Non è uno scherzo. Nè io penso niente del genere.
Ma quello che segue è l’articolo di oggi del vicedirettore di Repubblica Giuseppe D’Avanzo (pagina 39 del quotidiano) dove in coda si citano delle intercettazioni secondo le quali, nel 2002, i mafiosi Michele Aiello e Giuseppe Ciuro hanno pagato la villeggiatura in un residence siciliano a Travaglio. Da immaginarsi che cosa scriverebbe quest’ultimo di se stesso.
Non sempre i fatti sono la realtà
di GIUSEPPE D’AVANZO
Non so che cosa davvero pensassero dell’allievo gli eccellenti maestri di Marco Travaglio (però, che irriconoscenza trascurare le istruzioni del direttore de il Borghese). Il buon senso mi suggerisce, tuttavia, che almeno una volta Montanelli, Biagi, Rinaldi, forse addirittura Furio Colombo, gli abbiano raccomandato di maneggiare con cura il “vero” e il “falso”: “qualifiche fluide e manipolabili” come insegna un altro maestro, Franco Cordero.
Di questo si parla, infatti, cari lettori – che siate o meno ammiratori di Travaglio; che siate entusiasti, incazzatissimi contro ogni rilievo che gli si può opporre o soltanto curiosi di capire.
Che cos’è un “fatto”, dunque? Un “fatto” ci indica sempre una verità? O l’apparente evidenza di un “fatto” ci deve rendere guardinghi, più prudenti perché può indurci in errore? Non è questo l’esercizio indispensabile del giornalismo che, “piantato nel mezzo delle libere istituzioni”, le può corrompere o, al contrario, proteggere? Ancora oggi Travaglio (“Io racconto solo fatti”) si confonde e confonde i suoi lettori. Sostenere: “Ancora a metà degli anni 90, Schifani fu ingaggiato dal Comune di Villabate, retto da uomini legato al boss Mandalà di lì a poco sciolto due volte per mafia” indica una traccia di lavoro e non una conclusione.
Mandalà (come Travaglio sa) sarà accusato di mafia soltanto nel 1998 (dopo “la metà degli Anni Novanta”, dunque) e soltanto “di lì a poco” (appunto) il comune di Villabate sarà sciolto. Se ne può ricavare un giudizio? Temo di no. Certo, nasce un interrogativo che dovrebbe convincere Travaglio ad abbandonare, per qualche tempo, le piazze del Vaffanculo, il salotto di Annozero, i teatri plaudenti e andarsene in Sicilia ad approfondire il solco già aperto pazientemente dalle inchieste di Repubblica (Bellavia, Palazzolo) e l’Espresso (Giustolisi, Lillo) e che, al di là di quel che è stato raccontato, non hanno offerto nel tempo ulteriori novità.
E’ l’impegno che Travaglio trascura. Il nostro amico sceglie un comodo, stortissimo espediente. Si disinteressa del “vero” e del “falso”. Afferra un “fatto” controverso (ne è consapevole, perché non è fesso). Con la complicità della potenza della tv – e dell’impotenza della Rai, di un inerme Fazio – lo getta in faccia agli spettatori lasciandosi dietro una secrezione velenosa che lascia credere: “Anche la seconda carica dello Stato è un mafioso…”. Basta leggere i blog per rendersene conto. Anche se Travaglio non l’ha mai detta, quella frase, è l’opinione che voleva creare. Se non fosse un tartufo, lo ammetterebbe.
Discutiamo di questo metodo, cari lettori. Del “metodo Travaglio” e delle “agenzie del risentimento”. Di una pratica giornalistica che, con “fatti” ambigui e dubbi, manipola cinicamente il lettore/spettatore. Ne alimenta la collera. Ne distorce la giustificatissima rabbia per la malapolitica. E’ un paradigma professionale che, sulla spinta di motivazioni esclusivamente commerciali (non civiche, non professionali, non politiche), può distruggere chiunque abbia la sventura di essere scelto come target (gli obiettivi vengono scelti con cura tra i più esposti, a destra come a sinistra). Farò un esempio che renderà, forse, più chiaro quanto può essere letale questo metodo.
8 agosto del 2002. Marco telefona a Pippo. Gli chiede di occuparsi dei “cuscini”. Marco e Pippo sono in vacanza insieme, concludono per approssimazione gli investigatori di Palermo. Che, durante le indagini, trovano un’ambigua conferma di quella villeggiatura comune. Prova maligna perché intenzionale e non indipendente. Fonte, l’avvocato di Michele Aiello. Il legale dice di aver saputo dal suo assistito che, su richiesta di Pippo, Aiello ha pagato l’albergo a Marco. Forse, dicono gli investigatori, un residence nei dintorni di Trabia.
Michele Aiello, ingegnere, fortunato impresario della sanità siciliana, protetto dal governatore Totò Cuffaro (che, per averlo aiutato, beccherà 5 anni in primo grado), è stato condannato a 14 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso. Pippo è Giuseppe Ciuro, sottufficiale di polizia giudiziaria, condannato a 4 anni e 6 mesi per aver favorito Michele Aiello e aver rivelato segreti d’ufficio utili a favorire la latitanza di Bernardo Provenzano. Marco è Marco Travaglio.
Ditemi ora chi può essere tanto grossolano o vile da attribuire all’integrità di Marco Travaglio un’ombra, una colpa, addirittura un accordo fraudolento con il mafioso e il suo complice? Davvero qualcuno, tra i suoi fiduciosi lettori o tra i suoi antipatizzanti, può credere che Travaglio debba delle spiegazioni soltanto perché ha avuto la malasorte di farsi piacere un tipo (Giuseppe Ciuro) che soltanto dopo si scoprirà essere un infedele manutengolo?
Nessuno, che sia in buona fede, può farlo. Eppure un'”agenzia del risentimento” potrebbe metter su un pirotecnico spettacolino con poca spesa ricordando, per dire, che “la mafia ha la memoria lunghissima e spesso usa le amicizie, anche risalenti nel tempo, per ricattare chi tenta di scrollarsele frettolosamente di dosso” . Basta dare per scontato il “fatto”, che ci fosse davvero una consapevole amicizia mafiosa: proprio quel che deve essere dimostrato ragionevolmente da un attento lavoro di cronaca.
Cari lettori, anche Travaglio può essere travolto dal “metodo Travaglio”. Travaglio – temo – non ha alcun interesse a raccontarvelo (ecco la sua insincerità) e io penso (ripeto) che la sana, necessaria critica alla classe politico-istituzionale meriti onesto giornalismo e fiducia nel destino comune. Non un qualunquismo antipolitico alimentato, per interesse particolare, da un linciaggio continuo e irrefrenabile che può contaminare la credibilità di ogni istituzione e la rispettabilità di chiunque.
(Repubblica, 14 maggio 2008)
Defaccizziamo questo blog per cortesia. E’ sempre più noioso
No no continuiamo…Travaglio e’ un mafioso…ah ah ah ah che scompisciata….mihhhh marco che te lo dico a fare………questa e’ bellissima, il paladino del giornalismo che si fa beccare in vacanza con uno che ha protetto un mafioso….
Sono curiosa di leggere i commenti che verranno. Se Schifani è mafioso lo è pure travaglio. Facci, non togliere i commenti, ieri sera al tuo posto non avrei retto all’arroganza di Barbacetto. Continua così.
Facci, hai riportato la risposta di D’Avanzo ad una lettera di Travaglio su Repubblica, che per onor di cronaca ,riporto io.
Su Schifani ho raccontato solo fatti
di MARCO TRAVAGLIO
Caro direttore, ringrazio D’Avanzo per la lezione di giornalismo che mi ha impartito su Repubblica di ieri. Si impara sempre qualcosa, nella vita.
Ma, per quanto mi riguarda, temo di essere ormai irrecuperabile, avendo lavorato per cattivi maestri come Montanelli, Biagi, Rinaldi, Furio Colombo e altri. I quali, evidentemente, non mi ritenevano un pubblico mentitore, un truccatore di carte che “bluffa”, “avvelena il metabolismo sociale” e “indebolisce le istituzioni”, un manipolatore di lettori “inconsapevoli”, quale invece mi ritiene D’Avanzo. Sabato sera sono stato invitato a “Che tempo che fa” per presentare il mio ultimo libro, “Se li conosci li eviti”, scritto con Peter Gomez, che in 45 giorni non ha avuto alcun preannuncio di querela.
E mi sono limitato a rammentare un fatto vero a proposito di uno dei tanti politici citati nel libro: e cioè che, raccontando vita e opere di Renato Schifani al momento della sua elezione a presidente del Senato, nessun quotidiano (tranne l’Unità e, paradossalmente, Il Giornale di Berlusconi) ha ricordato i suoi rapporti con persone poi condannate per mafia, come Nino Mandalà e Benny D’Agostino (ho detto testualmente: “Schifani ha avuto delle amicizie con dei mafiosi. rapporti con signori che sono poi stati condannati per mafia”; la frase “anche la seconda carica dello Stato è oggi un mafioso”, falsamente attribuitami da D’Avanzo, non l’ho mai detta né pensata).
Quei rapporti, contrariamente a quanto scrive D’Avanzo, sono tutt’altro che “lontani nel tempo”, visto che ancora a metà degli anni 90 Schifani fu ingaggiato, come consulente per l’urbanistica e il piano regolatore, dal Comune di Villabate retto da uomini legati al boss Mandalà e di lì a poco sciolto due volte per mafia. Rapporti di nessuna rilevanza penale, ma di grande rilievo politico-morale, visto che la mafia non dimentica, ha la memoria lunghissima e spesso usa le sue amicizie, anche risalenti nel tempo, per ricattare chi tenta di scrollarsele frettolosamente di dosso. In qualunque altro paese, casomai capitasse che il titolare di certi rapporti ascenda alla seconda carica dello Stato, tutti i giornali e le tv gli rammenterebbero quei rapporti: per questo, negli altri paesi, il titolare di certi rapporti difficilmente ascende ai vertici dello Stato.
Che cosa c’entri tutto questo con le “agenzie del risentimento” e il “qualunquismo antipolitico” di cui parla D’Avanzo, mi sfugge.
Secondo lui i giornali, all’elezione di Schifani a presidente del Senato, non hanno più parlato di quei rapporti perché nel frattempo non s’era scoperto nulla di nuovo. Strano: non c’era nulla di nuovo neppure sul riporto di Schifani, eppure tutti i giornali l’hanno doviziosamente rammentato. I lettori giudicheranno se sia più importante ricordare il riporto, oppure il rapporto con D’Agostino e Mandalà (che poi, un po’ contraddittoriamente, lo stesso D’Avanzo definisce “sconsiderato”). Ora che – pare – Schifani ha deciso di querelarmi, un giudice deciderà se quel che ho detto è vero o non è vero.
Almeno in tribunale, si bada ai fatti e le chiacchiere stanno a zero: o hai detto il vero o hai detto il falso. Io sono certo di avere detto il vero, e tra l’altro solo una minima parte. Oltretutto c’è già un precedente specifico: quando, per primo, Marco Lillo rivelò queste cose sull’Espresso nel 2002, Schifani lo denunciò. Ma la denuncia venne archiviata nel 2007 perché – scrive il giudice – “l’articolo si presenta sostanzialmente veritiero”.
Approfitto di questo spazio per ringraziare i tanti colleghi e lettori (anche di Repubblica) che in questi giorni difficili mi hanno testimoniato solidarietà. Tenterò, pur con tutti i miei limiti, di continuare a non deluderli.
(14 maggio 2008)
Beh? Ancora non li hai chiusi i commenti? Che aspetti?
E quindi? É una storia interessante, la si puó raccontare e Travaglio puó benissimo rispondere nel merito. Che problema c’é?
é facile andare contro un giornalista come Filippo Facci solo perchè dice le cose davvero come stanno, ed essendo un uomo di grande cultura porta rogna in giro a tutta quella massa di cafoni che girano in tv. Peccato che ieri sera a matrix non lo abbiano lasciato parlare tranquillamente,senza mille interruzioni, ma si sa dire le cose per come sono realmente è sempre scomodo. Ti ammiro molto sei un grande.
http://leonardo.blogspot.com/2008/05/il-re-dei-can-per-laia.html
come viene smontato paragrafo per paragrafo l’articolessa di Filippo Facci di ieri l’altro.
Non aggiungo altro se non la conferma che se FF fa il giornalista lo possono fare tutti.
In Italia, ovviamente.
Wow Benny, che commento profondo. Matrix non l’ho visto, ma immagino che quegli sporchi comunisti non abbiano lasciato parlare il detentore della veritá.
Per curiositá, ma come stanno davvero le cose?
“Approfitto di questo spazio per ringraziare i tanti colleghi e lettori (anche di Repubblica) che in questi giorni difficili mi hanno testimoniato solidarietà. Tenterò, pur con tutti i miei limiti, di continuare a non deluderli.”
Ma ha qualche malattia? Una persona che non sta bene scrive queste cose. Non il Paladino della libera informazione, pagato col gettone di presenza in rai ad anno zero, pagato da noi, pagato dall’Unita’ e Repubblica giornali che prendono soldi pubblici..Meno male che sono in pochi…
Un’altro articolo italiano che non serve a nulla, non mi dice nulla, non da informazioni, non mi suggerisce nessun ragionamento che non sappia fare dall’età di 13 anni.
Se scopro che Travaglio è andato in ferie con un mafioso, e mi chiede di andare in ferie con lui, delle spiegazioni gliele chiedo.
Se uno ha fatto una società con un personaggio che anni dopo si è rivelato mafioso, se mi viene a proporre una socetà io ci sto attento, mi informo per bene prima OPPURE NO?? E se diventa la terza carica dello stato? Avrò il diritto di saperlo prima di tutto, e poi magari di aspettarmi una sua dichiarazione a riguardo? Siamo alla follia.
Se Berlusconi ha come braccio destro dell’Utri, come braccio sinistro Previti, e suoi figli li portava a scuola Mangano, la sua società ha corrotto finanzieri, è stato condannato per spergiuro, il fratello ha anche confessato altri reati… delle spiegazioni le posso pretendere oppure sto insinuando che sia un delinquente?
Dubito che riesca comunque a farmi cambiare idea sulle sue capacità nello scigliere le persone (dota abbastanza importante per un premier), partendo dal presupposto che sia onesto ovviamente.
Se Facci mi suggerisce un barbiere da cui andare a tagliarmi i capelli, non è che perché non hanno commesso reati io ci vado… E se Travaglio mi dice “guarda che quella parrucchiera taglia i capelli a Facci”, a quella parrucchiera io due domande gliele faccio prima di fidarmi. E, figurati, tutto questo senza che sia stato commesso un reato!
Certo, ora tutti quegli articoli e libri di Travaglio riguardanti anche la mafia assumono ben diverso significato. Se i boss, oltre a telefonargli e ad andarci in vacanza, gli pagavano pure gli alberghi, chissà come si sarà sdebitato il Nostro. Magari, appunto, con tutti quegli interventi, non ultimo quello su Schifani…
Io vorrei dire al meshato facci di evitare di autocommentarsi i post idioti, si rende solo ulteriormente ridicolo e sgradevole con qualche spruzzata di ribrezzo qua e là. FACCI TI CONSIGLIO DI TORNARE A LAVORARE AI MERCATI GENERALI, LI RENDI DI PIU’invece di copiare gli articoli di altri giornalisti taroccandoli tra l’altro come è nel tuo stile da bugiardo cronico, puoi scalmanarti quanto vuoi MA NON SARAI MAI UN GIORNALISTA, se solo un imbrattatore di fogli bianchi. TORNA AI MERCATI GENERALI FACCI! ^__^
“Certo, ora tutti quegli articoli e libri di Travaglio riguardanti anche la mafia assumono ben diverso significato. Se i boss, oltre a telefonargli e ad andarci in vacanza, gli pagavano pure gli alberghi, chissà come si sarà sdebitato il Nostro. Magari, appunto, con tutti quegli interventi, non ultimo quello su Schifani…”
Ahahahahah
Continuo a ritenere rilevante il fatto che Schifani abbia avuto quelle frequentazioni, almeno fintanto che Schifani non abbia dato una spiegazione. L’ha fatto (non mi ricordo manco più su quale articolo l’ho letto), quindi direi che su Schifani basta.
La stessa cosa su Travaglio: davvero era in ferie a spese di un mafioso? Ci spieghi. Sono sicuro che lo farà.
Quello che non trovo tollerabile è gridare all’attacco, al tantativo di minare il dialogo tra maggioranza e opposizione. Sono fatti rilevanti, sebbene non costituiscano reato, uno fa la domanda, l’altro risponda (o non risponda, se preferisce, ognuno si farà la sua opinione). E’ la confusione, lo sparigliare, il mettere in campo cose che non c’entrano una mazza, che è abominevole. Si risponda (lo faccia anche Travaglio alle allusioni di D’Avanzo), *poi*, se lo si ritiene, si dica che forse non era opportuno tirare fuori una cosa del genere.
Siamo al capovolgimento totale della realtà. Facci, calunniatore e diffamatore di professione, accusava Travaglio di calunniare e diffamare chi sappiamo. Ora, non contento, lo accusa pure di amicizie mafiose, come se non sapessimo chi è che ha raccolto dalla rumenta (e non in senso figurato) il giornalista più meshato d’Italia.
Naturalmente Travaglio smentirà e puntualmente farà fare la solita figura da fruttarolo al Facci: ma nel frattempo, le reti del premier avranno provveduto a dare ampio risalto a questo tentativo di diffamazione, naturalmente trascurando eventuali smentite di Travaglio.
Questo è il giornalismo che ci meritiamo.
Facci lei rappresenta il peggio di questo paese.
Lei è l’alfiere di un giornalismo servile verso i potenti e rabbioso verso chi ha un minimo di coscienza critica.
Credo che il fatto che una persona come lei sia un giornalista di grido indica lo stato di necrosi a cui è giunto questo paese.
Striker : a me pare che Facci non c’entri nulla, ha riportato un’articolo di Repubblica, firmato da Giuseppe D’Avanzo ed ha pure detto “Nè io penso niente del genere.” Sapete leggere? Al massimo Travaglio può smentire D’Avanzo e non Facci.
ma no facci almeno è coerente, non ha mai digerito travaglio e lo ha sempre detto. quello che è sconvolgente è il rapido cambio di linea editoriale di repubblica che dapprima incitava l’agenzia del risentimento mentre ora spara a zero.
Stamani scorrendo le rassegna stampa ho trovato tanti illustri impegnati nel dare lezioni di giornalismo. Come D’Avanzo, ci mancherebbe. Illustre e capace nel suo mestiere. Condivisibile, certamente. Però non si esageri. Non si esageri sulla manipolazione del lettore che si dà per certa.
Il compito del giornalista è quello di informare, non quello di difendere il lettore a prescindere. Né tanto meno di educarlo. Magari diamo il tempo al lettore di farsi un’idea o perlomeno di informarsi a sua volta con altri mezzi se lo ritiene opportuno.
Stesso discorso comunque anche dalla parte del lettore: c’è la mania del giornalista in giro. Nel bene e nel male, cioè sia sul fronte critico sia sul fronte dell’elogio. Capisco tuttavia il bisogno che taluni non riescono a trattenere di avere un idolo o un demone da combattere.
Stritker ovviamente è fuori concorso perché non sa leggere.
A tutti voi che disprezzate tanto Facci se vi sta così tanto sul cazzo perchè venite a commentare i suoi articoli? Fate solo che ridere!E poi volevo dire a quel burino, che scrive a Facci di tornare ai mercati generali, che lavorare in un mercato facendosi il culo dalla mattina alla sera è un lavoro che merita tutto il rispetto di questo mondo e tu non sei nessuno per offendere coloro che lo svolgono . Vergognati.
non capisco cosa ci sia di male: travaglio ha raccontato delle cose vere su Schifani, D’avanzo ha raccontato delle cose vere su Travaglio, ed ora resta ad i protagonisti convincerci della innocenza della rispettiva situazione. se abbiamo ancora dei neuroni, siamo noi a distinguere una spiegazione da una pezza a colori. Detto questo Travaglio non e’ il presidente del Senato. se uno stronzo dice una cosa vera, rimane una cosa vera. non e’ questione di chi e’ senza peccato scagli la prima pietra.
Analizziamo un po’ cosa prova il nostro Facci nei confronti di Travaglio:
………………..hmmmmm………….vediamo………ah sì: INVIDIA.
La differenza tra te e Travaglio è che lui è un signore, educato e soprattutto competente. E la gente lo difende per questo.
E tu?
Cmq sono contento, è giusto che tu possa goderti il tuo momento di gloria su questo blog, a Matrix e magari anche a Nonsolomoda.
Ti vedrei anche bene a condurre Realtv al posto della Chiabotto, siete tutte e due bionde e 4 giorni al mese portate gli assorbenti….però lei mi sembra abbastanza intelligente da potrer fare qualche altro programma anchwe da vestita e parlando di cose serie….
da un anno non compro più repubblica, da oggi non leggo più macchianera.
ciao.
Ma perche’ Facci ultimamente parla solo di Grillo, Travaglio ecc? Filippo che ti hanno fatto? Ce lo dici?
Caro Facci anche lei non scherza in quanto a manipolazione della verità. Le riporto quanto ha scritto in un post precedente:…Travaglio ha detto che Grillo non può essersi arricchito con
l’antipolitica perché i 4 milioni di euro da lui dichiarati, in realtà, sono del 2005, e cioè di quanto i vaffanculo day neppure li faceva. Non è vero, sono i redditi denunciati l’anno scorso: ma a lui basta dirlo.”
edi seguito un estratto da Repubblica:”i arriva così a scoprire che nel 2005 l’industriale Luciano Benetton
dichiarava un reddito imponibile di 1.635.722 euro, mentre il comico
Beppe Grillo 4.272.591 e 3.580.995 Roberto Benigni. Tra i volti
celebri anche Sabrina Ferilli e Luciana Littizzetto: l’attrice romana
nel 2005 dichiarava un reddito di 423.829 euro, mentre la comica
torinese 1.824.084. Ovviamente nell’elenco ci siamo tutti, compresi i
protagonisti di vicende di cronaca. Scopriamo allora che Olindo
Romano, accusato della strage di Erba, dichiarava 18.809 euro.”
http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/economia/redditi-online/redditi-onl
ine/redditi-online.html
Stesso tenore sulla Stampa e altri Giornali. Impari anche lei a documentarsi meglio e a non fare polemiche sterili per scatenare una ridda di commenti a nutrimento del suo ego, probabilmente più grande delle sue capacità di giornalista.
Cordiali saluti
“Ma ha qualche malattia? Una persona che non sta bene scrive queste cose. Non il Paladino della libera informazione, pagato col gettone di presenza in rai ad anno zero, pagato da noi, pagato dall’Unita’ e Repubblica giornali che prendono soldi pubblici..Meno male che sono in pochi…”
…un pò come il ns stimatissimo presidente del senato che al tg1 ha detto di vivere ore difficili…. difficili xchè???
Federica : credo che in molti non sanno leggere, si nota dai commenti, che ci vuoi fare?
Vediamo se anche stavolta cancelli il curriculum di Ciarrapico dai commenti … secondo te vero e falso in questo caso in che relazione sono?
Ciarrapico Giuseppe (FI): 5 condanne definitive, una in primo grado e una serie impressionante di arresti e procedimenti penali. Nel 1973 la Corte d’Appello di Roma conferma la sentenza del Tribunale di Cassino e lo condanna per truffa aggravata e continuata ai danni di Inps, Inail e Inam per non aver registrato sui libri paga gli stipendi dei dipendenti. La Cassazione conferma la truffa, ne dichiara prescritta una parte e incarica la Corte d’appello di rideterminare la pena per l’altra. Nel 1974 altra condanna: il pretore di Cassino gli infligge una multa di 623.500 lire per aver violato per quattro volte la legge che tutela “il lavoro dei fanciulli e degli adolescenti”:sentenza confermata in Cassazione. Nel marzo ’93 viene arrestato a Roma per lo scandalo Safim Leasing- Italsanità (per vari miliardi di lire avuti dalla Safim Factor scontando titoli di credito inesistenti dopo aver affittato suoi immobili a Italsanità): nel 1995 viene condannato con rito abbreviato a 1 anno per falso in bilancio e truffa, pena poi confermata in appello e in Cassazione. Aprile ’93: Di Pietro lo fa di nuovo arrestare per una stecca di 250 milioni di lire versata al segretario del Psdi Antonio Cariglia su richiesta di Andreotti. “Era vero, li diedi per arruolare Domenico Modugno alle feste dei socialdemocratici”, dirà lui anni dopo. Passa un mese e torna dentro, stavolta per un presunto miliardo alla Dc andreottiana nello scandalo delle Poste. A giugno, condanna in primo grado a 6 mesi per diffamazione: aveva affisso a Fiuggi un manifesto in cui dava a un consigliere comunale del “mentitore diffamatore mestatore”. Nel 1997 la Procura di Roma lo fa rinviare a giudizio per peculato, abuso e falso nella sua attività di re delle acque minerali: secondo il pm Maria Cordova, mentre era custode giudiziario dell’Ente Fiuggi, Ciarrapico omise di versare 20 miliardi al Comune e si appropriò di somme di denaro per spese pubblicitarie, interessi passivi e acquisto di beni capitalizzati, rinnovando il contratto di vendita dell’acqua Fiuggi a una sua società che offriva prezzi inferiori rispetto a un’altra (danneggiando il Comune, che percepiva un tot a bottiglia). Nel 1995 viene condannato con rito abbreviato per falso in bilancio delle Terme Bognanco. Ma questi processi finiscono in nulla. Nel 1998, però, arriva la mazzata: condanna in Cassazione a 4 anni e 6 mesi per la bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano. La sua “Fideico”, nel 1982, aveva ottenuto dalla Banca di Roberto Calvi e della P2 un improvviso aumento della linea di credito da 4 a 39 miliardi, restituendo solo le briciole. Nel 1999, il kappaò: la quinta condanna definitiva a 3 anni per il crac da 70 miliardi della società che controllava la “Casina Valadier”, il palazzetto liberty romano trasformato in ristorante. Ma il Ciarra, pur dovendo scontare 7 anni e mezzo, non finisce in carcere: grazie all’età e agli acciacchi, ottiene l’affidamento ai servizi sociali. Intanto i processi avanzano, con qualche botta di fortuna. Nel ’99, condannato in appello per emissione di assegni a vuoto, il nostro eroe è assolto in Cassazione perchè il reato è stato appena depenalizzato. Nel 2000 cade in prescrizione la condanna in primo grado per violazione della legge sulle assunzioni obbligatorie di invalidi. Nel 2001, condanna in primo grado a Perugia per abuso d’ufficio insieme al giudice fallimentare di Frosinone che nel ’93 regalò l’amministrazione controllata alla sua capogruppo “Italfin 80” in crisi nera, evitandogli il crac: reato poi estinto per prescrizione. Intanto lui s’è dato alle cliniche private. E anche in quel ramo riesce a dare lavoro alla Giustizia. Nel 2002 il Tribunale di Roma lo condanna a 1 anno e 8 mesi per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni: insieme ad alcuni dirigenti della “Quisisana”, avrebbe imposto a una cinquantina di pazienti sottoposti a trasfusioni parcelle gonfiate per 3-400 mila lire l’una. E nel 2005 è rinviato a giudizio per ricettazione nella vecchia vicenda delle tangenti al ministero delle Poste. Ma ci sono pure questioni recentissime, come quella che lo investe per la sua ultima vocazione: editore di giornali locali, undici “cocoperative” tra la Ciociaria e il Molise, finanziati dallo Stato. Del novembre 2007, il Ciarra è indagato a Roma per truffa ai danni di Palazzo Chigi: pare che tra il 2002 e il 2005 abbia incassato il doppio dei contributi dovuti, attestando falsamente che le società “Editoriale Ciociaria Oggi” e “Nuova Editoriale Oggi” hanno una gestione separata. In attesa di sapere come stanno le cose, il Gip gli ha sequestrato i 2,5 milioni che stavano arrivando dalla Presidenza del Consiglio. Intanto il fisco italiano attende che il Ciarra versi 1,495 milioni di euro di tasse mai pagate. E non è questo l’unico suo debito: tallonato dai piccoli azionisti dell’Ambrosiano, risulta residente per l’Anagrafe in una camera e servizi annessa a un capannone industriale dove ha sede la tipografia di “Ciociaria Oggi”, a Villa Santa Lucia, vicino a Montecassino. Dove sovente bussa l’ufficiale giudiziario. Invano.
Consiglio a tutti di andare a cercare su http://www.pieroricca.org il video dove Ricca prova a fare domande al LaidoFerrara e il nostro MITICODIFENSOREDELGRASSONECHECOSI’GLIPERMETTEDISCRIVERELESUEBARZELLETTESUQUELLACARTAIGENICACHIAMATAFOGLIO…
Fantastico….altro che il varitetà, Facci meglio di Amanda Lear….devo solo scoprire che è l’uomo tra le due starlette!!
Facci è fantastico. Prima dice che il popolo di internet è merda secca, poi, in un altro programma, dichiara di essere virilissimo ed inoltre di scrivere su uno dei più seguiti blog italiani.
Facci: Grillo sarà pure un pirla, Travaglio sarà tendenzioso ma lei con il suo modo di fare il giornalista giustifica egregiamente l’operato di entrambi. I suoi articoli, le sue tesi, il suo argomentare è un continuo anacoluto. Lei è privo di logica e si contraddice ogni due righe ed ogni tre frasi. Continui ad andare a Porta a porta, a matrix e speriamo pure da Biscardi prossimamente. Io con la TV ho smesso da tempo. Da oggi pure con Macchianera.
Ah, Facci: non è censura questa. E’ legge di mercato.
Depenno il link e vi saluto.
bye.
Putroppo ormai il Signor Facci ha capito che per avere notorietà bisogna attaccare in qualsiasi modo i personaggi più seguiti di lui, che proprio non mi sembra brillare di luce propria(è indubbio che la sua popolarità cresce a dismisura attaccando Grillo). E adesso… dagli al Travaglio! Veramente istruttivo leggere i suoi scritti, quattro righette insignificanti (come gran parte dei suoi articoli) e copia incolla degli articoli Altrui. Complimenti!!
IL FIOR FIOR DEL GIORNALISMO DE’ NOANTRI! ed infine ulteriori complimenti devo farle per la maleducazione delle risposte che da ai commentatori critici nei suoi confronti(ho mal riposto un po’ del mio tempo a leggere i suoi articoli e relative polemiche). Continui così, che finchè la leggero sul “giornale”, sarò sicuro che il livello del giornalismo italiano è al massimo!
Invito a leggere questo post:
http://nientepercaso.blogspot.com/2008/05/proposito-di-marco-travaglio.html
Ne riporto qui un pezzo…
Il fatto (cronologicamente documentato) è questo: Renato Schifani nel 1979 entra in una società di brokers finanziari, acquisendo il 3% delle azioni, ed uscendone l’anno successivo (1980). Diciotto (!!) anni dopo, alcune persone con cui era entrato in contatto nel 1979, vengono arrestate per associazione mafiosa, in un’inchiesta di molti anni dopo che non ha nulla a che fare con la società finanziaria.
Nel 1995 Renato Schifani è consigliere di un comune che viene sciolto per mafia tre anni dopo (1998): chiaramente era entrato in contatto con altri consiglieri indagati, senza che però il suo nome nemmeno comparisse nell’inchiesta, essendo evidentemente estraneo ai fatti.
La seconda attuale carica dello stato, Renato Schifani, infine, è il firmatario del provvedimento legislativo che rende ancora più rstrittivo il regime 41 bis, il cosiddetto “carcere duro” per i reati legati alla mafia.
[…]Chi va parlando nei microfoni degli studi televisivi e nei dibattiti di libertà d’opinione e di rispetto, dovrebbe essere in prima persona testimone di libertà e di rispetto.
Non assoggettato ad un potere, ma neppure talmente poco professionale da delegittimare per vendere più libri o dvd o per riempire le piazze.
E’ anche questo, che forse ci renderebbe più maturi e ci regalerebbe la sensazione di vivere in un paese più limpido.
Ti sei già prostrato a San Bettino, stamattina? Non dimenticartelo mai, altrimenti Stefaniuccia tua ti da le botte.
Paolo
Ma perche’ Facci ultimamente parla solo di Grillo, Travaglio ecc? Filippo che ti hanno fatto? Ce lo dici?
perchè è l’unica cosa che sa fare… come quando invitano Sgarbi e poi si stupiscono che finisce in rissa…
l’italiano medio “descolarizzato” vuole vedere l’insulto, l’urlo, l’attacco alla persona.
Ci sono persone nate per fare quello e lo fanno bene e per questo vengono invitati, infatti Sgarbi ad Annozero viene ricordato, da chi l’ha visto, per i suoi insulti; sulla stampa si è blaterato di rissa…vabbè
ciau
Facci è fantastico. Prima dice che il popolo di internet è merda secca, poi, in un altro programma, dichiara di essere virilissimo ed inoltre di scrivere su uno dei più seguiti blog italiani.
Facci: Grillo sarà pure un pirla, Travaglio sarà tendenzioso ma lei con il suo modo di fare il giornalista giustifica egregiamente l’operato di entrambi. I suoi articoli, le sue tesi, il suo argomentare è un continuo anacoluto. Lei è privo di logica e si contraddice ogni due righe ed ogni tre frasi. Continui ad andare a Porta a porta, a matrix e speriamo pure da Biscardi prossimamente. Io con la TV ho smesso da tempo. Da oggi pure con Macchianera.
Ah, Facci: non è censura questa. E’ legge di mercato.
Depenno il link e vi saluto.
bye.
aveva ragione daniele(Luttazzi ndr),il nostro sistema di valori è sbagliato.Comunque bravo Facci,ieri a matrix hai fatto tornare sulla terra quel pallone gonfiato che sembrava scappato da una commedia di George Bernard Shaw.Non era facile
Questo articolo di D’Avanzo è para***o come il primo.
Nel primo, ha iventato cose che Trvaglio non ha detto pur di fare il maestro equilibrato che impartisce lezioncine a destra e a sinistra, perchè lui vuole sembrare super partes. In realtà, il ” bersaglio ” principale è Travaglio. Nel farlo, inciampa in una contraddizione, quando scrive che Schifani stesso doveva parlare dei fatti raccontati da TRavaglio. Ovvero, chiede a SCHIFANI , di fare ciò che Travaglio ha fatto. Ma che importa? Missione compiuta, doveva fare il compitino per rimettere in riga Travaglio e lo ha fatto.
In questo secondo articolo opera qualche altra piccola forzatura.
Come quando scrive:
Ancora a metà degli anni 90, Schifani fu ingaggiato dal Comune di Villabate, retto da uomini legato al boss Mandalà di lì a poco sciolto due volte per mafia” indica una traccia di lavoro e non una conclusione.
Mandalà (come Travaglio sa) sarà accusato di mafia soltanto nel 1998 (dopo “la metà degli Anni Novanta”, dunque) e soltanto “di lì a poco” (appunto) il comune di Villabate sarà sciolto. Se ne può ricavare un giudizio? ”
Beh, se si parla di appartenenza alla mafia non vedo come si possa tracciare un rigo netto: Ovvero,dato che Travaglio ha scritto che Schifani faceva il consulente ENTRO la prima metà degli anni novanta questo significa automaticamente che non ha niente a che fare con Mandalà mafioso perchè Mandalà verrà accusato solo la bellezza di qualche d’anni dopo? Wow. Come se l’appartenenza mafiosa iniziasse da un momento all’altro, così, chiami uno: voglio fare il mafioso. E quello ti risponde sì e allora compili la tua brava domanda in carta da bollo. E da un giorno all’altro sei mafioso. STo dicendo che Schifani è mafioso? No, solo che ha avuto spesspo a che fare con persone che poi hanno avuto guai con la giustizia. Roba non sufficiente nè per mandarlo a giudizio, nè per chiamarlo mafioso. Però, sufficiente per consigliare prudenza e non affidargli incarichi importanti.
Ancora, la cosa che da lettrice mi fa più ica**are, e che mi fa pensare che D’Avanzo è in malafede. D’ Avanzo scrive:
Mandalà (come Travaglio sa) sarà accusato di mafia soltanto nel 1998 (dopo “la metà degli Anni Novanta”, dunque) e soltanto “di lì a poco” (appunto) il comune di Villabate sarà sciolto. Se ne può ricavare un giudizio? Temo di no.
” Teme di no? ” Ma chi gli ha detto che lui è il giudice deputato a decidere cosa è meritevole di essere segnalato e cosa no? Ma come bisogna fare per fare capire a stà genete che è l’elettore, il pubblico e i cittadini che devono decidere, senza che venga D’Avanzo a dire che no, questo non ha importanza e quest’altra invece sì? LUi crede che non sia importante? IO sì. Per cui, la smettesse di fare il maestro di giornalismo, almeno per quanto riguarda il LETTORE. PEr caso, nei corsi di giornalismo si fanno corsi su come deve essere istruito il lettore? Ma roba da pazzi.LUI non deve dire al lettore cosa pensare. Bisogna sottolineare stè cose, pazzesco.
Davvero, l’ avesse scritta Facci una cosa del genere non mi sarei incavolata tanto. Già oggi leggo poco Repubblica, da ora in poi la leggerò ancora meno.
E credo che eviterò con cura di leggere D’Avanzo, questo ipocrita.
“Strano: non c’era nulla di nuovo neppure sul riporto di Schifani, eppure tutti i giornali l’hanno doviziosamente rammentato. I lettori giudicheranno se sia più importante ricordare il riporto, oppure il rapporto con D’Agostino e Mandalà..”
Chi glielo dice a Travaglio che, una volta superati i 6 anni, queste battutine non fanno più ridere?
Ma Travaglio è un signore, anche educato. Soprattutto quando parla di riporti e donne cannone barbute…
Sarebbe stato simpatico se avesse motivato “il virilissimo” con il fatto che, in quel blog molto seguito, il nostro che dà dei deficienti ai commentatori di Grillo, ogni tanto dà della povera e livorosa troia a qualche commentatrice, senza considerare altri gentili epiteti distribuiti a man bassa. Sono sicuro che le donne presenti alla trasmissione non ne sarebbero state molto entusiaste. Inoltre il povero Facci non sa che un uomo che assegna, specie associandolo a rabbia biliosa, tali appellativi ad una donna tutto è tranne che virile. Direi un cazzo moscio.
Pensando a Facci mi viene in mente questa barzelletta su Sgarbi, al quale il nostro eroe somiglia sempre più, sia per il ciuffo biondo sia per il turpiloquio isterico sempre più debordante, che stava su “Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano 2” e che recitava:
“E’ stato fatto un sondaggio domandando alle donne italiane se andrebbero a letto con Sgarbi. Il 50% ha risposto: “Sì”. E l’altro 50? “Ancora?”
Ma io davvero me lo chiedo, per pura curiosita’, perche’ ha cominciato a dedicarsi a Grillo, Travaglio, ecc. in maniera cosi’ assidua, quasi ossessiva (praticamente un post al giorno e da un po’ ormai).
Che ne so, ha capito che il parlarne, gli da notorieta’ e puo essere opsite in qualche trasmissione o addirittura battere ogni record nei commenti di macchianera. Oppure il suo direttore riconoscendolo come giornalista dal linguaggio giovane e conoscitore di internet, gli ha assegnato questo ruolo: cerca di smontare Grillo, Travaglio ecc. Oppure lo fanno davvero incazzare o ne e’ davvero ossessionato. Davvero sono curioso… perche’ un paio di post/articoli va bene, ma se parli solo di questo… Davvero senza polemica, solo curiosita’
Dopo pena di morte ed aborto, credo sia venuto il momento di una bella moratoria per i commenti di MJ.
Sara, hai detto la stessa cosa che ha detto una mia cara amica. Che Travaglio le piace perché è educato, oltre che incisivo e preparato, ma principalmente perché è educato. La cosa non va per niente sottovalutata. Di questi tempi, nel nostro paese, l’educazione è rivoluzionaria.
Lorezno, vedi, non è difficile. Ascolta come si fa. Invece di cominciare a leggere il commento, prima dai un’ochiata alla firma sotto. Se vedi scritto MJ non leggere.
Ti faccio un disegnino, così capisci meglio?
Lorenzo, ma perche’ non te ne vai tu invece?
Stai sempre li’ a lasciare cacatine di una riga senza costrutto, di cui a nessuno frega un cazzo, credendo di essere spiritoso. Non aggiungi mai un cazzo a niente, sei inutile.
Ma perche’ non ti ammazzi anche tu?
LO SAPEVATE CHE:
contestare un argomento con un “beh ma l’hai fatto anche tu” è una fallacia logica? più precisamente la ‘ad hominem tu quoque’. ovvero, secondo facci, travaglio dice che schifani ha avuto amicizie mafiose, ma dato che sembra averle avute anche travaglio, questo rende nulla la sua tesi. non funziona proprio così.
Giusto per sgomberare il campo da ogni dubbio: a me Travaglio non piace, per niente.
E non mi sembra educato. Mi sembra “falsamente” educato. Uno che vorrebbe dire, ma non osa. Allora lascia intuire, allude. E nemmeno troppo velatamente.
Quindi, vedi, io e la tua amica non la pensiamo proprio nello stesso modo…
Sara, chi lo deve dire a te che stai dicendo esattamente la stessa cosa di Travaglio? La sua non era una battutina, stava solo sottolineando il fatto che i giornali invece magari di citare queste passate amicizie di Schifani, hanno battuto “simpaticamente” (e sembra fare intendere che nemmeno lui lo trova particolarmente divertente) sul suo riporto. Vedi dunque, sei in sintonia con Travaglio, gioisci!
Jackie, né Facci né D’Avanzo dicono ciò che sostieni. D’Avanzo sostiene che così come non si può gettare su Travaglio il sospetto di essere mafioso perché l’avvocato di un mafioso avrebbe detto…, non si può nemmeno farlo nel caso di Schifani, che fu socio (in piccola parte) di due che, 18 (diciotto) anni dopo, sarebbero stati condannati per mafia.
Comunque nessuno si è accorto della pillola di cultura giuridica di Travaglio quando ha sostenuto che chi viene condannato per qualcosa, sicuramente ne nasconde altre 10. Le parole esatte: “Se tu hai una condanna per una faccenda, di solito ne hai combinate altre dieci per le quali non ti hanno preso”. Titanic.
Penso che se andrai a vedere la sua denuncia dei redditi capirai perchè Facci attacca Grillo. Infatti tutte le argomentazioni che usa lui sugli altri, essendo pretestuose, gliele puoi rigirare tutte contro.
Come in questo caso in cui ha criticato Travaglio che ha proposto come primizia una notizia vecchia (che comunque il 99% della gente non sapeva), mentre invece lui che ricorda ossessivamente dell’incidente di Grillo è sul pezzo.
Quello del rigirare le argomentazioni, è lo stessa cosa che ha tentato di fare D’Avanzo, ma con Travaglio il meccanismo non ha funzionato, e se ne rende conto l’autore stesso.
Perchè se dici che Travaglio è stato in contatto con un amico di un mafioso hai un effetto, se lo dici di Schifani ne hai un’altro.
Perchè?
Prima di tutto perchè travaglio non governa il paese, denigra costantemente la mafia ma soprattutto perchè schifani invece fa parte di un partito le cui opinioni oscillano tra:
a) la mafia non esiste
b) la mafia non è influente
c) la mafia non controlla i voti
d) con la mafia bisogna convivere
e) un certo boss mafioso è un eroe
…e così via…
DICIAMOLA TUTTA, in un paese civile la reputazione di Schifani sarebbe messa in gioco più dalla dichiarazioni dei suoi dirigenti che da Travaglio. Questa è la tragica realtà… e poi giù tutti a discutere sul nulla.
Per quanto riguarda questo articolo, Travaglio dimostrerà la sua coerenza, spiegando la situazione riportata per quelli che non la capiscono, e magari con una battuta in cui fa notare come il giornalismo italiano sia più interessato alla vita degli altri giornalisti che ai politici che governano. Di sicuro non invocherà la censura come invece fanno costantemente gli altri.
Poi se vogliamo aggiungere i diversi livelli di lettura che piacciono tanto a facci, non è che per caso Repubblica perde dei miliardi se passa il referendum appoggiato da Travaglio, per dire…