E’ che essere un artista non è proprio un colpo di fortuna, pensavo guardando la vignetta di Mauro che ha scatenato il putiferio che sappiamo. Perché io so (proprio lo so, sono una dipendente dello Stato nell’Era Brunetta, con vista su una realtà particolarmente disgraziata) che l’aria che tira è di sconfitta, nichilismo e disperazione individuale, solitaria. Nulla di meno. E lo sanno pure le antenne di Biani, e mi basta guardarla, la “vigna” incriminata, per capire che ha capito benissimo, lui, tutto ciò che c’è da capire su come ci si sente, qua in giro.
Solo che il mondo non è fatto solo di testimoni diretti delle sconfitte, né tanto meno di artisti. Ci sono tutti gli altri – gli estranei – e loro non capiscono nulla che non sia bene ordinato, con tutti i parametri perbene al posto loro e così via. L’immaginazione non può fare miracoli. E a me pare che il problema, con questa vignetta, sia che Mauro non ha parlato a questi qua. Ha semplicemente descritto l’impotenza e la mortificazione senza limiti che io, nel mio piccolo, vedo attorno a me, a chi – ancora? – non la percepisce e, di conseguenza, può esprimersi solo attraverso lezioncine politicamente corrette: quelle che ci ispirano le cose che sono solo in TV o, appunto, sui giornali.
Io, per esempio, di scuola non parlo più, come è ovvio. Da quando i miei dati personali sono stati resi pubblici direi che non è più il caso: finirei col raccontare storie i cui protagonisti sarebbero riconoscibili, e non si fa. Molto meglio parlare di stronzate, ché così almeno mi distraggo e non ci penso, alla scuola e a quello che succede.
Però di una cosa che mi hanno raccontato posso parlarne, forse: di una collega anziana, in una sala prof che non è la mia, a cui l’altro giorno sono ceduti i nervi e ha cominciato a piangere e, da lì, è stato un crescendo in cui ha perso completamente il controllo e ha cominciato a battere la testa contro il tavolo e a mordersi le mani che pareva che si strappasse la carne e a dire che lei sarebbe morta, che alla fine dell’anno non ci sarebbe arrivata e che si sarebbe ammazzata prima, ed è stato uno spettacolo terribile, con le colleghe che cercavano di fermarla e di calmarla senza potere fare niente, proprio niente per aiutarla. Credo che in carcere, tra detenute, si sviluppi lo stesso tipo di solidarietà.
Il motivo: oh, le cose che fanno stare molto male la gente. L’accumulo di mortificazione, più che altro. Il genitore invalido che non puoi più assistere perché Brunetta ha ristretto la distanza in km che deve esserci tra te e lui perché tu abbia diritto ai permessi. L’accanimento che c’è contro di noi e che percepiamo benissimo, guarda.
Per dire, proprio oggi pensavo alla decurtazione dello stipendio che adesso ci tocca se ci ammaliamo, ed io stasera ho la febbre e, se voglio stare a casa ed evitare di passare l’influenza a mezza scuola, domani mi vedrò togliere un terzo della retribuzione della mia giornata lavorativa. E i nuovi orari relativi alla visita fiscale, per cui io domani starò a casa, appunto, e non ho la spesa fatta e non potrò andare a farla. Mangerò biscotti, chennesò. Il clima punitivo che c’è, per cui si impiantano come prassi, nelle scuole, un mucchio di soprusi su cui la Cassazione si è già pronunciata decine di volte sancendone l’illeicità, ma tanto si sa che la gente non ce la fa più, a protestare, e poi chi ce li ha i soldi per l’avvocato, visto che trovare un sindacalista che ricordi ancora quale è il suo mestiere è una mezza impresa? Non so, non ho voglia di raccontare casi o di infilarmi in analisi che un sacco di altra gente ha fatto molto meglio di quanto farei io.
Io volevo solo dire che sono stanca. Che l’entusiasmo, la voglia di fare bene il mio mestiere, mi sta diventando una specie di ricordo, e che non c’è sensazione più amara di questa. Ti perdi, proprio, schiacciata in un’immagine di te che non è tua e a cui, alla fine, ti pieghi per stanchezza e perché sopravvivere si deve. Ti va a pezzi l’identità, davvero. Non si fida di noi, lo Stato? Evvabbe’, faccia come crede. Ci arrangeremo. Ci daremo come obiettivo l’arrivare a fine giornata e al diavolo il resto. Chi cavolo ce lo fa fare.
Figurati: ci sono scuole dove non possiamo manco maneggiare la fotocopiatrice, ché si vede che hanno paura che gli rubiamo la carta. Non ci è permesso toccarla, dico davvero. E una dovrebbe preparare attività, dare materiale ai ragazzi e proporre cose facendosi precedere da richieste scritte, firmate, controfirmate, giustificate e motivate e avanzate con una settimana di anticipo? Per cosa? Perché le è venuto in mente un modo per fare imparare meglio qualcosa ai ragazzi e quindi le servono 15 fotocopie? E deve dimostrare che non li vuole rubare, i 15 fogli di carta?
Ma che andassero al diavolo tutti quanti, davvero. E qui siamo miti prof, abbiamo tutti i freni inibitori a posto, miracolosamente abbiamo ancora un lavoro (quelli di noi che lo manterranno, dico, che un 100.000 andranno a spasso) e quindi lo manifestiamo col burnout, questo senso di sconfitta totale. E sto parlando di me, che non sono in mobilità, che non ho – ancora – la devastazione sull’uscio di casa. Figurati gli altri. Poi, come dicevo, se uno ha la sfortuna di nascere artista, invece di fermarsi all’apparenza dettata dai nostri freni inibitori e dalla nostra depressione, piglia e si collega direttamente allo strato successivo, alla rabbia repressa che – state tranquilli – non viene fuori, al massimo si traduce in cancro o cose così.
Ed è uno scandalo, certo. Le cose represse non si dicono.
Ché poi arriva Gasparri e dà del violento a Biani.
>E’ questo il punto. Perchè?
Ce lo chiediamo entrando in classe ogni giorno, per chi ci entra.
Io credo che sia una questione meramente economica
— bah… scusami ma sembra una risposta poco sensata.
Pensi davvero che se la maestra guadagnasse 3000 euro al mese e potesse comperare il cellulare più bello sarebbe maggiormente rispettata da genitori e alunni e, soprattutto (perché questo è il punto), detti alunni imparerebbero meglio e sarebbero un giorno cittadini migliori?
>La scuola non è un impiego come gli altri
— credo che tanti dei problemi della scuola derivino proprio da questa convinzione.
SArebbe ora di iniziare a capire che il mestiere di insegnante è un lavoro come tanti altri, e come tale deve essere giudicato (costi, produttività eccetera)
>Quindi non capisco dove vai a parare.Quindi cosa vuoi affermare oltrea negare ciò che dice Haramlik,che sicuramente non può rappresentare tutta la categoria degli statali,tra i quali,esistono veramente persone che sono pagate per “non lavorare”,
come gli operai dei cantieri di stato.Quindi quali sono le tue affermazioni oltre all’arte di citare gli altri ed attaccarti a singoli termini.Hai un pensiero tuo o no?
— non capisco. Tutto quello che ho scritto fino ad ora è ovviamente il mio pensiero.
Non chiedo nulla ad Haramlik. Coglievo l’occasione per far notare come le rappresentanze degli insegnanti siano sempre pronte a lamentarsi in maniera anche eclatante di cose comuni a moltissimi altri lavoratori, e mai a fare un minimo di autocritica.
Tutto qui.
>se io dico che la povertà non dignitosa, non asserisco che la ricchezza necessariamente lo sia
se dico che uno basso non gioca pivot non ho affermato che uno alto invece sì necessariamente
si chiama condizionone necessaria ma non sufficiente
— Se la ricchezza è condizione necessaria (ma non sufficiente) per la dignità, ne consegue che un povero non ha le condizioni necessarie per essere dignitoso.
Questo secondo il tuo ragionamento.
>fai male a criticare gli insegnati
i tuoi devono essere stati scarsi un bel po’
— si, molti di loro sono stati molto scarsi. Mia figlia ha un paio di maestre molto brave e ne ha avuto alcune pessime.
>quanto all dignità di gesù, fai pena a tirare fuori un esempio del genere, credente o meno che sia il ricevente della tua brillante pensata
se credi, paragoni un componente della trinità con un pezzente
se non credi, tiri fuori una figura non più che mitologica per utilizzarla del tutto fuori contesto
— non capisco cosa avrei fatto di blasfemo.
Gesù era un “pezzente” (come lo chiami tu, con evidente disprezzo di coloro che non sono ricchi), tecnicamente parlando. Era un tizio che non possedeva nulla se non i suoi vestiti.
Secondo il tuo ragionamento era un uomo senza dignità.
>ma dove l’hai presa la laurea? in che cosa? che superiori hai fatto? ti rendi conto delle boiate che sforni a getto contunuo?
io mi rendo conto solo del fatto che qualcuno (non solo io) cerca di argomentare, tu e altri insultate e la volete mettere sul personale.
Comunicazione di servizio: qui, intanto il medico legale non si è ancora visto. Io sono in malattia da ieri ma riprendo servizio domani, quindi Brunetta dovrebbe sbrigarsi se vuole vedermi in pigiama.
Più plausibilmente, l’ultima parola sulle visite fiscali ce l’ha l’Asl, visto che dovrà pur farsi i conti su quanti medici ha, quanti malati ci sono etc.
Considerando che è stato calcolato (fonte it.istruzione.scuola) che ogni visita fiscale domiciliare costa all’asl sui 100 euro, suppongo che alla propaganda brunettiana in tv si contrapporrà un sano buonsenso da parte di chi effettivamente le amministra, le cose.
Io, intanto, ho appena mandato un’email alla scuola e all’asl per avvisarli che alle 5 esco per andare a prendere il mio certificato medico dal dottore.
E penso assorta ai due impiegati (uno a scuola e uno all’asl) che archivieranno la mia email etc. etc.
La burocrazia ha un suo fascino.
>Si dice spesso che l’Educazione civica è stata colpevolmente trascurata, nelle scuole. Il risultato è che gente come te – imbottita di TV e mai educata a capire il senso della Costituzione e dello Stato – non si accorge manco più di cosa sia un’istituzione, e per giunta un’istituzione come quella scolastica.
Sì, stiamo parlando del futuro dei bambini. Lo capisci? Sì, stiamo parlando della dignità dello Stato, che non deve essere servito da straccioni mortificati ma da gente con l’orgoglio del proprio ruolo. Lo capisci o no?
— mi spiace: non sono un consumatore di tv, mi capita di vederla quando mia figlia la accende e cerco di centellinarla anche a lei.
Educazione civica: ricordo che per una vita i miei genitori mi hanno comperato il libro di questa materia (perlomeno alle medie e i primi due anni di liceo, se non vado errato) e gli insegnanti di italiano e storia hanno sempre ben pensato di non farne uso.
Credo di avere assistito a tre lezioni di educazione civica in tutti quegli anni. Di chi era la colpa? Della televisione? Di Brunetta? Non degli insegnanti che pensavano che fosse una materia inutile?
>Il punto è che per te, “autocritica”, deve essere una cosa tipo 10 prof che si presentano da Maria De Filippi a confessare di essersi presi un ponte di troppo.
— sei decisamente ossessionata dalla televisione. Pensi davvero che sia il grande satana?
>Un docente universitario è innanzitutto uno studioso e un ricercatore e DOPO, solo dopo, è uno che insegna. Lo capisci?
— ne prendo atto. Credevo che un docente universitario dovesse in primo luogo insegnare.
>Una persona sana di mente non si laurea (e non parlo solo della classica laurea in Lettere, visto che a scuola si insegnano materie scientifiche, diritto, economia e via dicendo) per andare a guadagnare – dopo anni di gavetta e precarieto pagato a stento o non pagato del tutto – mille e pochi euro al mese,
— ti faccio notare che i mille euro al mese dopo la laurea li prendono non solo i bistrattati insegnanti, ma anche i praticanti del commercialista, il precario del call center, quello che in mancanza di altro deve fare il cassiere alla standa eccetera.
Lo vuoi capire che NON SIETE SPECIALI? Siete lavoratori come gli altri, con i problemi degli altri.
>E uno come MC non se ne accorgerà nemmeno, perché non ha mai capito che esisteva. In tv non glielo hanno detto.
questa della televisione è proprio un chiodo fisso.
E’ la solita storia elitaria: chi non la pensa come te è stupido e ingorante.
>Il giorno dopo, la direttrice della scuola chiama l’ingenua supplente e le comunica che ci sono state lamentele dei genitori perché pare che lei metta i bambini all’ombra per sedersi al sole.
— fantastico: adesso riesci anche a spiegarmi episodi vissuti da altri…
Comunque no, non è andata così. La supplente faceva stare i bambini in due o tre nel banco perché LEGGEVA per conto suo libri sotto la finestra tutta la mattina e LI MANDAVA ogni tanto alla macchinetta a farsi portare il caffé.
I bambini, abituati ad una maestra brava ed energica, dopo un paio di giorni di felicità per il classico casino da supplenza, tornavano a casa lamentandosi di queste stranezze e del fatto che si annoiavano tutto il giorno.
Io ci rinuncio!Lo scopriremo solo vivendo.Le scuole sono già iniziate e un Decreto Legge per apportare modifiche mi sembra esagerato.Una volta i DL si usavano solo in casi di grave calamità,ora sono la norma.Questa è la democrazia che cade dall’alto,senza nessuna discussione,non solo senza l’opposizione,ma senza insegnanti ne studenti.
Popolo della libertà…la loro di fare il cazzo che vogliono!
mc, è sempre la solita storia
che si parli di politica o di calcio, di lavoro o di cinema
se non capisci, nel caso inquestione quello che Hara, Morosita, il sottoscritto e altri hanno voluto dire, non possiamo farci niente
e se non tiri fuori gesù per giustificare gli stipendi bassi (la stronzata web dell’anno, senza ombra di dubbio), migliori di un po’ la figura da ottuso che hai sparso a piena tastiera
uno è anche libero di guarnire il pezzo di merda che gli faranno mangiare con una candelina, se crede di essere a una festa.
il problema è sempre quello dell’apologo di menenio agrippa (sforno citazioni per ottenere eccitazioni. Di morosita, per coloro che si mettessero all’ascolto solo ora).
Siamo un corpo unico. E se una parte di questo corpo decide di accettare della merda per pranzo (la candelina è un optional), quella merda se la becca tutto il corpo. E allora è epr questo che gli altri organi, quando ne incontrano uno del genere protestano. Mica per lui. Per loro stessi (sè medesimi? essi stessi? per costoro i quali? per proprio loro loro?)
lo so, ma purtroppo è anche vero che parlare con mc in questo momento è come parlare con un televisore. e sicuramente mc ha l’impressione di parlare con il politburo di stalin. per cui, sperando di non dover aspettare un ventennio prima che sia possibile ragionare, mi rassegno al fatto che non si può ribadire le stesse cose all’infinito, che fa un effetto avvilente di ecolalia. per strada, al bar, a casa mia, mi impegno ad accettare interlocuzioni, ma brevi. il luogo per esternare seriamente le cose d’ora in avanti è la piazza, o almeno me lo auguro.
di fronte allo tsunami di entusiasmo nazional-tribale accetto invece che per mc, qui e adesso, il bicchiere sia mezzo pieno
di merda.
>mc, è sempre la solita storia
…
(la stronzata web dell’anno, senza ombra di dubbio),
…
la figura da ottuso che hai sparso a piena tastiera
— insulti, solo insulti. Nessuna argomentazione.
Vai a rileggere il thread: io non ho mai apostrofato nessuno in modo maleducato, mi limito ad esporre idee, che come tali possono essere condivise o meno.
Tu, il prode democratico, il paladino degli insegnanti villipesi, invece di rispondere nel merito, sai solo metterla sul personale e insultare.
Bah.
Non hai esposto nessuna Idea!Quale sarebbe la tua idea?
Ti cito:
— non capisco. Tutto quello che ho scritto fino ad ora è ovviamente il mio pensiero.
Non chiedo nulla ad Haramlik. Coglievo l’occasione per far notare come le rappresentanze degli insegnanti siano sempre pronte a lamentarsi in maniera anche eclatante di cose comuni a moltissimi altri lavoratori, e mai a fare un minimo di autocritica.
Tutto qui.
scusami ma oltre questo,non hai detto un bel niente.
Anzi mi correggo.Sembra che sei tu quello piagnone che si lamenta.
Quindi tu puoi lamentarti e gli insegnanti no!
Questo è vero Comunismo.
Lavoratori tutti uguali,tutti poveri,presi a calci nel culo,precari.Tu giochi al ribasso.
boh, mc
piti ti riconosce pure come organo del suo stesso corpo, suggestionato dalla lettura dei classici. non mi sembra che ti consideri solo come un terminale per la ricezione degli insulti. si preoccupa di quello che pensi più di quanto tu ti preoccupi di cosa pensano gli insegnanti che sbatti in un solo calderone di bozzetti trucidi da giornalino di gian burrasca.
Mc,
sono stanca e, francamente, l’eccitazione per Menenio Agrippa e il nostro Livio di Macchianera (Piti), mi porta verso altri lidi nostalgici e di classico rimabmbimento.
Purtuttavia,
“…pensi davvero che se la maestra guadagnasse 3000 euro al mese e potesse comperare il cellulare più bello sarebbe maggiormente rispettata da genitori e alunni e, soprattutto (perché questo è il punto), detti alunni imparerebbero meglio e sarebbero un giorno cittadini migliori?”.
– SI’.
E non è mica per il cellulare e non è neanche da “imparerebbero in poi…”, semplicemente perché il danaro, vi piaccia o no, rende credibile ahimé tuto il resto e, che vi a ri-piaccia o no, MOTIVA.
Questo vale per tutti e non capisco, appunto, perché non dovrebbe valere per i prof. comuni mortali statali.
Direi, scusami, che per loro forse VALE DOPPIO (a insegnare a tante capa di minchia figlie di cape di minchie che non si sminchieranno mai, e non ce l’ho con te).
Sul resto glisso, ma mi viene in mente questo:
“La credibilità. Quando e perché la comunicazione ha successo”- Gili Guido
Now: PIGIAMA VOCAT.
Beh, sulla dignità ha ragione a mani basse il ‘povero’ MC: la dignità uno ce l’ha, oppure se la dà. Non aspetta che gliela diano il 27, altrimenti …
altrimenti, se avere dignità significa che il tuo cellulare deve essere più bello di quello del tuo alunno, abbiamo già decretato la vittoria per KO della buona Maria de Filippi.
Federico,
scusami, non voglio essere lesiva o offensiva perché su internet non sai mai chi hai davanti e non solo per questo,
ma non hai capito un cazzo.
Mai associato la dignità al 27 che se proprio vogliamo dirla tutta nella smorfia napoletana è il CANTERO.
Se ho detto questo, o mi sono spiegata male, e me ne scuso, o siete fessi voi.
Il cellulare è un’esemplificazione, un SIMBOLO, rimanda a concetti di riconoscimento sociale ALTRO.
Ciò non toglie che assistiamo ad un progressivo inebetimento delle masse ad opera di tecnologia più o meno inutile e dinanzi ai quali trovi i genitori che rimirano i figli come baccalà a bocca aperta perché in fondo com’è possibile che un figliolo che manovri un Mp3 non sia in grado di risolvere un problema di trigonometria o tradurti un periodo ipotetico?
Questo è più o meno il senso.
Ci siamo ragazzi, posso mettere il pigiama e andare a nanna o devo iniziare a fancularvi da sotto le coperte che l’I-Phone che, me tapina sfigata insegnante (?) – non ho?
Quanto al resto, che lo Stato tratti malissimo i suoi dipendenti, e gli insegnanti in particolare, è fuori discussione.
Quello che però non capisco è la coda fuori dalla porta.
Cioè, ad esempio: gli n-mila insegnanti precari che ogni anno deliberatamente optano per una scelta lavorativa suicida, perchè lo fanno?
(Per cortesia, non dite che è per vocazione. Potrei commuovermi)
Per vocazione. Molti.
La fessa che ti sta scrivendo, quando lo fa, ad esempio.
Ora piangi! Ma devi piangere molto che poco non mi accontento.
(Quello che hai espresso è vagamente ideal-classista e discriminatorio. Come dire, cazzo, perché ti sei iscritto ad una facoltà sfigata e lavori nella scuola?
Non potevi programmare meglio i tuoi mitocondri e farti piacere l’esame di Anatamia Comparata o Analisi II anziché intasare la Pubblica Istruzione?).
Ma che razza di domande-riflessione sono?
Se Haramilk non mi versa i contributi per come le sto tenendo in piedi il post, vi faccio vedere io cosa le combiniamo.
Brunetta ed io!
Scusa Morosita, effettivamente non ho capito.
Ma proprio non ho capito quello che hai detto (msg 113).
Cioè, ad esempio: non ho capito se sei d’accordo oppure no con la tesi che la dignità dipenda da quanto uno è ricco (ho capito bene almeno che il cellulare nuovo è un simbolo di ricchezza?).
Io credo che la mia dignità non dipenda da come tu mi tratti, o da quello che tu pensi di me (per fortuna). Credo che dipenda da come io sono quello che sono.
Che poi magari è vero che merito il doppio di stipendio, e nel caso degli insegnanti è certamente vero. Ma devo decidere, quando ne parlo, se ne parlo dalla parte del dipendente (che dice al suo datore di lavoro: pagami di più, perché la MIA dignità mi impedisce di lavorare per uno stipendio troppo basso) o come cittadino (che dice: la dignità dello stato ci impedisce di pagare così poco un insegnante).
Se ne parli da insegnante usando gli argomenti del cittadino è inevitabile che tu cada in un conflitto d’interessi (che oltretutto va tanto di moda). Perché l’applicazione delle tue idee politiche (le idee che tu hai in quanto cittadina) rischia di ingrossare il tuo portafoglio.
Con il che non sto dicendo che tali idee siano sbagliate, solo che sono fuori luogo, perché messe in imbarazzo dal conflitto di interessi.
—–
Anticipo la tua risposta: non ho capito comunque niente.
La differenza però è che, come già mc rimarcava, io non dico a te che tu non capisci un cazzo perché le tue idee sono diverse dalle mie.
Gessù, che discorso incredibile…
(Mor, scappa, questi so’ pazzi!!! :D :D)
avevamo una platea di idealisti e non lo sapevamo.
le dignità, per alcune anime candide in servizio permanente effettivo, non starebbe ANCHE nei soldi.
1) l’esempio di Hara, che chiedeva umilmente al padrone di casa di sospendere l’affitto perchè da supplente era pagata in ritarso, mi è sembrato lu-mi-no-so. Ma evidentemente qualcuno aveva gli occhiali da saldatore, perchè è rimasto nelle sue tenebre.
2) le paghe basse (per gli insegnanti come per chiunque) significano -se non hai altri cespiti da sfruttare- abitucci miserevoli, case disadorne, zero viaggi e quindi pochissimi contatti con il resto del mondo, pochi libri, cinema, teatro. Significa ripiegare un individuo,una persona dentro l’alveo ristretto della soddisfazione del minimo bisogno, e magari anche quello secondo modalità di ripiego. Significa POCHE OPPORTUNITA’. Sono dignitose le “poche opportunità?
Che questo stato di cose piaccia alla classe dirigente politica ed economica che ci ritroviamo è triste ma comprensibile. Si governa con poca fatica un popolo di scarsa apertura mentale che è conseguenza delle poche opportunità: a loro volta discendenti da redditi bassi (ok, non solo da questi, ma anche e inevitabilmente e soprattutto da questi).
Ma che dei contuncazzo purchessia, come mc e federico (che par di capire non fanno parte di nessun establishment, come me, morosita, hara, poldo ecc) sposino il moralismo fasullo della penuria, come non lesiva della dignità. fa francamente pena.
Che io speri di pagare poco il tecnico che viene a controllarmi la caldaia, può piacere o meno sul piano morale, ma c’ha una sua logica.
Ma che siano i riparatori di caldaie a bastonarsi da sè sulle palle dicendo che a guadagnare poco va bene lo stesso e la dignità non è in gioco, e gesù e barabba e le santemadonne, è sconcertante.
Prendono per buoni dei criteri che sono evidentemente nati da chi ha convenienza a far credere certe panzane.
Mc, io argomento. Sei tu che sei un capoccione. Sarà mica perchè prendi poco?
>Per vocazione. Molti.
— per vocazione alcuni, sicuramente.
Altri perché erano indecisi sul da farsi una volta finite le superiori e la facoltà è meno difficile di fisica, per dirne una.
Altri ancora perché (come accade nei concorsi per i comunali o al ministero) tutto sommato se entri hai la speranza di fare un lavoro “sicuro” e con minor stress del commerciale che deve fare fatturato ogni mese, altrimenti non prende la provvigione e/o non gli rinnovano il contratto.
Per il resto, direi che le posizioni reciproche sono chiare.
Io sostengo che gli insegnanti sono una categoria che ha pari dignità di quella degli altri lavoratori (e ci mancherebbe altro), che ha tutti i diritti di rivendicare stipendi migliori e la tutela di alcuni provilegi.
Aggiungo però che se la stima della stessa categoria presso il corpo sociale ha raggiunto livelli bassissimi la colpa non è certamente solo dei governi e della televisione, e se ne parlate con chiunque non sia insegnante avrete ampi anedotti a conferma.
Aggiungo che nel momento in cui a tutti i lavoratori del paese si chiedono (anzi, si impongono) sacrifici, le sollevazioni di scudi per la visita fiscale a casa il primo giorno di malattia fanno non solo sorridere, ma un pochino anche indignare.
Aggiungo che il misurare la dignità altrui sulla base dello stipendio (e degli status symbol che questo comporta), a me che sono da sempre una persona di sinistra, sembra una barbarie talmente colossale da farmi restare incredulo che a scriverla siano degli insegnanti.
Finisco constatando che il cercare di ragionare con taluni che sono insegnanti, esprimendo idee differenti da quelle del coro, non provoca dibattito: le risposte vanno subito a finire sul personale fino a sfiorare l’insulto. Se queste sono le persone che devono insegnare ai miei figli l’atteggiamento critico e il ragionare con la propria testa nei confronti del mondo, credo che effettivamente la scuola sia messa male e il problema principale non sia nella mancanza di fondi.
Per chiudere: la vignetta dalla quale è scaturito tutto era di pessimo gusto. Lungi da me voler censurare qualcuno o pensare che uno squilibrato possa andare a sparare istigato da un disegnino, ma sarei curioso di sentire le grida degli stessi che hanno difeso questo scarabocchio nel caso in cui avesse rappresentato una testa quadra padana con la pistola che minaccia Napolitano per avere la secessione.
>Mc, io argomento. Sei tu che sei un capoccione. Sarà mica perchè prendi poco?
— Vuoi sapere chi sono io? Vuoi sapere chi è la persona che con tanta facilità etichetti?
Eccomi:
io credo di guadagnare quello che merito. Non è molto, ma lo ritengo adeguato ad una persona che non ha capacità fuori dal comune, soprattuto in un momento in cui le aziende hanno difficoltà enormi a stare sul mercato.
Invece di piangere, quando posso faccio qualche lavoro in proprio (consulenza), sul quale pago regolarmente delle tasse fuori dalla grazia di dio, ma questo è un altro discorso.
Non guardo la tv e cerco di farla guardare il meno possibile a mia figlia, che stimolo alla lettura e alla curiosità verso la scienza. Soprattutto cerco di insegnarle l’atteggiamento critico verso le istituzioni e il pensiero comune, che sono degni di rispetto sempre, ma che possono essere condivisi solo dopo aver ragionato autonomamente. (Per inciso: in tanti anni di scuola, non aver MAI incontrato docenti che abbiano spinto al ragionamento personale è quantomento curioso).
Anche se non ho il cellulare ultimo modello e ho una automobile di 900cc di cilindata vecchia di dieci anni; credo di avere una certa dignità, che viene dal fatto di manetere in maniera onesta la mia famiglia, e dal tentare di vivere secondo adeguati principi.
Ecco, ti ho risposto.
E aggiungo che questo atteggiamento di considerare stupidi tutti coloro che non la pensano come te è veramente desolante.
Piti, la tua concezione di dignità è misera e da (piccolo) borghese. La dignità è un valore dell’io, non spetta agli altri misurarla.
Carissima Haramlik, ed è stato un vero piacer, credimi, sapere che esisti, io scappo, come ben consigli, ma non prima di dire a mc il cui nick ricorda una vaga formula di Einstein, beffa delle beffe plurime,
che:
– aspettavo solo il momento in cui dicessi che Fisica o facoltà scientifiche fossero più semplici e che della predisposizione e passione personale non se ne tenesse conto e , beh, questa cosa è arrivata.
In fondo stavo per preoccuparmene.
Perdonami, e mi fermo qui, perché in modo iniquo, forse, si sta sovrapponendo ai miei occhi la tua immagine a quella di altri che per anni ho detestato e non sopportato, per cui il dialogo sarebbe inevitabilmente NON sereno, e non mi pare il caso.
Ti rispondo, però, da idealista del cazzo forse, da una che ha avuto una passione dall’età di 8 anni- modello folgorazione sulla via di Damasco- pur essendo parimenti in grado di risolvere complessi problemi di Fisica dall’età di 16:
NON ESISTE una facoltà più facile di un’altra.
ESISTONO le predisposizioni che vengono, più o meno, incanalate, rafforzate, etc. e non si mai detto che un LAUREATO è meglio di chi la laurea non ce l’ha.
Cazzate, scusa ma qualche parolaccia ora la dico, puttanate.
ESISTONO persone intelligenti, persone che possiedono una capacità di studio, dicasi metodologia, epistemologia di base rispetto alle cose studiate, la LOGICA, che vale per una versione di greco come la terza legge di Newton, per il tuo nick name al quadrato come per il Rebus della Settimana Enigmistica, per un ragionamento sull’estetica kantiana come per la comprensione di un sintagma in tedesco, per la critica alla situazione geopolitica in Cecenia come per la vignetta di un Biani (uno a caso :)
Nella vita occorrono tre cose, anzi quattro:
-Passione
-Onestà intellettuale
-METODO e Capacità critica
-Tenacia
Stare a discutere con uno che, perdonami, ha in testa simili CATEGORIE di giudizio che Kant al confronto impallidirebbe, fa precipitare la mia dignità sotto ai piedi.
Sì, la dignità di un super- cellulare che corro a comprare perché, sì, tutto il problema in fondo era lì.
Il resto è noia.
TELA
Morisita, è inutile che ti alteri, non lo dico io, che oltretutto ho una laurea non scientifica.
Lo dicono le statistiche: le percentuali di chi finsce rispetto a chi inizia, per certe facoltà sono ben diverse.
“Se queste sono le persone che devono insegnare ai miei figli l’atteggiamento critico e il ragionare con la propria testa nei confronti del mondo”
Se ti capitassero un paio di queste suddette persone,
dovresti solo accendere un cero a San Giuseppe da Copertino (1603-1663), protettore degli studenti e dire “ammmèn” ogni qual volta tua figlia si siede nel banco (ammesso che la truce maestra dell’asilo dell’altra glielo permetta e non le chieda di stare su un piede solo, dietro la lavagna, a leggerle le pagine di “Visto” o a passarle la bottiglietta di acetone, all’uopo).
Mai pensato che è perché hanno scelto secondo STATISTICHE, appunto, e indici di borsa previsionali anziché indole, talento e motivazioni personali?
Se ti interessa,
ho un paio di amici che stanno ancora annaspando per concludere lauree in sociologia, lettere moderne e lingue.
Ti garantisco che non sono del tutto imbecilli.
Così come la figlia della mia estetista, una ragazzetta che ha dimestichezza infinita con le meches e le novità sui rossetti a lunga tenuta (per carità, l’ofanità è lecita e sacrosanta e non preclude a niente, ma per dire che perde molto tempo in sciocchezze) si sta incredibilmente laureando in Medicina dove, come in OGNI facoltà, un minimo di costanza ed applicazione è richiesto.
Che te ne pare? eccezioni? Naaa.
Semmai il mistero delle lauree del nuovo ordinamento che è un altro bello discorso che non intraprendo.
Rischierei di trasformarmi in Hulk o ne:”La bella e la bestia”, nella parte della Bestia.
Morosita, tutto molto bello e tu scrivi in un modo che fa intellettualmente rizzare. Però dimostri una certa furbizia nell’uso di espedienti retorici, tanto da non farmi credere molto alla tua onestà intellettuale :)
Per dirne una, cerca “facoltà facile” con google e poi dimmi se quello che ha detto mc, che è diverso da quello che gli hai messo in bocca, non è vero.
Here,
ho googlato ed è uscito un forum di psicologia.
Che artifizio retorico è?
In cosa non sarei onesta? Se ho traviato qualcosa sono pronta a rifarlo!! :)
La cosa più desolante del tuo commento resta una avverbio “intellettualmente” (e io che stavo già a confezionarmi il calendario!! :)
Morosita, io non ho detto che tutti quelli che fanno certe facoltà sono dei perdigiorno.
Dico che, purtroppo, certe lauree per qualche motivo sono più semplici da portare a termine. E aggiungo che non è giusto, e dovrebbero essere proprio i docenti di queste ad incazzarsi per essere considerati un facile aprrodo e selezionare meglio.
Però la realtà è questa, e lo sappiamo tutti. Sappiamo tutti che ci sono tante persone che fanno scienze della comunicazione (tanto per dirne una) perché è considerata una laurea semplice.
hereare, la mia concezione della dignità è quella di uno che non ama raccontarsi fandonie.
Chi crede che la dignità sia un a prescidere da è un povero illuso. O credi che essere costretti a negarsi una sera a teatro o non poter viaggiare non siano lesivi della dignità.
Piccolo borghese. Che ottuso. Io parlo di opportunità di crescita che passano anche dalla disponibilità di mezzi e quello pensa ai pulloverini.
mc, se data la tua incapacità a capire la pagine scritta avessi fatto uno sforzo nel rileggere, capiresti che il problema della dignità e del denaro non è in sè nello stauts symbol. Prova ne sia che discuti con Hara e morosita che trasudano cultura, interessi, ampiezza mentale da ogni pixel (morosita trasuda anche sesso, ma questi sono fatti miei).
Poi, che presentarsi come un barbone non aiuti la credibilità è un fatto. Ma morosita e Hara parlavano di denaro come opportunità, evidentemente. Evidentemente ma non per te.
” la tua concezione di dignità è misera e da (piccolo) borghese. La dignità è un valore dell’io, non spetta agli altri misurarla.”
A me non sembra molto difficile da capire. Ci sono due piani diversi. C’è la dignità personale, e quella te la dai tu, con la tua forza, con la tua personalità, educazione, punti di riferimento, valori, etc. E poi c’è la dignità sociale. Questa ti deriva dal riconoscimento del tuo valore sociale.
Ai dirigenti delle aziende viene dato riconoscimento monetario e di rappresentanza maggiore di quella dei suoi operai. Ovvio che un dirigente possa essere super pagato ed essere moralmente e personalmente una persona senza dignità, ma ciò non toglie che in società il suo ruolo viene riconosciuto e compensato di conseguenza.
Ora, con tutto l’approccio egalitario che uno può avere, gli insegnanti hanno un compito importante, l’educazione dei bambini-ragazzi , mica ca**i, è giusto che anche PUBBLICAMENTE venga riconosciuta questa loro particolarità ed è giusto che gli insegnanti possano essere in grado , economicamente e no, di poter accedere a tutti gli strumenti per potenziare questa possibilità. La retorica del piccolo maestrino che con una misera paga lotta indefessamente per i suoi allievi , mantenendo la sua dignità ha valore poco più di fiaba. Se c’è qualcuno che lo fa, bon, meglio per i bambini, ma lo spirito di abnegazione non dovrebbe essere obbligatorio.
Non si tratta di sfoggiare l’ultimo modello di telefonino, si tratta di dare incentivi , ANCHE economici per permettere all’insegnante di mantenere ad un certo livello la sua preparazione. Che contempla anche viaggi, spettacoli, etc…tutte cose che, ahimè, costano. E che però, servono a mantenere quello stato ” superiore” , anzi, no, diciamo uno stato ” altro” rispetto ad altre categorie, che dovrebbe essere dell’insegnante.
Ho riletto il tuo commento che copio e incollo:
“facoltà è meno difficile di fisica, per dirne una.”
Stabiliamo il criterio di difficoltà e la sua antitesi che è facilità. Sperando che trattasi di criterio biunivoco, da qui potremmo iniziare un ragionamento e azzardare un qualche sillogismo, se la luna è buona.
Suggerimento:
1) si intende meno difficile nel senso che OGGETTIVAMENTE lo è (sull’Oggettivamente ci sarebbe da discutere eoni, ma vabbeh)?
2) si intende meno difficile nel senso che tale è RESA da docenti squinternati e incompetenti (rischiamo di tornare al discorso sulla preparazione della categoria- docenti, per cui: cappiooo!)
3) si intende meno difficile nel senso che, data una NON preselezione all’inizio del percorso accademico, si genera sbandamento e approssimazione collettiva da parte di docenti e studenti o,viceversa, data una selezione che permetta una precedenza elettiva a chi decide quella determinata facoltà si garantisce serietà di intenti e severità negli sbarramenti e/o superamento esami?
4) si intende meno difficile perché ci hanno insegnato che chi capisce l’algebra è più dotato di chi scrive :”Mario mangia la mela” o dice “Mario eats an apple?”
5 (varie ed eventuali):
si intende più facile perché in quella facoltà si reperiscono più facilmente spinte e raccomandazioni ed idem dicasi per il prosieguo professionale per la serie: “Pasqualino,a zio, pigliati ‘sta laurea che dopo fai il commericialista nella ditta di vernici di zio?” (il che inevitabilmente incide anche nel profitto inducendo a svegliarsi dal torpore del ritmo di un esame all’anno per la serie:” tanto dopo che vado a fare, la morta di fame che commenta su Macchianera?”).
Partiamo da uno di questi “assiomi” e spieghiamoci.
ma ben vengano gli incentivi, ci mancherebbe!
Però mi pare che la scuola si muova in maniera corporativa; mi spiego: io non sento mai gli insegnanti dire che vogliono essere valutati in maniera meritocratica, che vogliono che quelli di loro che sono raccomandati e impreparati possano essere licenziati, che vogliono che i migliori siano premiati e i peggiori no.
Non li sento mai dire che tante risorse (in tempo e soldi) sono sprecate anche a causa di scelte discutibilissime fatte da loro, dalle varie direzioni scolastiche eccetera.
Senti solo “lo stipendio”, “la visita fiscale”…
>servono a mantenere quello stato ” superiore” , anzi, no, diciamo uno stato ” altro” rispetto ad altre categorie
— ma perché??? perché “altro”. Perché solo gli insegnanti devono essere “diversi”?
Solo loro fanno un lavoro importante e difficile?
Sono solo loro che possono crescere se si possono permettere un libro o un teatro in più? Il livello culturale di una società si alza solo se i maestri possono fare una vacanza a Parigi e resta tale se questa vacanza la può pagare l’operatore del call center?
In un momento in cui lo stato non ha un centesimo per nulla, siamo sicuri che gli stipendi degli insegnanti siano la priorità assoluta? Io non lo so, non sono un economista, ma almeno il dubbio me lo pongo.
>2) si intende meno difficile nel senso che tale è RESA da docenti squinternati e incompetenti
…
3) si intende meno difficile nel senso che, data una NON preselezione all’inizio del percorso accademico
—- queste due sicuramente, anche se sono contrario alle preselezioni
>si intende più facile perché in quella facoltà si reperiscono più facilmente spinte e raccomandazioni
— questa forse, ma non ho riscontri, quindi mi astengo
Va bene, mc,
grazie per la tua lettura, non scherzo:)
Io avevo inteso più facile da un punto di vista delle materie ossia fisica vale 10 letterature inglesi.
Queste, sì, sono delle eventualità, ma in quanto tali anche non verificabili (nel senso che possono anche non verificarsi).
mc, scusa, ma perchè dici “solo loro” parlando degli insegnanti?
Io non insegno.
E -guarda mo’ che ho anch’io la mia dignità (piccolo borghese dice hereare, che invece ne ha una concezione da librino di catechismo della prima comunione). E quindi:
a) non credo di essere (scusa la semplificazione) da meno degli insegnati o di avere esigenze umane, culturali, sociali ed erotiche inferiori agli insegnanti.
b) non mi infastidisce, anzi mi corrobora l’idea che gli insegnati chiedano di più, sebbene io non ne faccia parte e sebbene non mi creda più trogloditico di loro. Semplicemente penso che le positività ne producano altre. Se la maestra o il prof cominciano a stare su paghe tedesche, per dire, non mi tolgono niente. Anzi mi danno la possibilità di dire “anch’io”.
Il gioco al ribasso, ribassa tutto.
E tu insisti con solo loro (gli insegnanti): ma qui nessuno dice che debbano essere solo loro. Ma certo che se un insegnate entra in classe con la scarpe bucate, con tre libri comprati all’anno, due cinema e tre giorni al camping Zadina di Cesenatico perchè di più non può, beh, quello non può essere un buon insegnante.
Poi Hereare, che invece si muove nell’empireo di ‘sta cippa dirà che è piccolo borghese. Termine che non conoscerebbe neppure, se non ci fosse aìstata alle spalle qualche forma di possibilità economica.
Ah, MJ! ;-)
Piti,
però al “camping Zadina di Cesenatico” mi ci porti, eh?
Venga, non ” viene”
Taci, Piti, che mi corri dietro a Morosita.
( anche se il suo spirito piace anche a me )
Cerco di spiegarmi meglio.
Io sostengo che gli insegnanti abbiano lo stesso diritto di rivendicare migliori condizioni di lavoro e migliori stipendi dei metalmeccanici, per dire.
Però, per esperienza diretta e per quello che vedo adesso come genitore, trovo che la categoria (con tutta la approssimazione che comporta il generalizzare) sia carente. Carente come motivazione, come preparazione, come fantasia, come legame alla realtà che li circonda.
Poi è ovvio che ci sono quelli bravi e che si sbattono.
Inoltre, lo ho scritto sopra, mi infastidisce il considerarsi una casta di eroi, di speciali che invece la società martirizza. Ecco, io credo che si tratti appunto di lavoratori come gli altri, e che come per tutti noi oggi la vita sia più difficile.
La differenza è che lo strapparsi le vesti degli insegnanti ha ben più risonanza di tanti precari a 900 euro al mese, di gente con il contratto appeso a una valutazione oggettiva di produttività (“non hai fatto i numeri”) o con la provvigione e lo stipendio da fame.
Ecco, nel momento in cui lo stato e le aziende chiedono a tutti i lavoratori dei sacrifici, non capisco perché gli insegnanti debbano considerarsi avulsi da questo discorso.
MC, hai un po’ stufato con questa storia del privilegiati.
Gli insegnanti fanno un lavoro SPECIALE. Sono più importanti dei notai, degli avvocati, dei pompieri, perfino dei poliziotti e dei carabinieri.
Gli insegnanti insegnano a piccoli cittadini ad essere grandi cittadini. Insegnano loro le basi per essere persone, e via via che il grado di scuola avanza, dalle elementari fino all’Università, gli insegnanti hanno il compito di dare gli strumenti affinché il Paese sia, diventi, resti, un grande Paese.
Non siamo al pari. Non facciamo tutti lo stesso lavoro.
Se domani il mio lavoro scomparisse (faccio l’amministratore di sistema, rete e mi occupo di sicurezza inormatica), non succederebbe niente.
Se domani sparisse il mestiere degli insegnanti, perché nessuno vuole farlo perché non permette di vivere, tutto il Paese andrebbe in malora.
Gli insegnanti devono essere pagati. TANTO. Ma tanto davvero. Devono essere motivati. Devono vedere che più fanno, meglio lo fanno, più vengono gratificati. Devono avere tutti gli aggiornamenti del caso, sia sul metodo di insegmanento (si dice didattica, giusto?), sia sulla loro specifica materia. Dall’italiano alla fisica, passando per storia, latino, inglese, statistica.
Il lavoro che fanno è costruire le fondamenta: se le fondamenta fanno cagare, al limite puoi farci star sopra due piani, tre forse. Di certo non un grattacielo.
En passant, mia madre mi ha ricordato pochi giorni fa una cosa che diceva una delle mie due maestre delle elementari e che mi ero scordato. Siccome ho una pessima calligrafia e mia madre chiedeva se la cosa era preoccupante (ai suoi tempi lo era) la maestra le disse di non preoccuparsi, ché quando avrei finito le scuole io si sarebbe scritto col computer e non era il caso di perdere tempo con la calligrafia. Ho finito la quinta nel 1986, la maestra era più visionaria di Nicholas Negroponte.
Mi porto tutto “cucinato” da casa così non spendiamo soldi ed una scorta di matite rosso/blu.
L’attività mattutina consisterà nella sistemazione certosina di una griglia per il barbecue serale a base di pesci che andremo a rubare nell’acquario del camping, al quale parteciperanno tanti invidiabili colleghi e colleghe con la borsa Alviero Martini.
L’attività pomeridiana consisterà nella correzione di compiti in classe e lettura volantini negozi tecnologici per individuare il miglior rapporto qualità-prezzo di un cellulare.
L’attività serale consisterà nella lettura di passi scelti della sottoscritta dell’Anabasi di Senofonte e del terzo libro dell’Iliade ad opera di Piti, concentrandosi, in modo particolare, sulla lettura dell’esametro. Ad ogni accelerazione del ritmo del suddetto, Morosita scriverà un commento ad mc intimandogli di sputtanare Piti su Macchianera al grido di “Incompetente” o “Ladro di termosifoni!”.
L’attività notturna consisterà in varie ed eventuali adoperandosi particolarmente sul risparmio della batteria ricaricabile torcia elettrica in tenda.
Il post di cui sopra era per mc che dice che siamo martiri e ci facciamo frustrare in processione.
;)
>MC, hai un po’ stufato con questa storia del privilegiati.
Gli insegnanti fanno un lavoro SPECIALE. Sono più importanti dei notai, degli avvocati, dei pompieri, perfino dei poliziotti e dei carabinieri.
Gli insegnanti insegnano a piccoli cittadini ad essere grandi cittadini
— ecco, questa è una mia impressione personale, temo allora che negli ultimi 20 o 30 anni abbiano fallito nettamente, vista la deriva della società e la considerazione di cui godono nella stessa.
Non voglio essere noioso, ma non può essere solo un problema di stipendi.
Ho un’idea (per stemperare)!
Vogliamo scrivere TUTTI una lettera alla maestra di mc dicendole che era solo una vigliacca LADRA DI TERMOSIFONI (sì, anche lei)????