The Classifica 40. Del buonismo di centrodestra

Wake up, gente. Quit Obaming. You, no America.

Yes, I know: you template, pilates, prime-time, hit, competitor, wireless, format, slow food, reality, slim-fit, gossip, magazine, community, city manager.

But you NO America. You and me very orgoglioni in country where King Porco rules, cocksucker is minister, old Punchinello is president, Neanderthal Man is Ministro delle Riforme, wealthy bamboccione is chief of the opposition, and the peggio sleeve of shameless sons of puttana sits in Mediobanca. And most of all, you and me stay in country where Gigi D’Alessio is number one.

Yes, in Usa n.1 is P!nk, who is only n.20 in your country. In Italy, it’s Gigi D’Alessio at the top, because under every fierce face of camorrista there is a heart of fregnone – unlike north, where people is cold.


Giggetto D’Alessio non è simpatico – è tutt’altro che cumpagniello. Se lo fosse, non sarebbe dov’è. Pochissimi cantanti napoletani di successo sono simpatici. Mario Merola non lo è mai stato. Pino Daniele, Raiss, Edoardo Bennato, Sergio Bruni, Daniele Sepe, Zulu, Peppino Di Capri, Teresa De Sio, Meg, Eduardo De Crescenzo. Oh, trovatemene uno. Nino D’Angelo si è concesso di diventare simpatico solo in tempi recenti. L’unico che sembrava divertirsi invece che patire, era Renato Carosone (che comunque, non è ascrivibile ai cantanti ma ai giganti).

Giggetto è serio, fiero e melenso. Non lo fosse, non sarebbe al n.1 a ristabilire l’ordine dopo lo scompiglio portato dai vecchi gozzovigliatori AC/DC (attuali n.2). La melensaggine, nel pop napoletano è un canone preciso: vedi anche Berlusconi & Apicella. Oppure vedi l’ottimo saggio di Giuseppe Aiello http://sviluppozero.noblogs.org/post/2007/06/20/la-comprensibile-esistenza-di-una-musica-inaccettabile.

Il problema è che Giggetto oggi non fa “musica napoletana”. Al di là della assoluta passione dei camorristi per lui – perfettamente sottolineata in Gomorra – a differenza di Gigi Finizio (che a Napoli è venerato come Antonio de Oliveira Filho detto Careca, ma che nel resto della penisola non buca) Giggetto è da anni una star italiana. E come tale, non richiede dei distinguo come non li richiede la musica saponata del milanese Biagio Antonacci (sempre sia esecrato) o quella oleosa del romano Federico Zampaglione in arte Tiromancino (i cui quattro avvocati però saluto sempre con piacere). Gioca nello stesso campionato di Ornella Vanoni (n.3) come di Vinicio Capossela (n.4) e Andrea Bocelli (n.5, nuova entrata), e lo vince. Con un album in cui canta, originaleggiante: “Sarai il mio unico amore che non ho mai vissuto. Avevo tutto e non avevo niente. Cercavo tra la gente nel cuore e nella mente”. Oppure, giovanileggiante: “Questo superamore mi fa solo pazzo di te. Incurabile malattia che mi prende ogni volta in un bacio da quando sei mia, lo sai. Il tuo amore mi rende più forte di un supereroe”. Oppure, piezzecoreggiante: “Luca sognami, dormi cucciolo. Chi ti stringe da lontano è il tuo papà. Cuore d’angelo, pezzo d’anima. È un pupazzo a darti la felicità”. Beatnikeggiante: “Vado dove batte il mio cuore e la mia vita me la prendo così. Chiudo gli occhi e guardo lontano, lascio al destino il futuro che avrò, basta che vivo dove batte il mio cuore”. O infine, savianeggiante: “Sti viche ‘scure addo’ t’accire pe’ campà”, canzone sulla città che ttiene probblemi nella quale Giggetto rovescia immancabilmente tutto l’ovvio da fiction di RaiUno: i cafè, le cient lire, i guaglioni che sentono tutt’e juorn na canzona. Insomma, vedete anche voi che Giggetto, che politicamente va dove tira il vento come il miglior Ciriaco De Mita (perché una manina a Bassolino l’ha sempre tenuta, che gli serve) è la miglior espressione del buonismo di centrodestra e della banalità come forma di fascinazione. Giggetto è le trasmissioni del pomeriggio di Rai e Mediaset, sono i begliapplausi del pubblico appecoronato, le parole piene di preoccupazione per le famiglie da parte di deputati ladroni e puttanieri, è il grande interesse suscitato dal più insulso e cavernicolo richiamo dei Vescovi. E’ la nazionale nella quale immancabilmente “si è costituito un gruppo fantastico”, gli opinionisti che parlando di scuola si schierano “dalla parte dei ragazzi” (invece di prenderli a calci in culo perché ascoltano i Jonas Brothers, n.9), sono le centinaia di noiosi articoli su quanto è bona Anastacia (n.6, nuova entrata) anche se è stata malata anche se ha mentito sull’età anche se si è botulinizzata blablabla (e non un articolo che si soffermi su un particolare irrilevante per una cantante: quanto è insulso il suo disco). E’ l’Italia che non molla l’osso, e sarà sempre quella, altro che change e hope e il buonismo di centrosinistra. Noi non dobbiamo votare un negro per diventare buoni: siamo GIA’ pieni di sentimento. Questo sono io, si intitola il disco. Questi siamo noi, risponde il Paese commosso.

E in questo plebiscito per le nostre virtù, la musica “popolare” come la sperava la sssinistra, quella di Paolo Conte e Ivano Fossati, ma anche tutto sommato quella degli Oasis e dei Coldplay, saluta ed esce dal Parlamento della top ten, per non dar fastidio. Jovanotti rimane eroico al n.10, ma il nuovo disco dei Cure entra solo al n.8, e per un gruppo con così tanti fans è una gran campana a morto (…non che una campana a morto non si attagli alla loro estetica) (anche se il sogno di 4:13 Dream non è certo il fantastico incubo di Lullaby) (però è un disco così piacevole che mette quasi malinconia) (ehi, ma in tal caso, l’obiettivo originario è mantenuto, quindi cos’ho da rompere le palle?)

Fine della puntata. Numero uno della prossima settimana: ancora Gigi D’Alessio, davanti a Biagio Antonacci. La volta scorsa ci ho preso, grazie per averlo notato, eh?

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23 Commenti

  1. toh, è vero. Chissà perché l’ho sempre associato a Napoli…
    Grazie di avermi fatto imparare una nuova cosa :-)

  2. Prendo nota: l’ultimo dei Cure merita l’ascolto.
    E confermo: Anastacia è proprio bona.

  3. Ustia, leggere tutta la (pur godevole) pappardella su gigidalessio è valsa la pena per sapere che 4:13 si può accattare. Tenchiù!
    Però però però.
    Propongo un comitato per salvare la Tatangelo.
    Non solo fisicamente, ma anche artisticamente.
    Che prima cioè faceva abbastanza onco, oggi però è assolutamente peggio.
    “Save the Tata” from the napule paisà.

  4. Tullio De Piscopo: antipatico
    Tony Esposito: così così
    Eugenio Bennato: ossiur
    James Senese: no vabbè, non vale.
    Nino Buonocore: un pò meglio, ma non è che facesse strappare i capelli dalla gioia.
    Hai ragione.
    Non ci sono cantanti napoletani simpatici.

  5. Dani, dipende anche da che Cure ti piacciono. A me “Wish” non spiaceva affatto, anzi; secondo alcuni era troppo pop. Ecco, questo qui è decisamente pop ma mi sembra collocabile in quel distretto lì, e certo non dalle parti di Disintegration. Peraltro (e forse la cosa è confortante) non abita vicino a Wild Mood Swings, nè vicino all’ultimo The Cure. Ora che ci penso, forse mi sarei espresso meglio scrivendo “piacevole e piacione”. Dove la piacioneria si misura ovviamente sui fans dei Cure, mica dei Coldplay. Per quanto, una puntina…

  6. Uhm. Dopo questo approfondimento, il mio entusiasmo è un po’ calato. “Wish” non è tra i miei album preferiti, anche se contiene pezzi che mi piacciono molto (che però, mannaggia, sono i pezzi più depressi). Al contrario Disintegration lo adoro. Mi fa piacere comunque che non sia vicino di casa di “Wild Mood Swings”, anche se “Wrong Number” per me è un bel pezzo.
    Però quella puntina di Coldplay potrebbe crearmi imbarazzi intestinali… dimmi che scherzavi.

  7. Beh, che i Cure siano ancora all’ottavo posto a me sembra quasi un miracolo! Anche perché, com’è noto, il genere in Italia va poco, l’ha detto anche Dell’Utri l’altroieri che i giornalisti del TG3 sono troppo dark e intristiscono la gente :-)
    Comunque, proprio qualche giorno fa, rovistando in cantina, mi son capitati in mano alcuni vecchi numeri di “Ciao 2001”, diciamo seconda metà anni ’70. Le classifiche di allora (distinte in 45 giri e 33 giri) erano pazzesche: fra i primi dieci entravano cose come “Street Hassle” di Lou Reed, che oggi suonerebbero altro che “indie”, per lo meno alle orecchie dei pupi che per rock intendono i Velvet (senza Underground, ovviamente). Cos’è cambiato? La moda, le orecchie, i cervelli, la passione, i consumi estetici, il mercato, la capacità di concentrazione, la concezione del divertimento? O sono semplicemente gli artisti che non si pongono più obiettivi così ambiziosi?

  8. Orco giuda Marco.
    Per il mio primo disco di Rock (a 12 anni) ero indeciso tra Black and blue degli Stones e Presence dei Led Zeppelin che erano in classifica (proprio sul glorioso Ciao2001) più o meno insieme.
    Oggi dovresti scegliere fra i ciddì che il nostro Paolo cita suppergiù tutte le settimane.
    E ti chiedi ancora una risposta?

  9. Sono solo canzonette. Ma in Italia stiamo messi malissimo. Uno come Jovanotti, che non sa cantare, che ha dei gravi difetti di pronuncia, che fa rime del tipo “non c’è niente che ho bisogno”, può vendere album solo in un paese di merda come l’Italia. Nel quale un afono che dice cose banali come Battiato è un “maitre à penser”. Temo che da salvare rimanga solo De André, mi scusino i misconosciuti

  10. Ora basta Madeddu!! Io mi sono perso qualche puntata quindi PER PIACERE fammi il riassunto completo dei tuoi scazzi con Zampaglione, con tanti saluti ai suoi avvocati e alla topona della Gerini (si sa che un po’ di gnocca ci sta sempre bene ovunque…..).
    Grazie per il pensiero.

  11. DD, fermo restando che stiamo parlando di due dischi che ho religiosamente comprato e consumato – non mi hai citato due capolavori, eh?

    Cristiano: speriamo.

    Barbara: non sbagli.

    Gypsy: scazzi? Zampaglione mi stima moltissimo. In un certo senso voleva che finanziassi il suo prossimo film.

    Marco: pensa che in questo paese, i Van Der Graaf Generator sono stati al n.1 con un album contenente tre brani (il più corto, dieci minuti). Ma non solo: in Usa, i Jethro Tull sono stati al n.1 con un album contenente un solo brano lungo 50 minuti, ed Emerson Lake & Palmer al n.1 con un disco contenente brani scritti da Mussorgsky. Non è che abbia nostalgia del prog-rock, però certo la gente non faceva scelte ovvie.

  12. Sì certo come no!!!?? Glielo dovevi finanziare pagandogli i danni per i quali ti ha citato in tribunale!!! E che gli avrai mai fatto????Su dai PM, svela gli altarini!!!

  13. Electric, posso dirtelo solo di persona. Oppure scrivertelo in modo che lui non capisca. Mmmh, ma in tal caso forse ci vuol poco! (…e alè, che mi rimetto nei guai)

  14. C’è voluto giggidàlessio number one, ma finalmente un bel post incazzato!
    grande! ne abbiamo di bisogno…
    tulio dè piscopo è simpatico !
    con i suoi mitici stupun strattatapun tratatata pun pun
    ..scherzo…

  15. 404, la cosa che Mtv non divulga volentieri è che è stata buggerata da una decina di furbacchioni. Da corriere.it:

    Una svista? Una provocazione? Per la verità Rick è stato “vittima” inconsapevole di un’iniziativa che ha trovato grande risalto sul web. In poche ore sono arrivati centinaia di migliaia di voti online a favore dell’artista, così da fargli ottenere una nomination. Mtv non ha potuto far altro che prendere atto dell’enorme successo avuto su YouTube e su altri portali. Tutto è cominciato lo scorso anno, quando alcuni utenti su Internet hanno dato vita al cosiddetto «Rickrolling», ovvero: sostituire il videoclip di «Never Gonna Give You Up» alle clip alle quali la gente – cliccando su determinate pagine web – credeva di accedere. L’idea era semplice e il fenomeno è diventato talmente popolare che quasi 30 milioni di persone sono finite per sbaglio a guardare il filmato musicale di Astley, trasformando lui in una celebrità online. In sostanza, lo scherzo ha fatto la fortuna del cantante.

  16. Perfetto Paolo, come dove e quando?? All’alba al parco Lambro? Allo stadio al prossimo derby? (Ah no saremmo su curve opposte! :-) ), a casa di Zampaglione?
    Eccheccacchio, mica potrai farmi morire di curiosità alla mia tenera età (evvai che ci scappa la rima!).

  17. Due ore fa, a Castel Volturno, è morta Miriam Makeba.

    Trovo interessante che né corriere.it nè repubblica.it riportino la notizia. Ce l’hanno il Messaggero, la Nazione e Tg.com. Viceversa non so come funzionano i due siti di informazione più cliccati d’Italia, ma in generale, mi pare di capire che se in Italia capita qualcosina di notte, da loro non ne verremo informati fino a un orario da gente onesta.

    Viceversa, su wikipedia (it e en) c’è già tutto. Anche una h di troppo.

    “She died in Caserta (Italy) on November 9th, 2008, of a hearth attack, shortly after taking part to a concert organized to support Roberto Saviano (a writer) in his stand against the local organized crime (the “Camorra”). Criminals were reported by media having menaced the organizers of the concert”.

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