– Lei sta scherzando, voglio sperare.
– No, davvero, lo sto scrivendo in questo momento.
– Com’è la frase esatta? Me la sa ripetere?
– Certo. Dice: “Siete una razza fastidiosamente altezzosa e sprezzante”.
– Ed era scritta su un piccolo legnetto levigato dalle punte arrotondate?…
– Sì, un semplice bastoncino di quelli dei ghiaccioli.
– …In inchiostro blu?
– Sì, come fa a saperlo?
– Lei non ha idea.
– Non mi dica che l’ha trovata per davvero.
– No. Io no.
– E allora perché mi dice “Lei non ha idea”?
– Perché per davvero lei non ha idea del casino che ha creato, lasciando quella scritta in balia del futuro.
– In balia del… No, in effetti a questo punto non ce l’ho.
– Ebbene, quel suo piccolo, insulso, inutile pezzettino di legno è stata la causa scatenante della terribile e nefasta guerra dei ventisette anni tra Gioviali e Sicumeri.
– Ah.
– Mi vuol dire che non sa che i Gioviali e i Sicumeri si sono fatti la guerra?
– No, io proprio non so chi siano i Sicumeri. E due ore fa non sapevo nemmeno chi fossero i Gioviali.
– I Sicumeri sono una razza pacifica ma insopportabile che vive esattamente a 3879,69 anni luce da voi, sul pianeta Superiore.
– Superiore a cosa?
– In generale, nel loro modo di vedere le cose. Diciamo che si differenziano dai Gioviali perché almeno sono pacifici.
– Noto con piacere che l’universo sprizza simpatia.
– Non creda che i terrestri godano di una migliore reputazione. Almeno da quando avete inventato i parcheggi a pagamento e la pacca sulla spalla.
– Cos’ha che non va la pacca sulla spalla?
– Non si colpisce una persona a tradimento, quando meno se lo aspetta.
– Ma quello non è colpire, è solo un modo affettuoso per comunicare fraternità.
– Per l’appunto: non si capisce cosa ci troviate di così fraterno in un atto violento.
– Le ripeto che non è un atto violento: è un colpetto dato con simpatia, uno schiaffetto che non fa male.
– Che non fa male lo dice lei. Su Marmelloso Dietro, per dire, la gravità è maggiore di circa 150 volte rispetto a quella della Terra. Il che, considerando che il peso è relativo e cambia a seconda della forza gravitazionale del luogo in cui viene misurato, comporta che un semplice buffetto dato da un Terrestre sia in grado di uccidere un Marmelletro all’istante.
– Due cose.
– Mi dica.
– La prima: che cos’è un Marmelletro?
– Ovviamente un abitante di Marmelloso Dietro.
– Mentre invece uno di Marmelloso Davanti si chiama…
– …Marmellante.
– Ho capito. La seconda cosa: ora, io non vorrei vantare conoscenze di fisica che francamente non ho, ma immagino che se i Marmelletri vivono su un pianeta in cui la gravità è 150 volte più forte che sulla terra, l’evoluzione debba aver consentito ai loro corpi di adeguarsi a quelle particolari condizioni di vita.
– La fa facile lei.
– Si, eh?
– Il fatto è che di punto in bianco, una trentina d’anni fa, Marmelloso Dietro ha preso a girare più velocemente. Nel tempo che prima impiegava per fare un giro su sé stesso, ora ne fa 150. E’ successo così, all’improvviso: un’accelerazione da 1 a 150 in 30 secondi. Persone che se ne stavano tranquillamente sedute sul divano di casa davanti alla televisione si sono viste il pianeta scorrergli da sotto il sedere, e si sono ritrovate su un continente dalla parte opposta del pianeta a guardare trasmissioni diverse. Alcuni, più per la fatica di dover trascinare un corpo 150 volte più pesante, sono rimasti lì, dove peraltro i programmi alla tv erano migliori. Altri hanno intrapreso il lungo viaggio del ritorno verso casa: a quel che mi dicono i primi stanno già arrivando.
– “Già” in che senso? Sono trascorsi trent’anni!
– Certo, perché me la immagino, lei, con 149 amici in groppa, farsi queste lunghe e rilassanti passeggiate…
– Va bene, ho capito. Quindi lei dice che i Marmelletri non hanno fatto in tempo a evolversi prima dell’accelerazione, e quindi sono rimasti troppo esili.
– C’è anche da dire, a onor del vero, che i Marmelletri sono sempre stati un po’ gracili, di natura: anche prima della variazione della gravità la maggiore causa di morte naturale su quel pianeta era lo starnuto.
– Lei però divaga parecchio, lo sa? Mi stava dicendo che sono stato causa di una guerra tra Gioviali e Sarchiaponi.
– Sicumeri.
– Quello che sono. Io che c’entro?
– I Gioviali, come probabilmente le ho già accennato, non sono poi queste sagome. Sono suscettibili, permalosissimi e estremamente scontrosi: basta un niente perché si offendano a morte. Quando successe quello che sto per raccontarle avevano già deciso di isolarsi più o meno completamente dal resto della galassia: si sono fatti un loro elenco telefonico; hanno ritirato tutti gli ambasciatori sui vari pianeti esteri e, forti del fatto che sono sempre stati autosufficienti, hanno bloccato importazioni ed esportazioni.
– Tutto questo perché?
– Semplicemente perché non gli piace la compagnia. Dicevo: era già qualche anno che nessuno li sentiva per vie ufficiali quando, improvvisamente, hanno acceso i trasmettitori al plasma e letto in diretta su tutte le frequenze udibili un comunicato nel quale il Magnifico Presidente del Massiccio Sistema Iuppiteriano vaneggiava a proposito di una vile e inattesa provocazione subita dal popolo Gioviale da parte dei Sicumeri.
– Quale provocazione?
– Prima devo aprire una parentesi.
– Non mi dica.
– Deve sapere che ogni popolo comunica e diffonde notizie attraverso supporti diversi, a seconda delle preferenze e delle tradizioni. A noi, per esempio, piacciono molto i tappi dei succhi di frutta. Voi Terrestri, invece, abbattete uno smodato numero di alberi e li appiattite per scriverci sopra delle cose. Ebbene, sotto questo aspetto i Sicumeri sono molto simili a voi: sa quale supporto utilizzano per diffondere le comunicazioni ufficiali? Piccoli bastoncini di legno piatti e dalle estremità arrotondate.
– Vedo che stiamo faticosamente arrivando al punto, e ho il sospetto che non mi piacerà.
– No, lo credo anche io. La vera causa scatenante non si seppe fino alla fine del conflitto, quando furono derubricati alcuni fascicoli fino ad allora secretati. In pratica una spia Gioviale in servizio nel vostro quadrante riportò al Governo Iuppiteriano di avere intercettato un messaggio belligerante di indubbia provenienza Sicumera: si trattava di un legnetto sul quale era ben leggibile, vergata in inchiostro blu, la frase che mi ha letto poco fa.
– Fermo un attimo: lei mi sta dicendo che il messaggio che le ho scritto per scherzo qualche minuto fa sul bastoncino di un ghiacciolo che avevo appena finito di succhiare è stato intercettato nel futuro dal governo di un pianeta di bisbetici folli che, per questo motivo, hanno dichiarato guerra a un pianeta che si stava facendo i fatti suoi, seminando vittime e distruzione in giro per l’universo?
– Esatto.
– Ma è una cosa terribile! E lei che fa, non mi ferma? Non mi suggerisce di fare il bastoncino in mille pezzi, di passarlo per il tritarifiuti, di ingoiarlo in modo che nessuno possa ritrovarlo?
– Non s’azzardi a farlo!
– Che cosa?
– Il futuro è già successo, per il semplice fatto che glielo sto raccontando. Cambiarlo potrebbe avere conseguenze deleterie; è tassativamente vietato dalla Polizia Congiunta del Tempo e in più non porta bene. Quindi lei ora si mette lì calmo e lascia stare quel bastoncino. Anzi, no: ne fa quel che ne avrebbe fatto se io non le avessi spifferato quel che succederà.
– Lei non può chiedermi questo. Si rende conto che ho causato una guerra?
– Invece posso, e lo faccio, perché ne so più di lei, quindi la invito a fidarsi: lei non ha idea di quante vite e quanti eventi futuri siano legati a quel pezzo di legno. Cambiargli il destino significa che io potrei svanire all’istante assieme ai tremiliardi centosessantottomilioni quattrocentoundicimila settecentoventotto miei compagni che sono qui fuori dalla cabina telefonica. Significa anche che questa telefonata potrebbe non essere mai avvenuta, e considerato che lei al momento rappresenta l’unica possibilità di sopravvivenza per la mia razza, capirà perché sono obbligato ad essere piuttosto pressante sulla questione. Mi dia retta: con molta calma e cautela prenda il bastoncino con entrambe le mani, anche aiutandosi con i pollici opponibili, se crede.
– Ce l’ho.
– Bene, ora pensi a che cosa ne avrebbe fatto se non avesse parlato con me.
– L’avrei buttato nella spazzatura, credo.
– Non è il momento per i dubbi: crede o ne è certo? E in quale cestino della spazzatura?
– In quello in cucina, dove butto tutto.
– Quindi lei non fa la raccolta differenziata?
– Ho in mano il futuro della sua specie, le sembra il momento per la ramanzina ecologista?
– Ha ragione. No, non ha ragione, ma per questa volta passi. Mi dica, è in cucina?
– Sì.
– Lo butti.
– Ne è sicuro?
– Sicurissimo.
– Una guerra, morti, feriti…
– Lo butti.
– Fatto.
– Bene: lei non ha idea di quanto sia sollevato dalla cosa. Non siamo mai stati tanto vicini all’estinzione come in questi ultimi minuti. E intendo me, lei, tutto quel che conosciamo come lo conoscerà anche lei.
– Ora però voglio che mi racconti tutto di quella guerra, di che cosa sono stato responsabile.
– Non c’è problema, gliela racconto subito: l’ho studiata a scuola e saprei ripeterle la storia a memoria. Però prima deve levarmi una curiosità.
– Se posso, come no?
– Lei mi ha mentito a proposito della frase. Oppure se ne è dimenticato un pezzo.
– Le assicuro di no: è una cosa successa pochi minuti fa.
– Se la ricorda, la frase?
– Certo: “Siete una razza fastidiosamente altezzosa e sprezzante”. Dico, le sembra abbastanza per scatenare una guerra?
– Per un Gioviale? Una frase contenente sei – e dico sei – zeta? Senza dubbio. Senza considerare poi la parte che sta omettendo, quella in cui ha insinuato che fossero una razza fredda. Non è una cosa carina da dire a gente abituata a vivere su un pianeta la cui temperatura media in superficie è di -150 gradi.
– Le ripeto e le giuro che non sto tralasciando niente, e non mi ricordo nessun accenno alla freddezza: ho scritto “altezzosi” e “sprezzanti”.
– I libri di scuola riportano la storia in modo diverso. Dicono che ai Gioviali è pervenuto un pezzo di legno…
– Un bastoncino di ghiacciolo…
– …su cui era scritto a chiare lettere: “Siete una razza fastidiosamente ALGIDA altezzosa e sprezzante”.
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Quell'”Algida” finale è stata (o è stato ? Boh !) una sorpresa esilarante
eh eh eh eh eh:D
un appunto: la gravità non aumenta con la velocità di rotazione, ma con la massa
la velocità di rotazione inoltre non può aumentare senza un robusto impulso meccanico che fatico a immaginare, tutti i corpi celesti “rallentano” e rallenteranno fino a fermarsi, almeno così dicono gli esperti e le loro osservazioni
La battuta finale è da morire!! lol
l’ALGIDA in effetti è un coup de theatre. Peccato non abbia una zeta.
Confesso: sono oramai addicted di questo elenco telefonico!
Unica domanda: hai usufruito della nuova legge sul product placement?
Chiaramente ALGIDA è della tolomone boromelli…