Allora: è sparita dal Parlamento l’estrema sinistra. Un partito monoposto come l’Italia dei Valori, per dire, ha presso più voti della somma di Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Verdi e Sinistra democratica.
E’ giusto, questo? Secondo me, no. Sono proporzionalista da sempre (come Craxi, tu guarda) e credo che chiunque prenda un minimo di voti debba essere rappresentato in Parlamento.
E poi non ha tutti i torti il direttore di Liberazione, Piero Sansonetti, nell’osservare che per via dei diversi sistemi elettorali l’estrema sinistra c’è nelle province e neile città, ma appunto in Parlamento no.
Però, ecco, non so se abbiate ascoltato le spiegazioni che la Sinistra arcobaleno si è data circa la propria sconfitta: fa capire esattamente perché ha perso.
Anzitutto dice: in Italia è scomparsa la sinistra. Dice: in Italia è rimasto un partito di centrodestra e uno di centro. Cioè: la sinistra sono solo loro (il 3 per cento) oppure nessun altro.
In Italia, se permettete, c’è più di un 3 per cento di sinistra: forse ha votato anche Veltroni, che ne dite?
Poi dice altre tre cose:
1) E’ colpa del bipolarimo referendario tra Berlusconi e Veltroni, alimentato dai mass media. Tesi vittimista a de-responsabilizante.
2) Colpa dell’astensionismo che li ha puniti. Ha punito solo loro.
3) Colpa del razzismo strisciante (strisciante sino alle urne) che ormai imperversa nel Paese: e adesso questo razzismo è un problema appunto del Paese, non nostro.
Ed è incredibile. E’ da tre legislature, ormai, che al Nord gli operai votano Lega. Ora questo voto ha evidenziato che l’estrema sinistra ha perso voti anche nelle roccaforti rosse più inespugnabili, in Emilia, in Toscana, persino a Bettola (paesino di Pierluigi Bersani) e a Miilano, per dire, persino al Gratosoglio e a Quarto Oggiaro.
Sono tutti elettori di estrema sinistra, loro elettori, che li hanno mollati. E loro che fanno?Anziché cercare di recuperarli, anziché cercare di capirli, li insultano. Gli danno di razzisti.
Oggi, sul manifesto, per la prima volta è comparso questo titolo: «Il leghismo che pesca a sinistra». Alleluja.
***
La maggioranza degli osservatori seguita a scrutare Silvio Berlusconi come se la sua immagine palese ne contenesse anche una occulta, qualcosa che sfugge loro costantemente e che li sfida a decifrarlo, una profondità nascosta alla superficie: è per questo che sfugge loro, infine, anche la superficie, sfugge la semplice assonanza di questo leader con il popolo italiano (il popolo, sì) e presto con i libri di Storia.
Di fronte alle sue vittorie, ogni volta, gli osservatori tendono a oscillare tra incredulità e rassegnazione: è incredula, per quanto desueta, la tendenza a cercare retroscena extra-democratici che rispondano a plagiature mediatiche e corruzioni delle coscienze, quando non addirittura corruzioni e basta; è invece rassegnata, ma ancora prevalente tra gli intellettuali, la tendenza ad ascrivere la predilezione degli elettori per Berlusconi all’inguaribile cialtroneria del popolo italiano: sentenza inappellabile e ogni volta speranzosamente appellata.
Se Berlusconi viene eletto, in altre parole, o c’è un inganno o gli italiani sono stupidi.
Entrambe le tendenze, piccolo problema, sono ancora ben presenti nel modernizzato e pur depurato Partito democratico. Senza fare stucchevoli esempi, potremmo parlare di tendenza Furio Colombo nel primo caso e di tendenza Scalfari nel secondo.
Liquidando il primo caso come una paranoia residuale, è la seconda tendenza a interessarci di più. Le analisi di questi giorni, infatti, partono dal principio che il popolo sia quello che sia (provinciale, clericale, padronale, incolto) sicchè a Berlusconi viene riconosciuta una genialità soprattutto tecnica nel saperlo intercettare: il Cavaliere è un venditore e il popolo è un target. In un sol colpo ha destrutturato due partiti e ha saputo erigersi a cavallo tra politica e antipolitica; di fronte alla crisi ha saputo sedurre le debolezze popolari mischiando una visione ottimistica nel futuro (come nel ‘94) alle conoscenze e competenze che frattanto ha maturato.
Questo, quando va bene, dicono i giornali, al di là della millesima analisi sulla semplificazione del quadro politico.
Ma manca qualcosa, per certi versi tutto. Ne ha fatto leggero cenno, ieri, il direttore di Europa Stefano Menichini: «Il rapporto fra Berlusconi e l’Italia, a questo punto, assume effettivamente una dimensione storica», occorre «tornare pazientemente a rivolgersi all’altra Italia, a quell’Italia, certo non popolata da mascalzoni, evasori fiscali o creduloni, che ancora stavolta non s’è fidata del centrosinistra».
Ne aveva parlato anche Paolo Mieli in un’intervista rilasciata a marzo: «Berlusconi ha fondato un centrodestra che resisterà anche quando lui non ci sarà più. Se dovesse vincere le elezioni per la terza volta, lo spazio a lui dedicato nei libri di storia non sarà limitato alle formulette che usiamo oggi. Ci vorrà una riflessione profonda su quest’uomo che ha segnato nel bene e nel male la storia recente di questo Paese: il male è stato ampiamente dibattuto, ma il bene merita di essere anch’esso esaminato».
Ecco: che questo «bene» possa contemplare anche quella larga parte di Italia che ha votato Berlusconi, e che magari in altre circostanze ha votato o potrebbe votare altrimenti, è la rivoluzionaria ovvietà che non riesce a farsi largo nel ceto intellettuale e non solo.
Non è chiaro che il sodalizio ormai storico e pluriennale tra Berlusconi e gli italiani non è dato solo dalla somma delle capacità tecniche e persuasive del primo sui secondi, ma dal fatto che gli italiani, dopo quindic’anni, si fidano evidentemente di lui, gli credono, talvolta lo amano: e questo, incredibile a dirsi, per quello che è, per quello che fa e proprio per quella sua spiccata antropologia che viene enfatizzata come suo punto debole, ed è invece una parte inscindibile del personaggio irripetibile che è.
Nella Storia, e pur nell’era della televisione, non è ancora esistito un leader che abbia conquistato un popolo spingendolo a leggere il proprio programma.
Nel sostegno incondizionato che un popolo sa dare a un leader c’è qualcosa che persino a noi, classe informata, talvolta sfugge, ma alla gente, l’orribile gente, no.
A entrambi. M ha scritto che Berlusconi non poteva non sapere che Mangano blablabla. Ho semnplicemente fatto notare che quel blablabla è successo anni dopo l’assunzione di Mangano. E che ciò che si poteva sapere – le sentenze sono pubbliche, le indagini più o meno archiviate o gli arresti seguiti da un nulla di fatto molto meno – era che Mangano fosse un appartenente alla categoria che Travaglio, con tono e sguardo inteneriti, ha citato giovedì ad Annozero: un piccolo ladro di strada.
Altrimenti non si spiegano le condanne a quindici giorni di carcere.
Altrimenti non si spiegano le condanne a venticinque giorni di carcere.
Altrimenti non si spegano i sedici mesi di carcere condonati, nonostante i succitati precedenti penali.
Non capisco perché i fatti diano così fastidio.
Lorenzo, la tua ricostruzione non quadra per il motivo seguente: nella notte di Sant’Ambrogio del 1974 Berlusconi diede una cena. Tra i convitati c’era il sedicente barone D’Angerio, che all’uscita della villa, finita la cena, fu sequestrato da un gruppo di mafiosi (tra cui Pietro Vernengo). Il sequestro finì in fretta perché, poco adusi alla nebbia, i mafiosi andarono a sbattere e il D’Angerio si dileguò, pare, a suo dire, facendo il gesto dell’ombrello.
Nonostante il lieto fine ci furono alcune -timide- indagini, e anche Berlusconi fu chiamato a testimoniare. Curiosamente, alla domanda su chi fossero i partecipanti alla cena, Silvio fu in grado di elencare prontamente tutti gli ospiti: eccetto uno. Un giovane taciturno, secondo la ricostruzione del D’Angerio, che fu poi essere individuato in Mangano Vittorio, con precedenti penali.
Ora, caro Lorenzo, se la presenza di Mangano ad Arcore era ritentua cosa normale e trasparente, perché nasconderla scientemente agli investigatori?
Inoltre, ti ripeto il fatto che Mangano era già mafioso quando fu assunto da Berlusconi: anche se non ancora sancito da un giudizio. Come spesso accade e accadeva a Palermo, tutti, ma proprio tutti, sanno chi siano i soldati delle famiglie del loro quartiere: trovo piuttosto improbabile che quando Dell’Utri via Cinà segnalò Mangano a Berlusconi non sapesse. Se poi è vero che a garanzia dell’assunzione Berlusconi incontrò Bontate…
Non quadra?
Rileggi la frase di M:
“credi davvero che Berlusconi non sapesse che Mangano era stato condannato per mafia e traffico di droga quando se lo prese dentro casa?”
Fatto?
Bene. Ora alcuni fatti. Vittorio Mangano
– nel 1973 viene assunto in casa Berlusconi
– nel 1975 esce da casa Berlusconi
– nel 1987 viene condannato per traffico di droga
– dal 1982, come tutti gli italiani, potè essere perseguito per associazione per delinquere di tipo mafioso
A me sembra che a non quadrare sia proprio la frase di M. Tu che dici?
Addio.
Non quadra neanche la tua e nemmeno nelle date: Mangano fu assunto da Berlusconi il 7 luglio 1974.
Mangano aveva avuto una diffida come “persona pericolosa” già nel 1967, mentre nel 1972 era stato fermato in compagnia di un trafficante di droga.
Non è affatto pensabile che un miliardario sotto minaccia di sequestro da parte di Cosa Nostra non faccia indagini su un aspirante impiegato che andrà a vivere sotto lo stesso suo tetto e si metta in casa ingenuamente un palermitano in odore di Cosa Nostra, solo perché segnalato da Dell’Utri a cui era stato fatto consoscere dall’uomo d’onore Cinà.
La storia è molto più complicata, e la strana reticenza di Bersluconi riguardo Mangano in occasione del rapimento D’Angerio rende estremamente probabile che Berlusconi fosse perfettamente al corrente della statura criminale di Mangano, che non si limitava agli assegni a vuoto. Oltretutto Mangano era solito ospitare siciliani piuttosto sinistri nella villa di Arcore (su questa circostanza Berlusconi stesso si troverà a intervenire, dopo la sparizione di alcuni oggetti di valore).
Ma ho l’impressione, Lorenzo, che della storia a te non interessi molto, e che tu preferisca arroccarti su una inesattezza formale di un partecipante al forum. Inesattezza che non toglie nulla all’ipotesi che Berlusconi sapesse fin dal 74 che Mangano era uomo d’onore.
Ho scritto una grave inesattezza e me ne scuso.
Naturalmente l’ho fatto perche’ sono quello che probabilmente Lorenzo chiamerebbe un giustizialista, uno di quei beceri che pensa che un noto mafioso sia un mafioso anche prima che lo abbia stabilito una sentenza.
L’ho scritto anche perche’ sono pieno di pregiudizi verso Berlusconi.
Lo stesso pregiudizio che impedisce a Lorenzo di scendere sul terreno della sostanza della mia domanda, che la mia inesattezza non sposta di una virgola.
Un uomo nella posizione di Berlusconi non poteva non prendere informazioni sulle persone che avrebbero lavorato con lui, nella sua casa, a contatto con i suoi figli, e c’erano gia’ in quel momento sufficienti informazioni su chi fosse Mangano.
Ti degni ora di rispondere sulla sostanza o volevi solo puntualizzare l’inesattezza, Lorenzo?
Questo era un post che parlava della sconfitta della sinistra e della scomparsa parlamentare dell’estrema sinistra e della vittoria di Berlusconi.
Invece di stare sul punto, vedo che, esattamente come ad Annozero, c’è chi finisce sempre e comunque sullo stesso menamento di torrone di Mangano e Dell’Utri eccetera: temi che si possono dibattere sinchè si vuole, ma che, dibattuti qui, fanno pensare che siano associabili ancora una volta alle ragioni della sconfitta dovuta al tentativo non di vincere, ma di far perdere l’avversario delegittimandolo.
Ma sai, Filippo, si è arrivati a parlare di Mangano perchè qualcuno ha tirato fuori la tua partecipazione ad Annozero. E non mi pare che quando pretendevi di ” avere vinto” ad Annozero tu abbia fatto la precisazione che qui non si parla di Mangano.
E si è tornati a parlare di ” cose vecchie”, perchè qualcuno, Lorenzo, vi è tornato. Ovvero, a TE sono state fatte delle contestazioni, e da quelle contestazioni sono state tirate fuori vecchie storie.
Nice try, comunque.
Caro Facci, è che dopo 160 commenti la crisi della sinistra è bella che elaborata (e ha anche rotto ben bene i coglioni).
La storia di Mangano è molto più affascinante. A proposito, Facci, tu che ne pensi? Che ci faceva, secondo te, un capobastone chez Berlus-khan?
Facci, com’e’ che non hai ripreso la persona che ha lanciato il tema “Facci meraviglioso ad Annozero” ? Quello c’entrava con la sconfitta della sinistra? E’ da li’ che si e’ cominciato a parlare di Mangano.
Comunque si e’ parlato ampiamente anche del tema del post. E io personalmente ho detto la mia anche troppo, sul tema del perche’ la sinistra ha perso.
Sul tema del perche’ il PD ha perso, invece, ritengo che l’avversario non sia stato abbastanza delegittimato, l’avversario andava massacrato parlando e portando in primo piano tutte le sue magagne, di cui non si e’ parlato abbastanza. Vedi Di Pietro che ci ha provato ed e’ stato zittito, e ha raddoppiato i voti.
Berlusconi andava abbattutto a forza di ricordare a tutti che non si sa dove ha preso i soldi per cominciare, della Banca Rasini, di Mangano, della corruzione di giudici, della Mammi’, del fatto che e’ un monopolista, del fatto che non ha fatto nulla di liberale nei suoi anni di governo ma ha solo pensato a risolvere i cazzi suoi, delle leggi ad personam e il conflitto d’interessi.
E dicendo chiaro che una volta al governo il PD gli avrebbe fatto un culo cosi’, a forza di leggi di interesse generale.
Non è carino scaricare sugli altri il nervosismo derivante da un proprio errore, caro M.
Hai scritto una falsità clamorosa? Io non posso farci nulla.
La sostanza è che fino al 1973 le sentenze (cioè gli atti più facilmente conoscibili, direttamente ed indirettamente) dichiarano Mangano, con tono e sguardo inteneriti, “un piccolo ladro di strada”, tanto che la condanna più alta (16 mesi di carcere) gli fu condonata (così Travaglio).
Ovviamente puoi trovare disdicevolissimo che qualcuno – sapendo peraltro di divenire premier di lì a vent’anni – assuma un piccolo ladro di strada, così come ancora più incredibile ti sembrerà che Berlusconi non abbia chiesto alla polizia o a chicchessia informazioni ulteriori sul soggetto (o, ricevutele, abbia proceduto comunque all’assunzione).
Resta che quel che hai scritto tu è falso e denota una somma ignoranza della materia di cui intendevi trattare, e la colpa non è mia.
*
MJ, io non sono tornato su un bel niente. Mi sono imbattuto in un errore, e l’ho corretto a beneficio della comunità. Più che colpe, meriterei ringraziamenti. Specie in un’epoca in cui, mi insegnate, l’informazione corretta stenta a circolare.
” Mi sono imbattuto in un errore, e l’ho corretto a beneficio della comunità.”
Sono sicura che la comunità tutta te ne sarà eternamente grata. Proporrò l’intitolazione di una piazza, una data, una strada, anche un vicolo a tuo nome.
Nel frattempo, potresti anche rispondere nel merito che dire ” noto mafioso” o ” noto condannato per mafia” sono scritti diversamente ma significano esattamente la stessa cosa.
Lorenzo, ti riconosco il merito di aver segnalato un errore, per quanto puramente formale, e sebbene la tua correzione sia, voglio sperare inconsapevolmente, parziale, poiché Mangano era già sospettato di trafficare in stupefacenti, e erronea per quanto riguarda le date.
Pensando che ti interessasse approfondire lo scenario arcoriano negli anni 70 ti ho fornito ulteriori informazioni (sostanziali) che però tu hai ignorato. Evidentemente ti avevo sopravvalutato.
Nessun nervosismo Lorenzo, ho ammesso una grave inesattezza e ti ho anche detto che mi e’ scappata perche’ sono fondamentalmente un giustizialista, che pensa che un mafioso sia un mafioso anche prima delle sentenze, e il pregiudizio negativo verso Berlusconi mi ha fatto scrivere quello che avrei voluto che fosse. Punto.
Pero’ ho capito che la sostanza non t’interessa. E’ innegabile che Mangano fosse un mafioso gia’ al momento dell’assunzione presso casa Berlusconi, e’ impensabile che Dell’Utri non lo sapesse, e dunque anche Berlusconi doveva saperlo. Ripunto.
Noto che su questo non intendi esprimerti. La qual cosa mi fa esprimere un giudizio molto netto su di te, ma non voglio ancora esprimerlo, ti voglio dare ancora una possibilita’.
Vuoi scendere sul terreno della sostanza ora che ti sei preso la tua bella soddisfazione o no?
Bello questo silenzio, eh? Non si sente volare una mosca.
Sai, non tutti cercano per forza l’ultima parola, e dopo un pò la discussione diventa inutile. Ad esempio per me l’ultimo commento di Facci la chiudeva definitivamente.
Infatti MJ. Ma me lo aspettavo, come pure mi aspettavo la chiosa idiota dell’idiota qua sopra.
E’ che certi commentatori, M, non hanno nulla da dire.
Ma hanno molto da chiosare. Vivono di chiose.
Non fanno altro, e poi per chiosare non bisogna mica usare il cervello . Basta ripetere a pappagallo qualche frase pronta all’uso letta da qualche parte.
Il cervello serve per fare le domande o e domandarsi perchè non si riponde alle domande.
Meglio soprassedere, e poi dichiarare che certi argomenti su cui si è evitato accuratamente di spendere nemmeno un grammo del proprio pensiero , sono ” vecchi”.
Ah, la chiosa sopra me l’aspettavo anch’io. Oddio, sta migliorando, però, perchè non ha scritto:” è anche per QUESTO , che la sinistra perde “.
L’aspetto sospetto della faccenda è esattamente
il controllo che il capo del post a noi avverso vuole avere dopo 150 commenti.
Se si finisce su Mangano, magari c’è anche un motivo; se qualcuno si pone il problema di difendere l’indifendibile, forse anche per quello ci sarà un motivo.
Lo stesso B ha tirato fuori Mangano in campagna elettorale, mica Travaglio&Co, e in qualche maniera quest’argomento ha contribuito a serrare le file del centrodestra, indi alla vittoria del Grande Uomo, no? Sorvoliamo quest’aspetto per parlare pacatamente sulla morte delle ideologie?
Come si può osservare, persino un asino come me, riesce a ricollegare la faccenda Mangano al merito del post.
Comunque gli scheletri nell’armadio sono sempre di attualità. Facci che indubbiamente è un bravo giornalista dovrebbe saperlo.
E va bene, rieccomi qui. Mi si stringe il cuore a vedervi così pateticamente alla ricerca di qualcuno che vi dia retta.
Che dire? Potrei ringraziare M per aver sbagliato; potrei scusarmi con MJ per aver corretto l’errore di M; potrei smettere di ridere pensando a John che spiegava la presunzione di innocenza qualche post fa o che non è capace di leggere ciò a cui risponde adesso; potrei addirittura spiegare a tutti voi che se certe considerazioni così evidenti necessitano di balle spacciate per verità, allora forse non sono così evidenti… ma tutto questo a cosa servirebbe? Prima o poi questo commento dovrò inviarlo, ed allora fioccheranno di nuovo altri commenti di cacciatori di attenzione, e voi sarete di nuovo tristi e inconsolabili perché non vi si fila nessuno… Dai, facciamo che questo è l’ultimo, e via quei musi lunghi!
Bravo Lorenzo, un’altra vittoria alla Facci.
Che ne faremmo adesso dell’aggettivo “pirrica”?
Spostare la discussione dall’oggetto al soggetto. Anche questo non è una novità. Parlare di persone, invece che fatti. I fatti che erano così importanti fino al momento prima diventano poi trascurabili.
Non preoccuparti, Lorenzo. Non sei tu l’ ” inventore ” di questo modo di fare. Tu sei solo un imitatore. Infatti , hai imitato anche il non rispondere.
Ok, faccio anch’io un pò il Fuksas della situazione.
Siete stupidi, stupidi, stupidi. Non vi rendete conto che se vi ritrovate dopo quindici anni per la terza volta Berlusconi al potere la colpa è innanzitutto vostra. E con vostra non intendo i tredici milioni di Italiani che hanno votato PD, ma un sottoinsieme costituito da due gruppi ben specifici.
Il primo gruppo, quello dei Cipputi, dei figli dei Cipputi e dei nipoti dei Cipputi. Quel paio di milioni di persone che da sessant’anni vota per un’ideologia perdente, e che da vent’anni continua a votare per un’ideologia morta e sepolta un partito ridicolo, solo per disciplina di partito. Gente intrinsecamente incapace al pur minimo compromesso, e senza compromesso non c’è politica.
Il secondo gruppo, quello degli antiberlusconiani ad personam, quelli che ammantandosi delle rassicuranti scuse delle sentenze giudiziarie, delle gaffe, dei travaglismi, in realtà votano non per qualcosa, ma contro Berlusconi con la stessa razionalità con la quale si tifa Juve o Inter, con le stesse e opposte motivazioni antropologiche e psicologiche della casalinga di Voghera che vota Silvio perchè “è un bell’uomo”.
Le anime semplici che si son fatte infinocchiare dalla storia del “pericolo regime” e che nel 2001 e nel 2006 hanno votato e rivotato una coalizione politicamente impresentabile con i Mastella, le Binetti, i Diliberto e i Caruso. Hanno votato così, turandosi il naso, “sennò tornava Berlusconi”. Basta vedere i commenti al post di Gianluca Neri (uno che ha capito come stanno le cose) sul non-voto per capire cosa intendo. Ma tanto loro non capiscono.
E il risultato qual è stato? Una agonia di quindici anni per una coalizione ridicola, e che se non era per Veltroni eravamo ancora lì.
Ora, io già me li vedo i commenti ironici di MJ e gli altri. Ma io son contento così. Continuate pure a non capire, a parlare di Mangano, di corna e di Bruno Vespa. E la sinistra non vincerà per altri cinquant’anni. Adieu.
Hai ragione, ma mi innervosisco troppo per dartela.
Intanto mi gratto e tocco corno per l’ultimo tuo anatema.
Ricordati dello yogurt…
sul mio blog non si vende, caro….
Dunque Murmur la sostanza per la contestazione c’era come sussiste il merito?
Perché di questo si tratta di là dal successo o dell’incompetenza dei governi di centrosinistra. Fallimentari anche perché, come tanti hanno ricordato, l’Italia è un paese di destra, e perché (su questo sono d’accordo con te) la sinistra non ne ha preso atto fino in fondo, e dunque non si è attrezzata.
Spalmare le responsabilità nel tempo e tra i votanti, cosi mal rappresentati poverini loro dal sistema in generale e dall’assetto elettorale odierno in particolare, è un sofisma vergognoso. Come dire che se oggi non esiste il ponte sullo stretto, e responsabilità degli elettori del centrodestra (schieramenti dove c’era l’ora rissosissimo UDC). Una cosa è rassegnarsi alla merda, cosa che penso la stra maggioranza di noi facciamo, altra è negare una rappresentazione decente della realtà (e della verità).
A me non sembra che Bertinotti abbia sbandierato Mangano durante tutta la campagna elettorale come insinui, anzi ha fatto di tutto per accantonare questi “scomodi luoghi comuni” poco consoni ai salotti perbene dell’alta politica.
Tuttavia, ad essere imbarazzante il tuo linguaggio, che riduce la politica ad una rissa da partita di calcio tra le scolaresche.
Chiaro che se tu ritieni come ritieni che i problemi etici devono essere supportati da maggioranze in parlamento (cosa avrebbe pensato Socrate!), forse non c’è discussione possibile.
Ad esempio se questo ti sembra il ragionamento di una casalinga di Voghera.
Magari prendere atto che uno come M sosteneva gli stessi argomenti prima e dopo le elezioni e entrare nel merito, no? Oppure dobbiamo giudicare sempre i principi in base ai risultati (provvisori cioè elettorali) che ottengono?
Ehi, mi sto vedendo su internet una fantastica puntata di 8 e mezzo, con l’idolo di noi GGGGGGGGGGIOVANI, Marianna Madia. Certo che è proprio un genio,lei, eh!
E’lì che si contorce sotto le domande di Diaco, cercando disperatamente di dire qualcosa di sensato, all’altezza degli interlocutori… Che pena, che pena, e quella sarebbe l’esempio in cui l’elettore di sinistra si dovrebbe riconoscere? ma per favore, è indecente.
Frase più bella dell’intervista: IL PROBBBBBBLEMA è chèèèè non c’èèèèè MMMMMMMMMMMERITOCRAZIA…. ah! Marianna, ma allora prendi per il culo! Ma tu stai lì perchè sei brava?
Murmur, non sai fare il Fuksas della situazione. Qui c’è una ramo doc della stirpe. Non vedi che s’è steso un silenzio colpevole su Mangano? E magari non sai nulla neppure di Euclide.
Molla lì e stai in silenzio rispettoso. E molla pure Cipputi & eredi, che hanno tradito.
Torna a guardare Rete4 e il GF.
La vera partita del Paese – e nel suo piccolo, anche di questo post – si gioca su Mangano. E tu non sei all’altezza.
Madonna, ma dire qualcosa che sia o almeno SEMBRI parto del vostro cervello no?
Guarda Murmur , che se qui si fosse parlato , per dire, di Di Pietro, ” qualcuno” avrebbe pubblicato per l’ennesima volta il nulla risultante da un’indagine finita con non luogo a procedere. Altre che ” sono cose vecchie, etc…”
Ma non dire adieu, Murmur. Non ci spezzare il cuore. Come faremo con le tue frasi fatte dette con evidente GRANDE compiacimento. TI prego, non lasciarci.
Acclarato e approvato da tutti i commentatori che Berlusconi aveva contatti con la mafia (visto che nessuno sopra ha dato una spiegazione diversa della presenza di Mangano in casa Berlusconi prendo per accettata universalmente la mia), ricordo a tutti che sopra avevo fatto due domande a Facci, la seconda effettivamente piu’ d’attualita’:
Com’e’ che non c’e’ un giornalista in Italia che domandi ora a Berlusconi dove minchia e’ la cordata italiana per Alitalia?
Basterebbero 5 minuti davanti a Travaglio e il mito del Cavaliere tramonterebbe inesorabilmente…
Forse dovevo fare un post su Mangano: chissà mai che avreste discusso sulla fine della sinistra Arcobaleno.