– Ho quattro minuti per salvare la Terra da non so che cosa, e lei mi si mette a fare il criptico. Conosce un modo che ci eviterebbe di sparire?
– Si ricorda quando, prima, le ho parlato del divieto di viaggiare nel tempo?
– No, la scongiuro: la storia ce la raccontiamo dopo. Io ora ho bisogno di sapere che cosa fare. E se riusciamo a capirlo subito è meglio per tutti.
– Beh, le ho accennato dell’esistenza di una Polizia del Tempo Congiunta che si occupa di rilevare tutte le violazioni…
– Proprio non ce la fa, ho capito. Quindi?
– Ebbene, non sto qui a dirle quanti esseri viventi sono stati colti in flagrante con un tostapane in mano e completamente spalmati di crema solare. Gli oggetti e le cose inanimate, invece, hanno dimostrato di cavarsela meglio.
– Mi.Dica.Cosa.Devo.Fare.
– Lei, innanzitutto, questa moneta che a me serve, ce l’ha?
– Un attimo… Ecco… ne ho quattro nella tasca dei pantaloni. Ma a lei da quanto le servono?
– Mi servono da ora, ovviamente, che domande mi fa?
– No, intendevo il valore… Non importa, lasci stare.
– Prenda le quattro che ha, le incarti bene e poi si guardi in giro e cerchi un contenitore pesante, fatto di pietra, o leghe di metallo… Un qualcosa di indistruttibile, possibilmente.
– Ho incartato le monete. Ora cerco il contenitore: può andare bene un grosso posacenere di cristallo?
– Lei fuma?
– Sì, e allora?
– Quindi fuma e non fa la raccolta differenziata.
– Provi per un secondo a focalizzare la sua attenzione sulla salvezza della sua specie e risponda: va bene il posacenere o no?
– No. Troppo fragile. L’ideale sarebbe qualcosa scavato nella pietra.
– Facciamo così: le metto dentro la cosa più robusta che ho.
– Cos’è?
– Una teiera.
– Bip Bip. TerraCom è in qualche modo lusingata dalla sua ostinazione, tuttavia si trova costretta a farle nuovamente presente che le monete che ha inserito non sono sufficienti a coprire il costo di questa TimeCallTM con opzione Genesi oltre i prossimi 3 minuti . Saluti anche da parte nostra il suo interlocutore e riagganci fintanto che è possibile farlo ancora con le buone.
– Tre minuti! Ho le monete, ho la teiera. Che ci faccio?
– Lei ha un giardino?
– E’ importante?
– Abbastanza.
– Sì, è del condominio, davanti la porta di casa.
– Il filo del telefono ci arriva?
– E’ un telefono con l’antenna: dovremmo riuscire a sentirci anche lì.
– Allora le istruzioni diventano semplici.
– Devo andare in giardino?
– No, deve correre in giardino.
– …
– Sta correndo?
– Sono per le scale.
– Bene.
– …
– Sono parecchi gradini?
– Abito al terzo piano.
– Capisco. Dovremmo riuscire a farcela, se ci sbrighiamo.
– Eccomi, sono in giardino e ho in mano la teiera con le monete.
– Ora dovrebbe procurarsi una vanga.
– Lei lo capisce, vero, che da queste parti una vanga non è uno di quegli oggetti che uno si porta dietro in caso di improvvisa necessità?
– Se preferisce può usare le mani: l’importante è che il buco sia piuttosto profondo.
– Devo scavare?
– Starei qui ore a lodarla per la sua intuitività, ma non credo basti il tempo.
– Io però non posso scavare un buco qui, così, senza un motivo che possa sembrare minimamente plausibile in una riunione di condominio.
– Può sempre spiegare ai suoi vicini di casa che non è più necessario vi ritroviate, dal momento che sarete presto estinti.
– …
– Sento dei rumori. Ha già iniziato a scavare?
– No, sto forzando la posta della cabina degli attrezzi del giardiniere.
– Io però sento un rumore metallico.
– Ho preso il lucchetto a colpi di teiera. E le farà piacere sapere che ho trovato la vanga.
– Mettiamola così: mi sforzo di condividere la sua felicità per non essere costretto a usare le mani.
– Bip Bip. TerraCom è lieta di informarla che sta perdendo la pazienza: appare chiaro che se avesse avuto a disposizione altre monete a questo punto le avrebbe inserite. Questa TimeCallTM con opzione Genesi verrà interrotta entro i prossimi 2 minuti e sarà nostra cura tentare di farlo a metà di una frase importante. Senza rancore.
– Io non so però quanto può venire profondo un buco, in due minuti.
– Ha iniziato a scavare?
– Certo che ho iniziato.
– Ha scelto un posto che non dia nell’occhio?
– Se la con sua domanda intende chiedermi se ho sottoposto il terreno ai necessari studi geologici, no, non l’ho fatto.
– C’è una cosa ancora più importante che deve fare, mentre continua a scavare.
– E cioè?
– Dirmi dove ha scavato il buco.
– Se ha da scrivere le lascio l’indirizzo: 42 Ladbroke Grove, Kensington, Londra.
– Temo, a questo punto, di essere io a non riuscire a spiegarmi.
– Qual è il problema adesso?
– Come ho avuto modo di ripeterle più volte, noi siamo arrivati qui e abbiamo trovato un allagamento in corso, un cartellone pubblicitario su cui era scritto il suo numero e una cabina telefonica. Nient’altro.
– Quindi?
– Lei mi ha dato il suo indirizzo di casa, e a questo punto dovrebbe avere ormai capito che nel momento in cui la sto chiamando casa sua non esiste più. E le dirò di più: Kensington ha fatto la stessa fine, assieme a tutto il resto di quella città che chiamavate Londra.
– Lei mi sta dicendo che non c’è un solo palazzo che sia rimasto in piedi?
– No.
– Una strada?
– Magari mi sbaglio, ma a me sembra di essere abbastanza pignolo nel descrivere le cose. E quando dico che abbiamo trovato solo un cartellone pubblicitario e una cabina del telefono, non sto dicendo “due cose” nel senso di “un po’”: dico “due cose” e intendo davvero dire “due cose”: un cartellone e una cabina. Punto.
– Su tutto il pianeta?
– Glielo sto ripetendo dall’inizio della telefonata. Pensi a una città, una qualsiasi: bene, quella città non c’è più, indipendentemente da come eravate abituati a chiamarla. Per questo ho assoluto bisogno che mi dia qualche indicazione in più.
– Ho capito. Ma a lei, esattamente, cosa serve sapere dove abitavo?
– Serve perché io possa mandare qualcuno a trovare la teiera che lei ha sotterrato.
– Si arrabbia parecchio se le dico che non ho ancora ben presente come funzioni tutta questa cosa?
– La mia specie non è in grado, come dite voi di “arrabbiarsi”. Ci limitiamo a diventare puntigliosi. Se mi conferma che sta continuando a scavare le spiego quello che non ha capito.
– Sto scavando.
– Bene. La faccenda è piuttosto semplice: lei sotterra la teiera con dentro le monete, e io mando qualcuno a prenderla. La teiera viaggia nel tempo nell’unico modo che conoscete – che poi è anche l’unico permesso -: in avanti.
– E come fa la teiera a viaggiare nel tempo?
– Rimanendo sotterrata per 44 anni, nella speranza che qualcun altro, nel frattempo, scavi in quel punto e la trovi. Funziona così: io non posso inviarle niente perché per farlo dovrei contravvenire alle leggi che vietano i viaggi nel tempo; lei, invece, può farmi avere delle cose semplicemente facendo in modo che si conservino fino al momento in cui io arriverò sul suo pianeta.
– Ah. Era così facile?
– Già.
– Bip Bip. TerraCom a questo punto prova piacere a informarla che provvederà a porre fine alla sua stupida chiamata nel corso del prossimo minuto. Siamo spiacenti che nessuno dei nostri operatori sia in questo momento libero per venire a insultarla di persona. Ci consola solo sapere che con tutta probabilità non sarà in grado di concludere il discorso avendo a disposizione un solo minuto. Che poi sono diventati 45 secondi mentre ascoltava questo messaggio registrato. Addio.
– Quanto è profondo il buco?
– Non saprei: meno di un metro. Più o meno.
– Va bene lo stesso: ci butti dentro la teiera e ricopra tutto. Veloce.
– Sto facendo.
– Bene. Ora ha meno di 45 secondi per farmi capire come ritrovare la teiera.
– Mentre la signorina parlava stavo pensando una cosa: ho qui il mio telefonino, potrei darle le coordinate GPS.
– La qual cosa sarebbe parecchio utile, se solo io sapessi che cos’è un GPS.
– In pratica è un sistema che ci permette di sapere dove ci troviamo esattamente in un preciso momento iterrogando alcuni satelliti in orbita attorno al pianeta. Ogni posto sulla Terra è riconducibile a due coordinate: longitune e latitudine.
– La fermo: non mi serve a niente conoscere i termini. Ho bisogno di sapere come fanno quei satelliti a sapere dove siete. Avete tracciato delle linee?
– Esatto, delle linee immaginarie: i paralleli sono quelle orizzontali e i meridiani quelle verticali.
– Ancora nomi: mi serve sapere quanti sono e da dove partono.
– Questo è facile: i meridiani sono 180; partono dal polo nord e finiscono al polo sud.
– Questi poli sarebbero i due grossi cubetti di ghiaccio immersi nell’acqua che si trovano da una parte e dell’altra del pianeta?
– Bravo. I paralleli, invece, sono sempre 180, ma partono da Greenwich.
– Che cos’è Greenwich?
– Una graziosa cittadina dell’Inghilterra del sud.
– Si ricorda la cosa di prima? Niente più città, cartellone, cabina, deserto, eccetera eccetera?
– Allora ho paura che questo possa rappresentare un problema.
– Lo è di certo. Mi dia intanto le coordinate: manca pochissimo!
– Un attimo.
– Per fare che cosa?
– Il GPS non vede abbastanza satelliti per stabilire una posizione.
– Credo però che i 45 secondi siano finiti.
– Aspetti! Sono apparse! Ce le ho! Latitudine 51 gradi, 30 minuti e 40.61 secondi nord. Longitudine 0 gradi, 12 minuti e 19.43 secondi ovest. Le ha segnate?
– …
– Pronto?
– …
– E’ ancora lì?
– …
– Pronto?
Tutte le puntate
La pagina del Grande Elenco su Facebook
Salvati da Julia Roberts?
salvati da Hugh Grant?
e se fossero stati a Roma, ci sarebbe stato il lampione dei lucchetti di Scamarcio?
chiamare collect proprio no, decisamente.
più verso l’A10 tra Ware e Standon che Nottin Hill ad occhio e croce….sicuro delle coordinate?
;)
qualche errore di geografia?
Spero la teiera non sia il sacro feticcio della Signorina Fiamma :-))) Se no altro che Fine del Mondo (anche perché trovo sia bellissima)!
P.S.: a Gianlù, però questi colpi di scena modello puntini di sospensione sono propri di quello st***zo bast***o malede**o di J.J. Abrams… non vorrai mica lasciarci come ha fatto lui per l’ultima puntata della quinta serie!!!!!
Lo so sono completamente OT al 100% ma non posso tenermi.
Scusami Gianluca, se vuoi puoi cancellare questo post, ma prima leggi questo pubblicato sul sito dell’ambasciata giapponese in Italia.
.it.emb-japan.go.jp/italiano/comunicati%20stampa/Dini1.htm
ovviamente basta aggiungere www davanti al link.
Alex: sì, le coordinate erano sbagliate: colpa mia che mi ero affidato a un servizio di mappe diverso da solito. Ora sono corrette. — Marileda: brava, proprio lei. — Mario: ormai non possono più chiamare collect perché si sono parlati solo a causa di un’interferenza, e non è detto che se riagganciano possano mettersi nuovamente in contatto — zarathustra: ho eliminato quel passaggio. Questo racconto cambia anche sotto i miei occhi :)
42!
Ladbroke Grove, Kensington, England, United Kingdom
Mito! e ci sono pure due tizie in minigonna…