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Classe '65. Adolescenza in pieni '80 tra Tenax e Frigidaire (in mezzo c'è tutto). Attualmente, assieme ad altri 8 ragazzi realizziamo volantini per i supermercati. Di segno da sempre e... uff. Mò m'ha preso tristezza per quella cosa dei supermercati e non riesco a finire il profilo. C'è roba mia su www.canemucca.com e su canemucca.tumblr.com

8 Commenti

  1. perchè è la versione “scarface”del presidente,prima che gli arrivassero i colombiani in casa.

  2. Dentro quel “la MIA Milano” c’è un mondo che è stato colpevolemente ignorato, nei duecentomila discorsi di questi giorni nati intorno alla vicenda, come se la cosa fosse di una tale normalità da non meritare alcun tipo di commento.

    E invece c’è ben di più di quel moto di affetto (o di quota voti) che si direbbe esserci dietro.

    C’è la chiave della rabbia di chi pretendeva che al comizio non fossero presenti contestatori e che sosteneva la folle tesi motivandola con il fatto che di riunione del partito si trattava.

    Dentro un circolo?
    In uno stadio adibito per l’occasione?
    In una chiesa noleggiata?
    No, in una piazza pubblica.

    E perché una piazza pubblica dovrebbe essere considerata, dai non simpatizzanti, luogo interdetto?
    Perché è a Milano, nella SUA Milano, dove piazza Duomo e il dopolavoro Mediaset sono considerati alla stessa maniera e dove quindi ovunque lui dica “Oggi qui”, diventa immediatamente area d’identità.

    Se loro si ritrovano in piazza, quella piazza dev’essere considerata area privata.
    Chi ci passa, è un intruso.
    Se s’incazza, è un provocatore.
    Ma è una piazza pubblica!
    Se la facessero al Palacavaliere!
    Cancelli chiusi, esercito ai tornelli e nessuno gli rompe i coglioni!

    No, c’erano loro, nella sua milano, quella era la loro piazza, quella piazza diventa no fly zone, se devi comprarti una roba alla Feltrinelli cazzi tuoi, giri a largo, al massimo passi se dimostri che dovevi passare perché stavi andando al Milan Point di Vittorio Emanuele.

    Io vivo a Milano.
    Non l’ho mai sentita particolarmente mia, ma quando leggo “La mia Milano” senza nessun commento a margine da parte di nessuno, son giorni che mi chiedo “Sua? e noi che lo detestiamo ma pure siamo di Milano?”

    Poi è chiaro che quando uno stabilisce che la città è così tanto sua da imporre a chiunque non sia con lui di considerare per una giornata off limits un’area della città che prima di lui e dopo di lui si dice essere pubblica e quindi di tutti, viene facile comprendere perché tra i tanti occhi strabuzzati per l’incidente ci fossero anche quelli di chi si è posto l’intelligentissima domanda sul “Proprio a Milano!” come se a Milano, la SUA Milano, fosse inconcepile la presenza di contestatori.

    Sì, proprio a Milano.
    Avendo oltretutto dichiarato guerra ai centri sociali che vengono chiusi uno al mese e avendo garantito l’esercito per l’apertura di quelli di estrema destra, ora c’è un sacco di gente in giro che per una birra va a farsi due passi in duomo, la sua piazza duomo.

    Da qualche parte dovranno pure andare a scaldarsi, quelli ai quali lui sta tremendamente sul cazzo.
    Non li vuole intorno nemmeno quando li sbatte in strada ovunque siano riuniti?
    Li mandi al conf…aehm…”in vacanza” o si faccia le sue cazzo di riunioni nel parco di Arcore, che a dimensione è più grande del retro di piazza duomo.
    Non è che ci siano molte alternative.

    Cancellarli proprio dalla città mi pare pretesa eccessiva persino per gli imbecilli che lo sostengono.
    E per cortesia abbassate ‘sti cazzo di toni.

  3. La distorsione della Storia porta i giovani a pensare che la bomba in piazza Fontana l’abbiano messa le Brigate Rosse. Come se non fosse mai accaduto quel fenomeno eversivo che ha fatto molte più vittime del terrorismo rosso, chiamato strategia della tensione. Chi saltella vantandosi di non essere comunista rivendica con orgoglio la propria appartenenza morale alla P2.

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