C’è del Marcio in Marcegaglia?

Il nuovo decreto anti-crisi (conosciuto anche come Tremonti-Ter) licenziato dal Governo alla fine del mese di giugno 2009 contiene diversi interventi tra cui uno principale di politica fiscale: la detassazione dei redditi investiti dalle imprese in macchinari di tipo industriale. Questa legge (come già per la Tremonti uno del 1994 e la Tremonti-bis del 2002) vale come acceleratore dei profitti, affiancandosi ai normali ammortamenti dei beni in oggetto e configurandosi quindi come un beneficio immediato e diretto in carico alla proprietà (non avendo necessariamente ricadute positive sull’occupazione, o sui prezzi finali dei prodotti)

La misura si applica tuttavia ad un contesto selezionato di prodotti definiti da un codice attività (vedi estratto dalla Tremonti-ter, sotto)

“Art. 5
1. È escluso dall’imposizione sul reddito di impresa il 50 per cento del valore degli investimenti in macchinari ed apparecchiature compresi nella divisione 28 della tabella ATECO […]”

La manovra ha ricevuto il beneplacito Confindustria che ha visto soddisfatte le sue richieste di intervento anti-crisi (“servono soldi veri”, è stato detto in più riprese). In questo senso va letto il plauso della Presidente Emma Marcegaglia che ha giudicato questa legge addirittura migliore e più efficace delle due Tremonti precedenti.

Comprendiamo l’entusiasmo di Emma che deve aver fatto due conti: è evidente che molti dei prodotti che ricevono l’incentivo sono presenti nel core business dell’azienda di famiglia (direttamente o indirettamente tramite semilavorati dell’acciaio). Dai link sottostanti potete confrontare il portafoglio della ditta con la tabella dei beni oggetto del decreto legge e rilevarne l’imbarazzante sovrapposizione: dalle lamiere agli ascensori di cantiere, dalle pompe e compressori ai carrelli elevatori. Ci sono anche le catapulte per portaerei, se necessario.

Tabella ISTAT (cf. codici 28)

Marcegaglia SPA

Possiamo scommettere che il Gruppo Marcegaglia (in fortissima espansione fin dal 1999 con un fatturato di circa 4,2 miliardi di euro e utili record nel 2007-2008) riceverà una bella spinta di salvataggio dal decreto Tremonti, nel bel mezzo della crisi economica che minaccia il gruppo guidato dal decano Steno Marcegaglia, a differenza di molti altri settori economici lasciati all’asciutto.

Una squisita coincidenza per la Pasionaria Confindustriale che non voleva essere chiamata velina dal Premier.

Che voleva i soldi veri.

E li ha avuti.

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22 Commenti

  1. la Marcegaglia ha ragione a dire di non essere una velina: le veline vogliono andare in televisione, le sue colleghe non vogliono andare in tv, vogliono solo i soldi per il servizio fatto al cliente.

  2. Per me è palese che sia fortemente dannoso (quantomeno a lungo termine) ogni qualvolta i politici fanno, riguardo all’economia, decreti che privilegiano singoli aspetti a discapito di altri (mi son spiegato coi piedi, pardon, spero si capisca lo stesso). Questa è una caratteristica che contraddistingue sovente, in vero, sia Cdx che Csx, abbastanza indifferenziatamente. I criteri di scelta in tali casi, mi paion del tutto arbitrari (/opinabili). Non è in grado di sapere cosa sia globalmente meglio ne un “banchiere centrale”, ne probabilmente nessuno, figurarsi Tremonti. Purtroppo che capiscano che è del tutto deleterio continuare a pastrocchiare, non ci spero tanto. A dir il vero son indeciso se pensare che non c’arrivino (e la dissonanza cognitiva, che procurerebbe loro capire di non esser così decisivi in tal senso, forse contribuisce incosciamente) o se lo sanno e son in mala fede. Ogni volta che ci penso mi sovviene alla mente un po’ il parallelismo con “fondo investimento medio vs. indici”.
    Ad ogni modo, nel caso specifico, perchè proprio i macchinari (o il bonus a chi non licenzia) non mi era comprensibile.
    Dopo la lettura del post apprendo che la situazione potrebbe esser ancora più negativa delle considerazioni che avevo fatto all’apprendere del Decreto.
    EVVAIII !

  3. mi sembra che il padre sia stato giudicato colpevole di corruzione in ogni grado e appello.. tale padre..

  4. Lavoro in una piccolissima azienda metalmeccanica da 9 persone in totale. Gli unici 2 investimenti in macchinari che siamo riusciti a fare negli ultimi 20 anni sono stati fatti grazie alle 2 Tremonti.

    Come noi ho testimonianza di una miriade di altre piccole e piccolissime aziende.

    Che se poi salvano un gruppo enorme come il Marcegalia (leggi che tanta gente non starà a casa) che male ci sarà mai?

    il marcio c’è e ci sarà sempre soprattutto a certi livelli … ma porco giuda almeno sulle cose buone molliamo la presa …

  5. @Alessandro: ci si compiace per la vostra piccola azienda, però, se bisogna fare un’analisi globale, il discorso parrebbe un po’ diverso; certo potrei benissimo sbagliare.
    Mi verrebbe banalmente da dire che la pressione fiscale debba diminuire in modo generalizzato. In questo caso l’aiuto si tenderebbe a dire vada incontro solo a chi si trova in determinate situazioni contingenti, a discapito di tutti gli altri che avrebbero altre esigenze. Alcuni potrebbero anche sostenere che possa in certi casi “sblilanciare”/”drogare” molte aziende verso il finanziamento (/autofinanziamento) di tale genere, per godere del beneficio fiscale, quando altrimenti le priorità prese in considerazione sarebbero state maggiormente altre.
    Certo, ribadisco, queste son teorie/opinioni, peraltro nel mio caso modestissime, bisogna vedere allo stato dei fatti. Ma allo stesso modo anche prendere la testimonianza di casi specifici, ai quali il decreto è stato utile, non so quanto sia metodologicamente appropriato, per esprimere una valutazione globale.

  6. @Kluz: scusa ma ha ragione Alessandro, l’aiuto non deve avvenire in modo generalizzato, appunto perché c’è da gestire una situazione contingente, che è quella delle piccole medie imprese italiane, moltissime delle quali sono metalmeccaniche e sono in grande sofferenza perché sono sul mercato internazionale. A me che abbassassero genericamente la tassazione sull’impresa (e quindi, per dire, anche sul Enel, Telecom, ENI, cioè dei quasi monopolisti) mi farebbe girare abbastanza le palle. Dopodiché mi sembra che il messaggio originale sia un sistema (non so se in buona fede, ma comunque metodologicamente dubbio) di sparare nel mucchio.

  7. Diminuire la pressione fiscale? Ma che siamo matti..le tasse sono una cosa bellissima, altro che curva di Laffer….:)

  8. Mi domando QUALI UTILI REINVESTITI?

    Di aziende che hanno fatto utili nel 2008 e ne faranno nel 2009 ce ne sono ben poche…

    …e quelle poche che ne hanno fatti, sicuramente non sono tra quelle che hanno bisogno di manovre!

    Questo provvedimento è come una elemosina ai ricchi!

  9. le tasse sarebbero meno brutte se le pagassero tutti,perchè vedere persone che hanno decine di appartamenti(per fare solo un esempio)e denunciano zero fa un pò girare i coglioni,caro il mio spiritosone.e se lo volessero fare veramente,non sarebbe nemmeno troppo complicato.ma dopo i voti dove li prendono?questo è un paese fondamentalmente disonesto.stop.

  10. @FrancescoP: figurati, altro che scusa, ci sta che io stia cannando.
    Certo, qui, non si può argomentare bene e sufficientemente
    Posso solo ribadire che a lungo termine credo siano un boomerang (controproducenti) gli aiuti specifici, siano essi per: Alitalia, Fiat, Agricoltori/”Latticoltori”, mutui acquisto casa, bailout vari e pure detassazione macchinari.
    Credo che la storia, anche recente, parli chiaro.
    Le varie architetture dei politici in campo economico non credo aiutino a lungo il benessere economico globale di un paese.
    Si vede a chi si da, molto meno a chi si toglie/a discapito di chi vanno. I politici pensano di poterla piegare ai loro propositi (anche virtuosi talvolta), ma l’economia è più intelligente di loro e si adegua, e alla fine da tutti i maneggiamenti spesso quelli che risultano più scottati son i poveri (caso classico, mutui di stato, bolla immobiliare, fallimenti, bailout bancari, crisi, inflazione etc.)
    Ripeto, il discorso sarebbe lunghissimo.
    Però sostanzialmente ribadisco che grossomodo l’unica cosa che dovrebbero fare in tal senso è diminuire le spese (e l’ Italia clamorosamente, e vergognosamente, è in prima fila) per poi poter contemporaneamente diminuire la pressione fiscale generale. Sono molto banale: niente ricettine/ingegnerie/architetture, togli un po’ qua, aggiungi un po’ la, etc..
    Montezemolo, e dico Montezemolo non l’uomo della strada, poco tempo fa, chiese pubblicamente di sapere dove vanno le tasse: nello specifico è un po’ un mistero.
    Mi pare che sarebbe il minimo, per un paese che ha tale primato, almeno esser su ciò più trasparente. Non so a quanto siamo arrivati, ma non credo che il 45% sia tutto per scuole, pensioni, ospedali e sicurezza.
    Non secondo me, ma secondo molti, a subire la realtà di una pressione globalmente alta, in vero sarebbero molto di più i piccoli che le grandi multinazionali. La formazione del cartello delle grandi compagnie petrolifere ad es. sarebbe stato incentivato nella pratica dalla enorme tassazione sulla benzina (o quel che è).
    Le piccole avendo (avuto) una pressione minore, potrebbero decidere secondo il loro giudizio di come disporre al meglio dei capitali in più (mi viene il dubbio invece che le ricche e grandi, macchinari nuovi o da sostituire ce li hanno quasi in ogni fase, per non parlare degli utili, ma questo è solo un pensiero estemporaneo)
    E’ chiaro che molti di noi son tendenzialmente propensi a esser “simpatetici” con le piccole aziende.
    Però, facendo preferenze, si rischia di impedire al mercato di decretare cosa funziona e cosa no, cosa ha “valore” e cosa no.
    Il mio punto di vista è che i politici (e pure gli economisti) non lo sappiano, figurarsi Tremonti.
    Sarà brutto a dirsi ma per preservare 10 posti di lavoro oggi, rischi di perderne 15 domani.
    Tenderei a vederla così ma: just my two cents.

    Nel caso del post poi:
    1) perche proprio i macchinari debbon esser la priorità a discapito di altro? E quelli che non hanno utili?
    2) Marcegaglia, appunto, ok non sarà ENI, non la definirei piccola (e sarei curioso di andare a vedere tra un po’ chi ne avrà giovato maggiormente di questo decreto)

    @Sandor: è vero ma credo sia ottenibile solo, magari aumentando le pene, ma al contempo abbassandole notevolmente. Altrimenti “sia ha” convenienza ad evadere o spostare (in un modo o nell’altro) i capitali all’estero.
    (Poi ci sarebbero altri discorsi, es. quello federalista, ma per cominciare va bene così.)

  11. Io starei con Kluz. Qui il punto è la distorsione di mercato e l’individuare una nicchia preferita.

    Cito da una nota al bilancio della Marcegaglia Spa:
    “Nei primi quattro mesi del 2008 Marcegaglia ha continuato il positivo trend del 2007. Migliore, sia in termini di volumi che di margini unitari, è stato anche lo scostamento rispetto all’ambizioso budget che si prefiggeva di confermare gli ottimi risultati del 2007” ed ancora “il cash flow aziendale è stato nel 2007 pari a 262 milioni (+68 rispetto al 2006). Come per gli anni precedenti anche nel 2007 gli investimenti sono stati integralmente finanziati con il cash flow aziendale”

    Allora, intanto è un’azienda che da anni va alla grande, nonostante l’industria dell’acciaio sia in pieno consolidamento a livello mondiale. La famiglia ha intascato gli utili negli anni scorsi. Ha messo fieno in cascina. Adesso di fronte al calo del fatturato le opzioni sono diverse: reinvestire gli utili passati, andare in Borsa o finanziarsi con i Bond. L’ultima opzione possibile dovrebbe essere avere aiuti dallo Stato, a carico dei contribuenti. Siamo di fronte ad un caso-emblema del capitalismo familiare all’italiana.

    Per quanto riguarda la tua azienda, Massimo, se in tanti anni riuscite ad investire solo con l’aiuto pubblico abbiamo un problema, direi.

  12. @Jonkind – “Per quanto riguarda la tua azienda, Massimo, se in tanti anni riuscite ad investire solo con l’aiuto pubblico abbiamo un problema, direi.”

    ottimo … davvero … molto bravo. Il problema infatti si chiama pressione fiscale.

    Fortunatamente l’azienda dove sono ha questo “problema” dal 1934 ed ha pagato un bel po’ di stipendi a molta gente in 75 anni.

    Hai presente quelle piccole imprese di cui tutti parlano ma di cui nessuno davvero si occupa? le Tremonti lo hanno fatto. Male? poco? in maniera distorta? lascio a voi saccenti l’analisi.

    Ripeto: partiamo col migliorare quel poco o pochissimo che di buono c’è … non demoliamo solo perchè potrebbero esistere soluzioni migliori (o ancora peggio per daje ar Berlusca).

  13. @massimo,

    non ci mettiamo a litigare su di noi?

    Vuoi dirmi che in 70 anni l’azienda ha investito solo con le Tremonti? Beh, abbiamo un problema, lo ripeto. Che poi tu individui piuttosto puntualmente: ci sono troppe tasse per cui si può investire non appenna si abbassano le tasse. Beh, allora vivete su un filo pericoloso e sicuramente il padrone avrà le tasche vuote alla fine di ogni anno.

    C’è massimo rispetto per il lavoro di tutti, per carità, e delle PMI non è che non se ne parla se non che è difficile fare politiche economiche efficaci in un contesto cosi frammentato.

    L’unica sarebbe abbassare o togliere l’IRAP, per esempio, così forse anche voi potreste investire in condizioni normali

  14. lazienda non e’ la mia , quello e’ Alessandro, ma comunque abbassare le tasse e’ il punto

  15. In pratica siamo ormai al “macchinario di stato”. Siamo alla collettivizzazione dei mezzi di produzione per il comparto metalmeccanico. Poveri quegli italiani che ancora pagano le tasse e continuano a pagare i gettoni con cui i padroncini di tutta Italia sfornano viti , giunti cardanici e altri gingilli per le nostre belle automobili.

  16. Mah, dovete essere tutta gente che vive di rendita, con la puzza sotto al naso: che schifo i bulloni, che schifo gli operai, che schifo le belle automobili, che schifo le ditte che non riescono neanche a investire. Se la crisi continua così vedrete tra qualche mese, va a finire che gli schifosi ve li trovate sotto casa. Saranno meno fighi dei black block ma vi posso assicurare che le loro legnate fanno male di più.

  17. en passant farei notare che i terribili Black Block non hanno mai assalito le persone e che l’ultima volta in Italia si sono visti nel 2001

    strano come siano percepiti pericolsi per le persone e pericolo attualissimo, chissà di chi è il merito…

  18. prendo nota che entro breve tempo,le persone che frequentano questo sito (e che notoriamente vivono di rendita)dovranno stare attenti quando escono di casa,perchè orde di non meglio identificati “schifosi”,ben più pericolosi dei famigerati black block (gli unni del 21mo secolo),e capitanati da un manipolo di ex-imprenditori con le pezze al culo li assaliranno al grido di “arridateci la crescita economica”.

  19. La crisi è voluta dalle grandi aziende, per potersi ristrutturare, e fare cassa, mettendo in CIG a spese dello stato.
    Se tutte le grandi aziende mettono in cassa, milioni di lavoratori CONSUMERANNO MENO, innescando quello che poi si è puntualmente verificato, mettendo così in crisi le PMI dei vari indotti.
    Un esempio ?
    Meno auto ? Meno metallo, meno plastiche, meno gomme.
    Meno progettazione (di fatti è ferma) meno produzione (di fatti è a passi di lumaca).
    Dove vogliamo andare ?
    Le banche lasciamole perdere altrimenti rischierei una querela.
    Io per un anno guadagnerò il 20% in meno di stipendio, perchè la mia azienda non avendo diritto a nessun ammortizzatore sociale ha provveduto da sè facendoci firmare un nuovo contratto della durata di un anno.
    L’alternativa quale poteva essere ?
    Io con la mia ridotta possibilità di spesa, come posso fare ripartire la macchina produttiva del sistema paese ?
    Posso anche ricorrere all’ottimismo, come qualche comico prestato alla politica ci chiede di fare, ma con quello non mangio di sicuro.
    E i miei figli neppure.

    Saluti

  20. Bravo Balthazar.Hai capito chi è che piange sul serio e quelli che invece che piangono così bene che alla fine gli scappa pure da ridere

  21. Balthazar,

    non credo nella sindrome Tafazzi delle imprese. Una recessione non conviene a nessuno.

    Piuttosto è vero che se ne approfittano per invocare aiuti di stato e salvare i loro profitti prima di tutto.

    Siamo in un momento che c’è troppa capacità produttiva non utilizzata (infatti cassa integrazione a manetta) ma lo stato finanzia l’acquisto di nuovi macchinari e detassa gli utili degli imprenditori. Ma che senso ha? Per creare nuova capacità produttiva in eccesso?

    Ho sempre sostenuto che questa crisi è dovuta al crollo di domanda internazionale (sopt americana) che bisognerebbe rimpiazzare con domanda di consumi (no investimenti) interna.

    Quindi bisognerebbe dare stimoli fiscali ai lavoratori ed ai consumatori perché consumino di più.

    ma il governo sta cosa non la fa nemmeno per sbaglio

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