Nessuno tocchi Pechino

Davvero: bello schifo di Olimpiadi che ci aspetta. Internet, in Cina, rimane censurata anche per i giornalisti occidentali: non puoi neppure accedere al sito di Amnesty international, per dire, o fare una chiave di ricerca digitando «Tienanmen» senza che arrivi la Netpolice a chiederti spiegazioni. I cronisti sono precettati. Il Tibet rimane blindato. Il Dalai Lama pure. C’è uno smog tipo Londra di fine ‘800 (anche se lunedì le autorità hanno comicamente annunciato che era andato tutto a posto, le polveri erano scese di sette volte in una notte: avranno arrestato anche quelle) e per gli atleti si prepara il contrappasso delle Olimpiadi di Messico ’68, quando sugli altopiani l’aria rarefatta favorì record su record: a Pechino c’è chi ha proposto di gareggiare con le bombole, o col berretto dei minatori per vedere almeno il traguardo. Gli unici che si battono il petto sono coloro che per risolvere un problema semplicemente lo negano: i cinesi, pronti a fare incetta di medaglie o perlomeno, gli andasse male, a copiarle. Morale: abbiamo i danni sportivi e le beffe umanitarie, ed è un’occasione persa per tutti. Spiace dirlo: è persa anche per un governo, il nostro, che sulla questione tibetana e sui diritti civili ha mostrato un profilo neppure pilatesco, neppure ascrivibile alla nenia della santissima realpolitik: siamo tornati una repubblica marinara di modesto cabotaggio mercantile, come se ministero degli Esteri e ministero del Commercio estero fossero la stessa cosa, come se in epoca di celeberrima globalizzazione (anche della politica estera, anche della realpolitik) tutto non dipendesse da tutto, e di diritti umani, di sanzioni, di boicottaggi, si potesse ufficialmente parlare solo in certe zone del mondo. Esportare la democrazia? In Cina, per intanto, hanno importato noi: ma hanno lasciato fuori dalla porta i nostri stupidi bagagli occidentali, ciarpame rimediato dopo un paio di rivoluzioni in Francia e in America.

L’avevamo previsto, e non è che ci volesse una palla di vetro: per il Tibet, in concreto, non si è fatto nulla o ci si limitati a spiegare ciò che non andava fatto: boicottare le Olimpiadi, per esempio. Il sommovimento pro-Tibet per una volta era mondiale, e certo, c’era la stridente pretesa che maratoneti e nuotatori affrontassero moralmente ciò che un organismo come l’Onu ha sempre disertato politicamente: ma era qualcosa, anzi era molto. Per la prima volta nella Storia, forse, l’idea di boicottare una manifestazione sportiva sarebbe apparsa ecumenica, normale, per niente estremista, uno strumento formidabile per propagandare la democrazia e i diritti umani (non vendibili separatamente) come forche caudine non solo di un presunto progresso umano, ma anche di ogni futuribile import-export.  Non era e non sarebbe stata una campagna mirante in particolare a a dividere, come piace dalle nostre parti: solo a ridurre il danno, unendo laici e cattolici, destra e sinistra, idealisti e importatori tessili. Invece?

Invece lo schifo che ci aspetta. Hanno vinto i cinesi e probabilmente non hanno mai avuto dubbi su questo: la Cina del resto se ne fotte. Sempre. Ha firmato la dichiarazione universale dei diritti umani, il Patto per i diritti civili e politici, la Convenzione contro la tortura del 1988, la Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1992, e se ne fotte della proprietà industriale, dell’inquinamento, dei diritti sindacali, dei diritti umani anche basici, della libertà religiosa, della democrazia, del Parlamento Europeo, di tutto. I cinesi sanno che gli Usa non possono rinunciare ai prodotti cinesi a basso costo e sanno che  gli investitori cinesi se sparissero farebbero tracollare il Paese; mentre l’Europa, manco a dirlo, ha nella Cina il principale partner commerciale. E’ proprio per questo che il boicottaggio delle Olimpiadi era perfetto con tutti i suoi limiti: era un fronte simbolico, apolitico, l’ultima illusione che la politica potesse primeggiare su quello che Giulio Tremonti chiamerebbe mercatismo, e noi pure. Boicottare le Olimpiadi non era il minimo che si potesse fare: era il massimo.

Grandi personalità politiche mondiali perlomeno si sono espresse, qualcuna ha disertato o ha mandato un messaggio forte. Noi? Franco Frattini prima ha detto che non avrebbe incontrato il Dalai Lama per non provocare «gli amici cinesi»: questo nonostante gli Usa avessero abbiano appigliato al Dalai Lama la medaglia d’oro del Congresso già imitati da Canada, Austria e persino da quella Germania che è il primo paese europeo per interscambio con la Cina. Frattini, poi, resistendo a qualche pressione interna (in An e nei Riformatori liberali) ha detto che «boicottare le Olimpiadi è inaccettabile», sicchè ha spedito in Cina un sottosegretario salvo apprendere che alle Olimpiadi, controvoglia, forse dovrà andarci lui. Controvoglia: anzitutto perchè aveva in programma le ferie, in secondo luogo perchè le sue attenzioni sono proiettate sul rinsaldare l’asse dell’Atlantisimo: anche se intanto eravamo membri non permanenti del consiglio di sicurezza dell’Onu, di fatto, e non permanenti restiamo; anche se intanto l’impegno di aumentare il nostro impegno militare in Irak è davvero tutto da verificare; anche se Barak Obama, di passaggio in Europa, è andato in Francia e Germania e Inghilterra ma non da noi. Ora: dire che gli Usa ci trattano con sufficienza forse è troppo, ma che i cinesi cerchino regolarmente di dettarci l’agenda diplomatica e che minaccino regolarmente ritorsioni commerciali (vedi Dalai Lama) è semplicemente la verità. Noi abbassiamo la testa e accettiamo. Per consolarci, nei convegni, ci raccontiamo la balla (balla storica e politica) che l’evoluzione del mercato cinese possa portare alla democrazia, ossia che alle libertà economiche possano equivalere quelle politiche. A Pechino, viceversa, vedono la democrazia giusto come un rischio la crescita economica. Hanno bisogno di altro. Di noi, per esempio: spetattori pavidi, dopo Berlino 1936, di Pechino 2008.

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48 Commenti

  1. ops, forse ho fatto una gaffe.Forse è blognation.E magari scopro che è pure bravo, e in televisione manda il gemello nervosetto

  2. standign ovation Sr. Facci!! io in tv non ti vedo perché per fortuna sto dall’altra parte del mondo, e avendo come metro di giudizio quello che scrivi su macchianera, negli ultimi mesi mi piaci assai.
    cmq sui cinesi ne avrei anche io, reduce da un fine settimana in una localitá balneare sul pacifico che é in mano ad una concessione mineraria cinese, non ti dico lo schifo…

  3. come al solito in cerca di darsi l ‘aria del liberale. invece è un servo e lo dimostra ogni volta che serve. facci chi ti paga?

  4. Povero Frattini,
    come dargli torto! Vorrei vedere voi ad agosto a Pechino a respirare puzza e smog invece che starsene spaparanzati in Costa Smeralda!

  5. Dimenticavo: l’articolo è uscito sul Giornale di oggi, cioè ieri, giovedì 31 luglio.

  6. Il Facci che va applaudito, quello dei pochi temi che davvero lo fanno incazzare.

    Quando l’incazzatura è, come si dice oggi, ‘trasversale’, quando non se la prende con una sola parte (la solita), riesce a produre davvero pezzi che non avessero l’unico difetto di finanziare le vacanze di Giordano, non avrebbero difetti.

    Poi finisci di leggerlo e ti prepari a scrivere le due parole minime dovute a chi scrive un pezzo così e spostando lo sguardo di pochi centimetri sul monitor ti accorgi che accanto scritte tutte invitanti ti chiedono se vuoi andare alle olimpiadi chiedimi come, se hai comprto qualcosa in cina chiedi a noi ci occupiamo della dogana, servono voli low cost per andare a comprare un ifòn a un terzo clicca qui e quasi ti cadono le braccia.

    Perché in un lampo realizzi che il mercatismo di Tremonti è più che una teoria folle del secchione, ti accorgi che nel sistema democratico che a noi permette di denunciarli e a loro di ignorarci, loro sono quelli che fanno girare soldi pure sullo spazio concesso per denunciarli.
    E più li citi più le macchine gli spediscono clienti, spettatori, pavidi o meno chissenefrega.

    Quest’è il mercatismo.
    Un’epoca nella quale se scrivi che quelli meriterebbero il boicottaggio, loro accanto alla tua denuncia ci piazzano un banner che gli spedisce low cost un paio di spettatori in più e così finisce che se tu hai spazio per dire che meriterebbero il boicottaggio è perché lo pagano loro.

    E’ chiaro che sono inarrestabili.

  7. Tremonti è contro il mercatismo (la globalizzazione dei mercati nella sua accezione negativa ovvero la versione degenerata del liberismo) ed è stato tacciato all’opposto di colbertismo (intromissione dello Stato nelle vicende delle imprese e a svantaggio della libera concorrenza), perché auspica tutele a favore dell’industria nazionale per arginare i pericoli provenienti anche da economie low cost in forte sviluppo come quella cinese.
    Il discorso del boicottaggio dei Giochi di Pechino è prima di tutto una forma di protesta contro il mancato rispetto dei diritti umani attuato dal governo locale. Se si estendesse ciò fino al terreno economico si starebbe dalla parte di Tremonti.

  8. La Cina non è O economia OPPURE diritti umani OPPURE società OPPURE qualche altro suo aspetto.
    La Cina è una complessa quanto impenetrabile somma di tutto questo ed è questo il motivo per il quale è inarrestabile.

    Scindere il discorso dei diritti umani dal discorso economia cinese non so dove porti ma non certo dalle parti della muraglia dove, al contrario, sono strettamente connessi.

    Poi, nel dettaglio, l’economia cinese è tutt’altro che low cost.
    Low sono i cost che usano come testa d’ariete, ma l’economia che ci sta dietro al momento è tale da poter comprare interi stati.
    E stiamo parlando solo di quella dichiarata.

    E, ultimo, non è affatto un’economia in forte sviluppo.
    Lo era negli scorsi vent’anni, in sviluppo.
    Ora che ha raggiunto il livello necessario è passata alla fase successiva allo sviluppo e cioè l’espasione.
    A meno di non pensare che un’economia possa espandere i propri confini con il ritmo e la potenza che sta mostrando quella cinese, quando ancora in fase di sviluppo, direi che anche questa definizione è abbastanza inadatta a descrivere il dragone.

    Forse ho capito male io, ma definire low cost e in sviluppo l’economia di quella che al momento è la prima potenza economica mondiale, mi pare un tantinello riduttivo.

  9. accidenti facci, non che mi scordi di botto ciò che hai scritto in passato, ma quest’articolo mi è proprio piaciuto.

  10. Bell’articolo, concordo.
    La questione è che da lungo tempo l’economia mondiale (o per lo meno, occidentale) si è resa dipendente dalla macchina produttiva cinese… Dico sul serio, gente: riuscite a immaginare un mondo che fa veramente a meno del “made in China” in un settore qualsiasi (eccetto-manco a dirlo-i diritti umani fondamentali)? Chi è causa del suo mal, pianga sè stesso… e asciughi le lacrime con fazzoletti di cotone, per carità! Dio solo sa che storia ci può essere dietro quel pacchetto di fazzoletti lì, sul comodino…

  11. Ho un dubbio: che lo Sport, a livello agonistico-professionale, non sia affatto nobile ma degradante per un uomo.
    Non parlo solo del chiudersi gli occhi da parte degli atleti e dei comitati olimpici di fronte alla dittatura cinese (vogliamo chiamarla così?), e neanche dell’uso di doping ormai anche nella scherma (???!?) e normale in ciclismo e altri; mi riferisco alla vita estrema e non so fino a che punto equilibrata, tutta concentrata sull’ottenimento del risultato.
    In fin dei conti le Olimpiadi nascevano per far gareggiare atleti DILETTANTI.

  12. PS: @Virginia.

    Non ho interrotto la discussione sotto l’altro post perché non interessante (anzi), ma perché sotto i post della Ninna il ritmo delle cancellazioni dei commenti sgraditi è tale che non è possibile pensare di utilizzarli come campo di discussione che non sia il dire che è bravissima.

    Il discorso bloggers per come lo faccio io è talmente impossibile da non personalizzare che ogni tre commenti due li vedrei scomparire e francamente, essendo io uno al quale piace considerare i propri pesieri meritevoli di essere anche discussi, la voglia di cercare di essere più veloce del suo tasto delete è minore di quella che serve per dire ‘vabbè’.

    Chiedo scusa per l’uso personale del post, ma dato che, se lasciato sotto il controllo della Ninna, anche questo commento sparirebbe nel giro di due secondi come i restanti che ha tolto, ci tenevo a chiarire perché non ho risposto alla gentile domanda di approfondimento e non vedendo mail a disposizione non potevo che farlo dove sono certo che il commento avrà qualche speranza di arrivare a destinazione.

    Denghiu.

  13. Poi uno mi chiede perché io lo chiami “Il Sublime”. Accetta i peggiori troiai, ‘sto sant’uomo.
    Un uomo, un tetto per SFD.
    Ah…

  14. Filippo tempo addietro dissi che tu diventavi bravo quando trattavi di grandi tematiche e scadevi nella rissa da pollaio (facendo anche la parte peggiore) quando ti occupavi delle scempiaggini nostrane.
    Confermo e riconfermo.
    Lascia stare Travaglio e Grillo, perlamordiddio e concedici qualche ulteriore sprazzo di visione lucida come questa.

  15. Per favore il paese smetta di parlare inutilmente di boicottare le olimpiadi: se non altro per non dover sentire l’ennesima giustificazione di Frattini alla presenza dell’Italia.
    L’ultima volta che l’ho sentito è riuscito a dire qualcosa tipo che la presenza del nostro governo era giusta, perchè l’Italia non fà speculazioni politiche s’un evento sportivo.
    Quell’uomo mi fa vomitare.

  16. I diritti umani non si toccano,esatto! condivido!
    Leggete come trattano gli operai in cina, e pensare che dovremmo comprare anche i loro prodotti…ma, c’è qualcosa…ma un minimo di…se potessero farlo quì in italia…mi ricordo una frase…ma non mi ricordo chi la ha detta…ci fosse la dittatura sarebbe tutto più semplice…anche sforzandomi…non mi viene.
    Non fateci caso ho bevuto..Burrrrp!

    http://www.asianews.it/index.php?art=8159&l=it&size=

  17. Broono, non farei tanto l’elogio dell’economia cinese proprio per l’interconnessione fra i vari aspetti che qualificano il Paese.
    Se dai uno sguardo al ranking del Pil, la Cina viene sì dopo gli Usa. Ma in quello pro-capite sprofonda intorno al centesimo posto.
    Mi stupisco che tu liquidi tutto con “l’economia che ci sta dietro al momento è tale da poter comprare interi stati”. Chi è che li compra questi stati? Qualche decina di miliardari che si contendono il lusso mondiale coi russi, entro i 10 per Pil e sprofondati a livello pro-capite?
    Circa il low-cost, hai le idee confuse. Altro che testa d’ariete. Quello sì che è un tantinello riduttivo. Vallo a chiedere, prima che a qualche imprenditore, ai suoi sindacalisti, quanto sia figo il dragone.
    Sul boicottaggio non ho le idee chiare. Simbolicamente sarebbe di sicuro un gesto importante. Ma, di nuovo, mi sembra oggettivamente riduttivo pensare di risolvere con un gesto mediatico tutta la complessità che hai riconosciuto, anche se fosse condiviso da politici di alto rango. Che, a quel punto, si trasformerebbero in tanti Al Gore senza concludere nulla. Frattini avrebbe di certo fatto meglio a tacere. Ma io sto riflettendo sul discorso di Tremonti e sui fallimenti recenti del WTO. E al momento penso che un inasprimento delle misure protezionistiche contro apparenti Paesi in via di sviluppo che capitalizzano sullo sfruttamento disumano della forza lavoro sarebbero un passo più significativo. Tanto quanto l’impegno rigoroso che dovrebbero assumersi tutte le multinazionali che fanno outsourcing in quei Paesi (ma anche in altri) nel controllare la qualità di vita dei lavoratori per loro conto. Si fa presto a dirsi tutti liberisti, che fa tanto liberale. Tanto per rimanere nella banalità delle etichette.

    PS: ti ringrazio per il tuo chiarimento, avevo compreso. La situazione della Ninna è più che evidente e l’avevo già commentata. Come nel caso di un altro autore di pari spessore. E pensare che si è berciato a lungo per tutta la rete sulla gestione dei commenti da parte di FF…
    Si vede che hanno pensato che cassando i dissensi si divenisse di colpo ”autorevoli”, tanto per rimanere nel tema di là.

  18. Io dico che potremmo sempre farli sposare i due, no?
    ;) Si offenderebbero appena il prete dice: “Vuoi tu……….?”
    -“Ehi, prete, ma come CASSO ti permetti?” (roba che manco Arnold: “che cavolo stai dicendo, Willis?”).

  19. “Ma come CASSO permetti” al prete è fantastica.
    Io però ho pure in mente la risposta dello sposino.
    Dillo prima tu, però, Morosita.
    Vediamo se siamo d’accordo. :-D

  20. Virgi,
    ‘spe che penso…
    Per ora ti dico che ho in mente il nome della ipotetica futura pargoletta e ti rigiro la domanda.
    Vediamo se indovini? Perlomeno “fuocherello” ;)

    (e continua a pensare..mumble…mumble..)

  21. Non faccio affatto l’elogio dell’economia cinese.
    Non faccio proprio l’elogio della cina.
    Per me, per motivi vari tra i quali anche alcuni personali, quella porzione di mondo dovrebbe essere inghiottita da un gigantesco big two e tanti saluti.
    Ma questo non accadrà e quindi speranze personali a parte non posso che guardare a quanto accade laggiù provando a essere un minimo obbiettivo.

    Il pil, per quanto ne dicano gli economisti in tv, è un valore che non dice nulla sullo stato reale di un paese, tanto meno quello pro capite.
    Certo che il pil cinese è in cima e il procapite è in fondo, è una popolazione che si misura in miliardi.
    E certo che quello statunitense è in cima, sono una popolazione che si conta sulle dita di una mano.
    E’ proporzione matematica, mica lo stato reale del singolo cittadino.

    Il Pil è come le soglie mediche.
    Quando il mercato farmaceutico ha bisogno di una botta di vita, si abbassano le soglie e improvvisamente chi ieri era considerato sano diventa magicamente bisognoso di cure.
    La pressione massima considerata normale ieri era 130?
    Da domani facciamo che la normale è 120, così il numero di quelli che il medico diagnostica come ipertesi aumenta e il bacino d’utenza di conseguenza.

    La Cina non è qualche decina di miliardari e miliardi di poveri.
    Cioè sì, è così sulla carta e nelle tabelle della popolazione, come per il pil, ma fosse così avrebbe seguito il destino dell’ex urss e non mi pare sia andata o stia andando o si prepari ad andare così, anzi.

    La potenza della cina sta nel suo essere qualche miliardo di persone come fossero una persona sola.
    Hanno dalla loro parte un’identità nazionale che nessun altro paese mondiale può vantare e nessun altro lo può vantare perché anche quegli stati caratterizzati da un forte nazionalismo, non possono vantare un nazionalismo secolare quale quello cinese.
    E’ una questione culturale, prima che economica, e quella economica ne è solo la logica conseguenza storica, strettamente legata e per questo inscindibile nella scelta del sistema eventuale di opposizione.

    I cinesi che oggi fanno armi e bagagli a milioni per abbandonare la casa senza batter ciglio solo perché il governo dice loro di farlo perché deve inondare una valle grande quanto la pianura padana per avere un po’ di luce senza dipendere dall’esterno, sono gli stessi che costruirono a mano l’unica opera umana visibile dalla luna perché l’imperatore disse semplicemente loro di farlo.
    E’ cultura, loro erano l’imperatore e lo erano nella più alta forma di appartenenza possibile, come oggi sono la cina nella più sofisticata e perfetta forma di nazionalismo che la storia abbia saputo sintetizzare.
    Da noi se solo ipotizzi di bucare una collina hai immediatamente il paese che si ‘spacca in due’ e, semplicemente, ti impedisce di discuterlo ancor prima di farlo.
    Possiamo mai capire cosa regoli la vita di persone pronte a rispondere ‘sì’ quando il governo chiede loro di spostarsi a milioni?
    E possiamo mai pensare di avere gli strumenti per contrastarli, se prima non li abbiamo capiti?

    Significa che da loro chi è povero è contento di esserlo?
    Affatto.
    Significa che chi è ricco sa di poter contare su una manovalanza che mai farà della distanza economica tra le due personali situazioni motivo di scontro ‘di classe’.
    Chi è povero in cina non è affatto contento di esserlo, ma ha nella sua cultura la convinzione che una macchina perfetta ha bisogno anche di bulloni perfetti e questo fa di loro un popolo che lavora, che impersona i bulloni di quella macchina sicuri grazie a una innegabile storia dalla loro parte che questo dia un ruolo anche, soprattutto, alla parte bassa della popolazione nella costruzione della grande nazione cinese.

    Come spiegheresti, altrimenti, il fatto che una nazione la cui popolazione è di qualche miliardo di persone per una grossa percentuale povera, non abbia in sé la forza necessaria per ribellarsi a uno dei regimi meno democratici del mondo moderno?
    Il giorno che un tale numero di poveri dovesse alzare i forconi non ci sarebbe esercito che tenga, due miliardi di incazzati non li fermi manco con la bomba atomica.
    E perché non lo fanno, nonostante siano innegabilmente due miliardi di poveri?
    Primo perché non si sentono poveri, secondo perché anche vi si sentissero non si ribellerebbero mai a chi riconosce loro lo status di cellule di un corpo così potente.
    I campi di lavoro, gli schiavi, le esecuzioni a decine, sono considerate parte del corpo, anticorpi necessari.

    E’ giusto?
    Manco per idea, ma è così, l’opera culturale compiuta da secoli di lento plasmare questo ha generato, un potenziale rivoluzionario introvabile altrove la cui unica rivoluzione che hanno saputo compiere è quella che ha sterminato più poveri nella loro storia.
    Il loro eroe nazionale ha così tanti connazionali sulla coscienza che noi occidentali mai capiremo perché un popolo così non trovi nulla da ridire su qualche decina di esecuzioni al mese.
    Per noi sono uno sterminio, per loro sono il periodo storico nel quale lo stato ne ammazza di meno.
    Pare demenziale, ma oggi per loro è il momento in cui lo stato è più dalla loro parte.
    Il metodo?
    Hanno visto di peggio.
    Solo che hanno visto di peggio senza che questo corrispondesse a una reale redistribuzione del benessere.

    I sindacalisti di cui parli chi sarebbero?
    I loro?
    Cioè pensi che abbiano un sindacato che si occupa di tutelare i lavoratori per quello che noi intendiamo quando diciamo tutela e quando diciamo lavoratori?
    Ma dove?
    Lì c’è una cosa sola, la prova provata dell’efficacia del detto famoso sul pesce e sull’imparare a pescare, che non a caso è un detto cardine della loro cultura (e si torna a bomba).
    Per decenni hanno fondato la loro economia su quel detto, hanno lasciato che l’occidente pensasse di essere lui a prendere da loro e non viceversa, sono stati in silenzio quando a sfruttarli erano le industrie occidentali (le quali a loro volta stavano altrettanto in silenzio sui diritti umani e sul concetto di lavoro pulito) hanno accettato di essere la manovalanza di una ricchezza i cui frutti però venivano riportati oltreconfine, cucivano 24 ore al giorno pantaloni a 50 centesimi consapevoli che gli stessi fruttavano all’industriale occidentale mille volte quel valore senza mai ribellarsi.
    Perché?
    Perché stavano imparando a pescare.
    E glie l’abbiamo insegnato noi.
    Oggi che hanno imparato e possono avere tutto il pesce che vogliono e tutto il pesce che stanno pescando lo usano per diventare più forti loro, all’occidente non sta più bene e improvvisamente si è deciso a tirar fuori i diritti umani.
    Certo, come no, perché siamo tutti nati ieri.
    Il fatto è che l’occidente, quando insegnava loro a pescare perché costava un millesimo di quanto costasse farlo in casa, ha commesso l’errore di non prepararsi all’unico futuro che si poteva prevedere e cioè non ha insegnato a pescare pure all’interno, perché costava troppo.
    Così oggi che da quel lato di mondo ci sono due miliardi di pescatori, un sacco di pesce e nessuna intenzione di dividerlo più con l’occidentale, esattamente come faceva l’occidentale quando la ricchezza prodotta laggiù se la teneva per se, l’occidente si trova senza pescatori, con un sacco di gente bisognosa di pesce e con l’unica alternativa possibile alla fame e cioè comprarlo da loro.
    E questi con questo semplice antico detto cinese ti spiegano il perché, grazie a te, si possono oggi comprare te.
    Solo che tu non lo capisci.
    O meglio, non lo capisci tu cittadino che nei precedenti vent’anni non avevi nessuno che ti raccontava cosa stavano facendo i governi occidentali in quel lato di mondo, perché al contrario, chi lo sa benissimo, sa che la situazione oggi non è il risultato di un governo antidemocratico e dittatoriale, ma solo e semplicemente il risultato più logico e prevedibile di quel processo che si genera quando insegni a un così grande drago nazionalista le regole minime base dell’economia: generi un mostro inarrestabile quando deciderà di girare su se stesso gl assegni.

    E’ per questo che da noi non si boicotta.
    Non c’entra lo sport, tanto meno i diritti umani.
    E’ che chi sa, chi c’era, sa benissimo che ha ben poco da accusare e sa benissimo che se la cina oggi è quella che è, lo è grazie proprio a noi e a quel sistema tutto nostro che tanto quanto loro ha bisogno di schiavi solo che fino a ieri li andavamo a prendere da loro e oggi abbiamo poco da fare i galletti che spiegano loro che schiavo è contro il diritto umano.

    Gli schiavi sono parte indispensabile dell’economia moderna, li abbiamo inventati noi.
    La differenza è che finché loro stavano buoni e zitti li usavamo come bacino per schiavi, oggi che non ce li mettono più a disposizione saliamo in cattedra e diciamo loro che sono brutti e cattivi, mentre nel frattempo proseguiamo nell’unica economia che conosciamo e cioè quella che pesca schiavi sempre in paesi poveri (ché l’italiano mica si presta) e se ieri avevamo i cinesi che nei loro scantinati cucivano per noi oggi abbiamo i raccoglitori di pomodori a due euro al giorno e muoiano anche sotto il sole li si butta in un fosso lungo la strada ché domani ce ne sono altri dieci pronti a sostituirli, ma quanto siamo bravi nell’insegnamento agli altri del concetto di ‘schiavo= brutta cosa”.

    Da noi lo schiavo è un senza scelta che accetta di piegarsi agli unici due euro che gli diamo, ieri era il cinese, oggi è il polacco, domani chissà, magari sarà italiano, da loro sono cittadini che scelgono autonomamente di chiudersi in uno scantinato per contribuire alla grande nazione cina.
    Noi gli schiavi li prendiamo tra i poveri e quando non servono più muoiano, loro li chiamano cittadini e gli comprano la casa.

    Noi diciamo loro che non sanno cosa sono i diritti umani, loro ci rispondono ma vai a cagare scemo.
    Noi diciamo “Sì ok scherzavamo”, loro rispondo “Ah ecco”.
    Loro ci chiedono “E ora ci date pure le olimpiadi”, noi gli rispondiamo “Ma certo ci mancherebbe”.
    Noi diciamo loro “Però tu rispetta i diritti umani”, loro ci rispondono “Fatti i cazzi tuoi” e noi replichiamo “Sì va bene lo stesso, mica era un obbligo”
    Loro ci dicono “E venite pure ad inaugurarle”, noi rispondiamo “Signorsìssignore!”
    Questo nelle stanze dei bottoni.

    In tv il tutto si trasforma in “Lo sport si faccia bandiera” e nessuno si azzarda a parlare di boicottaggio.

  22. A Berlino 1936 andarono tutti, dagli Stati Uniti all’Inghilterra e alla Francia. Del resto il regime nazista era al potere da 3 anni, e non a tutti era ancora chiara la sua vera natura. Il presidente Roosvelt che aveva una mezza idea di boicottarle, fu dissuaso dalle relazioni ottimistiche di un suo inviato in loco. I nazisti, poi, furono abili ed intelligenti nel far sparire tutto quello che stonava con l’immagine olimpica. Scomparvero in una notte i manifesti anti-semiti e i cartelli appesi all’ingresso di negozi e ristoranti che invitavano i ‘giudei’ a stare alla larga. Alcuni atleti ebrei furono persino inseriti nella rappresentativa olimpica tedesca per dare un po’ di fumo negli occhi ad invitati ed osservatori internazionali. A parte il negro Jesse Owens che rovinò per qualche ora la festa ad Adolf, le Olimpiadi di Berlino furono uno straordinario successo per il regime nazista. Gli edifici nuovi di zecca, la copertura radiofonica totale assicurata da Goebbels, l’accoglienza entusiastica da parte della popolazione saranno offuscati solo 3 anni dopo quando i tedeschi attraversarono il confine polacco.

    A Mosca 1980, causa invasione dell’Afghanistan, diverse decine di paesi rifiutarono di partecipare. Gli Stati Uniti, che aveva promosso il boicottaggio, e la Cina che si era prontamente associata agli americani, furono le assenze più notevoli. Altri paesi ci parteciparono in tono minore ( niente bandiere nazionali, niente inni, niente sfilata iniziale ). Tra questi spiccammo noi italiani, che, causa rilevanti legami economici con i sovietici ben dissimulati come al solito sotto l’asserita necessità di non spezzare il dialogo e in nome della neutralità dello sport ( quando mai ? ), partecipammo in ‘tono minore’ . Il regime comunista diede una buona prova di sé e tutto filò liscio. Anche se le numerose defezioni guastarono notevolmente lo spettacolo sportivo. Però onestamente nessuno potrebbe dire che il boicottaggio accelerò la fine del comunismo al di là della cortina di ferro. E viceversa nessuno può affermare che quelle olimpiadi assicurarono una qualche nuova simpatia per i comunisti russi.

    Oggi, a Pechino 2008, partecipano di nuovo tutti, ma non si parla d’altro che di censura, di diritti umani, di inquinamento. Facci stesso all’inizio dell’articolo ammette che i suoi colleghi giornalisti, di solito molto attenti ai ‘crimini’ degli Stati Uniti e poco sensibili agli orrori delle dittature sparse in giro per il mondo, soprattutto di quella cinese, non cessano un istante di far rilevare l’onnipresente censura. Il fatto che in Cina vada in rete una versione molto oscurata di internet viene continuamente ripetuto in tutte le edizioni dei giornali e dei telegiornali. Poi c’è la qualità dell’aria che è sotto il naso di chiunque approdi a Pechino in questi giorni. E’una dimostrazione plateale di un dato di fatto già constatato in altre situazioni storiche. I comunisti, una volta ottenuto il potere, se ne strafregano dell’ambiente, presi come sono a tradurre la realtà in risultati economici. La Cina, prima ancora che una tragedia dei diritti umani, è un disastro ecologico continuato. Ieri, fatto inaudito, il presidente cinese Hu Jintao si è dovuto presentare davanti alla stampa internazionale per cercare di raddrizzare l’immagine disastrosa che sta uscendo fuori. Insomma il regime cinese sta facendo una figura di merda. Non è un risultato da poco.

    Il boicottaggio avrebbe garantito risultati migliori? Non credo. Sarebbe stato un fatto limitato alle democrazie occidentali, e non al resto del mondo. L’Asia, l’Africa, il Medio Oriente avrebbero partecipato in massa, visto che lì la penetrazione politica e commerciale cinese è persino più forte che da noi. Poi ci sarebbe stato il blocco di paesi che qualunque cosa faccia l’Occidente, soprattutto gli Stati Uniti, loro fanno l’esatto contrario. Figuriamoci se il Venezuela e gli altri paesi latinoamericani di fede ‘chavista’ si sarebbero rifiutati di partecipare ai giochi olimpici organizzati dagli ‘anti-imperialisti’ cinesi. Per non parlare che da noi sarebbero iniziate le solite infinite polemiche e divisioni con alla base cretinate come ‘lo sport è sacro e non va mischiato con la politica’ oppure ‘noi occidentali siamo peggio, non abbiamo l’autorità morale per giudicare’. Secondo me è andata meglio così. Il regime comunista cinese ha voluto mettersi in vetrina per farsi vedere? Bene, adesso lo vedono tutti. E fa decisamente schifo.

  23. Ah sì, ecco un’altra cosa inventata dagli occidentali e prontamente esportata (e perfettamente assimilata da chi se l’è vista importare):
    le figure di merda agli occhi del mondo che non cambiano di una virgola il percorso del paese che le fa.

    Un’altra cosa che hanno imparato benissimo da noi?
    Il presidente che va in tv e dice:
    “Inquinamento? Quale inquinamento? Ah quella nuvola nera grande quanto il paese, dite. No, no, abbiamo risolto, non c’è più”

    Gioca anche tu al gioco dell’estate: “Indovina da chi ha imparato”

    A) Da Ahmadinejad che disse “Omosessuali? Uhm, no, non ne abbiamo (-più- ndr)”

    B) Da qualsiasi presidente italiano che dice “Noi possiamo contribuire a esportare il rispetto dei diritti umani (-ora che abbiamo smesso di esportare mine antiuomo fatte per esser prese in mano dai bambini- ndr)

    Autorità morale?
    What’s ‘autorità morale’?
    E’ roba che si mangia?
    Meid in italì?

    Noi già non possiamo permetterci l’autorità, figurati quella morale.

    L’occidente di cui stiamo parlando è quello che se vuole qualcosa da qualsiasi piccolo dittatore africano gli deve dare qualcosa in cambio per comprarselo (senza oltretutto esser certo di riuscirci, ché magari becca quello particolarmente simpatico che gli risponde “L’occidente si impicchi” al quale si chiede scusa per l’invadenza e si torna a casa con una coda tra le gambe lunga quanto un oleodotto) e mi vieni a dire che possiamo vantare autorità, addirittura (bum) morale?

    (eri andato tanto bene…leggevo pensando “ma com’è che non m’ha dato del coglione manco una volta?” e mi stupivo, mi stupivo tantissimo…poi sono arrivato alle ultime righe e ho detto “Ah ecco” :))

  24. Cari i miei signori, per quanto riguarda l’articolo che insulta un popolo… noi idioti occidentali 15 anni fa abbiamo piantato la nostra merda di industria inquinante in Cina perchè visto il miliardo e mezzo di anime presenti in questo Stato e l’elevata povertà di quel tempo era possibile dare posti di lavoro a parecchi disoccupati cinesi liberandoci così dello smog in occidente (causato dalle industrie inquinanti; esempio quelle chimiche) e posizionarle in uno Stato ancora povero e immenso come la Cina. Il poco saggio governo cinese si è fatto abbagliare dalle nostre storielle del pil e della diminuzione della disoccupazione a favore della Cina permettendo l’entrata delle industrie inquinanti occidentali, e ora NOI occidentali ci lamentiamo dello smog a Pechino?! (che poi non si chiama più Pechino ma si chiama Beijing… è come se Istanbul la chiamassimo ancora Costantinopoli…. Pechino non si chiama più così dalla morte di Mao). Stiamo scherzando? Noi abbiamo aperto là milioni e milioni di fabbriche e ora pretendiamo che il governo cinese risolvi i nostri danni. Noi occidentali siamo poi stati furbi… abbiamo ceduto le fabbriche ai neo-imprenditori cinesi liberandoci così di tutte le colpe e le responsabilità che riguardano inquinamento, salari e condizioni di lavoro; leggetevi questo articolo che ho letto tempo fa: “In Cina, per più volte, le ditte multinazionali occidentali sono state accusate di utilizzare le imprese cinesi che sfruttano i lavoratori per ottenere prodotti a costo minimo. Ma ora le imprese occidentali hanno paura della pubblicità negativa negando le accuse”. Che ne dite ora? siamo ancora dei santerellini? Per quanto riguardano i diritti umani sono d’accordissimo con il Dalai Lama e Hu Jintao è un pessimo presidente, ma la signora America se ne deve stare ferma e zitta zitta. Invece di prendere la lista dei diritti umani e cancellare la Cina da quella lista doveva prendere e autocancellarsi visto che è il secondo stato al mondo, dopo la Cina, con un alto numero di morti causate dalla pena di morte e visto che là regna ancora il razzismo e rompono le palle alle nazioni con il petrolio piantando una infinita guerra bellica per accaparrarsi l’oro nero. Quindi, la prossima volta che faranno le olimpiadi in America bisognerebbe fare tutto ‘sto casino anche per lei visto che anche la i diritti umani sono un optional.

    Noi occidentali, dato il casino che abbiamo piantato in Cina 15 anni fa , a fine olimpiadi dobbiamo iniziare a ripulire la Cina dalla nostra “cacca” e far cambiare idea a Hu Jintao.

    P.S.: Noi Italiani invece di fare tanta cagnara sui diritti umani dobbiamo tornare indietro nel tempo durante il G8 di Genova. In quei 3 tremendi giorni l’Italia se n’è sbattuta letteralmente le scatole dei diritti umani.

  25. Non vorrei apparire maestrino in maniera eccessiva, ma guarda che Beijing è il nome cinese di Pechino, non la sua versione post rivoluzione.

    Così come Nanchino, che se vai li la sentirai chiamare Nanjing e non certo Nanchino, così come se incontri un americano a Roma lo sentirai chiamare la città Rome e non Roma, Milan e non Milano, Venice e non Venezia.

    Quindi direi che il parallelo Istambul-Costantinopoli c’azzecca proprio una fava.

  26. A me hanno detto così… comunque verificherò. Se hai ragione sono pronto a riconoscere la mia disinformazione riguardo questo punto. Ciao

  27. ( …e pensare che avevo cercato di dribblare il cumulo di sciocchezze che hai disseminato qua sotto, e di concentrarmi invece sull’articolo di Facci…per una volta che ti avevo risparmiato…speravo avessi apprezzato…vabbèh, fa li stess )

    Ah perché invece se si boicottava, sai come cambiavano le sorti dei cinesi…. I boicottaggi delle dittature sono quasi sempre falliti nella storia. Tu stesso confermi l’estremo nazionalismo dei cinesi. Bene, ti ricordi le sanzioni contro l’Italia fascista quando invase l’Etiopia? Mai Mussolini e il regime furono tanto popolari. E certo noi non siamo mai stati nazionalisti come lo sono i cinesi. Poi ci sarebbero da citare ‘random’ le sanzioni contro l’Iran varate nel 1979 quando fu occupata l’ambasciata americana ( e i nazisti islamici sono ancora lì al potere, quasi 30 anni dopo ), le sanzioni contro Cuba varate quando i castristi espropriarono le proprietà americane sull’isola ( e la famiglia Castro è ancora lì da 50 anni, nonostante fame, miseria, incarceramenti e assassinii vari). Poi ci sarebbero Gheddafi, Saddam Hussein, Robert Mugabe…tutti felicemente sopravvissuti ad ogni tipo di blocco e di boicottaggio. E parliamo di sanzioni un po’ più incisive dell’ammainare la nostra bandiera ai giochi olimpici.

    Che mi ricordi, ci fu un solo boicottaggio che contribuì ad abbattere un regime anti-democratico. Fu quello contro il Sudafrica bianco e razzista. E qui arriviamo al punto. I boicottaggi funzionano se ci partecipano tutti, ma proprio tutti. Contro il regime di Pretoria non mancò praticamente nessuno. Contro la Cina non è neppure lontanamente ipotizzabile un’unità del genere. E allora cosa lo stiamo a fare? Credi che i cittadini cinesi, nel caso ci fossimo rifiutati di partecipare alle loro olimpiadi, si sarebbero ribellati ai loro governanti o avrebbero solidarizzato con loro, visto anche il controllo totale sui mezzi di informazione che il Partito esercita?

    Il primo problema che si presenta da noi quando si tratta di lottare contro una dittatura, è che bisogna convincere anzitutto noi stessi della necessità e della giustezza della lotta. Perché, vedi, noi abbiamo una grossa palla al piede. Quella grossa fetta di opinione pubblica, di cui tu fai indiscutibilmente parte, che da decenni va ripetendo che non abbiamo l’autorità morale per condannare nessuno, perché siamo brutti, sporchi e cattivi almeno quanto gli altri, se non di più. Tu e quelli come te, avete perso, o non avete mai avuto, la percezione esatta di cosa sia una dittatura. E non avendo bene coscienza dello schifo indicibile che rappresenta, vi potete permettere queste affermazioni pazzesche.

    Prima che Ahmadinejad pronunciasse quella infame bugia, alla Columbia University ne giravano parecchi come te. Secondo loro il problema dei diritti umani in Iran non esisteva, o comunque era largamente esagerato dalla propaganda neocon volta a giustificare l’ennesimo intervento bellico in un paese produttore del petrolio. Sì, certo, ogni tanto comparivano le foto di qualche gay impiccato ad una gru, ma si dimenticavano alla svelta e, poi, ‘noi americani non possiamo parlare perché anche noi abbiamo la pena di morte’. Dopo l’incauta affermazione di quel criminale assassino, persino quella platea di studenti ed insegnanti così simili a te provò un brivido di orrore e di disgusto. Da quel momento nella sinistra radicale americana si sono avuti tanti ripensamenti sul regime degli ayatollah, tanto che persino il candidato democratico alla presidenza ha dovuto assumere nei confronti di Teheran una posizione che sembra la fotocopia di quella di Bush.

    Nella sala in cui ha parlato ieri il presidente cinese, sedevano diversi giornalisti, tra cui il corrispondente Rai Paolo Longo, che nei mesi e negli anni passati non si sono mai particolarmente distinti in inchieste e denunce contro il regime. Anche perché i cinesi non scherzano, e se ti azzardi ad inviare o scrivere servizi troppo critici, ti cacciano senza tanti complimenti. Così nei mesi scorsi è toccato ascoltare in televisione che le popolazioni delle zone interessate dalla costruzione della grande diga, avevano disciplinatamente obbedito alle disposizioni delle autorità. Quando invece la dissidenza segnalava proteste e disordini. Perché, Broono, forse tu non te ne rendi conto, ma se non c’era la polizia e l’esercito con i fucili puntati, con buona pace di tutto il loro nazionalismo, quella povera gente da lì non si sarebbe mossa. Anche dei contadini sovietici espropriati da Stalin e trasferiti alle grandi aziende agricole di Stato, si disse e si scrisse che avevano aderito entusiasticamente alla collettivizzazione della terra. Per poi scoprire con un ritardo di vent’anni che non era affatto vero, e che molti erano morti con le falci in pugno per riaffermare il loro diritto a vivere dove erano nati.

    Ecco, da giorni quei giornalisti europei ed americani che non si sono mai dannati per i diritti civili ed umani in Cina, parlano dell’asfissiante censura cinese e dei livelli assurdi di inquinamento di Pechino, livelli che assomigliano, come scrive Facci, a quelli della Londra di più di 100 anni fa. E nessuno li caccia questi giornalisti perché il regime sa di avere i riflettori puntati addosso e non può permettersi altre porcherie.

    Ricordo che alcuni mesi fa da queste parti ci furono alcuni che arrivarono a giustificare l’occupazione cinese del Tibet con il fatto che prima c’era un regime feudale. Come se esistesse qualcosa che possa giustificare il genocidio che è avvenuto dopo l’arrivo di Mao e dei comunisti cinesi. Adesso c’è pure questo scellerato che per non aprire gli occhi, oltre ovviamente a scaricare tutte le colpe di quanto succede in Cina su di noi, tira fuori il G8 di Genova ( di ‘G8’ come li intendi tu, caro Dragone del menga, ce ne sono 1o, 100, 1000 ogni minuto: lì la polizia arresta, tortura, ammazza nel più totale silenzio da decenni ). Qui da noi manca qualsiasi percezione della realtà cinese e degli orrori di 60 anni di dittatura comunista. Il fatto che finalmente cominci ad aprire gli occhi anche quella parte dell’Occidente che in nome dell’odio di sé giustifica i peggiori crimini commessi altrove, non mi pare un risultato irrilevante.

  28. Ammesso e concesso che la repubblica popolare cinese è una dittatura camuffata da democrazia. Ma devo dire una cosa che i mass media non hanno mai, e dico mai, pubblicato…. una settimana dopo la rivolta in Tibet a Pechino sono scesi per le strade 300.000 intellettuali cinesi per protestare contro la repressione in Tibet ma nel giro di un paio d’ore la polizia ha bloccato la protesta. Subito ho avuto qualche dubbio, il giorno dopo ho chiesto ad alcuni amici che stanno in Cina e mi hanno confermato la validità della notizia. Questo dimostra (anche se una piccola parte) che non dobbiamo colpevolizzare il popolo, ma il governo. Quindi non spariamo nel mucchio per favore. Parliamo tanto di nazionalismo…. lo sai che il 60% degli italiani vorrebbe che ritornasse il fascismo in Italia? Ti sembra una bella cosa questa? Già che abbiamo rogne con la UE, e poi se ritorniamo ai tempi di Mussolini la UE ci sbatte fuori a pedate. Anzi, ci starebbe proprio bene.
    Dobbiamo meditare sulla nostra democrazia perchè in Italia è minacciata la libertà d’informazione che è alla base della Democrazia e quindi non siamo garanti nemmeno noi nel parametro di libertà generale.

    Ti faccio una domanda… se tu fossi presidente di uno stato con lo stesso numero di abitanti come la Cina… Come ti comporteresti per tenere calmi tutti? E’ logico (anche se sbagliato) che si arriva ad usare il pugno di ferro.

  29. Sorvolo sulla questioncella Iran, sulla quale so che non riuscirò mai a farti entrare in testa quale sia la mia posizione.
    Secondo te è quella di chi nega ciò che avviene laggiù?
    Tienitela, ci ho provato ottocentovolte eppure tu questa continui a ripetere, quindi non credo che una volta in più possa servire in qualche modo.
    Personalmente mi limito a citare l’iran e il suo attuale presidente quando mi servono esempi negativi come ho fatto sopra, tu continua a pensare che io ne abbia un’idea positiva, la logica che unisce le due cose immagino tu l’avrai trovata, non vorrei avventurarmi nella palude della sua possibile spiegazione.

    Per il resto posso solo dirti che non credo, no, nemmeno io che il boicottaggio avrebbe in qualche modo cambiato la condizione dei cinesi.
    Ma tra il non cambiare la loro posizione e il contribuire a far sì che tale resti, ci sono delle belle e sane differenze leggi: vie di mezzo, leggi: alternative.
    Allora alla tua obiezione riguardo al fatto che il boicottaggio non cambia nulla, io rispondo che la partecipazione al contrario qualcosa fa: contribuisce.

    Allora la speranza (vanna, ovvio, son mica cretino) di vedere per una volta non solo l’Italia ma una bella serie di paesi decidere per il boicottaggio non era una speranza supportata tanto da chissà quale analisi politica (ché, ripeto, son mica cretino, è chiaro che se la comunità internazionale ha regalato loro le olimpiadi non era per poi non partecipare perché contraria al loro meritarselo) quanto dall’idea che far sapere al mondo che non proprio tutti sono dell’idea che da quella parte di mondo oltre ai frutti del mercato mondiale meritino pure gli spettacoli e gli applausi forse non sarebbe stata un’idea così malsana.

    Ché permettergli ciò che stanno facendo economicamente è certamente frutto del fatto che anche volendo impedirglielo c’è ben poco da fare, siamo microbi al confronto e la storia di Davide e Golia convince giusto quelli che non a caso da quelle parti vengono considerati superflui, ma andare anche a festeggiarli no, questo sarebbe stato possibile non farlo e oltre che possibile sarebbe stato oltretutto pure doveroso.
    Tanto a loro quanto agli altri interessa che nessuno ostacoli il processo economico e non mi pare che abbiano interrotto i rapporti economici con né mandato in bancarotta gli USA dopo che questi hanno azzardato la medaglia al Dalai Lama, il che dimostra che almeno sui festeggiamenti un modo per non dar proprio sempre tutto quello che chiedono c’è e non è nemmeno così difficile da azzardare, senza che si scateni per questo la quarta guerra mondiale.

    Allora perché il boicottaggio anche se inutile ai fini dei diritti umani e della dittatura?
    Perché sarebbe stata una mossa quantomeno utile a far capire loro che il mondo si sta piegando, ma non per questo è felice pure di comprare la vaselina.
    Per non far nulla per risolvere le decine di esecuzioni, ma almeno per non star lì ad applaudirli mentre le eseguono dandogli pure i soldi per mettere festoni e lanterne intorno ai muri delle carceri.
    Ti pare una roba così lontana dalla logica?

    Perché con i regimi di mezzo mondo hanno da sempre fatto tutti affari, ma difficilmente si mettevano in piedi anche celebrazioni internazionali per erigerli a uomini del secolo.
    Un minimo di decenza la si cercava di conservare, quantomeno per avere la possibilità di dire in tv che i regimi sono brutti brutti brutti senza apparire i cialtroni dementi che appaiono oggi tutti coloro che dicono “diritti umani!” e subito dopo aver visto come si stanno occupando del dissenso in tibet aver specificato che però non è che era proprio un’imposizione, cioè noi ci andiamo ad appaludirli ecco.

    Esistono due risultati: la risoluzione del problema diritti umani in cina e la complicità nella non risoluzione de problema.
    Per risolvere il primo servirebbe ben più di un boicottaggio e qualsiasi variante di quel ‘ben più’ chiunque si guarda bene dal metterla sul tavolo vista la mastodontica e più che nota capacità bellica dei tizi.

    Al contrario, per risolvere il secondo, che è molto più interno a ogni paese che esterno e internazionale, basterebbe appunto non regalare loro una manifestazione il cui unico scopo è quello di legittimare universalmente il loro essere precisi puliti e democratici al punto da poter ospitare la più grande manifestazione sportiva del mondo con tutto il suo carico di valori assolutamente finti e di facciata ma comunque valori che hanno un senso che andrebbe difeso.
    E se proprio qualcuno a maggioranza decide di regalargliela lo stesso, buona cosa sarebbe stata esprimere il proprio dissenso non partecipando, certi che continuando a permettergli di fare economicamente quello che vogliono, nemmeno loro si sarebbero incazzati più di tanto.

    Così invece gli obiettivi li buchiamo entrambi, non cambia nulla a livello di diritti umani e in più se prima si aveva qualche dubbio riguardo al fatto che il mondo li accetta così come sono diritti umani inesistenti compresi, ora il dubbio è disintegrato ed è disintegrato con fulminatore laser fornito dall’occidente, lo stesso che però mette i nastrini rossi quando quelli fanno fuori monaci indifesi a decine.

    Tra spettatori costretti e complici c’è una bella differenza e se fino a ieri eravamo spettatori con qualche speranza di usare la leva economica per trattare in qualche modo, ora siamo complici perché due giorni dopo aver preso le olimpiadi quelli hanno ripreso a sparare sulla gente e due giorni dopo ancora, noi partiamo per andare a festeggiarli.
    Ecco cosa avrebbe ottenuto la non presenza.
    Quelli avrebbero comunque continuato a sparare, ma almeno noi non saremmo andati pure ad applaudirli.
    Si chiama legittimazione e oggi glie l’abbiamo data.

    Riguardo all’altro punto, non è andata come dici tu.
    Quei milioni di cinesi che si sono incazzati per esser stati spostati dalla valle, non si sono incazzati per esser stati spostati, ma per esser stati ingannati.
    Andò così:
    Il governo disse loro che per il bene della nazione serviva il loro salotto, ma che in cambio della loro disponibilità avrebbero ricevuto la copia delle loro città ricostruita a spese dello stato qualche centinaio di chilometri più in là.
    Tutto bene, tutti felici, un po’ dispiaciuti per il loro dover lasciare il paesello natio, ma insomma erano quattro capanne e avrebbero ricevuto in cambio appartamenti in palazzi nuovi di pacca, l’affare c’era e il gioco valva la candela, il nazionalismo s’è occupato di parificare il dislivello costi/benefici e qualche milione di persone in due ore tirò su baracca e burattini e lasciò la pianura padana.

    Arrivati nelle loro nuove e belle città come promesso costruite a tempo di record per noi, a tempi normali per l’edilizia cinese e cioè in due giorni e entrati ognuno nella sua nuova casettina, suonò il campanello.
    Andarono ad aprire e si trovarono davanti il postino con una busta.
    “Cosa essele?”
    “Essele plima di seimilioni di late di mutuo”
    “Quale mutuo?”
    “Quello su nuovo appaltamento”

    E così a cose fatte e senza possibilità di tornare indietro questi scoprirono che le case erano sì fornite dallo stato ma solo come costruzione, perché come proprietà se le sarebbero dovute pagare e pure caro, visto che provenendo tutti da un’area che certo non era Hong Kong altrimenti non l’avrebbero inondata, erano tutti uniti da un problemuccio comune: una situazione economica che se fosse stata sufficiente per comprarsi una casa…si sarebbero comprati una casa ben prima e per loro scelta.
    Da lì l’incazzatura che leggi oggi dalle voci del dissenso.

    Che è un po’ diverso dal dire che l’idea che si siano spostati in massa perché lo stato glielo chiese è frutto di propaganda.
    Lo fecero eccome.
    E’ il dopo che li ha fatti incazzare.
    Ma se lo fecero alla sola richiesta, per quanto accompagnata da promessa, è perché sono un popolo che a richiesta di spostarsi a milioni risponde spostandosi a milioni.

    Trovami un altro popolo che farebbe lo stesso.

  30. Hai letto le ultime righe del mio primo post? Ho detto: “sono d’accordissimo con il Dalai Lama”. Da come scrivi sembra che sono contrario a lui e poi il Dalai Lama ha detto che non voleva il boicottaggio ma solo essere aiutato a far capire al governo di aprire un dialogo; siamo stati noi occidentali che ci siamo montati la testa e a strafare. Oppure vogliamo fare un’embargo militare alla Cina così siamo colpevoli di una terza guerra mondiale?

    E poi non hai ancora risposto alla mie domande, oppure le hai fatte passare per delle domande retoriche?

  31. Broono,
    amore mio, invece di apparire maestrino, ragion per cui urgono cappi misura bambino (scherzo, you know..),
    mi aiuteresti piuttosto a risolvere il quiz su della Virginia?
    Non riesco a completare i puntini…. Mumble.

  32. Pupa, pucci, luce-de-lla-mia-vìta, ci ho pensato due ore ma non tanto al quiz, quanto a chi possa essere il lui della coppia.

    Cioè voi due vi siete intese subito e siete passati al quiz su cosa direbbe nel caso di, io sono ancora fermo a capire chi possa essere il lui.

  33. DI SOLITO DEI BLOG QUANDO CI SI RIFERISCE AD UNA PERSONA CON UN COMMENTO SI SCRIVE: “x” oppure “per” (NOME UTENTE). GRAZIE

  34. DI SOLITO NEI BLOG QUANDO CI SI RIFERISCE AD UNA PERSONA CON UN COMMENTO SI SCRIVE: “x” oppure “per” (NOME UTENTE). GRAZIE

  35. (minchia ci mancava il grillino con trauma d’abbandono)

    X PER DRAGONE:

    A Dragò, ma tu, proprio tu, di preciso, che vuoi?
    Hai detto la tua?
    Sì?
    E mo che cerchi?
    Una cerimonia stile olimpiadi per celebrarla?

    Siamo in due qui ora, t’abbiamo risposto entrambi, mo qual è il problema, che non abbiamo messo il nome?
    E non ci arrivi leggendo, a capire qual è la parta per te?

    Ma soprattutto, tra le righe, non ci arrivi a capire quanta te n’è stata risparmiata?

  36. Oh, oh, Broonino,
    luce delle mie falangi, sorriso dei miei polpastrelli, lacrima infinita di agosto, voce del mare che cazzarola non mi vede arrivare,
    se siamo ancora fermi al LUI della coppia la cosa si complica poiché fin lì, forse hai ragione, io e la fanciulla ci siamo intese al volo e ora, cosa mi toccherebbe?
    Sputtanare lo sposo, qui???!!

    Rimumblo e ti dirò.

    @Dragon ball,
    calmino io ad esempio per riferirmi a qualcuno nei commenti non metto niente.
    Ora zitto, cassio! che qui io e Broono si fa all’amore, si fa.

    P.S.
    Per Virginia e a chi interessa questo imperdibile quiz dell’estate, ce l’ho, ce l’ho!! Ho anche il nome dell’eventuale figlo maschio della coppia di Macchia!
    Fatevi sotto, a belli.

  37. Faccio fatica a seguire i voli di Broono. Tipo che “la potenza della Cina sta nel suo essere qualche miliardo di persone come fossero una persona sola”. O che “Certo che il pil cinese è in cima e il procapite è in fondo, è una popolazione che si misura in miliardi. E certo che quello statunitense è in cima, sono una popolazione che si conta sulle dita di una mano. E’ proporzione matematica, mica lo stato reale del singolo cittadino. Il pil, per quanto ne dicano gli economisti in tv, è un valore che non dice nulla sullo stato reale di un paese, tanto meno quello pro capite.” Ma che dici?

    E ti pareva che non veniva fuori l’America con la pena di morte. La disinformazione purtroppo non si ferma al nome di Pechino. Leggi qua:
    http://www.nessunotocchicaino.it/bancadati/index.php?tipotema=arg&idtema=10314561
    Nel 2007 ci sono state 5851 esecuzioni ufficiali nel mondo, di cui almeno 5000 in Cina, 355 in Iran, 166 in Arabia Saudita. Negli USA 42, di cui oltre il 60% in Texas. Certo, gli USA sono una democrazia e 42 esecuzioni, pur se in costante diminuzione, sono comunque inaccettabili.
    Però bisogna piantarla coi qualunquismi, le fobie anticapitaliste e i rimpalli di responsabilità unidirezionali. Da noi si discute dell’abolizione della pena di morte (per i reati più efferati), persino del significato del carcere a vita (punizione verso rieducazione), di indulti, ecc. In Asia si giustiziano bambini, omosessuali, adulteri, dissidenti, anche con la lapidazione. Ora apprendo pure che l’inquinamento cinese è frutto degli interessi occidentali, senza i quali i poveri e ingenui governanti cinesi reggerebbero un piccolo eden libero e incontaminato.
    Basta con queste panzane, per favore. G8 compreso.
    Recuperate senso delle proporzioni. Si faccia autocritica sui fatti domestici, ma non li si tiri in ballo come la madre di tutti i mali del mondo.
    Il commento 33 poi, come si dice nelle migliori occasioni, si commenta da solo. Mi sa che sei un Draghino …

    Arcroyal ha in parte ragione. Il solo fatto che si parli di diritti negati, dell’opportunità di esserci o meno e, soprattutto, che attraverso le TV e la rete si vedano molte cose, non è risultato da poco.

    Morosita, dammi un hint. Sennò non ci credo che hai indovinato. Io ne ho un paio alla Bartezzaghi.

  38. Hint su cosa? Sul nome dello sposo.
    se è questo ti dico: pensa ad una famosa convinta animalista.
    Dopo che ci hai pensato posiziona l’omino sull’altare con la donnina di cui ampiamente si è parlato.
    Su cosa risponde l’omino sull’altare mi sto spremendo gli alluci ma non ci arrivo.

    Per i nomi dei figli, ti prego, so che puoi farcela.
    Sei una delle poche donne che si cimenta con Bartezzaghi, che io adoro. Sempre dopo Facci e Maradona, naturalmente.

  39. @Virginia (X Virginia PER Virginia):

    Sta a dire che se nella classifica del pil nazionale USA e Cina sono attaccate, mentre per quello pro-capite sono distanti cento posizioni, forse significa che se dividi il pil della cina (vcino a quello degli usa quando considerato a livello nazionale) per il quasi miliardo e mezzo di abitanti che sono, è chiaro che cadacranio gli restano due centesimi ma questo non significa che siano poveri come la 100ma posizione che occupano farebbe pensare.
    Da qui il dire che dividere il pil per il numero di abitanti non fornisce un risultato che trasferisce l’idea dello stato reale della popolazione né tantomeno della nazione ma serve solo a giocare un po’ con i numeri.

    Altrimenti spiegami come mai a controllare economicamente gli stessi stati uniti nonché una serie di altre nazioni tra le quali recentemente una buona parte del sudamerica e recentissime espansioni in africa, è la nazione che sta al centesimo posto (per pil procapite) e non quelle che le stanno sopra in quella curiosa classifica quali per esempio il Suriname o chessò l’Azerbaijan o, perché no, la Repubblica Ceca.

    Ce la vedi tu la repubblica ceca a tenere per le palle l’economi di mezzo mondo?
    Seguendo la classifica dovresti, sono al 37mo posto.
    Ben 70 posizioni più in alto della cina, mica patate.

    Ecco, intendevo questo quando dicevo che è una classifica bella da leggere per chi ama i numeri ma inutile per sapere come stia una nazione.

  40. Broono,
    sono terribilmente gelosa.
    Fammi fare due minuti di femmina scassacazzo:

    1) Mi hai già sostituita con Virginia giusto perchè ha un nome probabile che non fa rima con Santa Rita, ragion per cui sei un becero cattolico! Perché non me lo avevi detto???? Ehi, Broooono, rispondi!! Sto parlando con te.

    2) Con lei parli solo di cose di politica o impegnate, con me solo di futilità e sciocchezze da donna shopping addicted, vuota come un campioncino di Chaneltotti evaporato, mentre io il bicchiere lo vedo sempre mezzo pieno e anche tu quando ci siamo conosciuti..ora manco mi guardi più, nonostante abbia abolito uso di vestaglia di flanella e calzino con la molla SOPRA il pigiama.

    3) Cazzo me ne frega delle Olimpiadi dei mangiacane a tradimento, sempre a leggere sto Facci e sto blog. Eccheppalle, avevi promesso che mi portavi da Ikea a comprare il puliscifilo della lampada portatile di emergenza per la macchina.
    Non cambierai mai.
    A sto punto mi tengo la molla!

    …eeehi, Broonooooooo, sto parlando con te!!senza che fai finta di avere le cuffie e il solito problema con il p.c.
    E visto che ci siamo, sappi che anche Barynia mi sta sulle palle.

    Adieu

  41. Sunto:Tutti i paesi capitalisti,hanno spostato la loro produzione in Cina,quindi non si può boicottare noi stessi,la nostra “sana” economia.In realtà,la politica è in balia dell’economia.Paesi democratici solo nel nome come la Tunisia, l’Egitto,l’Algeria,tanto per citarne alcuni a noi vicini,vanno bene,ed altri no.
    Denis Sassou Nguesso,ad esempio,non è un dittatore,perchè firma accordi con la Eni,mentre invece dittatori che fino a ieri servivano,oggi, per motivi chiari principalmente al mercato ,non vanno più bene.Tutto questo mascherato dal fumo negli occhi della politica.

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