Nella lingua cinese, per dire, esistono molti termini coniati appositamente per descrivere una fragranza mentre da noi, sempre per dire, ci si arrangia un po’ come si può così come avviene per il vino che se fino a ieri era “sincero” adesso ha retrogusti improbabili roba che se ti fermi ad ascoltare un sommelier, passi la giornata a chiederti che accidenti sia il retrogusto muschiato ai frutti di bosco del Volga.
Si fa per dire.
Anche la censura, termine che fino a ieri pensavo archiviato nella memoria storica dei tempi bui, ultimamente è argomento tornato alla ribalta e se censura vi pare un termine eccessivo, brutto, cattivo e obsoleto, ecco che abbiamo pronti molti altri modi di definire quell’atteggiamento che impedisce a qualcuno di esprimere le proprie idee.
Non che censura lo si sia confinata nei libri di storia, ma se fino a ieri la censura la si usava solo in circostanze molto particolari e quasi sempre per motivi che urtavano la suscettibilità dei più, oggi si fa della censura un uso più disinvolto e soggettivo, censurando anche ciò che disturba solo alcuni .
Per questo si è reso necessario creare nuove possibilità linguistiche ed operative della censura creando sfumature che meglio si adattano alle circostanze che volta volta richiedono il suo intervento e che nelle forme più diffuse, possono chiamarsi par conditio piuttosto netiquette.
Succede così che per esempio Vauro viene censurato da Anno Zero per le sue vignette sul terremoto e che per esempio si invochi la par conditio per non mandare in onda l’intervista di Vauro e della Borromeo all’”Era Glaciale” di Daria Bignardi.
Intervista che, come spiega la stessa Bignardi sul suo blog, non è stata mandata in onda perché mancante di un contraddittorio, condizione essenziale per parlare o anche solo accennare ad argomenti politici in regime di par conditio.
Succede poi che il mio commento al post di Daria che parla dell’argomento e nel quale mi chiedevo se possa definirsi “contraddittorio” la D’Urso che dagli studi di Mattino5 contesta il colore della cravatta di Belpietro o il taglio di capelli di Brachino (scherzosamente mi offrivo di partecipare alla trasmissione per contestare il colore dei pennarelli di Vauro) mi venga rispedito al mittente con il seguente messaggio:
“Ciao viscontessa,
grazie per aver espresso la tua opinione. Il tuo commento su Barbablog non può essere pubblicato così com’è, perché contrario alle nostre policy.
Ci dispiace per l’inconveniente, se vuoi provare a riformulare o approfondire il tuo pensiero, sei sempre il benvenuto.
Buon divertimento con Style.it!
lo Staff di Style.it”.
Boh, Arianna se ti diverti a leggere cretinerie presuntuose son poi fatti tuoi. Chiamami pure arrogante, se ti pare. In effetti non me ne può fregar di meno. Ah, C.V.D.:complimenti per la insulsa frasetta inglese che non c’entra una cippa; purtroppo non ti fa apparire più intelligente, anche se probabilmente per questa ragione non soffri anche tu del mio isolamento sociale, non stento a credere che tu sia sempre in buona compagnia.
Viscontessa, sapevo che ti sarebbe piaciuta la parola “idiomatiche”, l’ho usata apposta, e pensa che ne conosco delle altre che forse non hai mai nemmeno sentito. Comunque ti devo chiedere scusa: neppure io so perchè mi metto a commentare i tuoi scritti, rischiando di accendere flames inutili come i tuoi post. E’ l’ultima volta, non lo farò più, non ne vale proprio la pena.
Sapevo che non avresti resistito alla frasina idiota, ma nemmeno tanto, in inglese, che uomo assolutamente prevedibile che sei.
Credo che il problema delle compagnie sia alla base dell’acida arroganza.
Però sei divertente, basta spingere il bottone.
Ti rimaneva difficile chiderla con una risata e fine lì, no eh….. troppo intelligente.
;) Arj
Sapevo che non avresti resistito ad avere l’ultima parola, Arianna. Anche tu sei molto prevedibile. Chiudere le tue insulsaggini melense con frasine banali in lingua straniera è una cosa che già facevano anche i miei compagni al liceo sul loro diario, e fa tanta, tanta tenerezza; dunque il tuo problema invece è che forse devi crescere, sopratutto intellettualmente, cessare di mettere il tuo povero e bistrattato cervello all’ammasso collezionando finte amicizie su facebook come le figurine in un album, leggere i libri giusti, direi qualche saggio, e non quella robaccia puzzolente che hai letto fino ad ora, ascoltare la musica giusta, avere un hobby che ti tenga lontano da internet, smettere di frequentare gente con cui darsi sempre ragione ma parlare e confrontarti con persone il più possibile lontane dal tuo modo di pensare in modo arricchirti davvero, cominciando così a sviluppare un senso critico indipendente, libero dagli stereotipi, e forse qualche pregiudizio, che con tutta evidenza ti affliggono. Magari imparerai finalmente a giudicare la realtà per quello che è, riconoscendo così tra l’altro che Viscontessa ogni tanto indulge in fesserie autoreferenziali, capire le ironie ed evitare di usare la tua stizzina da bimba con chi capisce più di te. Male che vada potresti sempre imparare a maneggiare le citazioni in modo meno puerile, il che sarebbe già un gran bel successo. Che dici, ne sarai capace?
Ma chi ti credi di essere?
Sembri la sintesi mal riuscita di Freud e Charcot con l’aggiunta di Kohut, che già hai capito la mia vita e la mia redenzione.
Ma chi sei?
Non sai nemmeno chi sono, che leggo e con chi mi accompagno.
Non hai nemmeno capito che il problema non è Viscontessa ma la tua misoginia arrogante e presuntuosa che trasuda da ogni parola.
Mi spiace deluderti non ho nessuna figurina perchè non uso nè blog nè feisebooochee.
Certo dire che la tua presunzioni è smisurata è dire poco, tu di ironico non hai nemmeno il pisello.
La desolazione infinita che affligge l’attuale genere maschile trova sempre più i suoi perchè, rileggiti e pensa che uno mi avesse detto in voce quello che hai scritto, adesso sarebbe in ortopedia ingessato.
Ripijati
Arj.
Accipicchia, te la sei presa? Hai mai provato con i fiori di Bach? La tua foga patologicamente misandrica con annessa invidia del pene ti rende particolarmente comica. Sembri la caricatura maschile di una femminista lesbica. Quanto sbagli nel credere che per me conti qualcosa il sesso di un cretino che, invece di argomentare sul punto, mi chiama arrogante e mi offende perchè non capisce bene ciò che dico e solo perchè esprimo le mie critiche ad un post insulso nei commenti.
Io non volevo accendere un flame, né ora desidero abbassarmi al tuo patetico livello, ma mi devi scusare, pensavo che fossimo già un po’ in intimità: parli liberamente delle mie amicizie, di come sono fatto, così ho pensato che magari anch’io potevo parlare un po’ di come sei fatta tu e delle tue amicizie. Cos’è, non ti piace che lo facciano anche gli altri? Questo vuol dire che non saremo amici? Che peccato.
Curati.
Con questa la finisco perchè proprio non vali la pena, con persone come te pensare ad una forma di intimità è perversione, ti basti ampiamente da solo.
Chiedi a qualcuno che ti faccia un bel Lodo Pius, che sancisca che tu puoi offendere senza essere offeso, però pensa prima di scrivere perchè non sei solo offensivo e provocatorio ma anche sessista e volgare.
Arj
ps.
Io magari avrò, come scrivi tu, la comica invidia del pene da femminista lesbisca (meno male che sei quello buono che non offende), tu però sicuramente soffri di astinenza da figa, con conseguente sindrome da tunnel carpale.
Sei sempre più buffa. Adesso addirittura blateri di lodi, ma così rendi evidente che oltre a non capire bene quello di cui parlano gli altri, non capisci bene nemmeno quello di cui parli tu. All’inizio io non mi sono permesso di offenderti, vai a ricontrollare. Hai cominciato tu, chiamandomi arrogante, arguendo la mia presunta misoginia e criticando le mie frequentazioni che manco conosci, e tutto così, gratis. Ora ti lamenti solo perchè prendi il tuo avere, e mi dai del sessita quando ti ho già spiegato che per me la tua cretineria non è influenzata dal fatto che tu sia uomo o donna. Quanto al resto, io sono sposato da cinque anni e a giudicare dalla pervicacia isterica con cui tiri continuamente in ballo il sesso, ho chiaramente molti ma molti meno problemi di astinenza di te.
Smetti dunque di pensare continuamente a quello che io faccio col mio cazzo, che alla fine, oltre a non farci una bella figura, diventi pure un po’ patetica.
Sopratutto cercane uno bravo.
Addio.
pius, c’hai rotto li coglioni.
Sei la dimostrazione vivente dell’immenso masochismo di noi donne.
Arj.
Mattia: ehilà, benvenuto. Vuoi entrare anche tu in questo privè? Accomodati, noi ci si diverte un sacco e volano persino gli stracci. Hai detto una frase sola e già hai rotto i coglioni pure tu, un record, complimenti.
Arianna: l’unica masochista qua sembri tu.