– Lei per tutta questa telefonata avrebbe potuto fermare il tempo e non l’ha fatto?
– Sì che l’ho fatto.
– Intendo dire che avrebbe potuto fermarlo prima di farmi correre come un dannato per farle avere quella teiera.
– Mi creda: se fosse stato solo per avere questa imbarazzante teiera credo che avrei scelto di spostarmi su un’altra dimensione e seguire un diverso continuum spazio-temporale.
– Divertente. Ora però mi dice perché mi ha fatto credere che stessi correndo contro il tempo?
– Perché lei stava a tutti gli effetti correndo contro il tempo. E’ solo per me che il tempo si è fermato.
– Non capisco se sono io a non capire o se è lei che ci si mette di proposito.
– Gliela spiego facile facile: il tempo si ferma unicamente per chi decide di fermarlo. Tutto ciò che sta attorno (o anche lontano, nel suo caso) si ferma. Se io decidessi di farlo in questo preciso momento, lei resterebbe immobile come una statua e solo io percepirei lo scorrere del tempo. Nel momento in cui lo riavviassi, per lei non sarebbe successo niente.
– Quindi, per capirci: se lei avesse fermato il tempo prima che io le dessi le coordinate, ora non saremmo qui a parlarci al telefono perché la chiamata sarebbe caduta. Giusto?
– Semplificando molto, sì.
– Io avevo capito che giocare con il tempo era vietato, in generale.
– Fermare il normale susseguirsi degli eventi non è affatto un gioco: la Polizia Congiunta del Tempo lo consente, ma bisogna essere autorizzati.
– E lei è autorizzato, immagino.
– Ho la carta rosa.
– Può passare dei guai per averlo fatto, poco fa?
– Ho passato brillantemente l’esame di teoria e mi manca solo quello di pratica: posso fermare il tempo a due condizioni.
– Sarebbero?
– La prima è che rimetta tutto a posto com’era prima che lo fermassi.
– In che senso?
– E’ di fondamentale importanza che le persone nelle vicinanze non si accorgano di nulla: se io ad esempio fermassi il tempo in questo momento, riagganciassi la cornetta, uscissi dalla cabina e poi lo facessi ripartire, chi mi stesse guardando vedrebbe me sparire e la cornetta tornare a posto da sola.
– Come se qualcuno avesse tagliato una scena.
– Bravo. E’ una regola che fu introdotta in seguito a un increscioso evento accaduto proprio da voi, sulla Terra.
– Da noi?
– Sì, vi eravate ritrovati in tantissimi in un grande palazzo ovale per osservare alcuni vostri simili mentre si contendevano un oggetto sferico di poco valore.
– Non la seguo.
– Che fosse di poco valore lo si intuiva dal fatto che lo prendevano a calci.
– Aspetti un attimo: sta per caso parlando di una partita di pallone?
– Pallone, ecco, esatto: mi pare proprio di ricordare si chiamasse così. Sembrava anche essere un evento piuttosto importante, a giudicare quanti eravate e, soprattutto, da quanto eravate infervorati.
– Una normale partita di pallone, ho capito.
– No, ecco, la questione è che non fu affatto normale: verso la fine, un terrestre vestito di nero ha soffiato dentro un rumoroso oggetto metallico e indicato perentoriamente un punto a terra. A quel punto tutti si sono ritirati, lasciando due altri terrestri vestiti diversamente a sfidarsi a duello.
– Molto più probabile che fosse un semplice calcio di rigore.
– Potrebbe avere ragione lei, perché quello che ha dato il calcio all’oggetto sferico ha mancato l’avversario, eppure era felice come se l’avesse preso in pieno.
– Questo perché il punto è proprio mancare il portiere e riuscire a fare entrare il pallone nella rete.
– Beh, quello che lei chiama “portiere” protestò parecchio: sembrava non darsi pace. Disse che un tiro così non l’aveva mai visto in vita sua, e di essere sicuro che l’oggetto sferico fosse sparito per un istante mentre era in volo, per riapparire in una posizione diversa.
– La partita fu annullata?
– Assolutamente no. La Polizia Congiunta del Tempo indagò in assoluta segretezza, senza coinvolgere alcun terrestre, e poche settimane dopo scoprì che il portiere aveva ragione: il suo avversario aveva fermato il tempo dopo avere dato il calcio all’oggetto sferico, ne aveva modificato la traiettoria mentre si trovava ancora in aria e, prima di farlo ripartire, era tranquillamente tornato al suo posto. Non ci è mai stato chiaro il perché quella folla immensa ritenesse quel particolare evento degno di interesse, ma tutto l’Universo vide lo sconforto ritratto sulla faccia del portiere e di quelli che evidentemente erano i suoi commilitoni, perché avevano la stessa divisa, e capì che quel giorno, sulla Terra, era stata compiuta una grave ingiustizia.
– Una partita truccata sulla Terra fu la causa della legge che regolamentò la possibilità di fermare il tempo?
– Proprio così.
– E, senta, lei non ricorda proprio quali erano le squadre in campo, o la data di questa partita?
– Immagino me lo chieda perché non è stata ancora giocata e le è frullata l’idea di fare una scommessa: è esattamente uno dei motivi per cui mi è proibito rivelarle questo tipo di dettagli.
– La Prima Direttiva copre anche le frodi ai bookmaker?
– Evidentemente sì. O, per lo meno, è la cosa che dovrei dirle se solo sapessi che cos’è un bookmaker.
– E io infatti evito di spiegarglielo, altrimenti si scorda di dirmi qual è la seconda condizione necessaria perché le venga consentito di poter fermare il tempo…
– Ha ragione. E’ molto semplice: devo palesare la mia condizione di principiante indossando in qualsiasi momento una maglietta con una grossa “P”.
– Lei però ha omesso tutti questi dettagli, quando mi ha raccontato la storia del tostapane, della crema abbronzante, dei viaggi nel tempo: uno immagina che se è vietato andare avanti o tornare indietro, sia vietato anche rimanere fermi nello stesso punto.
– Vede che ancora sbaglia? Solo i viaggi nel passato solo assolutamente vietati. Fermare il tempo è possibile, come le ho dimostrato, a certe condizioni e previa autorizzazione. Viaggiare in avanti è invece consentito: solo a velocità 1x e per un arco di anni limitato.
– Significa?
– Lei, in questo preciso momento, sta viaggiando nel tempo a velocità 1x: giorno per giorno, vivendo la sua vita.
– Questo spiega, immagino, anche l’arco di tempo limitato.
– Esatto: le è permesso viaggiare in avanti per il periodo compreso tra adesso e la sua data di scadenza.
– Io ho una data di scadenza?
– Come tutti.
– Nel senso?
– Nel senso che, come tutti, anche lei, un giorno, morirà.
– Me lo ricorda casomai mi fosse passato per la testa di essere eterno?
– Non sono io a ricordarglielo: esiste un’apposita pubblicazione che è infallibile al riguardo.
– Ovvero?
– Ovviamente Il Grande Elenco Telefonico della Terra e pianeti limitrofi (Giove escluso), il quale indica, tra le altre cose, anche la sua durata prevista.
– Lei mi vuole far credere che su questo Grande Elenco Telefonico della Terra c’è scritto…
– …e pianeti limitrofi (Giove escluso).
– Giove escluso, certo, come vuole lei…
– No, è importante.
– Dicevo: vuole farmi credere che ci sia scritta la data della mia morte?
– La sua, e quella di qualsiasi altro abitante dell’universo.
– Ne ha una copia lì con sé?
– Ce ne siamo portata dietro una, ovviamente.
– Bene, allora mi dica quando è morto George Washington.
– Un secondo che lo cerco… Qua… George Washington, morto l’110101110111101101000111.
– Così sono capace anche io.
– Che c’è?
– Non mi ha dato una data: ha solo elencato una serie casuale di 1 e 0.
– Ha ragione! Voi utilizzate l’altro sistema, quello che parte a contare da quando è nato quello che non si capiva bene se alla fine era per davvero figlio di Dio oppure no. In questo caso, allora, la data della morte di George Washington è il 14 dicembre 1799.
– Giusto, ma era facile.
– Me ne dica un altro.
– Lady Di.
– Leggo: “al secolo Lady Diana Spencer, morta il 13 agosto 1997”.
– Kurt Vonnegut.
– 11 aprile 2007.
– James Stewart.
– 2 luglio 1997.
– Jim Morrison.
– E’ vivo.
– Ah-ha!
– Ah-ha che cosa?
– E’ sbagliato: Jim Morrison è morto nella vasca da bagno di un appartamento di Parigi il 3 luglio del 1971. Aveva 27 anni.
– Non credo proprio.
– Le assicuro di sì.
– Questo è quello che crede lei. Leggo: “James Douglas Morrison, detto Jim, nato a Melbourne, Florida, l’8 dicembre 1943. Richiesta di passaporto stellare il 20 ottobre 1984 a nome Mr. Mojo Risin’. Multa per mancato rinnovo marca da bollo il 20 dicembre 1997. Morirà il 15 agosto 2011 su Giove, per diventare una splendida begonia”.
– Se lo sta inventando, su! Jim Morrison un Gioviale, e poi quella leggenda metropolitana del nome anagrammato…
– Non era un Gioviale: è solo emigrato su Giove, e poi ha scelto di viverci. E’ tutto vero, glielo assicuro. O lo sarà, per lo meno.
– Quindi, mettiamo che io volessi conoscere la data della mia morte…
– Lei come si chiama?
– Un attimo. Non ho detto che voglio conoscerla: ho chiesto se, in linea di massima, è possibile…
– Lei come si chiama?
– Chance.
– E di cognome?
– Last. Chance Last.
– Un secondo… ecco… Last, Chance, nato a Cambridge, Inghilterra, il…
– Si fermi! Non voglio saperlo! Non voglio assolutamente saperlo! Non ci pro…
– Oh!
– Che cosa vuol dire ora, “Oh!”?
– Niente.
– No, lei ha detto “Oh!”, come per dire che…
– No, affatto: il mio era un normale “Oh!”.
– Beh, io le dico che invece no, e anche, se permette, che questo non è uno di quei tipici casi in cui è davvero molto importante non lasciarsi scappare espressioni tipo “Oh!”. Non si fa “Oh!”, così, a caso!
– …
– …
– …
– E’ davvero così presto?
– Mettiamola così: considerando il numero di piccoli cilindri di metallo che ho a disposizione e facendo un rapido calcolo… direi…
– Quanto?
– …prima della fine di questa telefonata.
Tutte le puntate
La pagina del Grande Elenco su Facebook
Occasione Ultima morirà??? oh no!!!!!!!!!
oh!
Manca la date della morte di Bon Jovi. Come hai potuto ometterla? Tutti vogliamo sapere quando è morto DAVVERO Bon Jovi. Ma dici, non so, sul GETDTEPL, si potrebbe sapere anche quando sono finiti determinati periodi? Che ne so, la morte della Sinistra, la morte dei paninari, la morte del libero pensiero?
gagliardi come sempre!!