Che scriverebbe Travaglio di Travaglio ?

images-1I due moraleggiatori di Annozero, Antonio Ingroia e Marco Travaglio, ci imbastirebbero istruttorie e libri da tregenda. Di recente è stato Travaglio a scrivere la prefazione del volume di Ingroia «C’era una volta l’intercettazione», Stampa Alternativa 2009: che è un titolo invero beffardo, vista la storia che andiamo a raccontare.

Eccola.

Nei primi anni Duemila il pm Ingroia e il maresciallo Giuseppe Ciuro sono due amiconi, nessun dubbio su questo. I due dividono la stanza dell’ufficio al secondo piano del palazzo di giustizia palermitano e d’estate affittano due villette al mare l’una affianco all’altra. Il maresciallo Ciuro gode di fiducia sconfinata: è l’uomo che indaga su Marcello Dell’Utri e sui finanziamenti Fininvest, è colui che il 26 novembre del 2002 compartecipa con Ingroia all’interrogatorio di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi dopo aver vergato personalmente un’informativa su di lui, ha pure deposto al processo Dell’Utri per ben sei udienze sostenendo che un nipote di Tommaso Buscetta fosse stato socio di Fininvest.

Altro buon amico è quel Marco Travaglio, un bravo ragazzo torinese che nel marzo 2001 aveva combinato un pasticcio alla trasmissione «Satyricon» di Daniele Luttazzi: l’allora misconosciuto giornalista aveva rispolverato le accuse rivolte a Berlusconi e Dell’Utri quali «mandanti esterni» della strage di Capaci (anche se la Procura di Caltanissetta aveva fatto richiesta d’archiviazione un mese prima della trasmissione) e poi aveva enfatizzato alcuni documenti redatti dall’ispettore della Banca d’Italia Francesco Giuffrida circa l’origine dei capitali Fininvest (anche se il medesimo smentirà i suoi stessi documenti in sede giudiziaria).
Ingroia e Ciuro e Travaglio, nell’agosto 2003, sono sufficientemente legati tra loro da passare le vacanze insieme nel residence Golden Hill di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo. Già l’estate precedente il maresciallo Ciuro, detto Pippo, aveva spedito l’amico Marco all’hotel Torre Artale di Trabia: così  anche quell’anno, ad Altavilla, le rispettive famiglie si ritrovano  a sguazzare a bordo piscina e a giocare a tennis e a scambiarsi piccoli favori; quando Travaglio aveva raggiunto il villino, per dire, lo aveva trovato disadorno e ne aveva subito informato l’amico maresciallo: ci aveva pensato la signora Ciuro a prestare ai Travaglio cuscini, stoviglie, pentole e una caffettiera.

Pippo Ciuro è proprio un amico. All’amico magistrato, che al telefono chiama «il Professore» o «il dottore», ha procurato anche l’impresa che sta ristrutturando un vecchio casolare che il padre di Ingroia possiede a Calatafimi e per il quale ha ricevuto un finanziamento in virtù della legge per il terremoto del Belice: che risale al 1968, ma in Sicilia va così. Ingroia ne parlerà al telefono anche col proprietario dell’impresa, certo Michele Aiello: e quel giorno chiede a che punto sono i lavori, parlano di mattonelle e di tramezzi, muri, di colori, di tempi. L’ingegner Aiello è rassicurante.

Sembra una storia come un’altra: e però già allora, e da prima di allora, il maresciallo Giuseppe Pippo Ciuro è una spia della mafia; il pm Antonio Ingroia, cioè, aveva condotto intere istruttorie per mafia affidando le indagini a un maresciallo che passava informazioni a un prestanome di Bernardo Provenzano, Michele Aiello; e anche durante quella vacanza ad Altavilla, con Travaglio e Ingroia, il maresciallo Ciuro stava commettendo il reato di favoreggiamento a vantaggio di Michele Aiello, mafioso, uomo chiave dell’indagine sui rimborsi d’oro alle cliniche nonché braccio destro, come detto, del boss Provenzano: trattasi di «Fatti commessi in Palermo ed altrove fino al mese di ottobre 2003». E chi era, come visto, questo Michele Aiello?  E’ l’uomo che stava ristrutturando il casolare di Ingroia e con cui il magistrato s’intrattenne pure al telefono: precisamente il 28 febbraio 2003, ore 9.36. «C’era una volta l’intercettazione», ha titolato Ingroia il proprio libro. E c’è ancora, l’intercettazione. E non solo quella: Ingroia col mafioso Michele Aiello ci ha pure cenato, l’ha ammesso lui.

Ciuro è stato arrestato per con corso in associazione mafiosa il 5 novembre 2003, circa due mesi dopo la vacanza cogli amici Travaglio e Ingroia: sarà definito «figura estremamente compromessa col sistema criminale» prima di essere condannato dalla corte d’Appello a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento e violazione di segreti informatici. L’indagine era stata condotta dai pm Giuseppe Pignatone, Maurizio De Lucia, Michele Prestipino e Nino Di Matteo, non propriamente amici di Ingroia nel complicato giro giudiziario palermitano. E’ la stessa indagine per cui sarà condannato Totò Cuffaro e che tirerà in ballo vari altri politici della Regione, compresi l’ex presidente Giuseppe Lumia e altri deputati come Domenico Giannopolo dei Ds e Andrea Zangara della Margherita. Per Ingroia fu uno smacco sconcertante: avvertito solo da un certo punto in poi, aveva ritenuto di dover proseguire ad avvalersi dei servigi di Michele Aiello ufficialmente per non insospettirlo. In pratica il mafioso Aiello gli ha ristrutturato casa, da quanto inteso: ma per fini istruttori. Ingroia avrà modo di parlare di Ciuro il 17 maggio del 2004, durante il processo Dell’Utri: dirà che le sue indagini erano state comunque «ben fatte, dando un valido apporto».
Altri faranno a gara per spiegare che Pippo Ciuro non contava niente. Il pm Antonio Gozzo, sodale di Ingroia, a processo lo definirà «’n’aranci ‘i terra», un’arancia caduta dall’albero e da raccogliere coi piedi. Eppure era il maresciallo più amato dall’antimafia: tanto che il senatore diessino Massimo Brutti, consigliato proprio da Ingroia e da Gian Carlo Caselli, aveva raccomandato Ciuro affinché entrasse nel Sismi. Lo stesso Brutti ha ammesso la circostanza, sostenendo che il maresciallo gli era stato presentato da magistrati integerrimi.
E Travaglio? Data la sua funzione ventriloqua, leggere i suoi libri equivale a conoscere il pensiero di Ingroia, in questo caso. Nel libro di Marco Travaglio e Saverio Lodato «Intoccabili» (Bur Rizzoli 2005) il curriculum di Ciuro è condensato in due righe: fu «in servizio con Falcone» e lavorò «con il Pm Ingroia che l’ha impiegato nell’ultima fase delle indagini su Dell’Utri e sui finanziamenti Fininvest». Nello stesso libro, Travaglio si spinge poi a dire che «I due marescialli (Ciuro e Giorgio Riolo, altra talpa, ndr) sono talpine. Manca la talpona». Come sempre. Nel libro ci sono anche feroci critiche a Piero Grasso, il procuratore che ha sostituito Giancarlo Caselli a Palermo: «Assodato il ruolo di talpe di Ciuro e Riolo, perché gli inquirenti li hanno lasciati circolare indisturbati per mesi negli uffici della Procura?». E poi: «Perché non si sono informati subito i pm più vicini a Ciuro per limitare i danni che le sue soffiate potevano arrecare alle loro indagini?». Il pm più vicino a Ciuro era Ingroia, e i quesiti parrebbero quasi posti da lui. Invece sono posti da Travaglio, legatissimo a Ingroia. Dulcis in fundo: il procuratore Pietro Grasso scriverà al Corriere della Sera accusando Travaglio e Lodato di fare «disinformazione scientificamente organizzata». E’ tutto nero su bianco. Nello stesso libro, Travaglio parla di Totò Cuffaro e scrive che «Il governatore conosceva Ciuro»: anche se forse non ci andava in vacanza ad Altavilla. Infine, nel volume, mai così soft, si precisa che «Ciuro si limitò a qualche intrusione nel computer della Procura e a qualche millanteria per farsi bello con il ricco imprenditore. Il grosso lo fece Totò». Lo dice Travaglio.

Il quale Travaglio, come in parte è noto, non ne è uscito benissimo: ma principalmente per colpa sua. All’inizio dell’estate 2008, infatti, si ritrovò vittima dei suoi stessi metodi: dopo aver accusato Renato Schifani d’aver frequentato delle persone poi inquisite per mafia 18 anni dopo (circostanza nota e chiarita da tempo, ma rilanciata come una primizia che gli altri giornalisti corrotti non raccontavano) Travaglio improvvisamente diventava ufficialmente il frequentatore di una persona che, pochi mesi dopo quella vacanza e non 18 anni dopo, era stata arrestata per favoreggiamento.

E qui, forse, c’era da riflettere su un certo modo di fare informazione e di come troppo facilmente ti si possa ritorcere contro. Invece, a complicare tutto, è piovuta un’accusa improbabile rilanciata da Giuseppe D’Avanzo di Repubblica: che l’intera vacanza di Travaglio fosse stata pagata dal succitato mafioso Michele Aiello. L’avvocato di quest’ultimo, Sergio Monaco, oltretutto confermò l’accusa al Corriere della Sera: «Posso solo dire che l’ingegner Aiello conferma che a suo tempo fece la cortesia a Ciuro di pagare un soggiorno per un giornalista in un albergo di Altavilla Milicia. In un secondo momento, l’ingegnere ha poi saputo che si trattava di Travaglio». Non risulta che Travaglio abbia querelato, ma fa niente. Io sinceramente penso che D’Avanzo abbia rilanciato un’immensa cazzata: Travaglio secondo me non sospettava minimamente che Pippo Ciuro fosse una talpa, se non una talpa a disppsizione di giornalisti tipo lui. Ho conosciuto Travaglio quanto basta per escludere ogni ambiguità a riguardo. E’ decisamente improbabile e logico, così pure, che Antonio Ingroia non sapesse di condividere l’ufficio e le ferie con la talpa di un favoreggiatore di Bernardo Provenzano. Il punto è che Travaglio ha fatto di tutto, di lì in poi, per veicolare la discussione su questa faccenda del pagamento della vacanza – industriandosi su assegni e matrici e cazzate da magistrato che non è, e vorrebbe essere . anziché concentrarsi sul dato pacifico che riguarda le frequentazioni sue e di Ingroia.

Travaglio conobbe Ciuro a Palermo, quando quest’ultimo lavorava alla polizia giudiziaria antimafia: dopodichè, come detto, fu appunto lui che nel 2002 gli consigliò un hotel di amici suoi a Trabia, e l’anno dopo un residence di Altavilla Milicia, il Golden Hill.  Travaglio, pur non richiesto, furibondo, ha mostrato tutte le ricevute del caso: i pagamenti per le vacanze dell’agosto 2002 all’Hotel Torre Artale (fotocopia dell’assegno ed estratto conto della carta di credito) e poi l’assegno dell’anno dopo, pagato alla poprietaria del villino dove aveva soggiornato con la famiglia. In quest’ultimo caso pagò molto poco, ma l’anno prima era stato un salasso: «Al momento di pagare il conto», ha scritto Travaglio, «mi accorsi che la cifra era il doppio della tariffa pattuita: pagai comunque quella somma per me esorbitante e chiesi notizie a Ciuro, il quale mi spiegò che c’era stato un equivoco e che sarebbe stato presto sistemato, cosa che poi non avvenne». In altre parole gli chiese uno sconto. Invano.

Il perché non avvenne è chiaro. Infatti l’assegno del 2002 pubblicato da Travaglio (che l’ha messo in rete) ha sul retro, a ben guardare, una girata fatta col timbro della Santa Margherita srl: una società, basta verificarlo, che era in amministrazione giudiziaria per mafia. Il residence dove stava Travaglio, cioè, era sotto sequestro dal 2000 contestualmente all’arresto del costruttore Rosario Alfano, processato per concorso esterno e riciclaggio. Per il riciclaggio Alfano è stato assolto, con conseguente restituzione dei beni; per il concorso esterno in associazione mafiosa, invece, è stato condannato a sei anni in primo grado. Nel complesso, Travaglio è stato quantomeno sfigato. Sfortuna volle, cioè, che abbia soggiornato in un albergo mentre questo era posto sotto sequestro per vicende di mafia; sfortuna volle che a consigliarglielo sia stato un tizio successivamente condannato per favoreggiamento questo Ciuro che gli aveva parlato di un hotel di amici suoi; sfortuna volle, infine e logicamente, che Travaglio sia infine incappato non nei proprietari dell’hotel già amici del suo amico (quelli che avrebbero potuto fargli uno sconto, tutti condannati per mafia) ma in un commissario giudiziario. Chiaro che l’amico Ciuro non sia riuscito a sistemare il problema del conto: aveva a che fare con un Amministratore Giudiziario. Travaglio pagò una cifra attorno ai dieci milioni di lire, e Ciuro in effetti non potè farci nulla: ma ecco, gli consigliò la vacanza dell’anno dopo.

Per quella vacanza, Travaglio, vergò un altro assegno – numero 303198299, in data 21 agosto 2003 – per un importo complessivo di 1000 euro. Per un villino. Per una vacanza. Di dieci giorni. Per lui e per tutta la famiglia. Vabbeh.

Preso da sacro foco, il 13 ottobre scorso, Travaglio ha scritto sul suo blog:

«Dopo lunga attesa sono riuscito a entrare in possesso dell’assegno con cui pagai il mio soggiorno di 10 giorni nel residence Golden Hill di Altavilla Milicia (Palermo). Pubblico anche questo, cancellando per motivi di privacy il nome del beneficiario… Lo faccio anche perché diversi topi di fogna berlusconiani, su giornali, siti internet, blog e in dichiarazioni pubbliche alle agenzie di stampa, hanno continuato per un anno a insinuare o ad affermare che io mi sia fatto pagare le ferie da altri, addirittura da “mafiosi” e che, dunque, io non possa avere le prove di aver pagato. Eccoli dunque accontentati. Io non ho mai avuto il dispiacere di conoscere il signor Aiello, né il suo avvocato. E questo è l’assegno da 1000 euro con cui pagai quei dieci giorni di ferie ad Altavilla Milicia. Ora chi vuole può tranquillamente vergognarsi per avermi calunniato».

E chi sarebbero questi «topi di fogna berlusconiani»? Non si capisce. D’Avanzo? L’avvocato di Aiello,  Sergio Monaco? Io no di sicuro, visto che sul tema ebbi semplicemente a scrivere il 24 settembre 2008: «Si può credere che di certa mafiosità dei suoi interlocutori Travaglio non avesse la minima conoscenza. Nessun personale dubbio, su questo».

La fortuna di Ingroia e Travaglio, al solito, è quella di non avere un Ingroia e un Travaglio che si occupino di loro. Io scriverei solamente che sono stati degli incauti e che forse restano poco titolati a puntare il dito contro le frequentazioni altrui; Travaglio, invece, è quello che ha puntato il dito contro la seconda carica dello Stato, Renato Schifani, perché aveva frequentato delle persone che 18 anni dopo sono state inquisite per mafia. Lui che, con Ingroia, si tuffava in piscina con un personaggio che solo due mesi dopo sarebbe stato arrestato per associazione mafiosa. Immaginarsi che cosa scriverebbe di se stesso.

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33 Commenti

  1. Se è tutto vero, cosa di cui dubito, Facci è ufficialmente il TRAVAGLIO-WANNABE :D

    L’apologia di Schifani, per cui vale la pena citare il famoso riff di Luttazzi “sembra una di quelle cose che scappano quando sollevi una pietra” fa molto “giornalista” de Il Giornale, per cui magari era meglio soprassedere.

  2. La cosa più bella di questo post è il titolo. E poi contiene una interessante variazione della solita storia dell’asino che dice al toro che ci ha le corna.

  3. Facci, ma che discorsi del piffero…. Anche se fossero accurate tutte le informazioni che fornisci, come fai a confrontare il presidente del senato, ex socio in affari di un mafioso, con un giornalista che se pure ha preso una cappella, ma chissenefrega…

  4. Ma che palle! Basta! Travaglio si scaccola e scoreggia sotto le coperte come tutti noi! Adesso che sai la verità, la smetti di scrivere di Travaglio? Altrimenti, a breve, ci vuole un trapianto di fegato!

  5. cosa ricavarne, da questo pezzo scritto da FF? Voglio dire, al di là del merito dell’articolo? A me viene in mente questo: perchè il Cav & C., anzichè sbraitare contro la faziosità (innegabile) di Annozero, non si occupano di proporre, a reti (mediaset, s’intende) unificate, in barba alle predefinite programmazioni, una trasmissione di cinque minuti in cui FF, esattamente come Travaglio ed in concomitanza con il suo monologo del giovedì sera, legge quanto ha scritto qui sopra? Senza contradditorio (come Travaglio), ma senza ulteriori approfondimenti (a differenza di quelli previsti da Santoro): l’impatto sarebbe sicuramente d’effetto, soprattutto perché ieri sera, ad Annozero, oltre all’ospite fisso T. era presente in studio anche Ingroia. Dice: ma non fa odiens o, in ogni caso, ne fa meno dei vari Grandi Bordelli, Macelli o Fratelli che dir si voglia. Vero, ma in compenso sarebbe, forse, sufficiente ad evitare leggi (processo breve) che, nella migliore delle ipotesi, riscontrano tiepidi consensi in qualche ultragarantista alla Facci (e sono pochini, in un’Italia rancorosa drogata di giustizialismo Dipietresco, fondamentalismi bioetici, chiusure e protezionismi neocolobertisti del Prof. pavesino e rutti forcaioli della Lega). Infatti, la sostituzione di taluni interventi normativi con un nuovo stile di comunicazione del proprio messaggio politico non eviterebbe al Cav i processi, ma avrebbe in compenso un significativo impatto mediatico sull’elettorato (questo sì, esprimendo un reale conflitto d’interessi, peraltro già oggetto,comunque, di rilevazione). Invece, si preferisce sbraitare contro la pressoché nulla (ma va?!) obiettività di Santoro e del portavoce dell’Italiadeivalur, che è un po’ come denunciare la pericolosità di un Vallanzasca libero di girare armato in qualunque banca.

  6. Una sola precisazione inessenziale: “aranci ‘i terra” è il granchio di fiume, animale non commestibile, a differenza dell’ “aranci ‘i mare”. Per la precisione, come diceva quel tale.

  7. Facci e Travaglio fanno alla fine la stessa cosa:raccolgono notizie di cui nessuno si occupa.Solo che quelle che scrive Facci…le desidera leggere solo lui.

  8. Travaglio s’è giustamente incazzato a proposito dell’accusa della vacanza pagata perchè in quel caso sì ci sarebbero stati seri dubbi sulla sua indipendenza.
    Non vorrei ricordar male, ma Farina ormai lo dava per frequentatore di mafiosi (si riferiva a lui nell’intervento del blog?).

    Non si può paragonare il caso di Travaglio con quello di Cuffaro in quanto il secondo è stato condannato per favoreggiamento in un processo di mafia: va da sè che, mentre il primo è sfigato, per il secondo ci si può anche domandare in quali rapporti fosse con Ciuro.
    Stesso ragionamento per Schifani, seconda carica dello Stato: basta rileggersi Peter Gomez
    http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1909098

    (Ah sì, Travaglio chiedeva spiegazioni a Schifani, come le vorrebbero molti. ‘Na tomba, altro che. Zero. Nada. Nisba. In compenso, so tutto delle vacanze di Travaglio. Allegria!).

    E’ difficile anche sostenere che Travaglio sia vittima dei suoi stessi metodi: rileggendo tutto il tuo articolo giungo alla conclusione che Travaglio è stato sfigato, non che sia un delinquente.

    Resterebbero le inchieste di Ciuro e del perchè siano comunque considerate attendibili. Non so perchè, ma ho la sensazione che qualche buona ragione ci sia.

  9. Caro Filippo Facci,
    hai fatto, come sempre, un bell’articolo. Io, che contrariamente a Travaglio sono di sinistra, e che come te non sono un feroce infangatore forcaiolo, ti faccio i miei complimenti. E’ più o meno la cosa che penso tutte le volte che ti leggo su Libero.
    Quanto all’accostamento che qui si fa tra te e quell’altro, beh, ” si commenta da solo “.

  10. Una cosa che non ha scritto FF è: da quanti anni si conoscono Travaglio e questo Ciuro. Che, non era un Pinco Pallino qualunque ma un MARESCIALLO dei CARABINIERI.
    In quelli c’è sempre e solo la mela marcia, però se annusi il resto del cestino … ;)

  11. Salve a Tutti, sono l’avvocato di Travaglio, e ricordo al Facci che Travaglio non ha combinato nessun pasticcio con Luttazzi, visto che tutte le cause son state vinte dai miei clienti. Buona giornata.

  12. La cosa che mi lascia sempre molto perplesso è il classico doppiopesismo:
    – Travagkio parla di Berlusconi/schifani etc.—> giornalista indipendente, l’ultimo baluardo della libertà di stampa

    – Facci parla di DI Pietro:—–> servo, leccaculo, ossigenato

    Ma la libeetà di espressione esiste ancora in italia?
    Siamo nei bassifondi della classifica sulla libertà di stampa in italia, ma questa classifica come và interpretata? Se qualcuno dice qualcosa al di fuori del conformismo attuale ed inperante viene subito zittito in quanto “fascista”, “topo di fogna berlusconiano”, “servo”…..si ci meritiamo la classifica, in italia non c’è liberta di stampa e di espressione

  13. Io attendo ancora di sapere chi diavolo sia questo Giovanni, il beneficiario dell’assegno.
    Perchè, quando Travaglio ne pubblicò la copia su Voglioscendere, orde di fans fecero a gara per applaudire l’idolo che aveva presentato una prova incontrovertibile alla faccia dei “topi di fogna berlusconiani”.
    Non uno che gli abbia chiesto: “Scusa Marco, ma come facciamo a sapere che non sia il pagamento dell’idraulico o del giardiniere? Ti crediamo, per carità, ma questo assegno dimostra solo che hai pagato 1000 euro ad un certo Giovanni in data 16 agosto 2003”.
    Oppure. “Scusa Marco ma, visto che a volte ti procuri e pubblichi atti coperti dal segreto istruttorio, perchè ti sta tanto a cuore la privacy di questo individuo? E perchè ci metti di meno a procurarti delle carte che dovrebbero essere secretate piuttosto che una copia di un tuo documento, presso la tua banca?”
    Ma anche solo: “Caro Marco, sono un cassaintegrato sposato con due figli, di quelli che Santoro mostra ad Annozero. Mi potresti dare l’indirizzo del residence dove hai alloggiato, perchè è veramente a buon prezzo e io i bambini al mare devo portarceli anche se non ho un lavoro”.

    Saluti

  14. Esemplare Facci, la penso esattamente allo stesso modo e ne discuto allo sfinimento in ogni dove.
    Devo pero’ segnare due imprecisioni, forse:

    la prima nella frase:
    “E’ decisamente improbabile e logico, così pure, che Antonio Ingroia non sapesse di condividere l’ufficio e le ferie con la talpa di un favoreggiatore di Bernardo Provenzano.”

    direi che un refuso ha trasformato un “probabile” in un “improbabile”

    E poi mi pare che i mafiosi di Schifani sono stati condannati 18 anni dopo, non inquisiti 18 anni dopo.

    Forse sono dettagli.

    Buona giornata e saluti a Facci, con stima.

  15. Aronne Piperno, ti sfugge il piccolo dettaglio che FF sia stipendiato da Berlusconi (io lo vedo tutte le mattine a canale 5).
    Non mi pare che Travaglio sia a libro paga di Di Pietro.

  16. “Io attendo ancora di sapere chi diavolo sia questo Giovanni, il beneficiario dell’assegno.
    Perchè, quando Travaglio ne pubblicò la copia su Voglioscendere, orde di fans fecero a gara per applaudire l’idolo che aveva presentato una prova incontrovertibile alla faccia dei “topi di fogna berlusconiani”.
    Non uno che gli abbia chiesto: “Scusa Marco, ma come facciamo a sapere che non sia il pagamento dell’idraulico o del giardiniere? Ti crediamo, per carità, ma questo assegno dimostra solo che hai pagato 1000 euro ad un certo Giovanni in data 16 agosto 2003″.
    Oppure. “Scusa Marco ma, visto che a volte ti procuri e pubblichi atti coperti dal segreto istruttorio, perchè ti sta tanto a cuore la privacy di questo individuo? E perchè ci metti di meno a procurarti delle carte che dovrebbero essere secretate piuttosto che una copia di un tuo documento, presso la tua banca?”
    Ma anche solo: “Caro Marco, sono un cassaintegrato sposato con due figli, di quelli che Santoro mostra ad Annozero. Mi potresti dare l’indirizzo del residence dove hai alloggiato, perchè è veramente a buon prezzo e io i bambini al mare devo portarceli anche se non ho un lavoro”.

    (Dean Keaton).

    Condivido anche le virgole (due accenti a parte).

  17. Winston wolff e tu che ne sai che il bel Travaglio non sia a libro paga di Di Pietro? Vogliamo fare dietrologia? MI spieghi come mai i gestori dei siti di Travaglio, Grillo,. Di pietro e Demagistris siano sempre gli stessi? Ossia la Casaleggio e Associati di Milano?
    La sai una cosa? Io spero che il berlusca si ritiri, che faccia un patto sottobanco secondo il quale in cambio del suo ritiro si plachino le inchieste ed i processi. Lo spero davvero tanto, perchè sai che cosa succederà?
    Travaglio tornerà a scrivere di cronaca nera della bassa bresciana, Di pietro forse troverà il tempo per apprendere i congiuntivi e Grillo tornerà a fare il comico perchè per tuti mancherà la vera fonte di guadagno.
    Un’altra cosa che mi lascia allibito è che la speranza della sinistra (giustizialista o girotondina o radicale o PD delusa), sia un fascista. Hai letto bene, un fascista e non parlo di FIni, ma di Di Pietro. DI pietro è uno dei peggio fascisiti che possiamo avere in Italia.

  18. “Ma la libeetà di espressione esiste ancora in italia?”

    certo, e comprende anche la libertà di criticare un giornalista da sempre schierato con la banda craxo-berlusconiana-piduista che fa le pulci a un giornalista che da anni scrive contro la banda

    certo che cercare di far passare Facci per uno al quale è negata la libertà d’espressione solo perché il suo librozzo nuovo (o riciclato) raccoglie qualche pernacchia è davvero un’esagerazione, Facci non è una vittima, è solo uno dei tanti che cerca di arrampicarsi verso i piani alti della corte con una certa arroganza e che così facendo si è esposto al ludibrio universale

    ogni tentativo, suo, dei suoi alias o di altri, di farlo passare per una vittima fa solo ridere, rendetevene conto e datevi una regolata, ridicoli

  19. Mi sono fermato inorridito a quella brutta storia di pentole e coperte nella villetta a schiera al mare, mamma mia!
    Sono curioso di capire che fine farà questo triste, inutile, patetico, egocentrico e logorroico di FF quando questi lunghi anni di vergogna passeranno.

  20. Ma la libeetà di espressione esiste ancora in italia?”

    certo, e comprende anche la libertà di criticare un giornalista da sempre schierato con la banda craxo-berlusconiana-piduista che fa le pulci a un giornalista che da anni scrive contro la banda”

    Mi stai dando ragione, la libertà di espressione non esiste in italia, o almeno non si è liberi di criticare Travaglio….lo sai che Travaglio scriveva sulla Padania vero? Ah, già dimenticavo, per Travaglio sono solo piccoli peccati di gioventù….

  21. A Marco De toffol:

    “(Ah sì, Travaglio chiedeva spiegazioni a Schifani, come le vorrebbero molti. ‘Na tomba, altro che. Zero. Nada. Nisba. In compenso, so tutto delle vacanze di Travaglio. Allegria!).”

    caro amico,
    almeno fare il piccolo sforzo di andare su google:

    http://www.ilgiornale.it/interni/bugie_e_dimenticanze_e_ora_schifani_querela/13-05-2008/articolo-id=261073-page=0-comments=1

    puoi dire che non sono a te soddisfacenti, ma non che non ci sono state.

    Bisognerebbe sforzarsi di non vedere tutto con le lenti deformanti delle proprie opinioni politiche.
    Buona rosicata.

  22. Grazie, Mazzetta, un po’ di rinfrescante intelligenza.

    Veniva quasi da soffocare per l’idiozia di certi commenti:).

  23. vedi un po’ la varietà di opinioni, a me invece mazzetta sembra solo un frustrato che ha bisogno disperato di sfogarsi contro qualcuno. e facci per i frustrati è di sicuro un buon obiettivo. praticamente svolge un servizio sociale tenendo a bada tutta questo stupido rancore.

  24. Informazione di servizio: io non sono stipendiato da Berlusconi. Sono stipendiato dai proprietari del quotidiano Libero. poi ho una collaborazione con Mediaset (sino a giugno) per ogni puntata di quella roba che faccio la mattina su Canale 5. Equivale a dire che Saviano è stipendiato da Berlusconi perché Mondadori ha pubblicato il suo libro.

  25. Filippo, per le note proprietà transitive travagliesche ci potrebbe anche stare, il fatto di Saviano stipendiato da Berlusconi….

  26. Ma come si fa a confrontare il Presidente del Senato con un giornalista? Marco Travaglio non ha ruoli istituzionali, non prende decisioni sulla vita politica italiana. A me, sinceramente, interessa sapere che il Presidente del Senato abbia avuto frequentazioni con gente poco raccomandabile (anche se si tratta di storie ultra-vecchie)! Credo che sia importante saperlo e che ci sia qualcuno che lo racconti.
    Sarebbe grave solo se Travaglio lo abbia raccontato come “ritorsione”, per non fare uscire la sua storia personale delle vacanze, ma non credo che sia questo il caso.

  27. Per la precisione Saviano e Berlusconi sono “stipendiati” da noi che compriamo il libro di uno edito dall’altro.

    Cheers,
    StefanoM

  28. Daniele, Marco Travaglio non ha responsabilità istituzionali ma ha la responsabilità di aver fatto il lavaggio del cervello ad una moltitudine di persone accecate dall’odio antiberlusconiano. Non mi ricordo in quale causa, forse quella intentagli da Confalonieri per diffamazione (tra l’altro vinta da confalonieri stesso), lui si difese richiamandosi al diritto di satira…
    Domanda: ma lui fà satira (quindi è un comico) o fà il giornalista? Ne deduco che quando accusa si erge a giornalista, quando le cose girano male fà satira.
    Troppo comodo questo scarico di responsabilità.

    Quando il figlio di di Pietro fu accusato di aver “raccomandato” alcuni suoi amici, la difesa di Travaglio ad annozero fu “ma non ha fatto niente di male”, e forse ci può anche stare, se invece Schifani era amico di persone che dopo 18 anni sono state riconosciute colluse con la mafia (18 anni), allora è uno scandalo, “schifani non poteva non sapere.. (questa l’ho già sentita da qualcuno, guarda caso).
    Un’altra cosa: lui stesso si definisce allievo di MOntanelli ed ha lavorato al Giornale. Montanelli stesso disse di aver fondato il Giornale per uscire dal conformismo di sinistra dilagante, e tutto si poteva dire ma non che MOntanelli fosse di sinistra. E oggi travaglio è pappa e ciccia con la sinistra, probabilmente MOntanneli oggi gli avrebbe dato un sonoro calcio nelle terga.
    IL problema è l’antiberlusconismo cronico. Basta parlare male del berlusca per diventare dei miti. E’ un po’ poco, ma la colpa è un po’ di tutti noi, che abbiamo esultato durante mani pulite (un colpo di stato riuscito a metà, ma non perchè non si sia fatta pulizia, ma perchè la pulizia è stata fatta solo da una parte) e che abbiamo lasciato che per 15 anni l’ooposizione recitasse solo e soltanto il copione dell’odio a berlusconi , senza costruire niente. Ora in questo odio, Di Pietro ci sguazza, Travaglio ci scrive libri (e incassa) e Grillo si è ritagliato una seconda giovinezza (tutta propaganda per i suoi spettacoli e CD – editi da casaleggio e associati come quelli di Travaglio…che caso eh?), il PD annega nelle macerie lasciate da Veltroni e dalla ambizione vuota di Prodi (anche Fassino è una persona più degna di Prodi, cazzo e chi avete scelto? Prodi, e allora ditelo…)
    In fondo siete voi la causa prima del vostro male, e la cosa che mi fà più ridere è che le vostre speranze siano dei fascisti (Di pietro), degli opportunisti (Travaglio) e dei vecchi comunisti borghesi (Colombo) o nobili (Flores D’arcais). SOno di destra e rimpiango quasi Occhetto….che amarezza

  29. Sei stipendiato da Brachino, allora.

    ‘Mazzakekulo…

    pd Saviano infatti è stipendiato da Berlusconi. Ma con la fatwa dei Casalesi va in pari, te no.

  30. Mj, eri con lui? Hai visto Motanelli sempre con Travaglio?
    Fammi capire perchè a me stà cosa del ripetere sempre “io ho lavorato con montanelli” mi sembra un auto accreditamento gratuito.
    C’è poco da fare, vi hanno completamente lavato il cervello e vi bevete anche le più grandi castronerie, basta che a dirle sia travaglio…Ragione, dove sei?

    A proposito, a differenza tua, so benissimo di cosa parlo.
    Tu sai invece le cose che dice travaglio, e stop.
    La sai la cosa che mi fà più girare i coglioni? E che noi stiamo qui a scannarci e lui nel frattempo ha già scritto un altro libro (a quanto siamo nel 2009? 5 libri?) e incassa i soldi che vi spilla….lo ammiro, è troppo furbo

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