Che cos’è la misericordia

EutanasiaSon qui da mezz’ora che cincischio per trovare le parole giuste, e allora al diavolo le parole giuste, neanche la morte di una figlia in fondo è un pranzo di gala: e allora dico subito, sul caso di Eluana Englaro, che provo una forma di disprezzo per tanta classe politica e per tanti miei colleghi  spesso ottusi, pavloviani, più semplicemente ignoranti su questo tema.

Quale tema, poi? Ecco il punto: perchè il tema che viene sviscerato in tante opinioni che ho letto, in realtà, non viene sviscerato per niente, la prosa resta generica, precotta, «i confini della vita» e dintorni, è il temino bioetico imparato a memoria da tanti politici da intervista telefonica e da tanti opinionisti polivalenti che mica si aggiornano, mica studiano, mica entrano più di tanto nel merito del singolo caso: alla fine scrivono sempre lo stesso articolo (e anche io, ma almeno argomentato e documentato) e ogni volta lo travestono: i politici non si muovono dai loro palazzi e gli opinionisti dalle loro scrivanie. I princìpi-cardine restano astrattamente sempre quelli, e chi se ne frega del famoso Paese reale, ossia il Paese che in stragrande maggioranza (lo dico alto e forte e ho le mie fonti, non so voi) è assolutamente favorevole al padre di Eluana Englaro e alla sua battaglia: non è spaccato, non è bipolarizzato, perlomeno su questo non lo è.

Ma il disprezzo di cui parlavo non è per le opinioni meramente diverse dalle mie, bensì per la nutritissima brigata di chi alla fine del suo temino, del suo ragionamentino etico, in sostanza dice che occorre fare questo: niente. Che cosa dice di fare, la Chiesa? Niente: ma è il suo lavoro, potremmo dire. E allora che cosa vuol fare il centrodestra? Niente. Che cosa propongono tanti corsivisti apparsi anche su questo giornale? Niente.

Non c’è nessun problema, in Italia: solo pochi casi Welby o Englaro sui quali esercitarsi ogni tanto. Ma dico io: ma di che accidente ha ancora bisogno, questo Paese, per accorgersi che serve una legge per distinguere tra cura e accanimento terapeutico? Per distinguere tra eutanasia e testamento biologico? Tra consenso informato e suicidio assistito? Tra casino e civiltà? Ci vuole fegato, ci vuole il coraggio dell’ignavia per dire che una nuova legge non serva, ci vuole pelo sullo stomaco per sostenere che siano sufficienti gli articoli 13 e 32 della Costituzione laddove parlano della libertà personale e del diritto dei cittadini di non farsi somministrare trattamenti sanitari contro la loro volontà.

Ma che vi credete, che lo scontro sia tra i favorevoli e i contrari all’eutanasia? Lo scontro, impari, è tra chi vorrebbe far qualcosa e chi invece niente.

Voi fate come volete: poi non dite però che la Magistratura occupa gli spazi della politica, dite semmai che la politica lascia dolosamente scoperti degli spazi di cui la Magistratura non può infine non occuparsi, dite che l’ormai fisiologico ritardo culturale del nostro Parlamento non fa che produrre contrapposizioni ideologiche che attizzano magari il nostro prezioso dibattere sui giornali, come no, ma affianco del quale il nostro Paese, il famoso Paese reale, deve intanto cavarsela da solo: deve lasciare al grigio degli ospedali la scandalosa clandestinità dove il decesso di centinaia di migliaia di pazienti (centinaia di migliaia di pazienti) è accompagnato da un intervento segreto e non dichiarato dei medici.

Lo dico a certi cattolici: vi fidate almeno del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica di Milano? Ebbene, un suo studio facilmente reperibile ha spiegato che il 3,6 per cento dei medici ha praticato l’eutanasia di nascosto e il 42 per cento (ripeto: 42 per cento) la sospensione delle cure di nascosto: anche perchè senza telecamere in giro non è poi così difficile. La rivista scientifica Lancet sostiene che il 23 per cento dei decessi, in Italia, è stato preceduto da una decisione medica, e che il 79,4 per cento dei medici è disposto ad interrompere il sostentamento vitale. Di nascosto, ovvio: ma una nuova legge non serve, giusto? Come dite, non credete a Lancet? Pensate che i dati siano altri? Perfetto: si fanno commissioni su qualsiasi idiozia, in Italia, ma un’indagine conoscitiva sul fenomeno non interessa a nessuno e l’ipotesi di farne una su questo è stata bocciata dal Parlamento nel dicembre 2006, e non so a voi: ma a me non sembra una questione di poco conto il sapere se il decesso di centinaia di migliaia di persone, nel mio Paese, sia accompagnato o no da un intervento non dichiarato dei medici. Invece si preferisce far finta di niente sinchè non capita a noi, a una persona cara, ed è questo che disprezzo: che le nostre ignavie legislative generano sofferenza. La chiedono i medici, i magistrati, il Consiglio superiore di Sanità: macchè, niente legge in Italia, unica in Occidente, anche perchè intanto la parte più antilibertaria del Paese vede eutanasia dappertutto e usa menzionarla di continuo per confondere le acque: l’eutanasia c’è in mezza Europa, è vero, ma qui da noi non la vuole praticamente nessuno, non è di eutanasia che si parla, chi continua a nominarla non fa che pescare nel torbido.

L’eutanasia è il dare la morte a una persona lucida e malata che espressamente la chieda, mentre il testamento biologico, quello che in Parlamento fingono di discutere da anni, è la dichiarazione dei trattamenti sanitari che vorremmo o non vorremmo ci fossero applicati nel giorno in cui, da malati, non fossimo più in grado di decidere.

Sempre che non si preferisca, come oggi, che la sofferenza nostra e dei nostri cari sia risolta clandestinamente oppure discussa nelle nostre preziose opinioncine sui giornali. Discussa da chi a margine del caso Englaro alza il ditino e declama, dalla sua scrivania, solo ciò che non va fatto.

Ma io rovescio la domanda e gli chiedo : dimmi, che cosa andava fatto, che cosa va fatto? La so la risposta: niente. Niente: era una precisa corrente di pensiero, tempo fa, anche nelle caverne.

(Il Giornale – 17 luglio)
Caro Filippo, 
grazie per il tuo articolo. Come vedi lo pubblichiamo integralmente perché sul 
Giornale c’è spazio per tutte le idee. Posizioni simile alla tua, sul dramma di Eluana, del resto, erano già state espresse da Giordano Bruno Guerri e Maria Giovanna Maglie. Ma non posso fare a meno di prendere le distanze dal tuo «disprezzo» verso i «colleghi ottusi e pavloviani» che si sono detti contrari all’uccisione per fame e per sete di Eluana: non solo perché le idee altrui è meglio disapprovarle che disprezzarle, ma soprattutto perché questi colleghi, in modo sentito e argomentato, hanno espresso la linea del Giornale su questo caso. 
Mario Giordano
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42 Commenti

  1. Non vedo in giro gente capace di avere un’idea seria su un problema serio. La classe politica così come quella industriale e gli intelletttuali ormai vivono solo di riflesso. Se qualcosa agita il nostro laghetto allora l’onda per un attimo ci/li solleva per poi tornare nello stato precedente in attesa di una nuova onda: un omicidio in Spagna ci fa parlare i droga e ragazzi nella notte, una sentenza su una povera ragazza in coma ci fa discutere di etica della vita. In attesa che un’altra onda passi. Per questo basta che qualcuno sia capace di incanalare un po’ di quest’acqua anche solo per scaricarla nel cesso, si crede che questo sia un grande trascinatore o uno statista.

  2. Su un articolo/post così ,sicuramente, non trovo nulla da appuntare . Al max , potrei firmarlo.

    “ho le mie fonti” : buona .

    Volevo chiedere , ma uno non può all’ occorrenza, trasferirsi brevemente in BeNeLux o oltre manica , come si faceva per gli aborti un tempo ?

  3. Ogni tanto fa piacere leggere ciò che si pensa anche – e soprattutto – quando chi lo scrive si è spesso trovato agli antipodi del mio pensiero.
    Chapeau.

  4. Il 100% dei pedoni ha attraversato la strada col rosso più di una volta nella vita. Nel 96% dei casi, il vigile urbano che assisteva alla trasgressione si è girato dall’altra parte.

    Ne dovrebbe conseguire la necessità di eliminare il principio per cui col rosso non si passa.

  5. Filippo, questa contradizione tra il detto ed i fatto è normalissima in un paese come L’italia dove vige l’ipocrisia della Chiesa Cattolica che è disposta al peccato, ma non al rifiuto del dogma. Come succedeva con l’aborto, è preferibile accettare che nella clandestinità si perpetravano 500.000 aborti l’anno nel buio della paura e della vergogna, con sfruttamento economico, rischi per la salute, squallore pittosto che accettarne 250.000 fatti alla luce del sole, con sostegno gratuito, medico e psicologico.
    Per cui tu puoi essere il più grande figlio di puttana di questo mondo, divorziarti, abortire in clandestinità, mentire spudoratamente e costantemente, corrompere, fare affari con la mafia, ma se non metti in discussione, l’autorità della chiesa e vai a piegarti e a baciare l’anello, ti permettono tutto. Una pacca sulla spalla e tre pater ave gloria.

  6. che bello, quello biondo con le meches è tornato a portare a spasso il can per macchianera

  7. quando leggo i tuoi interventi o mi fai andare di traverso il caffè dall’inca**tura, o mi fai saltare dalla sedia esultando come allo stadio per un goal.
    a volte anche entrambe le reazioni assieme.
    oggi capocannoniere

  8. Bene Filippo, te lo dico con la massima sincerità e senza alcun spunto polemico.
    Quando scrivi personaggi e personaggini sei una mezza chiavica.
    Quando scrivi di tematiche oggettive o comunque indipendenti dalle “macchiette” dei personaggi sei un ottimo professionista.
    Insomma, a mio modestissimo avviso, dovresti sempre volare più alto, che quando voli basso ti bruci le ali.
    E in alto gli schizzi di fango, arrivano meno facilmente.

  9. Sì, va bene: c’è il Facci buono (quello anticlericale) e quello cattivo (che scrive sul Giornale e magari difende Craxi).
    Che fini analisti!
    A me sembra piuttosto che Facci sia una persona con le proprie idee e che quindi non rientri in uno schema prestabilito.

    Torno al post, ché temo gli strali di Facci. E c’è poco da dire, se non che sono d’accordo.
    Sarei d’accordo anche con una legge che autorizzi l’eutanasia ed il suicidio assistito.

    P.S. il caso della Englaro mi lascia però perplesso: credo che per decisioni del genere le parole dette ad amici e parenti non bastino. Come ha scritto Bellasio, in dubio pro vita.

  10. Da non credente rifiuto di pensare che si possa chiamare vita quello che accade a questa donna. Ogni giorno da anni, il suo corpo viene violato, per nutrirla, lavarla, solo per senso di presunta superiorità morale. Se fossi credente mi chiederei perché una famiglia di brava gente debba venire colpita in un modo così duro, perdendo una figlia senza avere la pace a cui ognuno avrebbe diritto. Gli esercizi di equilibrismo di politica e stampa sono squallidi, i consigli non richiesti da parte di persone estranee che si mettono in mostra in tv, mi fanno ribrezzo. Eluana è morta tanti anni fa, quanto è stato fatto finora è solo un macabro tentativo di rifiuto della realtà

  11. Magnifico Filippo! Sottoscrivo dalla prima all’ultima parola, includendo anche il “disprezzo” che ha fatto saltare sulla sedia Mario Giordano.
    Consideràti anche gli unanimi consensi che stai raccogliendo tra i commenti, direi che le percentuali bulgare dei favorevoli al testamento biologico (ma io direi anche all’eutanasia) di cui vai parlando, sono esatte.

  12. onestamente trovo poco calzante il richiamo a documentarsi prima di aprir bocca. eluana o welby sono attori del grande mistero etico. conoscere tutta la letteratura non aiuterebbe nessuno a capire dove sia la verità. meglio lasciar fare all’individuo, senza normare o contestare quella che è e rimarrà sempre una scelta personale.

  13. Il 100% dei commentatori di questo blog ha scritto almeno una volta nella vita un commento cretino. Il 96% delle volte gli altri commentatori hanno evitato di farglielo notare.

    Ne dovrebbe conseguire la necessità di eliminare il principio per cui a uno che scrive un commento cretino non dovremmo dire che ha scritto un commento cretino.

  14. mi sono sentito chiamato in causa sui commenti cretini.
    come quando uno dice “ci vorrebbe superman” e superman arriva.
    buiobuione è arrivato, posso fare altro?

  15. Ogni volta che è difficile prendere una decisione od una posizione, la soluzione italiana, slegata da ogni appartenenza politica o religiosa, è quella del non decidere.
    Meno problemi per molti e molti problemi per i pochi che una decisione la vorrebbero.
    Credo che sia tutta insita qui la questione di cui parli nel tuo articolo. Poco altro. Ci si nasconde dietro ad un dito nella speranza di far dispiacere al minor numero di persone possibile.

  16. Sui temi etici Facci è sempre illuminante. E gli va dato atto dello sforzo che sta compiendo per far passare, dalle parti della destra più conformista, concetti e idee non banali.

  17. clap clap, sottoscrivo al 100%, bravo Facci, un piacere leggerti sui temi di attualitá scottanti, ben tornato

  18. Ad averne, a destra, di uomini come Facci.
    (tranne quando perde tempo[*] con Beppe Grillo)

    [*] nel senso che mi pare sprecato per ravanare nella vita di Beppe Grillo.

  19. Stimo Facci e sono abbastanza d’accordo ma il problema reale è che il conservatorismo politico o religioso che sia non riesce a fare i conti con le questioni etiche che il progresso tecnologico porta alla luce nella società odierna. E’ giusto interrogarsi sui valori condivisi ma bisogna anche cercare di individuare nuove strade per definire ciò che può dirsi civiltà.

    P.S. in Italia lo stesso problema ce l’ha il riformismo progressista…

  20. una seduta apposita della commissione Affari costituzionali, per l’esame della proposta di un eventuale conflitto di attribuzione sulla vicenda di Eluana tra il Senato e la Corte di Cassazione, da sottoporre alla Consulta.

    la natura faccia il suo corso,dopo aver deciso chi comanda però…

  21. Ma che minchia è sto sito pieno di minchiate…? Qui n’amo a costruire palazzine altro che sti marnazze pi’ bambini…

  22. Che poi, tanto per affondare il coltello nella piaga, quegli stessi che dicono che sono sufficienti gli articoli 13 e 32 della Costituzione per regolamentare questi drammatici casi ai confini della vita, sono gli stessi che hanno starnazzato a più non posso quando il povero Piergiorgio Welby, nel pieno delle sue facoltà intellettuali, reclamava il suo sacrosanto diritto a non farsi più curare: in quel caso non c’era bisogno di nessuna nuova legge, e pure a questi signori non andava bene lo stesso, dimostrando platealmente che le loro argomentazioni non erano che furiose arrampicate sugli specchi per dire tout court “no all’eutanasia e a tutto quello che le somiglia”. E quando Welby ebbe infine riconosciuto il suo diritto costituzionale, qualcuno (Gianfranco Fini) dichiarò che si era compiuto un omicidio. Capito con chi stiamo cercando di spuntarla?
    Ma tornando al testamento biologico: oppongono che ciò che io decido qui, oggi, in determinate condizioni di vita potrebbe variare al variare delle circostanze. In pratica vorrebbero tutelare il mio diritto a cambiare idea e a dire “sì alla vita” anche in condizioni estreme. Ma li ha mai sfiorati il pensiero che, in determinate circostanze che io mi auguro non debbano mai sperimentare, potrebbero cambiare idea anche loro? Chi tutelerà quel diritto, allora?

  23. dott. Facci legga per cortesia l’email che le ho inviato in redazione . Credo possa interessarle

  24. Cosa serve all’Italia.
    Più cultura politica ( che significa avere delle opinioni ma anche saper dare una giustificazione razionale a tali pensieri) e meno morale ( perchè parlare sempre di pancia, alla fine, ti porta a sparare cagate – scusate la finezza – più spesso del normale).
    La Chiesa, hai ragione, fa il suo lavoro.
    La destra cavalca l’onda e la sinistra si nasconde perchè non sa come fermare il maremoto cattolico, o pseudocattolico tradizionalista, meglio, che ogni volta si ritrova ad affrontare prima di un’elezione.
    I leader non aiutano gli italiani a cambiare. Gli italiani danno una grossa mano ai politici per farsi trattare come
    dei cretini ( non sempre i politici hanno torto).
    Madonna che acido oggi, scusate! Ho un blog satirico e ho sfogato tutta la cattiveria che non riuscivo a tramutare in sorriso in questo commento!
    Pettinandomi ho trovato una doppia punta, sapete…
    E’ per quello che sono così nervoso, scusate.
    Bel blog, complimenti!
    A presto.

    http://italyanditalians.blogspot.com/

  25. Ha perfettamente ragione filippo (dove eri finito disgraziato?) ;P
    Lo sai che non sono sempre daccordo con te,ma questa volta…Comunque il giudice non può rifiutarsi di sentenziare,è questo non può essere una colpa.
    il Catechismo della Chiesa Cattolica, articolo 2278 edizione 2006 pagina 608
    «L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente».
    Non sconvolgetevi,l’articolo 2277 dice esattamente il contrario…che ci crediate o no questa edizione edita sotto Giovanni Paolo II è stata scritta anche dall’allora cardinale Ratzinger.Se poi vuoi cliccare sul mio nome…

  26. Sottoscrivo dalla prima all’ultima lettera. E’ triste constatare che stiamo marcendo nel “nullismo” più assoluto. Nullismo morale, anzitutto.

  27. Il Radicale che c’è in me non solo apprezza l’articolo di Filippo Facci ma ne sposa totalmente la linea.

    Chissà per quale diavolo di calcolo politico l’italia di una certa Destra ha deciso di sposare il pieno la weltanschaung ratzingeriana.

    Questo generico invocare il diritto alla vita è un argomento elettorale che non passa. Ci tocca pure sentire le critiche allo spot (brutto della TIM) in nome della vita da parte delle tre pidielline Mussolini, Carlucci, Di Centa in nome dei figli che nascono come atto d’amore…

    Capisco combattere l’aborto in nome di una pianificazione delle nascite che rinforzi il ceppo italico rispetto all’immigrazione. Discutibile ma sensato.

    Ma che c’entra la povera Eluana in tutto ciò?

  28. Post assolutamente condivisibile, anche quando lo sdegno porta ad esagerare. Del resto in casi come questi è impossibile non sdegnarsi.
    La cosa più assurda in tutto ciò, ma del resto è tipico in Italia, è che quando c’è di mezzo la Chiesa molti, troppi servi si dimostrano sciocchi ed ottusi, facendo danno al loro stesso padrone.
    Silenzio, c’è davvero bisogno di tanto silenzio…

  29. Sono la classica “casalinga di Voghera”: seguo i telefilm di Gray’s anatomy” ed ho imparato lì che negli USA si può far scrivere NON RIANIMARE sulla propria cartella clinica, prima di un ricovero in ospedale. Credo che sia vero e mi piacerebbe tanto che fosse possibile anche da noi!

  30. Nel sottoscrivere questo articolo in ogni sua virgola, vorrei però ricordare che anche i rapinatori di banche fanno il loro lavoro.

  31. Facci scrive che in Italia l’eutanasia non la vuole quasi nessuno…
    Fonti???
    Praticamente la quasi totalità degli italiani gradirebbe crepare di cancro agonizzando? Convinto lui…

  32. Non “serve una legge per distinguere tra cura e accanimento terapeutico”, basta il buon senso e un po’ di onestà.
    Accanimento terapeutico è qualsiasi trattamento contrario alla volontà del paziente (per quel principio di autodeterminazione tanto citato, raramente applicato). Se non voglio essere sottoposta ad un trattamento, foss’anche una stupida aspirina, e un medico me lo impone siamo davanti ad un bell’esempio di AT. Che sarebbe meglio chiamare violenza privata o in modo analogo. Eliminare la stessa espressione “accanimento terapeutico” sarebbe salutare e sensato. (E in molti altri Paesi è così: si parla di utilità del trattamento e la libertà di decidere da parte del paziente non è in discussione, perciò se il paziente non è d’accordo, l’azione del medico è illegittima).

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