D’inverno noi ragazzetti di provincia quando facevamo brucia a scuola (sostituisci brucia con forca, sega, chiodo, vela a seconda della provenienza geografica) eravamo soliti andare in una sala giochi/attrazioni in centro. Dato che sono sempre stato una schiappa con i videogiochi e con il flipper, generalmente davo delle fugaci occhiate agli schermi o stavo fuori a godermi le prime sigarette oppure, opzione più frequente, svernavo dentro al negozio di dischi di fronte (ecchevvelodicaaffà).
Fino a quando.
Fino a quando arrivò nella sala attrazioni uno strano gioco. Strano e bellissimo. Una cosa mai vista prima. Niente a che vedere con l’odiosa immagine pixelata (che ancora non sapevo come si chiamasse, insomma, i quadratini..) o quei movimenti robotici e poco fluidi dei personaggi dei videogiochi di allora.
Perché Dragon’s Lair (questo il nome del videogame) non era un vero e proprio videogioco, era un cartone animato interattivo. Un cartone disegnato benissimo, peraltro, come quelli dei film Disney o Hanna&Barbera. Adesso è facile dirlo, ma allora ci mancavano le parole per spiegarlo e il racconto spesso si riassumeva in una serie di “boia, ganzo, bellabbestia, nonsémaivistoprima”; quelli che proprio soffrivano per l’incapacità di trasferirlo verbalmente agli amici, condivano la conversazione con qualche bonario moccolo esclamativo.
Successivamente vieni a scoprire che era uno dei primi giochi a laser disc e che i disegni erano di Don Bluth, quello di Fievel e di tanti altri cartoni. Ma allora queste nozioni non ci interessavano più di tanto.
Era il 1984, quello che nel mio lessico personale divenne da allora l’anno del dragone.
Per l’eccezionalità dell’evento anche l’hardware del videogioco era differente dagli altri: al fine di evitare l’assembramento e relativo fiato sul collo sul giocatore, oltre allo schermo di gioco, era stato impiantato un altro schermo in alto, per potersi godere le (dis)avventure del povero cavaliere come fosse un vero e proprio film. Perché proprio di quello si trattava.
Per l’occasione si presentavano nella sala anche gli avventori di altre sale giochi “rivali”, violando codici di comportamento e regole non scritte. Ma solo in Piazza Cavour c’era Dragon’s Lair , irgiooderdragone come veniva chiamato.
La visione era tanto bella, quanto complicata la giocabilità. Al contrario degli altri arcade game, qui il giocatore poteva intervenire solo in determinati momenti del gioco, che peraltro nella primissima versione non erano neppure segnalati. Quindi giocarci diventava un’impresa molto complicata. A volte la partita poteva durare anche meno di un minuto. L’allenamento e l’esperienza di gioco (di quel gioco) diventavano le uniche armi per riuscire a raggiungere più livelli. Peraltro Dragon’s Liar costava tipo il doppio o il triplo degli altri giochi della sala attrazioni. Ho visto gente sperperare intere paghette settimanali per riuscire a raggiungere il livello successivo (ehi, perché mi guardate?!).
Ora voi piccoli e curiosi lettori vi chiederete anche perché sto raccontando tutto questo? Perché da qualche settimana è disponibile su App Store l’intero Dragon’s Lair per iPhone e iPod Touch, con in più le segnalazioni di quando intervenire per comandare e azionare il personaggio. Ed è una gioia indicibile trovare nella giornata quei quindici minuti per immergersi ancora una volta in questo gioco straordinario.
Un po’ come fare brucia.
ti amo
snif…
Io lo ricordo a Tandem (raidue) denominato Baldazzotto.
O BaldaNzotto? Erano i tempi in cui Frizzi era simpatico e io non prendevo mai la linea per giocare….
Fabrizio Frizzi e Lino Fontis. Che fine ha fatto Lino Fontis?
***(lacrimuccia)
Lo avevo in cassetta (da 36 minuti!) per Commodore 64. Spesi 19 mila lire per comprarlo, quando i videogame alle salette ingoiavano monete da 50 lire.
Che ricordi… hai saputo descrivere esattamente lo stupore di chi entro’ in contatto con quel cabinato rivoluzionario…. Per la cronaca da allora ho cercato di accaparrarmi Dragon’s Lair praticamente in tutti i formati compreso ora per iphone. Ti consiglio di prendere Space Ace (facevo il quadro dei pattini in modalità “adulto” a memoria) per app store altrettanto fantastico.
e fu con stupore immenso che vidi, in uno studio ove lavoravo anni fa, un mio collega trovare la versione del gioco per pc e completarla tutta (tutta!) in una botta sola grazie alla memoria del suo corpo, delle sue dita, che ancora ricordavano le combinazioni giuste al momento giusto. vederlo finire così, con assoluta scioltezza. roba da bavetta. chiaramente al collega di cui sopra va il mio busto ideale di eroe nerd. sicuramente meno caro dei centoni che, ai tempi, avrà speso lui per l’allenamento.
Vero, rimanemmo tutti inebetiti davanti al cartoon, ma quel gioco fu l’inizio della fine: accettamo di diventare l’interfaccia ottusa della macchina, topi di laboratorio in cerca di una combinazione di movimenti che ci premiasse col formaggio di una nuova schermata. Il 90% della stupidità dei videogiochi di oggi ha origine da lì.
Io Dragon’s Lair non l’ho mai coperto.Costava troppo..e non mi potevo permettere le partite.Aspettai un paio d’anni per giocare a Space Ace ad ambientazione spaziale. C’erano le scene speculari, la successione delle stanze non era casuale e si poteva finire al livello facile senza aprire un mutuo.Poi mi capitava anche di giocare a Mad Dog Mccree ad ambientazione western…e cercavo sempre di sparare al tizio mezzo ‘mbriaco che nel videogame faceva il briefing della scena successiva da compiere.Avrei dato di tutto per vederlo soccombere nell’erba…
Intendi questo?
http://www.youtube.com/watch?v=00xIvTOLrYA
Wow che gioco stupendo! :D
ma nessuno che faceva sega a scuola e andava a fare le cose zozze col fidanzato/a? ;-)
c’era anche chi faceva le cose sozze a scuola e poi dava fondo alla paghetta al bar con la coscienza pulita :D
Dragon’s Lair l’ho odiato cordialmente a prima vista, ma essendo uno che spendeva i soldi della merenda per giocare a Space Invader e alle macchinine grige posso capire certe estasi…
non fosse stato per i quadri a ‘specchio’ avrei potuto giocare DL e SA ad occhi chiusi basandomi solo sul sonoro.
E come scordarsi quell’ascensore di legno…dovevi indovinare i passi da fare per schivare le pietre e nn mi ricordo cos’altro!!! Quanti smadonnamenti :)