Chissà cosa sarebbe successo se fosse rimasta incinta. Cosa più che probabile: si sa come sono le donne – anche in coma, sono sempre in caccia di un presidente operaio o di uno dei suoi figli per incastrarlo e diventare ministre. E a quel punto, che sballo per il popolo delle pagnotte e delle bottigliette, poter puntare al Grande Slam, noeutanasia più noaborto, intonando In te di Nek. Il quale è al n.2 della hit parade di questa settimana con Un’altra direzione, dietro al Boff, e davanti a Tiziano Ferro, che tiene al n.3, intanto che J.Ax col suo disco da 9 euro scende al n.4 e la Pausini continua lentamente a scivolare (n.5).
Sapete, io Nek non me lo sono mai spiegato bene. Come personaggio, è come se volesse deliberatamente risultare incolore dopo aver scosso la penisola prima con In te e poi col megatormentone, Laura non c’è. Le sue canzoni poi, così schifo non fanno. Non dico che sono belle: non vanno da nessunissima parte ma perlomeno se mi viene addosso Nek da una radio non mi vien voglia di percuoterlo con un lavabo come con Biagio Antonacci o l’ultimo Battiato oppure comesichiama, quello del zenzo di libbertaah che sta con la Gerini.
Di Nek sono arrivato anche a pensare: questo si batte per NON farsi vedere. Magari è il portavoce di un’Italia di sentimenti basici che quando tenta di dire la sua viene irrisa, sbertucciata, ricacciata ai margini ma affatto convinta di essere in torto. E in un soprassalto di stima per Filippo Neviani in arte Nek, ho deciso: adesso vado a farci due chiacchiere, sta’ a vedere che è un uomo che mi può aprire un mondo.
Ok, diciamo che dopo 3 minuti di conversazione tale ipotesi è – come dire – abortita.
Però i miei 40 minuti gomito a gomito con il Nek non sono stati buttati. Perché comunque è interessante l’ossimoro di un intrattenitore di grande successo così incapace di rendersi interessante. E poi, certe sue affermazioni mi hanno colpito. Tipo quando mi ha detto che il consiglio che più gli è rimasto impresso gliel’ha dato Lucio Dalla: “Vuoi avere successo? Allora devi soffrire”.
E io lì a immaginarmi Lucio Dalla che soffre (finalmente una spiegazione per tutti i suoi strazianti fonemi – sgurlibù, scabadibudibedibappà).
E poi, a immaginarmi Nek che soffre. “Nek, hai sofferto?”, gli ho chiesto. “Sì, all’inizio. Quando non venivo ben capito dalla gente. Che poi non è del tutto vero, molta gente capiva. Cantava In te ai concerti, la sapeva meglio di me. Più che altro, erano i giornalisti a essere proprio inferociti. Domande cattive, articoli spiacevoli. E ora io posso dire che qualcuno dietro di me sapeva che quella canzone avrebbe fatto parlare, c’era un calcolo dietro, e io avevo 21 anni e nessuno strumento dialettico per difenderla. Ma la storia di In te era veramente successa a un mio amico e mi emozionava, perché non potevo cantarla?”. Più o meno è quello che ha detto Povia a proposito della già celebre Luca era gay. Storia vera successa a un mio amico, perché non posso cantarla, eccetera. Tutte queste cose che succedono agli altri: la fidanzata che vuole abortire, la confusa identità sessuale, la figlia in coma neurovegetativo da 17 anni. E noi popolo generoso, sempre pronti a calarci nelle vite altrui, ne parliamo e ne cantiamo con la nostra spiccata sensibilità. E c’è già chi ha bruciato sul tempo tutti quelli che da destra e da sinistra ci regaleranno ispirate canzoni sulla vicenda che sapete (non so voi, ma io scommetto 6 euro su Adriano Celentano), c’è già una Canzone per Eluana, che potete ascoltare su Radio Formigoni, a questo link:
http://www.radioformigoni.it/ascolta.asp?path=1059_Canzone_Eluana_musica_28_11.mp3&nID=317
L’autore, Gianluca Zappa, gliel’ha dedicata “nel tentativo (maldestro, e me ne scuso) di guardarla secondo la prospettiva di Dio. Perché Lui la ama pazzamente, oltre ogni capacità della nostra comprensione umana”.
E’ interessante che si scusi per il tentativo di guardare gli altri dalla prospettiva di Dio. E che poi lo faccia lo stesso. Sì, lo trovo tanto interessante. E vi riporto una parte del testo, la conclusione – mi auguro che nessuno nel leggerlo faccia commenti spiacevoli o feroci (e ve lo dice uno che persino troppo spesso scrive col kalashnikov):
“Tu sei per me il più grande miracolo. Io ci sarò quando non potrai più bere. Per la tua sete acqua viva ti darò. Io ci sarò quando non potrai mangiare. Io sarò il pane, alimento ti sarò. Io ci sarò, tu lo senti, io ci sono, scendo con il tuo perdono per chi è morto e non lo sa. Io sono qua, dammi adesso la tua mano. Per chi soffre è pronto il premio della mia eternità”.
…Vedete, in fondo è quello che dice Lucio Dalla: se soffri, avrai successo.
PS
Comunque, dopo la sua morte, Mike Francis è entrato in classifica al n.75.
Mino Reitano, niente.
PPS
Se ne può trarre una sola conclusione.
Mino VIVE !!!
Mad,
si sa come sono le donne (cioè anch’io), sempre a caccia di un figo che scrive come te. Ma tu esageri e io non so più che complimenti farti.
Persino il “soprassalto di stima” per l’ “intrattenitore di successo così incapace di rendersi interessante”. E’ troppo. Specialmente dopo aver confessato l’istinto a percuotere con un lavabo Biagio Antonacci (di ghisa, il lavabo).
Dimenticavo: ti avanzasse un lavabo, c’è un sacco di gente che avrei voglia di percuotere dopo quello che è successo nelle ultime settimane.
Stay cool.
“esprimo il mio consenso” a questo post. :-)
radioformigoni.it ??? ;D
Pensavo che al mondo nessuno detestasse la voce e le canzoni di Biagio (peggio di lui solo Fossati) più di me, ma vedo che sono in buona compagnia e condivido pure il giudizio su Nek, non irrita come il 90% dei cantati italiani e fa il suo mestiere senza tante pretese. In ogni caso resto dell’idea che il più sottovaluta resti Cremoni che invece ha davvero del talento….
Ma quel signore lì su radioformigoni non sarà Formigoni medesimo? Ha la stessissima “errrre” con cui dice “Compagnia delle opeRRRRe”. E ogni tanto, “Oil foRRRR food”.
fantastica la battuta finale su Mino Reitano vivo.
Saluti,
Nello
mi piace l’umilta’ di questi cattolici che scrivono le cose dal punto di vista di Dio.
Comunque, suddividerei i cantanti italiani in “innocui” e “fastidiosissimi”: nella seconda categoria vincono decisamente i Negramaro (i falsetti, dei Negramaro, per essere precisi)
6 euro su celentano, bella giocata.
amedeo minghi te lo quoto 18 a 1
e se hai le palle gioca 1000 euro su mino reitano, te lo pago 100!
La quota per Minghi secondo me è più bassa, diciamo 10 a 1. E occhio alla sorpresa Gigi D’Alessio (the worst ever?)
le dichiarazione rese dal premier sull’ingravidabilità della povera Mrs E. combinate dal convincimento dello stesso relativamente alle proprie capacità di mettere in cinta con la sola imposizione dello sguardo forse ci forniscono i motivi della sua indisponibilità ad accogliere l’accorato invito a rendersi conto di persona dell’assurdità di certe sue affermazioni.Nel frattempo,attendiamo senza particolari frenesie,il diario degli ultimi sereni anni di Eluana a cura delle edizione paoline scritto di proprio pugno,con prefazione di Papa Giovanni.Detto questo vorrei fare una domanda del cazzo,ma nei termini giusti,al buon Elfi sul perchè detesti Fossati
youtube.com/watch?v=SGTDRztaCCw
Filippo Neviani in arte NEK.
Ma che cazzo vorrà dire Nek? Collo?
Non gliel’hai chiesto per ravvivare l’intervista?
L’unica cosa che ha Nek è la voce.
La grinta è totalmente assente.
Ad X Factor DoberM(org)an lo sbranerebbe
“incinta”, non “in cinta”.
Povero Nek… Io, fossi in lui e leggessi di questa mia congenita mediocrità, tenterei il suicidio
Radioformigoni!!! E quello che canta dal punto di vista di Dio !!! E Povia!!!!!!!! AIUTOOOO!!!!!!
Nessun cantante morto questa settimana. Non pare vero.
Sì, nessun cantante morto questa settimana, non pare vero neanche a me. Io però, dal 5 febbraio, sto ancora aspettando una parola su Lux Interior. Che mi dici Mad?
Dici bene, Fran. Io in teoria sarei tenuto a parlarne solo in caso di entrata in classifica, però la verità è che non ero un fan – ma a parte il gusto personale, era uno che aveva il suo perché, e tuttavia la sua dipartita non se l’è filata nessuno. Fondamentalmente, se l’Ansa non ha niente da scrivere, comunica la morte di un musicista, foss’anche l’ocarinista preferito da Dean Martin; viceversa se c’è altro con cui riempire pagine e homepage, chi se ne cale.
touchè.