dello stendino. I panni stesi fuori dal quarto piano schioccano al vento. Li tiro dentro ed esco. Fischia un giro d’aria nella tromba dell’ascensore, scendo le scale di soprassalto. I palazzi stanno a guardare il preludio di un temporale. Milano si sveglia, il quattordici sferraglia e la cinquantaquattro sobbalza. Sbuffano le marmitte, i clacson strombazzano.
È la sinfonia delle nove meno un quarto, sempre la solita solfa. Mi fa sol la si do. Sì, la solfa mi fa piacere, mi rassicura. Canticchio un motivo valido per andare anche oggi al lavoro. Uno è l’affitto, l’altro boh. Mi sono dimenticata cosa ci faccio qua, intrappolata in questa piccola grande città. Appena me lo ricordo, me lo segno, giuro. Frugo in borsa, apro l’agenda, prendo un appunto, un appuntamento, un contrappunto.
Seduta alla fermata del tram che non passa più. Vado a piedi, un passo allegro ma non troppo, andante con brio. Rallento, è giallo. Questo non è un semaforo dotato di segnalatore acustico. Diventa rosso. Aspetto. Verde, attraverso. Proseguo adagio, sono in ritardo e non ho l’orologio. Ticchetta, questa Milano sempre di fretta. Chiudo gli occhi e proseguo a orecchio.
Conosco la strada a memoria, tutti i giorni sempre questa: casa-lavoro, lavoro-casa. Nessuna variazione sul tema, da anni. Ecco che piove. Apro l’ombrello e il cielo mi si rovescia sopra la testa. Tuona, lampeggia, straventa. Mi infilo dentro un portone e ascolto, per ore, il maltempo tiranno che copre col suo rumore questa Milano schiava di un re minore.
Che tristezza….cambia strada…
NOVE MENO UN QUARTO!Che culo!Nel senso della fortuna!
Ma vaffanculo Prez. Adesso difendo la categoria. C’è una collega copy che scrive una cosina delicata, in modo fresco, e con un filo di sorriso che di questi tempi non guasta mai, e subito le teste anonime dei blog, con la loro spocchia, cominciano a sputazzare gratuitamente. Ma cambia strada tu, Prez. Gaia è molto brava, scrive magnificamente. Meglio di molti qui dentro. Eppure non soddisfa il fine palato letterario di qualche anonima testa di cazzo. Ma impiccatevi per i coglioni.
Di Bruno ce n’è uno, di Prez qualunque ce n’è ovunque. Purtroppo.
stavo per fare il solito commento del czz, ma bruno m’ha castrato. ahia.
A me non sembra che prez abbia commentato negativamente il post, o almeno non si evince dalle sue parole, ma solo l’atmosfera, la sua tristezza, il suo trantran, la sua routine, come voleva comunicare Gaia.
Ma Ballardini ha la seconda incazzata ultimamente.
Forse mi sbaglio, ma se indovino stai spuntando all’aceto. E la Giordani ti viene dietro, con un leggero sapore di yogurth. :)
Non è yoghurt.
“Ma impiccatevi per i coglioni.”
Eh già…noì si che possiamo farlo (ammicco ammicco).
By un utente anonimo…”(o quasi)”.
Pruno, sicuramente il mio yogurth è sbagliato, ma ho controllato e curiosamente ha un’infinità di varianti, e si può dire: yoghurt e yoghourt (inglese), yogurt e iogurt (italiano), yogur (spagnolo), joghurt e jogurt (tedesco), yaourt (francese). Viene dal turco Yoğurt.
Caro ventomare, non credo che pruno volesse farci notare degli errori di ortografia :)
Cara Gaia, purtroppo è sempre la stessa storia:
chi ha pane (cioè lavoro, che a Milano immagino sia più facile trovare) non ha denti (cioè un clima più mite e più salubre), chi ha denti non ha pane…però, dai, non dirmi che a Milano, dove certamente si lavora molto, non esistono possibilità di sottrarsi, almeno ogni tanto, all’infernale cerchio “lavoro-casa-lavoro”: teatri “in” e “off”, mostre, cinema, vernissage, readings…tenuto conto della stanchezza da lavoro, ovviamente
Un caro abbraccio dalla Sardegna (vienici, quando puoi, ti aiuterà a “staccare”, te l’assicuro, e non è “cara” ovunque, anzi)
Fedro testa fina!
Cmq, tornando in topic, il testo della Giordani è anche carino, ma la scenetta di ‘sto tale Ballardini che fa un’improbabile piazzata da teddyblogger dominante ricevendone in cambio il più classico dei pompini negli spogliatoi del post fa molto Grease, non trovate?
Anche di Pruno ce n’è uno. Grazie al cielo.
x Ballardini
Lo sai perchè sei TU una testa di cazzo? Perchè, con la tu spocchia di fine umorista, non hai capito una cippa…
x Gaia
Gaia, scusa, ma anche tu non hai capito…nel tuo pezzo scrivi “Conosco la strada a memoria, tutti i giorni sempre questa: casa-lavoro, lavoro-casa. Nessuna variazione sul tema, da anni.” Ovviamente su questo intendevo “cambia strada se questa è così triste”.
X Ballardini
sei proprio un idiota incattivito. Ti è morto il canarino??
a Pruno:
Ballardini sarà anche esagerato, ma il tuo ultimo commento è a dir poco squallido nei confronti di Gaia
ma come fai?…
(invidia)
Carlo, devo dire che per quanto corrosiva la battuta di Pruno aveva una sua satirica centratura. Ed in quanto tale non inutilmente volgare, anzi per certi versi meritata. Io, non l’ho colta, ed avevo preso cazzi pe’ fischietti.
Ballardini, che con il commento Barinya (senza parlare di quelli a Marquis), ha raggiunti livelli di ph pari solo a quelli del peggior Facci, ed, in questo caso, Gaia non c’hanno fatto una bella figura.
Gaia, un limerick è per sempre.
Una copy brillantina di Milano
era ansiosa di piacer al copy anziano.
Per farlo con ardore
sfanculò un suo lettore
poi la copy urlò al mondo “Bruno t’ano!”
Ora basta però: non sia mai che ti faccia girare i ballardini.
Carlo, non so dove abiti tu, io a Milano da 5 anni. Una mia scelta, perché forse un lavoro dalle mie parti (in Veneto) l’avrei anche trovato, ma mi piace questa città e sono felice della mia scelta. Eppure piove quasi ininterrottamente da 2 mesi, il grigio che ci avvolge inizia ad essere soffocante e la descrizione di Gaia rende bene l’idea di quello che più o meno tutti noi, casa/ufficio/aperitivo/casa, stiamo provando in questi giorni. Un po’ di malinconia che svanirà con i primi raggi di sole.
Caro Elfi, lungi da me l’idea di criticare Milano o chi ci abita, per carità: anzi, ho “solidarizzato” volentieri con Gaia perchè, nella sfiga di non riuscire a trovare un lavoro decente (cioè non pagato sempre e solo a “provvigioni”), ho però l’immensa fortuna di vivere accanto al mare, a Cagliari, dove il freddo vero è raro e il cielo è sempre terso e scintillante di sole (anche se quest’anno da noi l’inverno è finito praticamente l’altroieri); e anche perchè ho vissuto per sei anni a Padova, dove il clima non è certo molto più clemente; ed ho cercato perciò, suo lavoro e stanchezza dal medesimo permettendo, di suggerirle due modeste ma ritengo efficaci “vie d’uscita” da quell’infernale tran tran.
Cordialità
PS: due mesi di pioggia sono veramente tosti…altro che “Blade runner” !!
errata corrige: “di suggerire a Gaia”
Ho l’immensa fortuna di vivere accanto alla munnezza ed è un piacere riempirsi i polmoni dell’olezzo che proviene da Palazzo Reale.
Vieni a Napoli, Gaia, ti ospito io.
Ti affitto una camera dove so io e ti accorgerai, dal balcone, che la munnezza è stato solo un barbatrucco, uno di quei quadri tridimensionali che fissi ebete per strada.
Grande Puffo ha messo a lavorare tutti i puffi e vedrai che in un battibaleno dal letame spunteranno i fior.
No, ti invito, Gaia, perché te lo meriti, scrivi bene, mi piaci tanto, e dei commenti negativi futtatinne!
(pensa a chi sta peggio di te in questo postaccio. Non faccio nomi che poi mi escono gli occhi a cuoricino come Hello SPank :D).
Milano quando piove ha un suo perchè.
Niente a che fare con le cartoline sole-cuore-amore.
Complimenti a Gaia Giordani (a patto che non stenda più il bucato fuori, che qui non è più tutta campagna da un pezzo).
A Virginia:
“…Niente a che fare con le cartoline sole-cuore-amore”: cosa intendi? Che per te i posti di sole e di mare sono necessariamante oleografici?
Cos’è la tua, una specie di gara climatica tra città?
E poi chi si è lamentato della pioggia (con o senza un suo perchè) è stata proprio Gaia…
Asili,
sul concetto di ‘gara climatica’ mi ha strappato 579870 denti circa(sorriso).
Mi sa che Virginia è invidiosa di pizza e mirto, come oleografia vuole (sempre che la fanciulla magni e non sia astemia, ovvio).
Uhmm… That’s interessante…
Mi piace questa aria sulla quarta cordicella dello stendino. Musicale e polistrumentista davvero, a rimette schioppettanti e sommesse, ammiccanti e visive.
Una via sonora e movimentata che dà uno smacco al noioso clichè del tributo quotidiano alla società civile. Ciò che automatizzati vediamo senza più vedere, improvvisamente prende corpo e ci comunica la propria esistenza. Con uno schiocco, un contrappunto, un passo allegro e uno stravento.
Non poteva mancare, poi, la metafora finale.
Grazie, Gaia, anche se abito a Roma.
PS Ma poi ci sei andata a lavorare? ;-)
(Gaia dovrebbe vedersi, se già non l’ha fatto, il bellissimo “Berlin: Die Sinfonie der Großstadt”, 1927, Walter Ruttmann)
fiori per gaia.
Ma non è vero che sono due mesi che piove quasi ininterrottamente! In due mesi avrò lasciato la bici a casa al massimo per quattro giorni.
Gli scalini della Scala.
Il pezzo poli(s)fonico di Gaia è una vera perla. Per me entra nella hit-parade dei pezzi scritti su Macchianera. Motivetto e-motivo (tema e ragione), corde e cordicelle, fili e righi, sinfonia e sol-fa, tempo (clima), tempo (urbano), tempo (musicale). Punti, contrappunti e temporali dissonanti. Ruote e routine, ticchettii di pioggia e di orologi, andanti e venenti, sensi unici, doppi sensi, cinque sensi, sinestesie e sensazioni. Lampi, lampeggi e lampeggianti, trombe di scale, tromboni e trombe d’aria.
L’eroe/principe che salva la principessa arriva nel secondo atto o è bloccato in tangenziale?
Rododentro,
la signora Giordani non è ancora morta!!
(che si gratti, a proposito).
cara Morosita, ti ringrazio molto: ti sei guadagnata un posto d’onore nella mia terra e tutte, ma proprio tutte, le indicazioni necessarie per fare una bella vacanza in Sardegna con quattro soldi e il massimo del divertimento (mare, sole, squisitezze gastronomiche, archeologia, eccetera…), tu chiedi e ti sarà dato: purtroppo la casa al mare non ce l’ho più da anni, altrimenti t’avrei ospitata volentieri (non sto facendoti avances, sono sposatissimo e felicissimo) :) ;
comunque dammi del tu, se ti va
Un abbraccio
Caro Carlo,
(ti chiami come me..non Morosito, naturalmente)
ti ringrazio.
Non ci sono mai stata in Sardegna -grave lacuna-
ma ti assicuro che per la tua invitante parentesi ci verrei di corsa, soprattutto per il punto 1. e 4.
Non ti dico ricambio, causa munnezza, ma se vuoi a Capri ti/vi ospito (ammesso che tu non abbia 237 figli ed un nutrito harem)
Dico sul serio :)
E tu, cara Morosita, chiami “grave lacuna” quella di non essere mai stata in Sardegna (tanto più considerati i collegamenti con la medesima, non proprio eccelsi)? E la mia di lacuna, quella di non essere mai stato a Capri (pazzo furioso per il mare e l’archeologia come sono), come la chiameresti? Tanto più che i miei nonni materni sono (lei, lui non è più) campani…da taglio della testa e mirto in bocca!! Tranquilla, ho solo una splendida bimba di un anno, bella e simpaticissima e una-moglie-una, l’unica persona che riesca (per fortuna) a mettermi in riga…
La Sardegna, soprattutto quella interna, è veramente un luogo dell’anima, antichissima e senza tempo: è sempre là che ti aspetta, paziente, e puoi esplorarla quando vuoi, senza fretta, perchè in fondo è già dentro di te.
Un abbraccio forte
PS: e mo’ vado pure sul tuo blog, che non visito da un sacco di tempo!!
Grazie per lo scambio, Carlo.
I luoghi dell’anima..una bellissima espressione, come il tema alla maturità dello scorso anno!
Il fatto che la Sardegna mi aspetti senza ansia mi fa sentire attesa, senza ansia e senza aspettative che è il modo più bello di desiderare un luogo o una persona amata.
Se conti di venire dalle mie parti, non esitare a farti vivo. Vi porto per prima cosa a Chiaiano.
Abbracci,
Mulina Bianca :)
Ma che fine ha fatto Bruno Ballardini?
Dopo la figura di merda si è ritirato a vita privata?
Antonella, se qualcuno ha fatto una figura di merda è stato Prez con un commento leggermente idiota. Pensaci bene: se Gaia Giordani non percorresse tutti i giorni quella strada non avrebbe potuto scrivere questo delizioso pezzo.
Non temere, tornerò presto. Smaltiti gli impegni, scrivo qui giusto per rilassarmi. Non per intrattenere te.
(infatti sei sempre rilassatissimo, è evidente)
Commento idiota (forse, non so…non m’interessa manco) ma non lesivo nei confronti della Giordani…un commento che di certo non meritava una risposta così aggressiva, una risposta…beh sì…così fuori luogo (ergo: figura di merda).
Ballardini, giusto per la cronoca eh…io non vengo in questo sito per essere intrattenuta da te, ma vengo solo per pariare addosso a persone che (secondo me) sono ridicole.
Ora mi vado a fare quattro risate sul post di Facci.
(grande Barynia)
“per pariare addosso a persone che (secondo me) sono ridicole”
Pariare addosso?
A proposito di ridicolo e di figure di merda…
Ballardini, direi che è meglio che ti fermi sennò collezioni più figure di merda dei grani di un rosario. :)
“Pariare” non è il refuso di parlare ma un verbo in dialetto napoletano che vuol dire “divertirsi”, “sganasciarsi”. “Pariare addosso” vuol dire “divertirsi su di lui/loro”.
Questi errori di Comprensione/comunicazione sono tutti dovuti a presunzione, perché basta mettere la parola su internet per saperlo, e ti stai prendendo le dovute mazzate. :)
Quanti interessanti e pertinenti commenti sul post di Gaia…
si fa fatica ad essere pertinenti. il post è gradevolissimo, ma trattasi di un gioco. dispone al cazzeggio. non avrei mai letto questi commenti se fossero state altrettante recensioni al post. invece così l’intrattenimento è garantito.