Tre creature minime

Prendiamo il Paramecio. Si tratta di un protista cilioforo peniculide. E’ formato da una sola cellula e si riproduce per mitosi, pensate che palle. Guardatelo come nuota qua e là vibrando: procede grazie alla contrazione ritmica delle sue file di ciglia. Sembra risoluto a raggiungere qualche destinazione all’interno del vostro naso e invece non ha la minima idea di dove sta andando. Non si rende nemmeno conto di esistere, immerso com’è nel muco. E’ destinato a vagare a caso, ignaro di tutto. Finché, improvvisamente, la sua esistenza sarà stravolta da uno starnuto.

Prendiamo la Drosofila. Essa è un moscerino della frutta. Ha un minuscolo paio d’ali che riesce a sbattere con una frequenza di 250 volte al secondo. Le sue quattro misere paia di cromosomi contengono decine di migliaia di geni. I suoi due occhi sono composti da 6.400 fotorecettori ciascuno. La vita della drosofila dura lo spazio di pochi giorni che a lei sembrano un’infinità di tempo e ogni tanto si annoia, perfino. Questo essere apparentemente insignificante, ha enormi potenzialità e trova svariate applicazioni nelle moderne neuroscienze. Se capiremo come curare l’Alzheimer sarà tutto merito suo.

Prendiamo l’Attinia. Questo anemone di mare è così decorativo che sembra un fiore, invece è un celenterato. L’Attinia è fondamentalmente femmina, quindi usa il Paguro come veicolo per i suoi spostamenti. Il Paguro è maschio quindi scarrozza volentieri l’Attinia purché lei se ne stia zitta e buona. Nell’ambiente marino, questa relazione simbiotica garantisce la sopravvivenza di entrambi. Allevati in cattività e in assenza di predatori, tipo in un acquario o in un catino, l’Attinia e il Paguro preferiscono vivere ognuno per conto proprio ma ogni tanto vanno al cinema oppure scopano.

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23 Commenti

  1. Carissima nipotina, c’è un piccolo refuso all’inizio dell’articolo: il paramecio è un cIlioforo, non un clioforo :) t’è sfuggita una I.

    A voler essere proprio pignoli, poi, avresti dovuto scrivere che è un protista cilioforo dell’ordine dei peniculidi, con la classificazione moderna, mentre con quella tradizionale, popolare ai miei tempi e tuttora più nota, sarebbe un protozoo ciliato dell’ordine degli oligotrichi.

    E comunque, stando ai miei amici Denebiani, anche le forme di riproduzione non sessuate possono essere divertenti.

    Inoltre baci.

  2. Zione, non ti sfugge niente!

    Grazie di essere intervenuto col tuo occhio di falco e aver prestato la tua proverbiale omniscienza enciclopedica a questo umile commentario.

    Solo tu che padroneggi il devanagari come io il dialetto veneto (cioè alla perfezione) e potevi accorgerti di una cosa del genere.

    A pvoposito, il pangolino è evbivovo o cavnivovo?

    ; )***

  3. La Drosofila muore. L’Attinia scopa….Ma cosa succede al Paramecio dopo lo starnuto?

  4. Hai presente quel pulsantino giallognolo sul cruscotto della macchina? Quello piccolo? Non e’ l’aria condizionata, e’ il paramecio che hai sparato fuori l’altro giorno.

  5. Il Paramecio viene scaraventato dove è solo buio e stridore di denti (citazione dalle Scritture). Oppure finisce sul palmo di una mano, se il proprietario del naso è una persona educata.

  6. Ma il Paramecio è un Mecio che non si è laureato?

    E comunque, il mio nipotino è la dimostrazione che si può vivere immersi nel muco e però sapere di esistere. E di amare i cibi fritti.

  7. Over sono affari tuoi se vieni a leggere tutto quello che scrivo. Ebbene sì, è un pezzo riciclato. L’avevo scritto per una puntata di Quark ma stranamente non me l’hanno approvato.

  8. sai gigì, stamane pensavo che era un po’ che non scendevi al pianterreno a fare due chiacchere e ho pensato che finalmente avevi trovato di meglio da fare. è interessante notare ora che quel qualcosa inizia già ad annoiarti. volubile. cmq si, mi ricordo tutte le cose inutili e particolari. tra queste evidentemente figurano i tuoi post.

  9. Over, cosa vuoi che abbia di meglio da fare il lunedì mattina, a parte pellegrinare avanti e indietro dalla fotolito dopo aver mandato in stampa 300mila scatole con su scritto:

    “Un prestigioso trattamento dermocosmetico, racchiuso in un ELEFANTE cofanetto”

  10. con una frequenza di 250 volte al secondo è un modo di sbattere non a portata di tutti.
    Quanti tentativi ho?

  11. in effetti signore che vogliono farsi belle ed elefanti non vanno d’accordo altrimenti la forma era simpatica, sto pensando ad esempio alla mitica elefanteiera, chissà che fine avrà fatto..

  12. Filippo Facci: la tua solita, inutile grevità da caserma…e comunque a te non ti prende nessuno, né uno alla volta, né tutti insieme

  13. certo che se “pellegrini” lo credo bene che poi scrivi “elefante” ;-)))

  14. Io il facci lo prenderei uno alla volta e tutto insieme e anche più volte insieme.
    (Quando le donne parlano così fanno sostanzialmente pena. e io me ne faccio).

  15. I Pangolini sono carnivori, anche se dall’aspetto pupazzoso non si direbbe, ma dato che prevalentemente si nutrono di formiche e altri imenotteri non sono comunque pericolosi per l’uomo. Peccato solo che per incontrarne qualcuno allo stato selvatico tocchi andare nel Sud-Est asiatico :)

    Filippo, si Facci avanti che almeno un’ammiratrice l’ha trovata.

    Morosita, lei è perlomeno capace di autoironia, che è una dote meno comune di quanto si pensi, quindi finirà per tirarsi su da sola.

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