– Posso farle una domanda?
– Mi dica.
– Poniamo che sia vero quello che mi sta dicendo, e cioè che questa chiamata arrivi dal futuro…
– Dal 2053.
– Sì, dal 2053… ecco, mi chiedevo: se davvero i viaggi avanti e indietro nel tempo fossero possibili… perché non vi si vede in giro? Perché non date interviste? Oppure: perché non tornate tutti indietro e giocate al SuperEnalotto? Voglio dire: per quale motivo ve ne state lì a farvi i fatti vostri quando potreste trovare cinque minuti per avvisarci, che so, di non entrare in guerra con qualcuno; o che sta arrivando uno tsunami; oppure che è inutile vedere otto stagioni di un telefilm che verrà cancellato prima della fine dalla rete che lo trasmette?
– Sa che è una bella domanda?
– Grazie.
– Vorrei premettere, intanto, che non so cosa sia il SuperEnalotto.
– Va bene, non è importante.
– Per il resto: non è che i viaggi nel tempo non siano possibili. E’ che sono vietati.
– Vietati da chi?
– Allora, è andata così: per qualche anno dopo la scoperta da parte di Heffenback III, quando si è sparsa la notizia che bastavano un tostapane e della crema solare, non si è fatto altro. Si è consumato più pan carré in quel periodo che in tutto il resto della storia della galassia.
– Pan carré.
– Sì. Non integrale.
– Ah.
– E importante.
– Ho capito.
– Insomma, vedevi gente sparire dalla circolazione e poi tornare indietro con auto d’epoca, monete antiche, foto con dedica di dittatori. E questo non era niente: siccome ogni azione compiuta nel passato implicava inevitabili conseguenze nel futuro, capitava che il Ministero dell’Istruzione dovesse aggiornare i libri di scuola un giorno sì e un giorno no, a seconda di chi era andato a spostare la traiettoria del tale proiettile o avvisare un capo di stato che si sarebbe strozzato con un salatino. Senza considerare il fatto che alcune multinazionali ne approfittarono per speculare sul mercato dei tostapane, e per un certo periodo, fino a che il governo non decise di nazionalizzare la produzione, fu quasi impossibile trovarne uno. Ancora oggi il nostro indice di inflazione viene calcolato sul metro della media ponderata del costo di diverse marche di tostapane.
– Capisco.
– Non è finita. Per tutti questi motivi a un certo punto si prese la decisione di regolare gli spostamenti nel tempo: era sufficiente acquistare un biglietto, recarsi presso l’ambasciata o il consolato dell’anno che si desiderava visitare, rispondere a qualche domanda, riempire un questionario in cui si dichiaravano solennemente cose tipo “non intendo depositare nel tempo rifiuti di qualsiasi tipo, anche se biodegradabili”, o “prendo atto dell’assoluto divieto di spoiler”, e richiedere un semplice visto – se si andava nel passato – oppure un vedrò, per il futuro.
– Quindi, arrivando al dunque, teoricamente voi potreste farlo, un giretto fino qua.
– No. Se ha un attimo di pazienza finisco.
– Prego, prego.
– Non possiamo viaggiare nel tempo fino a raggiungerla perché, dopo un primo periodo di sperimentazione del nuovo sistema, si riscontrò che la burocratizzazione selvaggia non si era rivelata un deterrente efficace contro le idiozie compiute in giro nel tempo. Alcuni tornavano indietro a ridare l’esame di maturità; altri, ad esempio, arrivarono a chiamare dal futuro il proprio sé stesso, solo per farsi fare un bel massaggio o grattare la schiena.
– Uhm…
– Lei ha forse già immaginato come si arrivò al divieto totale. I più timidi e i single incalliti ci misero poco a realizzare che da un massaggio fatto da un altro sé stesso alla sperimentazione di altri tipi di prestazioni il passo era davvero breve. Il numero di persone che in quel periodo si innamorarono del proprio sé stesso in giro per lo spazio-tempo fu inaspettato; d’altro canto non era raro che nel corso di questi spostamenti due persone a caso di due epoche diverse potessero incontrarsi, piacersi, mettere in piedi famiglie tra mamme all’anagrafe giovanissime e padri che, stando ai documenti, ancora non erano nemmeno nati. Nacque perfino un movimento a tutela delle coppie di fatto intertemporali, ma il Governo fece muro, specialmente nel non voler riconoscere in alcun modo l’esistenza di quelle che chiamerei “le coppie non assortite”, composte da due versioni dello stesso individuo provenienti ciascuna da un tempo differente.
– Inizia a diventare complicato.
– E diventa peggio se le dico che i componenti delle “coppie non assortite” avevano a disposizione ciascuno un clone perfetto dell’altro. Non avevi studiato la lezione? A scuola ci mandavi il te stesso dell’anno successivo, che aveva avuto più tempo per studiare. E non sto nemmeno a raccontare di quante mogli hanno scoperto solo dopo molto tempo che le versioni future dei rispettivi coniugi coprivano l’assenza dei mariti del presente, impegnati con amanti o partite di calcetto.
– Un bel casino.
– Già. Per questo, alla fine, il Governatore Supremo ha preso la decisione di deportare tutti i clandestini all’anno di provenienza e di vietare, senza alcuna eccezione, i viaggi nel tempo. Per garantire la continuità dei rapporti che ormai si erano inevitabilmente creati, il Congresso diede in appalto alla società che pubblicava il Grande Elenco Telefonico della Terra e Pianeti limitrofi (Giove escluso) la gestione in regime di monopolio delle TimeCallTM come questa, che mi permette di parlare con lei. Il problema è che costano un botto.
– Quanto?
– – Non saprei. Sul mio pianeta, se non contiamo lo scatto alla risposta, mi ci sarebbero voluti sei tostapane.
(continua… /3)
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Wow! Interessante.. a quando il sequel? :)
Geniale! :-D
ancora ancora ancora ancora!!!
Se mi mandi il pianetophono in alta, ti faccio una locandina squatter.
eh eh eh :-)))
interessante…. ma perchè giove escluso??? :-)
Quando arriva il gotto esplosivo pangalattico?
fantastico…complimentoni…non vedo l’ora di leggere la prox puntata
Complimenti… davvero bello, in puro stile Guida Galattica per Gli Autostoppisti! Attendo trepidante altre puntate!