Dilettante allo stravaglio

Non è neanche più questione di faziosità pura, di riproposizione dei passaggi di alcune sentenze al posto di altri, di certi verbali al posto di altri. Il problema non è neanche l’enfatizzazione delle sentenze di condanna o, in caso di assoluzione, la sottolineatura delle parti che la condanna auspicavano. E neppure l’inventarsi status giudirici inesistenti (prescritto al posto di non colpevole) o definire l’articolo 530 «insufficienza di prove» anziché «assoluzione perchè il fatto non sussiste» come è denominato dal 1989. Persino il gergo da cabaret del Travaglino i monologhi senza contraddittorio sono perdonabili. Ma la falsità dolosa no.
Segue un esempio solo, uno solo.
Ieri, su Repubblica, Marco Travaglio citava una consueta e vecchia intervista a Paolo Borsellino e gli attribuiva la rivelazione che «nel 1980 la polizia intercetta Mangano al telefono con Dell’Utri».
E’ falso: proprio Borsellino, nella stessa intervista, chiarisce che in realtà Mangano parlava con un membro della famiglia Inzerillo. Capito? Falso.
Travaglio poi ha scritto che Mangano chiamava «cavalli» la droga, e che al telefono propose a Dell’Utri proprio un affare di cavalli.
Falso anche questo: a parte che la telefonata appunto non vi fu, è ancora Borsellino nella medesima intervista a dire che «nel processo vennero fuori effettivamente dei cavalli, non dei cavalli per mascherare gli stupefacenti». Chiaro? Falso.
E per saperlo basta leggere l’intervista (tutta l’intervista) oppure una sentenza della Corte d’Appello di Milano del 21 gennaio scorso, roba che Travaglio dovrebbe saper maneggiare.
Ergo, due i casi: o Travaglio è un falsario oppure è un disinformato, e un’idea ce la siamo fatta. Ma questo non dovrebbe interessare tanto noi, bensì i direttori e caporedattori che neppure s’accorgono della fraccata di balle che Travaglio scrive sui loro giornali. Non sanno o vogliono verificare quello che scrive: fatti loro. Ma non vengano ancora a dirci che Travaglio almeno è documentato. E questo è un esempio solo, uno solo.

Il Pdf della sentenza (i pigri leggano da pagina 9):

http://www.paologuzzanti.it/wp-content/2008/03/sentenza.pdf

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50 Commenti

  1. Va bene, Facci, non sto neanche a controllare. Hai ragione. Travaglio non ha fatto i compiti e tu sì.

    In quella telefonata Mangano non parlava a Dell’Utri, ma a un membro della famiglia Inzerillo. Mi fido.
    E non trafficava droga, ma cavalli. Avrai ragione anche su questo.

    Quando poi nella stessa intervista Borsellino definisce Mangano “uno di quei personaggi che ecco erano i ponti, le teste di ponte dell’organizzazione mafiosa nel Nord Italia”, cosa devo pensare esattamente? Perché su questo ti trovo un po’ reticente.

  2. Facci . . fai tenerezza nella tua triste e squallida difesa di truffolo e dei suoi tirapiedi,
    e mi faccio un po’ schifo anch’io, che sto qui a perdere tempo e a incazzarmi per la gente come te, che non dà nessuno-ripeto- NESSUN contributo all’informazione di questo cz di paese.
    sei un infame. Vuoi capirlo o no ???

  3. 1) Leo, mica discuto chi fosse Mangano. Era un mafioso.

    2) Stalker, l’intervista che dici è quella tagliata (manipolata) da cui querele e processi conclusisi appunto il 21 gennaio corso con sancito quello che ho detto dopo analisi dell’intervista integrale (senza tagli) a Borsellino. L’intervista integrale non è disponibile su video ma solo in trascrizione.

  4. Facci è agghiacciante.

    Giornalista
    Comunque lei in quanto esperto, può dire che quando Mangano parla di cavalli al telefono, vuol dire droga.

    Borsellino
    Si, tra l’altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga, è una tesi che fu avanzata alla nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta al dibattimento, tanto è che Mangano fu condannato al dibattimento del maxi processo per traffico di droga.

    Giornalista
    Perché c’è nell’inchiesta della San Valentino, un’intercettazione fra lui e Marcello Dell’Utri in cui si parla di cavalli.

    Borsellino
    Beh, nella conversazione inserita nel maxi-processo, si parla di cavalli da consegnare in albergo, quindi non credo potesse trattarsi effettivamente di cavalli, se qualcuno mi deve recapitare due cavalli, me li recapita all’ippodromo o comunque al maneggio, non certamente dentro l’albergo.

    il testo

  5. Scusa ma nella sentenza non si parla di Mangano ed i suoi amici, bensì di Guzzanti.

  6. Insomma, il probabile futuro Presidente del Consiglio della Repubblica italiana definisce eroe quello che tu reputi “un mafioso”, e per te l’urgenza è becchettarti con Travaglio.

    Buffo.

  7. (Scusate se riscrivo il commento, ma con due link interni è stato automaticamente bloccato. I link erano comunque entrambi ad Altalex).

    Codice di procedura penale, articolo 530, comma 2:

    2. Il giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile.

    (il grassetto è mio)

    Però F.F. ha ragione su un punto. La “prescrizione” è uno stato giuridico inesistente. L’articolo 531 parla di estinzione del reato in genere, sia essa per amnistia o per prescrizione, come si vede nel Libro Primo, Titolo VI del Codice Penale.

    Poi non so che testi legali usino a Il Giornale.

  8. A volte Facci è simpatico, somiglia persino a Luca Luciani. Altre volte, come questa, fa pena, fino a ricordare Luca Luciani. Anche questa volta Travaglio ha ragione e Facci ha torto.

    Esiste una famosissima intercettazione di una conversazione tra Mangano e Dell’Utri (14 febbraio 1980). In quell’intercettazione si parla proprio di cavalli: Mangano vuole vendere un cavallo a Dell’Utri. Dell’Utri dice che non ha i piccioli, Mangano gli propone di chiederli a Berlusca, Dell’utri risponde in siciliano che berlusca i soldi non li sgancia. Poi parlano di altre cose, la telefonata è piuttosto lunga. Quella intercettazione viene citata nell’intervista a Borsellino, oltre ad un’altra riguardante Mangano e Inzerillo.

    Le stronzate, caro Facci, puoi scriverle al massimo sul giornale: dove i commenti informati non vengono pubblicati.

  9. E poi soprattutto: mi sono rotto i coglioni di vedere questo stillicidio di affermazioni anti-Travaglio in cui una serie di personaggi che dal mio punto di vista hanno tutto da dimostrare pensano che facendogli le pulci su quattro cazzate possano smontare la mole di lavoro con cui Travaglio informa da anni su tematiche che gente come Facci non sfiora nemmeno perche’ ovviamente non gli fanno comodo. Travaglio scrive un libro di tremendo successo dopo l’altro, e questi rosiconi tipo Luca Sofri si permettono di scrivere due righe sui loro blogghetti in cui insinuano, buttano li’, accennano, ma non dicono mai un cazzo, non provano mai una minchia: ragazzi, se volete smontare Travaglio, partite dalle sue tesi, non facendogli le pulci su quante pieghe ha sui pantaloni. Se davvero siete convinti, come sembra, che sia un ciarlatano, dimostratelo con l’unica cosa utile che potreste fare: scrivete qualcosa che dimostri che i suoi libri sono senza fondamento. Finche’ continuate a stare li’ in agguato sperando in qualche lapsus da citare e ricitare all’infinito fate solo la figura degli sfigati. Ora: mi volete spiegare cos’e’ questa intercettazione di cui ho riportato i link? Un’invenzione della criminalpol? Una pura mistificazione internettistica che qualcuno ha scriutto ma che non esiste per davvero?

    A proposito, sempre a dare l’impressione che l’intercettazione che “non esiste” in realta’ esista, c’e’ pure questo pdf, “in nome del popolo italiano”, chiamato “Sentenza Dell’Utri” che ho trovato su narcomafie, pagina 489 del pdf:
    http://www.narcomafie.it/sentenza_dellutri.pdf

    Quindi, forse Facci non si e’ spiegato bene, o io non ho capito perche’ non so leggere. Cosa e’ falso, esattamente? E’ falso quello che scrive Travaglio, o e’ falsa la seguente affermazione di Facci che qui riporto: “Ieri, su Repubblica, Marco Travaglio citava una consueta e vecchia intervista a Paolo Borsellino e gli attribuiva la rivelazione che «nel 1980 la polizia intercetta Mangano al telefono con Dell’Utri».E’ falso: proprio Borsellino, nella stessa intervista, chiarisce che in realtà Mangano parlava con un membro della famiglia Inzerillo.”?

    Illuminatemi, per favore.

  10. Senti, se sei cretino, tu e quegli altri, se non sai leggere ne mè nè una sentenza, devi vergognarti e tornare a scuola, mica scassare il cazzo a me.
    Rileggi. Piano.

    Ieri, su Repubblica, Marco Travaglio citava una consueta e vecchia intervista a Paolo Borsellino e gli attribuiva la rivelazione che «nel 1980 la polizia intercetta Mangano al telefono con Dell’Utri», riferita a una celebre intervista fatta a Borsellino, è falsa perchè proprio Borsellino, nella stessa intervista, chiarisce (il testo è nella sentenza, cretino) che in realtà Mangano parlava con un membro della famiglia Inzerillo.
    Il fatto che poi Borsellino nell’intervista abbia detto che Mangano chiamava «cavalli» la droga, e che al telefono propose a Dell’Utri proprio un affare di cavalli, come semplicemente detto da Travaglio, è falso perchè la telefonata appunto non vi fu ma soprattutto è ancora Borsellino nella medesima intervista (leggi-la-sentenza) a dire, virgolette, che «nel processo vennero fuori effettivamente dei cavalli, non dei cavalli per mascherare gli stupefacenti». Chiaro? Hai capito? E’ chiarissimo, non dovrei spiegare niente, è solare, sto citando un fatto documentale e una sentenza come in genere (non fa altro) è solito fare Travaglio.

    Se poi volete parlare d’altro (altre intercettazioni, roba che non c’entra adesso, roba che fa scoprire, tu guarda, che Mangano e Dell’Utri si conoscevano e si telefonavano) fate pure. Anche la faccenda dell’eroe è un’altra faccenda. Piantatela di rosicare anche davanti ai fatti compiuti prendendovela con me. Ho ragione. Avete torto. Fine.

  11. ragazzi, vi sfugge il punto: a facci(adiculo) nn interessa nulla dei reati di dell’utri, berlusconi, mangano eccetera… gli cale solo trovare qualche minuscola cosa da contestare a travaglio, per meschinita’ sua propria
    e’ isterismo, aggravato da totale indifferenza dal (dis)livello morale, penale e intellettuale di chi gli da la pagnotta, dei suoi amici e dei suoi burattinai
    penso che facci(adaculo) prenderebbe le difese anche di jack the ripper, se solo potrebbe permettergli di dare addosso a travaglio
    ma sara’ gerlosia professionale, o travaglio ha respinto le avances di facci(adaculo) e ora lei e’ diventata pazza?

  12. Facci, sei peggio di Luciani: colto in castagna lui ha chiesto scusa invece tu ti dimeni come avessi una tarantola nello sfintere.

    Nell’intervista a Borsellino vengono citate DUE INTERCETTAZIONI. HAI CAPITO o vuoi un diagramma? Due. E due, se sia la matematica è più di uno. E’ addirittura il doppio.

    Ora prendi fiato che c’è il pezzo meglio, il più difficile.

    Delle due intercettazioni UNA, citata dall’intervistatore (Jean Claude Zagdoun alias Fabrizio Calvi) è tra Mangano e Dell’Utri, e si parla di cavalli. L’altra, citata da Borsellino, è tra Mangano e Inzerillo e si parla pure di cavalli.

    Respira profondamente che non è finita. Ci sei? Allora continuiamo.

    Alla domanda se sia vero che dicendo cavalli Mangano intendesse droga, Borsellino risponde di SI’.

    Lo so che è difficile ma il bello di un testo scritto è che puoi rileggerlo e anche ripeterlo. Se lo musichi poi te lo ricordi ancora meglio ed eviti ulteriori figure di cazzo.

  13. Io mi chiedo perché Facci continui a scrivere su questo blog. Me lo chiedo non perché Facci non sia libero di scriver le sue cazzate dove meglio gli aggrada, ci mancherebbe altro, ma solo perché si suppone che chi scrive cazzate isteriche fastidiose anche solo da leggere non dovrebbe poter scrivere su un blog di una certa importanza. Che le sue stronzate facci le scriva sul suo blogghetto del cazzo sul giornale. Come fa già quel povero demente di Christian Rocca sul suo mezzo spazietto sul foglio.

    Facci in due parole, sei incancrenito come i piedi di craxi. Fai schifo sul serio.

  14. hurrà, in questi tempi di accesso alla cultura globale vediamo ancora una volta le fondamenta di un fascismo, 2.0 of course

    ‘che siccome sono tempi moderni e il wireless e l’homeless, il vecchio modello di fascista, disponibile in un’unica pettinatura e rigorosamente in nero, è oggi a grande richiesta di nuovo sul mercato in una pletora di abiti differenti: il giudice coraggioso, il giornalista leguleio, il comico ecosostenibile, quello radiato da ogni tubo catodico etc.. la sua personale agiografia è fondamentale per poter tacciare interi settori della nazione del peccato di casta.

    cio’ che li rende fascisti in senso stretto non è tanto il loro operare, legittimanente condivisibile o meno come quello di chiunque: è l’indiscutibilità aprioristica di cui il loro operato è circondato, e di cui alcuni comentatori su macchianera sembrano purtroppo archetipi assoluti.

    a me questa similitudine lascia ovviamente molta amarezza, e vorrei davvero essere smentito in modo convincente.

    sarebbe molto bello se i piu’ livorosi nell’attaccare Filippo dessero una testimonianza CREDIBILE di onestà intellettuale antifascista criticando con lo stesso livore i loro stessi Dei su almeno CINQUE episodi (cadauno). Pregasi Evitare benaltrismo.

    Si garantiscono risultati catartici e in alcuni casi miglioramento della vista

    Altrimenti ha ragione lui, su tutto. Per manifesta onestà intellettuale.
    E io dovrò dare ragione a murmur e votare a destra, per colpa vostra :)

    prima di cominciare la catarsi magari fatevi due risate, dice che predispone: http://www.seriouslunch.com/vids/foryour.htm

  15. http://www.scudit.net/mdfalconeinter.htm

    I:”Sì, ma in quella conversazione con Dell’Utri poteva trattarsi di cavalli?”

    Borsellino: “Nella conversazione inserita nel maxiprocesso, se non piglio errori, si parla di cavalli che dovevano essere mandati in un albergo (Borsellino sorride. NDR). Quindi non credo che potesse trattarsi effettivamente di cavalli. Se qualcuno mi deve recapitare due cavalli, me li recapita all’ippodromo, o comunque al maneggio. Non certamente dentro l’albergo”. (Borsellino)

    Nella trascrizione della telefonata Mangano- Dell’Utri (linkata da apprentisorcier) non si parla di due cavalli, ma di uno – Mangano ne propone l’acquisto, Dell’Utri non ha i “piccioli” – né si parla di consegna, tantomeno in albergo.
    Borsellino si riferisce ancora alla telefonata Manganio-Inzerillo, oppure non ricorda bene il contenuto della telefonata Mangano-Dell’Utri. Lui stesso precisa “se non piglio errori” e più avanti: «Non mi dovete fare queste domande su Dell’Utri perché siccome non mi sono interessato io personalmente, so appena… dal punto di vista, diciamo, della mia professione, ne so pochissimo, conseguentemente quello che so io è quello che può risultare dai giornali, non è comunque una conoscenza professionale e sul punto non ho altri ricordi».

  16. – niente, non vogliono leggere la sentenza. Che è lì. L’ha capita tutto il mondo del giornalismo italiano, ‘sta cosa, loro no.

    – e non gli dice niente il fatto che Dell’Utri per quel procedimento non sia stato inquisito per traffico di stupefacenti, Mangano sì.

  17. ” e non gli dice niente il fatto che Dell’Utri per quel procedimento non sia stato inquisito per traffico di stupefacenti, Mangano sì.”

    A me dice che contrariamente a quello che hanno affermato per anni i giornali e i leccapiedi di Berlusconi , lui e DEll’Utri sono stati sotto l’occhio della giustizia da ben prima che lui scendesse in politica o annunciasse la sua discesa in campo per salvare la nazione. E per questioncelle come traffico di stupefacenti e ” rapporti” con noti esponenti mafiosi, non per parcheggio in seconda fila o per questioni politiche.

    Per il resto, le due versioni delle interviste sono state linkate , ognuno si faccia la sua idea.

  18. E sa davvero credete che ciò che ha fatto Travaglio su questa storia sia gravissimo o gravemente manipolatorio potete sempre denunciarlo. E vediamo cosa ne cavate. Oh, non tu, FAcci, tu non denunci, certo. Guzzanti. O Berlusconi o Dell’Utri. Ma ho come idea che non faranno niente.

    P.S L’ ” eroe ” Mangano purtoppo non potrà fare niente per salvaguardare il suo onore, essendo morto. Peccato.

  19. Caro Facci,
    arrivi tardi e male.
    Il che per un giornalista non mi pare una gran figura, specialmente quando intende bastonarne un altro.

    Ciò che è emerso dalla sentenza guzzantiana è stata ampiamente discusso un mese fa in molti forum, tra cui naturalmente quello dello stesso Guzzanti, quello della figlia Sabina e in marcotravaglio.it.

    Travaglio stesso, in quei giorni lontani, ha risposto in questi termini alle agitazioni di pelo lungo e fulvo:
    http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1834196

    Dunque la sentenza la conosco bene.
    Per questo ti rendo noto che ciò che tu porti qui come fosse una primizia, quando invece ha lo stesso sapore dei mandarini di maggio, riconosce semplicemente a Guzzanti il diritto di parlare di manipolazione (senza per questo arrivare a condividerne il giudizio), in quanto afferma che l’intervista mandata in onda in tv era effettivamente alterata e rielaborata rispetto alla versione originale (che si assume essere quella pubblicata dall’espresso nel ’94).
    Cosa che sapevano tutti, a cominciare da Travaglio, come si può leggere dall’articolo che ho linkato qui sopra.

    Infatti ieri Travaglio ha precisato, esattamente in merito al punto incriminato, che “In altre telefonate coeve, ricorderà Borsellino, Mangano chiamava cavalli le partite di droga.”
    In altre telefonate coeve (in particolare, in quella con un membro della famiglia Inzerillo).
    Questo Borsellino afferma, e questo Travaglio correttamente dice.

    Riguardo alla telefonata che invece tu citi, ti dimentichi di inserire tra virgolette il resto della frase di Travaglio: “Nel 1980 la polizia intercetta Mangano al telefono con Marcello, mentre gli propone «un affare per il tuo cavallo».”
    Ciò che conferma ancora perfettamente corretto il racconto di Travaglio.

    Se non ti fossi baloccato con questa dimenticanza, avresti compreso che le telefonate citate nell’intervista sono due, come ti hanno già spiegato. Una con Inzerillo, l’altra con Dell’Utri.

    Questa tua dimenticanza, mannaggia, è il peccatuccio che ti trascina a fare la misera figura che stai facendo.

  20. Nel dossier di circa 430 pagine consegnato al ministro dell’Interno Amato dal procuratore distrettuale di Reggio Calabria Francesco Scuderi e dal pm Roberto Di Palma, si capisce come le schede bianche, circa 50 mila, sarebbero diventate voto utile per il partito di Berlusconi. Miccichè al telefono con Dell’Utri si dice convinto che l’operazione andrà in porto. «Basterà pagare qualche addetto ai lavori — dice rivolgendosi a Del-l’Utri, chiamandolo per nome —. I responsabili delle votazioni si tapperanno entrambi gli occhi quando qualcuno dei nostri si preoccuperà di recuperare tutte le schede bianche e barrare la casella col simbolo Pdl». Per tutto ciò c’era un prezzo: 200 mila euro. L’esponente politico azzurro però chiede al faccendiere calabrese garanzie anche sul voto in Calabria. «Nessun problema», si affretta a ribadire dal Venezuela, Miccichè. E per sancire un’alleanza strategica con Dell’Utri invia a Milano Antonio Piromalli, reggente del casato, figlio di Pino, detto «Facciazza », in carcere con il 41 bis e suo cugino Gioacchino, avvocato, radiato dall’ordine dopo una condanna per mafia. Miccichè gli raccomanda al telefono di essere convincenti con il senatore azzurro, facendo trasparire tutta la potenza della cosca non solo in ambito provinciale, ma nell’intera regione. L’incontro avviene nello studio di Dell’Utri. Il senatore forzista resta entusiasta del colloquio tant’è che al telefono, successivamente, si congratula con Miccichè per avergli fatto conoscere due «bravi picciotti».

    http://www.corriere.it/politica/08_aprile_12/voto_scambio_utri_5e0f8c4a-085c-11dd-883b-00144f486ba6.shtml

    Ops, scusate. Tornamo pure alle cose importanti tipo le nuances semantiche degli articoli di marco Travaglio.

  21. Inoltre, sarebbe interessante conoscere gli altri esempi cui accenni, che dovrebbero dimostrare che Travaglio è un dilettante che scrive fraccate di balle sui giornali di incauti direttori, noti dilettanti anche loro che non verificano le fonti e l’attendibilità prima di pubblicare qualcosa di cui sono responsabili.

    Perché anche se fosse vero che in questo caso, come sostieni, s’è sbagliato, ha frainteso o addirittura ha scritto il falso (che è peggio, presuppone che sapesse di mentire quindi non fai salva neppure la buona fede), senza tanti ma tanti altri esempi precisi e puntuali, questo esempio non basterebbe di certo da solo a invalidare un lavoro documentale di notevoli dimensioni e le migliaia di pagine scritte da Travaglio da solo e in collaborazione con Peter Gomez o con Elio Veltri.

    In più, nel tono del post e nelle risposte (stizzite) ai commenti (come quando pesti i piedi rifiutando di argomentare e dici “Io ho ragione, Voi torto. Fine.”) si nota un livore che parrebbe dovuto a questioni personali, ingiustificabile da una semplice invidia professionale (posto che ci sia).

    Un’amica che ti conosce avanza un’ipotesi alla quale non avrei mai minimamente pensato: che tutto ciò sia dovuto al famoso strillo in copertina su “Vanity Fair” che rimandava ad articolo all’interno sostenente che Marco Travaglio è il nuovo sex-symbol del giornalismo italiano, grazie al coraggio della verità nel portare avanti le sue inchieste, unito ad una certa avvenenza. E che dato che in precedenza l’unico giornalista “sexy” nel panorama della stampa italiana fosse ritenuto invece tale F.F. questo sia stato vissuto come un affronto e un’invasione di campo, e da ciò derivi il rancore manifestato e che questo post sia una sorta di “territorial pissing”.

    Ma ritengo che questa sia una malignità tutta femminile e una chiave di lettura perlomeno improbabile.

  22. Ragazzi, tanto per esser chiari.
    Non c’è proprio il caso che sia vero, che Travaglio in questa circostanza s’è sbagliato, ha frainteso o addirittura ha scritto il falso.
    Quelle che scrive Facci sono pure minchiate (cit).

    Anzi, per rimanere ai classici, chi non se la ricorda la storiella del bue che dice cornuto all’asino?
    Purtroppo per Facci, Travaglio asino non è.
    E noi lettori ancor meno.

  23. Guzzanti è certo che il “cavallo” fosse un vero cavallo con “una testa davanti e una coda di dietro”. Perché “i veri cavalli erano il vero mestiere di Mangano: spediva cavalli, comperava cavalli, vendeva cavalli e sellava cavalli”. Ma il “vero mestiere” di Mangano erano i traffici di droga, per i quali fu condannato a 11 anni. Guzzanti sostiene che Borsellino era convinto del cavallo. Balle. Nell’intervista integrale (Espresso ’94), alla domanda “Nella conversazione con Dell’Utri poteva trattarsi di cavalli?”, il giudice risponde accennando a una chiamata coeva tra Mangano e Inzerillo, che parlano di droga e la chiamano “cavallo”: “La conversazione inserita nel maxiprocesso… si parla di cavalli che dovevano essere mandati in albergo. Quindi non credo che potesse trattarsi effettivamente di cavalli”. Ma è lo stesso Dell’Utri, il 29 novembre 2004, a smentire in tribunale la passione equina di Mangano: “Non sapevo neanche di cavalli, perché Mangano era appassionato di mastini napoletani che allevava lui e lì (ad Arcore) ci volevano cani da guardia importanti”. Doppio colpo di scena: l’allevamento di cavalli ad Arcore non c’era (Berlusconi, 1987); e Mangano s’intendeva non di cavalli, ma di cani (Dell’Utri, 2004). E adesso, chi lo dice a Guzzanti?

  24. A legger tutto questo si capisce chi ha ragione e chi ha torto, ma questo ormai è diventato meno interessante: quello che si capisce è che ha vinto Facci. Per manifesta inferiorità dei suoi critici. L.

  25. Luca, prima di tutto il merito della questione sarà ” meno interessante ” per te.
    Per il resto, io invece penso che leggendo si capisce, sì, chi ha torto. E questo non depone a favore della ” vittoria ” di Facci.

    Cone ti capita spesso, hai voluto perdere tempo per scrivere una ca**ata.

  26. Beh, se si capisce chi ha ragione e chi ha torto, allora non è così manifesta l’inferiorità di chi ha criticato quelle cazzate.
    In quanto tali, intendiamoci, non è che ci volesse granchè.

    Ma il nostro Luca è evidentemente poco dimestico delle più semplici regole logiche.

  27. F.F.: “[…]Marco Travaglio […] intervista a Paolo Borsellino […] Mangano al telefono con Dell’Utri [ …] E’ falso […] Capito? Falso.
    […] Falso anche questo […] Chiaro? Falso.
    […] o Travaglio è un falsario oppure è un disinformato […] fraccata di balle che Travaglio scrive […] non vengano ancora a dirci che Travaglio almeno è documentato. E questo è un esempio solo, uno solo.”

    Appunto, uno solo, e che bell’esempio! Ritenta, sarai più fortunato.

  28. Marco Travaglio ha scritto sull’Unità che il relatore della legge che abrogò l’immunità parlamentare (1993) era Pierferdinando Casini anziché Carlo Casini: ma non è poi grave.
    Lo è assai di più che lo stesso errore compaia nel libro ‘Mani pulite, la vera storia’ scritto da Travaglio medesimo e dal giornalista Peter Gomez.
    Lo è assai di più che lo stesso errore compaia nel diciassettesimo volume della ‘Storia d’Italia’ pubblicata da Einaudi. Lo è assai di meno, ma è comunque
    interessante, che che l’errore del volume Einaudi sia stato opera, pare, diun altro giornalista che scrive sul Corriere della Sera, testata che ha rilevato l’errore fatto dal giornalista Marco Travaglio.
    Sono cose che succedono.
    Del resto i giornalisti Peter Gomez e Marco Travaglio hanno anche scritto che l’ex magistrato Giuseppe Ayala è stato amnistiato per una faccenda di ben dieci milioni illeciti: e questo non è vero, non l’hanno amnistiato: l’hanno prosciolto in sede preliminare e quindi non l’hanno neanche processato.
    Ma suvvia.
    I giornalisti Peter Gomez e Marco Travaglio hanno anche scritto che il signor Giuseppe Fallica, un collaboratore di Miccichè, è stato a sua volta condannato e neppure questo è
    vero: l’hanno scambiato per un altro Giuseppe Fallica che non c’entra niente.
    Un caso di omonimia. Suvvia.
    I giornalisti Peter Gomez e Marco Travaglio hanno anche pubblicato, giusto in questi giorni, un libro in cui si raccoglie in primo luogo la requisitoria finale di Ilda Boccassini contro
    Cesare Previti (e gli altri) in secondo luogo si raccoglie l’interrogatorio
    finale reso da Cesare Previti (e gli altri) e tuttavia non si raccoglieva, per niente, l’arringa finale degli avvocati difesa: anche perché non l’avevano ancora pronunciata.
    Ma fa niente, il libro l’hanno fatto adesso.
    Non hanno voluto aspettare, il dibattimento per loro era chiuso così. Niente di grave, suvvia: sono cose che succedono. In Italia.

  29. Non ho capito come la mettiamo con la questione dei cavalli e del “falso, falso, assolutamente falso”.

  30. Caro Facci,
    se vuoi qualche minchiata di Travaglio te la porto io stesso, dato che la materia ti arrapa.
    Roba genuina, eh.

    Ma sai com’è, qui si stava parlando della minchiata tua.

    E delle figure da fesso che fai fare a Luca.

  31. Mi ripeto: i berlusconiani partono dal principio che tutto ciò che getta ombre su SB è falso, poi a ritroso si argomenta a sostegno della tesi preconfezionata. Questo post di facci ne è un penoso esempio e nulla più.

  32. Dunque: un mafioso conclamato fa lo “stalliere” ad arcore per anni con la benedizione di dell’utri continuando a trafficare in droga. Invece di inorridire e di schifare il suo datore di lavoro, Facci se la prende con Travaglio.
    Facci, sei come la roba che commerciava Mangano: stupefacente.

  33. Caro Facci,
    so che non hai bisogno dei miei complimenti ma permetti che te li faccia lo stesso, insieme ad una richiesta.

    Per vari motivi personali ho mantenuto negli ultimi tempi uno spirito critico nei confronti di Di Pietro, nonostante alcune iniziative che proponga valgano (a mio avviso) il merito di essere considerate. Mi rivolgo a te in quanto spesso i suoi avversari politici hanno avuto modo di denigrarlo e sbugiardarlo, ma spesse volte senza corredare la loro denuncia con delle prove a sostegno.

    Facendo qualche ricerca, ho trovato ad esempio questa pagina: http://www.casadellalegalita.org/index.php?option=com_content&task=view&id=1264&Itemid=27
    Che raccoglie molte vicende poco chiare sul Tonino, anch’esse pero’ non attendibili in senso assoluto in quanto credo manchino delle fonti.
    Tu stesso hai avuto modo di scagliarti contro la sua laurea in un articolo di qualche tempo fa, ed e’ per questo che ti chiedo: potresti far luce, con fonti oggettive, su quest’uomo politico che ha avuto il coraggio di ergersi a moralizzatore della politica? E’ veramente e al 100% “pulito”?

    La mia sensazione e’ che la risposta sia no, ma, non essendo io un giornalista, non sono riuscito a trovare fonti schiaccianti a mio sostegno.

    Sperando che il mio appello non cada nel vuoto, ti ringrazio per l’attenzione (sperando che non ti sia offeso se ti ho dato del tu).

    A presto,
    Enrico

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