Piacere, Urino Birra

Da La Repubblica del 22 ottobre 2008:

Roma – Avevano deciso di chiamare il loro bambino “Venerdì”, ma il tribunale e la Corte d’appello di Genova avevano imposto loro di mutare il nome in Gregorio (santo del giorno di nascita del piccolo) e oggi anche la Cassazione ha respinto il loro ricorso, dichiarandolo inammissibile. 
Il caso giudiziario, già all’attenzione delle cronache lo scorso anno, si chiude così definitivamente: il tribunale di Genova aveva dichiarato illegittimo il nome scelto dalla coppia per il loro pargolo, sottolineando come fosse “vietato imporre al bambino nomi ridicoli o vergognosi”, poichè è necessario evitare “situazioni discriminanti e difficoltà di inserimento della persona nel contesto sociale”.

Da Il Giornale del 25 gennaio 2006, articolo di F.F.:

Basta coi nomi ridicoli ai figli: ha ragione Maria Laura Rodotà del Corriere della Sera. Secondo lei, per dire, Christian è un nome assurdo: è una spada di Damocle che può farti crescere come un disadattato. La figlia di Maria Laura Rodotà, che si chiama Zoe, avrebbe potuto fornirci la sua opinione: ma non è questo il problema. E neppure che la figlia del cantante Bob Geldof si chiami Peaches (in italiano: Pesche) o che la figlia di Gwyneth Paltrow si chiami Apple (Mela) o che l’altra figlia di Bob Geldof si chiami Fifi Trixiebelle: sono artisti, sono creativi cui tutto è concesso, il nome eccentrico o da perfetto idiota è un marchio di fabbrica.

Il problema non sono neppure quei nobilastri romani che torturano la prole chiamandola Aimone, Sigieri, Artico, Diamante, e neppure che nelle famiglie degli editori del Corriere si annoverino Lupo e Delfina: loro possono, tanto poi si frequentano tra loro. Già che ci siamo: è chiaro che il problema non è neppure che i figli di Ignazio La Russa si chiamino Geronimo e Lorenzo-Chochis, è chiaro insomma che non stiamo parlando di italiani medi, di gente che il nome debba ripeterlo continuamente al telefono, in coda alle Poste, nei luoghi della gente normale: perché è chiaro che il problema è appunto la gente normale.

Il problema è quello di nomi italiani, veri, esistenti, verificabili, tipo questi: Felice Mastronzo, Perla Madonna, Strato Insidioso, Vera Vacca, Benedetta Topa, Tremendo Porcile. Oppure, mettendo prima il cognome: Ave Maria, Maddio Santo, Pasta Agnese, Culetto Rosa, Recupero Domenica. Non ci credete? Barzellette, pensate? Allora andate sul sito specializzato nomix.it o procuratevi il libro «Piacere, Felice Mastronzo» (Eco editore) dove è tutto documentato.

E non ridete: dovete immaginarvi un’intera e drammatica esistenza passata a dire «piacere, Urino Birra» oppure «ciao, sono Tranquilla Dalle Palle». Costoro sono tra noi: Pacifico Settembre è marito della soubrette Miriana Trevisan, Leon Cino partecipa ad «Amici» di Maria De Filippi, Felice Mastronzo ha appena cambiato il cognome in Mastranzo, perché si può, ci sarebbero delle regole: all’anagrafe è proibito dare nomi «ridicoli e vergognosi» ma la norma è spesso inapplicata, e noi siamo qui per questo, per promuovere una campagna.

Passino i nomi storici e commemorativi: risultano un Cristoforo Colombo che vive a Genova, un Giuseppe Mazzini che abita in Piazza Risorgimento e un Giuseppe Garibaldi che abita in via Unità d’Italia: questi vanno bene come i vari Guglielmo Sanzio, Scipione Africano, Lucrezia Borgia. Sono voluti, un qualche senso c’è. Già il discorso cambia per i non casuali Bianco Natale, Sabato Malinconico, Domenica D’Agosto, e cambia moltissimo (anzi c’è da invocare la galera, i lavori forzati, la tortura in carceri irachene) per quei genitori che facendo di cognome Chiappa chiamano la figlia Rosa, i signori Silvestre che scelgono Pino, i coniugi Voltaggio che battezzano Massimo.
Perché questo è dolo, cattiveria umana, e allora è giusto che le angosce dei figli ricadano sui genitori: si ribellino dunque Luce Scala, Tranquilla Piscia, Guido Collauto, Massimo Orgasmo, Gustavo La Pasta. Ci scrivano, noi li aiuteremo, le cose possono cambiare, devono sapere che altri stanno peggio e che però non potranno mai farci niente: perché peggio di un nome imbarazzante c’è un cognome imprescindibile. Fatevelo raccontare da Lourdes Porco Pesce, da Petra Sasso Pirla, da Giancarla Cazzin Mozzato, da Amorino Maniaco Topa, da Benedetta Spaccamela. Tutto vero, una tragedia autentica e voi magari lì a non crederci, a pensare che stiamo facendo i brillanti, che stiamo ridendo come voi pure potreste farlo. Smettete subito. Non ve lo chiediamo noi. Ve lo chiede Narciso Culetto Flocco. Ve lo chiede Felice Evacuo Bisognin. Ve lo chiede Vito Maiale Brontolone.

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