Allora: è sparita dal Parlamento l’estrema sinistra. Un partito monoposto come l’Italia dei Valori, per dire, ha presso più voti della somma di Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Verdi e Sinistra democratica.
E’ giusto, questo? Secondo me, no. Sono proporzionalista da sempre (come Craxi, tu guarda) e credo che chiunque prenda un minimo di voti debba essere rappresentato in Parlamento.
E poi non ha tutti i torti il direttore di Liberazione, Piero Sansonetti, nell’osservare che per via dei diversi sistemi elettorali l’estrema sinistra c’è nelle province e neile città, ma appunto in Parlamento no.
Però, ecco, non so se abbiate ascoltato le spiegazioni che la Sinistra arcobaleno si è data circa la propria sconfitta: fa capire esattamente perché ha perso.
Anzitutto dice: in Italia è scomparsa la sinistra. Dice: in Italia è rimasto un partito di centrodestra e uno di centro. Cioè: la sinistra sono solo loro (il 3 per cento) oppure nessun altro.
In Italia, se permettete, c’è più di un 3 per cento di sinistra: forse ha votato anche Veltroni, che ne dite?
Poi dice altre tre cose:
1) E’ colpa del bipolarimo referendario tra Berlusconi e Veltroni, alimentato dai mass media. Tesi vittimista a de-responsabilizante.
2) Colpa dell’astensionismo che li ha puniti. Ha punito solo loro.
3) Colpa del razzismo strisciante (strisciante sino alle urne) che ormai imperversa nel Paese: e adesso questo razzismo è un problema appunto del Paese, non nostro.
Ed è incredibile. E’ da tre legislature, ormai, che al Nord gli operai votano Lega. Ora questo voto ha evidenziato che l’estrema sinistra ha perso voti anche nelle roccaforti rosse più inespugnabili, in Emilia, in Toscana, persino a Bettola (paesino di Pierluigi Bersani) e a Miilano, per dire, persino al Gratosoglio e a Quarto Oggiaro.
Sono tutti elettori di estrema sinistra, loro elettori, che li hanno mollati. E loro che fanno?Anziché cercare di recuperarli, anziché cercare di capirli, li insultano. Gli danno di razzisti.
Oggi, sul manifesto, per la prima volta è comparso questo titolo: «Il leghismo che pesca a sinistra». Alleluja.
***
La maggioranza degli osservatori seguita a scrutare Silvio Berlusconi come se la sua immagine palese ne contenesse anche una occulta, qualcosa che sfugge loro costantemente e che li sfida a decifrarlo, una profondità nascosta alla superficie: è per questo che sfugge loro, infine, anche la superficie, sfugge la semplice assonanza di questo leader con il popolo italiano (il popolo, sì) e presto con i libri di Storia.
Di fronte alle sue vittorie, ogni volta, gli osservatori tendono a oscillare tra incredulità e rassegnazione: è incredula, per quanto desueta, la tendenza a cercare retroscena extra-democratici che rispondano a plagiature mediatiche e corruzioni delle coscienze, quando non addirittura corruzioni e basta; è invece rassegnata, ma ancora prevalente tra gli intellettuali, la tendenza ad ascrivere la predilezione degli elettori per Berlusconi all’inguaribile cialtroneria del popolo italiano: sentenza inappellabile e ogni volta speranzosamente appellata.
Se Berlusconi viene eletto, in altre parole, o c’è un inganno o gli italiani sono stupidi.
Entrambe le tendenze, piccolo problema, sono ancora ben presenti nel modernizzato e pur depurato Partito democratico. Senza fare stucchevoli esempi, potremmo parlare di tendenza Furio Colombo nel primo caso e di tendenza Scalfari nel secondo.
Liquidando il primo caso come una paranoia residuale, è la seconda tendenza a interessarci di più. Le analisi di questi giorni, infatti, partono dal principio che il popolo sia quello che sia (provinciale, clericale, padronale, incolto) sicchè a Berlusconi viene riconosciuta una genialità soprattutto tecnica nel saperlo intercettare: il Cavaliere è un venditore e il popolo è un target. In un sol colpo ha destrutturato due partiti e ha saputo erigersi a cavallo tra politica e antipolitica; di fronte alla crisi ha saputo sedurre le debolezze popolari mischiando una visione ottimistica nel futuro (come nel ‘94) alle conoscenze e competenze che frattanto ha maturato.
Questo, quando va bene, dicono i giornali, al di là della millesima analisi sulla semplificazione del quadro politico.
Ma manca qualcosa, per certi versi tutto. Ne ha fatto leggero cenno, ieri, il direttore di Europa Stefano Menichini: «Il rapporto fra Berlusconi e l’Italia, a questo punto, assume effettivamente una dimensione storica», occorre «tornare pazientemente a rivolgersi all’altra Italia, a quell’Italia, certo non popolata da mascalzoni, evasori fiscali o creduloni, che ancora stavolta non s’è fidata del centrosinistra».
Ne aveva parlato anche Paolo Mieli in un’intervista rilasciata a marzo: «Berlusconi ha fondato un centrodestra che resisterà anche quando lui non ci sarà più. Se dovesse vincere le elezioni per la terza volta, lo spazio a lui dedicato nei libri di storia non sarà limitato alle formulette che usiamo oggi. Ci vorrà una riflessione profonda su quest’uomo che ha segnato nel bene e nel male la storia recente di questo Paese: il male è stato ampiamente dibattuto, ma il bene merita di essere anch’esso esaminato».
Ecco: che questo «bene» possa contemplare anche quella larga parte di Italia che ha votato Berlusconi, e che magari in altre circostanze ha votato o potrebbe votare altrimenti, è la rivoluzionaria ovvietà che non riesce a farsi largo nel ceto intellettuale e non solo.
Non è chiaro che il sodalizio ormai storico e pluriennale tra Berlusconi e gli italiani non è dato solo dalla somma delle capacità tecniche e persuasive del primo sui secondi, ma dal fatto che gli italiani, dopo quindic’anni, si fidano evidentemente di lui, gli credono, talvolta lo amano: e questo, incredibile a dirsi, per quello che è, per quello che fa e proprio per quella sua spiccata antropologia che viene enfatizzata come suo punto debole, ed è invece una parte inscindibile del personaggio irripetibile che è.
Nella Storia, e pur nell’era della televisione, non è ancora esistito un leader che abbia conquistato un popolo spingendolo a leggere il proprio programma.
Nel sostegno incondizionato che un popolo sa dare a un leader c’è qualcosa che persino a noi, classe informata, talvolta sfugge, ma alla gente, l’orribile gente, no.
Non capisco perchè debba essere sfrattata in partenza l’ipotesi che l’elettore medio di centrodestra sia antropologicamente inferiore.
Anche Rambo fa più spettatori dei film di Billy Wilder, ma è un pienone di gente che di cinema ne capisce meno.
Quelli di bocca buona sono di più di chi tenta di capirci qualcosa. In ogni campo del’esistenza.
Ieri Serra parlava di snobismo degli ignoranti, più o meno: che contro ogni evidenza non vogliono perdere identità e perdonop occasioni per migliorarsi. Direi che siamo l’, parola più, parola meno.
E termino ricordando lo sgomento incredulo all’estero per la reiterata scelta per Berlusconi da parte dell’elettorato italiano: direi che è un indizio niente male per misurare il valore e il contenuto del voto italiano.
Personalmente non ho mai creduto alle differenze antropiche, culturali, psicanalitiche (anche se gli interventi di Ventomare sono tutti da incorniciare e soprattutto da meditare). La vedrei piuttosto su due scale di tempo.
La prima è quella dello scorcio di ventunesimo secolo che abbiamo alle spalle: dal 2001 al 2006 abbiamo un governo (in realtà tre, ma per trovare le 25 piccole differenze occorre andare a pagina 46): schifoso, ma pur sempre un governo. Noi antiberlusca passiamo cinque anni a rosicare, a fare casino, a girotondare, ad analizzare, aspettando la riscossa. D’Alema dice che siamo feccia e che ci penzerà lui. Ci fidiamo e aspettiamo, sempre rosicando.
Comunque nel 2006 arriva il momento della rivincita: in realtà Berlusconi si rivela ancora maggioranza nel paese, ma grazie ad una legge elettorale contorta il csx mette su un governo. Ma attenzione: è un governo che governa pochissimo e malissimo (con l’eccezione di Padoa Schioppa). Nel 2008 si affrontano due coalizioni, una che ha dimostrato di saper mantenere un governo (premessa logicamente imprescindibile di ogni azione di governo), l’altra che ha dimostrato di non saperlo fare. Bisognava davvero essere antropicamente o geneticamente segnati per votare cdx?
La seconda scala è quella che parte dal Mauerfall e dalla disintegrazione del caf ad opera di mani pulite. A quindici anni di distanza il processo elettorale ha liquefatto i superstiti e premiato i nuovi. L’unico partito che invece di sciogliersi si è prodotto in una serie di pietose cosmesi, come la vecchia imbellettata di Pirandello, è il miserando partito comunista. cambia sette volte nome ma non cambia le facce, e continua nella sua riproposizione prevedibilissima gerarchica e sovietica dei leader: da occhetto a d’alema a fassino a veltroni (incoronato con un’elezione truffa) e presto sarà il turno di ciccio bersani, forse con un iterregno dalemardo (parafrasando orioles, da ramsete a hammurabi a gerone a numa pompilio, aspettando con ansia romolo augustolo e vaffanculo). Il risultato è una sequenza di disfatte elettorali da guinness dei primati, accompagnate da una povertà di analisi tipicamente leninarda.
In altre parole, finché questi non si levano dalle palle si perde (v. Moretti in piazza navona, febbraio 2002).
Circa aeroflot, pepitol, condivido il tuo lutto nel caso in cui alitalia dovesse essere mangiata dalla mafia russa. sarebbe però un risultato non del solo berlusconi, ma della lungimiranza di quei quattro stronzi (e coglioni), sempre con rispetto parlando, dei sindacati.
Condivido, e anch’io l’ho espressa in precedenza, l’analisi che riguarda la maggiore capacita’ del centrodestra di garantire 5 anni di stabilita’ al governo (salvo naturalmente utilizzare i 5 anni per farsi i cazzi propri e pochissimo altro).
Ma resta il fatto che c’e’ una buona parte di italiani che non voterebbe mai a “sinistra” a prescindere da chi si presenta a “destra”. E questo per motivi certamente antropologici oltre che storici. Sono convinto che ci sono persone che voterebbero Berlusconi anche se fossero dimostrati senza alcun dubbio i suoi legami con la criminalita’ organizzata (Come? Lo sono gia’? Vabbene facciamo finta di no).
E infatti, se fioccano le analisi per comprendere l’elettore leghista, e’ perche’ si intravedono alcune motivazioni di fondo di quel tipo di voto, che vanno scandagliate.
Ma mancano del tutto, o sono pochissime e poco approfondite, o si basano sul cosidetto “carisma”, le analisi sull’elettore berlusconiano. Che, detto fra noi, e’ difatti incomprensibile.
Un uomo entrato in politica per risolvere i suoi problemi personali con la giustizia ed economici della sua azienda (si, economici), che ha mostrato negli anni di non avere alcun principio, alcuna strategia politica, alcuna idea del paese, che parla di mercato ed e’ un monopolista, che parla di liberalismo ed e’ un conflitto d’interesse vivente, con dimostrate connivenze criminali, con una rara capacita’ di sputtanarsi all’estero e di inimicarsi tutte le minoranze possibili e immaginabili, con un rispetto per le donne pari a zero, davvero non si capisce che tipo di persona possa votarlo.
Io per esempio non ne conosco neanche una. Di persona, dico, che’ qui ce ne sono in abbondanza.
Sì ma se questi si levano dalle palle chi li sostituisce? Ancora non ho sentito nessuno proporre qualcosa o qualcuno. Fate dei nomi, prendetevi delle responsabilità, fate outing, così possiamo fare dei confronti.
I sindacati sono 4 stronzi (evidentemente qui sono tutti a partita iva), il pd fa schifo, la sinistra radicale pure, tutti schifosi mandiamoli a casa, e poi?
Io non vedo folle di giovani geni della politica che aspettano solo le dimissioni di questi 4 stronzi. Dov’è questa generazione di valenti statisti pronti a prendere in mano le redini dello stato in nome del pubblico interesse?
Io dietro di questi vedo solo un grande desolante vuoto.
Condivido (e non, come orrendamente si dice qui, quoto) l’intervento di M, del quale, devo dire, condivido pressoché sempre le posizioni e spesso anche i toni.
Eccetto un punto: Berlusconi ha carisma da vendere perché è un grande imprenditore. Coraggioso e spregiudicato, fin dai tempi della Edilnord, quando si finse semplice impiegato per discutere con il finanziere Berruti che era venuto in cantiere a dare un’occhiata ai conti: e ne uscì, il Berruti, risolto a dimettersi dalla finanza e a mettersi alle dipendenze del futuro cavaliere. Berlusconi ha un fiuto animale per le persone, sa dare a chi ha di fronte ciò che vuole. Oltretutto è dotato di un’energia personale impressionante: ad esempio, l’energia che D’Alema utilizza in un anno per riflettere corrucciato a Berlusconi basta a malapena per una pippa.
Che poi, anche e soprattutto in veste da imprenditore, ne abbia combinate più del porco, è cosa che è riuscito a mettere nel conto della sua grandezza: per dire, nell’ultima campagna, per paura di ferirlo, rabbit wally non ha mai nominato Mangano (a dire il vero neanche Berlusca): ebbene, lo ha fatto lui, il Silvio-tutto, magistrale concretazione della mamma-tutto di Iva Zanicchi di qualche lustro fa.
Sul livello miserando dei sindacati italiani, al quale fa da incredibile contraltare un potere immenso, e non solo di interdizione, basterebbe ricordare che il paese dei sindacati pervasivi è anche quello del primato dei morti sul lavoro. Poi le vertenze, le piattaforme e le altre belinate sono davanti agli occhi di tutti (peraltro tipicamente si accede al sindacato passando dal partito, e dopo aver mostrato nel partito che non si vale una ceppa. provare per credere).
E non so se la nuova generazione ospiti geni inespressi della politica, so però che è pieno di ragazzi che fanno politica: la politica vera. Associazioni, scuole di italiano e centri sociali (non solo e non sempre quelli autogestiti), attività sull’immigrazione, lotta alla criminalità. Tutto quello che nel loft non si fa, anzi, non si sa nemmeno cosa sia. Nel penultimo quinquennio berlusconico ci furono associazioni spontanee di “resistenti” in tutte le città, anche all’estero. Non so se fossero dei geni, ma so che D’Alema e i dalemini, che hanno mostrato a ripetizione di non essere esattamente delle aquile, ne hanno castrato ogni attività. So che la società civile è stata tenuta fuori a calci dal pds. E se il pds si squagliasse quelle energie tornerebbero: e so anche che alle elezioni non potrebbero prendere meno voti di quelli che ha beccato il pd.
Infatti non dicevo che Berlusconi non possa risultare carismatico, dicevo che le analisi sulle motivazioni dell’elettore berlusconiano si basano spesso appunto sul carisma, evidentemente perche’ scarseggiano spiegazioni razionali.
Non ti ho insultato: ho solo sottolineato la crassa ignoranza che sta dietro al tuo invito a “studiare la storia, compagni”, perché “un vero comunista non sta in parlamento”. Questa affermazione è o non è assurda e infondata da ogni punto di vista? Se poi per te “pubblicitario” è un insulto, hai qualche problema di autopercezione.
Tobia Galbiati. Persino qui ho trovato un lettore preparato, finalmente.
Ora resta da trovare un autore, preparato, e saremo a posto.
Al di fuori delle analisi socio-antropologiche, perché scartare a priori l’idea per cui uno che vota un partito in cui c’è gente come Calderoli, Borghezio e Bossi sia semplicemente un’incommensurabile testa di cazzo?
Fuksas non mi ha letto…
P.S. l’ex-poliziotto nemmeno…
ARTICOLO DI DAGOSPIA! FUSKAS IGNORANTE E CRETINO.
La politica non è “conquista del consenso”, quest’ultima prende il nome di propaganda.
Distribuire prebende in cambio del voto è “conquista del consenso” o un reato penale?
Solo per capire in che razza di Stato si vuole vivere…
Il conflitto di interessi c’è, ma secondo gli italiani non conta; ovvio, la TV dice che non conta, la TV ha sempre ragione, perchè dovrebbe mentire?
Decine di studi sulla comunicazione dimostrano il contrario, ma in Italia non conta avere come dipendenti i direttori dei giornali.
Misterioso paese di teste di legno
Fuck(sas)!
Ritornando al topic del post. Oggi attraversando la strada sulle strisce con la carrozzina (rosso fosforescente) con dentro mio figlio di 24 giorni ho rischiato che mi mettessero sotto. Non contento il testa di cazzo, mi ha anche suonato.
Più avanti c’è una piccola zona pedonale (“zona pedonale”) c’erano parcheggiati due suv e qualche motorino.
Sono arrivato al bar per prendere il caffè, il colletto bianco (con cravatta dal quintuplo nodo) davanti a me stava discutendo di come si sarebbe fatto spompinare volentieri dalla segretaria di un certo Miccoli, poi ha preso un caffè macchiato freddo al vetro occupando uno spazio sufficiente a far atterrare un cargo. Ho pensato che quella cravatta non gli facesse arrivare il sangue al cervello. Ma il suo amico più casual sembrava ridere alle sue battute da bagaglino.
Sono passato al supermercato per le buste del congelatore due operai davanti a me stavano pagando delle birre, uno si lamentava che un suo collega era “indegno” perché aveva osato evitare il turno di sabato e domenica e “porcamadonna, glielo detto: aho, sei indegno mica sò ‘no schiavo negro che lavora ar posto tuo”.
Poi sono passato al negozio bio perché volevo sapere dalla proprietaria informazioni sul pediatra (lei ce ne ha uno buono per il figlio). Mi è venuta voglia di comprare i biscotti al miele del commercio equo e solidale che avevo provato da una mia amica. Da quando mia moglie è rimasta incinta sono diventato un maniaco delle etichette, le leggo con lo stesso entusiasmo con cui divoro le ultime 100 pp. di un qualsiasi romanzo. Sono rimasto inculato: contengono aromi (non naturali) come qualsiasi merda pseudo-edibile del mulino bianco.
Sarà una hasty generalization fallacy ma io penso che gli italiani (l’80%) siano sia cretini sia male informati (sia quelli di destra sia quelli di sinistra). Sarà una mia idea un po’ qualunquista ma la classe dirigente e gli intellettuali di un paese (guardate agli intellettuali che girano in Italia a oggi, sono imbarazzanti) rispecchiano esattamente il popolo che dirigono.
In questo paese le democrazia funziona solo se a vincere è la sinistra, in caso contrario gli elettori sono cretini o hanno studiato poco e guardano troppa televisione. Se quel genio di Fuksas avesse avuto l’accortezza di parlare prima del voto forse il PD sarebbe finito dietro anche l’UDC. Quando Berlusconi dava del coglione a chi avrebbe votato Prodi gli diedero la croce, ma ignorante e cretino non sono certo complimenti. Oltretutto la sinistra è sempre stata il riferimento di una parte del paese che non è andata oltre le elementari o le medie perché doveva lavorare. Forse vedere i propri leader in doppiopetto parlare in modo troppo forbito ha scoraggiato alcuni di sinistra che hanno preferito i modi spicci e meno giri di parole dei leghisti. Quanto a Di Pietro, vorrei ricordargli che senza la notorietà datagli dai mass media quando era magistrato, non avrebbe certo potuto scendere in politica e diventare ministro in così breve tempo. Lilli Gruber venne eletta perché la conoscevano tutti tramite la TV, e manco possedeva la Rai. Se poi qualcuno crede che Fede e Mulè con i loro scarsamente seguiti tg siano in grado di giustificare una vittoria, quando altri programmi mediaset ben più visti abbondano di simpatizzanti di sinistra che non fanno altro che prendere per il culo il loro “datore di lavoro”, allora è malafede o, questa si, una forma di stupidità.
Caro John Charles…
essere genitori NON è un diritto. e con questo ho detto tutto…
Stalker, sono proprio d’accordo con te!!
Ps: sei quello del forum gw??
Roma, 18 apr (Velino) – Chi di citazione ferisce di citazione perisce. È il destino capitato giovedì sera all’architetto Massimiliano Fuksas che in diretta televisiva durante la puntata di Anno Zero ha messo in relazione “l’ignoranza abissale” degli italiani con la vittoria elettorale di Silvio Berlusconi commettendo a sua volta una gaffe madornale. Il premier in pectore infatti, secondo Fuksas, si sarebbe macchiato della colpa di aver di recente attribuito a Giulio Cesare la famosa frase “Meglio primo in un villaggio che secondo a Roma”. Orrore! “Quel motto non era di Giulio Cesare ma di Cicerone!” ha tuonato il Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana. “E il villaggio era Tuscolo!”. Interdetti e incerti i presenti in studio – tra cui Antonio Di Pietro, Filippo Facci, Giovanni Sartori e Marco Travaglio, oltre al conduttore Michele Santoro. Peccato – come ha scritto Renzo Rosati in una lettera a Dagospia – che Plutarco riporti quest’aneddoto proprio nella vita di Cesare, all’interno della sua opera più importante Le vite parallele: il generale romano l’avrebbe pronunciata durante la campagna di Gallia, mentre a Roma prendeva sempre più potere il suo amico-nemico e collega di triumvirato, nonché genero, Gneo Pompeo. Niente a che vedere con Marco Tullio Cicerone, che aveva ben altro di cui occuparsi tra cursus honorum, orazioni nel Foro, opere filosofiche e lotta a Catilina. Un’altra segnalazione è ripresa da Dagospia ma arriva invece dalla community di LA7: “Gentili signori, – scrive Elite Veteran che ha inviato una e-mail anche alla redazione di Anno Zero – vorrei inoltrare, all’esimio architetto Fuksas, l’invito che egli stesso ha rivolto ai suoi interlocutori, ovvero: ‘Studiare!’. Se per ‘Si dice Waterloo (vaterlo)’, l’illustre intende riferirsi alla pronuncia autoctona, sbaglia. Essendo la località nella provincia Brabante Vallone la pronuncia corretta, in francese/vallone, è per l’appunto ‘uaterlo’. Il belga vallone differisce dal francese, oltre che per i numeri (septante, nonante – 70 90 – invece di soixantedix, quattrevingtdix) anche per la pronuncia della ‘W’. Così Walter (valter) diventa ‘ualter’, wagon si pronuncia ‘uagon’ e via dicendo”. Ma niente drammi, per carità: “Il dado è tratto” e il Rubicone dell’ignoranza è un fiume che prima o poi attraversiamo tutti. Tanto è vero che la puntata di ieri di Anno Zero ha avuto ascolti record, con uno share del 17,39 per cento.
No non sono io.
Si Fuksas è un presuntuoso mentecatto (tipico dei sessantottini arricchiti). Se non altro perché scambia la cultura con le nozioni (che manco conosce). L’unico che gli ha risposto è stato Di Pietro anche se il tenore della sua risposta non mi ha convinto. Mio nonno che sa come potare le olive, come costruire un’esca e che sa distinguere un nebularis o un prugnolo ha molta più cultura di qualsiasi stronzo che cita Plutarco. Facci ti sei fatto intimorire, ma secondo me ieri sera eri drogato. Ti hanno trattato come un bambino che non arriva a capire gli affari dei grandi.
Fuksas ha fatto strame di diversi congiuntivi, ma soprattutto ha detto una frase misteriosa su Euclide: “Euclide viene riportato perché ha tradotto la geometria”.
Qualsiasi cosa voglia dire è una stronzata.
Io so ammettere le sconfitte. Ma io ieri ho vinto, e sarebbe buona cosa se capiste il perchè.
Ho vinto perchè si sono distrutti tra di loro. Ho vinto perchè ciascuno sembrava la caricatura di se stesso. Ho vinto perchè non ho fatto che elencare due sottocategorie (chi pensa, se vince Berlusconi, che o c’è un inganno o gli italiani sono stupidi) e loro non hanno fatto che infilarvicisi di continuo. Ho vinto perchè io ero tranquillo mentre loro perdevano.
Al Giornale sono arrivate centinaia (centinaia) di lettere di proteste perchè il programma, dicevano, era squilibrato a mio sfavore: volevano che ci scrivessi qualcosa. Non l’ho fatto. Non serve. Era squilibrato sin dalla composizione degli ospiti, ma per me quello è un diritto, ognuno invita chi vuole, la par condicio è una rottura di cazzo. Ma la faziosità, questa volta, li ha resi griotteschi.
Io capisco che chi accusa FF di essere un venduto, usa parole eccessive, quantomeno forti.
Ma ieri, quando sottovoce giustificava B tentando di fronteggiare le ridicole accuse di Fuksas, non ho potuto evitare di pensarlo anch’io.
Ah Facci, questa proprio sembra farina del sacco del tuo psicanalista!
Carissimo Facci, mi dica, quanto si è divertito ieri sera da Santoro???
é stata sicuramente una puntata da sbellicarsi:
2 ore di trasmissione in cui si diceva allo spettatore: TU! INFAME! HAI VOTATO BERLUSCONI! ma io lo so perchè, è perchè TU SEI IGNORANTE! FASCISTA! TI MANCA LA CULTURA!Anzi, diciamocelo, secondo me SEI PROPRIO UN CRETINO! E POI NON LO VEDI CHE HA TUTTE LE TELEVISIONI?
…eppure non mi sembrava una trasmissione clandestina, sembrava proprio che fosse una trasmisssione sulla seconda rete nazionale (che secondo i convitati è controllata da berlusconi stesso) in prime time…strano…
Facci, se tu pensi di avere vinto e sei felice sono felice anch’io per te. Su Mangano però Travaglio ti ha asfaltato.
Libberale: veramente non hai detto nulla. Ripeto le questioni:
1. Nella teoria del libberalismo, una coppia di omosessuali può adottare?
2. Un vero libberale può ricorrere alla fecondazione assistita?
E aggiungo:
3. Una coppia di omosessuali ligi al libberalismo si può sposare?
Per i commentatori della puntata di Santoro, vorrei capire se abbiamo guardato la stessa cosa. Quella che ho visto io è stata una puntata molto critica verso la sinistra, e nessuno, tranne forse il povero Fuksas che vabbé, ha dato dei fessi agli elettori.
Soixante-dix e quatre-vingt-dix…
P.S. l’errore naturalmente non è di Facci, che ha solo riportato una notizia del Velino.
Facci era talmente in difficoltà che ad un certo punto della trasmissione si è messo a cercare un mouse per vedere se gli riusciva di chiudere i commenti.
Finchè ci saranno quelli convinti a vario titolo di far parte della minoranza bella del Paese, Berlusconi vincerà sempre.
Tipo quelli igienicamente schizzinosi e ridicoli come Fuksas, oppure quelli che fanno i reportage su tutta la brutta gente a caso che sta in ogni angolo. Quelli che se si fosse parlato di Mangano e del conflitto di interessi si sarebbe vinto a mani basse. Oppure quelli – culturalmente per il popolo si badi, mica per i ricchi, eh – che se si fosse stati più radicati (con un po’ di schifo) sul territorio dei trogloditi e nelle periferie li si avrebbe convinti subito. Ma anche i sognatori con sottofondo di musica autoriale che si aggrappano a tutto, tipo che se a Roma vincesse Rutelli o Obama negli USA sarebbe una rivincita o che, con Berlusconi non ancora insediato, già gli addebitano il fallimento dell’Alitalia o quelli che Facci ha perso. Eccetera. Tanto si riconoscono al primo fiato. Secondo me, li sa anche Veltroni.
Le anime belle, infine. Quelle che non mi merita nessuno. Gli aspiranti CT. Colti però, mica come nel Nordest o nelle periferie metropolitane. E no, c’è periferia a periferia. C’è operaio e operaio.
Siete belli, grazie. Continuate ad ammiravi allo specchio, ad autocompiacervi della vostra superiorità. Zero autocritica neppure uno straccio di analisi, tanto è colpa del baubau che vi rassicura. Vi siete persino scordati di Ferrara, poveretto. Eppure ne avete gridati di post. A decine.
Ma chi siete? Chi rappresentate? Il 3% della SA o l’x% degli astenuti, siete il 4% di Di Pietro o dove eravate, in quanto grillini?
Siete pochi e non siete per giunta neppure parte del popolo che improvvisamente schifate.
Forse siete solo Io posto un commento. Tipo Sara.
Ma guardate la trasmissione o Facci che si tocca i piedi?
Facci, per me vogliono farsela da destra e sinistra, uomini e donne.
Nomen omen.
In fondo, durante Annozero, non ho fatto qualcosa di molto diverso da quello che faccio qui. Lascio che commentino. E viene fuori tutto. Tutto il brutto che hanno dentro, e a cui non sanno neppure dare un nome. Il proprio.
Ciao ragazze! Sono un ragazzo! Qualcuna vuole chattare con me?
A/S/L?
Devo dire che Facci ad ANNO0 questa volta è stato invece grandioso. E lo dico da uno che spesso lo trova insopportabile e fazioso.
La sua eleganza nel lasciare sproloquiare quel coglione di Fuskas (io mi sarei alzato e me ne sarei andato, o peggio, lo prendevo a pizze), il classico ignorante pretenzioso (che insulta gli altri quando non ne prende una, tanto meno in architettura!) che si autosputtana e dimostra l’esatta tesi che Facci porta. E cioè che il cretino di sinistra (leggete se potete LA PREVALENZA DEL CRETINO dei migliori intellettuali italiani degli ultimi 50 anni) utilizza il popolo a seconda dell’uso. Senza indovinarci mai.
Complimenti a Facci (che sospetto ormai in combutta col volpone Santoro, snob quasi quanto Travaglio ma meno ottuso, che voleva punire proprio quella sinistra settaria e presuntuosa).
Sul pezzo qui invece concordo con Leo, la seconda parte la potevi evitare.
John Charles:
1. Nella teoria del liberalismo, una coppia di omosessuali può adottare? NO
2. Un vero liberale può ricorrere alla fecondazione assistita? SI, ma non eterologa
3. Una coppia di omosessuali si può sposare? SI
Il perché di queste risposte non ho voglia di dartele qui… troppo lungo da illustrare. Ripeto, bazzica il mio blog e scoprirai cosa vuol dire essere liberale e non massimalista e radicale.
Waaater-close!
Grazie, RL, per le tue risposte, che mi sollevano un po’: siccome anch’io mi ritengo di cultura liberale, trovarmi vicino a Binetti e Rutelli mi avrebbe preoccupato. E mi compiaccio che la tua intersezione con Zapatero non sia nulla, ma comprenda almeno il matrimonio tra gay.
Come immaginerai, io sono invece favorevole tanto alla fecondazione eterologa, che trovo una bellissima conquista della scienza e della tecnica, quanto all’adozione da parte di coppie omosessuali. Accolgo il tuo invito a venirti a trovare e non sto a dilungarmi oltre.
FF: mi ha fatto piacere vederti ad anno zero, ma spiegami una cosa: l’altra volta non eri potuto andare perché qualcuno aveva detto che c’era una legge curiosa che proibiva di apparire in rai a chiunque avesse un contenzioso aperto con mammarai. Cos’è cambiato? La legge non esiste più o è finito il contenzioso?
Un modesto contributo personale, per dirci che il problema dell’ICI esiste., da che mondo è mondo.
Chi si vuol riconoscere si riconosca..
P.S.
Anche io mi chiedevo del contenzioso,ma mi è bastato vederla, Facci, e strapparmi i capelli come in “Magical Mistery Tour”.
***
M. Livio Druso, figlio dell’omonimo avversario dei Gracchi, eletto tribuno della plebe nel 91 a.C. presentò un ampio programma legislativo di riforme nel quale cercò di combinare l’interesse delle differenti parti: cercò di ingraziarsi il favore della plebe attraverso una legge agraria e una sulle distribuzioni frumentarie; 300 cavalieri sarebbero stati cooptati nel senato; ai senatori, in cambio, offrì il ritorno nella commissione delle quaestiones perpetuae fino ad allora nelle mani degli equites. Per sostenere finanziariamente queste riforme predispose una manipolazione finanziaria riducendo la percentuale di fino nel denarius argenteo.
Ovvera la finanza creativa ai tempi di Cesare.
-Video inedito-
Fiumicino:
Facci scende dal’aereo e arriva ad “Annozero”.
Io sono quella al centro con la capa a scarola che sbaglia a cecarlo.
http://it.youtube.com/watch?v=QwOrlj107L8&feature=related
Impressionante. Gridano quasi come i fan di Amici. Sta a vedere che anche l’Inghilterra di 45 anni fa era berlusconizzata?
Secondo me, ssì.
(“The berlusconian age” passata sotto silenzio).
M, secondo me non è così improbabile che Berlusconi non sapesse “che Mangano era stato condannato per mafia e traffico di droga quando se lo prese dentro casa”. Se è vero infatti che lo stesso Berlusconi si reputa una sorta di mago in tutto, è tuttavia difficile credere che abbia potuto conoscere sentenze di condanna pronunciate un decennio dopo l’assunzione di Mangano relative, tra l’altro, anche a reati introdotti in Italia ben più tardi del 1973.
Più probabile piuttosto che ne conoscesse la pazzesca indole criminale dacché, a quanto si legge su internet, Mangano prima di finire in casa Berlusconi si beccò condanne a 25 e 15 giorni di carcere, nonché ad un anno e 4 mesi. Quest’ultima pena condonata vista, immagino, l’agghiacciante pericolosità del reo.
Filippo Facci è tornato in Rai. Finalmente un processo di durata ragionevole!
M
nel 1996 Berlusconi perse perchè non era con la Lega. Se non avrebbe vinto pure lì.
Nel 2006 tra Camera e Senato prese più voti il centrodestra.
Morale: dal 1994 la maggioranza degli italiani ha SEMPRE votato Berlusconi.
Potrà preoccupare, potrà render felici.
Ma è un dato.
Lorenzo, i reati a carico di Mangano spaziavano da lesioni ed estorsioni, alla truffa ad assegni a vuoto. Hai ragione, non sono reati gravi. Anzi, mi sembrano delle ottime credenziali per assumere una persona e farla vivere in casa con me.
E anche per affidargli dei figli.
GRANDE PIPPO FACCI!1!
(W WAGNER)
E’ quel che ho detto, Tommaso. Reati di una gravità inaudita, che infatti gli sono costati condanne a 15 (quindici) e 25 (venticinque) giorni di carcere, spero interamente eseguite. A differenza di quell’anno e quattro mesi che gli furono condonati in quanto, devo dedurre, Mangano era meritevole dello stesso trattamento che si riserva al classico pericolo pubblico numero uno. Mica un ladro di polli, mica un “piccolo ladro di strada” di travagliata memoria.
E però, nemmeno un mafioso. Accidenti!
Lorenzo, il fatto è che Mangano, che nel 1974 già era mafioso, arrivò ad Arcore per intercessione di un signore che oggi ha una condanna in primo grado a nove anni per concorso esterno, e di un altro che è riconosciuto boss mafioso.
Il pentito Di Carlo aggiunge che l’assunzione avvenne addirittura con il benestare di Stefano Bontate (all’epoca capo dei capi).
Cosa faceva Mangano ad Arcore? Non è chiaro: forse stalliere, ma, come ammette Berlusconi, la scuderia prevista non fu mai realizzata. Pare ci fosse un cavallo di nome Epoca, che però era affidato alle cure del maneggio di Pepito Garcìa. Al processo, Dell’Utri ha sostenuto che Mangano con i cavalli non c’entrava nulla, essendo invece esperto di mastini napoletani.
Tutto questo comunque è passé, va ripetuto solo perché nessuno dica che non lo sapeva o che se l’era scordato. Sarebbe però una cosa gradita se Berlusconi dicesse, una volta sola, che assumere Mangano fu una leggerezza. Le sue recenti dichiarazioni vanno in altra direzione.
@ Lorenzo
I casi sono due. O non si sapeva chi era Mangano. E qui si aprono scenari interessanti sulla fiducia alla cieca e ingenuità che doveva albergare in chi doveva trovare una persona per fare lo ” stalliere “, occuparsi dei figli e vivere nella tua stessa casa. E non chiede informazioni in giro.
Oppure si sa chi è. Solo un delinquente come altri. E allora forse Berlusconi e Dell’Utri avevano un vero e sincero interesse al recupero sociale di quell’uomo. E gli hanno dato la possibilità di farlo direttamente a casa loro, al comodo in una villa, a contatto con i figli.
Oppure sapevano chi era e il suo maggior pregio era proprio di essere affiliato. Scegli tu ciò che ti convince di più.