’ancor più gentile Luigi è tanto, ma tanto, impegnato a costruire un Italia migliore.
Questo avviene perchè lei è una persona maliziosa in cui l’odio prevale sull’amore.
Ma noi che siamo taanto buoni possiamo accettare tutti i regali perchè, e ovvio, essi ci sono conferiti per stima e affetto e non con intenti men che limpidi.
Scommetto che lei è un comunista, ma io l’ho scoperta subito. Dovrei vieterle di parlare ma non lo faccio perchè sono una persona taanto buona e democratica.
@ kligore
diciamo che scriviamo anche da un’altra parte. Se mi capita ti dico dove inter nos.
“Se invece, anche facendosi organizzare serate a tema in un luogo privato con organizzazione degna di un sevizio segreto, non si smazzano appalti allora si chiama inadeguatezza al ruolo o deplorevole condotta.”
Sorry?
Ma deplorevole condotta per essere andato una sera al Salaria a far che non lo sa nessuno, ma pare certo non a congressi carnali?
Ma ci rendiamo conto della sporporzione tra “colpa” e “punizione”?
Mi spiegate che ha fatto Bertolaso?
Ma non citatemi le ricostruzioni di MT, che insinua ma non dice niente (mica e’ scemo, sa che rischia la querela).
E’ andato al Salaria ma non ha trombato.
E poi?
oggi Feltri chiede ai ladri di rubare con moderazione, leggere per credere http://tinyurl.com/y88r2at
questa è la morale di quelli che fanno la morale a Travaglio, “forse i ladri esagerano”, una riga dopo aver scritto che anche i magistrati esagerano
c’è da immaginarsi Feltri dilaniato tra la sua naturale propensione al cappio, già esibita durante mani pulite, e i doveri di ciambellano del nanosire, per non palrare dei lettori de IlGiornale, chissà lo shock culturale dopo una piroetta del genere…
@ luigi
dopo il passaggio di Bertolaso i due pappons s’interrogano al telefono su dove siano finiti i preservativi usati, quindi che non ci sia stato un convegno carnale al Salaria etc. è destituito di ogni fondamento
con i profilattici di solito si fa sesso, a meno che tu non voglia sostenere che Bertolaso e la brasiliana si siano trovati per tirarsi gavettoni e abbiano usato i profilattici una volta finiti i palloncini
@ Andrea
Mi ha scoperto ;-)
In effetti tendo anche io a “sbroccare”: sono zeppo d’odio.
Chiedo perdono e mi cospargo di piume e pece.
@mazzetta
“i due pappons s’interrogano al telefono su dove siano finiti i preservativi usati”
Gia’. Perche’ non li hanno trovati. Perche’ non li ha usati.
Perche’ non ha copulato.
L’ha detto anche Travaglio.
Perchè nei post di Facci si ode (sempre) quel tipico stridere di unghie sugli specchi?
Luigi,
ci sarebbe anche la necessità di reperire un tanga fondamentale per il massaggio per la cervicale, ma la questione non è quella.
Il fatto è che Bertolaso non si è certo impegnato “ad evitare situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o
all’immagine della pubblica amministrazione.”
Ripeto questo vuol dire dimissioni in qualunque democrazia tranne che nella repubblica delle banane.
l’articolo di facci non vuole sbrogliare la matassa italia, ma segnalare un aspetto importante. normalmente travaglio marco riesce a restare nei panni del personaggio mediatico che si è creato, l’imperturbabile fustigatore. sgarbi ci aveva provato, attraverso una tecnica un po’ rozza ma comunque meno scontata del linguaggio che la corredava (‘faccia da tonto’ ecc.): il tackle scivolato per sgambettare il narciso. travaglio aveva fiutato e si era faticosamente tirato indietro, perchè non è facile neanche per lui, mr. presunta atarassia.
a questo giro la pompa non gli ha retto e ha sbottato. e dal suo ragionevole punto di vista non si capisce perchè, visto che i presunti fatti lo dovrebbero tutelare. questo dice facci e aggiunge in commento la cosa più importante. travaglio ha riservato a centinaia di persone trattamenti molto meno rispettosi, perchè privi del superpotere contradittorio e non sempre accompagnati da spiegazioni convincenti, anzi a volte cucite in montaggi analogici che neanche quel fascistone di michael moore. ma lo capisco, ha migliaia di adottati a distanza da allattare ogni giorno a orari prestabiliti. è la dura vita dei guru.
però visto che è riuscito dove voleva, visto che ormai ha sdoganato ampiamente il principio della presunta colpevolezza di ogni persona accusata, almeno non minacci di abbandonare un posto dove da anni lo applaudono fino a spellarsi le mani.
@luigi
inconsistente, se era un “massaggio” non c’era motivo di domandarsi dei preservativi, che non li abbiano trovati non si sa e non dimostra nulla, nessun titolare di centro-benessere va a cercare nel pattume i preservativi dopo un normale massaggio, è chiaro che la frase certifica il carattere sessuale dell’incontro ultrasegreto, se bertolaso fosse andato a farsi un massaggio non ci sarebbe stato bisogno di tutto quel casino, visto che ci andava già di solito in orari normali e senza questo spiegamento di attenzioni e di riservatezza
poi è ovvio che è un dettaglio, un responsabile che si ritrova per vice Ali Babà e per amici i quaranta ladroni dovrebbe togliersi di torno alla velocità della luce e a prescindere da sue responsabilità dirette, che peraltro i magistrati ritengono esistere ed essere relative a episodi corruttivi
Certo: rispetto al Travaglio che vuole denunciare e “sbrogliare” la matassa Italia, molto meglio sbrogliare la matassa Travaglio.
Meno male che il Giornale c’è!
Povera Italia.
@ kligore e mazzetta
la vostra interpretazione dell’intercettazione e’ che Bertol. si sia fatto organizzare un’orgia con una escort al Salaria, e per questo deve dimettersi.
Leggendo l’intercett. pero’ esiste un’altra interpretaz:
Anemone & C volevano farsi belli con Bert. preparandogli una escort, cosi’ organizzano un incontro al salria senza che lui sappia della brasiliana. Lo lasciano solo con lei, bert. si vede sta qua e declina, no grazie, c’e’ stato un equivoco, a me non va. Anemone & C cercano le p tracce per incastrarlo/parargli il fondoschiena ma ovviamente non trovano niente.
Ora queste due interpretazioni sono parimenti accettabili.
Che non abbia consumato lo dice anche Travaglio ad annozero, riguardatevi l’intervento.
Quindi IN DUBIO PRO REO.
Chiaro?
Si puo’ sapere che altro c’e’ su Bertolaso?
Mi spiegate?