Non so se siete pronti per questa scoperta. Ma un giorno qualcuno ve lo avrebbe detto – meglio che sia io, no? Ebbene: Sade è come Berlusconi. E Berlusconi è come Sade. Sto proprio parlando di Sade Adu, anglonigeriana, c’eravate, vi ricordate? Tutti quegli ex capelloni che di botto passavano a scolpirsi i capelli con Studio Line de l’Oreal e a vestirsi da Armani, Armani, A-A-Armani e sognavano di essere Smooooth Operators nella GRANDE MELA, vivere una una Diamond Life vellutata come la voce di quella cantante-modella nuda su Photo, arrapante come quel sax che si insinuava nei più dolci tabù, quella chitarrina che lo carezzava come lo avrebbero carezzato le modelle che gli dicevano Your love is king. Sade, che non faceva dischi da 10 anni ma in questi dieci anni ha continuato a sospirare “I’m cooooming” dalle radio d’Italia, è al n.1 della classifica italiana, col suo nuovo, prevedibile e innocuo Soldier of love. Così, in punta di piedi, senza interviste o apparizioni tv o promozione a martello. Lei è al n.1 e i Massive Attack al n.12. La grande protagonista di questo periodo Lady Gaga, come abbiamo visto le scorse settimane, al n.1 in Italia non ci è mai arrivata (oggi è n.3). Alicia Keys (che è n.1 nel Regno Unito) nemmeno. E neppure i Black Eyed Peas (che sono n.1 in Francia e n.10 da noi). Capite cosa significa? Che non c’è niente che si possa fare, gli anni 80 continuano a vendere a scatola chiusa, e non importa se Sade e miticoVasco (n.2) e Berlusconi sono solo zombi, ombre spaventose di ciò che potevano e dovevano essere: noi ci fidiamo. E il revival permanente degli anni 80 è solo una parte del PIANO.
Nella seconda parte dell’articolo: il PIANO.
Non so se qualche anno fa avete colto la canzone di un gruppuscolo chiamato Bowling For Soup. Era intitolata 1985 e diceva: “Debbie si è accorta di colpo che non ha mai vissuto davvero – un Prozac al giorno, un marito commercialista, i suoi sogni finiti il suo 24mo compleanno”. La faccio breve: la povera Debbie ricorda Breakfast Club e St.Elmo’s Fire, e quando su Mtv c’era ancora musica, e gli Wham e i Duran Duran – e oggi i suoi figli alle superiori le dicono che è una sfigata, perché è ancora fissata con il 1985.
Ecco, l’Italia è una sfigata. Una tragica, ridicola sgallettata che invecchia ma non cresce, e continua a votare lo Smooooth Operator, e si chiede se Is it a crime quello che fanno gli amichetti di Bertolaso o il povero “Milko” Pennisi. E ci crede davvero, che quello di Berlusconi sia il partito dell’amore, anzi, il partito di un Love Deluxe, un Amore che è Stronger than pride e stronger della Costituzione e stronger di ogni residuo di coerenza e stronger di chi non fa marciare la locomotiva Italia e continua a rimandare le grandi opere e le centrali nucleari e il federalismo e le riforme e l’Alta Velocità che funzionerà come sono funzionati i treni sotto Natale ma non importa – fate attenzione a questo, è l’unica cosa sensata che sto dicendo – non importa che funzioni, quello è da stupidi tedeschi o svizzeri, quello è BANALE, il Governo non deve funzionare, l’importante è il sogno, perché questo rende nobile l’uomo, questo lo distingue dalle bestie e da grigi comprimari che non si distinguono, non sono voci fuori dal coro, insomma questo erano gli anni 80, gli anni in cui in tutte le città di questa nazione apparve la scritta STIAMO LAVORANDO A UN SOGNO ed è ovvio che non parlavano di costruire degli stupidi stadi per i Mondiali di Italia 90 (che infatti non furono costruiti) ma parlavano di sogno, desiderio, fantasie, aspirazioni, slanci, utopia!!!!!!!!!!!! E voi non apprezzate tutto questo. Tapini.
Insomma, diffida da chi ti dice “I have a dream”.
Sotto sotto sta pensando di piantartelo in quel posto.
non sono d’acordo. berlusconi e’ sempre il n.1 grazie al suo persistente apparire.
sade, lo e’ anche se non la vedi per 10 anni.
e’ proprio uno “sweetest taboo”…
Correggerei in parte l’analisi del Maddy. Quello che da noi non passa, perchè sapientemente evocato, è il passato esclusi gli anni ’70.
A molti poteri, compreso quello del nostro premier (che forse quei poteri li riassume tutti), fa comodo che un Paese arretrato guardi indietro, dove si possono trovare le ragioni per eleggerlo e che per brevità chiamiamo “ignoranza”. Se infatti la povera patria (cfr capireBattiato) guardasse avanti, di ragioni per amputarsi la mano piuttosto che crocettare il Berlusca ne avrebbe uno iosa. O anche due iose.
Però, anche nel passato si annida il pericolo. Gli anni ’70, che fa così comodo chiamare anni di piombo, così il cervello si appesantisce e non si muove più, fuorono un tempo in cui le pernacchie ad antichi poteri costituiti furono ben tante (e incredibilmente, a ripensarci). La società, per motivi che capisco solo in parte, EBBE IL CORAGGIO DI RIBELLARSI.
Si votò per divorzio e aborto, anche se a piazza San Pietro c’era l’acqua alta per le lacrime. E tante cose, che diventa pesante rievocare.
Dunque, è funzionale ai poteri coi capelli scolpiti da Stu-Stu-Studio Line rievocare tempi ancestrali di devozione stolida al potere carismatico e reazionario. Ma escluso il decennio.
Forse il ‘900 lo chiamano il secolo breve per questo, perchè dura 90 anni, dato che nella sua esumazione ne lasciano da parte un decennio
Senza entrare in un’analisi compiuta dei ’70, anche perché a quell’epoca vagivo appena, credo che la nostalgia degli ’80 alla base della Sadecrazia dell’odierna classifica sia dovuta più ad una sorta di autocensura mnemonica collettiva che all’azione cancellatoria del Potere. Gli ’80 piacciono perché furono gli anni del disimpegno ideologico, della tecnologia a portata di tutti (ah, l’Atari, il Bancomat, lo ZX Spectrum, il walkman!), del trionfo definitivo dell’immagine sulla sostanza e secondo me già allora molti ‘reduci’ dei ’70 cominciarono a convincersi che la storia da ricordare cominciasse lì. Una consumistica pace appiana facilmente le divergenze, e la voglia di combattere (legalmente, of course) per un futuro che è meno sicuro del presente che trovi al supermercato prima o poi scema. D’altro canto 15 anni di piombo (per quanto omnicomprensiva e quindi riduttiva sia oggettivamente la definizione) generano per forza nella coscienza collettiva, anche in quella meno reazionaria e benpensante, un certo desiderio di ordine, per quanto plastificato. Del resto, dopo un secolo di guerre civili i Romani regalarono le chiavi della città ad Augusto e gli lasciarono smontare la Repubblica a patto che l’Impero garantisse la pace; oggi, più che nei corridoi del Palazzo, gli Augusti li vedo negli uffici marketing: “Comprate e avrete la pace”. Morale: Sade e’ una madeleine.
@shengo:anche se in parte posso condividere il tuo discorso,sarà che io sono fatto male,ma per me il xxsecolo è finito con la fine degli anni ’70(io sono del ’55).gli 80 li ho detestati,e il resto,va beh…sorvoliamo.ma gli 80 erano proprio la merda che tracima,il nulla assoluto(se fossi cattolico direi “IL MALE”).nei 70,pur con tutti i casini che li hanno attraversati,si era ancora “umani”.adesso ho sentito che passano il remake di VISITORS,e qualche brutto pensiero mi viene;sarà anche perchè sono tendenzialmente un depresso,ma quando esco di casa mi sembra di piombare nel film”zombie”di romero…vorrei tanto un M60 per fare strage.forse ho qualche problema?
Anni meravigliosi, identificazione 100% però che cazzo c’entra Berlusconi
Diciamo che Berlusconi c’entra come misura del contrasto fra i (ehm) valori dei seventies e i suoi (di Berlusconi). E siccome il contrasto è enorme, meglio che i seventies vengano oscurati (o etichettati malamente), sai mai che a qualcuno venga in mente che si possa lottare per i diritti di chi lavora o per la dignità delle donne o robe così.
Ma no le Bananarama cantavano pure Rough Justice
e comunque io quelli che straparlano degli anni ’80 li ammazzerei.
a proposito, vi ho già detto che vado a vedere gli spandau ballet a roma?20 anni dopo..
Però l’Italia è più furba, è più vera, è più avanti di quei scemi di americani che ancora stanno lì a baloccarsi con Lady Gaga che duetta con Elton John sporco di fuliggine che sembra uscito dalle comiche di Benny Hill. Perché che bisogno c’è della copia venticinque anni dopo degli anni ’80 (però con più perline!) (e anche se Bad Romance sembra più eurodance dei ’90, arrangiamenti che manco Gala), dicevo che mi son perso, che bisogno c’è della copia quando noi abbiamo gli anni ottanta QUELLI VERI, con le stesse persone proprio loro? Non è meraviglioso, vedere che intorno a noi c’è il revival e noi che non ci siamo mai mossi di lì adesso stiamo aspettando già comodamente adagiati su quel decennio, senza nemmeno il bisogno di togliere la polvere?
[ecco perché Pennisi cade sulla tangente. Pennisi pensava di fare il revival, fare come negli anni ’80 ma con più enfasi, come Lady Gaga: prendo la mazzetta, ma mi vanto anche e poi quando mi beccano faccio lo spudorato, dico che non ho forzato nessuno. Si vede che sta imitando, non è mica come gi originali]
A questo punto aspettiamo Raf, che vi devo dire…
Beh, qualcuno cantava “Non si esce vivi dagli anni ’80”, forse è per quello che non finiranno mai.
@angelmclove: ok, ma se è per questo anche Amadeus mi appare con persistenza. Ma nego con persistenza che sia il n.1 di alcunché.
@piti e un po’ anche @Shengo: forse non è lasciato da parte ma viene riscritto, il che come tu accenni è un’operazione più sottile. Gli anni 70 sono riscritti quanto gli 80 – facessi un elenco sulle hit che rivelavano ansia per l’escalation nucleare, da Frankie Goes To Hollywood ai Culture Club passando ovviamente per Sting, sarebbe sorprendentemente lungo. Nella rievocazione musicale del decennio la riscrittura dei 70 è evidente. In ordine sparso e in 2 minuti mi sovvengono l’attuale devozione per Rino Gaetano, assai superiore alla sua “visibilità” di allora. O il fatto che oggi tanti si baloccano con la profonda influenza della rivoluzione punk, quando invero ci furono sì e no venti italiani a interessarsene tra i quali, viene da ridere oggi, Enrico “Bivio” Ruggeri. Oppure David Bowie: ah, Ziggy Stardust, ah, il periodo berlinese. Ma quando mai: era in odore di ricchioneria prima e fascismo poi, a malapena la RCA italiana gli stampava i dischi. E in definitiva, di radiofrecce ce ne saranno state 6-7 in tutto lo stivale: ovunque io andassi con la mia radiolina, beccavo solo delle radio super sound che mandavano senza risparmio Donna Summer e Renato Zero. Ecco perché alla meglio gioventù facevano schifo i Clash e i Joy Division manco li conosceva, al più sentiva Lucio Dalla.
@Shengo: immagine molto bella. Ma a costo di essere capoccione: proprio per questo, anche Berlusconi è una madeleine. Anche per se stesso, come ha illustrato in modo sontuoso, terribilissimo e ispirato l’insigne Makkox in questa cosa qui: http://www.macchianera.net/2009/05/20/ricordi-la-gioia-ricordi/
@Sandor: e pensi di sparare nel mucchio? O di scegliere? No, perché io ho l’aria un po’ ordinaria (più precisamente, l’aria da fighetto mancato) e un po’ mi spiacerebbe di morire crivellato, se non altro perché ho appena pagato il canone Rai e a saperlo non lo facevo, e a saperlo non rinunciavo alle patatine Sticki per andare sotto il mio record nei 5000, e insomma a sapere che sarei morto in quanto come zombi sono già morto, avrei preso accorgimenti. Ad ogni buon conto, negli anni 80 si è giocato il più bel calcio di sempre.
@Barynia: Berlusconi c’entra sempre. Berlusconi è il numero uno, quindi chi è al numero uno è Berlusconi. E’ uno dei dogmi di questa rubrica.
@Armando: straparlano in che senso? Buono, cattivo? Di ogni decennio si straparla. Come del resto di ogni anno. Ognuno l’ha visto a modo suo e poi è travolto dalla vulgata, anche se magari (ho citato Makkox, cito Andrea Pazienza) tutto quello che ha da raccontare è: “Io, nel ’68, ero a Casalecchio di Reno”.
@V: le stessestesse persone magari no, però l’idea è quella. E abbiamo pure la moltiplicazione dei Craxi: l’amico dei giorni più lieti è al Governo, i figli sono sistemati, i discepoli ancor bene se la passano, grazie – e lei dottor Minoli quante reti Rai desidera?
Malgioglio aveva capito tutto già nel 1992
http://www.youtube.com/watch?v=uSMtGIsPQuI
Dormire, sognare forse…. mentre quelli ridono nel letto e si fregano le mani. Però è vero: Sade e Silvio hannola stessa pettinatura.
Più che fermi agli anni’80 o ’70 direi che gli italiani sono immobili, punto e basta. Ogni tanto salta fuori qualcuno capace di uscire dalle sabbie mobili e modifica un po’ le cose, ma il cambiamento resta circoscritto alla propria tribù, senza neanche cercare di stravolge il sistema. ( Penso a gente come Renzo Rosso, Leonardo Dal Vecchio, o Luciano Benetton) Berlusconi, che è pure megalomane pensava di riuscire nell’impresa, invece mentre lui si agita, non dorme, racconta barzellette, colleziona figli, amanti, mogli, nipoti e soldi, mezza Italia aspetta immobile, ma fiduciosa, una riforma fiscale che non ci sarà mai mentre l’altra meta aspetta immobile ma sdegnata che se ne vada e per ingannare l’attesa analizza le macerie, confondendo però reperti archeologici con cocci dell’altro ieri. Perché alla fine, quando fra vent’anni staremo qui a dire che l’Italia si è fermata agli anni 2000 con Tiziano Ferro 1° in classifica ed Elisa a seguire, di Berlusconi ci si ricorderà solo che andava a puttane…come questo Paese, che chissà dove andremo a finire se continuiamo così!