Si diceva in sala prof che, certo, sciopereremo, ma che senza blocco degli scrutini non ci si filerà mai nessuno, e che i colpevolissimi sindacati possono aggiungerlo al già gravoso carico che portano sulla coscienza, l’avere disattivato l’unica nostra arma dotata di efficacia. In realtà, poi, sullo strumento del blocco degli scrutini la confusione regna sovrana: è illegale o no? Io, con molti altri, pensavo di sì, ma questo link della Gilda ci smentisce. (Ecco, una cosa buona di questo governo è che mi sta finalmente facendo studiare cose a cui, prima, manco pensavo.)
Scioperare si deve e lo farò, ovviamente, ma sarebbe opportuno uscire dalla logica autolesionistica che ci contraddistingue e che ci rende la categoria più innocua d’Italia – e quindi la più sbeffeggiabile, in questo paese che ama i furbi e gli arroganti. Tre sacrosanti giorni di sciopero a Ottobre vogliono dire circa 200 euro in meno in busta paga (madonna santissima) nonché le consuete corse successive per recuperare voti, programma e quant’altro. Benissimo: ma il senso dello sciopero è creare disagi fuori, e non solo a se stessi. Io, quindi, colma di ammirazione per le maestre delle elementari (che ho visto in azione la settimana scorsa durante un’assemblea e mi sono spellata le mani ad applaudirle, ché di donne fiere ed agguerrite così non mi pare di averne mai viste, da noi alle superiori) faccio mia anche l’idea dello sciopero bianco e col cavolo, che quest’anno muovo un dito al di fuori di quello che è strettamente il mio dovere.
E poi credo che dovremmo davvero tralasciare la nostra consueta, istintiva gentilezza verso il sistema tutto e che abbiamo l’obbligo di mostrare agli italiani quanto è improvvisata, vuota e sciocca la politica Brunettiana. I due soldi che lo Stato, nella sua nuova versione buzzurra, mi toglie quando mi ammalo, li deve spendere con gli interessi obbedendo a Brunetta, guarda, e senza che io gli faccia sconti. VOGLIO il medico a domicilio pure se sto a letto per dolori mestruali, visto che non posso uscire. VOGLIO la visita fiscale dal primo giorno di malattia, e voglio che l’ASL mi spieghi perché non me la manda, se non me la manda. Scriverò lettere ai giornali per protestare per ogni mancato arrivo di chi dovrebbe controllare che io non esca, quando mi ammalo. Voglio che i servizi sociali mi facciano la spesa – visto che non posso morire d’inedia mentre sono agli arresti domiciliari 11 ore al giorno – e voglio che il 118 mi procuri le medicine che non posso andarmi a comprare per decreto, e che l’Amministrazione mi chieda per iscritto di stare a casa se sono contagiosa.
E credo che quest’opinione pubblica tanto pronta ad applaudire riforme orecchiate e fatte apposta per titillarle la pancia dovrebbe cominciare a capire un po’ più da vicino di cosa stiamo parlando. Genitori che non vedi MAI a scuola, sindacalisti dei propri figli esperti di didattica come di pallone, ragazzotti che ci riportano nelle classi il bullismo di un Brunetta senza vedere che il vero spreco di denaro pubblico, nella scuola, sta nello scaldare il banco dei deficienti che l’anno scorso ci deliziavano con le loro prodezze messe su YouTube, e che quando gli dici: “Ma lo sai che tu sei qui finanziato da denaro pubblico investito per farti studiare?” ti rispondono che loro pagano la tasse e che quindi gli spetta, il diritto di dormire sul banco Be’, io sarei stufa del maternage a oltranza della mia categoria verso una società che risponde a sputi in faccia. Forse dovremmo concentrarci un po’ di più sul nostro mestiere, sapete? Fare meno gli assistenti sociali e più i prof. Affrontare un po’ di nodi che non ci piace affrontare, perché portano ad ammettere che la scuola – che ci piaccia o no, ché la realtà se ne frega, dei nostri desideri – è di classe, oggi più di prima, e che fingere che non sia così non ha più senso. Non in quest’epoca, non con l’analfabetismo teleindotto che è penetrato soprattutto nei settori più svantaggiati di questo paese.
Quando ne parliamo, di certe realtà scolastiche e del fatto che forse bisogna proprio diminuirglielo, il numero di materie, a chi ci studia dentro? Mi sa che non riusciamo a parlarne perché sappiamo che, con buona pace della Gelmini, non sono le materie tecniche ad essere di troppo, in quelle scuole, ma l’italiano, la matematica, la storia e le lingue straniere. Perché le conclusioni a cui arriveremmo, se ne parlassimo, non ci piacciono per niente, davvero. Solo che inganniamo l’Italia, i genitori, noi stessi e pure gli studenti, andando avanti così. A fare finta di insegnare a gente che manco finge più di imparare. Oh, lo facciamo a fin di bene, ne sono certa. Ma non funziona.
Io credo che dobbiamo affrontarlo e denunciarlo noi, lo sfacelo sociale e culturale a cui assistiamo in tante delle nostre scuole (penso ai professionali ai confini della realtà di cui ho notizia, penso a certe realtà di periferia o del sud, penso al senso di impunità in cui crescono i bulletti di oggi che saranno i bulli di domani). Perché la realtà ci dice che non abbiamo la forza di risolvere una beata mazza e che, anzi, con i nostri silenzi da formichine non riusciamo che a essere complici dello sfascio e che, nel momento in cui i nodi cominciano ad arrivare al pettine, ne siamo e ne saremo capri espiatori.
Toccare la scuola vuol dire toccare i nodi, la carne viva della società. E’ normale che, piuttosto che vedere il degrado per ciò che è, si preferisca attaccare noi. Però è la normalità dei nevrotici o degli idioti, nulla di più.
Io credo che dovrei ridefinire il senso del mio lavoro. Dentro di me, dico. Lo penso, ma poi non riesco a sciogliere la contraddizione che c’è tra il mio desiderio, che ormai aumenta ogni giorno di più, di fare solo e soltanto il mio mestiere (insegnare la mia materia e poi valutare i risultati degli studenti, su programmi e sistemi di valutazione che rispettino degli standard nazionali, e stop) e i nodi dell’educazione e dell’integrazione, e di come perseguirle. Qui, adesso, in Italia, nel degrado.
Non mi vergogno ad ammettere che mi sento professionalmente smarrita, confusa, piena di dubbi. L’unica cosa che so con assoluta certezza è che, mentre cerco il bandolo della matassa di ciò che è il futuro del mio mestiere, ho un solo modo per non perdermi e per non soccombere ai colpi che arrivano da tutte le parti, a cominciare dal Governo. E consiste nell’essere più statale dello Stato. E non è una parolaccia, “statale”. E’ qualcosa di cui io sono orgogliosa. Fino a quando non inventeremo un sistema migliore per dare pari opportunità ai cittadini – e fino ad ora non lo abbiamo inventato, mi pare – continuerò a ritenere che lavorare per lo Stato sia un onore e una responsabilità, a prescindere dai singoli figuri a cui può capitare di governare.
Non so come se ne esce, da ‘sta storia. So che comunque, e per prima cosa, qua tocca vivere con la Costituzione tra i denti. Quello che caspita dobbiamo fare deve essere scritto lì, da qualche parte.
il punto è che la banda repubblicana raccolta attorno a Bush, come la si voglia chiamare, ha brandito l’iperliberismo per consegnare pezzi di bilancio pubblico a corporation amiche
questo è l’essenza del neocon-ismo, hanno esternalizzato anche l’esercito e la politica estera nei confronti di singoli paesi
gente che parla di liberarsi dallo stato per arricchirsi alle spalle della generalità, questo è l’unico filo conduttore possibile tra le politiche di Reagan e quelle di Bush2, se volete chiamarlo reaganismo è lo stesso
ricordate le reaganomics?
non c’è nessuna teoria generale per l’istruzione pubblica o per la sanità pubblica reaganiana, semplicemente perchè le rifiutano
ci sono solo ripetuti tentativi di minare l’esistente, proprio come qui da noi con i Berluschi
Siamo ancora li’, non credo esista una posizione della “scuola neocon” relativa all’istruzione perché la loro è una scuola di foreign policy. Comunque.
Salto la parte sulla Costituzione, che è un non problema (non è che l’ha dettata Dio a Einaudi sul Monte Sinai) e passo alla parte sostanziale: il genitore x (e anche chi non ha figli visto che naturalmente non esiste una tariffa) paga un ammontare di tasse y per usufruire del servizio “istruzione”. Quindi la “retta” nei fatti la paga anche alla scuola pubblica, anche se è figurativa. Per quale motivo non dovrebbe poter scegliere se pagare la retta alla scuola privata o ad una pubblica? Vabbé, tanto credo che domani uscirà un post su giornalettismo.it con pro e contro della riforma, magari se ne parlerà da quelle parti. salutations.
Aggiuntina: non sono un grosso fan di christian rocca ma li suo articolo su Bush presunto (iper)liberista mi pare una buona lettura. Non a caso i (pochi) libertarians che conosco negli States detestano Dubya peggio che il lettore medio del NYT :)
quello dei bushisti non è stato liberismo, ma mafia economica all’assalto della diligenza
ciò non toglie che la deregulation si sia rivelata per quello che era, una cazzata pericolosissima
zero tolerance con i barboni e i cittadini comuni, festa Napoli ai piani alti
questo è un dato che nessuno possa mettere in discussione
Dubia non è niente, non è mai stato niente, è solo lo strumento degli amici di suo padre impegnati ad inseguire le loro fissazioni da globalrisiko e a fare pressioni e anche peggio su quasi tutti i paesi del mondo
professionisti della strategia della tensione e del mantenimento della paura a congelare le opinioni pubbliche, sono quelli che hanno teorizzato, sostenuto e praticato le “guerre preventive” e lo “stato di guerra permnente”
non male per un paese che ha la “pursuit of happiness” nella Costituzione
comunque la distanza ideologica che c’è tra i dem e rep è difficilmente percettibile
bisogna anche considerare che è dagli anni 80 che questi ripetono incessantemente le loro pseudo “ricette” a reti unificate e senza alcuna alternativa a contendere il campo
qualche effetto l’ha provocato, soprattutto una feroce sovversione semantica
quando si cambia il senso delle parole per piegarlo alla realtà, la realtà si incarica della smentita ed è quanto accade in questi giorni in maniera eclatante
sono anni che comunque queste politiche si sono rivelate fallimentari ad ogni latitudine (se non per pochi e selezionati), la libera volpe nel libero pollaio si è già pappata le galline, ma c’è ancora gente che dice che le galline si sono divorate tra loro
Poi la finisco e lascio mazzetta a deficienti come quello del #47.
“da una parte c’è che il bilancio della pubblica istruzione non copre -certi- capitoli di spesa della scuola (sorpresa!)”
L’edificatore di calderoni, non sapendo leggere, copia alla cieca, fa le faccine e accusa terzi di complotti megagalattici tirando in ballo tutti gli spauracchi che stanno nella sua testolina da bambino (ripeto, deve per forza essere minorenne).
Si parla di Pubblica Istruzione, non di Miur, OCSE, neocon, definizioni varie di Voi, i marziani, il baubau e altri benaltrismi creativi.
LEGGE DI BILANCIO DI PREVISIONE 2008 – AREA ISTRUZIONE
Totale: 42,5 mld.
Di cui:
– 41,2 mld. per Spese di personale [Stipendi, compensi accessori e relativi oneri a carico dello Stato (IRAP e contributi previdenziali). Di cui 0,8% Amministrazione centrale e periferica]
– 493 mln. per Spese di funzionamento [Informatica di servizio, cancelleria e funzionamento generale. Spese di pulizia per circa il 40% delle scuole]
– 633 mln per Interventi [Trasferimenti ad enti pubblici e privati]
– 156 mln per Spese in conto capitale [Edilizia scolastica. Innovazione tecnologica nelle scuole. Interventi per la sicurezza nelle scuole.]
Che in Italia esista una massa ingente di fannulloni e incompetenti che si annida soprattutto nella P.A. (il grosso dei quali ha ancora nel 2008 il coraggio di nutrirsi parassitariamente di vertenze sindacali), si sa dai tempi di Adamo ed Eva. Non c’è bisogno di incrociare dati a caso, né di raccogliere testimonianze, come quelle di Arcroyal. Ognuno di noi ha sperimentato questa realtà in vari momenti della propria vita.
E non serve neppure fare voli di nicchia sui neocon americani, dei quali frega assai poco nel contesto.
Calvin, finchè c’è questa Costituzione sarebbe meglio attenersi a QUESTA Costituzione, che sia un problema o un non problema.
E dopo, semmai se ne riparla. Finora, è incostituzionale.
” Quindi la “retta” nei fatti la paga anche alla scuola pubblica, anche se è figurativa. Per quale motivo non dovrebbe poter scegliere se pagare la retta alla scuola privata o ad una pubblica?”
Perchè come sociatà ci siamo dati delle regole e delle istituzioni condivise e sono queste istituzioni che dovremmo sostenere . Se uno vuole rivolgersi altrove, che paghi di tasca sua. Quindi, ribaltando la tua domanda :perchè io devo vedere sottrarre denaro alla scuola pubblica per sostenere quella privata?
P.S. Scusa, ma la lezione su Bush via la groupie di Bush Rocca io me la risparmierei. Il masochismo può avere un suo fascino, ma giusto quando hai tempo da perdere. Io ora non ne ho, abbi pazienza.
virginia,
MIUR significa ministero dell’istruzione univesità e ricerca. rileggi il #42 adesso, ma senza fretta.
@ Haramlik
Ehm, scusami tu. Quando auspicavo il tuo imbarco su una baleniera giapponese ( per sabotarla, ovviamente, e ci riusciresti alla grande viste le tue evidenti inclinazioni caratteriali ), non mi basavo sulla tua preparazione professionale che evidentemente, non essendo mai stato tuo allievo, non sono in grado di valutare. Mi basavo invece su ciò che hai scritto qua su MN.
Quando una arriva a scrivere i pensierini che ci hai regalato poco sopra, il quadro è già abbastanza allarmante senza che sia necessario scomodare le competenze professionali. Tu ormai vivi la scuola come un conflitto tra te e la societa cinica e bara che ti circonda. Tu sei ormai in guerra con chi siede nei banchi davanti a te. E non vedo come tu possa trasmettergli conoscenze e cultura. Men che meno giudicarli. Se ai tuoi occhi sono ormai un’orda barbarica inebetita dagli schermi al plasma, l’unica cosa da fare è combatterli fino all’ultima goccia di sangue.
Questo riferimento ai
“Genitori che non vedi MAI a scuola, sindacalisti dei propri figli esperti di didattica come di pallone, …”
rappresenta davvero la realtà, oppure si tratta di un’enorme esagerazione e semplificazione tipica di voi profie? Oh, intendiamoci, io non sto negando che ci siano in giro parecchi genitori menefreghisti e testedicazzo, ma non la stai facendo troppo facile?
Per esempio, nel caso della telefonista berlusconiana da me citata sopra, ci sono padri che vengono trattenuti a casa da mogli e figli perchè altrimenti andrebbero davvero a mettere le mani addosso all’insegnante in questione. A casa, questa remota realtà che tu dipingi popolata da improvvisati esperti di didattica, ci sono tanti rozzi lavoratori che non capiscono come si possa trascorrere le mattinate a tenere comizi e a rispondere al telefonino invece di fare il mestiere per cui si è pagati. Non lo capiscono – e qui hai ragione tu – perchè sono limitati, non hanno la mente aperta come le Vostre Signorie, sono dei buzzurri insomma, che ricordano tanto quell’altro zozzone di Brunetta. Non essendo a loro concesso di fare altrettanto in fabbrica o in ufficio, non riescono a concepire che qualcuno, pagato anche con i propri soldi, faccia invece indisturbato i suoi porci comodi.
E del resto cosa otterrebbe da un colloquio con la docente? Il constatare che tiene acceso il cellulare anche durante l’ora di ricevimento ( ebbene sì…fa anche questo…che tanto nessuno può dirle niente ) ? Servirebbe a qualcosa, oltre che a mangiarsi il fegato dalla rabbia?
Poi tanto per fare la quotidiana immersione nella realtà che serve a combattere le fumisterie dei mazzetta, ecco un’altra storiella proprio inerente il rapporto scuola-genitori.
Professoressa di italiano e storia nel bienno delle superiori. E’vicina ai sessanta, e i metodi didattici risalgono perlomeno al primo ottocento. Dagli studenti pretende lo studio mnemonico, riga per riga, dei testi. Le lezioni consistono essenzialmente nella lettura ad alta voce degli stessi. E fin qui, tutto bene. I giovani hanno scarsa memoria, e torture del genere sono ampiamente giustificate. Ci sarebbe poi da parlare delle sue, dichiarate, simpatie politiche ( è una nostalgica di Benito, e una volta vedendo un suo studente con la cintura delle Waffen SS quasi si commosse ), ma se tolleriamo quelli che aspirano a trasformare la scuola in un soviet degli studenti e dei lavoratori in lotta contro lo zar Silvio, anche con lei bisogna chiudere un occhio.
Il problema è un altro.
Ha avuto alcuni gravi lutti familiari che le hanno squassato la vita. Per andare avanti le sono state prescritte dosi massicce di psicofarmaci e spesso, già di prima mattina, è rintronata come una biscia al sole d’agosto. Non mi riferisco tanto agli strilli da condor andino che ogni tanto emette, ma ai lunghi minuti di catalessi che l’assalgono sia durante le ‘spiegazioni’ sia durante le interrogazioni. Cioè, in pratica, mentre ti sta facendo ripetere a memoria i fasti dell’Atene periclea, lentamente le palpebre si fanno pesanti e la testa si inclina verso il torace. A quel punto l’interrogato si interrompe e si mette a rileggere il testo che sta recitando, e il resto della classe sta in religioso silenzio per guadagnare impunito il suono della campanella.
Ora, a casa dove – come giustamente hai osservato tu – abbondano i pedagoghi dilettanti, tutto questo fa una strana impressione. Dapprima incredulità. Poi, giorno dopo giorno, e con qualche giro di telefonate con gli altri genitori, si prende consapevolezza che oltre al carattere tirannico ci sono alcune cosucce che non quadrano. E si decide di andare in delegazione dal preside per far presente la situazione. Certamente tu adesso penserai che si tratta della solita sommossa reazionaria organizzata da chi vuole sempre e solo dare ragione ai propri pargoli. Eppure in questo pazzo mondo c’è ancora qualcuno che lo considera un atto legittimo e perfino doveroso.
Ma cosa succede nell’ufficio del ‘dirigente scolastico’? Succede di ascoltare una diffesa appassionata della cattedratica fatta con gli stessi toni e argomenti usati da te quando mi hai buttato in faccia il tuo ( notevole ) ‘curriculum vitae’.
“ E’un’archeologa di fama. Vanta decine di studi e ricerche riconosciuti a livello internazionale. Ha studiato presso i più autorevoli professori dell’università agli studi di xyz. Come osate voi plebei mettere in dubbio la sua competenza? ”
“Ma, a dir la verità signor preside, noi volevamo solo far presente le sue condizioni di salute” risposero i tapini in delegazione ( anche se intanto qualcuno, meno avezzo alle cortesie diplomatiche – Dio, quanto sono buzzurri questi padri italici ! Questa maledetta televisione dello psiconano malefico ha proprio involgarito tutto e tutti ! – avrebbe voluto gridargli in faccia: “ Ma la mandi a scavare allora !” )
“ Bene. Prendo atto delle vostre rimostranze. Verificherò. Buongiorno “.
E non successe nulla per altri due anni ( nulla nel senso che pur tra altre proteste di altri genitori, quella rimase inchiavardata alla sua cattedra ) finchè l’Archeologa di fama non fece domanda di trasferimento per una grande città dove vive un qualche suo parente. E prontamente la richiesta fu accolta, liberando l’istituto dalla sua scomoda presenza ( ma trasferendo il problema ad altri studenti e ad altri genitori ).
Ora nel mio utopico mondo molto ‘neocon’, come direbbe la buon’anima del mazzetta, ad una così un consiglio scolastico presieduto dall’assesore all’istruzione del comune alla fine dell’anno offrirebbe un distacco di un paio di anni presso la locale biblioteca o presso la Sovrintendenza alle belle arti, che intanto qualche coccio romano da spolverare c’è sempre. E se rifiuta, amen, arriva il licenziamento. Nel mondo reale, invece, nel mondo ipersindacalizzato delle Haramlik, a meno che tu non violenti uno studente sulla cattedra durante l’orario di lezione ( e forse neppure in questo caso ), tu te ne resti al tuo posto perchè guai a mettere in discussione la libertà d’insegnamento prescritta da qui all’eternità dal Sacro Testo della Costituzione scritto con il sangue dei resistenti.
Torniamo adesso a te, cara Haramlik. Quando tu alle belle parole rivolte ai genitori aggiungi questi affettuosi pensieri dedicati agli studenti:
“ragazzotti che ci riportano nelle classi il bullismo di un Brunetta senza vedere che il vero spreco di denaro pubblico, nella scuola, sta nello scaldare il banco dei deficienti che l’anno scorso ci deliziavano con le loro prodezze messe su YouTube,…”
( e a proposito di You Tube, ricordo male io oppure in quei video erano ripresi pure fior di insegnanti? Perchè, sempre che la mia memoria indebolita da troppi anni di revival anni ottanta e da troppe puntate di Amici di Maria, c’era anche un professore che fumava nonsopiùcosa in classe sotto il cartello ‘Vietato fumare’. E mi sovvengono pure immagini di fondoschiena in cui si infilavano le mani di studenti allupati, e di un abito femminile e di un paio di tacchi indossati da un docente in vena di travestitismo…così, tanto per completare la tua visione del mondo in cui, curiosamente, gli insegnanti sono sempre vittime, e mai ‘carnefici’ )
e pianifichi forme di lotta come il blocco degli scrutini e la riduzione di ogni tua attività scolastica a quanto previsto dal contratto nazionale ( forme di lotta che, in ultima analisi, colpiscono appunto questi “ragazzotti da discoteca” e le loro famiglie, non certo il Caimano e i suoi accoliti ), a me appare evidente che sei arrivata alla frutta.
Come del resto si può rilevare anche dal tuo blog quando descrivi la sensazione di soffocamento che ti assale tutte le volte che rifletti su questa scuola impestata dal virus del berlusconismo e della globalizzazione capitalista. E allora mi domando se non sarebbe il caso di cambiare aria, di trovare nuovi stimoli e nuove gratificazioni in realtà meno orride e volgari. Per esempio ci sarebbe la tua amata Spagna, dove per altro il Ministerio de Educaciòn ti aspetta a braccia aperte.
Io non ho mai immaginato i miei professori come divinità omniscienti e onnipotenti. Mi sono sempre limitato ad aspettarmi giusto 3 cose:
1) conoscenza della materia
2) capacità di comunicarla
3)voglia e disponibilità a comunicarla.
Mi sembra che la voglia e la disponibilità nel tuo caso siano andate perdute. Non so se definitivamente e solo per l’Italia. Ma certo un bel periodo di riposo sabbatico, se fosse possibile, sarebbe altamente consigliato.
Perdonami ancora la lunghezza, ma quando ti leggo mi girano vorticosamente le palline e divento un fiume in piena.
Per continuare il siparietto intelligente “trova l’errore di Virginia” suggerirei “Babau” al posto di “Baubau”.
A meno che non ci siano appassionati di Tim Burton in giro.
Arcroyal….hai una paglia…?
Bah. A me pare che quello che ha qualche trauma con la scuola sia tu.
Quanto a me: io ho specificato che parlavo di alcune realtà e le ho anche elencate. Non mi pare di avere scritto che mi riferivo alla scuola in blocco. Comunico, piuttosto, che molte scuole italiane (specie quelle delle zone più disagiate, che ahimè esistono) pagheranno l’aumento del numero di studenti per classe e le altre meraviglie attraverso un aumento del tasso di invivibilità. Ma è una comunicazione oggettiva, non è che io c’entri qualcosa.
Poi, che vuoi che ti dica: ci sono momenti in cui c’è più entusiasmo e momenti in cui ce ne è di meno. Quest’estate ero tutta felice a sperimentare metodologie di insegnamento all’estero da portarmi in Italia, e questo autunno noto un cattivo clima generale che spegne gli entusiasmi miei e di molti colleghi.
In tutto questo, ho ex alunne che commentano nel mio blog, ne ho altre su Facebook, e non mi manifestano particolari turbamenti.
Probabilmente sono più pazienti di te, con noi prof avvilite dalla Gelmini.
Comunque prima di precipitare i professori ad arrotolare sushi o con un pugnale nel mezzo della foresta del Borneo considererei corsi rapidi di lettura di un bilancio e rudimenti di organizzazione e funzionamento dell’apparato statale per commentatori.
@ Haramlik
Una precisazione. Nessuno degli episodi da me raccontati riguarda miei insegnanti. Non li cito per un evidente conflitto di interessi ( e comunque, in generale e per le materie più importanti, i miei prof non sono stati così male, anzi alcuni erano decisamente eccellenti ).
Nel rapporto Ocse citato da quel buontempone di mazzetta ad un certo punto si legge:
“I risultati mostrano che non esiste sempre una correlazione tra il rapporto insegnanti/studenti ed il livello di prestazioni. In Giappone, Corea, Messico, Brasile, Cile e Israele ci sono 30 e più studenti per classe contro i 20 o meno di Danimarca, Islanda, Lussemburgo, Svizzera e Federazione Russa, ma in Lussemburgo, ad esempio, solo il 2,7% degli studenti figura tra i migliori in matematica (sempre secondo l’indagine PISA), contro l’8,2% in Giappone”
Non dubito che tu abbia le tue fans. Ce le aveva anche l’Archeologa di fama. De gustibus…
@ mazzetta, che altrimenti se non lo cago soffre
Errata corrige.
Avevo scritto:
“…la libertà d’insegnamento prescritta da qui all’eternità dal Sacro Testo della Costituzione scritto con il sangue dei resistenti ”
E’invece da intendersi
“…la libertà d’insegnamento prescritta da qui all’eternità dal Sacro Testo della Costituzione scritto con il sangue dei soldati anglo-americani che quasi da soli liberarono l’Italia dalla bestia nazifascista”
Su queste cose bisogna essere precisi, che altrimenti mi salti su e dici che sparo balle e faccio bassa propaganda.
Virginia son due settimane che chiudi i tuoi volantinaggi mazzetta oriented con “e adesso di mazzetta non mi occupo più, ho chiuso con mazzetta, ora basta rispondere a mazzetta” etc.
trotta trotta cavallina! :)))
Ma insomma, Arcroyal: tu sei uno scolaro? Stiamo discutendo con un minorenne?
Nulla contro i giovani commentatori, è solo per capire.
No, no, ma quale minorenne…ho finito le superiori da un pò.
Ma dal momento che vivo in mezzo a persone che quelle aule continuano a frequentarle tutti i giorni, ho materiale per mandare in onda intere stagioni di serial sui prof e la scuola media e superiore. E sull’università finora ho scritto poco o nulla.
Secondo me la Gelmini ha sbagliato a partire dalle elementari. Forse ha cominciato da lì perchè è più facile. Negli atenei bisognerebbe usare il lanciafiamme, e la battaglia sarebbe molto più cruenta.
okkio che domani arriva un’altra mattonata di Facci a Travaglio, zeppo di stile e di imprecisioni come al solito
guarda caso sorvola su Delfo Zorzi (un feroce neofascista et mafioso et latitante et cetera) e sul passato fascista di Pecorella, come se fosse un dettaglio per uno che deve essere eletto a giudice costituzionale
il tutto per reiterare le puttanate che ha già scritto almeno alttre 2 volte in questo mese e per scaricare un po’ di insulti su Travaglio
ci va di mezzo anche la Borromeo, che attacca pensando di sollevare consensi a sinistra toccando la sua appartenenza al censo privilegiato
roba degna di uno squadrista con pochi mezzi
fecciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Il cabarettista del Travaglino (quello che sfotte i difetti fisici degli altri anche se ha un fisico da verme solitario, quello che parla solo con magistrati amici suoi e li usa come uniche fonti) e insomma: il cabarettista del Travaglino, dicevamo, ha diffuso un nuovo video per la gioia degli sfigati che lo adorano e che hanno come capoultrà la contessina Beatrice Borromeo, nota precaria. Ultimo bersaglio è Gaetano Pecorella, reo di essere candidato a giudice costituzionale nonostante sia imputato (solo imputato) per favoreggiamento di Delfo Zorzi di cui oltretutto è il legale. Voi capite: parla l’omino che nel 2003 portò la famiglia a trascorrere le vacanze con un favoreggiatore di mafiosi arrestato tre mesi dopo, quel Pippo Ciuro che delinqueva anche durante quella vacanza mentre se ne stava a bordo piscina con Travaglio e col pm Antonio Ingroia (complimenti per il fiuto) prima di essere definito «figura estremamente compromessa con il sistema criminale» nella sentenza che in Appello l’ha condannato a 4 anni e 8 mesi. Voi capite: Travaglio i favoreggiatori non li può vedere, nel senso che non li vede proprio. Nel suo libro «Gli intoccabili», infatti, l’amico Ciuro viene trattato con guanti bianchi: e il fatto che trattasi dello stesso maresciallo che indagò su Dell’Utri e sui finanziamenti Fininvest, of course, è del tutto casuale.
Molto carina la sputtanata della Virgina belrusconiana
La sua frase:”Si parla di Pubblica Istruzione, non di Miur…” dimostra oltre ogni ragionevole dubbio l’esistenza di ignoranti mandati in giro per forum e blog a sostenere la propaganda governativa e a SPARGERE BALLE, ma dimostra anche la scarsa qualità delle balle come degli ignoranti coriferi.
Il problema di Berlusconi è sempre quello, trova un sacco di gente disposta a vendersi, ma tutta di pessima qualità
Direi che queste esibizioni rendano più chiaro di tanti discorsi da che parte stiano i torti e dove le ragioni; se hai ragione non hai alcun bisogno di mentire per sostenere le tue tesi.
Ecco, continuate pure a cercare di demolire i dati esposti da Virginia con giochini di parole e con giochetti delle 3 carte degni dei migliori biscazzieri napoletani.
Da qualunque prospettiva la si guardi, resta il fatto che la stragrande parte dei soldi destinati alla pubblica istruzione vanno a finire in stipendi. E un’enorme fetta di questi stipendi va a finire nelle tasche di persone che potrebbero stare in tanti posti, ma non in cattedra.
Senti stupido…
Lon saprei come altro nominarti, lo hai capito o no che il giochino delle 3 carte lo fate tu e Virginia e che vi hanno sputtanato poco qui sopra?
lo hai capito o no che tu e Virginia avete presentato dati FALSI per sostenere le vostre dubbie ragioni?
lo hai capito o no che quei dati sono stati demoliti, leggi e dati veri alla mano?
Se non sei capace di ammettere l’errore vuol dire che sei in cattiva fede, come quella poveretta che vuol ragionare di pubblica istruzione e delle sue dinamiche senza neppure sapere cosa sia il ministero della pubblica istruzione.
Anche i soldi che prendono i giornalisti e gli opinionisti che spargono questa merda (i dati che diffondete tu e Virginia) dovrebbero stare da un’altra parte e soprattutto non essere pagati con i soldi pubblici e invece accade
Quello è il male, così come le balle sono il male, così come demolire la scuola pubblica è male, così come insultare quelli che ti spiegano le cose che da solo non capiresti in mille anni è male.
Adesso vai a studiare, che ne hai molto bisogno, Virginia non la salva più nessuno, ma forse tu ti puoi ancora tirar fuori dalla fossa per gli ignoranti scavata dai beluscoidi
Arcroyal, TI AMO.
Virgì, davvero, fai qualcosa per quella Candida Albicans perchè ti rende davvero nervosa e nebulosa.
Oltretutto, ti ingarbuglia anche le sinapsi.
Risolvi e poi torna.
Ma Arcroyal ESISTE??? Davvero?
Cioè, non è un mio incubo notturno?
Caro Arc, io ero alle superiori 10 anni fa (all’ultimo anno) e alle medie ancora qualche annetto fa in più.
Il più ignorante dei miei compagni delle medie, quello che oggi non so se rubi monetine dai telefoni pubblici, sapeva un po’ di cose di storia, sapeva riconoscere un congiuntivo, sapeva far di calcolo e non parlava come se fosse appena nato. La scuola funzionava, era ancora più ‘statale’ di oggi e questo accadeva al sud come al nord. Chi ci andava, e finiva le medie (non ti parlo delle superiori), sapeva anche l’inglese. Oggi hanno laboratori d’inglese sin dall’asilo, venti miliardi di attività curricolari ed extracurriclari e gli alunni sono ignoranti come capre di montagna.
Il massimo del bullismo che io ricordi, per mano di un soggetto poco raccomandabile, è una spugna tirata in faccia per gioco ad un ragazzo, che però era ad occhi aperti e zac. Sospensione di dieci giorni del preside.
Se DAVVERO hai amici nell’ambiente (ma tu hai amici che non sanno insegnare? Io le persone le scelgo anche in base alla loro passione, a te non frega nulla?) chiedi loro quanto la figura del preside manager abbia migliorato la scuola.
Per niente, ti risponderanno.
E’ un pretesto per lavarsene le mani ogni volta che è possibile, perchè prendere posizione contro qualcuno o qualcosa finisce per diventare una perdita di profitto, e allora chi se ne frega.
E qui entra in gioco mia madre, che ha 60 anni e tra tre anni andrà in pensione, e non vede l’ora.
Le piaceva insegnare, le piace tuttora, ma non ce la fa più.
Quando vedi ragazzine picchiate in bagno, e presidi che danno un giorno di sospensione, con genitori che ripetono il mantra ‘vabbè, sò ragazzi’, l’entusiasmo ti passa. Continui solo a fare bene il tuo lavoro, sapendo che se ti ammali (DAVVERO) si lamentano pure, sapendo che se esci per andare dal dottore ti beccano pure. Allora vogliamo dirlo, che in settori diversi dalla scuola con le finte malattie si organizzano le vacanze all’estero e invece in quest’ambiente sei reclusa in
casa?
Vogliamo dirlo che i genitori FORSE li vedi solo se e quando i figli vengono richiamati o a fine anno, quando ‘e chi se lo aspettava che non studiasse!Me l’avete bocciato!’.
Ma poi, perdonami, che cacchio parli di privatizzazioni?
Ma secondo te l’assenza dello stato nella crisi economica di oggi c’entra niente niente?
No, perchè lo dicono fior di economisti ex liberisti, lo dice pure l’ultimo Nobel, magari tu non c’eri, o se c’eri dormivi.
La scuola è il SECONDO passo.
Secondo, Arcroyal. Se alle spalle non c’è una minima educazione al lavoro ed al rispetto per gli altri, per il gruppo dei pari come per gli adulti, questa magagna impedisce ogni progresso, perchè uno abituato a fare quel che vuole in casa lo farà anche fuori.
E’ cosa buona e giusta che un insegnante impreparato non venga assunto, o che venga messo a riposo chi è uscito fuori di zucca, ma è cosa ridicola parlare di ‘bilanci di fine anno’. Le vite degli altri sono bilancio, fatturato? La Gelmini, tuo mito, ha, TEORICAMENTE, reintrodotto il maestro unico per non traumatizzare i figlioli. Certo, poi se hai occhi per vedere e orecchie per intendere capisci che Tremonti c’ha messo lo zampino perchè tra taglio dell’ICI e promesse di tasse minori qualche categoria sfigata dovevi colpirla…
Vuoi spiegarmi come si concilia questa sua premura, da te appoggiata, col presentare un nuovo insegnante ogni inizio anno?
Ma avrei dovuto non esserne stupita, sai?
La gente che cita le scuole americane come un esempio (ci sono fior di inchieste e documentari, americani, che attestano che lo studente americano è di un’ignoranza abissale), dimenticandosi che le uniche degne di nota sono le Università… e chi ci arriva alle Università, visto il sistema? Giocatori (con borsa di studio) che passano per la loro eccellenza nello sport e chi ha i soldi.
Ma dove vivi? Un insegnante con 1400 euro al mese (a volte molto meno a volte poco di più) dovrebbe risolvere i problemi di educazione e disciplina, nonchè di profonda ignoranza dei sentimenti altrui, per la tua bella faccia da profondo conoscitore della scuola?
Ma fammi il piacere, và.
p.s. ma voi non siete contro le droghe, comunque?
Perchè state peggio di me alla mia quattro giorni di Cannabis Cup in Olanda (e comunque capivo e sì, parlavo un perfetto inglese, sarà stato perchè ai miei tempi non c’era la Gelmini a fare i suoi riformini).
Che c’è, è il giorno della pecora sguinzagliata?
Ma ‘divertito’, quello che “haha io lo so che cos’è il Miur e lei no e c’ho capito tutto come sono furbo, i dati sono FALSI, babbo ha detto OCSE” ecc. è il fratello piccolo di mazzetta?
E quella con le sinapsi in chiaro, quella della quattro giorni di cannabis per intenderci, quella che “io ero alle superiori 10 anni fa (all’ultimo anno) e alle medie ancora qualche annetto fa in più”, dove la vogliamo mettere?
Ancora qui, Virginia puledrina? Toh, tieni una carota. No, che hai capito, girati, la carota è da mangiare! E adesso galoppa, galoppa via nelle praterie azzurre lontano dai mazzetta! Gidàp!
Credo che molto dipenda dal fatto che questi non hanno proprio idea di chi sia Mazzetta. Se se ne fossero resi conto, si sarebbero già dati alla fuga sulle orme di Facci. Berlusconi aveva provato con Chuck Norris, ma lui ha rifiutato dicendo che lo inquietava affrontare Mazzetta su un forum.
Siete avvertiti.
Sandra: parole sante, te lo appoggio.
@ divertente
Te la ripeto. Fosse mai che funzioni come con le scimmiette del circo, che dopo un po’ di volte che glielo ripeti riescono a buttare la buccia di banana nel sacco della munnezza.
Il problema non è il volume di denaro che viene speso per pagare gli insegnanti.
Il problema è il volume di denaro che finisce nelle tasche di docenti inetti e impreparati.
Il problema è l’utilizzo della scuola come parcheggio per laureati senza altri sbocchi occupazionali oppure, peggio, come ricovero di lungodegenti affetti da turbe psichiche.
Il problema è chi, come te, considera la scuola come un distributore automatico di posti di lavoro, e non come la ‘fabbrica del Futuro’.
Arcroyal, ma ci sei o ci fai?
perchè continui a dire che chiunque non sia d’accordo con il nano è motivato dal considerare la scuola come un distributore automatico di posti di lavoro?
questa è una cagata che ha inventato la propaganda del nano, nessuna persona sana di mente si aspetta questo dalla scuola e nessuno lo pretende e nessuno l’ja mai affermato
se vuoi risparmiare soldi inutili, vai a San Pietro e datti fuoco per protesta contro l’8 x mille e l’assunzione dei prof di religione (che li pagano pure di più li sceglie il vescovo, nemmeno il concorso)
in ogni caso non scassare con questi espedienti da Facci/Ferrara, ci hai già provato più volte nella stessa discussione e non è che migliori la tua immagine il ripetere all’infinito questa cagata, come non sarà mettendo in bocca ad altri pensieri da puzzone, che i tuoi sembreranno profumati ;)
Premessa alla risposta a sandra
La casta degli insegnanti è una delle tante corporazioni che flagellano l’Italia da diversi secoli. A differenza di quelle più famose dei politici, dei giornalisti o dei giudici, la casta dei docenti gode di molte meno ‘attenzioni’ da parte dei mass media vuoi perchè gli editori sanno che lì si trova una fetta cospicua di lettori, e quindi di clienti, vuoi perchè essendo numerosissimi costituiscono un importante bacino elettorale, vuoi perchè “poverini, prendono già stipendi da fame, perchè mai ce la si dovrebbe prendere con loro?”. Comunque sia, quando si parla dei mali della scuola, si preferisce buttarla sulla volgarità della televisione, sul bullismo dei ragazzi e sul menefreghismo dei genitori, anziché sulle capacità professionali dei docenti.
Una delle caratteristiche della corporazione è che, quando si inizia a descriverne le ‘efferatezze’, sia che ci si trovi nei corridoi di una scuola o di una università, sia che ci si trovi in uno studio televisivo, salta sempre fuori un parente, di solito un figlio o una figlia che comincia a gridare “ la mi mamma è tanto buona, brava e bella, e tu brutto stronzo smettila di parlarne male ”. Queste difese per affinità parentale capitano più spesso per gli insegnanti che per politici, giornalisti e giudici per una precisa ragion pratica. I figli degli insegnanti godono di speciali corsie preferenziali all’interno delle scuole e delle università.
Di solito i colleghi, quando si trovano di fronte ai pargoli di un altro insegnante, usano un occhio di riguardo, se non due, pensando che prima o poi toccherà a loro ricevere identico favore. E quindi figli e figlie di insegnanti, rispetto ai comuni mortali, hanno molto meno coscienza di quanto sia guasta la corporazione. A questo punto ci sarebbe pure da narrare un altro aneddoto ‘edificante’, ma visto che mazzetta ci ha fatto la grazia di non rompere nuovamente i coglioni con i neocon, salto la storiella di vita vissuta.
Fine della premessa.
@ sandra
“Ma Arcroyal ESISTE??? Davvero?
Cioè, non è un mio incubo notturno?”
Non so se si è notato, ma quando si accendono i riflettori sugli insegnanti e si narrano episodi precisi, c’è sempre qualcuno pronto ad insinuare che siano storie inventate, che non esistono, e che magari non esiste neppure chi le racconta. Haramlik pochi commenti fa indagava ansiosa sulla mia età, forse per cercare un appiglio per liquidarmi come un vile provocatore al soldo dello psiconano. La Sandra addirittura si chiede se io sia un incubo notturno.
Sveglia, Sandra, sono io, sono Arc, e questo non è il regno di Morfeo, ma la realtà.
“Caro Arc, io ero alle superiori 10 anni fa (all’ultimo anno) e alle medie ancora qualche annetto fa in più”
Anch’io più o meno sono nelle tue stesse condizioni.
“Il più ignorante dei miei compagni delle medie, quello che oggi non so se rubi monetine dai telefoni pubblici, sapeva un po’ di cose di storia, sapeva riconoscere un congiuntivo, sapeva far di calcolo e non parlava come se fosse appena nato”
Felice di sentirlo. Ma spero che non cominci anche tu con la solita lagna del “ai miei tempi si leggeva, si discuteva, si amava….ed invece adesso, signora mia, che schifo…”. Te lo dico subito. E’una cretinata che invece di rispecchiare la realtà, segna solo il fatto che anche tu, forse, hai cominciato ad invecchiare.
“La scuola funzionava, era ancora più ’statale’ di oggi e questo accadeva al sud come al nord”
Non ho capito cosa intendi con quel “era ancora più statale di oggi”. Come se adesso fosse meno ‘statale’. Sul ‘funzionamento’ della scuola ti faccio 3 considerazioni.
1) L’ho già scritto nella premessa: tu non sei un osservatore imparziale, ma, ti piaccia o meno, fai parte della Casta.
2) Ognuno di noi non ha che una visione parziale: non tutte le scuole evidentemente fanno pena e pietà, non tutti gli insegnanti sono degli incapaci.
3) A conclusioni simili alle mie è giunto anche Broono, che non vota Berlusconi e che vive a Milano, una realtà ‘lontana’ e differente dalla mia. Se persone così diverse per convinzioni politiche e per collocazione sociale e geografica denunciano più o meno la stessa realtà, forse è il caso di cominciare a guardarsi intorno, invece di raccontarsi favole rassicuranti.
“Chi ci andava, e finiva le medie (non ti parlo delle superiori), sapeva anche l’inglese.”
Finchè non si mette questi presunti conoscitori dell’inglese a diretto contatto con un madrelingua ( bastano anche solo 5 minuti di Lost o di C.S.I. in lingua originale ), è altamente sconsigliato esprimere giudizi così categorici. Quello che ho visto la scorsa settimana ad un esame universitario di inglese, rivela dati molto meno rassicuranti. E’bastato che, oltre alle solite domandine a risposta chiusa o aperta, ci fosse una prova di ‘listening’, per fare un’autentica strage.
“Oggi hanno laboratori d’inglese sin dall’asilo, venti miliardi di attività curricolari ed extracurriclari e gli alunni sono ignoranti come capre di montagna.”
Non hai idea di quanto mi faccia piacere leggere questa tua ammissione. Quando si inizia a parlare dei mali della scuola, parte una serie infinita di lamentele sulla carenza di strutture. Pare sempre che le scuole siano ridotte in macerie, senza neppure i cessi per pisciare. Certo ci sono delle scuole in condizioni pietose, ma in generale la situazione non è così disastrosa. Anch’io posso testimoniare di aver goduto di buoni laboratori e di discrete palestre. Adesso però, dopo questa giusta constatazione, come ti spieghi che gli alunni sono ‘ignoranti come capre di montagna’? Colpa della televisione e delle famiglie, come ci continua a ripetere Haramlik, oppure qualche responsabilità ce l’ha pure chi sta in cattedra? Se da un ospedale i pazienti escono quasi tutti stesi in orizzontale, uno pensa che la causa più probabile sia l’aria malsana e la cattiva alimentazione oppure la scarsa preparazione di medici ed infermieri?
“Il massimo del bullismo che io ricordi, per mano di un soggetto poco raccomandabile, è una spugna tirata in faccia per gioco ad un ragazzo, che però era ad occhi aperti e zac. Sospensione di dieci giorni del preside.”
Io ricordo qualcosina di peggio, ma comunque nulla di così endemico e diffuso. E anche adesso, ottobre 2008, quello che vedo non è affatto così preoccupante come invece narrano alcune comode semplificazioni. I deficienti ci sono, ma non più numerosi che in passato. E allora, di nuovo, se non è colpa del bullismo e delle gangs, come mai il bagaglio culturale con cui si esce da scuola è sempre più scadente? Sarà mica che non tutti gli insegnanti sono all’altezza della situazione?
“Se DAVVERO hai amici nell’ambiente…”
E dagli con un’altra dose di sospettosa incredulità….
No, lo confesso, non conosco nessuno, mi manda Piersilvio Berlusconi per seminare scompiglio e confusione a maggior gloria di Mediaset e del Caimano. Va bene adesso? Soddisfatta?
“…chiedi loro quanto la figura del preside manager abbia migliorato la scuola”
L’ha migliorata poco perchè del manager gli manca la caratteristica essenziale. Non può assumere e licenziare il personale. Ne riparliamo quando l’autonomia scolastica sarà pienamente realizzata. Poi, è chiaro, si pone anche il problema di chi sceglie i presidi, ma intanto il trasferire il potere di assunzione direttamente ai singoli istituti, è già un buon modo per migliorare la situazione.
“E qui entra in gioco mia madre, che ha 60 anni e tra tre anni andrà in pensione, e non vede l’ora.
Le piaceva insegnare, le piace tuttora, ma non ce la fa più”
Nel mio primo commento avevo riportarto il giudizio della Littizzetto sul triste destino del mestiere di insegnare: più si va avanti con gli anni, più si peggiora. E’come lavorare in una centrale nucleare senza avere la tuta antiradiazioni e le altre protezioni. Non può essere il lavoro di tutta una vita. Dopo un po’ subentra la sfiducia, il cinismo, il senso di frustrazione perchè più passa il tempo meno si capiscono i tizi che ti trovi davanti quando entri in classe. Un’insegnante entrata in servizio negli anni settanta al tempo della Mazinga generation, oggi si trova ad insegnare a ragazzi che sono calati da mane a sera in mondi virtuali dove combattono per ore contro draghi e alieni, oppure chattano con coetanei che vivono dall’altra parte del globo. Altro che Goldrake e l’alabarda spaziale. O una ha la mente tanto aperta da cercare di entrare in sintonia oppure si è tagliati fuori. Non riesci a trasmettere più nulla. Cominci solo a vederti circondata da ragazzotti apatici e decelebrati, il cui modello sociale di riferimento sembra essere il tronista dalla De Filippi o la velina di Striscia. Esattamente quello che temo stia succedendo a tua madre e ad Haramlik. Un sistema che funzioni fisserebbe anni sabbatici a scadenza fissa, e distacchi presso altre amministrazioni nei casi irrecuperabili. Ed invece prevale l’idea di trattare gli insegnanti alla stessa maniera del postino e dell’impiegato dell’anagrafe.
“Quando vedi ragazzine picchiate in bagno, e presidi che danno un giorno di sospensione, con genitori che ripetono il mantra ‘vabbè, sò ragazzi’, l’entusiasmo ti passa”.
Io so solo una cosa. Nelle scuole dove ci sono presidi ed insegnanti che si fanno rispettare, queste cose non succedono. Nelle scuole, invece, dove si aggirano docenti menefreghisti e presidi fantozziani succede questo ed altro. Vorrei proprio capire perchè ci si ostini a voler tenere in servizio i buoni a nulla. Poi certo, ci vuole il 5 in condotta, sospensioni e bocciature a raffica. Ma se in contemporanea non si seleziona la classe docente, è tutto inutile.
“Ma poi, perdonami, che cacchio parli di privatizzazioni?”
Adesso mi dici dove mai ho parlato di privatizzazioni. E tu saresti quella che ha fatto una buona scuola? Ma se non sai manco leggere.
“E’ cosa buona e giusta che un insegnante impreparato non venga assunto, o che venga messo a riposo chi è uscito fuori di zucca”
Meno male, meno male che persino voi ammettete che vanno fatti fuori.
“… ma è cosa ridicola parlare di ‘bilanci di fine anno’”
Mi piacerebbe sapere come si possa allora determinare le scuole che lavorano bene, e quelle che sfornano invece solo degli asini. Probabilmente ci si deve rivolgere al Mago Othelma per la lettura dei tarocchi e della palla di vetro. In tutto il mondo si valutano scuole ed insegnanti secondo procedure precise e rigorose, in Italia no, non si può. Sarebbe una resa al capitalismo e alla cultura d’impresa, che poi ai mazzetta e alle sandrine gli prende un colpo, povere bestioline.
“La gente che cita le scuole americane come un esempio (ci sono fior di inchieste e documentari, americani, che attestano che lo studente americano è di un’ignoranza abissale), dimenticandosi che le uniche degne di nota sono le Università… e chi ci arriva alle Università, visto il sistema?”
I soliti luoghi comuni ripetuti di bocca in bocca da decenni. Spesso dietro a queste leggende nere c’è pure lo zampino di qualche insegnante che cerca così di esorcizzare l’arrivo da noi di una qualche forma di controllo e di valutazione della sua attività didattica. Con questa sparata hai solo dimostrato di non conoscere minimamente la realtà americana. Comunque, se non piace il modello americano, almeno seguiamo l’esempio inglese o tedesco. Li conosci? Tua madre, nella sua immensa preparazione e cultura, ti ha raccontato qualcosa a riguardo? O non vanno neppure bene quelli? Perchè leggendo te e parecchi altri qua dentro ho capito che voi temete i cambiamenti più di ogni altra cosa. Troppo comoda una realtà in cui i professori possono starsene tranquilli e beati senza che mai nessuno gli chieda conto del loro lavoro.
“Un insegnante con 1400 euro al mese (a volte molto meno a volte poco di più) dovrebbe risolvere i problemi di educazione e disciplina, nonchè di profonda ignoranza dei sentimenti altrui, per la tua bella faccia da profondo conoscitore della scuola?”
Eccerto, che lazzarone che sono…ho l’infame pretesa che gli insegnanti per 1400 euro al mese ( i professori universitari prendono parecchio di più per carichi di lavoro ancora più ridicoli….ma meglio non dirlo che altrimenti si fa solo della becera propaganda berlusconiana ) si preoccupino dei problemi di educazione, disciplina ed ignoranza dei loro allievi. E’come pretendere dai bidelli di preoccuparsi della pulizia delle aule. Ma stiamo scherzando? Ma quando mai?
Dopo aver letto questa ennesima esplosione retorica di vittimismo, ritorno a bomba ai propositi espressi nel mio primo commento qua sotto: licenziamoli tutti, e ricominciamo da zero. Almeno la mamma della sandrocchia può starsene finalmente a casa a curare la figlia, che mi pare averne urgente bisogno.
“Perchè state peggio di me alla mia quattro giorni di Cannabis Cup in Olanda”
Io dell’Olanda ricordo dei fantastici giri in bici. Ricordo un paio di ristoranti, lo zoo di Amsterdam molto bello e divertente, alcune notti trascorse fino all’alba sui canali a chiacchierare. Ma la Cannabis Cup mi manca. Sarà che non fumo e non bevo. Sarà anche che non ho avuto la fortuna di avere la mamma insegnante.
Qualcuno prima o poi mi dovrà spiegare perchè i figli degli insegnanti entrati in ruolo dopo il ’68 fanno tutti, chi più chi meno, fa uso di sostanze stupefacenti. Boh…magari c’entra pure questo con lo sfascio della scuola italiana.
non ce la puoi fare…
non hai ancora capito che la quntità non sostituisce la qualità?
se dici un mare di stronzate non è che con questi ci copri le stronzate che hai detto prima, se tu fossi onesto riconosceresti almeno gli errori, invece come tanti riparti come se niente fosse e aggiungi pipponi inconcludenti su pipponi
forse non hai ancora capito che in questo thread è stato dimostrato che menti sapendo di mentire e quando te lo dimostrano svicoli nelle cazzate
capsico che ti faccia poca impressione (ci sarai abituato come Virgy I suppose..), ma renditi conto che da qui sembri uno scoppiato incarognito con gli insegnanti
Solo una precisazione, ché per il resto la discussione mi pare ormai tralasciabile:
1. Non è vero che il 97% del bilancio del MIUR viene speso in stipendi: il dato reale è il 78,8% (dati OCSE – studio Education at a glance), in linea con gli altri paesi.
2. E’ vero invece che il MIUR si limita a pagare gli stipendi, investendo appena il 2,8% del P.I.L., rispetto al 3,80 % di media dei paesi europei. (dati OCSE – Education at a glance).
Infatti, e lo ribadisco, è del tutto normale che il budget del ministero sia assorbito dagli stipendi degli insegnanti, dei dirigenti, del personale tutto: perché le altre spese che riguardano la scuola NON sono di sua competenza e non rientrano nel suo budget.
Il MIUR spende i soldi in stipendi perché è lì che è previsto che debba spenderli.
Tutto il resto, per esempio l’edilizia scolastica compresi gli arredi e i laboratori, sono compentenza degli ee.ll (enti locali: comuni, province e regioni – province in particolare per la secondaria superiore) in base alla legge dell’11 gennaio 1996 n° 23 e all’art. 14, comma 1, della legge dell8 giugno 1990 n° 142.
Tutto qui.
Precisazione alla precisazione
1) La previsione di bilancio per il 2008 per l’Area Istruzione la si può trovare qui
http://www.pubblica.istruzione.it/allegati/sintesi_bilancio_tab_7.pdf
Lì si legge chiaramente che il 96,98% del denaro andrà in stipendi.
2) Nel rapporto OCSE si legge anche:
“Da notare che una spesa unitaria minore non si traduce necessariamente in un livello di conseguimento più basso. Ad esempio, la Corea e i Paesi Bassi spendono meno della media OCSE per l’istruzione primaria e secondaria, ma figurano entrambi tra i paesi con le migliori prestazioni nell’indagine PISA 2003”
Non è tanto importante quanto si spende, ma come si spende.
Haramlik, ho riportato cifre dello Stato che puoi consultare facilmente, con dettagli sui costi di personale (che rappresentano il 97%del budget statale per l’Istruzione), ripartiti fra Miur, docenti e altri. Ho scritto che la somma pagata ai soli docenti rappresenta circa l’80% del budget totale. Che in questo budget sono inclusi 633 mln (1.200 md circa delle vecchie lire) per trasferimenti a enti pubblici e privati e 156 mln. (300 mld. delle vecchie lire) per edilizia scolastica, tecnologia e interventi per la sicurezza. Che gli enti locali spendano per edilizia ed altro è vero, ma quei soldi non arrivano dallo Spirito Santo, visto che questi enti locali, al momento, non hanno un fatturato totalmente proprio spendibile come una qualsiasi impresa privata. Che poi ci si attacchi all’edilizia, come se ogni giorno si debbano costruire edifici per scuole nemmeno si registrassero tassi di natalità cinesi, mi sembra debole come diversivo.
Se poi tu vuoi citare l’Ocse, che pesca i dati da quelli dello Stato, per concludere che si è in linea coi paesi europei e tacitare così il fatto che la scuola italiana contenga una gran mole di parassiti e pure ignoranti, beh, non ce la fai. Non so quale sia questo mitico studio che viene citato senza alcun link. Io ieri ne ho trovato uno che, parlando di spesa e facendo il confronti fra i paesi di tutto il mondo, specifica anche che a livelli di spesa elevata non necessariamente corrispondono livelli di istruzione più bassi.
Nessuno, dico nessuno, che sia entrato entri nel merito delle competenze di categoria, con l’onestà di prescindere dal fatto di esser parte di una categoria indispensabile al Paese. Nessuno che protesti sull’insufficienza di fondi diversi dagli stipendi o sulla qualità dei meccanismi che consentano di diventare insegnante. È una posizione ricattatoria, a mio avviso. Che non lava la coscienza di tutti i parassiti che albergano lì come in tante altre strutture pubbliche.
Precisazione alla precisazione: seconda puntata.
Sempre dal rapporto OCSE:
“Nel corso della durata prevista degli studi primari e secondari l’Italia investe $ 100.437 per studente, e si colloca per livello di investimento al 7° posto tra i paesi OCSE, dietro a Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Svizzera e Stati Uniti, e più del 30% sopra la media OCSE che è pari a $ 77.204”
l’80% dell’edilizia pubblica ha bisogno di interventi urgenti
se l’investimento per studente è superiore alla media OCSE e gli stipendi degli insegnanti sono inferiori, vorrà dire che gli sprechi non sono sul versante delle retribuzioni dei professori, ma altrove
grazie Arcroyali per aver fornito la dimostrazione definitiva che fino ad ora hai sparato palle
penso che gente del genere, gente che come Virginia o altri indica persone che non conosce come parassiti o ricattatori, farebbe un gran bene a questo paese emigrando
visto che ci tocca tenerli, perchè all’estero non sopravviverebbero nemmeno 5 minuti, si potrebbe almeno rimandarli a scuola, gratis, così si rendono conto di cosa comporti il lavoro di un insegnante
p.s. x Virginia
PER COSA dovrebbe spendere il ministero della Pubblica Istruzione se non per gli insegnanti???
con i soldi -risparmiati- sulla pelle degli insegnanti, cosa si potrebbe offrire agli studenti al posto degli insegnanti?
vorrei che mi rispondessi su questo punto e basta, se sei in grado, di cosa pensi che abbia bisogno la scuola, oltre alle mura e agli insegnanti?
delle lavagne elettroniche promesse dal nano?
Per fortuna Mazzetta e Haramlik, con inattaccabile argomentazione, ci garantiscono di avere ragione, e che Arcroyal dice “un mare di stronzate”, e che la discussione ormai è “tralasciabile”.
Grande esempio di libero confronto.
Mazzetta, ogni giorno che passa mi diventi più simpatico. Mi ricordi troppo Willy Coyote.
“se l’investimento per studente è superiore alla media OCSE e gli stipendi degli insegnanti sono inferiori, vorrà dire che gli sprechi non sono sul versante delle retribuzioni dei professori, ma altrove”
Sarà mica – la butto lì, azzardo – che da noi gli insegnanti a libro paga sono molti di più rispetto ad altri paesi sviluppati? Sarà mica che questo alzi sensibilmente la spesa pro capite? Sarà mica che questo surplus di ‘cultura’ sia rappresentato dalle telefoniste antiberlusconiane, dalle madamazze ingioiellate e dalle Archeologhe di fama di cui sopra? Chissà.
“penso che gente del genere, gente che come Virginia o altri indica persone che non conosce come parassiti o ricattatori, farebbe un gran bene a questo paese emigrando”
Guarda, chiunque legga questo post e i relativi commenti si rende perfettamente conto di chi ha fatto esempi concreti, presi dalla vita reale, e di chi invece ha prodotto solo aria fritta su Bush, Reagan, i neocon.
Comunque visto che evidentemente ti manca la Arci-storiella, che così poi vai a nannina e fai sogni d’oro, parte il tradizionale aneddoto di vita vissuta. Questa volta è uno spot promozionale per l’assunzione diretta degli insegnanti da parte degli istituti.
L’anno scorso nel liceo classico della mia città è andata in pensione l’unica insegnante di tedesco. Era una stronza pazzesca, lunatica, che faceva favoritismi a pioggia ( soprattutto alle figlie delle colleghe ), ma conosceva la sua materia. Ogni anno, a spese proprie, andava per due mesi in Germania. Gli studenti la odiavano, ma appena usciti dal liceo le riconoscevano il merito di averli preparati bene in una lingua difficile. E’la classica insegnante che qualsiasi sistema scolastico si terrebbe ben stretta, pagandola magari il triplo di quanto percepiva.
Per il magico sistema delle graduatorie è stata catapultata dalla Sicilia qui tra noi una neolaureata, che probabilmente aveva fatto alcuni stage sulla lingua di Goethe a Pantelleria o a Filicudi. Non sa letteralmente una parola di tedesco. I genitori, soprattutto quelli dell’ultimo anno che hanno da affrontare la maturità, sono disperati. E non si può far nulla. Nel mondo che io sogno questa disgraziata non solo sarebbe rimandata a casa, ma le sarebbe interdetto l’insegnamento vita natural durante.
Buona notte, Mazzy, ci sentiamo domani :)
mi pare di aver argomentato il mio “mare di stronzate”
se mentono e lo dimostro, ho tutto il diritto di definirli bugiardi senza che arrivi un fesso in schiena a dirmi antidemocratico
..ma forse ti sei solo risparmiato la lettura sopra, dev’essere per quello che sembri sorvolare su uma montagna di spiegazioni fornite in cambio di storielle edificanti o di attacchi chi lavora, anzii no, ai “parassiti” che lavorano per istruire i nostri figli
o forse sei uno dei due genialoidi…vai a sapere…internet è bella anche per quello
certo è che sentire gente del genere ergersi in cattedra contro gli insegnanti è l migliore dimostrazione di quanto possa essere delicata e a tratti eroica la loro funzione
una classe delle medie Virginia ed Arcroyal se li pappano in un boccone e dopo non sputano neppure la buccia…
@ arcroyal:
“Sarà mica – la butto lì, azzardo – che da noi gli insegnanti a libro paga sono molti di più rispetto ad altri paesi sviluppati?”
no, visto che è la percentuale del PIL dedicata agli stipendi ad essere la più bassa, non solo le singole retribuzioni
Con le storielle esemplari non si scrivono le leggi, quindi puoi raccontare tutte quelle che vuoi e altri ti possono rispondere con (infinite) storie di genitori da internare e eroismi sul lavoro, ma sempre di fuffa parlerai
Il caso che fai dell’insegnante di tedesco incapace di tedesco, NON attiene al numero degli insegnanti e nemmeno alla loro retribuzione, ma all’arruolamento degli insegnanti, che se non te ne sei accorto non è più praticato in maniera organica da più di un decennio
Capisco che ti faccia comodo spostare il punto della discussione, ma la soluzione polista in questo caso è di quella che piacciono anche a te
non si assume nessuno e si tira avanti a botte di precari, hanno persino chiuso le SSIS, che un po’ di filtro lo facevano
mi sembra ovvio che -limitandosi a togliere insegnanti- non si possano fare progressi, o nella vindice tua foga suggerisci di licenziarne comunque, che così quelli cattivi calano per forza e sfiga per i buoni?
classi di 30 allievi affidati a una sola maestra, nel caso delle elementari, non sono un progresso, visto che tutta la scienza pedagogica ormai respinge il maestro unico
che, detto tra noi, è retaggio di sottoculture pre-moderne, nelle madrasse c’è il maestro unico, do you know?
“no, visto che è la percentuale del PIL dedicata agli stipendi ad essere la più bassa, non solo le singole retribuzioni”
A me sembra molto più convincente prendere in esame il dato di spesa riferito ad ogni singolo studente. Non tenere conto della differente consistenza numerica delle popolazioni scolastiche, falsa qualsiasi ragionamento.
“Con le storielle esemplari….sempre di fuffa parlerai”
Vedi, noi usiamo due diverse linee di pensiero. Io parto da casi particolari e mi domando come possano essere risolti, senza stare a farmi tante pippe mentali sul colore politico delle soluzioni. Tu parti da schematismi ideologici ottocenteschi, e la scuola rappresenta solo uno dei tanti fronti della tua quotidiana guerra contro il capitalismo, l’America, l’Occidente. Io sono pragmatico, tu sei testa di cazzo. Tutto qui.
“Il caso che fai dell’insegnante di tedesco incapace di tedesco, NON attiene al numero degli insegnanti e nemmeno alla loro retribuzione, ma all’arruolamento degli insegnanti,…”
Ed infatti l’ho presentato come ‘spot promozionale per l’assunzione diretta degli insegnanti da parte degli istituti’.
“non si assume nessuno e si tira avanti a botte di precari,…”
Ci manca solo che ne vengano assunti altri prima di aver riodinato il sistema di reclutamento e di selezione. Ce ne sono già troppi. Vanno tagliati i ‘rami secchi’. Se poi si liberano dei posti, tanto meglio. Ma i nuovi vanno reclutati seguendo criteri completamente diversi dal passato.
“hanno persino chiuso le SSIS, che un po’ di filtro lo facevano”
Le SSIS erano delle autentiche truffe fatte per spillare soldi ai neolaureati. Servivano solo a guadagnare qualche punto in graduatoria. Ho da raccontare storie raccapriccianti a proposito. E non arrivano dalla sezione cittadina del PDL, ma da ragazze che li hanno frequentati. Secondo me vanno sostituiti da periodi di prova negli istituti dove ci sono dei posti vacanti, seguiti, nel caso di riscontro positivo, dall’assunzione diretta da parte della scuola.
“mi sembra ovvio che -limitandosi a togliere insegnanti- non si possano fare progressi, o nella vindice tua foga suggerisci di licenziarne comunque, che così quelli cattivi calano per forza e sfiga per i buoni?”
Non mettermi in bocca cretinate. Non sto predicando il principio della decimazione. Io voglio buttare fuori le mele marce. I docenti competenti, preparati e che hanno voglia di darsi da fare devono rimanere a tutti costi, e gli va aumentato sensibilmente lo stipendio.
“classi di 30 allievi affidati a una sola maestra, nel caso delle elementari, non sono un progresso, visto che tutta la scienza pedagogica ormai respinge il maestro unico”
Intere generazioni di italiani sono cresciuti con il maestro unico. Erano in tutte le materie molto più preparati di quelli che escono dalle classi con 3 maestre. Quanto alla scienza pedagogica, ci sono fior di studiosi che sostengono che a quell’età ci vuole una singola figura di riferimento, e non un gruppo di adulti spesso in scarsa sintonia tra di loro.
“…che, detto tra noi, è retaggio di sottoculture pre-moderne, nelle madrasse c’è il maestro unico, do you know?”
Il problema non è il numero degli insegnanti per classe, ma chi insegna, cosa insegna e come lo insegna. Non raccontiamo storie. Tu hai una fantastica capacità di astrarti dalla realtà e di partire per mondi immaginari e remoti. Vedo ogni giorno aule universitarie piene zeppe di studenti, in cui non si sente volare una mosca tanto è l’interesse che il docente in cattedra riesce a suscitare. Ma vedo anche aule mezze vuote, dove tutti fanno i cazzi loro e nessuno ascolta il trombone confusionario che se ne sta sulla predella.
buttare fuori le mele marce non si ottiene tagliando una spesa per l’istruzione già ai minimi in Europa, quello e solo quello fa la riforma Gelmini
il dato è quello, sei tu che paragoni due dati non omogenei come la retribuzione degli insegnanti e la spesa complessiva per l’istruzione pro-capite
se per ogni studente si stanziano più soldi della media, dimostra semmai che da qualche parte qualcuno spende male o i che i soldi spariscono, che c’entrano gli stipendi dei docenti che assorbono meno Pil (dato omogeneo) che negli altri paesi?
tra l’altro nella riforma non c’è niente che affronti le tue paranoie, sorry, ma ci sono solo vecchi tagli, vecchi maestri unici e vecchi grembiulini
efficienza, lingue straniere, informatica, sono solo slogan
Berlusconi e Tremonti sono già stati un’intera legislatura al governo, hanno sempre e solo tagliato, prova a citare un miglioramento dell’istruzione sotto il loro govern, uno solo :D
questa è una riforma di Tremonti, Gelmini c’entra come la Carfagna..
fuffa, come sono fuffa la sciocca propaganda e l’odio appena dissimulato verso gli insegnanti, evidentemente in una società che impedisce di sfogare la rabbia, ciascuno si appiglia a questo o quel capro espiatorio e ci da giù di brutto non appena si presta l’occasione, ma questo è un discorso che porterebbe lontano e non ha senso farlo con te
chapeau per:
“Io sono pragmatico, tu sei testa di cazzo. Tutto qui.”
dillo a quello del “libero confronto”
:)
che gente…bah…
bye pallonaro, adesso vai a scrivere quanto sono scemo sul tuo blog…pfffffffffffffffffffff
Io però ora una domanda la vorrei anche fare, molto più terra terra della parte economica che mi pare affrontata (da entrambe le parti) da persone molto più in grado di me e quindi zitto.
Leggo nel post e cito, precisando che la citazione fa un po’ da riassunto, spero non mi si risponda che non dovrei leggere solo una frase:
“Io credo che dobbiamo affrontarlo e denunciarlo noi, lo sfacelo sociale e culturale a cui assistiamo in tante delle nostre scuole (penso ai professionali ai confini della realtà di cui ho notizia, penso a certe realtà di periferia”
Ecco, prima della domanda una premessa, ché mi pare s’usi.
Io ho studiato in uno dei professionali citati nel post.
Cioè non so se l’autrice pensava proprio al mio, ma quando ho letto la frase io ho pensato “Il mio!” e quindi diciamo che può starci il coinvlgimento anche se non voluto.
Insomma, scuola professionale ai confini della realtà.
Ce l’ho:
Eravamo un distaccamento di una succursale di un altro istituto, nel quale venivano sversati gli iscritti alla scuola ‘madre’ in esubero; praticamente ci avevano messi ospiti di un istituto d’agraria che ci aveva concesso un piano, non avevamo quindi presidenza, no segreteria, niente, per incontrare il nostro preside dovevamo attraversare la cttà, così come lui per controllare noi quindi figuratevi quei confini là sopra che realtà avevano generato.
Di periferia:
Ce l’ho:
Quarto Oggiaro (MI).
Più periferia di quella, non in termini geografici ma sociali, solo Scampìa.
Che è la colonia estiva di quelli di quarto oggiaro.
Direi che sono la scuola citata nel post.
Di mio ci aggiungo due informazioni sui professori:
Sorvolo sui neolaureati più giovani di alcuni dei quartoggiaresi che, forse per non aver compreso il vero significato di ‘ripetere l’anno’ si ritrovavano più anziani dei loro stessi professori e mettetecela una strafiga (ma davvero strafiga) di meno di 30 anni tutta gnocca di pelle rossa vestita e figura genere Patsy kensit (erano quelli gli anni) a dire a uno di quarto oggiaro che da del tu pure ai muri che deve portare la giustificazione firmata dai genitori, quello dei due non in galera possibilmente.
Sorvolo persino su quelli che non conoscendo la materia di loro competenza ci fecero copiare il libro di disegno tecnico per 4 anni consecutivi così, copiare una pagina al giorno senza spiegazione, prima o poi se non altro il rapido(graph) impari a usarlo per osmosi.
Mi soffermo invece su quello della materia principe: grafica.
Mi dicono che morì pochi anni dopo il mio diploma, di aids.
Del resto, con la vita che faceva prima dopo e durante le ore di lezione non poteva finire che così.
E quello era quello della materia principe della scuola che avevo scelto, mica quello di, chessò, religione.
Sullo stato dell’edificio (visti i brani sul finanziamento all’edilizia) mi viene solo da dire che già ai tempi eravamo messi maluccio, oggi poi ho vsto il mio istituto in un servizio in tv sull’abitudine dei rom di ribare il rame.
Mancavano quindi i fili, verrà da pensare.
No, mancavano proprio le pareti.
Praticamente quella scuola è diventata un serbatoio di materie prime e ne è rimasto solo lo scheletro; il resto, dai cavi ai controsoffitti ai bagni tutto spolpato e rivenduto.
Fine della premessa necessaria al fine di produrre referenze atte a certificare la legittimità della seguente domanda:
Io sono uscito da lì nel ’90, 18 anni fa (minchia)
Macchianera è on line dal 2000.
Siamo nel 2008.
Domanda (sì…arrivo…arrivo…sono amico di Arc mica per niente):
Com’è che in 8 anni di attività, su questo blog una frase come
“Io credo che dobbiamo affrontarlo e denunciarlo noi, lo sfacelo sociale e culturale a cui assistiamo in tante delle nostre scuole (penso ai professionali ai confini della realtà di cui ho notizia, penso a certe realtà di periferia”
da parte di chi in quelle scuole ci lavora da vent’anni e forse più non s’è mai letta?
Com’è che la si legge oggi, questa urgenza di non abbandonare noi poveri studenti di professionali di perferia al nostro destino di emarginati?
Può essere solo ritardo col quale è giunta la “notizia”?
PS:
‘Amico di Arc” in sonso blogghistico, eh.
Cioè di incontri/scontri.
Ché a livello di idee politiche oggi non sono, rispetto a lui, all’estremo opposto solo perché Mazzetta m’ha rubato il posto ridando un nuovo senso al termine ‘estremo opposto’, ma diciamo che fino a ieri io ero il Mazzetta di Arcoyal.
(Mazzetta, fuori dalle righe e dalle posizioni politiche…vedrai che dopo un po’ impari ad amarlo Arc. Ce ne fossero come lui, per scontrarsi in rete)
“se per ogni studente si stanziano più soldi della media, dimostra semmai che da qualche parte qualcuno spende male o i che i soldi spariscono,…”
Da qualche parte dove? E soprattutto chi o cosa si starebbe mangiando i nostri soldi? Quando ti metti a fare oscuri riferimenti ad entità misteriose, mi fai impazzire. Ti avverto, però : se mi tiri di nuovo fuori Bush e i neocon, vengo lì e ti picchio.
“ci sono solo vecchi tagli, vecchi maestri unici e vecchi grembiulini”
Non necessariamente le cose vecchie sono peggio di quelle nuove.
“hanno sempre e solo tagliato, prova a citare un miglioramento dell’istruzione sotto il loro govern, uno solo”
I dati OCSE dicono che siamo al settimo posto tra i paesi sviluppati per spesa pro capite durante l’intero arco della scuola primaria e secondaria. Questi tagli non devono essere stati particolarmente significativi visti i dati. Il maestro unico, il grembiule e gli ‘esami di riparazione’ non sono cattive idee. A te fanno inorridire. A me piacciono.
“fuffa, come sono fuffa la sciocca propaganda e l’odio appena dissimulato verso gli insegnanti,…”
Come al solito ti devo correggere. L’odio lo riservo per cose più importanti e ‘toccanti’, e ad ‘insegnanti’ ti sei dimenticato di aggiungere ‘fannulloni’. A me stanno sulle balle gli insegnanti ‘fannulloni’ e lotto per la valorizzazione di quei docenti che fanno bene il loro lavoro.
“evidentemente in una società che impedisce di sfogare la rabbia, ciascuno si appiglia a questo o quel capro espiatorio e ci da giù di brutto non appena si presta l’occasione”
Ha parlato quello che si aggira tutto il giorno schiumando rabbia e odio contro Bush, Berlusconi, i neocon, Magdi Allam, Facci, e via declinando in una lista lunghissima ed impressionante.
“ chapeau per:
“Io sono pragmatico, tu sei testa di cazzo. Tutto qui.”
dillo a quello del “libero confronto” “
In un confronto ci stanno pure gli sfottò. Tu ce ne spari addosso dall’alba a notte inoltrata. Condivido il commento di Federico solo per la parte riservata ad Haramlik. Tu ti ‘confronti’ fin troppo.
A proposito. Mi era sfuggita questa tua bassa insinuazione
“o forse sei uno dei due genialoidi…vai a sapere…internet è bella anche per quello”
che avevi cacato giù nella replica a Federico. Adesso te la restituisco con gli interessi.
Ieri, all’ora di pranzo, si aggirava per MN un tale Surfer che cantava altissimi osanna alla tua figura di Grande Economista ( ma LoooooL ) e che, addirittura, proprio qua sotto, ci ha gridato in faccia che non abbiamo ancora capito quanto sei figo, che sei più forte di Chuck Norris ( ma straLoooooooooL ). L’altro giorno, però, in una delle tue pseudo-risposte alle mie osservazioni alla sventagliata di link che ci avevi impropriamente gettato addosso, avevi scritto
“p.s. se surfi il Washington Post…”
e a me quel ‘surfi’ era rimasto impresso come un vocabolo un po’ insolito. E adesso mi trovo davanti questo Surfer invasato di te. Sarà mica che hai voluto fare il bricconcello e ti sei travestito da surfista per riempire il post di ulteriori riferimenti alla tua Straordinaria Persona? Ho ormai intuito che per gonfiare il tuo ego smisurato sei disposto a tutto, ma non è il caso di esagerare. Già normalmente sei più gasato di uno Zeppelin senza bisogno di usare simili espedienti per pomparti altra aria.
‘Notte, tesoruccio.
Uffi…mi sono dimenticato di commentare il commiato di Mazzy.
“…adesso vai a scrivere quanto sono scemo sul tuo blog…”
Dal momento che non ho grandissimi titoli da esibire, anzi sono un emerito signor nessuno ( il Ministerio de Educaciòn spagnolo non sa manco che esisto…sigh :(, non ho un mio blog personale. Se proprio vuoi un mio indirizzo ‘virtuale’ dove venirmi a fare ancora una volta nero, c’è il blog di Broono.
Ci alligno da diversi anni insieme ad un’altra manica di pazzi squinternati come me. E non ho ancora capito come Broono abbia fatto a sopportarci per così tanto tempo visto che ogni nostro interventi inizia con ” Brò, come al solito non hai capito nulla…”. Probabilmente ci considera la sua coscienza critica.
A ribuonanotte, Mazzy.
@ Broono
Non so se Sua Signoria la Professoresssa Illustrisssima ti risponderà. Stasera ha dichiarato che la discussione le pare ormai ‘tralasciabile’. Poi ha distribuito un pò di dati per dimostrare che qui ci sono dei mentitori professionisti, non ha atteso le repliche e si è ritirata. Speriamo in una sua nuova epifania. Sarei proprio curioso di leggere cosa ti risponde.
E poi smettila di parlarci dei tuoi casi personali. Mazzy ha appena sentenziato che
“con le storielle esemplari non si scrivono le leggi, quindi puoi raccontare tutte quelle che vuoi e altri ti possono rispondere con (infinite) storie di genitori da internare e eroismi sul lavoro, ma sempre di fuffa parlerai”
e quindi cerca di adeguarti alla svelta, che tu sei il più ‘fuffoso’ di tutti.
( adesso torno nel sultanato a rassicurare il popolino circa la mia scomparsa…vorrei mai che pensassero che mi sia ritirato in esilio ;)
mi spiace, ma non ho l’esclusiva di certi termii, capita anziche certi modi di dire alla fine li condivida con chi frequento e surfthe net non è proprio esclusivissimo ;)
fortunatamente non m’appartiene il travestimento, tantomeno per dirmi quanto sono figo
p.s. per Allam, Facci etc, non provo odio
semplicemente li combatto in quanto sono convinto che facciano danni, come tutti i ballisti e i servi e in quanto strumento del mantenimento di un potere che riconosco come dannoso e criminale
ho ancora la pretesa di pensare che sia giusto combattere i disonesti e i criminali, diversamente da te io preferisco prendermela con chi regge le fila di questo sistema, piuttosto che fare battaglie di retroguardia al fannullone annifato nell’ente pubblico o al barbone che dorme in un cartone
è un po’ più difficile, forse anche più rischioso, ma che me ne farei di una paese con qualche fannullone e barbone in meno dopo che un branco di ladri ed incompetenti l’ha saccheggiato?
odio le guerre tra poveri, e il ricorrente linciaggio di questa o quella categoria sfigata offerto al popolo non è ltro che una guerra tra poveri al riparo della quale ui grandi ladri combinano di tutto inosservati
hai visto che mentre gli americani si preoccupavano della “sicurezza” gli hanno rubato anche la casa?
mentre tu rincorri i fannulloni, questi fanno lo stesso, poi quando ci ritroveremo con le casse vuote e la miseria, arriverà il bipolare schieramento alternativo a chiedere sacrifici
così certi merdaioli potranno parlare di governo comunista e porre le premesse per un altro giro di giostra e via all’infinito…
altro che odio, è una vita che la prendiamo in culo, come cittadini, perchè immensi pirla corrono dietro a narrazioni-patacca e credono a questi truffatori…
Rispondo a Broooono che, a proposito del mio accenno agli istituti professionali, scrive:
Com’è che la si legge oggi, questa urgenza di non abbandonare noi poveri studenti di professionali di perferia al nostro destino di emarginati?
Può essere solo ritardo col quale è giunta la “notizia”?
Guarda: questa “urgenza” la si legge solo nel mio post, temo. Non mi pare di averne letto altrove.
E, personalmente, io manco sospettavo lontanamente cosa potessero essere certi professionali finché non ho avuto la ventura di incapparci.
Quando ci sono incappata, appunto, ho detto e scritto che mi pareva un problema da affrontare, e di corsa.
Come possano prosperare certe realtà scolastiche te lo dice la realtà: le zone del disagio necessitano di “contenitori sociali” e chi insegna lì dentro impara a sue spese a farsi passare ogni velleità di insegnare: l’obiettivo, di fatto, diventa quello di intrattenere i ragazzi affinché non vadano in giro a strafarsi, a commettere reati o ad ammazzarsi. E a te tocca fare l’assistente sociale, e con gli anni ti scordi in cosa consista fare il prof vero.
Come si risolve il problema? Non ne ho idea. Ma a Ottobre del 2005, pensando al professionale dove ero finita dopo una lunga esperienza di insegnamento in Egitto, scrissi questo:
http://www.ilcircolo.net/lia/910.php
Quindi, come vedi, non mi pongo ‘ste domande per loschi interessi personali basati sull’attuale emergenza.
In quelle scuole, io ci ho visto resistere due tipi di insegnanti: i molto mediocri, che magari non hanno voglia di affrontare contesti diversi, o gli estremamente bravi e generosi che se ne stanno apposta in prima linea a fare i Don Chisciotte.
E poi i giovani a cui tocca, prima di avere abbastanza punteggio da potere scappare.
Tutti gli altri hanno l’ambizione di insegnare la propria materia – giustamente – e quindi cercano di andare in scuole dove ciò sia possibile.
Personalmente credo che, in quelle realtà, le materie vadano effettivamente diminuite. Ma non quelle tecniche, con buona pace della Gelmini. Quelle culturali, compresa quella che insegno io. Così come è impostata adesso, l’offerta formativa è velleitaria. A volere essere generosi.
Questo però vuol dire uscire dall’inganno per cui certi studi, oggi, costituiscono un titolo di accesso all’università. E’ un argomento duretto per tutti, temo. Specie per gli studenti. Per noi, che vuoi che ti dica: si perde qualche cattedra e amen. Ma per loro, trovarsi di fronte al fatto che i tempi sono cambiati e che la situazione attuale farà sì che le scelte – e le cazzate – fatte a 15, 16 anni determineranno il corso della vita, potrebbe essere un bagno di realtà.
Si va verso un mondo sempre più di classe. Se il governo avesse il coraggio di dire cosa sta realmente facendo – mettere la scuola di Stato nell’impossibilità di contrastare questa deriva – direbbe questo. Che chi cresce in certe realtà, e viene espulso da certe scuole per quindi finire in certe altre, ha in linea di massima il destino segnato. Di “recupero”, non si parla più.
Si preferisce, invece, dare alla gente l’osso del “prof da punire”, affinché si intrattenga con quello e non pensi a ciò che la riguarda da vicino.
Evvabbe’.
Personalmente, vedendo il film “La classe”, l’altro giorno, ho molto invidiato le condizioni lavorative dei colleghi “di frontiera” d’Oltralpe.
Noi non le vediamo manco col cannocchiale. E pensa che sarebbe un film sul disagio nella scuola, quello.
E se già adesso siamo messi così, non voglio nemmeno pensare a cosa saremo dopo i tagli.
Io poi posso anche dirmi che non mi pare difficile capire che, in una scuola impoverita e resa ingestibile, i ragazzi ci smenano infinitamente più dei prof.
Ma che me lo dico a fare?
C’è l’Italia intera che pare regredita allo stato del Peppo tonto che passa l’anno a tirare le freccette al prof pensando di essere fighissimo e di trarne chissà quale soddisfazione.
Poi scopre di avere buttato nel cesso tempo e opportunità mentre, nel frattempo, il prof si portava a casa comunque il suo stipendio.
Ecco: noi lavoreremo comunque. Peggio, ma lavoreremo. I ragazzi impareranno peggio. Per loro, però, questo avrà ricadute di gran lunga più penalizzanti.