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Dopo una lunga assenza dalla passerelle di tutto il mondo torna in occasione della sfilata di Piazza Navona il nero assoluto. Dopo anni di nuances grigie e di rosso all’acqua di rosa, tornano insomma i […]
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Siamo d’accordissimo, occupare fa bene e dobbiamo occupare tutti. Per caso, sugli effetti collaterali abbiamo appena ricevuto una notevole testimonianza che ameremmo condividere con voi:
http://ghostwritersondemand.splinder.com/post/18857425/L%27amore+ai+tempi+della+Pantera
brutte bestie i ciellini, ti dovevano menare e lasciare nella mani dei preti, tanto peggio non saresti uscito lo stesso
segnalo ai signori vignettisti:
oggi tutti i giornali strillano di complotto contro Obama e non è vero, cantonata epocale, tutti lost in translation
poi, se non ci ha ancora pensato nessuno, ci sarebbe una curiosa somiglianza della coppia Berlusca-Brunetta con questa coppia qui
http://weblog.site5.com/images/photos/minime.jpg
non so se l’ha già sfruttata qualcuno…
Già, ritroveremo presto tutti questi rivoluzionari immaginari negli uffici, nei cda, negli studi professionali a parlare di soldi, carriera e donne.
Come sono utili le occupazioni, come sono utili. Generazioni di ex giovani perduti te lo possono confermare. Ancora più utili della gista scolastica e della rimaptriata in pizzerai. Davvero.
cheppalle ‘sto qualunquismo però Mariotto
le occupazioni non ti rendono peggiore o migliore, tanto più che in Italia si “fa carriera” attraverso la cooptazione.
quanto all’utilità, se riescono a fermare le idee balzane dell’improvvisato ministro dell’istruzione di turno è solo un bene
posto lo stesso commento postato sul blog di Gilioli:
Discorso troppo generico. E’ come quelli che dicono che fare il militare è una delle più belle esperienza della vita (giuro che ne ho sentiti tanti). Insomma, mi sembra una banalizzazione eccessiva. Occupare può essere un’esperienza bellissima (io ho un ricordo fenomenale della storica occupazione del nostro liceo, la prima dopo vent’anni), ma come lo può essere una vacanza con gli amici. L’occupazione fine a se stessa può essere molto sterile, così come lo sono le proteste fini a se stesse. Tanto per essere chiari, le occupazioni degli anni ‘60 non hanno migliorato di molto l’università italiana, che è rimasta un covo di baroni che non ha uguali nel mondo: ecco, sarebbe il caso che i professori si prendessero una buona vola le loro responsabilità sullo stato penoso delle nostre università. Così come molti studenti, che restano studenti a vita professionisti della protesta. Certo, di fronte ad un decreto legge come quello Gelmini (che pure non conosco nei dettagli) è sacrosanto protestare in ogni modo, ma lascia l’amaro in bocca vedere che in molti casi si protesta tanto per fare, o che i professori lasciano fare agli studenti il lavoro sporco in tutela dei loro interessi (che non sempre sono quelli degli studenti, è un concetto che troppo spesso viene dimenticato).
Insomma, siamo sempre alle solite: in Italia il cambiamento è avversato da tutti, e poi quando si riesce a cambiare qualcosa di solito riusciamo nell’incredibile impresa di cambiare in peggio.
C’è davvero da domandarsi come ha fatto a stare in piedi finora ’sto benedetto Paese…
By Mariotto:
“Già, ritroveremo presto tutti questi rivoluzionari immaginari negli uffici, nei cda, negli studi professionali a parlare di soldi, carriera e donne.”
Senti, Mariotto, personalmente me lo auguro.
Io non contesto la fine o il fine di giovani generazioni. Per me possono diventare pure tutti avvocati, ingegneri, dirigenti con un paio di amanti, e il looft con sala fitness e minchiess: non è questo il punto.
Per protestare non c’è bisogno che ci si professi proletari di fatto o per vocazione.
Semmai il problema è un altro.
In Italia e forse un pò ovunque, c’è attenzione e privilegio solo per le cosiddette professioni finite (medico,a vvocato, commercialista, etc.) e per oscuri (nemmeno tanto) quando si tratta di fare a pezzi qualcosa si comincia dalla scuola che di suo già ha tanto da patire e da scontare.
Ora non voglio fare pipponi o autocommiserarmi ma dico solo che questa protesta, per quanto mi riguarda, con buona pace di sbarbatelli sedicenni sobillati da genitori, televisione o proff. o di baroni, rettori, minchiori e tutti gli oni-oni, è SACROSANTA.
Non sono in discussione gli schieramenti ed è vero pure che questa è stata l’occasione per riversare le paure di tante giovani e non generazioni, ma trovo INACCETABILE che di riforma parli gente che NON CAPISCE UN CAZZO.
In questo momento storico rimpiango tutto, tutto e TUTTI, Sinanche Spadolini.
La Gelmini è una delle tante indottrinate del governo Berlusconi che non capisce una mazza, ed anche a sinistra non è che spicchino figure molto più confortanti. Trovo seriamente più confortanti e fondanti le opinioni dei ragazzetti interivstati per strada che manifestano anziché quelle di chi dovrebbe averla capito e promulgato tutto questo puttanaio.
Ho visto di tutto, ma lo squadrista zoppo mi mancava.
Per me il fine è fondamentale, come è fondamentale e discriminante lo status. La manifestazion del proletario incazzato perchè con 1000 euro al mese non vive è na cosa seria, la manifestazione del ragozzotto borghesuccio e annoiato con genitore al seguito è una buffonata. E non capisco come fai a sentirti confortata dal farfugliare di costoro che intervistati non riescono nemmeno a speigare perchè sono lì in piazza e che cosa non va della riforma Gelmini.
Però sono d’accordo con te in questo momento storico rimpiango TUTTO e TUTTI, anche l’andare in piazza con un minimo di coscienza politica (dio che cosa ho detto).
” anche l’andare in piazza con un minimo di coscienza politica ”
Oh, le belle manifestazuioni di una volta, quelle sì, che erano consapevoli e mature! Per non parlare delle mezze stagioni.
Mariotto, forse qualche ragazz (ett)o farfuglia un po’ nel parlare, perchè grazie a Dio ha vergogna o timore delle telecamere. E certe volte è proprio la tua buona fede che ti fa sembrare timido. Però, posso assicurarti che la maggior parte dei ragazzi sa di cosa è fatta la riforma Gelmini. Questo perchè in questi giorni di protesta molte classi si sono prese la briga di dedicare qualche ora di sciopero o assemblee a discutere proprio della riforma. Ti faccio l’esempio della classe di mio figlio, IV Ginnasio, praticamente quasi nemmeno dei ragazzini. Che però forse ne sanno più di te sulla riforma. E quasi sicuramente la maggior parte di loro darebbe risposte un po’ più articolate, più sensate e meno assurde della Gelmini. Hanno discusso delle classi separate, dei tagli, della pretesa ” riforma” dell’elementari, etc. SANNO che questa sottospecie di riforma tocca solo in maniera minimale le superiori, però hanno anche le idee chiare in merito. Stiamo parlando di 14-15 enni, sai? Mi riesce difficile immaginare che i ragazzi più grandi siano meno informati di quella classe. Per cui, prima di scrivere il tuo ( pre)giudizio forse dovresti parlare con qualcuno di loro.
e la manifestazione dei fascistelli che si presentano a menare mentre la polizia li lascia fare, li rimpiangeva qualcuno?
E questi altri ragazzi, quanta consapevolezza avranno?
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