Due anni fa di questo periodo mi ero già preso la maggior parte dei vostri vaffanculo. A questo giro, forse, faccio appena in tempo.
Avevo avuto l’ardire di sostenere che per quanto uno fosse di sinistra e non volesse Silvio Berlusconi al governo, l’ipotesi di votare Romano Prodi era insostenibile e moralmente inaccettabile:
Sostenevo, anche, che se questa sinistra sentiva la necessità di mascherarsi da centro per circuire i cattolici e presentarsi per quello che non è, beh, allora questa sinistra non aveva il diritto di andarci, al governo.
Nel frattempo questa sinistra al governo ci è andata: voi dite che è perché ha vinto; io dico che vincere dopo 96 minuti di melina e con un rigore che non forse c’era non è vincere, è rimandare la tranvata a domani.
Lo dico a quelli che nel 2006 fa sostennero che al governo bisognava andarci, a tutti i costi, pure al 96° e grazie a un rigore: domani è oggi. E se oggi ci troviamo con la matita copiativa nuovamente in mano è quasi tutta colpa vostra.
Veltroni, per dire, avreste potuto tirarlo fuori dal cappello due anni fa. Invece voi no: avete partecipato alle primarie in quattro milioni, versando cinque euro a testa, per arrivare alla fine della la fila e dire semplicemente che a voi stava bene quello che aveva deciso il Partito.
Fa niente se il Partito, già prima di indire le primarie, aveva già deciso per Romano Prodi; il nocciolo della questione è che a voi stava bene.
Ora, anche se so che significa infierire, sono costretto a ricordarvi che duecentocinquantamilia di quei quattro milioni di voi furono quantomeno più originali, scegliendo come proprio candidato premier Clemente Mastella.
Certo, è molto più colpa loro, ma ciò non toglie che sia anche colpa vostra.
Non che da voi ci si potesse aspettare qualcosa di più: alle primarie per scegliere il candidato sindaco a Milano il Partito vi intimò di scegliere uno di cui forse non ricordate nemmeno il nome, tante erano le possibilità che aveva di vincere contro Letizia Moratti. Ve lo dico io come si chiamava: Bruno Ferrante. Un altro che vi siete fatti andare bene perché vi era stato detto che così era stato deciso, les jeux sont faits, e fine alle discussioni.
Siamo ad oggi: il governo che due anni fa avete proposto per guidare il paese, un pastrocchio centrosinistro appesantito, tra gli altri, dai nomi di Intini, De Mita e Rutelli, non è riuscito a durare nemmeno la metà del tempo che si era ripromesso di restare in carica. Per la legge dell’alternanza che la scorsa volta ci permise uno scarto positivo dello 0,7 per cento, questa volta toccherà inevitabilmente agli altri e, indovinate? E’ tutta colpa vostra.
E malgrado nel corso di questo periodo parecchie persone (che pure, per la maggior parte, vi avevano seguito buttando giù il beverone cattolicheggiante che sapeva di fialette puzzolenti, perché credevano in buona fede che avere il potere equivale ad avere la possibilità di cambiare le cose) abbiano cercato di forgiare e proporre una nuova classe dirigente di sinistra (io ne ricordo almeno Mille, ma chissà quanti altri ce ne saranno stati) voi, come se nulla fosse, a governo caduto a causa della vostra inettitudine, vi siete ripresentati assicurando una poltrona alla Binetti e concedendo a mo’ di beffa un posto in lista come primo tra in non eleggibili a una persona sicuramente degna quale è ad esempio Ivan Scalfarotto.
Che poi uno avrebbe potuto esprimere magari una preferenza diretta a Scalfarotto o chi per lui (scegliete l’endorsement che più vi aggrada), se nel periodo in cui siete stati al governo foste riusciti a cambiare questa spregevole legge elettorale di cui tanto avete parlato male e che tanto vi faceva schifo che alla fine non l’avete nemmeno toccata.
“Possiamo intercettare esigenze di mondi diversi, cercando nella diversità l’elemento di ricchezza e non quello della conflittualità”: sono parole di Paola Binetti, quella che a rigor di logica dovrebbe militare in un partito diverso dal vostro, diverso da quello che oggi voterete, e alle quali l’unica risposta umanamente possibile è: intercettatevi ‘sta fava. La diversità è diversità, punto.
Una che sostiene (e qui davvero ho l’imbarazzo della scelta) che “la mortificazione cristiana è un valore”; che “il liquido amniotico è l’ambiente naturale del feto e non bisogna abusarne”; che la vedova Coscioni “esagera” quando chiede a Prodi di essere più coraggioso sui Pacs; che fece bene a lasciare il proprio unico fidanzato “quando i valori cristiani cominciarono a occupare tutto il mio spazio esistenziale”; che “la Dc era un partito che voleva tradurre i valori in progetti e che ha contribuito alla crescita del Paese”; che Piergiorgio Welby, scegliendo di morire “ha subito una manipolazione e avrebbe dovuto dare un senso diverso alla sua sofferenza”; che “l’omosessualità è una devianza della personalità”; bene, a rigor di logica una che pensa queste cose dovrebbe essere diversa da me e da voi.
Dico “dovrebbe”, perché voi invece voterete il partito che la presenta.
Gianluca, vivi in Lombardia, una Regione del profondo Nord che si vende come dinamica e moderna: la stessa in cui Forza Italia, da sola, prese quasi il 30% dei voti. Roba da democrazie africane.
Ecco: questo per dire che lì da te se vuoi meno Berlusconi, ma anche meno Binetti, ci sono da votare i Teletubbies. La Sinistra Arcobaleno rischia di non arrivare all’8% (Senato), con conseguenti seggi in più disponibili per Berlusconi.
Fai tu.
gira gira, se non voti il principale opponente a Berlusconi, ti becchi Berlusconi. Per dire, mille volte meglio un Prodi a Camere zoppe che un Berlusca a tutto vapore.
No, Gianluca, è colpa tua: non votando hai reso più scarso il vantaggio del centrosinistra e più fragile l’ultimo governo. Che è stato comunque molto migliore del governo Berlusconi.
Ognuno poi si abitua al proprio odore, ma i tuoi piedi puzzano quanto i nostri, fidati.
Uff , ronf , son appena tornato dal seggio.
Ke palle però sta storia della Binetti etc. , si sa, s’è capito, peraltro non è che a noi faccia piacere (avrei preferito 1000 volte Boselli&co). Semplicemente c’è chi decide che vale la pena comunque di votare i’meno peggio e chi si è stufato e non ritiene utile “compromettere la propria morale”, o altro ( o “fa la figa” , a seconda dei punti di vista). Comunque su tale punto si è già dibattuto abbastanza, alla fine ognuno faccia come vuole, però davvero basta , che non se ne pole plus .
“Voi , voi , voi ” ???
O’tte ?! Bellino , i’cche t’ha fatto di tanto propositivo ?
Boh , non ho capito se c’è dell’ ironia nel post e preventivamente prendi in contropiede chi , anche a questo giro , ti punterà il dito contro per la scelta . Ma poi “voi” è sia la classe dirigente del PD sia l’ elettorato, o cosa ? Stamani son ancora un po’(un po’ molto) rinco: connetto i’ggiusto…
Comunque , cercando di tralasciare tutta la prolissi che scaturirebbe quasi inevitabilmente addentrandosi nel disquisire questi temi , due appunti :
1- la Binetti mi risulta sia, per vari motivi, stata spostata alla Camera .
2- Non ne sono certo perchè alle primarie non ho mai votato , ma rimembravo 1 max 2 euro , e so di molti che non pagarono in quanto al seggio dissero loro che avevano già fatto pari.
@Diego : no scusa , almeno che tu non preveda che in Lombardia vinca il PD, è meglio che SA non prenda l’8% .
Cosa singolare: a Milano-città un po’ di partita c’è , ma a meno che le mie sinapsi mi stiano tradendo ancor più di quanto possa stimare , la regione direi che è azzurra facile.
E’ in regioni come la Toscana che , ad es., l’SA farebbe gioco a prenderlo . Mi sa che ti dovresti rileggere la porcellum , o magari non ho capito io cosa intendevi.
olà
p.s. : GianlucaNeri is known as “DramaQueen” :P:P
…. “@diego : a meno che tu non preveda”…
@GN : si scherza , siam …
Gianluca,
io sottoscriverei il tuo ragionamento al 100% se vivessimo in un Paese normale. E cioè se il principalesponentedelloschieramentoavversario fosse semplicemente uno diverso da me, quanto e più della Binetti. Ma tu sai bene che così non è. Hanno un bel dire quelli che “ci vuole un riconoscimento reciproco da parte degli schieramenti politici”. Io uno che fa pubblicamente l’elogio dei mafiosi in campagna elettorale (dico uno solo dei motivi, ma potrei fare una lista lunga fino a uscire dallo schermo) non posso considerarlo uno a cui affidare serenamente il Paese mentre quella che dovrebbe essere la mia parte politica sta in penitenza ed elabora qualcosa di più serio. Non sono affatto sicuro che se vince questa destra tra 5 anni sarà rimasto in piedi qualcosa per cui valga la pena di votare, e tanto meno che dopo questa palingenesi tra 5 anni risorga una sinistra migliore di quella che abbiamo.
Visto che voto a Milano, mi limiterò a votare PD alla Camera, e al Senato voterò l’allegra compagnia della SA, di per sé immeritevole di consenso, ma che questa volta mi dà l’occasione di marcare la mia distanza da questo PD, e forse anche di togliere qualche seggio a Berlusconi grazie al gioco della spartizione. Non è grnaché come scelta, ma mi fa sentire più sereno rispetto al non votare.
@Kluz: Diego ha ragione.
Se la Lombardia fosse semplicemente una regione in
cui il PDL è il primo partito, avresti ragione tu: meglio votare PD. Infatti il PDL prenderebbe comunque il 55% dei voti, e allora sarebbe meglio concentrare i voti sul PD perché prenda i seggi restanti.
In realtà le cose stanno peggio: è che qui il PDL voti ne prende tanti, davvero tanti. Così tanti che, poiché le percentuali vengono calcolate scorporando i partiti che non raggiungono la soglia, se la SA restasse al di sotto il PDL arriverebbe a prendere una percentuale di voti validi MAGGIORE del 55%, e quindi prenderebbe ANCORA PIU’ SEGGI.
Quindi una SA che superasse la soglia, a conti fatti, sottrarrebbe forse un seggio al PD, ma ne sottrarrebbe 2-3 al PDL.
I dettagli, se vuoi, puoi leggerli in questo celebre post: http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/Il_voto_utile_%282%29%3A_tutto_il_voto_utile%2C_regione_per_regione.#body
Macchestaiadì?
Sono tutti quei puri e duri come te che non ahnno votato per non turarsi il naso che si son trovati il culo turato dalla banana.
E’ molto bello tirarsene fuori per poi poter dire è colpa vostra io non c’ero, che scelta è la non scelta? Hai paura che la Binetti ti venga a prendere e i costringa a mettere il cilicio? O che la Bonino ti costringa allo scipero della fame? Solo rafforzando il governo questo si potrà permettere di rinuncioare di volte in volta a qualche dissenziente, che sempre ci sarà. Con qualche senatore in più Prodi avrebbe potuto mandare a quekl paese Dini e Mastella e la Binetti quando fosse servito e non avrebbe dovuto applaudire alle rime Ceppaloniche. Quindi se mancherà un voto per la vittoria sappi che verremo sul blog a prenderti a calci virtuali e a pernacchie reali.
Ecco, infatti la risposta ai tuoi dubbi è una sola: sei di sinistra? vota a sinistra. Magari ricordando e ricordando anche ad altri che questa è una repubblica parlamentare, cazzo! E che, in teoria, votiamo ancora per eleggere gente al parlamento e non un governo anche se sono un po’ di anni che provano a convincerci del contrario. Non votare o votare PD significa collaborare a una delle operazioni politiche peggiori degli ultimi cento anni: eliminare la sinistra dal panorama politico ufficiale; cosa successa, nella nostra storia parlamentare, solo durante il Ventennio…
GNeri, la verità è che tu non avresti votato PD neanche se al posto della Binetti ci fosse stato Mahatma Gandhi (“Uno stronzetto che continua a predicare la pace e l’amore non può essere che il peggiore dei catto-comunisti”) o Bette Davis (“Ma come fate a fidarvi di una che ha buttato giù dalle scale Joan Allen!?”).
Non avresti votato PD neanche se ci fosse stato Scalfarotto come candidato presidente del consiglio, perché avresti sicuramente trovato qualche altro nome a cui attaccarti per non prenderti la responsabilità di mettere una crocetta sulla scheda elettorale.
Perché il problema sta proprio qui: tu la responsabilità di scegliere non te la vuoi prendere. Vivi bene come stai, potendoti concedere il lusso di guardarci e darci degli stronzi perché ci fidiamo di qualcuno o facciamo una scelta, credendoci o meno. Il che va benissimo, per carità.
Ma se ho la colpa di avere votato PD, ho anche la colpa di non avere votato Berlusconi, prendendo una posizione che tu, fino a ora, non hai ancora preso, trannè che a parole.
No , “VanaMonde” , pure te : ” !oh raga …”
Per scrupolo ho ricontrollato : a meno che non sia in bomba piena e non riesca nemmeno a leggere , rimembravo bene.
Chiedo scusa per l’ eccessivo e noioso presenzialismo nei commenti di questo post , ma mi preme una cosa :
votate “sinistra critica” , la Santanchè , votate chi vi pare , astenetevi , scrivete “siete tutti ladri” , però ,cribbio, almeno che non si voti SA in Lombardia ,e regioni similari, per togliere qualche seggio al PDL , che si rischia di passare, anche giustamente, da fessi . Perdonatemi ma funziona esattamente al contrario. Facendo così , togliete al pd e rendete il pdl è più forte.
Meglio Bianca/Nulla al senato , a quel punto.
Votare SA per provare a togliere poltrone al senato al pdl , “potrebbe meritare” in : Toscana , Umbria , EmiliaRomagna ,rischiosissimo nelle Marche e in Basilicata (in VAosta e TrentinoAA discorso già più complesso con SVP etc.).
Nelle altre ,tale attitudine è , molto verosimilmente, un autogol.
Poi chissà, dipende dai risultati, che potrebbero anche discostarsi di molto dalle attese più banali , non si può mai dire , ma a scanso di equivoci , la regola è :
i partiti/coalizioni che superano l’ 8% tolgono seggi agli altri che non hanno la maggioranza in tale regione (assoluta o relativa che sia) , certo non a quello che vince che ne prende minimo il 55%.
Di seguito, uno dei posti in cui , imo, è spiegato abbastanza bene :
http://www.gennarocarotenuto.it/2083-larte-di-votare-al-tempo-del-porcellum#more-2083
Gianlu’, abbiamo capito. C’hai provato parecchie volte con questo ragionamento. Solo che la democrazia è fatta di numeri, casomai te ne fossi scordato.
Per cui ha ragione Leonardo. La colpa è proprio tua. Muoviti, esci e vai a votare. E smettila di fare il fighetto da terza media, che dice che non gli piace nessuna di quelle che stanno in classe. Purtroppo grosse fighe non ne abbiamo. Bisogna tenersi queste.
Anche io non volevo andare a votare per poter dire ai miei amici: non vado a votare, è tutta colpa vostra, siete dei pecoroni, e via di questo passo… Ma che risposta avrei avuto? “Sti cazzi”
Appunto Sti cazzi
Diamine VanaMonde, cosa mi vieni ad illustrar, temo di aver peccato di superbia.
Grossa umiliazione (mi sento quasi come se fossi dovuto passare sotto il tavolo del CalcioBalilla o del tavolo da Tennis-tavolo , dopo aver subito un cappotto).
Non ricordavo il discorso della ripartizione secondo la “Percentuale voti validi (solo partiti sopra soglia)” .
Mi toccherà inginocchiarmi sui ceci :)
A parzialissima scusa , vi è il fatto che personalmente risiedo in Toscana , ma comunque ero piuttosto certo che in Lombardia, avendo i sopracitati scopi , non bisognasse votare SA.
Ero rimasto al fatto che se uno ha la maggioranza relativa (che indifferentemente che sia con il 23% o il 45%) ottiene il 55% dei seggi ( a meno che uno non domini con una maggioranza assoluta > 55% ) , e il restante 45% dei seggi va ai perdenti. In questo caso pensavo che se UDC e SA non avessero raggiunto la soglia , tale 45% andasse tutto al PD .
Avevo mancato il passaggio in cui si rifanno le proporzioni , e quindi che in Lombardia allora …. etc. bla bla
A quanto pare la Porcellum ha colpito ancora.
@Kluz
Il post di Carotenuto l’ho letto a suo tempo, e in generale è valido per le regioni a maggioranza PDL. Però, se ti leggi bene quello che cito io (ed è complicato, io ci ho messo un bel po’ a capire il suo ragionamento) vedi che ha ragione. I conti ci sono, in dettaglio estremo. La spiegazione te l’ho già riassunta nel commento precedente.
Certo, se poi la SA non raggiunge comunque il quorum si rimane fregati. Ma abbiamo una legge elettorale che funziona come una lotteria, tanto vale rischiare.
Eh si, proprio una scommessa .
Se poi SA prende il 7,9 è una fregatura colossale.
LOL : Porcellum al Senato = “The Ultimate Game Theory”
Credo che la Lombardia sia l’unica regione dove una coalizione potrebbe rischiare di prendere più voti (rinormalizzati dopo avere tolto chi non passa il quorum) del 55%. Almeno i miei conti dicevano così.
gianlù,
molte delle contestazioni che volevo farti sono già state elencate. Mi preme rimarcarne una: la Binetti è stata spostata dal Senato alla Camera. Se non comprendi questo passaggio, perdonami, non hai capito un cazzo. La politica è l’arte del possibile. PUNTO!!!
Guarda il bicchiere mezzo pieno, e, come dice Carletto Darwin: non fare il fighetto delle medie.
E poi, se per due anni abbiamo avuto un governo di merda, è stato anche a causa della scarsa maggioranza che aveva, e te ne sei reso complice più che non andandoli a votare se ti credi fondamentalmente di sinistra. Poi sta volta corrono da soli, senza quelli che hanno frenato il progresso in questi anni.
http://xsurl.com/ec0
Bah. L’argomento secondo cui “bisogna votare sempre e comunque” non mi è mai piaciuto.
Quindi insomma, la colpa sarà anche tutta mia ma io andrò a votare.
Però se la lista dei motivi per cui non vai a votare inizia e finisce con la Binetti, boh, mi piace ancora meno dell’argomento di cui sopra.
Quoto in tutto e per tutto quello che ha detto Zen. E’ un ragionamento da vecchietto che guarda i lavori con le mani dietro la schiena: “Ah, io l’avrei fatto diversamente, eh”. Non sei un campione di libertà, sei un umarell della democrazia.
La Binetti è davvero durissima da inquadrare in un PD. Sinceramente, non capisco.
Però il fatto delle liste senza nomi non mi va proprio giù: io voglio avere davanti un volto, una persona, una personalità da credere (o no), non un programma di partito che poi gira che ti rigira le differenze fra i programmi talvolta sono minime.
Non mi piace questa anonimità, non mi piace. Per me conta anche la moralità e l’affidabilità della persona. Uno che mi predica sulla famiglia tradizionale ma che divorzia o che ha le amanti, che credibilità ha? Come faccio a far gestire un bilancio dello stato a uno che ha i suoi conti personali non chiari? E così via.
Però fra poco esco e vado a votare.
Difficilmente ho letto mai tante stronzate tutt’assieme. Ma colpa mia che le ho lette, è vero.
[Ste]
Gianluca, volevi il vaffanculo, eccolo – anzi no, vedi di cambiare idea o domattina vengo a prenderti a casa e ti porto personalmente al seggio a scarpate. Perché vedi, il problema non è la situazione di arrivo, ma quella di partenza. Tu argomenti come fossimo nella Atene di Pericle – quando la realtà è che viviamo nel fottuto Paraguay. Ok, chiedo scusa al glorioso Paraguay: viviamo nel far west al di là del Pecos, in giro è pieno di uomini con il fucile e uomini senza pistola, e se gli dài la pistola non la usano perché sono cinefili e rispondono “tanto quando incontro l’uomo con il fucile sono morto” (mica vero: il morto è lui se tu hai mira, se tu sei veloce, se lui è un pirla). Quando ti trovi (e ti ci trovi) al di là del Pecos, la sottigliezza del tuo “non voto così gli mando un messaggio” (aka: “Mi taglio le balle così la squaw capisce che ce l’ho su con lei”) non verrà mai recepita. Onde per cui, prendi atto, monta a cavallo e vai a votare quelli che FORSE useranno il tuo pugno di dollari per la ferrovia invece che per un nuovo saloon. Sì, è così, vota i meno schifosi – e ringrazia di poterlo fare. Cosa, come? Non è una prospettiva esaltante? Certo che non lo è. Ma perché dovrebbe esserlo? Si tratta di andare con altri 40 milioni di babbei a mettere una croce su un tondino, mica a sceglierti la squaw.
… E scusate, un’altra cosa, perché magari da queste ignobili pagine passano dei giovani che non hanno ancora le idee chiare e difficilmente le avranno. E’ a loro che vorrei rivolgermi senza abusare di lemmi arzigogolati:
NON DATE RETTA A QUESTI IDIOTI: ANDATE A VOTARE.
Per chiunque vogliate, ma uscite di casa, recatevi nel vostro diocristo di Municipio e fate quello che dovete fare. Prendete e votate, perché questa è la politica, questa è la democrazia.
La democrazia non è un maggiordomo che vi entra in casa e vi pulisce le mensole: la democrazia, la politica è, per definizione, la consuetudine del meno peggio, il bene comune, non il bene privato. La democrazia non può tenere conto del GUSTO: quello si fa in gelateria, al cinema, a puttane.
Se volete farne un discorso egocentrico (del tipo: “A me la Binetti/Prodi/Berlusconi/Veltroni/Iddio non piace”) allora prendete i fucili e scendete in piazza perché quello che stata facendo non è apologia della democrazia ma dell’idealismo. E’ inutile che facciate finta di parlare a nome dell’Italia: quello che state facendo è avanzare un VOSTRO gusto personale, pretendendo che altri lo condividano. La vostra scelta di non votare è una scelta di vigliacchi merdosi, non c’è coraggio, non c’è presa di posizione, non c’è niente, c’è solo il pranzo al sole che vi farete o il vostro aperitivo sulle Terrazze di Trastevere in compagnia di registi brizzolati e finti poesti esistenzialisti francesi abbonati a YouPorn, incapaci di dire la cosa giusta a una donna prima del quinto Martini.
Scendete in piazza coi fucili, e allora vi rispetterò: fatevi massacrare o candidatevi voi stessi per ovviare a ciò che credete non essere degno d’essere votato (e chissà poi che persone siete, voi, tanto brave a parlare dal divano. Chissà se poi voi siete MIGLIORI di chi dite di non poter assolutamente votare perché oibò, bla bla bla).
Nessuno, tra i candidati politici in predicato di presidenza del consiglio, può fare ciò che volete. Nessuno di loro esaudirà i vostri desideri, nessuno entrerà nelle vostre stanze a levarvi gli acari dal materasso. Questi sono i cazzi vostri: non è dovere dei candidati politici rientrare nei vostri gusti PERSONALI.
ANDATE A VOTARE: NON DATE RETTA A QUESTI IMBECILLI.
[Ste]
Gianluca,
direi che la risposta migliore al tuo post l’ha scritta oggi Michele Serra nell’amaca.
A ogni modo, continuo a pensare che la scelta di non votare sia rispettabilissima, benche’ diversa dalla mia.
Ma c’è una legge che obbliga a scegliere se votare Pd o stare a casa? Non capisco…
Non ti piace la Binetti? Sei di sinistra e stufo di votare democristiani? Sono d’accordo con te, e infatti voto coerentemente per una forza politica laica e di sinistra, la Sinistra Arcobaleno. L’unica che non sosterrà mai un governo con Berlusconi. L’unica.
Si fece semplicemente benissimo a votare Prodi per quanto mi riguarda. E’ stato di fatto un governo di coalizione tra le forze democratiche per rimettere insieme le cose.
Farsi recuperare il vantaggio elettorale da una maggioranza uscente che aveva logorato tutti è gravissimo ed è l’errore che poi ha determinato la caduta di quel governo, non Turigliatto e nemmeno Mastella in fondo.
Ma non far valere il proprio voto per cercare almeno un’alternanza non sarebbe stata una buona scelta. Non credo che annullarsi sia una strategia efficace per influire sulla situazione.
Molto meno convinto dell’attuale offerta elettorale invece, sempre per quanto mi riguarda.
Paolo Madeddu, con le sue fini argomentazioni, mi ha convinto: non andrò a votare.
Votare Prodi fù la scelta giusta e la confermo anche a distanza. Ho maggiori dubbi sull’attuale offerta politica, con un fronte disunito e troppe ambivalenze e poca chiarezza di fondo nelle intenzioni e nelle prospettive. Di Prodi si sapeva cosa che avrebbe fatto un lavoro di risanamento molto più tecnico di quanto non volesse ammettere e che l’avrebbe fatto con un fronte ampio di rappresentanza. L’essersi fatti rimangiare il vantaggio elettorale è stato il peccato originario e la causa della fine di un governo che avrebbe dovuto durare.
Da giorni scorro le liste dei candidati, per capire chi ne abbia di meno impresentabili. Dall’esercito di transfughi per mestiere (IdV), a confindustriali strozzatori di piccoli imprenditori e democristiani ultra-clericali (PD), a funzionari di partito e nullafacenti a vita (SA), la scelta è più che altro una lotta contro la coscienza. Turarsi il naso sarebbe facile, se l’aria non fosse completamente impregnata di vapori acidi.
Mi hanno fregato tante volte, ogni volta esercitando una politica distantissima dai miei ideali (magari inviando bombardieri da qualche parte, o sostenendo la peggior feccia del neo-capitalismo all’italiana). Devo farmi fregare di nuovo? Devo aiutarli a far continuare il festino?
Certo, la sinistra mangia con la forchetta, la destra con le mani. Se fosse solo una questione di stile, non avrei dubbi, ma ho l’impressione che l’etichetta non sia sufficiente a giustificare una preferenza.
Gianluca, sai cosa: hai ragione, “MA ANCHE” torto. E’ facile dire:«Ah, io ve lo avevo detto!». Oggi sono andata a votare: ho consegnato il mio documento, ho preso tutte quelle schede e sono entrata nella cabina che mi era stata assegnata. Sulla prima scheda c’era scritto: scheda per l’elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale. Per la prima volta in vita mia ho annullato una scheda. Con la matita copiativa ho insultato chi non avrei mai votato e mi sono scusata con chi non ho voluto votare. In qualche modo, ho espresso la mia opinione solo che poi mi sono ritrovata a pensare: «Non abito più in questa città, ma mi dispiacerebbe molto venisse governata da quello lì». Un ragionamento che a te non piace, ma che alla fine è giustificabile (ma l’hai visti quegli altri? Sei sicuro di averli guardati bene? Son tremendi sa!). Ormai era troppo tardi e la mia scheda l’avevo già annullata. a quel punto mi sono sentita quasi sollevata (non ti senti così anche tu?) perché almeno, qualunque errore faranno a Roma nei prossimi anni, non sarà stata colpa mia e potrò dire: «Io quelli non li ho mica votati, peggio per voi». Ero ancora nella mia cabina e ho visto le altre schede, ancora bianche: con sicurezza, ho messo una croce su un solo simbolo per ognuna (procedura facilissima, altro che votazioni a rischio) perché, nonostante i “contro” che hai menzionato tu e con i quali concordo, ho votato per un uomo che spero (perché io ci spero ancora, fortunatamente)possa farmi sentire un po’ più orgogliosa, tranquilla e fiera del mio Paese. Non me ne volevo lavare le mani, poi magari mi prenderò le mie colpe, ma oggi mi sono voluta sentire responsabile.
Gianluca, io alla fine ci sono andato. Ci tengo a dirlo perché sino a un paio di giorni fa anche io la pensavo come te, poi una serie di riflessioni che non ti sto a riassumere perché tanto ne trovi l’essenza nei commenti qui sopra, unite a una serie di dichiarazioni da parte di esponenti del pdl che mi hanno fatto intuire quanto sarebbe stato dannoso consegnare l’Italia in mano a certa gente, mi hanno convinto ad andare.
Restava da capire per chi votare, ma a togliermi ogni dubbio è bastato leggere l’elenco dei condannati, prescritti, indagati e rinviati a giudizio, citato da Travaglio e Gomez nel libro “se li conosci li eviti”, che volenti o nolenti ci ritroveremo comunque in parlamento dopo queste elezioni. Per la cronaca sono ben 100. Eccoli:
– PDL 56
– PD 18
– UDC – Rosa Bianca 9
– Lega Nord 8
– Partito Socialista 3
– Sinistra Arcobaleno 3
– La Destra 2
– Aborto No Grazie 1
Escludendo questi non rimane molto, ma qualcosa rimane. Anche all’interno della coalizione dei “democratici”.
Pensaci Gianluca. E siccome sono un inguaribile romantico mi siedo qui e aspetto un tuo post in cui ci dici che alla fine sei andato. Ciao
W la mazzarotta!!!
Che donna fantastica…
Ilaria, per te è facile: si può votare uno con la faccia di Alemanno?
Ebbene, anch’io……
Lol , Alemanno , quello che indossa la croce celtica e vuol fare politica di massa.
Ad ogni modo i bookmakers non parrebbero dare quote troppo allegre per i ualteriani :
http://tinyurl.com/48de3m
Ho letto il pezzo tutto d’un fiato. Complimenti. Diretto. Critico.
Certo, forse non tutto verrà condiviso da me o da altri lettori. Forse la legge elettorale, quella gran “porcata”, ha fatto la sua parte imponendoci un voto a un partito, senza preferenze.
Forse il voto non è più la Scelta del partito, ma la Scelta del menopeggio, del mal minore.
Forse è questo che ha spinto, nel 2006, mezzo paese a votare Prodi. E di questi tanti avrebbero voluto tener lontano Mastella, già sapendo di cosa era capace. Eppure no, a quella gente (ergo: agli elettori) non si chiede un parere ma solo un voto. A tutto il resto ci pensa dall’alto, dalle poltrone rosse.
E se oggi si torna a votare, con ipotesi di ritrovare nuovamente quanto tu descrivi, forse una cosa resta: la stessa politica, la situazione di 2 anni fa non è cambiata.
Ma allora perché rivotare? Meglio, “perché rivotarli?” se la domanda è posta a coloro che voteranno gli stessi di prima, cioè i Ds cammuffatti in Pd.
Beh, forse una risposta ce l’ho. Forse perché si ha paura dei partitini piccoli che creano confusione e mettono sotto minaccia il governo. Forse perché si ha ancora più paura del passato, cioè di un governo azzurro, quando azzurro non è il colore del calcio italiano ma della politica del 2001.
Ma soprattutto perché, se ci proponiamo ad analizzare il discorso in terza persona, per raggiungere l’obiettività, potremo notare che le leggi varate in questa corta legislatura sono buone, sono il passo giusto e bisogna continuare per quella strada.
Si pensi all’economia, quando il Fondo monetario internazionale suggerisce di continuare con questa positiva politica di risanamento dei conti pubblici.
Oppure con le modifiche in materia di lavoro, quando si cerca di tornare alla ratio della riforma Biagi bloccando le elusioni e quindi gli stravolgimenti come nel caso dei fantomatici Call center a progetto (prg? fare le telefonate!).
Ma non basta. Il paese chiede sicurezza nei luoghi di lavoro? Applichiamo le normative europee e creiamo un nuovo Testo unico. Detto e fatto, a gran fatica: risultato buono, ora basterà applicarlo, la vera difficoltà in Italia.
E allora cosa cambiare? I vertici, sperare nella serietà delle persone. Chi ce la garantisce? Nessuno, bisogna provare.
Ma ognuno può dare un proprio contributo cercando, almeno, di votare persone che per prime non abbiano infranto la legge (sinonimo di illegalità).
E cercare di avere coalizioni con esperti. Esperti delle materie. Perché al ministero del lavoro va messo qualcuno che di Lavoro sappia, come all’Economia venne messo Padoa Schioppa tanto rinomato anche all’estero per le sue competenze.
E via dicendo.
Non certo un odontotecnico alla Giustizia come avvenne nel passato.
Ma questa è un’altra storia.
Ora si torna al voto e speriamo che i cittadini votino con coscienza, e non solo per seguire ideali che tali rimangono o a fiducia di quel partito che hanno sempre votato. Combattiamo la demagogia e perseguiamo la legalità. Almeno per cominciare.
E oscuriamo i tanti canali di informazioni che informazione non fanno ma solo demagogia e confusione. Perché purtroppo la gente ci casca.
Luca
per i votanti:
tutti i candidati indagati per mafia su: http://ilpopolosovrano.splinder.com/
Differenze generazionali:
http://lineagoticafight.blogspot.com/2008/04/anche-queste-elezioni-mio-nonno-stato.html
Analisi un po’ giusta e un po’ pretestuosa. A mia memoria, ma mi sbaglierò, non ricordo post di qualcuno che lamentasse la falsità delle prime primarie, ove sembrava che a sinistra ci fosse solo Prodi al mondo. Hai voglia a prendertela con Mastella: dove stavano Veltroni e gli altri, allora? Quello sarebbe stato il tempo giusto per Veltroni, più che ora che si è trovato a parlare di cambiamento del Paese senza dire che il Paese che si troverà a cambiare è quello che ha governato Prodi. Veltroni magari vincerà, ma sarebbe stato più nuovo e credibile due anni fa, al posto di uno che non era espressione diretta di un partito e che poi si è trovato a gestire una coalizione mostruosa e che ha campato sulla genuflessione verso la sinistra e sul voto dei senatori a vita. Le primarie sono e restano una bufala.
Che cosa c’è di pretestuoso in molti ragionamenti?
– La presunzione che questi candidati non meritino il Mio Voto perché non Mi rappresentano, come se Io fossi superiore a tutto il mondo
– Motivazioni pseudo idealistiche tipo “Voglio una destra, un centro e una sinistra. Se non posso averli, meglio niente.” Oppure affermazioni di nicchia, tanto per fare i fighi insomma, tipo pensare che Ivan Scalfarotto sia l’unica persona a sinistra adatta a governare il Paese o che far parte dei mille sia un passaporto di nobiltà assoluta. O che guarda la Spagna, le donne, i giovani, ecc.
– La scusa che ci sia una singola persona, il capro espiatorio nella miriade di candidati, che ti sta sullo stomaco
– L’affermazione di una propria integrità personale, che non consente di assegnare il voto in base solo a ragionamenti travaglieschi
– L’assoluta ignoranza nei confronti dei veri temi che le fazioni propongono, aldilà di vignette e satire, come pure delle facili campagne mediatiche che non sono l’urgenza reale del Paese
– E soprattutto l’autogol di quelli che pensano di fare i fichi affermando orgogliosamente di non votare come se fosse una moda
– Infine, Il pretesto della porcata della legge elettorale, manco si fosse i massimi esperti
Quelli poi schifati che la Lombardia sia brutta brutta fanno ridere. Che emigrino.
Se volevi una destra un centro e una sinistra, ora li hai più di prima. Tura il tuo nobile naso di top blogger ed evita frasi mediocri tipo “a ‘sto giro”, manco fossi il dio degli atei o di chissà quale categoria.
Sarà, ma io preferisco votare.
Stefano
Voglio sapere chi è Virginia. molti mi chiedono che accidenti ci faccio qui, ma almeno conosco la risposta; nel suo caso, non la conosco.
L’avrò detto tante volte, ma alla fine sapevo che ci sarei andata come poi ho fatto. E’ più forte di me, ma l’astensione non mi riesce mai, da più cose. Ammetto che ho votato in modo non convinto non perché sia mutato un mio qualche residuo ideologico (che c’è sempre, ma fa fatica a uscire) ma perché percepisco tutto “annacquato”.
Grande coalizione, grande centro, grande TUTTO; vige ormai il PENSIERO UNICO e la cosa più triste è che storto o morto sta pervadendo tutti, motivo per il quale ho apprezzato parola per parola il post di Neri e per motivi di forza maggiore me lo sono anche ritrovato -oggi- a leggere ad alta voce.
Ragion per cui credo che sia il caso di ridare a ciascun colore politico un’identità. Se destra che destra sia, se sinistra idem, se centro idem.
Il berlusconismo, il fare, fare, fare , “facciamo”, “faremo” dilaga nei discorsi trasversalmente in un’omologazione di gente e simboli spaventosa. Per la serie, basta che facciamo e promettiamo.
A questo punto che si esprimino questi voti di appartenenza a quel briciolo di coscienza ideologica che resta, ma basta con ‘sta storia di alleamoci per non far venire quello. Un discorso che ha senso, ma fino ad un certo punto; a lunga distanza genererà un appiattimento indistinto di ideologie(?)ed opinioni e ci ritroveremo il frutto del pericolo scampato a governarci, ma magari sarà diventato esso stesso pericolo di una nostra più profonda, onesta coscienza imprigionata anni addietro nella corsa al si salvi chi può.
Quasi tutto giusto se non fosse che la Binetti è stata candidata alla camera e non al senato. L’ha già detto qualcuno qui dentro, è una differenza enorme. Indica che si cambia direzione politica. Vuol dire “con la binetti c’abbiamo provato, ci è andata male, e ora ce ne liberiamo”. Punto. In politica funziona così: non butti fuori la gente facendo grandi proclami. Semplicemente la sposti dove non conta più niente.
Per questo, se l’unico motivo che ti spinge a startene a casa è la Binetti, stai tranquillo. E’ già passato, è già un brutto ricordo. Dai che sei ancora in tempo, domani mattina esci e vai tranquillo al seggio.
Promoveatur ut amoveatur…
Non sono molti quelli che mi chiedono che ci faccio qui, ma anch’io so la risposta. Non sapevo però che fosse necessario renderne conto a Filippo Facci.
Su Virginia,
non se la tiri e si senta lusingata.
Lo chiedesse a me, sarei già schiacciata a zampe aperte fuori dalla sua finestra. Roba che manco Wile il coyote..
Quando ero più giovane, e pieno del rigore che accompagna una cultura approssimativa, disprezzavo il compromesso. Per quel bravo ragazzo di 25 anni, la morale era in bianco e nero. Le persone erano buone e oneste o disoneste e vendute. Le idee erano giuste o sporche bugie. Oggi quell’epoca di certezze giovanili mi torna in mente spesso, osservando i mezzi d’informazione più faziosi. […]
Non ricordo esattamente quando, ma lungo la strada verso la mezza età, mi è venuto in mente che non era indispensabile essere cronicamente indignato. Ho scoperto che alcune delle persone che disprezzavo stavano solo facendo del loro meglio in una situazione difficile e che la vita era grigia, non bianca o nera. Mi sono anche reso conto con disappunto, che a volte io stesso ero spinto dall’interesse personale e non dagli ideali, che ero capace di tradire, di essere meschino e di commettere errori molto stupidi. Scendere dal piedistallo della purezza è stato umiliante, ma anche molto liberatorio. E’ molto faticoso e infantile pretendere che il mondo sia all’altezza di principi che noi stessi non riusciamo a rispettare.
William Falk, The Week, Stati Uniti
“Avanti al centro contro gli opposti estremismi” (cit.)