Se sapessi gestire meglio il mio tempo avrei scritto anche io un post sulle “canzoni tristi”, come hanno fatto Luca Sofri (nell’articolo per Vanity Fair che ha dato origine al tutto: qualcuno lo chiamerebbe “meme“, ma dovranno farmi il waterboarding prima che io usi quella parola lì), e poi Massimo Mantellini, Wallynius, Antonio Dini, Akille, Vittorio Zambardino, Generazione blog, Luca De Biase e chissà quanti altri.
In un improvviso momento di lucidità mi sono poi ricordato di averlo già scritto, quel post, nel 2005.
Vincevano “Venezia” di Francesco Guccini,
“Stefania affondando, Stefania ha lasciato qualcosa:
Novella Duemila e una rosa sul suo comodino,
Stefania ha lasciato un bambino.”
“Spark” di Tori Amos,
“She’s convinced she could hold back a glacier
But she couldn’t keep Baby alive
(”Era convinta di saper fermare un ghiacciaio
ma non è riuscita a tenere vivo il suo bambino”)
“Eleanor Rigby” dei Beatles,
“Eleanor Rigby, died in the church
and was buried along with her name,
nobody came.”
(”Eleanor Rigby è morta nella chiesa
ed è stata sepolta assieme al suo nome,
Nessuno è venuto.”)
“Non è Francesca” di Lucio Battisti,
“Lei è sempre a casa che aspetta me, non è Francesca…
Se c’era un uomo poi, no, non può essere lei…”
“Fiori rosa fiori di pesco” sempre di Battisti,
“Scusa, credevo proprio che fossi sola
credevo non ci fosse nessuno con te
oh scusami tanto se puoi
signore chiedo scusa anche a lei”
“Quanto ti voglio” di Claudio Baglioni (che peraltro risulta alquanto moscia nella versione in studio, mentre in uno degli innumerevoli live di cui non ricordo il titolo diventa piuttosto incazzosa),
“Io ti voglio, quanto ti voglio
e non me ne importa niente / di ciò che hai fatto
se ci sei stata a letto / tanto il tempo aggiusta tutto…”
“Farewell”, ancora di Guccini,
“Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato fu creder speciale una storia normale. […]
E davvero non siamo più quegli eroi
pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.”
“Romeo & Juliet” dei Dire Straits,
“You promised me everything, you promised me thick and thin, yeah
Now you just say “oh Romeo, yeah, you know I used to have a scene with him”
(”Mi avevi promesso tutto, mi avevi promesso mari e monti,
Adesso dici solo, oh Romeo, sì, sai, quello con cui ho avuto una storia”)
e, infine, una menzione particolare per “Tanto³” di Lorenzo Cherubini,
“- E lei ti ama?
– A suo modo.”
Poi esistono canzoni esageratamente tristi, di quel triste artefatto, non vissuto e non sentito, tipo: ora mi metto qui e scrivo una di quelle canzoni tristi che tutti dovranno dire cazzo, non esiste una canzone più triste di questa. Ecco, in quei casi ti metti lì, ed esce una cosa come “Le lacrime di marzo“ di Claudio Baglioni (scritta per Mia Martini, poi incisa nuovamente dall’autore).
Oggi, a tre anni di distanza, alla lista che compilai, aggiungerei probabilmente solo “Alfredo”, dei Baustelle
Sento tutte queste voci / Tutta questa gente ha già capito
che ho sbagliato, sono scivolato / Son caduto dentro il buco
Bravi, son venuti subito / Son stato stupido
e, sempre loro, un passo particolare de “La Guerra è finita”
Emotivamente instabile, / viziata ed insensibile”,
il professore la bollò / ed un caramba la incastrò
durante un furto all’Esselunga / pianse e non le piacque affatto…
Di canzoni tristi parleremo anche a Scatole Cinesi: puoi suggerirci quella che per te è la “canzone triste” per eccellenza: noi continueremo ad aggiornare la classifica in diretta.
“La guerra è finita” è isotropicamente triste.
Cmq i Baustelle sulla tristezza “c’han costruito su un impero” [cit. EELST].
mi domando come possa mancare da classifiche come queste l’opera quasi omnia di de andrè
Mah, a mio avviso Fabrizio de Andrè è stato amaro, sarcastico,feroce,senza speranza,mistico,profondo, ma raramente triste tout court.
Baglioni “Ancora la pioggia cadrà” (una strofa a caso):
“tra le barche a pancia all’aria rauco il vento s’infilo’
l’ultima boccata forte poi le scarpe si cavò
con le mani stanche cariche di vene i vestiti ripiegò
come chi non ha piu’ fretta verso il mare camminò
la schiuma gli si fece incontro e i suoi piedi incatenò
gli occhi acquosi di tristezza oltre quel cielo
un altro cielo lui cercò”
Guccini “Le pioggie d’aprile”:
“Che ci farai ora di questi giorni che canti, dei dubbi quasi doverosi che ti sono sorti
dei momenti svuotati, ombre incalzanti di noi rimorti,
che ci potrai fare di quelle energie finite, di tutte quelle frasi storiche da dopocena;
consumato per sempre il tempo di sole e ferite,
basta vivere appena, basta vivere appena… ”
così su due piedi.
ho perso un paio di diottrie per cercare di leggere le canzoni che hai segnalato (un altro carattere no?)
comunque ne è valsa la pena
aggiungerei anche “compagni di viaggio” di de gregori.
dà un dolore simile ad un calcio nello sterno, ad ogni ascolto.
Senza dimenticare l’album “Tristezza a Palate” del grande Mariottide…
.
Non so se mi inquieti di più il fatto che ci sono effettivamente artisti che lucrano sul malessere della gente o che c’è gente che definisca “meravigliose” canzoni che ti fanno solo stare male.
beh, anche il battistiano “non son stato divertente e penso a te”..
Rilancio anche qui Le luci della centrale elettrica – “Per combattere l’acne”
tesoro, fuori c’è il sole, prendi un caffè, fai un bel respirone……..
@murmur …un impero conosciuto come impero dei baustelle…
Ishmael, apprezzo sinceramente la tua opera di classificazione degli umori delle canzoni di De Andrè.
Ma secondo me, se riunisci i puntini di “amaro, sarcastico,feroce,senza speranza,mistico,profondo” apparirà “triste”.
Marinella e Piero, per dirne due, hanno straziato il cuoricino sensibile di tutti noi da ragazzini, per la loro -come dire?- tristezza.
De Gregori : “il babbo è in prigione”, già solo il titolo..
“Stella guarda la luna, la luna guarda Stella…la notte è bella, è bella è profumata di aranciata e di meta: il babbo se nè andato, il babbo è via lontano…e mamma la va i piatti e canta piano….”
Poi Guccini ed i Nomadi con Auschwitz o Guccini con “canzone per un’amica” che raggiunge l’apice quando fa:
Dopo il silenzio soltanto è regnato
tra le lamiere contorte
sull’autostrada cercavi la vita
ma ti ha incontrato la morte,
ma ti ha incontrato la morte.
Vorrei sapere a che cosa è servito
vivere, amare, soffrire,
spendere tutti i tuoi giorni passati
se presto hai dovuto partire,
se presto hai dovuto partire. “
Questa le batte tutte:
“Chiedo Fonzie e mi danno avanzi,
Cristo, percheeeeeeeè”
E Money for dope di Luttazzi, conoscete?
Petra Magoni: Io sono metà
“…Ti aspetto nel buio
ho l’abito rosso
stretto alle spalle
le scarpe sbagliate
non so a chi ti accosti
a chi stringi le mani
ma ovunque rimani
io sono metà..”
e ancora
“…richiuderò gli occhi
nel gelo fontane
per quanto sian profondi
i tagli asciugheranno
mi tengo i tuoi segni
mi spetta il tuo odore
a chiunque ti vuole
io sono metà.”
Mi si blocca il fiato ogni volta che la sento.
Ah scusate…la vera tristezza sono le canzoni in filodiffusione al lavorooo
Siete troppo giovani. Non sapete un cazzo.
«Era già tutto previsto» di Cocciante è difficilmente battibile. O tutto l’album «L’Alba*» del medesimo (album concept, storia di uno che s’innamora di una che finalmente ci sta, vergine, ma poi un bruto gliela violenta e gliel’ammazza e butta in un fosso).
Anche «Ed io tra di voi» di Aznavour (anche di Sergio Endrigo) sempre che sappiate di che parlo.
Qualcuno dice Poster di Baglioni.
Senza dimenticare Les vieux di Jacques Brel.
*anche se ‘Violenza’ di Cocciante, drammaticissima, letta così può anche far ridere:
Mentre la luna si specchiava nel fosso
lui ti ha strappato i vestiti di dosso
e ti ha buttato per terra bocconi
e non si e’ tolto nemmeno i calzoni
Mentre la luna brillava lontano lontano
sulla tua bocca la sua ruvida mano
volevi chiedergli di essere pietoso
finchè non venne a salvarti il riposo.
Avevi tanto sognato con me
la prima volta
allora non sono l’unico ad ascoltare i Baustelle… (a volte temo siano un’invenzione della mia fantasia
“Io sono a metà” di Magoni/Spinetta per me è una bellissima canzone d’amore, per niente triste
segnalo la canzone su Welby di Simone Cristicchi, quella veramente è da sprofondare quando capisci che non sta parlando di una donna ma di una macchina che lo tiene in vita
“Tu sei fredda, eppure sei la sola che mi da calore,
Ma non riesci a farci niente adesso, contro il mio dolore;
Con il tempo ho imparato ad odiarti,
se solo avessi un cuore,
mi lasceresti andare, mi lasceresti andare.
Perchè vivo, respiro di notte, di giorno, a te piace guardarmi se dormo, mentre sogno distese di grano, di fiori lontano da qui.
Ma non posso vivere, senza di te…
Io non riesco a vivere, legato a te.
Il mio corpo è una fragile foglia, che nascondo qui sotto le lenzuola, e mi resta ben poco da dire, vorrei essere libero di finire.
Tu sei l’unica certezza di ogni singolo respiro,
tu sei l’unica mia confidente, mentre sopravvivo;
Io non posso più accettare i loro scarica-barile,
quante stupide parole, quante inutili parole, mentre vivo, respiro di notte, di giorno, si sente il silenzio del mondo, un dolore inspiegabile senza motivo mi soffoca qui.
Ma non posso vivere, senza di te…
Io non potrò vivere per sempre, legato a te.
Il mio corpo è una fragile foglia, che riposa qui sotto le lenzuola, e mi resta nient’altro da dire, vorrei essere libero di finire.
Il mio corpo è una fragile foglia, che rimane qui sotto le lenzuola…”
“Il dilemma” di Giorgio Gaber
“Forse il ricordo di quel Maggio
gli insegnò anche nel fallire
il senso del rigore, il culto del coraggio.
E rifiutarono decisamente
le nostre idee di libertà in amore
a questa scelta non si seppero adattare.
Non so se dire a questa nostra scelta
o a questa nostra nuova sorte
so soltanto che loro si diedero la morte.
Il loro amore moriva
come quello di tutti
non per una cosa astratta
come la famiglia
loro scelsero la morte
per una cosa vera
come la famiglia.”
Imbattibile.
Vedere anche:
http://www.last.fm/listen/globaltags/sad
Offlaga Disco Pax, de Fonseca – scelta da ggiovane che non sa nulla.
Alice in Chains – Nutshell (Jar of Flies, 1994)
“We chase misprinted lies
We face the path of time
And yet I fight
And yet I fight
This battle all alone
No one to cry to
No place to call home
Oooh…Oooh…
Oooh…Oooh…
My gift of self is raped
My privacy is raked
And yet I find
And yet I find
Repeating in my head
If I can’t be my own
I’d feel better dead
Oooh…Oooh…
Oooh…Oooh…”
my 2 cents
Marco Masini, tutto.
Ultimo amore – Vinicio Capossela
Cioccolato I.A.C.P. – Offlaga disco pax
Mi sono innamorato di te – Luigi Tenco
…ma ce ne sono, ce ne sono
“Grazie alla vita” interpretata da Gabriella Ferri. Tutta quanta.
“Sognando” di Don Backy
Per me la più triste di tutte (votata) è Minuetto di Franco Califano cantata da Mia Martini.
La citazione testuale:
“E la vita sta passando su noi, di orizzonti non ne vedo mai!
Ne approfitta il tempo e ruba come hai fatto tu,
il resto di una gioventù che ormai non ho più…
Non c’è n’è una più triste in assoluto. Nella mia lista ce ne sono molte citate , Minuetto, Ultimo amore di Capossela , stupenda e anche quelle citata da Facci..
Quindi, mi limito a ricordare un’altro titolo, Sempre , cantata da Gabriella Ferri.
http://it.youtube.com/watch?v=ILqUaUCv16k
Anche tu così presente
così solo nella mia mente
tu che sempre mi amerai
tu che giuri e giuro anch’io
anche tu amore mio
così certo e così bello
Anche tu diventerai
come un vecchio ritornello
che nessuno canta più
come un vecchio ritornello
che nessuno canta più.
Più o meno, la vita, in un ritornello e qualche strofa.
A Toys Orchestra: “invisible”
Invisible
I wish i was invisible
And feign to be the wind
…and slam the doors
Whenever you stay home alone
And blow away
The farewell letters
Cause i can’t believe!
…i can’t believe!
But i’m triyng
Unremarkable
Just another roll of flaws
A birthday cake
Without candles
…but i’m the wind
That breaks off the cross
I’m the wind
And finally i scream!
I can’t believe! I can’t believe! I can’t believe!
I can’t believe! I can’t believe! I can’t believe!
I can’t believe! I can’t believe! I can’t believe!
I can’t believe! I can’t believe! I can’t believe!
…but i’m triyng
And i don’t mind where and why
…i’m triyng
And i don’t care what i’m praying
I’m a liar!
…but i’m invisible
Please! Please!
Let me believe this
( la tristezza della canzone deve anche avermi distratto al punto di fare parecchi errori. Se volete, correggete voi, please. :)
Romeo and Juliet non la vedo poi così triste…però “Alleluja” di Jeff Buckley si. :-)
Washer di Slint
I know it’s dark outside
Don’t be afraid
Everytime I ever cried from fear
Was just a mistake that I made
Wash yourself in your tears
And build your church
On the strength of your fears
Please
Listen to me
Don’t let go
Don’t let this desperate moonlight leave me
With your empty pillow
Promise me the sun will rise again
I too am tired now
Embracing thoughts of tonight’s dreamless sleep
My head is empty
My toes are warm
I am safe from harm
calo un “souvenir” degli orchestral manouvres in the dark.
@barynia, giochi pesante.
rilancio con: Elliott Smith, tutto Roman Candle.
Vedo e rilancio. November Spawned A Monster, Morrissey.
hai colpito duro.
sono indecisa se passare o lasciarti in mutande con Baby plays around (Elvis Costello).
le depressioni adolescenziali servono a qualcosa.
ma fatemi capire..ma quei poveri Cure, che hanno fatto della tristezza imperitura una nicchia di mercato sfruttabile, non se li fila nessuno?
ma nemmeno To Wish Impossible Things ?
e aggiungo..l’immarcescibile Father and Son (triplo platino, mica noccioline) dell’artista un tempo noto come Cat Stevens ??
Mi dichiaro in mutande per questa manche, ma ti lascio con Ohne dich dei Rammstein.
barynia, il colpo è basso e pure a match finito.
404: stavo per dire che, siccome trovo che i cure abbiano una certa ironia, secondo me non sono deprimenti fino in fondo. poi mi sono riascoltata il pezzo.
cat stevens può ammazzare, e non c’è bisogno di riascolto.
adesso esco và, che fuori c’è il sole.