Giù dalla Scala

E fatela saltare, questa benedetta Prima della Scala: chissenefrega.

Sul serio, non è una provocazione da eccentrici, siamo in tanti a pensarla così, musicofili e meno: chissenefrega.

Salta la Prima? Meglio, ci sarà subito la Seconda, e la Terza, e saranno gli spettacoli veri, strappati al ciarpame mondano, rubati a quell’orrido «teatro nel teatro» dove s’avanza ogni volta la più perfetta cafoneria e ignoranza musicale, e starlette vestite come gianduiotti, e mondani professionali che mostrano le otturazioni ai flash, e gossipare che pensano che Don Carlo sia un capocosca di Gomorra.  

Non se ne può davvero più di voi «professori» diplomati che vi ergete a interpreti dello spirito per undici mesi e poi a inizio dicembre diventate dei camalli da porto, e neppure della Cgil, ma della Fials, sindacato di orchestrali e soprattutto di tromboni a cui non è chiaro che nel Paese tira un’aria che non è di Bach.

Mai stati dei cuor di leone, certi orchestrali e sindacalisti della Scala: spalmati come sogliole e poi d’un tratto rivoluzionari, a tirar sassate, ma sempre ben coperti. Ora invece novità, vi state scannando come negli anni Settanta, quando non c’era un direttore d’orchestra che volesse dirigere in Italia, quando le orchestre si andarono via via mediocrizzando grazie all’ipersindacalismo del posto fisso, alla mentalità da orchestra Rai, alle indennità pazzesche, ai benefit a pioggia, agli organici gonfiati che fanno costare il doppio compagini che rendono la metà: ma è un altro discorso. All’estero un orchestrale mediocre viene rimpiazzato schioccando le dita, e spesso sono direttamente i musicisti a chiedere congedi che lascino spazio ai talenti: in Italia figurarsi, ci sono sezioni dell’orchestra della Scala che hanno fatto pena per anni: ma anche questo è un altro discorso.

E allora torniamo al tremillesimo ricatto di un dieci per cento di orchestrali (non di più)  ovviamente a ridosso della Prima, come se i calciatori scioperassero a ridosso dei Mondiali, come se non ci fosse già stata una vertenza integrativa che Cgil e Cisl e Uil hanno firmato: macchè, gli autonomi della Fials hanno detto che «è dannoso per le masse artistiche», non hanno capito. Non hanno capito, cioè, che hanno veramente rotto. Minaccino quel che vogliono, facciano saltare la Prima: il Paese resisterà stoicamente, Letizia Moratti l’ha anche detto: mica è un servizio essenziale, gli orchestrali non si possono neppure precettare. Scioperate, forza: la Fondazione perderà un paio di milioni di euro e saranno problemi anche vostri, perchè senza pareggio di bilancio il vostri stipendi rimarranno inchiodati, e chissà mai che la Fondazione non rinunci davvero al rinnovo della convenzione con la Filarmonica (che è la seconda orchestra della Scala, ma con gli stessi musicisti, così da raddoppiarvi lo stipendio) o chissà mai che non riesca semplicemente a sostituirvi, uno per uno.

Dài, scioperate, che non ce ne frega niente, e altro non fareste che danneggiare voi stessi. Oltrechè, forse, Valeria Marini.

(Il Giornale, 22 novembre 2008)

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