The Classifica 39. Le campanelle dell’inferno

E d’altra parte, chi se non Angus Young degli AC/DC, vestito da scolaretto a 53 anni, poteva essere al n.1 in questa settimana di turbolenze scolastiche? Che sia lui, il facinoroso che inquieta Silvio? Ma no, in fondo per chi se non per il Nosdro Badrone è stata scritta Breaking the rules: “You’re nothing but a bunch of regulation fools and you got your regulation rules. I’m going to do things my own way, every day and every way”. E altresì, a chi vi fa pensare Money talks, quando dice: “Come on, come on, love me for the money! Come on, come on, listen to the money talk”? E’ la canzone che Silvio ci canta da anni – e miei cari, voi sapete che dice la verità: io lo amo, voi lo amate, e sarebbe ora di piantarla con le manfrine e smetterla con questa relazione platonica: il nostro desiderio è al culmine, vogliamo possederlo, e se questo significa agguantarlo e picchiarglielo in quel posto, va bene: lo faremo, intonando Let me put my love into you. Sapete perché continuo a citare vecchi pezzi degli AC/DC invece che quelli nuovi? Cribbio, perché il nuovo Black Ice rispecchia fedelmente la famosa frase di Angus: “Qualcuno dice che abbiamo fatto tredici album che sembrano tutti uguali. Ma si sbagliano. Abbiamo fatto quattordici album che sembrano tutti uguali”.

Il bello dello straparlare di rock è anche questo: se gli AC/DC fanno sempre lo stesso disco, la cosa è esaltante e esilarante. A qualcun altro viceversa, salteremmo alla gola: “Ehi, gaglioffi. Cos’è, ci prendete in giro? In tutti questi anni non vi è venuto un quarto di idea nuova?” Prendiamo il n.2 in classifica, Vinicio Capossela. Ha fatto questo Da solo che è tanto dolceamaro quanto il precedente Ovunque proteggi era aspro. Questo è intimista e malinconico, quello era stridente e sulfureo. Gli “a me non piace” sono partiti subito – ma in verità io vi dico: lasciatelo lavorare, sto disco, e man mano che l’autunno si farà buio, aumenteranno le probabilità che quella diabolica Il paradiso dei calzini vi piazzi un groppo in gola.

Non cambiare? Cambiare? Riformismo, non riformismo? Una vecchia ex socialista sa fare tutte e due le cose e rimanere nelle posizioni che contano: eccola al n.3, l’Ornella Vanoni, che nel 1968 incise Ai miei amici cantautori facendosi bella coi nomi di Tenco, Endrigo, Paoli, Modugno, Bindi. Imperterrita, 40 anni dopo, incide Più di me, facendosi bella coi nomi di Baglioni, Dalla, Jovanotti, Ramazzotti, Carmen Consoli – e vampirizzando persino la Giusy Ferreri.

Parlando della Giusy, protagonista della lunga estate statica dell’hit parade italiana: avete notato? Tre nuove entrate ai primi tre posti. E’ un periodo di rapida alternanza: dal n.4 al n.6 si accomodano tre recenti numeri uno (Ivano Fossati, Paolo Conte, la Giusy medesima). Tengono al n.7 i Jonas Brothers, e rimangono aggrappati alla top 10 Coldplay, Oasis e il buon vecchio Mango. Ne escono i Metallica (un po’ presto, visto che i loro veri fans sarebbero tenuti a non scaricare il disco da internet), l’ennesima raccolta di Biagio Antonacci (ma il mogione di Rozzano ci tornerà presto, con il fottuto nuovo disco) e Marco Carta. Il resto? Oh, ma il resto è sempre AC/DC!! Pescando da 4 decenni diversi, eccoli al n.30 (!) con Back in black, al n.49 con Live ’92, al n.81 con Highway to hell. Oh, beh. If you want old, you’ve got it.

(Visited 65 times, 1 visits today)

6 Commenti

  1. premesso che io leggo madeddu come un autore di un determinato genere, la critica musicale in salsa socio-polit-ironic-blablabla e che mi piace da impazzire, stavolta però è un po’ svogliato.

  2. Tutte le volte che cerco di smettere con Capossela poi ci ricasco. Mi dico che copia Tom Waits (e tanti altri), che canta male, che non è nemmeno simpatico, che sembra persino che se la tiri. Ma c’è sempre qualcosa che mi fa abboccare all’amo, come quel pianino della Clandestinità… maledetto!!!

  3. Quando ero più giovane odiavo sentirmi dire “te l’avevo detto!”.
    E quindi eviterò di sottolineare che era scritto che dovessi fare un pezzo sui canguri.
    Perlatro astutissimi nel lasciar passare 8 anni dall’ultima fatica (?) e creare quindi la giusta suspence nel pubblico degli aficionados che adesso really pensano di avere tra le mani un disco nuovo.
    Ma poi in fondo chissenefrega? Sounds good lo stesso e io avevo qualche vecchio CD un pò rigato……
    Sui sotterranei ma proficui contatti tra AC/DC e Silvio segnalo anche la sempiterna “Dirty Deeds Done Dirt Cheap”, l’attualissima mai come ora “Hell Ain’t a Bad Place to Be”, la coerente “Down Payment Blues” e la finale definitiva (speriamo) “Kicked in the teeth”!
    Una ola per Paul Madeddu!

  4. DD: uno che si autoincensa più di me va punito: questa è una rubrica di contemplazione della hit parade italiana, e chi ci entra ai primi posti viene poscia contemplato: mica ci voleva molto a prevedere i canguri al n.1… Se vuoi ti dico chi ci sarà al n.1 la prossima settimana. Anzi, potrei chiudere le prossime rubriche con le previsioni del tempo: preparatevi a folate di Cure e rovesci di Gigetto D’Alessio, con qualche alito di P!nk.
    Piti: svogliato? A uno che è stato su fino alle 2 a scriverla? E la fa aggratis? Have Piti on the working man.

  5. Mi perdoni maestro, ma quando ho letto che per lei Black Ice è uguaglio ai dischi precedenti non ci ho visto più.
    Comunque geniale il parallelo titoli canzoni canguri / claim berlusconiani.
    E soprattutto mai biunivoco.
    Potrebbero mai i canguri fare una hit “mi consenta” o “manderemo la polizia nelle scuole”
    :-)

I commenti sono bloccati.