La settimana cui dobbiamo l’inarrivabile teoria del pacchero

La teoria del pacchero—Mangiare, bere, e farsi pagare dal giornale. Abbiamo scodellato l’inarrivabile teoria del pacchero per spiegarvi come si diventa critici gastronomici.
—Ancora su Mangiare, bere, e farsi pagare dal giornale (in questo caso: Repubblica). Abbiamo constatato che si può fare senza nemmeno una vaga idea di come scrivere per internet. Brucia ma è così.
—Pensavamo che in caso di caduta della torre di Pisa, non sarebbe male se Giulia passasse di lì. Giulia è la ragazzina che ci molesta nello spot anti-crisi della Coca Cola.
—Crisi? Ci si comincia a chiedere quante calorie valgono i nostri soldi.
—Il sito del Corriere chiama Bambi i caprioli che divorano germogli delle viti nell’aristocratico Chiantishire mentre i cacciatori si preparano alla mattanza. Nobile causa, però chiariamoci una volta per tutte: Bambi era un cervo, non un capriolo.
—Letti i commenti, per dirimere il caso Vizzari (in quanto giudice di ristoranti) vs Don Alfonso (in quanto ristorante che rifiuta i giudizi) proponiamo una seduta di analisi collettiva.
—Altro caso: il ricco e potente Oscar Farinetti di Eataly. Imprenditore illuminato o giornalismo inginocchiato?
—Abbiamo radiografato come nasce uno “scoop” di Dagospia.
—A chi si bulla di conoscere tutti quelli che contano, abbiamo chiesto di indovinare in quale ristorante si è svolta la festa di Natale del Milan, sì, quella di Noemi e mamma Anna sedute al tavolo presidenziale. Scoprendo che
—Poche balle Pringles, non sei snack, sei patatina. Fanno 100 milioni di multa. In sterline.

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1 Commento

  1. Una cosa l’ho imparata: mai toccare (e nemmeno sfiorare) Don Alfonso. Baciamo le mani.

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