Di Pietro Real Estate

La Corte dei Conti, come è noto da prima dell’estate, sta conducendo un’istruttoria sui finanziamenti pubblici – adesso di chiamano rimborsi – che l’Italia dei Valori da molti anni percepisce con modalità quantomeno singolari.

E’ un gioco di scatole molisane: in sostanza il partito è sempre stato affiancato da un’altra e diversa associazione costituita da Di Pietro (Presidente) e dall’amica Silvana Mura  (tesoriera) e dalla moglie Susanna Mazzoleni (segretaria) nel cui consiglio si poteva accedere solo con il consenso dello stesso Presidente (Di Pietro) il quale si è sempre intascato tutti i soldi e ha deciso come e quando usarli; solamente l’associazione è un soggetto giuridico con tanto di codice fiscale,  il partito formalmente era e resta una scatola vuota con facoltà di gestire in termini amministrativi i soldi eventualmente calati dall’alto, ma senza poter dire una parola al riguardo.

In pratica Di Pietro è presidente a vita di questa associazione parallela e gli iscritti al partito non possono sfiduciarlo, non esistono organi di controllo neppure sul bilancio (quindi su entrate e uscite per milioni di euro) e insomma non c’è collegamento diretto tra il partito e l’associazione che lo gestisce economicamente e politicamente: tranne nel fatto che Di Pietro è padrone di entrambi. E’ qualcosa che non si mai visto in nessun paese del mondo e la Corte vuole appunto vederci chiaro, visto che le varie gestioni dei soldi paiono inestricabili.

In uno sforzo di distinzione delle diverse spese, abbiamo infatti:

1) il pubblico partito dell’Italia dei Valori;

2) i pubblici affari dell’Italia dei Valori;

3) gli affari privati dell’associazione Italia dei Valori;

4) gli affari privatissimi di Antonio Di Pietro e della sua famiglia che a sua volta, con Cristiano e Susanna, milita rispettivamente nel partito e nell’associazione Italia dei Valori. Ed ecco: in questo intreccio si muove una quantità di affari immobiliari da conturbare un enigmista.

All’associazione blindata che gestisce i soldi, e al partito scatola vuota, Di Pietro ha pensato infatti di aggiungere un terzo soggetto: la società An.To.Cri., una Srl con a capo ovviamente se stesso e come socia sempre Silvana Mura, e però stavolta, come secondo socio, la novità: non sua moglie, ma il marito di Silvana Mura o convivente che sia. Oggetto sociale della Srl: acquisti immobiliari a raffica in un incrocio continuo col partito e con l’associazione. Per capire di che cosa si sta parlando c’è solo da azzardare un riepilogo di tutta l’impressionante sequenza partitica e societaria e personale e familiare e immobiliare dell’uomo che seguita, ancor oggi, a sventolare il vessillo del conflitto d’interessi e della lotta alle commistioni tra politica e affari. Il lavoro di ricostruzione catastale è stato curato da Giulio Sansevero dal luglio 2008 all’aprile 2009.

Segue cronologia.

– Antonio Di Pietro nel 1999 acquista due appartamenti tra loro adiacenti a Busto Arsizio – diverranno uno solo – per complessivi 370 metri quadri. Costo: 845.166.000 lire. Di Pietro ha sostenuto37 di averli rivenduti nel 2004 per 655.533,46 euro.

 

– Antonio Di Pietro, nello stesso anno, 1999, acquista un bilocale a Bruxelles di 80 metri quadri. Costo: 204 milioni di lire.

 

– Antonio Di Pietro il 3 gennaio 2002 acquista un appartamento a Roma, in via Merulana, di 180 metri quadri. Costo: circa 400.000 euro. È dove vive durante i soggiorni romani. Il 18 novembre 2002 risulta emessa una fattura di 7200 euro relativa a «Lavori per vostro ordine e conto svolti nella sede sociale di via Merulana 99 Roma, imbiancatura e stuccatura pareti, riparazione idraulica». La fattura non è intestata a Di Pietro, ma a «Italia dei Valori, via Milano 14, Busto Arsizio, Varese». È la vecchia sede del partito. Di Pietro ha sostenuto su «Libero» il 9 gennaio scorso: «A Roma sono proprietario dell’appartamento di via Merulana ove abito quando mi reco lì per ragioni legate al mio lavoro di parlamentare. L’ho comprato prima dei rimborsi elettorali, nel 2001, per 800 milioni di vecchie lire». Ha sbagliato l’anno: l’acquisto è del 2002, quando già percepiva gli odiati rimborsi elettorali.

 

– Cristiano Di Pietro, figlio di Antonio, il 19 marzo 2003 acquista o diviene proprietario con sua moglie Lara Di Pietro – è il cognome da nubile, si chiama Di Pietro anche lei – di un attico di 173 metri quadri a Montenero di Bisaccia. Costo: circa 200.000 euro. Antonio Di Pietro ha sostenuto che suo figlio l’ha acquistato grazie alla vendita di un immobile posseduto a Curno, ma dell’operazione, così come descritta, non risulta per ora traccia catastale.

 

– Antonio Di Pietro il 28 marzo 2003 acquista un appartamento a Bergamo in via dei Partigiani, in pieno centro, di 190 metri quadri. Nello stesso giorno la moglie Susanna Mazzoleni compra un monolocale di 48 metri situato sullo stesso piano. A ciò si aggiungono due cantine e un garage. Costo stimato: tra i 700 e gli 800.000 euro.

 

– Antonio Di Pietro il 1° aprile 2003 costituisce la società Srl An.To. Cri. (dalle iniziali dei suoi tre figli Anna, Toto e Cristiano) con sede a Bergamo in via Ghislanzoni. Capitale versato: 50.000 euro. Socio unico: Antonio Di Pietro. L’anno dopo, nel 2004, si aggiungeranno i consiglieri Silvana Mura e Claudio Belotti, uomo di lei. Obiettivo non dichiarato: gestione immobiliare. Di Pietro è quindi a capo dell’associazione privata Italia dei Valori, del partito Italia dei Valori e di questa società di gestione immobiliare. Silvana Mura lo segue a ruota.

 

– Antonio Di Pietro il 24 luglio 2004 manda a casa il socio Mario Di Domenico dall’associazione privata Italia dei Valori e lo sostituisce con la moglie Susanna Mazzoleni. A gestire l’intero finanziamento pubblico del partito Italia dei Valori sono quindi i coniugi più Silvana Mura. Si parla di rimborsi per 250.000 euro nel 2001, 2 milioni nel 2002, 400.000 euro all’anno dal 2001 al 2005 e 10.726.000 euro nel 2006. Quasi 20 milioni di euro totali aggiornati all’anno 2007.

 

– La An.To.Cri. (cioè Di Pietro, Mura e compagno) il 20 aprile 2004 acquista un appartamento a Milano, in via Felice Casati, di 188 metri quadri. Costo: 614.500 euro. Subito dopo l’acquisto, la società affitta l’appartamento al partito dell’Italia dei Valori per 2800 euro al mese, cifra che va a coprire e superare la rata mensile del mutuo che intanto è stato acceso dalla stessa An.To.Cri. Antonio Di Pietro cioè affitta ad Antonio Di Pietro e Silvana Mura versa soldi a Silvana Mura: i soldi sono sempre quelli del finanziamento pubblico. In concreto significa che Di Pietro, cioè la An.To.Cri., con il denaro pubblico del partito, cioè dei contribuenti, compra casa per sé.

 

– La An.To.Cri. il 7 giugno 2005 acquista un appartamento a Roma, in via Principe Eugenio, di 235 metri quadri. Costo: 1.045.000 euro. Subito dopo la società ripete l’operazione milanese: affitta l’appartamento al partito per 54.000 euro annui, che coprono il mutuo acceso nel frattempo. Di Pietro acquista e affitta a se stesso: ma con soldi pubblici. In seguito di articoli di stampa e interpellanze parlamentari che scopriranno l’altarino, Di Pietro nel 2007 deciderà di vendere l’immobile a 1.115.000 euro. Il giochino però continua tranquillamente per l’appartamento milanese di via Casati. A tutt’oggi.

 

– Susanna Mazzoleni il 23 dicembre 2005 acquista un appartamento di metratura imprecisata a Bergamo in via del Pradello, in centro.

Nello stesso giorno e nella stessa città e nello stesso stabile acquista un appartamento di 90 metri. Costo complessivo: 400 o 500.000 euro.

 

– Antonio Di Pietro il 16 marzo 2006 acquista un appartamento di 178 metri quadri a Bergamo, in centro, in via Antonio Locatelli. Costo: 261.661 euro, un incredibile affare regalato dalla cartolarizzazione degli immobili dell’Inail. L’acquisto in precedenza era stato condotto per conto di Di Pietro dal citato Claudio Belotti, il citato compagno di Silvana Mura, e l’aggiudicazione era passata attraverso un ricorso al Tar e un altro al Consiglio di Stato. Anche qui si ripete il giochino: Di Pietro affitta l’appartamento al partito Italia dei Valori, cioè a se stesso, che lo ripaga con soldi pubblici.

 

– Antonio di Pietro il 6 aprile 2007 acquista una masseria a Montenero di Bisaccia posta di fronte a quella dov’è nato e che pure gli appartiene. Costo comprensivo di 2 ettari di terra: 70.000 euro per l’acquisto e circa 150.000 per la ristrutturazione. Gestisce l’operazione un’immobiliare del posto che si chiama Di Pietro: nessuna parentela, ma il proprietario è stato consigliere provinciale dell’Italia dei Valori.

 

– Antonio Di Pietro nel 2007 procede alla totale ristrutturazione della masseria di Montenero che il padre Giuseppe gli ha lasciato in eredità negli anni Ottanta. L’ampliamento, sino a 450 metri quadri, prevede una spesa non inferiore ai 300.000 euro. Nella stessa zona, Di Pietro possiede 33 «frazionamenti», ereditati o acquistati da parenti e familiari, per complessivi 16 ettari. I suoi terreni confinano inoltre con quelli che la sorella Concettina ha ricevuto a sua volta in eredità dalla famiglia.

La recente iscrizione di Antonio Di Pietro all’albo degli imprenditori agricoli gli consente, nelle transazioni immobiliari, di scalare le tasse, scendendo dal 20 per cento anche fino all’1.

 

– Cristiano Di Pietro, figlio di Antonio, nel 2007 acquista due lotti di terreno totalmente edificabile di 700 metri quadri a Montenero di Bisaccia, valutabili in una villa di 500 metri quadri posta su due livelli. Costo del terreno: 150.000 euro.

 

– Antonio Di Pietro nel 2008 acquista un appartamento a Milano, in piazza Dergano, di 60 metri quadri. Costo: da 250 a 350.000 euro.

 

– Susanna Mazzoleni, lo ricordiamo per completezza, nel 1985 acquistò una casa con giardino a Curno (Bergamo) in via Lungobrembo. Costo del rudere prima di ristrutturarlo: 38 milioni di lire. La storia di quel rudere – incredibile – la racconteremo un’altra volta.

 

– Antonio Di Pietro nel 1989, proprio affianco e sempre a Curno in via Lungobrembo, acquistò una villetta a schiera dove visse per qualche  tempo suo figlio Cristiano, che in precedenza risultava locatario – irregolare, perché ogni forma di subaffitto era proibita – nel famoso appartamento milanese di via Andegari affittato dal Fondo pensioni Cariplo del socialista inquisito Sergio Radaelli. In una lettera a «Libero», sempre il 9 gennaio 2009, Di Pietro ha precisato che la villetta a schiera di via Lungobrembo è stata «acquistata alla fine degli anni Ottanta e quindi per definizione con soldi non del partito». È vero. I soldi infatti erano dell’inquisito Giancarlo Gorrini (condannato per appropriazione indebita) e corrispondevano al famoso «prestito» di 100 milioni cui si aggiunsero i 100 prestati da Antonio D’Adamo al quale pure Di Pietro si era rivolto parlando dell’acquisto di una casa. Poiché Di Pietro non l’ha scritto, si indica anche il prezzo della villetta: 150 milioni di lire.

 

Ora: i cosiddetti conti della serva andrebbero sempre evitati. Ci sarebbe da conoscere con maggior precisione i prezzi degli immobili, quelli delle ristrutturazioni, il giochino dei mutui e degli autoaffitti, senza contare ciò che non si conosce: gli acquisti immobiliari sinora ammessi dall’ex magistrato, per capirci, sono parziali e incompleti rispetto a quanto emerso successivamente e riportato nelle righe qui sopra.  Ci sarebbe poi da sapere o da chiarire – perché Di Pietro non l’ha chiarito, non ritiene di doverlo fare, benché personaggio pubblico  – il suo possibile ruolo di capofamiglia negli acquisti di case e di terreni da parte dei figli e della moglie. Susanna Mazzoleni è un avvocato benestante, ma il figlio Cristiano è un consigliere provinciale che cominciò a comprare case quando aveva lo stipendio di poliziotto. E comunque fare conti nelle tasche altrui comporterebbe anche il conoscere il tenore di vita di un nucleo complessivo che comprende una coppia, tre figli e un’ex moglie.

 

Pur generica, l’opinione di Di Pietro in merito è stata questa: «Alcuni giocano, altri speculano, altri evadono le tasse e altri ancora girano il mondo o se la godono e si divertono. Io ho preferito e preferisco fare la formichina come mi hanno insegnato i miei genitori». Tuttavia, secondo il il 740 dipietresco dal 1996 a oggi, ha guadagnato in tutto 1 milione di euro netti e ne ha dichiarati circa 200.000 l’anno.

Al milione vanno aggiunti i circa 700.000 euro ottenuti dalle querele che ha sporto (e vinto) nonché 954.317.014 lire (praticamente un miliardo) incassati per una donazione della contessa Malvina Borletti una decina di anni fa: soldi che dovevano servire per attività politiche – espresso desiderio della contessa – ma che Di Pietro utilizzò per comprarci case. Comunque la si metta, alla luce del giro immobiliare di cui sopra, i conti non tornano. Per niente proprio.

 Articolo pubblicato su Libero dell’11 settembre 2009.

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44 Commenti

  1. Come si dice? Here we go again.

    Di Pietro avrebbe risposto” genericamente”

    Eccola qui, la risposta ” generica “.

    “A Montenero di Bisaccia sono proprietario di una azienda agricola (lasciatami in eredità da mio padre e mia madre) con circa 15 ettari di terreno e casa colonica annessa (che ho ben ristrutturato a mie spese, con i fondi [e le pietre] provenienti proprio dall’azienda: produco in proprio, infatti dalla morte di mio padre (1987) soprattutto olio e grano (quest’anno oltre 400 quintali);

    – a Curno, in provincia di Bergamo ho una villetta a schiera in via Lungobrembo 62, acquistata alla fine degli anni ’80 e quindi per definizione con soldi non del partito (che, come noto, è stato fondato nel 2000 ed a cui i primi contributi sono cominciati ad affluire nell’autunno del 2001). Sempre a Curno, in via Lungobrembo 64 (contigua alla precedente) vi è una vecchia casa con giardino, di proprietà di mia moglie che l’ha comprata nel 1985 per 38 milioni di vecchie lire e che è stata dalla stessa (e con il mio contributo, anche manuale) ristrutturata nel 1986 (e quindi in epoca anch’essa non sospetta). E’ il luogo dove siamo andati a vivere dopo sposati.

    – a Bruxelles sono comproprietario di un piccolo appartamento in via Scarabee 3, acquistato nel 1999 per 204 milioni di vecchie lire (di cui la metà con prestito bancario della Bbl di Bruxelles, sede le Parlamento europeo) quand’ero parlamentare europeo (ed a tal fine). Anche questo immobile è stato acquistato in epoca precedente alla costituzione di Idv.

    – a Bergamo sono proprietario di un appartamento in via Locatelli, da me acquistato, a seguito di gara pubblica, ad un’asta indetta dalla Scip per conto dell’Inail in data 10 novembre 2004 (rogito 16.03.2006) per euro 261.661,oo oltre spese e tasse. Non sono invece proprietario di alcun altro immobile in tale città, come invece pure era stato scritto. Vi sono invero lo studio e la casa di mia moglie (che, come Lei sa, fa l’avvocato da una vita e fa parte di una famiglia benestante di avvocati e prima di notai che Lei, gentile direttore, essendo di Bergamo, credo conosca molto bene).

    La società Antocri

    A Milano ho comprato nel 2004 (tramite la società Antocri) un appartamento in via F.Casati 1/a, per euro 614.500,oo, di cui 300.000,oo con mutuo Bnl ed il resto con parte dei fondi provenianti dalla vendita di due appartamenti di mia proprietà che avevo a Busto Arsizio (acquistati nel 1999 – quindi sempre in epoca antecedente alla costituzione di Idv – per lire 845.166.000 e rivenduti nel 2004 per 655.533,46 euro). Gli atti notarili sono a sua disposizione. Quanto ala provenienza dei fondi per acquistare gli appartamenti di Busto Arsizio, non me ne voglia ma Lei dovrebbe ricordarla bene essendo stata una delle persone che vi hanno in qualche modo contribuito (ricorda i 400 milioni di lire che l’editore de “il Giornale”, ove egli faceva il direttore responsabile, mi versò, a titolo di risarcimento danni con assegno circolare? All’epoca, peraltro, furono in molti a versarmi denaro per risarcimenti dei danni provenienti da articoli di giornale ritenuti diffamatori dai giudici o comunque, in via di transazione bonaria).

    L’altra parte dei soldi provenienti dalla predetta compravendita li ho usati per acquistare (tramite la società Antocri) a Roma nel 2005 un appartamento in via Principe Eugenio per euro 1.045.000,oo (il resto della provvista è stato reperito da un mutuo bancario Bnl di 400.000,oo euro e dai miei risparmi di cui in appresso) Tale immobile è stato rivenduto nel 2007 a 1.115.000,oo e con la relativa provvista, una volta estinto il mutuo, ho comprato l’anno scorso una casa ai miei due figli più piccoli a Milano, in zona Bovina, per studiare. Ho anche aiutato mio figlio maggiore, con donazioni in denaro (per un totale di circa 80 mila euro) in parte quando si è sposato ed in parte quando sono nati i suoi tre figli trigemini. Soldi che egli, coscienziosamente, ha utilizzato per pagare l’anticipo di una casa a Curno, quando abitava lì, e che poi ha rivenduto ricomprandosi – a minor prezzo – casa a Montenero, quando si è trasferito al paese natio.

    Sempre a Roma, sono attualmente proprietario dell’appartamento di Via Merulana, ove abito quando mi reco lì per ragioni legate al mio lavoro di parlamentare. L’ho comprato nel 2001 – e quindi ancora una volta prima dei rmbo5rsi elettorali confluiti in questi anni al partito – per 800 milioni di vecchie lire (di cui, come al solito) parte in mutuo).

    Queste sono – o sono state – le mie proprietà. Mi si dirà: d’accordo, hai fatto delle compravendite ed hai stipulato dei mutui, ma per il resto dove hai preso i soldi? Ebbene, i miei redditi – pubblici e che possono essere consultati presso il sito della Camera dei Deputati e del Senato – ammontano dal 1996 ad oggi ad oltre 1.000.000,oo di euro (al netto delle tasse), come da tabella riepilogativa che Le invio a parte. A tutto ciò devono aggiungersi ulteriori rinvenienze attive, tra cui una donazione mobiliare per circa 300 milioni di vecchie lire ricevuta nel 1996 dalla contessa Borletti (i fatti sono notori in quanto hanno riguardato come beneficiari anche altri personaggi pubblici) e – come detto – plurimi risarcimenti danni ricevuti (da me e dai miei familiari) per circa 700.000,oo euro negli anni, in relazione alle varie diffamazioni subite nel tempo nonché i frutti dell’azienda agricola e dei relativi cespiti immobiliari lasciatimi in eredità dai miei genitori dopo la loro morte.

    La Formichina

    Tutto qui. Alcuni giocano, altri speculano, altri evadono le tasse, altri ancora girano il mondo o se la godono e si divertono. Io ho preferito e preferisco fare la formichina, come mi hanno insegnato i miei genitori, risparmiando e investendo i guadagni in immobili (almeno questi non ti mandano sul lastrico, come è successo per le azioni e speculazioni in borsa!).”

    C’è qualcuno che mi ricorda il roditore che continua a girare, girare sulla ruota.

  2. Peccato che la mia inchiesta – probabilmente neppure letta da Mj – sia anche fondata sulle obiezioni alla replica dipietresca sopra riportata. Replica che omette, non cita e non spiega – o lo fa sfuggevolmente – la maggior parte di quanto io riporto, che è in buona parte inedito o completato da ulteriori dati.
    Per capirlo bastava leggere, ma siccome la qualità di certi commentatori qui è quella che è – ieri un cretino mi accusava di essermi associato al ‘pestaggio a Fini’ e non si era neppure accorto che il mio articolo era pro-Fini – avviso che non starò più a replicare.

  3. Ma che vuoi ” replicare”.

    Tu hai detto che la risposta di DI Pietro era ” generica” , e hai riportato una PICCOLA frase della sua risposta a Feltri Visto che hai sentito il bisogno di riportare quel passo della risposta di Di Pietro, ho riportato TUTTA la risposta per fare valuatre ad altri quanto quella risposta fosse ” generica”.

    Aldilà del fatto se la risposta di Dipetro sia stata esauriente o meno o se poi siano statiaggiunti dei dati, ti sembra che la risposta di Di Pietro fosse GENERICA?
    Senza contare che smonta molte cose scritte.

    E poi, che lagna, stà storia de ” i commentatori su questo sito non mi meritano”. Un roditore sulla sua ruotina, proprio.

  4. Caro Mj, sì, la risposta di Di Pietro mi sembra generica e fuorviante. Secondo me non smonta nulla, perché i conti non tornano. In qualsiasi caso resta il fatto sbalorditivo – senza neppure citare la faccenda della Corte dei Conti, sulla quale tornerò – che fa il moralista contro il finanziamento ai partiti e poi lo usa per comprarsi case.
    A raccogliere i dati è servito un anno e mezzo, poi mi ritrovo un copia/incolla da tre secondi – citato nel mio pezzo nelle sole parti pertinenti, a mio avviso – e pensare che l’inchiesta non sia neanche stata letta è il minimo. Con un secondo in più, potevi spiegare che stavi svolgendo un servizio pubblico per noi tutti

  5. Caro Facci, Non mi sorprende che tu insista a definire” generica ” la risposta di Facci. Dopotutto, sei lo stesso che hai scritto che Di Pietro ” stranamente” si è tenuto i soldi della rivendita di una macchina comprata. Cosa molto strana, in effetti, si è mai visto qualcuno che si trattiene i soldi di una rivendita?

    Ma comunque.

    Quella frasetta da te riportata era la risposta data da Dipietro ad un articolo di Feltri, mesi fa, NON a te. Tu non solo la citi sotto un tuo articolo pubblicato oggi ma ometti di dire che era la risposta a quell’articolo di Feltri, e dove Di Pietro rispondeva alle obiezioni di Feltri. NOn solo, ometti anche di riportarla tutta, per evitare che qualcuno possa capire, se, effettivamente, la risposta di Dipietro sia stata ” generica”.

    Però, mi chiedo? Un anno e mezzo per questa roba qui mentre io ci ho messo solo tre secondi? Che dire. Evidentemente, i miei tre secondo sono stati più proficui del tuo anno e mezzo.

  6. Ma questo filippo facci è lo stesso facci pagato da anni dal piduista tessera 1812 per MENTIRE SPUDORATAMENTE agli italiani???(esempio caso mitrokin telecom serbia,esempio,uno dei mille…)
    In tal caso fosse la stessa persona,totoscamente le dirò : ma mi facci il piacere mi facci……….
    e cambi mestiere,il giornalista lo facci fare a quello che lo sa fare meglio di lei,quello che lo chiama “il mesciato”,ad esempio…
    Lei potrebbe fare il raccoglitore di pomodori al posto degli extracomunitari tanto invisi al padano doc,quello sposato con una sicula doc,tanto per intenderci.
    Di certo le riesce meglio.
    CHE GENTE!!!!

    approposito,anzichè cercare le pagliuzze nell’occhio di Di Pietro,guardatevi il trave che avete nel culo…

  7. mi perdoni il facci per l’errore : “…pagato da anni dal piduista tessera 1816…”…..
    ma si che perdona,dopotutto posso sbagliare,mica faccio il giornalista io……..

  8. Facci Facci… dai sparane un’altra e facci ridere ancora! ahahahah ma ti pare che siamo su Libero? vai dal padrone e scodinzola bene mi raccomando…

  9. Filippo Facci, sappi che muoversi in rete è diverso che muoversi all’interno di un giornale.
    La rete è memoria.

  10. ma questo è il paradiso!!!! Caro facci ecco cosa significa democrazia dell’era digitale…tu scrivi stronzate ed in 3 secondi vieni sbugiardato come meriti…come vedi avere un blog e fare il “giornalista” (fossi un tuo collega m’incazzerei per averti definito tale) in internet permette a chi ti legge di esprimere ciò che pensa del tuo pseudolavoro…sì perchè solo chi non ha niente da nascondere ma soprattutto la coscienza pulita può reggere in rete, e questo non è certo il tuo caso…lasciando perdere le offese che mi verrebbero spontanee e scontate, sono anni che sogno di dirti quello che penso di te…stare a fare il pelo a di pietro, uno che ha scoperchiato il putrido che c’era e che ancora c’è purtroppo(e non certo per colpa sua) in questo paese, che da eroe, per gente come te viene passato sotto la lente d’ingrandimento e diventa il problema mentre il premier più ridicolo, indegno e ricattabile del mondo è ancora il tuo capo? ti paga ancora per dire certe cose??? ma vai a cagare dal profondo del cuore!!!!

  11. Filippo Facci vorrebbe mettere in risalto la modalità “quantomeno singolare” con la quale Di Pietro percepirebbe i rimborsi (ex finanziamenti pubblici ai partiti). Di questa “singolarità” si è già occupata la Procura della Repubblica che ha archiviato il caso per ben 2 volte, e Di Pietro non ha subito nessuna indagine ma semplicemente un accertamento da parte della Corte dei Conti.

    E’ evidente che il vero obbiettivo di Facci non è mettere in discussione privilegi e rimborsi dei politici (come spesso fa Di Pietro) ma attaccare un politico che parla chiaro e tondo di esigenza di moralità come Di Pietro.

  12. Ho letto sul mio sito preferito, il cattolico integralista Pontifex Roma, un durissimo attacco della vergine Binetti contro quel laicista Filippo Facci.

    Mai mettersi contro il Magistero….

  13. Prmetto che non sono un fan ne di ADP ne di Travaglio ma AMO scavare (o affidarmi a chi scava o a sedicenti scavatori, del resto quando si e’ impegnati in altre faccende, specie se legate alla necessità di vivere o semplicemente stanchi a volte ci si deve accontentare) nelle notizie, nei racconti, nelle affermazioni perché MI PIACE la verità da qualsiasi parte essa provenga (quindi, al limite, va bene anche dalla penna di Facci) e qualsiasi parte essa colpisca… scusate se ho questo VIZIO.

    ma veniamo al SODO

    @ il Sig. Facci
    chiaramente non ho elementi immediati per verificare chi la racconti tutta giusta ma facciamo pure l’ ipotesi che tu sia stato sincero, onesto e che abbia raccontato tutto cio’ che di vero e verificabile si poteva raccontare…. ma facciamo un ipotesi per assurdo, diamo pure per buono quel che hai scritto anche su altri personaggi come Travaglio:

    scriveresti articoli dello stesso tenore anche su personaggi legati all’ attuale governo se ci fossero gravi fatti rilevanti che li riguardano, o analoghi dubbi di disonestà insincerità, ipocrisia, malafede e quant’ altro ? Andresti a scavare come una talpa nel torbido della loro vita pubblica e privata?

    OK OK chiedo scusa a tutti, lo so che la domanda e’ terribilmente retorica e la risposta banalmente scontata… ma sapete sono maledettamente curioso di conoscere la risposta di FAcci, qualsiasi essa sarà. Se mai ci sarà… ma va bene anche se non ci sara’, sapro’ comprendere….

  14. non conosco e non seguo facci, che dal tono dei suoi scritti non sembra simpatico. trovo però singolare che alle sue osservazioni si reagisca con insulti personali(nascosti dietro l’anonomato di un nickname: che coraggio, che libertà) o raagionamenti del tipo “e allora gli altri?”.
    gli altri in questa discussione non c’entrano, c’entra di pietro che in effetti ha messo in piedi un partito a gestione familiare e non è stato affatto trasparente nella gestione dei finanziamenti pubblici. questo non significa che abbia commesso irregolarità, ma certo ha ancora delle spiegazioni da dare.
    lo dico in tutta serenità perchè personalmente di pietro non lo voto comunque, non per problemi etici ma per la scarsa qualità delle proposte politiche.

  15. Come detto già da qualcuno, è la magistratura o la Corte dei Conti che decidono se Di Pietro e familiari hanno fatto illecito o meno. E già altre volte non è stato condannato.
    Però questi problemi derivano da un partito che non è un partito. Italia dei Valori rimane tuttora una organizzazione familiare che fa capo ad una sola persona, con mancanza di vera democrazia.
    Quando Di Pietro deciderà di trasformare Italia dei Valori in qualcosa che non sia padronale?

  16. cvd…come volevasi dimostrare…ff è tornato…con un nuovo articolo vecchio…
    rinnòvati

  17. carina la banda di buffoni che volteggia abitualmente su ogni post di ff. esattamente il concetto di critica ragionata (e motivata) che si dovrebbe avere a sinistra.
    facciamo così, che facciamo bene: prendiamo uno che argomenta e lo insultiamo e lo deridiamo. bravi, bravi. voi non avete capito chi dovete votare.

    detto questo, facci, ho letto sia la lettera di di pietro tra i commenti che il post (che si intuisce essere successivo alla lettera, di cui corregge alcune cifre, e che anzi senza lettera non è granché intellegibile). mi sfugge però se la conclusione proposta è che di pietro sia un furbetto che ha manovrato con allegria quanti più immobili possibili, utilizzando più volte la tecnica di affittarli al suo partito, e quindi sia eticamente criticabile ma giuridicamente ineccepibile, o se si supponga che di pietro vada penalmente perseguito e per che genere di reato. e nel secondo caso: se la procura della repubblica, come scrive alberto memmoli qui sopra, ha già archiviato il caso due volte, e la corte dei conti ha eseguito un semplice accertamento, qual è il punto?

  18. a Facci..che palle!!!
    sei di una mediocrità spaventosa… almeno mi auguro che tutto ciò ti renda felice.

  19. il punto è, caro g., che, almeno in questo caso, filippuzzo compie ciò che appare ai profani come un ordine di scuderia.
    mi spiego meglio: è lecito e doveroso per un giornalista fare le pulci a chi amministra la res pubblica, diventa fastidioso farlo per confermare che “così fan tutti”.

    io non ho votato nè voterò mai tonino, ma per prima cosa è all’opposizione e per seconda, considerando vere le accuse di facci, sarebbero scemenze al confronto di quelle imputate a sua emittenza che, lo ricordo, governa il paese da parecchio.

    diciamo che è fastidioso vedere un ragazzo di talento come filippo facci destreggiarsi in questo modo.
    mi piacerebbe vederlo all’opera su dell’utri ad esempio, so che farebbe un lavoro eccezionale.

    aggiungo che capisco benissimo la sua posizione come quella dim parecchi suoi colleghi che provano comunque a fare il loro lavoro almeno evitando di incensare i propri datori di lavoro, ma altresì è capibile l’incazzarsi di chi può commentare liberamente dietro anonimato o di chi porta a casa il piatto di minestra attraverso altre vie.

  20. a lanzavecchia,ma di quali insulti parli???
    ovvietà si chiamano.
    facci sono anni che spara cazzate spacciandole per verità,tanto che gli idioti,questo si è un insulto,come te ancora lo difendono e magari anche ci credono…e poi votano però,gli idioti,e a pagare le loro(vostre) cazzate siamo tutti,anche IO PERDIO!!!!!!!!!!!!!!!!

  21. Facci sta al giornalismo come il giornale sta all’informazione. Non c’azzecca direbbe qualcuno…

  22. Comunicazione di servizio: io non taglio e cucio assolutamente niente. Il poveretto anonimo, vigliacco nel profondo – già lo invitai a uscire dal suo anonimato mafioso – non sa più che cosa inventare.
    Era così e lo rimane: i mazzetta – un genere – sono l’unica e ineccepibile ragione per cui chiudere i commenti. Pur di farsi notare – c’è riuscito, bravo – inventano.
    Debbo una risposta a ‘Naturale regolarità’: la risposta è sì. Purché non si tratti di personaggi per quali, come dire, lo spazio sia già occupato e cioè non abbondino o stra-abbondino articoli e libri.

  23. A me però non hai risposto sulla montatura mitrokin……in quanto agli anonimi nessuno lo è,e non abbiamo alle spalle (COME TE FACCI!!!) un piduista 1816 che paga le querele che puntualmente perdi.
    La nostra consolazione è però sapere,con assoluta certezza,che ad ogni caduta di regime i primi a crepare scannati sono i servi……….
    La storia insegna.

  24. querelo con la q.
    sennò poi la gelmini è autorizzata a dire “i carceri”.
    Riprendendo il discorso di Mazzetta chiederei a facci se ha mai domandato al suo pagatore di lavoro le connivenze coi personaggi siciliani che investivano denari nella rasini,e soprattutto se ha mai chiesto al tessera 1816 da “dove vengono i soldi”,quei 500 milioni al giorno di cui disponeva il cavaliere,allora trentunenne,per costruire milano2…
    Giorgio Bocca,lui si giornalista,lo chiese dalle colonne di Repubblica dal lontano 1973,e a tutt’oggi non ha ancora(e neppure noi) ottenuto risposta.
    Vuole provarci facci o preferisce continuare a sparlare di ADP????
    Peraltro ADP nel suo sito ha ampliamente spiegato e DOCUMENTATO la sua assoluta estraneità alle accuse.
    farà questa mossa l’astuto giornalista di nome facci?
    chissà.
    Tra le altre cose quando parla di mafiosità il facci dimentica o finge di non sapere che l’ispiratore e fondatore di forza italia dell’utri marcello si è beccato 9 anni in primo grado per associazione mafiosa….

    Approposito lo sà il facci che il nostro presidente tanto prodigo a mandare militari in querra al fianco degli usa durante la nostra guerra stava IMBOSCATO in svizzera??
    ma si che lo sà,avoglia,infatti non ne ha mai parlato.
    e chi non ne parla di simili faccende,piu che giornalista è un giornaLAIO.

  25. Ma stai zitto ANONIMO..ti difendi dietro un nome fittizio se no sai cosa ti farebbe quel brutalone mesciato?!?!? TI CHIUDE I COMMENTI !! Ma vatti a fare la ricrescita…va…sta gente oramai vive di storielle riportate solo nelle parti che interessano, brutta Italia questa. Dove i giornalisti devono fare i lacchè per mangiare nel piatto del padrone. (vedi oggi su RAIUNO,che dire da vomito è dire una squisita pietanza di novelle cuisine.)

  26. Ho letto l’articolo e anche la replica di Di Pietro.
    Non mi pare che quest’ultimo replichi al fatto che l’An.To.Cri ha comperato delle case che sono state poi affittate al partito IdV con un affitto superiore alla rata del mutuo.
    Ha mai risposto a questa obiezione?
    Attendo con piacere di acquistare il prossimo libro di Facci.

  27. Luigi, qualche risposta Di Pietro l’ha data anche in quel caso.

    //anglotedesco.myblog.it/archive/2009/01/13/e-tonino-risponde.html

    Considera che si parla sempre di risposte al precedente articolo di Feltri, non all’articolo-rimasticatura di Facci.

    Non so se Di Pietro ha risposto a quest’altro articolo, ma , arrivati a questo punto, non mi cambierebbe niente se non lo facesse. Si potrebbero scrivere libri sia sulle domande che nel corso degli anni ,sono state poste a Di Pietro, sia sulle risposte da lui date. Perchè ,a differenza delle cose relative a Berlusconi ( quelle su cui Facci non si ” applica” perchè, tanto, dice lui, lo fanno tutti), Di Pietro , se richiesto, chiarisce. Cosa che Berlusconi non fa MAI. O se proprio decide di dire qualcosa, senza contradditorio, tira fuori delle belle bugie. Di Pietro chiarisce, e in passato ha chiarito. Ma non basta mai, perchè si deve sempre mantenere in funzione quella ruotina. E spiace ( ma non soprende affatto )vedere persone anche di sinistra ( così dicono, almeno), come Francesco Costa, su, che trovano tutto ciò” fantastico”. Voglio dire, non è che uno deve farsi piacere per forza Di Pietro per trovare tutta la questione relativa alla ricerca forsennata di argomenti contro di lui stucchevole e anche vergognosa. Io per esempio, ricordo con molta nausea gli episodi relativi a D’Adamo, con Berlusconi che registrava di nascosto, cecando di farsi dire delle cose ” ambigue” su Di Pietro per poi farle deflagare sui media suoi e non. Per dire, ora molti si dicono indignati della D’ Addario che registra di nascosto, che vergogna, e ma che schifo. Ma non molti a suo tempo criticarono allora Berlusconi per fare altrettanto, e da uomo politico.
    E vabeh.

  28. Eternauta dice “Approposito lo sà il facci che il nostro presidente tanto prodigo a mandare militari in querra al fianco degli usa durante la nostra guerra stava IMBOSCATO in svizzera??
    ma si che lo sà,avoglia,infatti non ne ha mai parlato.
    e chi non ne parla di simili faccende,piu che giornalista è un giornaLAIO.”

    Imboscarsi, in ambito militare, significa sottrarsi al servizio di guerra restando in un posto lontano dal fronte; per un uomo di governo sarebbe una macchia indelebile; però: se “il nostro presidente” è quello a cui penso io e “la nostra guerra” è quella a cui penso io, mi pare che l’IMBOSCATO avesse 4 anni quando siamo intervenuti nel conflitto.

  29. MJ, non vedo perché non bisognerebbe andare a cercare il pelo nell’uovo a DiPietro visto che è proprio un personaggio che fa dell’onestà il prerequisito fondamentale dell’agire politico. Pare che quindi DiP. abbia ragione e Facci torto. Mi pare che in questa faccenda quest’ultimo si stia arrampicando un po’ sugli specchi andando avanti con la questione. Sono ancora piu’ curioso di leggere il libro. Grazie comunque della risposta.

  30. @Luigi, tu scrivi

    ” MJ, non vedo perché non bisognerebbe andare a cercare il pelo nell’uovo a DiPietro visto che è proprio un personaggio che fa dell’onestà il prerequisito fondamentale dell’agire politico.

    Ma non si tratta di questo. Ci mancherebbe che non si potesse indagare sui politici, non solo per scoprire eventuali altarini, ma anche per valutare coerenza tra proclamato impegno politico e agire pratico. Oddio, se si accetta questo principio, allora non si dovrebbe essere contrari alla campagna di Repubblica sui comportamenti privati di Berlusconi, perchè è Berlusconi che ha dichiarato ” sintonia” con la Chiesa e che per ogni dove possibile ha detto che condivide e promuove quei ” Valori” . Ma, chissà perchè, i giornalisti dipendenti di Berlusconi questo principio lo riconoscono solo se riguarda gli avversari politici. O forse, è colpa mia se manco molto dalla Chiesa e nel frattempo il tradimento coniugale, l’andare da ultrasettantenne con minorenni e la prostituzione sono stati dichiarati perfettamente compatibili con i principi cristiani.

  31. Ah, dimenticavo il resto della risposta, pardon.

    Dicevo che non si tratta di non riconoscere la giustezza del fare le pulci ai politici, ma di vedere che, negli anni, si va sempre a rivangare vecchie storie, smentite, smontate, e, adifferenza appunto di quelle riguardanti Berlusconi, abbondantemente chiarite. Niente, si continua, perchè l’importante è fare rimanere sempre in circolo sospetti e insinuazoni, se non vere e proprie calunnie.
    Con l’aiuto dei media di Berlusconi e dei tipi alla Costa.

  32. MJ, be’, qui mi pare sia da replicare ad una obiezione molto frequente ma secondo me debole. Mi pare ovvio che un giornalista che scrive su una testata non possa mettersi a spalare melma, o anche solo offendere, chi tira fuori i soldi per stampare il giornale, chi lo paga. Dimmi solo uno che lo fa. D’Avanzo su De Benedetti, quando mai l’hai sentito parlare male? E Travaglio ha aspettato di andare via dall’Unità per dare il suo sostegno a Grillo per la candidatura sul PD. E’ come se tu in un dibattito pubblico ti mettessi a dare del ladro al tuo capoufficio. L’importante non e’ quindi che Facci non si scagli contro berlusconi perchè prima era pagato da suo fratello e adesso da suo figlio in mediaset. Di piu’ se si scagliasse contro di lui avrebbe contro i suoi stessi lettori, che sono di centro destra. L’importante invece a mio parere e’ che si possa leggere una campana e anche l’altra e poi farsi un’idea. E questo mi pare che indiscutibilmente in Italia si possa fare. Almeno se si ha il potere di apparire su qualche giornale, perche’ per fare un esempio il povero Paolo Guzzanti ora che non può più scrivere da nessuna parte ha a disposizione solo il suo blog e una piccola casa editrice che stampa i suoi libri.

  33. Non avavo letto la tua ultima. Sinceramente quelle dell’articolo non mi paiono vicende vecchie note e già smontate. DiPietro le ha smontate solo dopo che erano state poste, per la prima volta all’inizio di quest’anno. O sbaglio?

  34. Lui, sarei anche d’accordo con te.

    Ovvero, siamo realisti, rendiamoci conto che non esistono editori puri, e che quindi non ci si può aspettare grandi atti di coraggio
    Il problema è che nell’informazione berlusconiana spesso non c’è stata solo conveniente, passiva acquiescienza, ma anche , e soprattutto, complice attività killeristica. Al casuale servizio di Sua Maestà Silvio.

    Per dire, io dico che Feltri ha fatto bene a fare l’outing su Boffo, tutto sommato. Per via di quella coerenza di cui dicevamo su. Ma resta il fatto che lo ha fatto come vendetta , e per conto terzi, e con un’informativa farlocca. Ma ovviamente quell’informativa era essenziale alla storia, perchè figuramoci quanto scandalo ci sarebbe stato se si fosse riportato solo ciò che si sa di APPURATO e scritto nero su bianco.Ovvero, la storia dello stalking. Immagina la scena, Feltri che scrive:” Ah, il grande moralizzatore , eccolo qui, il grande moralizzatore che fa lo stalking ad una donna”. Ci sarebbero stati grandi sbadigli, e via. Ma ecco spuntare la VERA accusa che può deflagrare e che fa male, l’accusa di omosessualità. Ad un direttore di quotidiano cattolico. Ma facendo finta che NON sia l’omossesualità la vera accusa, ma le molestie.
    Ovviamente, Feltri non si rende conto che se rinfaccia a Boffo l’incoerenza allora ammette implicitamente che la coerenza sia una virtù importante per un personaggio pubblico. Quello, oppure altrettanto implicitamente Feltri ammette che per un giornalista è lecito fare il killer di vendetta, e per il PresDelConsiglio.

    Per quanto riguarda le storie smontate, non mi riferisco solo a questa vicenda, ma anche ad altre storie.

  35. Caro MJ
    condivido molte delle tue osservazioni. Anche secondo me Feltri ha agito molto scorrettamente nel caso Boffo, anche se, dopo un secondo ripensamento, meno di quanto mi sembrasse a prima vista. Io aspetto di vedere quel che ha da dire Facci nel suo libro e dopo magari ci troveremo qui a parlare se si tratti di killeraggio.
    Grazie della chiacchierata e buona serata!

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