Buongiorno a tutti e benvenuti alla prima Settimana dei Notevoli – libri promettenti (sottinteso: usciti appunto questa settimana).
Le copertine sono cliccabili, e portano alla scheda Ibs (quando possibile), o altro, del libro.
Una cosa complessa, datata 1966. Di Gass, famoso lettore prima ancora che scrittore, dicevano che quando scriveva lui dei lettori se ne strafregava.
In effetti, qui si tratta di una non-storia di una specie di Forrest Gump naturomane, narrata da tre persone diverse che raccontano soprattutto se stesse.
Al contrario delle collane Minimum Fax sui romanzi-novità, questa è solitamente affidabilissima, e vi si possono comprare tranquillamente libri a scatola chiusa: la lettura dei quali non è mai tempo perso.
Bella introduzione di Tommaso Pincio, come al solito molto migliore da saggista che da narratore.
Dio strabenedica il 25mo anniversario di Taschen. Che oggi ci permette l’acquisto di questo capolavoro, prima decisamente proibitivo, a euro 14.90. Protagonista indiscusso, il lungo cazzo dell’autore, Terry Richardson, esposto più o meno in tutte le salse; ma anche i White Stripes, Kate Moss, Vincent Gallo e tutta un’umanità creativa anglosassone più o meno mostruosa, presa in momenti dell’esistenza magari irritanti, ma mai banali. Buffo, divertente, irriverente, persino inaspettatamente malinconico. E dire che per qualcuno Richardson è “solo un fotografo di moda“.
Sulle prime uno dice: oddio, ecco, l’hanno fatta, la stronzata che paventavo da vent’anni a questa parte finalmente è atterrata. In effetti il libro si presenta malissimo, ovvero come un esplicito aggiornamento dei Miti d’oggi di Roland Barthes, a sua volta diventato mito di suo da tempo. Invece poi vedi che è un affettuoso omaggio, con delle voci senza pretese stese da un tot di intellettuali francesi, di quelli che di solito spaccano il capello (e non solo) in quattro ma che qui, stranamente, si sono attenuti alla percezione e ai sentimenti. Magari Barthes non ci avrebbe fatto i salti, ma dopo aver sbuffato un po’ forse qualcosa avrebbe apprezzato.
Diciamo che a leggere quella tragedia che fu il Dizionario della musica pop rock che l’autore di questo libro ha scritto anni fa con Enzo Gentile uno direbbe: ma va’ a ciapaa i ratt. Tuttavia qui, come nel libro precedente, la vena è quella della memoria, non prettamente critica né enciclopedistica. E a leggerlo, si capisce che nel caso del summenzionato dizionario quello davvero orbo dei due era Gentile. Malinconico, a tratti divertente, ma soprattutto il cd allegato contiene Sugli sugli bane bane, la You Know My Name della discografia italiana, difficilmente recuperabile persino in rete.
Volete sapere dov’è l’ufficio postale in cui Syd Barrett si recava a pagare le bollette di acqua/luce/telefono/gas? Comprate questo libro.
Un compendio di storia del pop, né più né meno, a uso direi accademico. Ma esauriente e benissimo scritto. E Franco Fabbri, musicologo, anima degli Stormy Six e autore di almeno due libri memorabili, è forse l’unico in Italia il cui logos sull’argomento è da considerarsi oro colato.
PS – Dice: ma come? Un solo romanzo? E per di più del 1966? Sì. I romanzi-novità usciti questa settimana sono tutte sòle. Ritentate la prossima: sarete più fortunati.
sugli sugli, bane bane,
tu miscugli le banane…
ah: ma come fai a leggere, o almeno scorrere, tutta quella roba in una settimana?
Dormo poco :)