E’ agosto, tra poche ore prendo un treno. Chissà se salta per aria. Succedono, queste sfighe: in fondo non è colpa di nessuno, e non bisogna prendersela o strumentalizzare la cosa perché poi il Paese troverà la forza per reagire e tutto il resto, quindi non facciamone ‘sta gran cosa. E visto che il buon Giusva è di nuovo in giro e la vita gli concede margine per almeno altri due massacri, io non intendo far storie, e scrivo questa TheClassifica pronto a raggiungere Michael Jackson dove si trova ora – e non parlo del n.1 e n.2 e n.3 della top ten. Nella quale occupa altri tre posti, lasciando gli altri quattro ai nostri re degli autogrill: Tiziano Ferro (n.4) (NOTIZIA è l’anagramma del suo nome), Ramazzotti (n.5) (…ORSE è l’anagramma del suo), miticoLiga (n.7) (IN CULO A… è il suo) e Laura Pausini (n.10) (URLAA. E chi negherà che…).
Avendo la Pausona preso il posto ai Green Day (n.11), siamo al King of pop contro i Reucci d’Italia. Niente di insolito. Ragion per cui, in questa ultima TheClassifica prima di passare a miglior vita (una vita da Capezzone) (perché secondo voi, esiste una vita migliore della sua? Non che abbia la minima idea di cosa gli sta capitando, però non gli dice male rispetto al batterio medio, no?) mi occuperò di insolitudine. Ovvero, gente la cui presenza in top 100 sembra solita, ma è insolita.
Mi spiego: ho scoperto che i Kasabian non sono entrati in top 100. A nulla sono valsi i passaggi su Mtv e Virgin, nè ovviamente la mia saccente recensione sul mensile fighetto (non che lo abbia incensato. Tre stelle e pedalare). Comunque non dico che mi aspettassi una top 30, però per quei gruppi che spopolano all’ombra della Union Jack io avevo sempre dato per scontato almeno un onesto 40mo posto, che è quanto hanno ottenuto Glasvegas o White Lies. Insomma, per quei nomi che si rivolgono ai 25-35enni io mi aspetto sempre un 90% di emule e un 10% di cd, certo insufficiente a insidiare il dominio delle nostre vacche sacre, ma bastevole a testimoniare che anche noi ogni tanto ascoltiamo quanto impazza tra gli anglosassoni. Invece no.
E sapete, non entrare nella top 100 FIMI secondo me significa non vendere nemmeno 1000 copie. Non mi sento nemmeno di dubitare, in questo particolare caso, del sistema FIMI – cosa che farei se stessimo parlando dei Rancid, che analogamente non ho visto in classifica; ma i Kasabian non sono gruppo da negozio scrauso e antagonista non rilevato: i Kasabian sono gruppo da MediaWorld e Feltrinelli.
Sicché, possiamo dire che certe performance che questa rubrica ha ignorato con gran spocchia in questi ultimi sei mesi, non sono affatto scontate. Nemmeno il 97mo posto dei Bloc Party, toh. O il 54mo della Derek Trucks Band!!!! Il 37mo dei Nickelback, i miei boscaioli preferiti. E i Kings Of Leon, col loro milione di copie in America e terzo disco più venduto dell’anno in Albione, non possono lamentarsi di un 51mo posto da noi: è la massima attenzione che possiamo dare a un gruppo sotto i 35 anni. E possono festeggiare un buon seguito in Italia anche Metro Station (addirittura n.33), Royksopp (n.52) e The Fray (n. 59) e Yeah Yeah Yeahs (91mi) e Bat For Lashes (91ma). Poi d’accordo, i preti The Priests sono andati meglio degli Empire Of The Sun, ma per contro il metallo è vivo: Mastodon e Night Wish sono entrati attorno al n.80, e Heaven & Hell e Hammerfall sono andati anche più su – e non è mica semplice, sono cifre da Prince (entrato al n.82, poi 75mo). E persino le Pussycat Dolls, che prima che si agganciassero (sei mesi dopo) al treno di The Millionaire, pensavo fossero un’invenzione del Corriere per far vedere un po’ di chiappe bootylicious, beh, si sono issate su un perentorio n.90 e meritano rispetto.
Ma i Kasabian no. Hanno venduto meno di Irene Fornaciari. Bocciati alla faccia del n.1 britannico. E d’altra parte, perché dovremmo importare dei rocker giovani quando siamo benedetti da rockstar lucide e con molte cose da dire, a partire dal più importante, la Cara Salma che rantola “Mi piaci tuuu mi piaci tuuu mi piaci tuuu”? Forza, tutti insieme: “Oheee oheoheoheeee, Vascooooh, Vascoooh”.
Forse è colpa dell’anagramma del loro nome, Bank Asia, che racchiude i due principali nemici dell’Italica Specie, i terribili fautori della crisi: cinesi e bancari, ora che i rumeni sono passati di moda, catalizzano l’odio tricolore. Vanno quindi boicottati, mi pare ovvio, per motivi di sicurezza nazionale.
Tra l’altro, il chitarrista dei Kasabian si chiama Sergio Pizzorno.
Basterebbe intitolare il disco a suo nome e fargli fare un paio di passaggi a unomattina.
Poi almeno il 20° posto sarebbe garantito.
Ho comprato il cd dei Kings Of Leon a Edimburgo, scopro con grande dispiacere di non aver così contribuito alla loro scalata della classifica italiana.
I Kings of Leon fanno le cover di Bryan Adams.
Con un cantante che perdipiù ha lo stesso timbro di voce.
Gruppone.
Che non vi venga invece in mente di anagrammare Capezzone.
Mi riferisco alle fanciulle e ai timorati, in particolare.